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Speaker : PRESIDENTE.
Diamo avvio ai lavori della seduta.
Invito i signori della Giunta a rispettare le convocazioni dell’Aula, perché stiamo iniziando con quarantuno minuti di ritardo, e questa cosa non è più consentita. È inutile che convochiamo i Consigli alle ore 10,00 per iniziare alle ore 10,41. Abbiamo dato un taglio netto col passato e stiamo, invece, continuando su quella linea. Quindi, invito i signori della Giunta a essere rispettosi delle convocazioni.
Siamo all’interrogazione n. 21, a firma dei consiglieri Droghei e La Penna: “Mancanza personale medico su servizio ambulanza ARES 118 Comune di Ventotene”.
Chi interviene, La Penna? Interviene la consigliera Droghei. È d’accordo? Bene.
Prego, Consigliera.
Speaker : DROGHEI (Pd).
Buongiorno, Presidente. Buongiorno ai colleghi, buongiorno alla Giunta, all’assessore Maselli, che immagino risponderà alla mia interrogazione. Ormai è una prassi, Assessore. Grazie per la disponibilità.
L’interrogazione è molto semplice. Nell’Isola di Ventotene, che durante la stagione invernale conta tra i 200 e i 300 abitanti stabili, nella stagione estiva, con l’afflusso dei turisti, arriva tra i 4.000 e i 4.500 abitanti sull’isola, ha un presidio medico, ha però un’ambulanza dell’ARES 118 che è senza personale medico a bordo. Quindi, voi potete immaginare la pericolosità di questo strumento senza medico a bordo, con una quantità di popolazione di quel tipo.
Noi, quindi, interroghiamo la Giunta per capire se c’è l’intenzione di risolvere al più presto questa vicenda. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
L’Assessore può rispondere. Ne ha facoltà, per tre minuti.
Speaker : MASELLI, Assessore.
Grazie, Presidente. Mi scuso per il ritardo, mi scuso con lei, mi scuso con l’Aula e ovviamente con i Consiglieri interroganti. Sì, consigliera Droghei, anche oggi dovrà avere la pazienza di ascoltare me e non il Presidente, nonché Assessore alla sanità, Francesco Rocca. Speriamo, però, di soddisfare la sua richiesta, la sua giusta interrogazione.
Sa che la problematica della mancanza di personale credo che possiamo dire che non è che riguarda tutto il Lazio, ma riguarda tutto l’intero Paese. Ventotene, essendo un’isola, ovviamente fa bene ad avere un’attenzione particolare. Però le posso dire: il 118, l’ARES 118 assicura l’assistenza sanitaria territoriale in emergenza mediante la presenza di un’ambulanza infermieristica H24 per 365 giorni l’anno, mediante un mezzo di soccorso avanzato.
Sull’isola di Ventotene è inoltre presente anche una elisuperficie operativa in H24 che viene utilizzata dall’elisoccorso regionale.
Tale dispositivo è integrato dalla presenza di un presidio della continuità assistenziale primaria con un medico di turno H24 presso cui i pazienti possono auto-presentarsi e presso il quale vengono comunque trasportati tutti i pazienti soccorsi da ARES 118.
Nel corso del 2022 sono stati effettuati 129 interventi, ovvero, un intervento ogni tre giorni. Di questi interventi, 35 sono stati effettuati evidentemente nei mesi di luglio e agosto.
Per quanto attiene la mancata medicalizzazione del mezzo di soccorso, pure prevista nel Piano mare – quindi nel Piano mare c’è la previsione della medicalizzazione – non è stato possibile portarlo a termine per il mancato reperimento del personale medico necessario, vista la ben nota carenza dello stesso.
Tuttavia, il livello assistenziale comunque assicurato, anche in raffronto con i volumi di attività, prevede sempre in risposta a tutte le chiamate, l’intervento di un mezzo con personale infermieristico adeguatamente formato, come in tutte le ambulanze al soccorso avanzato.
Nel caso di necessità di medicalizzazione – perché lei sa bene che dipende, quando si arriva sul posto, da che tipo di assistenza serve, e molte volte la medicalizzazione non serve –, questa può essere attuata mediante il trasporto presso il presidio dell’ASL, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza da Latina, i cui tempi stimati sono circa 25 minuti.
L’azienda 118 sta comunque continuando ad esperire ogni utile tentativo, proprio per le ragioni che lei diceva, per reperire il personale medico necessario, specificando che per la copertura di un turno H24 sono necessari cinque medici. Quindi, siamo fortemente consapevoli della problematica, quello che lei dice è giusto, però in sostanza anche a Ventotene si registra lo stesso problema che avviene nella nostra regione e in tutto il Paese nel reperire questo personale, e per garantire questa medicalizzazione servono non uno o due, ma servono cinque medici. Nel frattempo, il servizio è gestito come le dicevo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Assessore.
Prego, Consigliera.
Speaker : DROGHEI (Pd).
Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Davvero la ringrazio per la cortesia di venire sempre a rispondere alle interrogazioni in ambito sanitario al posto del presidente Rocca. Io devo dire, siccome la prima volta era venuto il Presidente, che mi ero un po’ illusa che questa sarebbe stata la prassi, ma davvero la ringrazio per la cortesia.
Devo dire che, però, le risposte, purtroppo, che le preparano, Assessore, non sono mai esaustive. Noi ieri abbiamo fatto una Commissione, c’era anche il collega La Penna con me, proprio una Commissione Sanità sul tema degli istituti penitenziari e il tema della presenza di medici negli istituti, e la risposta è stata sempre quella, la mancanza di personale, quindi bisognerà capire questa Giunta, con il presidente Rocca in testa, visto che ha tenuto la delega alla sanità, come intende affrontare strutturalmente questa vicenda, perché per Ventotene parliamo di 4.000-4.500 abitanti nella stagione estiva, gli istituti penitenziari sono sovraffollati, quindi probabilmente avremmo bisogno di capire come la Regione intenda approcciare questo drammatico problema in modo da poterlo in qualche modo risolvere o, quantomeno, da dotarsi degli strumenti necessari per risolverlo nei prossimi anni.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Droghei.
Rispetto all’interrogazione successiva, la n. 22, a firma della consigliera Tidei, è stato chiesto dalla stessa il rinvio alla prossima seduta.
Passiamo, quindi, all’interrogazione a risposta immediata n. 18, ad oggetto “Assenza macchinari per la risonanza magnetica nel territorio della ASL Roma 5”, presentata dalla consigliera Mattia, che ha facoltà di illustrarla all’Aula.
Speaker : MATTIA (Pd).
Nel 2019, con delibera n. 576, viene trasmesso lo studio di fattibilità tecnico-economico dell’Area Patrimonio e Tecnologia della Regione Lazio per l’acquisizione di n. 3 TAC e n. 1 risonanza magnetica nell’ASL RM/5, delle tre TAC erano previste una per Tivoli, l’altra per Palestrina, la terza per Colleferro e la risonanza magnetica, invece, per il nosocomio di Tivoli.
Nel febbraio 2023, visto che c’è stata una copertura di cinque TAC all’interno di tutta la ASL RM 5 viene trasmesso un nuovo studio di fattibilità, dove si prevede l’acquisto di due risonanze magnetiche: una per il nosocomio di Colleferro, l’altra per il nosocomio di Tivoli.
Quindi, questa interrogazione è per chiedere a che punto è questa risonanza magnetica, quando arriverà nel nosocomio di Colleferro, perché, Presidente, c’è stato proprio un accordo tra i Sindaci e l’azienda nel momento in cui è stato stipulato l’atto aziendale.
La risonanza magnetica serve perché è stato fatto anche un ulteriore accordo con il nosocomio di Tor Vergata, e grazie a questo accordo, nel nosocomio di Colleferro ci sono anche i neurologi che arrivano da Tor Vergata, ma possono fare soltanto le visite ambulatoriali, quindi non possono strutturare un reparto senza risonanza magnetica.
I fondi sono quelli stanziati dalla Giunta Zingaretti. Questa interrogazione è solo per capire quanto ancora bisogna aspettare per averla per aprire anche il reparto di neurologia, grazie all’accordo con Tor Vergata.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Prego, Assessore, può rispondere.
Speaker : MASELLI, Assessore.
Grazie, Presidente.
Rapidamente: rispetto alla prima risposta, mi dispiace non essere stato esauriente, però, Consigliera, quando io dico che si fanno i concorsi e i medici non rispondono, non credo ci siano altre soluzioni rispetto a questo. Quindi, il 118 sta facendo di tutto, eseguendo ogni utile tentativo. Però è evidente che non possiamo mettere una pistola alla tempia e portare lì il personale.
