Regione del Veneto
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Speaker : PRESIDENTE
Inizio lavori ore 10.50.
Iniziamo i lavori.
Approvazione dei verbali delle sedute precedenti.
Se non c’è nulla in contrario io li do per approvati.
Comunicazioni del Presidente ho i congedi del collega Bet e del Presidente Zaia.
Non ci sono risposte a interrogazioni e interpellanze per la seconda settimana di seguito.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
A verbale: ce ne lamentiamo senza stare a fare tutte le solite… Ce ne lamentiamo.
Speaker : PRESIDENTE
A verbale le lamentele muscolari della minoranza.
Passiamo al punto n. 6 dell’ordine del giorno: “Rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2023 del Consiglio regionale.
Relatrice la Vicepresidente Zottis.
Prego, Zottis.
Speaker : Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. L’autonomia del Consiglio regionale... all’articolo 46 dello Statuto del Veneto e disciplina della legge regionale del 31 dicembre 2012, n. 53: Autonomia del Consiglio regionale, su questo si basano poi le attività per quanto riguarda l’elaborazione anche del rendiconto della gestione del Consiglio.
Quest’anno le previsioni iniziali di entrata e di spesa di competenza del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2023 pareggiavano nell’importo di euro 66. 536.761, cui euro 16.000.000 per servizi per conto terzi a partite di giro.
Nel corso dell’anno 2023 sono state approvate le variazioni di bilancio approvate dal Consiglio regionale, dall’Ufficio di Presidenza e dal Dirigente Capo del servizio consiliare competente in materia di bilancio.
Le variazioni agli stanziamenti previsionali di competenza hanno reso definitive le previsioni finali di entrata e di spesa pari ad euro 79.078.333,67, la cui differenza è di euro 12.541.572,67 si riferisce alla variazione in aumento di euro 1.206.131,54 in entrata, per iscrizione del fondo pluriennale vincolato conseguente all’adeguamento degli stanziamenti di spesa agli importi dei residui passivi reimputati in sede di riaccertamento ordinario residui 2022; alla variazione in aumento di euro 11.186.905,74 di entrata, pari alla parte disponibile dell’avanzo di amministrazione accertato con l’approvazione del rendiconto della gestione 2022, da restituire alla Giunta regionale; alla variazione in aumento di euro 178.255 di entrata per utilizzo delle quote accantonate dell’avanzo di amministrazione risultante dall’ultimo rendiconto approvato, per far fronte all’erogazione dell’assegno di fine mandato e per la restituzione dei contributi versati per il trattamento indennitario differito nel corso della legislatura ad un Consigliere regionale cessato; alla variazione in diminuzione di euro 5.000 di entrata e di spesa, a seguito dei trasferimenti da parte della Giunta regionale al Consiglio regionale delle risorse allocate nel bilancio regionale per l’indennità e i rimborsi di spese spettanti ai componenti del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione del Veneto; alle variazioni in diminuzione di euro 106.648,26 di entrata e di spesa a seguito dei trasferimenti da parte della Giunta regionale al Consiglio regionale delle risorse allocate nel bilancio regionale per l’esercizio delle funzioni del Co.Re.Com. Veneto; alla variazione in aumento di euro 81.928,61 di entrata e di spesa a seguito dei trasferimenti da parte della Giunta regionale al Consiglio regionale delle risorse allocate nel bilancio regionale e del contributo per l’esercizio delle funzioni delegate al Co.Re.Com. Veneto.
Ad oggi la gestione finanziaria complessiva ha determinato un saldo positivo alla chiusura dell’esercizio 2023, accertato in euro 17.845.198,25. Tale saldo deriva, per euro 7.506.753,45 al saldo di gestione di competenza per euro 12.12.866,87 dal saldo della gestione dei residui e per euro 10.325.577,93 dall’avanzo accantonato e vincolato non utilizzato. La parte disponibile ad oggi risulta pari a 5.533.514,82.
