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Speaker : PRESIDENTE.
Se prendiamo posto, diamo inizio alla seduta del Consiglio straordinario. Grazie.
Volevo iniziare questa seduta con due comunicazioni.
La prima riguarda la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. La sede del Consiglio regionale sarà illuminata in questa occasione fino a venerdì 24 novembre. È un gesto simbolico per mantenere alta l’attenzione su una piaga che ha visto anche la tragedia sia di Giulia Cecchettin che della ragazza di Nettuno, Sibora Gagani, ritrovata dopo dieci anni murata in Spagna dal suo compagno. Proprio in tal senso, venerdì 24 novembre si terrà, presso la sede della Sala Mechelli, alla Pisana, il convegno “Noi per lei: la rete delle donne che previene, cura e sostiene”, dove verranno presentate proposte, come la realizzazione di una rete che veda coinvolte le Istituzioni di vario livello, tra cui quelle scolastiche, forze dell’ordine, magistrati, associazioni del terzo settore, volontariato e tante realtà della società civile.
La seconda comunicazione, prima del minuto di silenzio, è che qualche settimana fa ci ha lasciato Rodolfo Gigli, conosciuto a tutti come Nando. Ha svolto vari incarichi da Presidente della Giunta regionale a Presidente del Consiglio, Assessore, Capogruppo. Protagonista della storia della nostra Regione, che ha dedicato la sua vita alla politica e alle Istituzioni. Un uomo delle Istituzioni che ha fatto molto per la sua Viterbo e per i territori della regione Lazio.
In questa sede vogliamo ribadire la massima riconoscenza per il suo impegno, la sua disponibilità al dialogo e al confronto e per il contributo dato per il miglioramento e lo sviluppo della nostra Regione.
Chiedo un minuto di silenzio sia per la tragedia di Giulia Cecchettin che per il nostro Rodolfo Gigli.
Grazie.
Prego, per l’ordine dei lavori, la parola alla consigliera Mattia.
Speaker : MATTIA (Pd).
Grazie, Presidente.
Come Partito Democratico, proprio perché rispettiamo quest’Aula e le Istituzioni, abbiamo aderito al minuto di silenzio, ma, come avete visto, ieri in tutte le aule, in tutte le scuole le studentesse e gli studenti si sono mobilitati e hanno fatto rumore, tanto rumore. Quindi, io prendo la parola per dirle che noi dobbiamo uscire dal silenzio, perché il patriarcato non fa rumori, ma umilia e uccide, mentre i diritti hanno e devono avere una voce, sempre e comunque. E oggi questa voce vogliamo ridarla a Giulia e a tutte coloro che sono state silenziate per la mano assassina di un uomo.
Grazie, Presidente.
(Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Mattia.
Diamo inizio al Consiglio straordinario sul PNRR. Diamo la parola al primo firmatario, il consigliere Mario Ciarla.
Speaker : CIARLA (Pd).
Grazie, Presidente.
Come forze di opposizione, tutte, abbiamo voluto richiedere questo Consiglio straordinario perché siamo fortemente preoccupati che un’occasione straordinaria come quella della realizzazione del Piano di ripresa e resilienza possa essere sprecata o, almeno, colta solo in parte. Questo perché oggi è molto difficile dire come sta andando realmente il PNRR. Chiunque di voi magari approcciando a questo Consiglio avrà provato a cimentarsi tra i vari documenti, quelli che si trovano e la difficoltà a reperire quelli che non si trovano, e quindi a farsi un’idea vera e propria di come realmente si sta procedendo. Molto problematica è proprio la scarsa visibilità dell’esterno nella scatola nera del PNRR. E noi stiamo vivendo questo passaggio fondamentale per il nostro futuro come quasi la solita medicina europea, con l’idea che si vede meglio se se ne parla poco, non come qualcosa di nostro, invece, il cui successo è decisivo per il futuro del nostro Paese e dell’Europa.
Nel 1954 Jean Monnet disse: “L’Europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi”. E se mi chiedessero cos’è il PNRR, io risponderei proprio con queste parole: è innanzitutto il divenire dell’Unione europea in risposta alla crisi pandemica attraverso il superamento del paradigma rigorista. E questo non era un risultato scontato. Ed è stata una conquista specialmente del nostro Paese, che peraltro è anche il principale beneficiario, che ha convinto gli altri Paesi europei che bisognasse rispondere alla crisi cambiando un’impostazione economica, superando la rigidità dei vincoli del Patto di stabilità e accedendo, per la prima volta, al concetto di creazione del debito comune, mettendo in campo una mole di risorse – questo lo uso come termine di paragone perché, secondo me, ci fa comprendere bene quello di cui parliamo – che è come mole di risorse di gran lunga superiore a quello, come ci ha ricordato il presidente Mattarella, del Piano Marshall, che fu quello strumento salvifico e straordinario che permise al nostro Paese di uscire da un dopoguerra dov’era ridotta a pezzi e di costruire un moderno Paese occidentale. Quindi, è veramente un’occasione unica. E non aver colto forse questa dimensione del PNRR è il principale errore politico del Governo in carica.
Mi spiego meglio. Secondo me c’è un punto di merito e uno di metodo. Quello di metodo. Sia il Governo Conte prima che il Governo Draghi dopo hanno sempre considerato il Piano un piano da realizzare con il concorso di tutte le forze politiche, anche di quelle che allora erano all’opposizione, e quindi chiamarono alla mobilitazione Istituzioni, società civile, imprese, sindacati, tutte le forze del Paese, in un clima di coesione nazionale, finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo comune. Un richiamo a tutti a mettersi alla stanga, come con le parole con cui Alcide De Gasperi aveva esortato il Presidente della Repubblica. Appena insediato, invece, il Governo ha prodotto un po’ una rottura di questo clima politico, tanto da far percepire il PNRR più come un pesantissimo fardello ereditato che come un’opportunità e una sfida. E noi non abbiamo, però, nessuna chance di fare del Piano il successo che ci serve, se il Governo non ne fa una missione che l’intero Paese senta come propria.
Poi di merito. Il PNRR resta quello che sappiamo essere fin dall’inizio, un’incredibile opportunità per costruire, attraverso riforme e investimenti, l’Italia dei prossimi decenni, nel segno dell’equità e della sostenibilità. Nei singoli interventi che sono stati inseriti nel Piano non conta solo la quantità della spesa da erogare, che pure è soggetta a un controllo rigoroso, con tempi e modi ben definiti fino al 2026, cui si lega l’erogazione delle dieci rate, ma anche la qualità della spesa. Si tratta di investimenti che si concentrano nei settori della transizione ecologica e digitale, che sono stati valutati anche in base alla capacità di produrre degli effetti in relazione, per esempio, alla riduzione del gap di genere, al sostegno dell’occupazione giovanile e alla riduzione dei divari territoriali. Non è chiaro se il merito di questi obiettivi sia condiviso da tutta l’attuale maggioranza e né ha aiutato su questo l’incerto e ondivago percorso attuativo degli ultimi mesi. Una cronaca di ritardi e improvvisazioni. Sulla terza rata è stato espunto l’obiettivo sui nuovi alloggi per studenti e trasferita la quarta rata. Sulla quarta rata sono state proposte una serie di modifiche che riguardavano gli interventi di efficienza energetica negli asili nido, lo sviluppo dell’industria aerospaziale, il potenziamento del settore ferroviario, il sostegno delle attività di ricerca e sviluppo, il sostegno finanziario alle imprese guidate dalle donne, la promozione del settore non-profit, fino ad arrivare, il 7 agosto 2023, alla richiesta di modifica complessiva del Piano con la revisione di 144 tra investimenti e riforme, il definanziamento di nuovi investimenti per un importo pari a 15,9 miliardi, da sostituire con fonti di finanziamento altro, non ancora puntualmente individuate. Escono dal Piano – solo a titolo di esempio – 1,3 miliardi di euro per far fronte al dissesto idrogeologico, 6 miliardi per interventi di resilienza e valorizzazione dei Comuni, oltre 30.000 microprogetti, molti dei quali per la messa in sicurezza delle strade, così come un totale di 5,8 miliardi per la rigenerazione di periferie e aree degradate dei centri maggiori, tra cui i Piani integrati per 2,5 miliardi delle quattordici Città metropolitane.