Poi, lei sa bene come funziona, perché l’ha vissuto, sono anni che conosce e segue le problematiche della Regione e anche della sanità.
Consigliera Mattia, per quanto riguarda la dotazione all’interno dell’ASL RM/5 delle risonanze e delle TAC, nella ASL Roma 5 sono presenti quattro strutture private, come lei sa bene, accreditate, che erogano prestazioni di risonanza magnetica e si prevede di dotare i presìdi di Colleferro e di Tivoli di due risonanze magnetiche, di due apparecchiature.
Nell’ambito della programmazione dei finanziamenti in conto capitale, ex articolo 20 della legge n. 67/1988, terza fase, per l’ASL Roma 5 era originariamente prevista l’acquisizione di tre TAC, una, appunto, come diceva lei, a Tivoli, una a Colleferro e una a Palestrina, e di una risonanza magnetica. Attualmente è in corso la sottoscrizione dell’accordo di programma da parte della Regione Lazio e del Ministero della salute contenente l’acquisizione delle tre TAC alle quali lei si riferiva prima e di una risonanza magnetica. Successivamente alla sottoscrizione di tale accordo, che dovrebbe avvenire in tempi molto rapidi, si potrà a quel punto successivamente procedere con la rimodulazione del piano, come diceva lei sempre prima, con l’acquisizione delle due risonanze magnetiche rispettivamente per Tivoli e per Colleferro, in luogo delle quattro tecnologie già soprarichiamate.
La rimodulazione per l’ASL Roma 5 è tecnicamente derivata dall’ammodernamento tecnologico avviato nel corso degli ultimi tre anni – questa, quindi, è una programmazione che era stata fatta già precedentemente – che ha comportato per l’ASL Roma 5 la sostituzione delle tre TAC nell’ambito di altri finanziamenti (POR-FESR eccetera). È la delibera che lei sa bene, la n. 671/2020.
Resta inteso che, stante la regolamentazione dei finanziamenti dell’ex articolo 20, la rimodulazione sarà oggetto del nuovo accordo di programma, che sarà sottoscritto a breve tra Ministero e Regione, che ricomprenderà, quindi, per l’ASL Roma 5 l’acquisizione di due risonanze magnetiche, una per l’ospedale di Tivoli e una per l’ospedale di Colleferro. Dopo la sottoscrizione del nuovo accordo di programma rimodulato, appunto, l’Azienda sanitaria potrà dare avvio all’attività di competenza, nel rispetto delle regole della gestione dei fondi ex articolo 20.
Le tempistiche di attuazione al momento non sono stimabili. Quindi, al momento non possiamo dare una tempistica precisa, perché conosce bene qual è la procedura.
Considerate le tempistiche non stimabili, insite nei finanziamenti dell’articolo 20, la ASL Roma 5 ha previsto l’inserimento delle progettualità inerenti l’installazione delle due risonanze nell’ambito delle richieste che la Regione Lazio ha inoltrato al Commissario per il Giubileo 2025, per il potenziamento della rete dell’emergenza.
Laddove risultasse formalizzata l’assegnazione del finanziamento per il piano degli interventi del Giubileo, l’ASL 5 avrebbe la possibilità di procedere con le progettualità che prevedono l’installazione delle due risonanze entro dicembre 2024 – quindi, è l’auspicio un po’ di tutti – con tempistiche, pertanto, molto più rapide rispetto a quelle proprie del finanziamento di cui all’ex articolo 20.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Ha facoltà di replica. Prego.
Speaker : MATTIA (Pd).
Grazie, Presidente, grazie, Assessore.
Io spero che la Giunta Rocca, anche lei sicuramente lo farà, si prenda a cuore la situazione e cerchiamo di accelerare anche su questo accordo di programma.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, colleghi, abbiamo finito i question time all’ordine del giorno della seduta odierna.
Apriamo la seduta n. 11.
Comunico che sono stati presentati i seguenti atti: proposte di legge regionale: dal n. 46 al 48; mozioni: dal n. 36 al n. 40; interrogazioni a risposta immediata: n. 25 e n. 26.
Il consigliere Marco Colarossi ha ritirato la proposta di legge regionale n. 47.
Comunico che la vicepresidente della Giunta regionale, Roberta Angelilli, sarà assente nella seduta odierna poiché impegnata in attività sociali. Ai sensi dell’articolo 34, comma 5 del Regolamento dei lavori del Consiglio sarà computata presente ai fini del numero legale.
È pervenuta anche la documentazione relativa all’assenza giustificata della consigliera, che è impegnata per motivi istituzionali, su delega del presidente della Regione, Francesco Rocca.
Adesso ci sarà l’approvazione del processo verbale.
È stato trasmesso per l’approvazione da parte del Consiglio il processo verbale concernente la seduta n. 9 del 12 luglio del 2023.
Se non vi sono obiezioni, il processo verbale si ritiene approvato.
Intanto, invito i colleghi che sono anche all’esterno, e la Giunta a prendere posto per iniziare i lavori odierni. Sospendo i lavori per cinque minuti. La seduta riprenderà alle ore 11,05. Invito anche i colleghi all’esterno a poter entrare. Se chiamate i Consiglieri che sono all’esterno dell’Aula, se prendete posto.
Siamo alla proposta di legge n. 36, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione 278, concernente “Ratifica dell’intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l’istituzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”.
Illustra l’Assessore, però chiedo all’Assessore un minuto per invitare i colleghi a entrare in Aula. Questa è una proposta di legge che ovviamente non prevede emendamenti, è di fatto un accoglimento da parte della Regione di una indicazione nazionale per quanto riguarda l’intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Quindi, sostanzialmente, è una questione che arriva dal legislatore. Però, se invitiamo i Consiglieri a prendere posto. L’Aula oggi è piuttosto stanca. Assessore, se intanto vuole illustrarla. Grazie.
Intanto invito i colleghi a prendere posto. L’Assessore illustrerà la proposta n. 36.
Speaker : RIGHINI, Assessore.
Grazie, Presidente. Colleghi, questa è una proposta di legge con cui ratifichiamo un’intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, dove viene istituzionalizzato il Centro interregionale di studi e documentazione, denominato CINSEDO, previsto in attuazione della legge regionale n. 11 del 1984.
È stata votata all’unanimità in tutte e due le Commissioni competenti. Da questa ratifica non derivano nuovi oneri finanziari. È stata appositamente inserita all’articolo 4 di questa PL la clausola di invarianza finanziaria ai sensi dell’articolo 39 della legge n. 11 del 2020.
Pertanto, si tratta semplicemente di dare attuazione a quanto richiesto in sede di Conferenza Stato-Regioni nella seduta del dicembre del 2022. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Assessore, per l’illustrazione.
Invito l’Aula a fare silenzio. Prendete posto.
Non ci sono emendamenti, quindi andiamo all’articolo 1, P2/4.
Lo poniamo in votazione con l’allegato P2/5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Accolto.
Siamo all’articolo 2, P2/17.
Poniamo in votazione l’articolo 2.
Favorevoli? Contrari? Astenuti.
Approvato.
Siamo all’articolo 3, P2/19.
Poniamolo in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Approvato.
Passiamo all’articolo 4, P2/21.
Articolo 4 in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Approvato.
Passiamo all’articolo 5, P2/23.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Approvato.
Siamo al titolo, P2/25.
Lo poniamo in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, come presumo, poniamo in votazione la proposta di legge, con votazione elettronica.
Invito i colleghi a inserire il cartellino. Chi non ne è munito, o chiede la sostituzione del cartellino o aggiunge alla fine il proprio voto.
Avete inserito il tesserino, per cui dichiaro aperta la votazione.
Salutiamo anche il Presidente. Buongiorno. Siamo in votazione. Così può inserire il tesserino anche il Presidente.
Se mi portate anche il mio tesserino e quello del presidente Aurigemma. Possibilmente entro stamattina.
Avete votato tutti? La votazione è chiusa.
Comunichiamo all’Aula l’esito della votazione:
Voti favorevoli 34
Contrari 0
Astenuti 0
Votiamo il coordinamento formale. Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Il coordinamento formale è accolto.
Colleghi, purtroppo oggi con particolare commozione volevo ricordare un collega, un politico che ha segnato la storia politica della nostra Regione: un amico sempre pronto e disponibile a dare generosamente contributi di competenza ed esperienza, mai banali, spesso preziosi.