Il fondo iniziale di cassa all’inizio dell’esercizio finanziario ammontava a euro 28.029.178,59 e, per effetto del risultato della gestione di cassa 2023, alla chiusura del medesimo esercizio ammonta a euro 36.973.307,43.
Lo stato patrimoniale lo potete vedere attestato nell’allegato A, come anche il conto economico.
Ad oggi si delibera di approvare il rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2023 del Consiglio regionale come da allegato, che forma parte integrante del presente provvedimento; di stabilire che la relazione consuntiva sull’attività svolta dal Co.Re.Com., di cui all’articolo 14 della legge regionale 10 agosto 2001 n. 18, sarà pubblicata in allegato al rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2023 dal Consiglio regionale, a cura del servizio competente; di stabilire che, ai sensi di quanto stabilito dal decreto legge n. 174/2012 e dalla normativa regionale di recepimento, i rendiconti per l’anno 2023 dei Gruppi consiliari, di cui all’articolo 6 della legge regionale n. 56/1984, saranno pubblicati in allegato al rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2023, a cura del servizio competente unitamente alla deliberazione della Corte dei Conti di pronuncia sul loro irregolarità; di trasmettere la presente deliberazione alla Giunta regionale al fine di consentire che le risultanze finali del rendiconto del Consiglio regionale confluiscano nel rendiconto dei consolidato, articolo 63, comma 3, decreto legislativo 118/2011.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega. Se non ci sono interventi, metto in votazione la PDA n. 79.
È aperta la votazione.
Se il servizio informatico aiuta ai colleghi che hanno… Baldin ha votato. Pan ha votato, mi pare che tutti i presenti in aula abbiano votato, quindi chiudo la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo al punto n. 7, PDA n. 80: “Applicazione della parte disponibile del risultato di amministrazione a seguito dell’approvazione del rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2023 e variazioni del bilancio di previsione finanziario 2024 del Consiglio regionale”.
Prego, collega Zottis.
Speaker : Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
In conformità a quanto disposto dal decreto legislativo 118/2011 e nel rispetto dei principi generali di congruità, coerenza e attendibilità contabile delle previsioni di bilancio, con il presente provvedimento si rende necessario apportare variazioni al bilancio di previsione finanziario. 2024-’25-’26, come di seguito descritto, nel rispetto delle modalità previste dall’articolo 51 del decreto citato.
Con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 19, del 9 aprile 2024, è stata approvata la proposta di rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2023, da sottoporre all’approvazione del Consiglio regionale.
L’avanzo di amministrazione accertato alla chiusura dell’esercizio finanziario 2023 è di euro 17.845.198,25, di cui la parte accantonata risulta complessivamente pari ad euro 11.370.737,41.
La parte vincolata risulta complessivamente a euro 940.946,02.
La parte disponibile risulta complessivamente pari ad euro 5.533.514,82.
La giacenza di cassa accertata alla chiusura dell’esercizio finanziario 2023 da iscrivere come fondo iniziale di cassa nel bilancio in corso aumenta a euro 36.973.307,43, come indicato nel conto reso dal Tesoriere allegato alla proposta di rendiconto della gestione.
Con il presente provvedimento si propone di sottoporre al Consiglio regionale l’approvazione delle seguenti variazioni, relativamente agli stanziamenti del primo esercizio considerato nel bilancio di previsione 2024 - 2025 – 2026:
- variazioni in aumento di euro 5.533.514,82 di entrata, pari all’utilizzo della quota libera dell’avanzo di amministrazione, accertato con l’approvazione del rendiconto della gestione 2023, da restituire alla Giunta regionale.
- variazioni di cassa conseguenti ai residui attivi e passivi definiti al reimpiego delle spese che risultano non più esigibili nell’esercizio 2023 e nell’adeguamento del fondo iniziale di cassa iscritto in entrata.
Si propone altresì di sottoporre al Consiglio regionale l’approvazione della variazione in aumento di pari importo in entrata e in spesa del primo esercizio del bilancio 2024/2026, con riguardo alla gestione tra Giunta e Consiglio regionale della spesa per il personale in comando.