Guardate, questo è un punto fondamentale che non va sottovalutato. Perché, che cosa sta accadendo? È una cosa che mi ha colpito molto. Che questo eccesso di centralizzazione, prodotto anche con un dialogo scarso tra i Comuni, fa sì che ci sia una sorta di cortocircuito. Cito, come esempio, il prossimo pronunciamento al TAR del Lazio del Comune di Firenze, che sul progetto di 55 milioni di euro dello stadio ritiene di essere nei tempi e, quindi, dialoga direttamente con la Commissione europea, scavalcando il Governo centrale. Questa interlocuzione che avviene, a cui la Commissione dà ascolto, fa sì che rispetto alle richieste di definanziamento del Governo di alcuni progetti, nel momento in cui i Sindaci ritengono e provano di essere, invece, nei tempi rispetto alle linee di erogazione, quella che è la richiesta del Governo viene accompagnata da un esame puntuale dei singoli progetti. Se accade questo, il meccanismo che noi abbiamo di fronte produce, nella mancanza di sintesi, un livello di confusione che è difficilmente gestibile. Questo riguarda anche il nostro territorio. Nel nostro territorio su 191 miliardi di finanziamento complessivo del Piano al Lazio sono riconosciuti all’incirca risorse per 16 miliardi, rispetto alla revisione sono tagliati fondi per 1,250 miliardi, che servivano a finanziare 2.500 opere, alcune sotto il diretto controllo dei Comuni, altre invece di competenza di Enti diversi o Ministeri. Intrecciando i capitoli di spesa con le delibere, le opere e le banche dati emerge che Roma è la città che più di ogni altra in Italia ha subìto tagli, per un ammontare di 745 milioni. In particolare, più di 64 milioni risultano sottratti agli 83 progetti legati alla Misura per la riduzione del rischio idrogeologico in caso di alluvioni, 15 milioni a Roma Città e 17 milioni alla Provincia di Roma, 175 milioni sulla rete ferroviaria, mentre tagli consistenti, pari a 322 milioni di euro, riguardano le opere di rigenerazione urbana. Cito solo, come esempio, il Polo del benessere Santa Maria della Pietà per 50 milioni, il Polo della sostenibilità Tor Bella Monaca per 28 milioni…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Ciarla, mi scusi, può spostare leggermente il microfono che si sente a malapena? Grazie.
Speaker : CIARLA (Pd).
…e il Polo della solidarietà a Corviale per 50 milioni.
Il capitolo sanità è indietro nella spesa delle risorse del Piano. Nel Lazio, per venire incontro alle richieste di modifica avanzate, in particolare, dalle ASL come soggetti attuatori, con la deliberazione di Giunta del 25 maggio 2023 l’Amministrazione regionale ha provveduto a una rimodulazione del Piano approvato a luglio 2022. A fronte di finanziamenti pari a circa 673 milioni di euro, il Piano prevede la realizzazione di 135 Case della comunità, 59 Centrali operative territoriali, 36 Ospedali di comunità, la digitalizzazione degli ospedali, l’acquisto di 298 grandi apparecchiature, l’aumento di 282 posti letto per terapia intensiva e 412 in terapia subintensiva, 34 interventi di ristrutturazione dei pronto soccorso e circa 40 interventi di adeguamento antisismico. Risulta, tuttavia, dall’ultimo monitoraggio di AgeNaS di settembre 2023, un evidente ritardo, in particolare nella realizzazione delle strutture, che dovrebbero essere il nuovo caposaldo della sanità di prossimità. Nel Lazio sinora nessuna delle Case di comunità previste è partita, delle 59 Centrali operative territoriali ne risultano attive solo 15 e un solo ospedale di comunità.
Ho fatto questo lungo elenco proprio per esprimere la preoccupazione, a nome del Partito Democratico, sulle ricadute negative per il nostro territorio che definanziamenti, ritardi o rinunce, anche parziali, al conseguimento di tutti gli obiettivi del Piano comportano.
Qui c’è un punto su cui credo sia necessario essere chiari. La Regione è soggetto attuatore e risponde delle risorse del Piano come soggetto attuatore. Ma la Regione non è solo soggetto attuatore. Un territorio cresce tutto insieme, non a compartimenti stagni. Secondo noi, ancora di più la Regione Lazio dovrebbe avere un ruolo e una funzione che accompagni anche, ad esempio, i Comuni nella difesa di interventi che sono strategici per il territorio del Lazio. Non è che se la Regione non è soggetto attuatore nel momento in cui alcuni tagli, anche pesanti, vengono effettuati la Regione se ne disinteressa o non ne risponde, perché il territorio cresce tutto insieme. Quindi, c’è un ruolo importante che la Regione Lazio può avere sia nella Conferenza Stato-Regioni, sia nell’interlocuzione con la Cabina di regia nazionale sul PNRR, che c’è a Palazzo Chigi.
Guardate, la riuscita del Piano rappresenta un elemento essenziale per la crescita e anche l’affidabilità del nostro Paese nel contesto internazionale per la valutazione dei mercati, perché nella premessa alla nota di aggiornamento economica e finanziaria l’attuale Ministro dell’economia e delle finanze ha scritto: “La variabile fondamentale per garantire la sostenibilità non solo del debito ma anche dell’equilibrio socioeconomico del Paese è la crescita economica. Pur in presenza di un contesto geopolitico, ambientale e demografico assai complesso, è necessario conseguire ritmi di crescita nettamente più elevati rispetto a quelli dello scorso decennio. Per questo motivo, la realizzazione del Piano e la sua efficacia revisione, anche con l’aggiunta del nuovo capitolo dedicato al Piano REPowerEU, giocano un ruolo strategico nella crescita e nell’innovazione del Paese”.
Rozzamente, nelle previsioni stesse del Governo, se non cambiasse nulla, quindi togliamo gli eventi purtroppo straordinari a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, pandemia, guerra, noi avremmo una crescita… Sono tre grafici. Io li ho visti. Era un articolo di Fubini sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, che rendevano perfettamente l’idea di quello che succede. C’era un primo grafico nel rapporto debito-PIL di quello che succede se andiamo avanti così da qua a dieci anni. Hai un’esplosione del rapporto che porta al 150 per cento. Poi, di quello che avviene se noi attuiamo il PNRR senza riforme, ossia solamente con gli elementi correttivi, ed è un livello intermedio. Poi, di quello che potrebbe avvenire nel momento in cui noi applichiamo e produciamo la realizzazione del PNRR con le riforme che accompagnano la realizzazione del Piano, giustizia, scuola, sanità, la riduzione del debito del 120 per cento da qua al 2034. Quindi, la realizzazione del Piano è – questo si è un po’ perso nel dibattito pubblico di questi ultimi mesi – un elemento cardine della crescita e del futuro dell’Italia e, ovviamente, della nostra regione. È davvero un qualcosa di paragonabile dal punto di vista storico al Piano Marshall del dopoguerra.
Per questo noi abbiamo anche un obbligo, come Consiglio regionale, di riportare al centro la discussione sul PNRR e anche – su questo c’è stata anche un’interlocuzione tra di noi, i Gruppi di opposizione e i Gruppi di maggioranza – di dare una maggiore centralità al Consiglio regionale in quello che riguarda anche il contributo che noi possiamo dare in termini costruttivi, perché funziona se tutte le Istituzioni e tutte le forze politiche su questo davvero fanno fronte comune per realizzare questi interventi che sono strategici per il futuro della nostra regione.
Per questo io penso sia giusto, come nel dispositivo che andremo a votare al termine della seduta, prevedere – ringrazio il Presidente della Regione per la disponibilità, ogni sei mesi, a riferire su quello che è l’andamento del processo di avanzamento del PNRR – di dare luogo a una Commissione speciale che sul PNRR lavori da parte del Consiglio regionale e di aumentare, promuovere maggiormente e rafforzare la relazione con i Comuni del Lazio e con tutti i soggetti attuatori nell’espletamento del dispositivo del Piano e delle sue revisioni, oltre a un elemento – questa è la cosa su cui dobbiamo veramente tanto lavorare – di trasparenza e di accessibilità ai contenuti del Piano, magari con un portale che può geolocalizzare le opere e mette accanto lo stato d’avanzamento dei lavori, il soggetto attuatore. Dare più trasparenza, perché la trasparenza e la conoscenza sono elementi essenziali da parte dei cittadini per far vivere e promuovere quella che è un’occasione straordinaria per il nostro territorio, per la Capitale d’Italia e per tutta la regione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Ciarla.
Ci sono altri interventi? Consigliera Zeppieri, prego.
Speaker : ZEPPIERI (Polo Progressista Sinistra Ecologista).
Grazie, Presidente.
Senza dubbio il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il Piano nazionale complementare al PNRR rappresentano una grandissima opportunità per la Regione Lazio. Ciononostante, a quanto riconosciuto in una prima fase, abbiamo assistito a dei tagli. Quindi, alcuni progetti, di fatto, sono usciti dal PNRR, progetti anche virtuosi.
Contemporaneamente, abbiamo anche assistito alla bocciatura, invece, di progetti impiantistici in tema di rifiuti, come i due mega-biometano di Cesano e Casal Selce, a testimonianza, questo, del fatto che grandi impianti a recupero energetico, anche soltanto della frazione organica, come avviene in questo caso, non rispecchiano quelle che sono le indicazioni che ci dà l’Unione europea. Così come quello che è il vero cardine del Piano Gualtieri, il vergognoso inceneritore di Santa Palomba, dei Castelli Romani, l’inceneritore di Roma, ma che, di fatto, si trova nel territorio dei Castelli Romani, così come anche la linea aggiuntiva che si sta prevedendo per San Vittore, a Frosinone, non possono assolutamente essere candidati ad eventuali finanziamenti dell’Unione europea, perché vanno totalmente in controtendenza rispetto a quello che ci dice l’Unione europea. Questo ancora a maggior testimonianza che stiamo andando controcorrente.