Il suo essere con umiltà e discrezione sempre presente, pronto al confronto, pacato e mai sopra le righe, predisposto ad ascoltare le ragioni dell’altro, ma profondamente solido nel difendere le proprie convinzioni, mai distratto o disinteressato, quanto piuttosto brillante e profondo nel ragionamento.
Rappresenta certamente un modello di servizio in politica. Protagonista della storia della Democrazia Cristiana laziale, tra i collaboratori più vicini al Presidente Aldo Moro, consigliere ed Assessore sia al Comune di Roma prima ed in Regione Lazio, poi.
Fervente credente è stato certamente tra i politici più brillanti e più impegnati nelle relazioni tra mondo dei cattolici e dei laici impegnati in politica.
Consentitemi però di ricordarlo, oltre che per i suoi ruoli e il suo impegno in politica come uomo di profonda cultura, indomito e curioso studioso, schivo all’apparenza ed all’effimero, ma attento alla sostanza ed alla riflessione.
Ricordo i suoi continui richiami a ricercare l’essenza dell’impegno politico nella proposta di soluzione alle istanze dei cittadini, piuttosto che nella ricerca di un difficile consenso, cavalcando l’onda del dissenso banale e generalizzato.
Popolare, democratico e cristiano nel profondo, mai populista. Questo è Raniero Benedetto, politico, maestro, ma soprattutto amico.
Volevo invitare l’Aula ad un minuto di silenzio.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Grazie.
Colleghi, riprendiamo i lavori con la mozione n. 26 del consigliere La Penna: “Piano regionale di coordinamento per la realizzazione di crematori da parte dei Comuni in attuazione di quanto previsto dall’articolo 6, comma 1, della legge n. 130 del 2001, sospensione delle procedure di autorizzazione in corso dei progetti di forni crematori da parte dei Comuni.
Ha facoltà di illustrarla all’Aula. Prego.
Speaker : LA PENNA (Pd).
Grazie, Presidente.
Parliamo di un tema su cui c’è una legislazione nazionale del 2001 che è stata per tanti anni un po’ dormiente, dato il fatto che non si sviluppava il settore e non cresceva il settore in maniera così evidente.
Invece, negli ultimi anni, da questo punto di vista, si è registrato un notevole aumento, una crescita del settore delle cremazioni in Italia, tant’è che nel 1970 si registrava lo 0,20 per cento delle cremazioni sui decessi annui, invece il dato del 2021 parla del 34 per cento. È chiaro che questo, però, implica la necessità di provvedere e procedere agli adempimenti legislativi necessari e a far sì che la Regione si doti di suoi strumenti normativi.
Questa mozione parte da un caso più singolo e specifico, che è quello del Comune di Fondi, su cui vi è stata anche un’interrogazione della collega Zeppieri; caso che ha visto che ha visto nelle ultime settimane diversi cambiamenti di prospettiva e colpi di scena. Negli ultimi giorni il Comune ha incaricato anche un supporto al RUP per verificare le condizioni di permanenza del progetto. Ora noi partiamo da quel caso e siamo partiti da quel caso nello strutturare la mozione, evidenziando che quel caso aveva delle specificità riguardo anche a una sentenza del Consiglio di Stato che vi era stata su un impianto di Civitavecchia, e da quella sentenza emerge che per la produzione di emissioni e la particolare composizione chimica e fisica delle emissioni questi impianti sono avvicinabili alle emissioni prodotte dagli inceneritori. Nel caso di Fondi avevamo in animo di sollevare il fatto che la vicinanza ad alcune aree protette del Parco degli Aurunci, all’ospedale e agli istituti scolastici potesse rappresentare delle limitazioni rispetto alla fattibilità del progetto.
Oggi è cambiato un po’ il quadro ed è cambiata la prospettiva, però noi dobbiamo rilevare che degli ottantanove impianti crematori che ci sono in Italia tre sono nella regione Lazio, che probabilmente nei prossimi mesi noi avremo diverse domande in questo senso, avremo diversi progetti che si proporranno in diversi comuni, proprio perché statisticamente una regione come il Lazio molto probabilmente avrà questo tipo di questione, che c’è una legislazione monca, perché mancano le attuazioni rispetto alla legge n. 130/2001, che c’è la necessità, quindi, di porre delle questioni in Conferenza Stato-Regioni e di provvedere noi alla redazione del Piano di coordinamento regionale.
Abbiamo citato la sentenza del Consiglio di Stato di Civitavecchia, sappiamo che alcuni Comuni della nostra regione hanno proceduto ad accogliere richieste di autorizzazione unica ambientale, così come nel caso citato di Fondi, e ribadiamo, al di là degli eventi degli ultimi giorni e, quindi, di eventuali cambi di scenario, di prospettiva e di decisione da parte del Comune, che rispetto al quadro di Fondi vi erano e vi sono le già ribadite questioni, la vicinanza a meno di cinquecento metri di un’area naturale protetta, la vicinanza nel raggio di duecento metri dell’ospedale “San Giovanni di Dio” e di istituti scolastici.
Teniamo conto che esiste un vuoto normativo, c’è la mancata attuazione dell’articolo 8 della legge n. 130/2001, non è stato adottato il decreto interministeriale riguardante le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, e quindi mancano dei dati di certezza riguardo ai limiti di emissione degli impianti, agli ambienti tecnologici, ai materiali per la costruzione.
L’articolo 6, comma 1, della legge n. 130/2001 prevedeva che, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, le Regioni avrebbero elaborato dei piani di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei Comuni.
In questo senso c’è un ritardo generalizzato da parte di quasi tutte le Regioni, probabilmente perché, ripeto, fino a qualche tempo fa il tema non era così presente, non se ne discuteva tanto, non vi erano tante richieste autorizzative.
Quindi, l’impegno che attraverso questa mozione si chiede al Presidente e alla Giunta è di elaborare il piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori; di verificare, come diceva già la collega Zeppieri qualche giorno fa, all’interno del piano dei rifiuti, la presenza di questo tipo di impiantistica; a presentare nelle forme e nei modi previsti istanza di inserimento presso la Conferenza Stato-Regioni del punto all’ordine del giorno riguardante il superamento del vuoto normativo causato dalla mancata attuazione dell’articolo 8 della legge 130/2001; a verificare con le autorità competenti, con gli enti procedenti le condizioni che afferiscono all’autorizzazione richiesta rispetto all’impianto di Fondi, al di là delle vicende, che ripeto, si stanno verificando in questi giorni; e a valutare l’opportunità, nelle more della costruzione del coordinamento del piano regionale, di sospendere, di concerto con le autorità competenti, le procedure di autorizzazione, questo fino a quando, nel più breve tempo possibile, si sia redatto il piano di coordinamento regionale e si sia proceduto a colmare i vuoti normativi, anche attraverso un rapido lavoro nella Conferenza Stato-Regioni.
Sono questi gli impegni che chiediamo al Presidente e alla Giunta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, consigliere La Penna.
Ha chiesto di parlare la collega Zeppieri. Ne ha facoltà.
Prego.
Speaker : ZEPPIERI (Polo Progressista Sinistra Ecologista).
Ho chiesto di intervenire per esprimere la mia volontà di sottoscrivere la mozione presentata dal collega La Penna, condividendone appieno i contenuti.
Credo che il lavoro che stiamo portando avanti qui, in Regione sia un lavoro fondamentale. Lo stesso Sindaco di Fondi ha dichiarato negli scorsi giorni di voler richiedere l’annullamento del progetto, quindi credo che siamo sulla giusta strada.
Ritengo che oltre al piano di cui ha parlato il collega, sia anche importante, per una visione di insieme, inserire i forni crematori proprio nel piano regionale di gestione dei rifiuti, partendo proprio da quelli che sono i fabbisogni del territorio a tutela di tutte e di tutti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega.
Ha chiesto di interviene l’assessore Ghera. Prego.
Speaker : GHERA, Assessore.
In merito alla mozione, di concerto anche con l’Assessore all’ambiente, perché il tema dei forni crematori è una delega che riguarda sia l’ambiente che altre tematiche dell’Amministrazione.
Esprimiamo la disponibilità a verificare caso per caso puntualmente le singole situazioni, anche con incontri a breve con gli uffici tecnici competenti, ad esempio sul caso menzionato. Altra cosa è fermare tutte le autorizzazioni. Sappiamo che sempre di più c’è una richiesta da parte dei cittadini di procedere alla procedura di cremazione. Quindi, avremmo una difficoltà oggettiva a fermare, da un punto di vista amministrativo, tutte le procedure.