Lo sappiamo bene: l’Unione europea ci dà altre direttive, ci dice di non puntare sull’incenerimento, sullo smaltimento in discarica, bensì sul riciclo e sul recupero di materie prime seconde. Però noi andiamo in un’altra direzione, perdendo, quindi, anche l’opportunità di contribuire alla risoluzione e alla gestione della problematica inerente ai rifiuti, avendo anche la possibilità di ottenere fondi importanti. Quindi, da questo punto di vista, è, di fatto, un’occasione persa.
Poi abbiamo un altro discorso importante, quello inerente alla sanità, la sanità pubblica. Già durante la precedente legislatura si era parlato di come impiegare le risorse del PNRR in questo campo. Già allora si parlava di riqualificare delle strutture pubbliche che, negli anni, avevano chiuso o, comunque, erano state ridotte all’osso per quelle che erano le prestazioni rese. Questo perché? Perché si è deciso di fare spazio, negli anni, ai privati. Chiaramente, questo ha portato una perdita a livello di servizio sanitario pubblico.
E poi dobbiamo tener conto anche della reale fattibilità di questi fondi del PNRR nella sanità. Di fatto, ci troveremo con delle cattedrali nel deserto, possiamo dire. Si è progettato di realizzare tanti edifici per la sanità pubblica, però, di fatto, manca il personale. Non c’è il personale da poter inserire. Forse quello che noi dovremmo fare ‒ questo lo ha detto anche il presidente Rocca ‒ è fare un controllo reale su come si lavora, come si lavora nel privato, come lavorano le varie strutture convenzionate con la Regione Lazio, capire dove ci sono difficoltà, dove c’è mala gestione e, in quel caso, anche ritirare i fondi e destinare quei fondi al servizio sanitario pubblico, soprattutto per il personale, che è carente, purtroppo, all’interno delle nostre strutture ospedaliere e affini. Chiaramente, quando viene a mancare il personale, qualsiasi servizio non può essere reso nel migliore dei modi.
Ci tengo, anche in questa sede, a portare all’attenzione del Consiglio quanto potrebbe accadere all’ex ospedale Forlanini. Abbiamo sentito da più parti ‒ ma chiediamo, anche rispetto a questo, dei lumi ‒ le intenzioni di trasferire all’ex Forlanini il Bambin Gesù. Vorremmo capire se effettivamente c’è questa intenzione, se è una possibilità reale. Rispetto a questo, bisogna sottolineare ancora una volta come, invece, dovremmo investire nel pubblico, soprattutto quando parliamo di una specialità così importante, come quella della pediatria, che ormai, praticamente, è lasciata perlopiù in mano ai privati.
Quello che noi chiediamo, Presidente, in questa Aula, è di poter essere coinvolti, un coinvolgimento del Consiglio regionale rispetto ai fondi del PNRR. Chiediamo che ci sia trasparenza, chiarezza, ma anche condivisione per tutto ciò che concerne questo Piano di ripresa e di resilienza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Zeppieri.
Ci sono altri interventi? Diamo la parola alla consigliera Tidei.
Speaker : TIDEI (IV-C-RE).
Grazie, Presidente.
Chiaramente, non solo per sottoscrivere, poi vedremo, la mozione... Credo che questo tipo di Consiglio è giusto che ci sia. Anzi, su questioni così importanti, ma di largo respiro, che comunque impattano fortemente anche sulle possibilità di crescita di questa Regione, sarebbe bello poter portare più spesso in quest’Aula dibattiti su temi del genere. Indipendentemente dalle risorse che la Regione potrà o ha già impegnato direttamente, è chiaro che uno strumento di crescita del genere ci deve vedere coinvolti a tutti i livelli, anche in forme diverse, anche semplicemente ‒ non è “semplicemente”, per la verità ‒ in un’attività di coordinamento o, comunque, di organizzazione, anche rispetto al lavoro prezioso che i Comuni stanno svolgendo in questo momento.
Lo dico soprattutto perché se ne è parlato spesso. Chiaramente, il dibattito sul PNRR è un dibattito che tiene banco dalla pandemia in poi. È chiaro che questo doveva essere, avrebbe dovuto essere ‒ e mi auguro che entro il 2026 lo sarà ‒ il volano di crescita del Paese. Non dobbiamo mai dimenticare che il PNRR non sono dei soldi, non è un bancomat, non sono risorse con delle riforme intorno, ma doveva essere un po’ l’approccio contrario. Quindi, avrebbe dovuto essere riforme con degli investimenti, con delle risorse intorno. Soprattutto quelle riforme in grado di aggredire quei nodi strutturali dell’economia italiana, quei nodi che, per esempio, nel corso degli anni hanno impedito la velocità di crescita, non hanno aumentato la produttività. Un elemento di preoccupazione, per esempio, arriva un po’ dalle stime al ribasso che l’ufficio parlamentare di bilancio ha fatto, dall’1.07 allo 0.8, rispetto all’impulso che proprio il PNRR poteva dare alla crescita dell’economia.
Lo dico con preoccupazione. Io non vorrei che, veramente, si perdesse la pienezza della portata di questo enorme strumento. Noi, ahimè, siamo stati il Paese che ha avuto più risorse. Le abbiamo avute soprattutto perché siamo stati il Paese per primo colpito in maniera forte dalla pandemia. È chiaro che queste risorse che ci sono state messe a disposizione dovrebbero far sì che ognuno di noi senta la responsabilità di agire non solo in coscienza, ma con il massimo dell’efficacia possibile, proprio per far sì che la ricaduta a terra, in termini di produttività, di spinta alla crescita, sia la più ampia possibile.
Non sto a ripetere le tante considerazioni che il collega Ciarla, proprio nell’illustrazione anche delle motivazioni che hanno spinto i partiti di opposizione a chiedere questo Consiglio, ci ha indotto a fare, però su due cose mi preme mettere l’attenzione. Intanto, chiedere anche al Presidente ‒ questa credo sia un’occasione speciale, da non sprecare ‒ qual è lo stato d’attuazione per quello che riguarda il PNRR sulla sanità di territorio. L’abbiamo sentita anche in Commissione pochi giorni fa, Presidente. Ci ha già dato alcuni accenni a quello che lei pensa sulla sanità territoriale e su come quel capitolo sia in evoluzione.
Io ci tengo a dire che nella passata legislatura, e qui voglio dare anche merito all’ex assessore D’Amato, c’è stato un impegno forte su quello che si poteva fare con le risorse del PNRR. Perché noi quelle risorse le potevamo impiegare in quella maniera. Chiaramente, non potevano essere impiegate per l’assunzione di personale, per altre questioni. Noi le dovevamo impiegare in investimenti in sanità di territorio. Penso sia stato fatto un lavoro importante. Va dato merito non solo alla Giunta regionale, ma anche al grande lavoro di sinergia che c’è stato con le ASL dei territori, con le Amministrazioni locali, che hanno messo a disposizione parte del loro patrimonio immobiliare, proprio per non perdere tempo, per far sì che il patrimonio pubblico potesse servire a questo scopo.
Però, chiaramente, ora qualche lentezza la registriamo. Ci piacerebbe conoscere lo stato d’avanzamento di quello che, a mio avviso... Credo di poter dire che il Covid questo ce lo ha insegnato. La sanità territoriale è un qualcosa su cui probabilmente dovremmo mettere sempre più attenzione. Quello poteva essere uno strumento, seppure, Presidente, io mi trovo d’accordo con lei quando, in alcune considerazioni, anche in Commissione, dice: sì, però poi non bisogna costruire non dico delle cattedrali nel deserto, ma degli scatoloni vuoti, che non vengono, poi, animati. Perché c’è l’enorme tema di chi anima, di chi popolerà questi luoghi, di chi li farà funzionare. Quindi, l’enorme tema delle risorse umane della sanità pubblica.
Io sono sempre stata tra quelli, lo è stato il mio partito, che ha sempre pensato che il MES sanitario fosse uno strumento assolutamente importante, che il nostro Paese abbia fatto un errore a non accedere a quello strumento, e mi piacerebbe poter pensare che ci sia ancora tempo, perché, in realtà, credo che qualsiasi investimento, qualsiasi risorsa possa arrivare per far fronte ai tanti temi della sanità dovesse essere colta. In realtà, non è stato così. Chiaramente, dobbiamo lavorare con quello che c’è, però credo fortemente che questa parte del PNRR, che poi è la parte che comunque più ci compete, almeno direttamente, debba essere comunque, in qualche modo, rafforzata.