Se il proponente o i proponenti volessero in qualche modo affrontare e ragionare sui casi specifici, quelli che potrebbero avere maggiori criticità, che abbiamo sentito e conosciamo, può essere un ragionamento che si può cercare di portare avanti anche a breve.
Credo che sia opportuno, però, applicare in questo caso il buonsenso. Sappiamo che dai territori, invece, arrivano molte richieste. Siamo disponibilissimi a lavorare, fatto salvo che c’è una situazione che evidentemente è ereditata. Se non c’è un Piano è perché non è stato fatto. Credo che sarebbe opportuno non farmi pronunciare, quindi ritirare la mozione, comunque con l’impegno a breve, insieme ovviamente ai Consiglieri proponenti, di fare un incontro specifico sui temi che ci si trova ad affrontare. Sarebbe anche un modo più logico, fatto salvo che poi bisogna lavorare, ci mancherebbe, a provvedimenti generali che hanno dei tempi un pochino più lunghi. Però, anche per essere logici, non si può chiedere in due mesi di fare quello che non è stato fatto in dieci anni. Altrimenti, creiamo una polemica che non serve.
Lavoriamo magari in senso positivo insieme ai Consiglieri che vogliono esporre delle criticità, delle problematiche che derivano dal territorio. Siamo disponibilissimi a svolgere incontri con chi vorrà proporli, ovviamente possiamo iniziare da questo, però credo che sia opportuno anche un pochino dare il senso di quello che andiamo a votare e a proporre.
La Regione Lazio non può non avere impianti che abbiano le autorizzazioni, siano regolarmente situati, che non possono avere difficoltà con i centri abitati, con tutto quello che crediamo sia giusto, però è evidente che da parte dei cittadini c’è sempre di più la richiesta e la pressione di poter addivenire alla cremazione quando, ovviamente, ci sono richieste le necessarie.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
L’Assessore ha fatto la proposta di ritiro.
Prego, proponente.
Speaker : LA PENNA (Pd).
Ringrazio l’Assessore per la presenza e l’intervento. Io credo, proprio nello spirito che l’Assessore citava, sia errato il ritiro, a maggior ragione per via del fatto che non si sta… Scusate, solo un attimo.
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, fate silenzio. Prego, La Penna.
Speaker : LA PENNA (Pd).
…non si sta ponendo il tema di bloccare le autorizzazioni. Anzi, lo spirito è diverso. La mia mozione è tesa a dire che, siccome esiste un tema nella realtà, noi dobbiamo farci carico di comprendere che nei prossimi mesi aumenteranno queste richieste, e già ho sentito di altri Comuni che hanno avuto richieste in tal senso, e quindi noi dobbiamo dotarci degli strumenti per poterle affrontare.
La mozione che cosa dice, in fondo? Dice di provvedere – non è un tema di parte politica, ma riguarda tutti – alla redazione del Piano di coordinamento regionale e di porre in Conferenza Stato-Regioni il tema di coprire il vuoto normativo causato dalla mancata attuazione. E la richiesta di sospensione non è una richiesta tesa a bloccare l’autorizzazione dei crematori, perché dei crematori c’è bisogno nella misura in cui, chiaramente, nei prossimi mesi avremo richieste in tal senso, che vanno anche nella direzione di affrontare un problema vero.
Io, invece, credo sia utile che la mozione venga approvata dal Consiglio regionale, perché è un impegno affinché nei prossimi mesi, con un lavoro che si fa insieme, Giunta e Consiglio, si provveda, ognuno per la propria parte, a fare il Piano di coordinamento regionale e a chiedere alla Conferenza Stato-Regioni un impegno in tal senso. La nostra proposta di richiesta di sospensiva è originata dal fatto che noi crediamo che ci possano volere pochi mesi per compiere queste semplici operazioni, e quindi fatte queste operazioni in questi mesi poi si potrà procedere alle nuove autorizzazioni. Ma questo non è che blocca gli impianti già esistenti che stanno svolgendo questo compito e stanno portando avanti questa azione in tutta la regione.
Invito, quindi, l’Assessore a un ragionamento in tal senso, perché penso possa essere utile a tutti un impegno che vincoli la Giunta e noi a un operato che possa risolvere in pochi mesi un tema che, altrimenti, rischiamo di trovarci addosso senza avere gli strumenti per intervenire, a quel punto derogando a tutto ed essendo costretti ad assistere da spettatori ad autorizzazioni che saranno fatte nei singoli Comuni senza un piano generale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Consigliere.
Ci sono interventi? Prego.
Speaker : MAURA (FdI).
Riguardo alla mozione del consigliere La Penna, al di là del fatto che dica che la richiesta non vincola il rilascio delle autorizzazioni in essere, in realtà al quarto punto dice esplicitamente di bloccare le autorizzazioni in essere.
Quindi, sicuramente andrà stimolato e bisognerà cercare nel più breve tempo possibile di regolamentare questa vicenda. Però nel frattempo non si possono bloccare le autorizzazioni, o le richieste di autorizzazione che già sono presenti nei Comuni.
Per quanto riguarda il forno crematorio richiesto a Fondi è una situazione soggettiva e particolare, come le altre situazioni: finché non vengono regolamentate, andranno affrontate singolarmente. Anche perché, il 14 novembre 2002, proprio il centrosinistra, con un emendamento chiedeva l’inserimento nella legge regionale di stabilità della possibilità addirittura di consentire e favorire in maniera più celere l’individuazione dei forni crematori.
Quindi, visto ciò, penso che sia opportuno respingere questa mozione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, colleghi.
C’è stato un invito al ritiro da parte dell’assessore Ghera. Il proponente la vuole mettere in votazione ugualmente. Quindi, la poniamo in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
La mozione è respinta.
Passiamo alla successiva, la n. 27. Questa è del consigliere Tripodi. Chiede di intervenire. Prego, collega Tripodi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.
Speaker : TRIPODI (Lega).
Grazie, Presidente.
Intanto preannuncio che momentaneamente ritiro la mozione, però vorrei spiegare…
Speaker : PRESIDENTE.
“Momentaneamente” significa che la ritira per questa seduta.
Speaker : TRIPODI (Lega).
La ritiro per questa seduta, per ripresentarla e cercare di fare un lavoro congiunto, perché parliamo dell’istituzione della Facoltà agraria, di scienze agrarie nella provincia di Latina, in virtù del fatto che tanti dati riguardo le coltivazioni, le eccellenze che sono nella provincia di Latina, sono naturalmente di rilevanza importante.
Ma soprattutto, la questione è che a Latina abbiamo una scuola di eccellenza, l’Istituto agrario San Benedetto, sito nel territorio di Borgo Piave. Tantissimi ragazzi escono da questo istituto e non riescono a ricollocarsi in un percorso universitario perché sono obbligati ad andare a Viterbo, nella Tuscia, a 200 chilometri di distanza e con tantissime difficoltà nei trasporti. Tantissimi addirittura decidono, per comodità, di andare a Napoli, se non addirittura a Perugia.
È un territorio che ne ha estremamente bisogno, ma visto che tanti colleghi vogliono condividere con me questa proposta, questa mozione, come ho detto all’inizio, ritiro la mozione stessa per ripresentarla e fare un lavoro congiunto anche con l’Assessorato e il governatore Rocca.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La mozione è ritirata.
Qualche collega ha richiesto di sottoscriverla, ma comunque è ritirata, quindi il problema non si pone.
Siamo alla mozione n. 33, presentata dalla consigliera Tidei: “Attivazione dello Sportello del Garante presso il CPR di Ponte Galeria e rinnovo di apposito protocollo d’intesa tra Regione, Prefettura e Garante”.
La collega Tidei può illustrare la mozione all’Aula.
Speaker : TIDEI (A-IV-C).
Grazie, Presidente.
La mozione verte sull’attivazione, anzi, la riattivazione dello Sportello del Garante dei detenuti presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria. I Centri di permanenza per il rimpatrio sono strutture in cui vengono trattenuti i cittadini stranieri sprovvisti di regolare titolo di soggiorno. L’organizzazione di questi Centri è di competenza dello Stato, che, per il tramite dell’Amministrazione degli interni, ne affida la gestione a privati tramite la Prefettura, la quale chiaramente sovraintende al loro funzionamento.
Si tratta di una gestione assolutamente complessa, alla quale concorrono diversi soggetti, perché la direzione e la gestione amministrativa è affidata attraverso bandi a dei privati, mentre la gestione della sicurezza è affidata all’Esercito, che si occupa del controllo del perimetro esterno e del controllo documenti dei visitatori o tecnici che accedono al Centro, alla Guardia di finanza, che è preposta invece alle traduzioni e alle scorte, alla Polizia di Stato, che si occupa della vigilanza di amministrazione, di riconoscimenti e infine ai Carabinieri con funzioni di controllo interno e antisommossa. Quindi, è una gestione assolutamente complessa.
In base ai dati forniti anche dalla relazione annuale 2021-2022 del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, risulta che nel 2022 le persone che vi sono transitate, perché sottoposte al trattenimento disciplinato dall’articolo 14 del Testo unico sull’immigrazione, sono state 714, di cui 651 uomini e 63 donne, con un incremento, tra l’altro, del 49 per cento rispetto al 2021, dati che nel 2021 sono ulteriormente incrementati.
Secondo i dati forniti dal Ministero dell’interno al Garante nazionale, i giorni di permanenza media nel CPR di Ponte Galeria sono stati complessivamente 40,51. In realtà, quest’anno i tempi probabilmente si sono addirittura allungati, per cui in quel Centro le persone passano anche più di tre mesi.
Alla luce della normativa di riferimento, chiaramente, il Garante regionale ha svolto la sua azione di tutela dei diritti delle persone private della libertà negli ambiti di propria competenza, provvedendo chiaramente a visitare e a monitorare le varie situazioni all’interno del CPR di Ponte Galeria.
Io stessa ho avuto l’opportunità, così come avranno fatto certamente tanti altri colleghi, di visitare quel centro e, proprio prendendo spunto anche dalla relazione del Garante, ci sono delle criticità enormi, dovute anche alle questioni igienico-sanitarie, alle difficoltà derivanti dalla carenza di personale amministrativo, sanitario e di supporto psicologico – questo è veramente un tema di assoluto rilievo – e soprattutto – lasciatemelo dire – alle pochissime attività svolte all’interno di quel centro. Del resto, quando si entra lì, al di là della bruttura e dell’orrore che suscitano le gabbie, per cui sembra veramente di stare in un carcere quasi di massima sicurezza, più che in un centro di permanenza per il rimpatrio, ma vedere queste persone abbandonate a sé stesse, senza fare nulla, lasciate a fare nulla durante tutto il giorno, aspettando l’unico diversivo che è costituito dall’arrivo dei pasti, credetemi, è qualcosa che va al di là di qualsiasi pensiero e anche di qualsiasi rigidità si possa avere nella valutazione di questi casi.
Prima della pandemia alcune attività erano svolte, dopo la pandemia – questo non è avvenuto solo per i CPR, chiaramente – ha di fatto sospeso tutte quelle attività, che poi non sono state riattivate. Porto l’esempio della sezione femminile, che quando ho visitato pochi giorni fa aveva solo tre ospiti. Pensate, tre persone isolate dal resto del mondo, a far nulla per tutto il giorno, con una televisione addirittura rotta, perché era stata divelta da qualche ospite passata, senza aria. Insomma, sono veramente in una situazione di abbrutimento generale, dove veramente sembra che la crudeltà sia elevata a valore di Stato, perché non si capisce perché queste persone debbano vedersi inflitte un trattamento così disumano, io direi. Tra l’altro, si tratta di persone che non stanno lì a scontare una pena, ma sono persone che semplicemente non hanno i titoli di soggiorno in ordine e, quindi, devono essere rimpatriate, secondo la normativa sull’immigrazione, che però, appunto, sono lasciate lì tutto il giorno a fare nulla e, quindi, in una situazione anche di incertezza e, credo, anche di sofferenza.
Tra le segnalazioni evidenziate dal Garante, che prima aveva uno sportello lì, che poi con la pandemia non c’è più stato, particolare rilievo riveste quella relativa proprio alla possibilità di rinnovare un protocollo con la Prefettura, che era stato sottoscritto a suo tempo con la Prefettura, circa la presenza di questo Sportello del Garante all’interno del CPR, funzionale a quelle problematiche che ho citato prima, ma soprattutto attraverso il quale si riconosce alle persone trattenute il diritto di reclamo e, quindi, di rivolgersi al Garante, al pari degli altri detenuti, cioè quanto avviene anche nelle altre carceri, perché di fatto si tratta di questo, comunque la si voglia vedere.
Soprattutto perché questa possibilità di rivolgersi al Garante per i reclami è chiaramente qualcosa che è prevista dalla normativa nazionale. Più specificatamente, questa possibilità è stata introdotta dal decreto-legge convertito in legge il 18 dicembre 2020, n. 763, e rappresenta una significativa novità nel quadro anche dei rimedi a tutela dei diritti delle persone sottoposte a detenzione amministrativa in ragione dell’illegittimità della loro presenza sul territorio nazionale.
Io voglio ricordare che il legislatore nazionale ha introdotto questa norma per rispondere a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, la sentenza “Khlaifia contro Italia”, ove si censurava tra l’altro la mancata previsione di un rimedio effettivo attraverso il quale i migranti sottoposti a detenzione amministrativa nel nostro Paese potessero dolersi delle loro condizioni di trattenimento.
Sarebbe altresì opportuno, credo, come si sta facendo in altre Regioni, per esempio il Piemonte, che secondo me dovrebbe essere preso ad esempio, individuare o avviare quei processi volti a definire modelli di implementazione del sistema da suggerire anche in ambito nazionale, così da far fronte ad alcune criticità, quali per esempio la strumentazione alla quale ricorrere per presentare i reclami, le difficoltà linguistiche, perché chiaramente le persone che vengono trattenute lì sono straniere, non sempre hanno una conoscenza approfondita della nostra lingua, la disponibilità di moduli prestampati tradotti nelle principali lingue diffuse, che elenchino, tra l’altro, le possibili violazioni da prospettare anche, chiaramente, con relative semplificazioni.
Quindi, moduli uniformi, uniformi nel contenuto, chiaramente tradotti: potrebbero sicuramente costituire anche per i Garanti un valido ausilio, perché potranno più agevolmente, in modo sistematico, raccogliere le informazioni necessarie per tratteggiare un quadro completo.
Io chiedo con questa mozione intanto al Presidente della Regione di riattivarsi presso la Prefettura per riattivare lo sportello, quindi per risottoscrivere questo protocollo d’intesa e attivare di nuovo lo sportello del Garante dei detenuti all’interno del CPR perché è una cosa che assolutamente serve.
Guardate, veramente sempre riferendomi alla visita che ho effettuato, vedere queste persone con i documenti sotto i materassi che non capivano, che magari al primo venuto fanno vedere per far conoscere la loro situazione, è chiaro che serve una figura, un momento stabile di confronto e di operatività del Garante all’interno di quella struttura, così come c’è nelle altre carceri. Però, altresì chiediamo al Presidente di farsi portavoce presso le sedi istituzionali competenti perché, appunto, siano definiti, anche in ambito nazionale, questi modelli di implementazione del sistema e anche uniformi nel contenuto.
Io ho detto prima che c’è il lavoro svolto dalla Regione Piemonte. Credo che sia un buon punto di partenza, che potrebbe chiaramente essere poi diffuso su tutto il territorio nazionale. Mi sembra una questione degna di nota e di attenzione da parte di questo Consiglio.
Ieri, in Commissione Sanità e politiche sociali, abbiamo ascoltato i Direttori generali delle ASL proprio sulla situazione sanitaria all’interno degli istituti penitenziari. Ecco, di Ponte Galeria credo che non si sia parlato. In realtà, credo che per la specificità di quella struttura e soprattutto per le condizioni, mi creda, di quella struttura, per il trattamento inflitto a queste persone, che comunque devono veder garantito un trattamento umano e dignitoso, e spesso in questi Centri, purtroppo, non c’è nulla di umano e di dignitoso per la persona, credo che noi dovremmo rivolgere a questo la nostra attenzione e quantomeno far sì che gli strumenti che la legge mette a disposizione e soprattutto il Garante, che comunque svolge un’opera meritoria, che è assolutamente positiva, in tanti istituti penitenziari possa avere la piena operatività anche all’interno del CPR di Ponte Galeria.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Marotta. Prego.
Speaker : MAROTTA (Verdi e Sinistra Europea).
Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire per sottoscrivere la mozione presentata dalla consigliera Tidei, con l’augurio che questo atto possa essere accolto favorevolmente da quest’Aula.