L’altro tema, chiaramente, è sulla cancellazione che comunque il Governo ha voluto fare, la modifica non la cancellazione, scusate, rispetto a tanti progetti. Io ho avuto anche l’onore di potermi confrontare con il ministro Fitto su questa questione. Quindi, anche comprendendone in parte le ragioni, anche di quella revisione di quel Piano, perché poi è chiaro che il PNRR è qualcosa non solo di complicato, ma che ci impone attività di monitoraggio e soprattutto di messa a terra, che sono completamente diverse rispetto anche a tutti gli altri strumenti finanziari che abbiamo visto fino ad oggi.
Quindi, se un progetto non aveva possibilità di essere realizzato entro il 2026 entro e chiaramente poi produrre quegli effetti che il PNRR ci impone di produrre è giusto anche fare una modifica. Però, i numeri sono numeri importanti: 15,5 miliardi, tanti legati ai PUI, tanti legati al dissesto idrogeologico, all’efficientamento energetico, alla lotta al dissesto, alla manutenzione del territorio, tutte quelle cose che noi da sempre diciamo. Non è che lo dice una parte politica. Ce se ne accorge soprattutto quando poi avvengono le tragedie come le alluvioni, come le tragedie legate ai cambiamenti climatici.
È chiaro che qui io mi aspetto che il Governo, non è una cosa che deve dire la Regione, ma siamo poi convinti che comunque l’amministrazione pubblica sia un unicum dove chiaramente quello che conta di più è l’attività di coordinamento e di relazione continua. Allora, anche qui, se, come io credo sia vero, si troveranno queste altre fonti di finanziamento, penso che sia giusto esplicitare queste altre fonti di finanziamento, perché i soldi che sono stati tolti non sono soldi per cose poco importanti, che possono attendere, che possono comunque essere rimandate a un momento successivo. No, sono risorse che vanno trovate subito, perché comunque quei nodi che andavano ad aggredire, che appunto, anche qui, sono nodi strutturali, di mancata anche modernizzazione del Paese, di non manutenzione del territorio, ecco, devono essere trovati subito e quindi anche le fonti vanno, a mio avviso, esplicitate con una certa celerità.
Qui si chiede chiaramente di fare alla Regione quello che può fare, che è un compito importante, sapendo che chiaramente il PNRR, essenzialmente, poi, è uno strumento nazionale, in mano al Governo e tra l’altro non passa chiaramente tutto da qui. Anzi, sappiamo tutti chi governa i bandi e quali sono poi i soggetti attuatori. Però, la Regione può fare molto.
Intanto, sarebbe bene che comunque questa interlocuzione tra Giunta e Consiglio su questo ci fosse, fosse un’interlocuzione strutturata e anche abbastanza frequente.
Ora non so se ogni sei mesi si può fare il punto, magari in prossimità della scadenza, non dico delle rate perché, ripeto, non dipende da noi, però, comunque, spero ci sia comunque un aggiornamento costante del Consiglio, anche al fine di voler realizzare quelle relazioni con i Comuni del Lazio. Questo lasciatemelo dire, io voglio fare anche un plauso ai Comuni, perché noi siamo in un Paese che per anni, avendo dovuto tutti concorrere al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, abbiamo chiesto ai Comuni, da anni, di tagliare, di ridurre costi, di evitare sperperi. Forse un po’ la scommessa più grande è capire se si fosse stati in grado o meno in qualche modo di spendere queste risorse che arrivavano, però io voglio dare anche merito a tante Amministrazioni locali di essersi messe, nonostante la scarsità di risorse tecniche, di risorse umane, dovuto anche poi al vecchio Patto di stabilità, al fatto che comunque avessero dovuto pure, nel corso degli anni, tagliare, ridurre anche il personale, non poter assumere.
Ecco, però va dato atto ai Comuni di averci comunque messo non solo anima, coraggio, ma anche tutte le risorse che avevano a disposizione per presentare progettualità. Poi alcune saranno andate bene, alcune non saranno andate bene, però comunque c’è stato uno sforzo enorme.
Quello che noi possiamo fare in termini di coordinamento, di supporto e anche di stimolo a questa loro iniziativa, anche perché poi ormai non manca più neanche tanto tempo. In realtà, tre anni non sono un tempo lunghissimo, soprattutto perché si tratterà…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliera Tidei…
Speaker : TIDEI (IV-C-RE).
Ho finito.
Speaker : PRESIDENTE.
Una cortesia. No, può continuare. Io volevo invitare i tecnici, siccome è un Consiglio molto importante, abbiamo difficoltà ad ascoltare gli interventi dei Consiglieri. Invito i Consiglieri ad avvicinare il microfono e i tecnici a cercare di sistemare un po’, perché sennò diventa una voce flebile e sottile e spesso non riusciamo a comprendere gli interventi. Grazie.
Speaker : TIDEI (IV-C-RE).
Grazie, Presidente. Più di così è veramente difficile. Mi creda. Grazie.
Io veramente arrivo a conclusione. Mi auguro veramente che questo sia luogo anche di confronti su questi temi, così come lo sia sul piano della programmazione di quelle risorse della programmazione europea che invece transitano nella Regione e dove la Regione ha una grande capacità di indirizzo e deve svolgere comunque un lavoro di indirizzo forte.
Ecco, che il Consiglio diventi comunque anche protagonista non solo di – diciamolo chiaramente – scambio con la Giunta, ma anche probabilmente di qualche proposta più nello specifico che si può fare. Questo, chiaramente, vale più che per il PNRR, per la parte di risorse che gestisce la Regione, appunto quelle europee, che transitano attraverso i POR. Però, credo che anche su questo sia necessaria una nostra attività, perché comunque è un Piano che per il Lazio avrà un’importanza enorme, che potrà sul serio cambiare e modernizzare i servizi di questa Regione. Quindi, l’invito chiaramente alla Giunta è di aprire comunque a un confronto e di far sì che questo confronto, da qui ai prossimi anni, comunque sia sempre un confronto vero, civile chiaramente per quello che riguarda tutti noi, ma che sappia entrare nei temi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Tidei.
Ci sono altri interventi?
Diamo la parola al Presidente D’Amato.
Speaker : D’AMATO (Insieme Lazio).
Grazie. Al Consigliere.
Ci sono dei momenti in cui credo debba prevalere il senso delle Istituzioni, il senso dello Stato. Questo è uno di quei momenti. L’Italia, il nostro Paese, l’Europa non ha tante possibilità nei prossimi anni. Sicuramente quella offerta dagli investimenti del PNRR, del NextGenerationEU, è la possibilità maggiore. Poteva esser fatto diversamente? Sì, poteva essere fatto diversamente. Ci potevano essere dall’inizio delle modifiche e dei cambiamenti? Sì, ci potevano essere dall’inizio delle modifiche e dei cambiamenti. Però, oggi noi ci troviamo di fronte a due elementi nella discussione, che sono due elementi imprescindibili.
Il primo sono le risorse: 191,5 miliardi per il nostro Paese, 15,9 per la nostra Regione.
Il secondo è il fattore tempo. Queste risorse debbono essere utilizzate entro il 30 giugno 2026. Ecco perché io penso che questo Consiglio regionale sia utile e mi auguro che ci possa essere una discussione ampia che coinvolga tutte le forze politiche per dare sostegno all’azione di governo, affinché gli obiettivi che il nostro Paese e la Regione all’interno del quadro nazionale si è prefissa possano essere portati a termine.
Ecco perché dico che è un impegno comune, è un impegno di tutti e va data forza all’azione anche del Governo regionale affinché non si smarriscano questi obiettivi; obiettivi importanti su tanti settori. Credo che qua vada superata anche un po’ una discussione che avverto provinciale nel Paese, che si discute di PNRR solo nella misura in cui l’Europa si accinge a pagare ovvero a elevare situazioni di attenzione sulle rate del PNRR stesso.
Io credo che non possa essere questa la discussione. Il PNRR a livello nazionale sono 220.000 progetti. Il Lazio di solito pesa il 9-10 per cento, per cui parliamo di una mole di progetti che riguarda anche i Comuni veramente importante. Ecco perché io credo che innanzitutto occorra un elevato livello di consapevolezza, occorra un elevato livello di trasparenza e di monitoraggio e soprattutto non smarrire il carattere unitario di quello che è contenuto nelle Missioni del PNRR.
Mi voglio brevemente soffermare sulla Missione 6.
La Missione 6 è quella che riguarda la rete di prossimità territoriale. Anche qui, per essere molto chiaro, ma il presidente Rocca questo lo sa, nel momento in cui il Governo pro tempore nel Paese presentava il PNRR, sulla Missione 6 il binario era un binario che era stato tracciato, come già è stato detto da alcuni interventi. Pertanto, è evidente che questa Missione 6, il cui obiettivo è quello di andare a potenziare la rete di prossimità, deve essere nel contempo accompagnata da un’azione, anche a livello nazionale, di potenziamento delle risorse umane, di superamento del tetto di spesa, che è fermo al 2004 per quanto riguarda il personale sanitario, perché altrimenti il rischio è che, da un punto di vista infrastrutturale, si possono anche raggiungere gli obiettivi delle 135 case di comunità, dei 36 ospedali di comunità, delle 59 centrali operative, ma poi ci si trova di fronte a un problema di risorse umane e di personale.