Nell’avvio di questa nostra legislatura abbiamo registrato un lavoro anche trasversale proprio relativamente ai diritti delle persone a cui è negata la libertà personale. Quindi, l’auspicio è che anche oggi, in modo largo, possa essere accolto un atto che essenzialmente raccoglie un elemento puntuale, mi sembra.
Quindi, è importante anche la natura della mozione, proprio perché permette di individuare una soluzione a un problema che c’è e che si può risolvere velocemente.
In questo avvio di legislatura, sia nel resoconto del rapporto annuale del Garante, a cui abbiamo partecipato, diverse forze politiche, proprio qui in Consiglio regionale, la Commissione Sanità svolta ieri con le Direzioni generali della ASL, ma anche la visita in cui, Presidente, lei ha accompagnato il nostro Presidente della Regione Rocca nei penitenziari romani, c’è una sensibilità non nuova a quest’Aula di attenzione relativamente alla popolazione detenuta nella nostra regione.
Questo atto intende rafforzare un ufficio di questa nostra Istituzione, l’Ufficio del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personali, sono persone anche quelle del CPR di Ponte Galeria, quindi è un atto che va nella direzione di ridare dignità alla nostra Istituzione regionale e anche di ridare dignità alle persone trattenute in quel CPR.
Ringrazio, quindi, la consigliera Tidei per questo atto e annuncio che voteremo favorevolmente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Vuole intervenire? Perché ci sono delle sue colleghe che si sono già iscritte. Prego, Bonafoni.
Speaker : BONAFONI (Pd).
Grazie, Presidente.
Per ringraziare la consigliera Tidei e sottoscrivere, a mia volta, come ha fatto il collega Marotta, questa mozione. Siamo in diversi ad aver avuto accesso, com’è nelle nostre prerogative, per la verità con sempre maggiore difficoltà nel caso dei CPR. A differenza del carcere, c’è un’aggiuntiva difficoltà a provare a esercitare il nostro ruolo di controllo e di trasparenza. Insomma, sono i giorni in cui qualcuno di noi piange la scomparsa di un antropologo che si chiamava Marc Augé, che ha scritto pagine importantissime sui non luoghi. Quello è davvero il non luogo dell’umanità. Noi qui stiamo mettendo una pezza – come si suol dire – rispetto a una situazione, che pure, penso, ci vedrebbe in disaccordo, non sull’efficacia dello strumento centro per il rimpatrio, perché anche da parte di chi ha nei confronti dell’immigrazione un approccio diverso a quello della sinistra e del centrosinistra prima o poi dovrà ammettere l’inefficacia di quello strumento, data la scarsissima percentuale di rimpatri effettuati dopo la permanenza nei centri. Ma penso che oggi ci possiamo e ci dobbiamo unire rispetto a una aggiunta di umanità in quel luogo, dove penso che in queste giornate si siano raggiunti i quarantacinque gradi. Parliamo di un luogo nel cemento, con sbarre altissime, che sono state potenziate negli ultimi anni, che nulla hanno a che fare con la dignità delle persone, di qualunque colore sia la loro pelle.
Mi auguro, quindi, al netto delle differenze sulla politica migratoria e dell’accoglienza, che anche in questi giorni abbiamo registrato, ad esempio, con la firma degli accordi con la Tunisia, che su questo caso specifico e sulla reintroduzione di quello sportello, in un luogo – lo ha detto il garante Anastasia – che è molto peggio delle carceri nella sospensione del diritto che a volte ne viene praticata, potremo trovare l’assenso della Giunta e l’unanimità di quest’Aula.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Bonafoni.
Ha chiesto di parlare la consigliera Mattia. Ne ha facoltà.
Speaker : MATTIA (Pd).
Soltanto per sottoscrivere la mozione e ringraziare la collega Tidei. Sposo pienamente le parole della collega Bonafoni, quindi io rinuncio all’intervento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Sottoscrive anche lei la mozione.
Hanno chiesto di intervenire la collega Battisti, poi Califano e Droghei.
Speaker : BATTISTI (Pd).
Anche io, Presidente, solo per sottoscrivere la mozione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Califano.
Speaker : CALIFANO (Pd).
Anch’io per sottoscrivere, Presidente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Si aggiunge anche la collega Califano.
Per ultima la Droghei, non per ultima.
Speaker : DROGHEI (Pd).
Anche io sottoscrivo la mozione, grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Anche la Droghei. Collega Nobili.
Speaker : NOBILI (A-IV-C).
Per la medesima ragione, Presidente: sottoscrivo anch’io e ringrazio la consigliera Tidei.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Il collega Nobili la sottoscrive.
Collega Zeppieri?
Speaker : ZEPPIERI (Polo Progressista Sinistra Ecologista).
Anch’io, Presidente, grazie, per sottoscrivere la mozione. Ringrazio la collega Tidei. È importante restituire a questi luoghi la giusta dignità, nel rispetto dei diritti umani di ogni persona,
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene.
Così è stata sottoscritta anche dalla collega Zeppieri. Collega La Penna?
Anche La Penna la sottoscrive. A questo punto la poniamo in votazione, se non ci sono altri interventi.
La poniamo in votazione. Colleghi, prendete posto, ognuno al suo posto.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Con voto unanime quest’Aula approva una mozione importante.
Siamo all’ultima mozione della giornata, la n. 38, presentata dalla consigliera Zeppieri “Stato dell’arte e procedura autorizzativa dell’impianto di biodigestione e compostaggio sito in località Selciatella Anagni; impianti di biodigestione anaerobica in provincia di Frosinone”.
La può illustrerà all’Aula. Prego.
Ha chiesto di parlare la consigliera Zeppieri. Ne ha facoltà.
Speaker : ZEPPIERI (Polo Progressista Sinistra Ecologista).
Grazie, Presidente.
Nel 2021 ha avuto avvio l’iter autorizzativo per un impianto di biodigestione anaerobica ad Anagni, per il quale è stata rilascia l’AIA nell’aprile del 2023.
Questo impianto risulta essere sovradimensionato, infatti già da solo basterebbe per trattare tutta la frazione organica dell’intera provincia di Frosinone. Tenete conto poi che questo scenario è amplificato dal fatto che ci sono altri tre impianti, il cui progetto è in itinere: se venissero autorizzati, praticamente assisteremmo all’avere quattro volte il fabbisogno di trattamento rispetto a quella che è la frazione organica prodotta dalla provincia di Frosinone.
Rispetto a questo impianto ci sono diverse vertenze in corso, vertenze promosse a più livelli, promosse dai cittadini e dalle cittadine, da associazioni di tutela ambientale, ma anche dallo stesso Comune di Anagni.
Sappiamo molto bene che gli impianti di biodigestione anaerobica puntano al recupero energetico, ma sappiamo anche che, secondo quella che è la gerarchia dei trattamenti che è prevista dall’articolo 179 del Testo unico ambientale, il recupero energetico è soltanto al penultimo posto, proprio prima della discarica.
Proprio per questo riteniamo che sia necessario preferire a questo tipo di impianti gli impianti di compostaggio aerobico nel rispetto di quella che è la normativa. Anche il fatto che gli impianti di biodigestione anaerobica di Casal Selce e Cesano non siano rientrati nei finanziamenti previsti dal PNRR ci deve far riflettere.
Noi, quindi, attraverso questa mozione, chiediamo di impegnarci a promuovere quelli che sono gli impianti di compostaggio aerobico a più livelli, sia a livello domestico comunitario che di prossimità, cosa che invece nel Lazio non avviene, così come è anche insufficiente il fabbisogno di trattamento degli impianti della frazione organica.
Cosa accade? Da una parte assistiamo a un deficit e dall’altra questo deficit si risponde attraverso l’iniziativa dei privati che propongono sempre degli impianti sovradimensionati rispetto a quelli che sono invece i fabbisogni del territorio. Badate bene, se nel Lazio venissero autorizzati tutti i progetti di questo tipo, allora l’offerta di trattamento salirebbe addirittura dieci volte di più rispetto a quella che è la produzione organica regionale.
Anche lo stesso nostro Piano regionale di gestione dei rifiuti punta sulle piccole iniziative e quindi, a mio avviso, dobbiamo anche seguire quello che è il Piano di cui noi ci siamo dotati nel 2020, dopo un lunghissimo periodo di vacatio, durante il quale sono stati presentati e anche autorizzati degli impianti sovradimensionati, senza tenere alcun conto di quelli che sono i fabbisogni del territorio, senza alcuno studio accurato, seguendo quella logica, a cui dobbiamo assolutamente opporci, della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti.