Ecco perché su questo è importante fare fronte comune, è importante fare squadra, soprattutto nel sistema delle Regioni con il Governo nazionale.
Altra cosa importante è il monitoraggio dell’ammodernamento del parco tecnologico, circa 300 nuove grandi macchine: PET, TAC e risonanze. Questo è un elemento assolutamente importante, perché la nuova tecnologia comporta una velocità per quanto riguarda gli esami e anche le minori radiazioni. E questo sicuramente è un elemento positivo, così com’è positiva anche la parte che riguarda la digitalizzazione e la parte che riguarda l’antisismica.
Io non voglio rubare tanto spazio, ma – questo sì – dare un messaggio alla Giunta, alla maggioranza, al presidente Rocca, ovvero quello, su questo tema, di collaborare e di fare in modo che gli impegni che hanno assunto il nostro Paese, e a suo tempo, anche la maggioranza che governava, possano essere con onore e disciplina portati a termine. Su questo, se la maggioranza e il Presidente lo riterranno ci sarà la massima collaborazione.
Un punto importante è quello che ricordava nell’illustrazione il consigliere Ciarla sulla trasparenza. Sarebbe bello poter avere l’interezza dei progetti, della progettualità del Lazio su una piattaforma, in maniera tale anche da avere una tempistica, un cronoprogramma in cui gli amministratori, i cittadini possano vedere come stanno proseguendo questi lavori. Ripeto: noi non avremo tante altre occasioni, e questa è un’occasione da non mancare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega D’Amato, per il suo intervento.
Io non ho altri iscritti… Prego, Zuccalà.
Speaker : ZUCCALÀ (M5s).
Grazie, Presidente.
Non nascondo che dopo l’apertura dell’illustrazione avrei preferito sentire delle risposte direttamente da parte del Presidente, sentirlo parlare in maniera aperta di quella che è la situazione, lo stato generale del PNRR in apertura, piuttosto che in chiusura; ce lo faremo sicuramente andare bene.
Ora, ripetere nuovamente che il PNRR è sicuramente una delle più grandi possibilità che ci troviamo come Paese negli ultimi decenni è superfluo e credo sia riconosciuto da parte di tutti. Riconoscere anche che pone in estrema difficoltà quella che è la nostra infrastruttura amministrativa a livello di Paese, perché è una sorta di stress test, visti il grande numero di interventi e il grande numero di enti coinvolti, il grande numero di attuatori, anche privati, coinvolti all’interno degli interventi è senza ombra di dubbio una delle più grandi sfide che il nostro Paese deve affrontare.
Il PNRR ci dà anche la possibilità, quindi proprio per questo deve essere ritenuta da tutti un’opportunità e non un problema da gestire, come purtroppo in diverse occasioni accade, di colmare quel divario che oggi il nostro Paese ha nei confronti di quello che dovrebbe essere il nostro Paese, ovvero la possibilità di avere dei servizi efficienti, una sanità efficace, delle infrastrutture degne di essere chiamate tali, e soprattutto un occhio relativo all’ambiente e alla tutela dell’ambiente stesso, come abbiamo sempre detto.
Io lo dico da quando questa legislatura si è insediata: per un intervento straordinario come quello che è il PNRR servirebbero degli interventi straordinari, anche a livello normativo. Purtroppo questi tardano ad arrivare e non slegano le mani nel migliore dei modi ai principali attuatori della stragrande maggioranza degli interventi: parliamo degli enti locali e delle Città Metropolitane. Ecco perché credo che la Regione Lazio possa fare la sua parte anche in maniera preponderante rispetto agli obiettivi da raggiungere nella nostra Regione, ma anche e soprattutto vista qual è l’importanza della nostra Regione a livello amministrativo, culturale, economico e di baricentro rispetto a quello che è il nostro Paese, ebbene, credo che la nostra Regione debba assolutamente riuscire a creare un osservatorio, una cabina di regia, qualcosa che possa coordinare al meglio, anche sotto l’aspetto della politica gli interventi che poi devono ricadere necessariamente sui nostri concittadini.
Ecco perché anche qui la politica, quindi anche il Consiglio, magari attraverso l’istituzione di una Commissione ad hoc, credo che debba prendere parte rispetto all’andamento degli interventi relativi al PNRR, riuscire a fare da cabina di regia rispetto alle diverse Istituzioni che sono interessate dagli interventi, perché in una fase così delicata non possiamo assolutamente lasciare da soli gli Enti locali, quindi i nostri Comuni, i nostri Sindaci, e non possiamo lasciare da sole le nostre Province, la nostra Città Metropolitana.
Dobbiamo necessariamente avere un contatto diretto, anche sotto l’aspetto programmatico, quindi politico rispetto a quelli che devono essere gli interventi per riuscire a favorire il più possibile il raggiungimento degli obiettivi che ci dà l’Europa.
Il 2026 non è così lontano come si possa pensare. Ci sono degli interventi che hanno dei tempi stringenti rispetto al raggiungimento dell’obiettivo; ma soprattutto, ci sono delle difficoltà che sono connesse al PNRR, ma che non sono coperte – o comunque, gli enti non hanno la possibilità di coprire queste difficoltà – rispetto alla copertura degli interventi del PNRR in sé.
L’esempio principale, che sicuramente in tantissimi Comuni avrete sentito anche voi è quello della demolizione e ricostruzione delle scuole per i nostri studenti. Ci sono tantissimi fondi per coprire questa tipologia di intervento, ma le nostre Amministrazioni locali non sanno poi dove mettere i ragazzi durante gli interventi di riqualificazione degli istituti. Ci sono interventi sulla viabilità – per la realizzazione di mobilità dolce, piste ciclabili – sui servizi, e soprattutto ci sono interventi sulla sanità. Questo deve essere il nostro faro guida rispetto a quello che è il Servizio sanitario che la nostra Regione vuole fornire ai nostri concittadini.
Si è dato un messaggio preciso e chiaro all’interno della programmazione degli interventi del PNRR. La sanità deve essere pubblica, deve essere efficiente e deve essere territoriale, ovvero bisogna essere in grado, ed è questa sicuramente la sfida più grande, di riuscire a entrare nelle case delle persone con il servizio di cui hanno bisogno. E per fare questo però non bastano le infrastrutture e i sistemi di cura o di diagnosi, che pure sono finanziati dal PNRR. Per fare questo serve il personale; per fare questo serve personale che deve essere reclutato adesso per riuscire ad essere operativo quando saranno attivi questi presìdi, e serve soprattutto la possibilità di avere una visione di quella che sarà la sanità dal 2026 in poi. Come funzioneranno queste strutture finanziate dal PNRR? Quanto saranno efficaci, quanto saranno aperte e con quale personale verranno attivate? Questa è una domanda che purtroppo ad oggi ancora non ha risposta e noi saremo felicissimi di riuscire a condividere un percorso insieme, perché questa, com’è stato detto anche in apertura, è una sfida che ci pone tutti sullo stesso tavolo, alla quale noi vogliamo partecipare con spirito veramente costruttivo e propositivo. Ma per farlo serve il tavolo giusto per riuscire a condividere quelle che sono le difficoltà, ma soprattutto quelle che possono essere le soluzioni alle difficoltà che stiamo affrontando perché è una sfida troppo grande per essere affrontata da soli. Quindi, grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Marotta. Dopodiché, io non ho altri interventi e diamo la parola al Presidente della Regione. Prego.
Speaker : MAROTTA (Verdi e Sinistra Europea).
Grazie, Presidente.
Per unirmi alle voci delle opposizioni, che quest’oggi hanno richiesto per la data odierna questo Consiglio straordinario su un tema che evidentemente raccoglie le attenzioni di tutte le forze. Penso che sia un segnale incoraggiante, in apertura di questa nostra discussione, lo spirito con cui abbiamo voluto accendere le luci del dibattito in quest’Aula consiliare su un grande progetto, quello della NextGenerationEU. Come dice il titolo, chi ha frequentato le aule di Bruxelles negli ultimi anni sa bene che è nato in uno dei momenti più critici del progetto europeo, con la volontà, il sogno di rilanciare uno spirito unitario che superasse tutti quei veti che anche negli anni, nei lustri passati hanno avuto a che fare in una contrapposizione fra i Paesi del nord e proprio l’Europa del Mediterraneo. È stato un primo grande passo in avanti per ridare fiducia a un progetto unitario che mettesse a fuoco alcuni elementi per rilanciare lo spazio politico democratico europeo nelle grandi sfide globali.
Non è un caso che in quel passaggio così drammatico il Paese maggior beneficiario dei fondi dedicati a questo progetto sia stato proprio l’Italia. Sono stati anni di grandi sconvolgimenti, lo hanno detto i Consiglieri che mi hanno preceduto, e sono stati anche anni segnati da continui, repentini o meno cambi di governo in questo nostro Paese.
Dentro una continuità temporale si sono succedute diverse compagini che hanno guidato l’Esecutivo e diverse maggioranze, e anche un nuovo Consiglio regionale, insediato da alcuni mesi. Ma la sfida è tale, è così alta e così importante per il futuro non solo delle nostre comunità, ma di tutto il progetto politico e democratico della nostra Unione, che non ci possiamo sottrarre a uno spirito unitario, nel tentativo di radicare e di approfondire con attenzione e puntualità non solo la capacità di spesa nei progetti e nelle missioni avanzate del PNRR, ma anche nella qualità, negli esiti che noi vogliamo, che ci proponiamo, appunto per costruire la Next Generation, il futuro sostenibile per le nostre giovani generazioni, un piano importante, per il nostro Paese, importantissimo per la nostra Regione e per la nostra capitale, che sono due fra i territori maggior beneficiari del Piano.
Le missioni sono tante, ci siamo concentrati… Il consigliere D’Amato ha fatto bene a concentrarsi sulla Missione 6, che evidentemente si propone e ci dà anche la possibilità di mettere mano a problemi su cui da molti anni gli sforzi ordinari del nostro Paese non sono sufficienti. Ma dobbiamo ricordare le altre, di missioni: la digitalizzazione e l’innovazione, la transizione ecologica, e la transizione ecologica come missione anche trasversale rispetto a tutte le progettualità che devono ricadere sul nostro Paese. La mobilità sostenibile, l’istruzione, la ricerca, la conoscenza al centro del nuovo modello di sviluppo, anche per costruire uno spazio competitivo rispetto alle grandi sfide globali a cui andiamo incontro, la coesione sociale. Sono temi su cui, speriamo, nella discussione odierna, adesso sentiremo il Presidente, la Giunta, proviamo a costruire un percorso comune. Faremo la nostra parte di opposizione. Ad esempio, nelle scorse settimane ci siamo uniti anche alla voce di molti Sindaci. Si rischiava di vedere definanziati, ad esempio, progetti importanti per la rigenerazione urbana delle nostre periferie. Penso a quelli della nostra Capitale. Penso alla mobilitazione anche in altri capoluoghi, in altre città di tutta Italia. Ognuno di noi dovrà fare al meglio la propria parte, con un obiettivo comune, ossia che queste risorse vengano spese, ma vengano spese anche bene.
Per questo, e concludo, penso sia importante ritornare su alcune proposte, che già emergono in questi nostri primi interventi. Il tema della chiarezza e della trasparenza, come diceva il consigliere Ciarla, penso sia un elemento che possiamo mettere al centro dell’iniziativa comune, della Giunta e del Consiglio, ripeto, per fare ciascuno al meglio la propria parte e anche per ricostruire e per provare a rispondere a uno degli obiettivi della missione principale del NextGenerationEU, cioè di ricostruire quel rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadinanza, accorciare le distanze.
Districarsi tra le decine di migliaia di progetti e di interventi previsti al PNRR è cosa non facile per chi governa, per gli addetti ai lavori ed è cosa molto complicata per i nostri cittadini. Quindi, l’idea di avere una piattaforma o, comunque, istruire tutti i meccanismi necessari per avere una maggiore trasparenza è anche un modo per provare a recuperare quel vincolo di fiducia con le nostre comunità locali.
E poi penso sia importante anche l’approccio che abbiamo tenuto ‒ ripeto ‒ in questi nostri primi interventi, per ribadire la disponibilità dell’opposizione a fare un’opposizione costruttiva e ridare anche una centralità al ruolo dell’Aula consiliare, di questo Consiglio regionale. Su questo penso abbia fatto bene la consigliera Tidei a sollecitare, a rimarcare la possibilità che questo sia un primo appuntamento e che un monitoraggio e anche una discussione complessiva d’Aula possa essere un buon meccanismo per non solo assicurare la trasparenza, ma anche assicurare una dialettica democratica e anche spingerci tutti a un obiettivo: quello di tentare di rispondere a un’occasione storica. Si è fatto un paragone con il Piano Marshall. Siamo in un mondo completamente diverso rispetto a quello di più di mezzo secolo... Ormai del Novecento. Siamo di fronte a nuove e grandissime sfide. È chiaro che un’opportunità come questa è un’opportunità che ha a che fare anche su come funzionerà l’Europa. L’allora presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, disse: questa è una misura per ora straordinaria, ma che dobbiamo avere la capacità di sfruttare al meglio per farla diventare una misura che si potrà ripetere nel futuro. O l’Europa sarà in grado di investire nelle comunità locali, nel tentativo di rilanciare il proprio spazio continentale, oppure saremo costretti a soccombere anche davanti alle grandi sfide globali.
Noi faremo la nostra parte. Vi ringraziamo. Ringraziamo tutti i colleghi per questa opportunità di confronto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia, Sabatini. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : SABATINI (FdI).
Grazie, Presidente.
Mi consenta, intanto, di poter intervenire in questa seduta di Consiglio straordinario richiesto dalle minoranze, ma con la piena disponibilità da parte della maggioranza, del presidente Rocca.
Mi lasci fare una considerazione importante. Il clima di questa giornata credo sia estremamente interessante. Non voglio dire “in discontinuità” con alcuni momenti di questa stessa legislatura, però sicuramente abbiamo percepito un clima e anche dei toni tesi a riconoscere l’entità di quello che è uno strumento indubbiamente importante, su quelli che sono soprattutto, poi, gli impatti sul territorio, quindi Amministrazione vera, quindi le risorse, quindi quello che è effettivamente uno strumento che, almeno in potenza, è nelle corde di poter significativamente incidere, e cambiare, su quelle che sono le realtà e le sorti dei nostri territori.
Da Capogruppo di Fratelli d’Italia non posso che apprezzare l’atteggiamento, il modo di porsi e anche il serio scambio istituzionale di vedute e anche di finalità, di auspici sulle finalità rispetto al PNRR. Mi auguro anche che possa essere un elemento di stimolo per le prossime sedute.
In riferimento all’iniziativa di oggi, condivido, colleghi, anche uno degli aspetti che è stato più volte richiamato, cioè che in quest’Aula ci sia condivisione, ci sia un aggiornamento, ci sia un momento in cui ci si riesce a confrontare su quello che è, probabilmente, lo strumento più impattante, che ha avuto le sue difficoltà, e le sta ancora avendo, lo dirò tra qualche istante, ma che, inevitabilmente, insieme al PSC, insieme al Fondo di sviluppo e coesione sono le grandi pietre miliari su cui questa epoca politica, e anche istituzionale, si sta giocando delle carte importanti. Ben venga che sia il Consiglio. Ricorderete che abbiamo avuto anche qualche momento di confronto un pochettino più deciso, qualche volta frizzante, rispetto a delle convocazioni delle Commissioni. Non c’era ‒ è stato detto allora, lo ripetiamo oggi ‒ nessuna volontà di eludere il confronto in nessuna delle Commissioni (due, se non ricordo male) in cui si era chiesto un approfondimento.
Riteniamo che in questa sede, e anche con questa tempistica, colleghi, sia giunto il momento in cui è possibile, dopo otto mesi di attività della Giunta Rocca e della maggioranza di centrodestra, poter serenamente venire a confrontarsi. Sarebbe stato complicato farlo dopo quindici giorni, venti giorni dall’insediamento della maggioranza stessa e del Consiglio stesso.
La fotografia, senza, naturalmente, anticipare nulla o poter tentare di lanciare in alto argomenti che verranno sicuramente affrontati dal Presidente nel suo intervento, quello che, però, a me preme un po’ riconoscere è il ruolo che c’è stato sui territori. La Regione Lazio, come sappiamo tutti, dei 9 miliardi circa che impattano sul territorio della regione Lazio, è soggetto attuatore per circa 2 miliardi, poco meno di 2 miliardi. È su questo che la Regione Lazio recita e si gioca anche una carta importante rispetto alla propria credibilità, non solo nei confronti della Commissione europea, del Comitato RRF, di tutti quelli che sono i soggetti, gli interlocutori comunitari e internazionali che operano essi stessi nell’ambito dei fondi del PNRR, ma anche e soprattutto nei confronti di quelli che sono i territori, le Amministrazioni, le imprese, i soggetti che, a diverso titolo, hanno avuto e hanno ancora ruolo e rilevanza con riferimento alle risorse del PNRR, senza dimenticare, e per la missione 6 è particolarmente facile tenerlo in considerazione, anche per le altre quattro missioni, perché una, naturalmente, non ci riguarda, il tema dell’utenza finale. Forse è su questo che ci giochiamo, come Regione, quel tema di credibilità. Qualche volta, e sui fondi di derivazione comunitaria spesso accade, i territori vengono inondati di risorse, ma poi la percezione del cittadino è estremamente scarsa rispetto all’impatto che quelle risorse hanno sui territori stessi, mentre la sfida vera che noi troviamo davanti ai nostri occhi e su cui le Direzioni, insieme agli Assessori, al presidente Rocca, hanno avuto modo di operare con i diversi ruoli in questi otto mesi è stato proprio questo, tentare di dare maggiore impatto possibile sul territorio agli stati d’avanzamento delle tranche e dei percorsi, dei cronoprogrammi del PNRR.