Una cosa che ci viene subito all’occhio – questa è l’occasione per parlarne anche in quest’Aula – è che a livello urbanistico e paesaggistico le aree interessate dall’insediamento ad Anagni sono vincolate dal PTPR, mentre a livello di Piano regolatore, quindi a livello comunale e di consorzio industriale, in quelle aree sono previsti, appunto, degli insediamenti industriali. Quindi, anche questo ci deve far fermare a riflettere su quanto sia necessario adeguare i Piani regolatori al PTPR.
Arrivo a quelli che sono gli impegni che si chiedono attraverso questa mozione al Presidente e a tutta la Giunta. Attraverso questa mozione, il Presidente della Giunta regionale del Lazio e l’Assessorato competente si impegnano: a rivalutare, sentita l’Avvocatura regionale, la procedura in oggetto, eventualmente intervenendo ai fini dell’annullamento o della revoca degli atti autorizzativi; a rivalutare le proporzioni e le tipologie degli insediamenti impiantistici nella provincia di Frosinone, prediligendo la forma aerobica di compostaggio, maggiormente rispondente alle caratteristiche del recupero di materia, come previsto anche dal pacchetto sull’economia circolare del 2018 e anche come recepito dal Piano regionale gestione rifiuti; a garantire la rispondenza nel quadro normativo in merito alla procedura sull’impianto di Anagni, così come in merito a tutte le proposte di insediamento per impianti di digestione anaerobica nel Lazio, in particolare assicurando il rispetto dei princìpi di ragionevolezza e proporzionalità, autosufficienza e prossimità; infine, tenuto conto del PRGR e del PTPR, a verificare la rispondenza del progetto di realizzazione dell’impianto di biodigestione in oggetto rispetto a detti strumenti di pianificazione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, collega.
Se non ci sono ulteriori interventi, la poniamo in votazione. Prego, Colarossi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Colarossi. Ne ha facoltà.
Speaker : COLAROSSI (M5s).
Presidente, per sottoscrivere la mozione della consigliera Zeppieri.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Vuole sottoscrivere la mozione, giusto?
L’ultima mozione, giusto?
Bene.
Poniamo in votazione… Prego.
Speaker : CALIFANO (Pd).
Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere, se è possibile, votare il testo per parti separate, il dispositivo, nella parte dell’impegno.
Speaker : PRESIDENTE.
È previsto dal Regolamento, ma bisogna capire quali sono le parti separate. È il proponente che deve eventualmente accogliere la richiesta di votarlo per parti separate. Il Regolamento lo prevede, ma va riformulato attraverso il presentatore o la presentatrice.
Prego, Tidei.
Speaker : TIDEI (A-IV-C).
Grazie, Presidente.
Chiaramente, rispettando la richiesta dei colleghi di votazione per parti separate, invece tengo a esprimere il mio voto contrario. Lo faccio non tanto per l’indicazione di un singolo impianto, l’autorizzazione di un singolo impianto, perché io credo che veramente noi dobbiamo fare anche un salto culturale su queste cose.
Gli impianti di compostaggio anaerobico, i cosiddetti biodigestori, sono impianti che addirittura vengono finanziati, non questi nello specifico, dal PNRR. Significa che comunque l’Unione europea li trova tra quegli impianti non solo di tecnologia che vanno incontro alla transizione ecologica, ma uno dei modi migliori per smaltire la frazione umida del rifiuto.
Qui non si sta facendo la gara tra il compostaggio aerobico, sul quale, voglio ricordare alla collega Zeppieri che nella passata legislatura abbiamo addirittura approvato una legge sul compostaggio aerobico, e credo messo anche, se non erro, 10 milioni nella passata legislatura.
Quindi, quello rimane un modo di smaltimento sicuramente valido, ma è del tutto evidente che comunque non si può rinunciare agli impianti di compostaggio anaerobico, i biodigestori. Anzi, dico di più: probabilmente, se lo stesso Comune di Roma nel corso degli anni – oggi si sta chiaramente discutendo del termovalorizzatore – avesse probabilmente fatto quello che doveva fare, anche semplicemente solo ricostruendo dei biodigestori, probabilmente ci si poteva mandare con quel biogas avanti non dico tutta la flotta dell’ATAC, ma sicuramente… Perché questo è quello che si fa con i biogas, col biometano prodotto in quegli impianti.
Quindi, io credo che sia necessario un salto culturale. Tra l’altro, io non trovo per nulla… E non mi riferisco, ripeto, ad un singolo impianto, di cui tra l’altro, essendo fuori dalla mia provincia, ammetto di non conoscere le caratteristiche tecniche.
Però, quando in un Consiglio regionale si dice comunque “a rivalutare la procedura in oggetto, eventualmente intervenendo ai fini dell’annullamento della revoca in autotutela”, Io voglio ricordare che le autorizzazioni si danno o non si danno sulla base di normative precise. Dove c’è comunque una Commissione, una Conferenza dei servizi che valuta chiaramente l’aderenza di questa progettualità agli strumenti urbanistici, alla normativa ambientale, ai vincoli che sussistono su quei territori oggetto poi dell’autorizzazione, non è che in Consiglio regionale possiamo sempre dire “annulliamo”.
Questo credo che non sia giusto, per di più, in un momento come questo, dove comunque il tema dei rifiuti è un tema fondamentale. Siamo tutti d’accordo che il pubblico probabilmente doveva fare di più e che è sbagliato demandare ai privati, però finché i privati hanno la possibilità di… Glielo concede la legge. Ripeto, poi ci sono altri strumenti per far battaglia anche a un singolo impianto. Non ritengo però giusto farlo in una mozione in cui comunque si… Tra l’altro, secondo me, anche perché parte dalle premesse, chiaramente non incontra la mia convinzione.
Ci tenevo, Presidente, comunque ad esprimere questa contrarietà.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ripeto quello che ho detto in precedenza: per accogliere una votazione a parti separate serve che il proponente riformuli la sua proposta. Non ci sono arrivate proposte, al momento, del genere.
Ha chiesto di intervenire prima l’Assessore e poi la collega Battisti. Così cerchiamo di capire bene anche la procedura della maggioranza. Prego.
Speaker : GHERA, Assessore.
Grazie, Presidente.
Il tema degli impianti lo abbiamo in parte già iniziato ad affrontare qualche giorno fa.
Ringrazio i Commissari, la presidente della Commissione Corrotti. C’è la volontà della Giunta di rimettere mano al Piano rifiuti e insieme andare a ragionare e scegliere quali saranno le scelte per il futuro della nostra Regione.
Ovviamente, è stato detto bene che questa autorizzazione è stata chiesta nel 2021, non oggi, ed è stata autorizzata alcuni mesi fa, già autorizzata. Quindi, adesso dobbiamo anche capire cosa e dove vogliamo andare.
In teoria, uno potrebbe dire: “Sì, va bene, approviamo questo documento”. Però, avremo evidentemente un effetto di scarsa correttezza anche verso i cittadini, perché questo documento, ovviamente, presso gli uffici, se non lo avalliamo, se non lo irrobustiamo con contenuti tecnici, è chiaro che c’è una rigida separazione tra la politica e la parte amministrativa.
La parte amministrativa ha autorizzato la realizzazione dell’impianto. Poi, uno può dire che in futuro potrebbe essere quella provincia di quel territorio, parliamo in generale, sennò facciamo una cosa troppo localistica e diventa complesso, perché poi i Consiglieri sono eletti nei vari collegi. Giustamente parliamo per tutti. Magari quel territorio, quel quadrante potrebbe avere una saturazione, quindi con la dotazione attuale di impianti o magari con questo impianto si arriva alla possibilità di lavorare il 100 per cento dei rifiuti di quel settore della provincia, magari lasciando un piccolo spazio di solidarietà qualora ci fossero difficoltà in altri siti, in altre province, in altre regioni, come magari l’Abruzzo oggi ci sta aiutando, se domani il Lazio fosse autosufficiente visto che l’Abruzzo ci ha aiutato per quindici anni il Lazio non potrebbe girargli le spalle all’Abruzzo un domani. Chiaramente speriamo non succeda mai che ci chieda la solidarietà. Questo lo dico anche per capirci e ragionarci tutti insieme. È chiaro che è un caso specifico.