È inutile, però, richiamare solo gli aspetti particolarmente condivisibili, come quelli dell’impatto sui territori delle risorse. Ci sono state e ci sono ancora anche problematiche non da poco rispetto all’attuazione del PNRR stesso.
Uno su tutti, non era colpa di nessuno, era anche ampiamente imprevedibile, è il tema dell’aumento dei costi, della scarsità delle risorse materiali, della incapacità e impossibilità di potersi approvvigionare di materiali che ha messo in difficoltà imprese di ogni tipo e quindi, di conseguenza, anche Amministrazioni e Regione Lazio stessa, perché quello che è accaduto a livello internazionale è stato sotto gli occhi di tutti, lo si richiama spesso in maniera condivisa e pacifica sui temi, i grandi temi, come ad esempio del 110 per cento per quanto riguarda l’edilizia, ma in realtà la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e di materiali riguarda tutto quella che è la possibilità di intervenire sui territori. Ha ricordato anche il PNRR e questo chiaramente provoca non solo rischio di ritardi, ma anche e soprattutto un aumento dei costi che poi, nella rigidità dello schema finanziario del PNRR, chiaramente non è sempre facile riuscire ad attuare; difficoltà giuridico-amministrative, spesso anche di natura vincolistica per quanto riguarda l’applicazione sui territori. E poi c’è un generale squilibrio tra domanda e offerta, che è stato uno forse degli elementi più complicati.
In tutto questo parliamo di Regione Lazio, parliamo di Regione Lazio come attuatore, parliamo anche dei soggetti che, a livello territoriale, si sono trovati ad affrontare delle sfide innovative e spesso complicatissime. Le Amministrazioni comunali di questa Regione si sono trovate a confrontarsi con uno strumento così complesso, così rigido rispetto anche alle abitudini dei nostri amministratori locali, che ha posto serie difficoltà nel riuscire ad intercettare queste risorse, riuscire a rispettare i termini, riuscire a mettere in campo anche tutta una serie di modulistica di derivazione europea comunitaria che non sempre è nelle corde delle nostre Amministrazioni comunali. Quindi, io rivolgo anche un apprezzamento importante, profondo, sincero e credo che sia condiviso con tutta l’Aula, nei confronti di tutti quei soggetti pubblici, anche privati, ma in questo caso dico pubblici, che hanno saputo aggiornarsi e mettersi in carreggiata, mettere i propri enti in carreggiata rispetto a delle sfide assolutamente imprevedibili fino al 2020-2021 e che invece oggi rappresentano elementi sicuramente di un bagaglio culturale delle nostre Amministrazioni locali che fa crescere il livello delle Amministrazioni locali stesse, fa crescere anche il livello di come le nostre Amministrazioni e di come la Regione Lazio si interfaccia ed interloquisce anche con altri territori, altre Regioni, non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello europeo.
Ricordo, peraltro, per esempio – perché sentivo prima parlare di una piattaforma o della disponibilità per capire, insomma, se è possibile sviluppare una piattaforma in questo senso – il lavoro importante che IFEL ha messo in campo, in collaborazione con ANCI Lazio, con una piattaforma assolutamente di semplice lettura, ma molto pratica, molto concreta (bando, avviso, termine di scadenza, chi può partecipare, qual è la modulistica per partecipare). Questo credo che sia un esempio di ottima pratica, non solo buona pratica, ma di ottima pratica che è stato messo in campo perché poi nelle difficoltà del PNRR c’è stata anche sicuramente quella di prendere familiarità, acquisire familiarità con uno strumento certamente difficile.
L’Italia, insieme ad altri Paesi, come sapete, ha chiesto di riprogrammare alcune voci di spesa. Questo anche per avere la capacità di intercettare lo strumento del REPowerEU, che ha messo ulteriore liquidità rispetto a termini già precedentemente previsti. Credo che la capacità di programmarsi sia anche un termine di correttezza per riuscire, anche a distanza di due anni e mezzo o tre anni, ad avere la capacità anche operativa di trasformare quelle che sono state le modificazioni che ci sono state in questi anni in proposte concrete nei confronti dell’Unione europea.
Io non mi sento di aggiungere molto altro. Siamo nella condizione di poter, con serenità, affrontare questo dibattito. Ascolteremo anche e soprattutto l’intervento del presidente Rocca che, come sapete, ha mantenuto la delega al Piano con tutte le difficoltà che questo rappresenta, nella consapevolezza, colleghi, che la giornata di oggi può rappresentare un momento di ritrovata coesione istituzionale.
Credo che questo sia un aspetto da non sottovalutare, a cui vorrei difficilmente rinunciare nelle prossime settimane, nella prossima stagione, che ci vedrà particolarmente impegnati da qui alla fine dell’anno.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, collega Sabatini.
Interviene il Presidente della Regione. Quindi, se prendiamo posto, grazie.
Prego, Presidente.
Speaker : ROCCA, Presidente della Giunta.
Grazie, Presidente. Onorevoli Consiglieri, grazie per i contributi, per il contributo di ciascuno di voi.
Devo dire che sono piacevolmente sorpreso dal tono, dalle forme, dalla sostanza stessa con cui si è affrontato questo argomento così delicato.
Mi auguro sinceramente che questo possa segnare, questa data, questo 22 novembre, una linea di demarcazione su una modalità. Come Presidente, peraltro, avevo un pensiero differente quando ho accettato di candidarmi, cioè quello di avere una centralità dell’Aula, a questa riportare. Io mi sento componente essenziale di quest’Aula. Cerco di essere presente ogni volta che i miei impegni lo consentono. Ho piacevolmente, ma nel senso responsabile, passato quelle tre ore in Commissione Sanità, rispondendo alle domande, alle critiche, alle osservazioni di ciascun Consigliere, perché lo ritengo mio dovere, mio dovere istituzionale. Io mi auguro che questo modo di affrontare questi temi così delicati, e ho apprezzato anche l’intervento del consigliere D’Amato quando ha detto che è un tema istituzionale, marchi il passo anche per il futuro e per chi nelle prossime legislature si troverà ad affrontare questo ruolo, questa responsabilità e ciascuno dei Consiglieri e delle Consigliere che siederanno in quei banchi.
Oggi noi vogliamo marcare un passo differente rispetto a questo tema. È evidente, e io spero che sia stato apprezzato, come, pur non avendo noi, e io in particolare, e la mia Giunta, preso parte nel momento della stesura del Piano, ci siamo messi a testa bassa a lavorare, perché comunque quel Piano fosse il Piano per il quale la Regione Lazio potesse avere successo.
Non abbiamo fatto volare una critica, proprio con una scelta deliberata, quella di comunque poter andare a lavorare per ottenere successo. Qualche osservazione sì, ma questo credo faccia parte della nostra dialettica, ma l’importante per noi era che comunque quel Piano potesse andare avanti, senza soffermarci troppo se era stato messo e il perché era stato messo più in una missione anziché in un’altra in un momento in cui comunque questa Giunta non era responsabile. Però, altrettanto, io per questo dico che è importante questa data, questo 22 novembre, perché questo non accada anche in futuro, né con la mia legislatura, né con quelle future. Nel momento in cui questo piano fu adottato, nemmeno come informativa quest’Aula fu coinvolta a livello di strategia e di pianificazione, di visione, di qual è la mia visione per la Regione nel momento in cui io ho queste risorse e condividerlo con chi è stato eletto per poter portare, con diverse sensibilità e diverse tradizioni culturali, il suo contributo, ferma restando la responsabilità finale della Giunta e della maggioranza che governa.
Quindi, questo è uno spirito che io apprezzo, sul quale io mi impegno ovviamente a riferire all’Aula. Faccio mio sicuramente l’impegno alla trasparenza che deve conseguire ogni azione della Pubblica amministrazione, in primis chi ha l’onore e l’onere di guidare una Regione, in particolare una Regione importante e impegnativa come quella del Lazio e i suoi 6 milioni di abitanti.
Va tutto bene? Sicuramente abbiamo delle difficoltà, però posso dire con certezza che oggi noi siamo in linea col PNRR. Poi magari in altre occasioni… Oggi io non voglio entrare nelle singole voci, perché entreremmo in progetti e sottoprogetti, tali che dovremmo stare inchiodati per ora. Però, sicuramente, ad oggi questa Regione è in linea con gli impegni che ha assunto. Abbiamo sicuramente delle difficoltà, abbiamo il tema ad esempio della gara per la facilitazione digitale. La gara per la facilitazione digitale è stata pubblicata, però la dobbiamo ripubblicare, perché le somme messe a disposizione non sono stati impiegate, non ci sono state sufficiente domande da parte degli Enti locali, quindi andremo a ripubblicarlo. Quelle sicuramente sono delle somme che rischiano di non essere spese, se non ci sarà… Per come è stata presentata, per come abbiamo presentato all’Europa il progetto, non è ritenuto… Onestamente, magari potremmo anche approfondire, al fine di evitare il ripetersi di questa mancanza di attenzione da parte degli Enti locali, però questa è una. Altri sono i temi su cui abbiamo le Sovrintendenze, così come sul social housing abbiamo delle prescrizioni e c’è un dialogo aperto con la Sovrintendenza che stiamo affrontando, e tutte le prescrizioni che sono arrivate le stiamo adempiendo, affinché anche l’ M5C2-2.3 possa trovare compiutezza senza alcun ritardo per arrivare a destinazione. Così come nel futuro, ma anche su questo serve quella trasparenza che tutti voi avete richiesto, non è che possiamo escludere che possano esserci ricorsi, che comunque sono sempre dietro l’angolo. Anche qua, quindi, sempre con la massima trasparenza, occorre informare e tenere aggiornata l’Aula su quelli che saranno gli sviluppi della dinamica di tutti i cantieri, di tutte le gare, di tutte le procedure, di tutto ciò che noi stiamo facendo e continueremo a fare per realizzare questo obiettivo così importante di cui siamo perfettamente consapevoli.
Alcuni hanno chiesto ovviamente: sulla sanità c’è stata quella rimodulazione, una rimodulazione richiesta da chi? Da quegli stessi direttori che erano direttori anche con la precedente Amministrazione, che hanno ritenuto di dover fare una lettura diversa del territorio, a cui noi abbiamo dato ascolto, perché i Direttori generali, soprattutto quelli che stanno sul territorio, sono i primi interlocutori dei loro amministratori locali e di quella conoscenza del territorio che deve essere una caratteristica propria di chi amministra, delle aziende sanitarie locali. Su questo ovviamente c’è stata quella rimodulazione.
Faremo insieme – su questo c’è il mio impegno, perché io non vedo altra soluzione – quel ragionamento, perché è ovvio che la sfida adesso è ottenere, arrivare in tempo e realizzare quelle case della salute, quegli ospedali di comunità e le centrali operative che sono state programmate. Io mi auguro davvero, ma sono sicuro sarà così, che ci sarà quel giorno in cui affronteremo insieme il tema delle risorse umane, con quella stessa serenità d’animo nell’affrontare una sfida difficile, che però coinvolge giocoforza tutti noi, responsabilmente per trovare adeguate soluzioni al tema così difficile e sfidante della carenza del personale sanitario, di cui noi ci siamo fatti carico.
Questa è, credo, l’unica strada per avere successo, per non avere sconti – non ne ho mai chiesti – però, allo stesso tempo, per avere quel dialogo, quella responsabilità istituzionale per cui il successo di questa Amministrazione è il successo della Regione, nella misura in cui, una volta che ci si è confrontati su alcuni temi, poi si deve andare avanti senza inutili divisioni, senza esasperazioni, laddove queste non siano dettate ovviamente da una visione diversa della strategia sul territorio, ci mancherebbe altro.
Però, mai come ora, questo è il caso in cui una pianificazione come quella fatta in ambito sanitario necessita, come è emerso dai vostri interventi, quando poi dovremo andare ad affrontare le difficoltà rispetto al riempimento, quello sarà il momento della verità rispetto all’onestà intellettuale con cui tutti noi affronteremo quella sfida, che è la vera sfida, della sanità, non solo nel Lazio, ma in tutta Italia, che è la sanità territoriale, che è la sanità di prossimità.
Non sono preoccupato per l’acuzie. Noi abbiamo una sanità straordinaria, abbiamo una qualità della classe medica importante. Sono preoccupato, ovviamente, per la sanità territoriale in termini di numeri, per la per la difficoltà che c’è nel reperire nuove risorse umane da mettere a disposizione del territorio.
In prospettiva, io sono estremamente fiducioso e ottimista, grazie a questi risultati che riusciremo a realizzare, che noi avremo una marcia positiva anche nel rientro del piano, e quindi fiducioso di recuperare piena solidità finanziaria anche sul piano sanitario, però poi noi dovremmo affrontare insieme misure per sopperire a quella che è una difficoltà che ci si presenterà dinanzi, e su cui la responsabilità è comune, e su cui soltanto rimboccandoci le maniche… Con questo spirito, sono sicuro che quest’Aula saprà trovare le giuste soluzioni.
Non riguarda il tema del PNRR in quanto tale, però approfitto, lo ha citato prima la consigliera Zeppieri dei 5 Stelle: anche sul Forlanini, noi abbiamo un dialogo aperto con il Bambino Gesù, abbiamo un dialogo aperto con il Bambino Gesù perché riteniamo che sia giusto affrontare questo tavolo e mettere a disposizione una struttura come quella del Forlanini, se c’è la richiesta, come c’è stata, da parte del Vaticano.
Abbiamo dato dei tempi, perché non è che questa è una cosa che possa essere indefinita. Però è ovvio che se noi riusciremo a dare casa ad uno degli ospedali pediatrici più importanti del mondo, è ovvio che ne possiamo soltanto avere soddisfazione. Diversamente impiegheremo sempre con finalità pubbliche quella struttura.
Entro fine anno dovremmo avere una risposta dal Bambino Gesù, e a quel punto trarremo le conclusioni necessarie. Mi lasci dire però che non siamo così sciocchi da pensare che la sanità è in mano al privato. L’aspetto del Vaticano cioè è sicuramente un’istituzione eterna, però io non posso non avere anche la consapevolezza che non posso lasciare la risposta al bisogno di salute pediatrica dei nostri cittadini solo in mano a un soggetto esterno alla pubblica amministrazione, perché ovviamente è un privato particolare, quello del Vaticano, non fa speculazione. È ovvio però che è esterno alla sfera della pubblica amministrazione, e ci sarà un rafforzamento reale e importante di quello che è il Policlinico Umberto I attuale, e aggiungo futuro, rispetto alla pediatria. È sempre stato un grande punto di riferimento e deve continuare ad esserlo, quindi nella libertà di cura di ciascuno, di scelta che, nell’eccellenza di entrambe le strutture, noi possiamo offrire al nostro territorio.
Io non credo di dover aggiungere altro, se non che noi continueremo questo lavoro di attenzione puntuale a tutti i progetti. So che c’è anche in ballo la possibilità di costituire una Commissione consiliare, che io vedo di buon occhio, vista l’importanza del tema. Su questo, ovviamente, il Consiglio sarà sovrano. Però, ripeto, qualunque strumento il Consiglio deciderà, il Consiglio è sovrano e la Giunta si adeguerà a quelle che sono le decisioni del Consiglio. Io ho sempre saputo che a questo Consiglio io devo rispondere, e così continuerà a essere per ciò che riguarda me e la mia Giunta.
Vi ringrazio per l’attenzione che avete voluto dedicare a questo tema. Costituirò una cabina di regia nei prossimi giorni, che sarà presieduta dal sottoscritto, interassessorile, in maniera tale che possa essere quello lo strumento di dialogo con il Consiglio in maniera costante. Però, su questo ci sarà un‘attenzione che sono sicuro darà soddisfazione a tutti i nostri cittadini.
Grazie, Presidente. Grazie, Consiglieri.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, presidente Rocca.
Io volevo fare un ringraziamento all’Aula, sia ai Consiglieri di opposizione, che hanno con senso di responsabilità rappresentato una reale esigenza di controllo, anche per non disperdere risorse del PNRR sul nostro territorio, sia ai Consiglieri di maggioranza, rappresentati dall’intervento del presidente Sabatini, che ha colto con responsabilità anche le vostre proposte. Come un ringraziamento particolare va anche alla Giunta nell’intervento del presidente Rocca, che è stato in grado di ricevere e dare un’apertura con senso di responsabilità nell’interesse della Regione. Anche perché quest’Aula rappresenta il centro della democrazia del nostro territorio, visto che ognuno di voi rappresenta un pezzo del territorio.
Con questo auspicio io sospenderei per dieci minuti il Consiglio, affinché si possa trovare un documento unico da poter votare all’interno dell’Aula, visto che è interesse di tutto il territorio della regione avere un’unità di intenti di tutte le forze.
Sospendo il Consiglio per dieci minuti.
Colleghi, iniziate a prendere posto. Invito i colleghi a entrare in Aula. Nel frattempo andrà in distribuzione l’ordine del giorno condiviso.
Se prendete posto, riapriamo il Consiglio.
Chiedo scusa per il personale, ma è stato fatto un lavoro per concordare un testo unico. Volevo ringraziare pubblicamente i Consiglieri sia di maggioranza che di opposizione per aver condiviso una tematica così importante, che sicuramente sarà utile nel trovare il giusto supporto per avere sinergia e lavorare in maniera sinergica.
Chiedo scusa, ma non riesco a gestire l’Aula se state qui sopra a parlare, perché c’è un rimbombo. Se gentilmente potete prendere posto. Grazie.
Il documento distribuito è il D01/1.
Ci sono interventi? Io inviterei i Consiglieri a prendere posto e a votare. Ci sono interventi? No.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno D01/1.
Voti favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’ordine del giorno è votato all’unanimità.