Abbiamo un’autorizzazione che comunque è stata rilasciata prima che noi ci insediassimo, oggi gli uffici tecnici hanno lavorato e portato avanti io credo in base alla legge. Se qualcuno sospetta il contrario, può tranquillamente andare a fare tutto quello che crede, le denunce. Anzi, noi siamo contentissimi che, se ci vengono appalesate irregolarità, le possiamo in qualche modo evidenziare, cosa che, però, non è per quanto riguarda questa situazione. Poi, su alcuni ragionamenti possiamo convergere, coinvolgendo sicuramente il Sindaco del Comune interessato, i Consiglieri eletti nelle province o tutti i Consiglieri e la Presidente della Commissione, ci mancherebbe, però questo ragionamento… Perché se noi scriviamo su un documento di annullare un’autorizzazione già rilasciata, immagino che lo chiediamo all’ufficio che l’ha autorizzata, quindi evidentemente stiamo facendo un lavoro che può essere relativamente valido. Quindi forse, ripeto, come ho fatto nella situazione precedente, che tra l’altro era quella che dicevo io, nel caso specifico si chiedeva di fermare tutte le autorizzazioni, in questo caso si chiede di fare un qualcosa che magari poteva e doveva essere fatto prima. Nel Piano rifiuti, che si dice sia stato fatto bene, non è previsto che, se tu arrivi alla capienza totale di un certo tipo di lavorazione, ti devi fermare o devi rallentare. Allora, uno può ragionare per il futuro. Per il passato o troviamo delle illegittimità o altrimenti è complesso. Poi, il Consiglio regionale dovrebbe esprimersi su una cosa già autorizzata dai tecnici. Io credo che sarebbe opportuno, pur volendo ragionare in Commissione oppure con gli uffici competenti che hanno rilasciato le autorizzazioni, avere un confronto che possa produrre dei risultati.
È evidente che con questo ragionamento, anche per approfondire alcune tematiche, alcuni tipi di lavorazioni sono meno impattanti… Tra l’atro, io ho chiesto – se posso permettermi di informare il Consiglio, già l’ho detto in Commissione – di ragionare anche con l’Assessore all’ambiente su una norma che preveda l’impatto odorigeno non solamente sul tema dei rifiuti, ma anche in tutti gli altri settori che hanno impatto su questo, perché è una cosa che riguarda anche l’ambiente. La Regione Lazio non ha una norma che prevede la misurazione dell’impatto odorigeno, mentre altre Regioni lo hanno: c’è l’impatto acustico, ma non c’è l’impatto, ad esempio, che deriva dai miasmi della lavorazione dei rifiuti, dei depuratori, o di altre fabbriche che potrebbero avere lavorazioni insalubri o che creano difficoltà per la popolazione.
Quindi, con serietà credo che sarebbe opportuno ragionare verso il futuro, ritirando questo documento, fatto salvo che, come avete visto nelle settimane scorse, io non ho nessun problema a incontrare insieme a voi gli uffici per chiedere conto del perché è stato autorizzato, se c’è qualcosa che manca, se si può integrare, se magari… Soprattutto, magari in quella provincia, se si è arrivati alla capienza totale, possiamo ragionare per il futuro, perché sarebbe anche bello, magari nelle prossime settimane, compatibilmente con tutti gli impegni del Consiglio regionale, anche vedere dove sono state richieste le autorizzazioni in merito all’impiantistica dei rifiuti.
Noi effettivamente se li autorizzassimo tutti, avremmo probabilmente un’eccedenza, dovremmo quasi passare, al contrario, ad importare rifiuti da altre Regioni. Però ad oggi siamo in grave carenza, l’opposto; siccome non li abbiamo autorizzati tutti, e la Regione non ha intenzione di autorizzarli tutti, perché non tutti saranno autorizzabili, immagino, è una disamina più tecnica che politica, per ragionare insieme e costituire un Piano rifiuti che vada a mirare alla autosostenibilità, a un incremento del riciclo, riuso e riutilizzo dei materiali, cercando di trovare soluzioni che vanno sempre più nel senso del rispetto dell’ambiente. Però, al contrario, ci deve essere anche rispetto per le normative vigenti, che se c’è un’autorizzazione e noi non troviamo ad oggi, perché nella mozione non ci sono elementi rilevanti, ragionare, fatto salvo che se ci fossero, ben vengano, uno li verificherà, predisponendo l’iter necessario da parte degli uffici, però al momento questo non c’è.
Penso sia giusto comunque recepire alcune situazioni che sono state poste a livello trasversale, quindi ragionare sul quantum che le varie Province devono soddisfare, puntando all’autosufficienza delle Province. È ovvio e normale che ci deve essere spazio sia per l’intrapresa a livello privato, anche trovando delle soluzioni pubbliche, quando possibile, cercando di stimolare anche le società partecipate dei Comuni, magari a trovare delle soluzioni, perché conoscono meglio il territorio. Ovviamente insieme questo lavoro siamo disponibili a farlo, però partendo da dati certi. Ci sono le leggi, ci sono le autorizzazioni già rilasciate. Possiamo sicuramente aggiustare il tiro, però sempre con logica, sempre con rispetto e senza, ovviamente, dire quello che poi il Consiglio regionale non ha il potere di fare. Non è che non si vuole farlo. Altrimenti diventa tutto complicato da portare avanti.
Ad oggi, però, difficoltà impiantistiche ci sono, abbiamo bisogno di impianti in tutto il territorio regionale. Ovviamente, la tematica va distribuita. Pertanto, sarebbe opportuno che ci fosse la possibilità di approfondire questo tema, ovviamente nelle sedi opportune, ritirando questo provvedimento, questa mozione e dando la possibilità quindi alla Commissione Rifiuti, anche con incontri direttamente con gli uffici competenti, e avere più informazioni anche nel merito, senza sfuggire a quella che può essere oggi una richiesta di informazioni importante.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Assessore.
Collega Battisti, prego.
Speaker : BATTISTI (Pd).
Presidente, in realtà, per chiedere se è possibile, dopo un’interlocuzione con la collega consigliera Zeppieri, la sospensione di due minuti dell’Aula per riformulare il testo della mozione.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è un accoglimento da parte della collega per riformularlo. È giusto?
Speaker : BATTISTI(Pd).
Ci vogliamo confrontare, quindi chiediamo del tempo per confrontarci.
Speaker : PRESIDENTE.
L’Aula riprenderà i lavori alle 12,14.
Ha chiesto due minuti, collega Califano. È inutile che polemizza. Ha chiesto due minuti e io ho dato due minuti. Facciamo alle 12,15. Due minuti. Io faccio quello che mi chiedete. Riprendiamo i lavori.
Sono stati sufficienti i due minuti e mezzo, collega? Scusate, colleghi, i lavori dell’Aula sono ripresi, quindi invito a prendere posto.
Collega Bonafoni, vuole intervenire sull’ordine dei lavori? Okay.
Speaker : ZEPPIERI (Polo Progressista Sinistra Ecologista).
Chiedo, Presidente, di poter procedere suddividendo il testo, quindi dividendo l’impegno, quindi una prima parte con il primo punto e di sottoporre a votazione tutto il resto, quindi di procedere a doppia votazione, dividendo così il testo, quindi lasciando separato il primo punto e gli altri tre punti insieme.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, però, se prendete posto, perché c’è stata una proposta. È stato riformulato un atto, che mi sembra anche… Invito i colleghi della Giunta e della maggioranza e chi è rimasto fuori di prendere posto, perché la collega ha illustrato una riformulazione per parti separate.
La proposta è di votare il primo punto – mi corregga – e poi gli altri punti in parte separata? Tutti e tre insieme. Cioè, primo punto separatamente e gli altri punti insieme. È giusto?
Speaker : ZEPPIERI (Polo Progressista Sinistra Ecologista).
Esatto, Presidente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
È chiara la questione? Scusate. Assessore Maselli, se prendiamo posto, perché questo era un punto… Quindi, la proposta così chiesta e riformulata è di votare il primo punto, quindi: “Si impegna il Presidente della Giunta regionale e l’Assessorato competente a rivalutare la procedura in oggetto, eventualmente intervenendo ai fini dell’annullamento o della revoca in autotutela degli atti autorizzativi di cui sopra, sentita l’Avvocatura regionale”. Questo è il punto in parte separata.
Poniamo, quindi, in votazione. Si vota il primo punto.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Quindi, il primo punto, in parte separata, è stato respinto.
Passiamo ai successivi. Rivà in votazione da “a rivalutare le proporzioni” fino a “detti strumenti di pianificazione”.
Lo poniamo in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Tutta la mozione è respinta.
Colleghi, abbiamo finito i lavori della seduta n. 11. A questo punto, dichiaro chiusi i lavori.
Sarete aggiornati attraverso la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Grazie.