Le variazioni di cui si propone con il presente provvedimento all’approvazione da parte del Consiglio regionale non alterano gli equilibri di bilancio, come indicato anche nell’allegato B.
Si delibera, quindi, di apportare al bilancio di previsione finanziario 2024 - 2025 - 2026 le variazioni di bilancio indicate nell’allegata tabella, la nota integrativa (allegato A) che forma parte integrante del presente provvedimento.
Di dare atto che le variazioni non alterano gli equilibri di bilancio, come rappresentati nell’allegato prospetto allegato B, che forma parte integrante del presente provvedimento; di restituire alla Giunta regionale la somma di euro 5.533.514,82, pari alla parte disponibile dell’avanzo di amministrazione accertato con l’approvazione del rendiconto della gestione 2023.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Zottis. Non vedo richieste. Lorenzoni, prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Ringrazio la Vicepresidente per la relazione e l’illustrazione molto dettagliata e molto precisa.
Io una raccomandazione vorrei fare alla Giunta: visto che restituiamo questi 5,58 milioni di euro, che è ormai una consuetudine, mi pare, di questa gestione e va bene, niente in contrario sulla restituzione, però la raccomandazione che vorrei fare, che mi auguro sia condivisa un po’ da tutti i colleghi, sia di utilizzare questi fondi che restituiamo alla Giunta per le leggi proposte dal Consiglio regionale. Io credo che sia un modo intelligente di dare un ruolo centrale e dare vigore all’azione di questo Consiglio, per cui mi sento di fare questa raccomandazione ai colleghi di Giunta presenti e anche ai colleghi di Giunta non presenti, qualcuno in particolare che vediamo di rado, perché questi soldi siano utilizzati al fine di sostenere le iniziative legislative di questo Consiglio regionale.
Speaker : PRESIDENTE
Altre richieste di intervento non ne vedo, per cui metto in votazione la PDA n. 80.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al n. 8 all’ordine del giorno, che è il disegno di legge relativo al Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2023 (PDL n. 259). Relatore, il collega Sandonà, prego.
Speaker : Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Il rendiconto generale è lo strumento attraverso cui il Consiglio regionale può conoscere e valutare l’attività svolta dall’Esecutivo nei 12 mesi trascorsi, in questo caso nel 2023.
È composto dal conto di bilancio con i relativi allegati, che dimostra i risultati finali della gestione sotto l’aspetto finanziario e fornisce informazioni di natura strettamente contabile, il conto economico, che evidenzia le componenti positive e negative della gestione di competenza economica dell’esercizio considerato, rilevate dalla contabilità-economico lo stato patrimoniale, che rappresenta la consistenza del patrimonio al termine di esercizio.
Nel rimandare per tutti i ragguagli e gli approfondimenti necessari alla relazione che accompagna il testo licenziato dalla Prima Commissione, si sintetizzano di seguito le poste finali evidenziate dal rendiconto per l’esercizio 2023. Il fondo cassa al 31.12.2023, pari a 1,411 miliardi di euro, è superiore a quello di fine 2022, quando ammontava a 1,289 milioni. Nell’intervallo temporale 2011-2023, il fondo cassa mostra un andamento costante, dimostrando una gestione regolare e continua nel tempo nell’utilizzo delle risorse; residui attivi, determinati in 5,118 miliardi, residui passivi, determinati in 4,61 miliardi, fondo pluriennale vincolato, ammontano a complessivi 497 milioni.
Il risultato di amministrazione al 31.12.2023, determinato sommando il fondo cassa con i residui attivi, sottraendo i residui passivi e il fondo pluriennale vincolato, è positivo per 1.972 milioni. Era pari a 1.705 milioni al 31.12.2022. Si consolida, quindi, un significativo miglioramento di tale voce, che al 31.12.2014 ammontava ‒ ricordiamo ‒ a meno 677 milioni, prima del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, e dopo quasi un decennio passa a 1.972 milioni.
Nella determinazione complessiva del risultato di amministrazione occorre tener conto delle poste finanziarie accantonate, pari a 2.748 milioni, vincolate per legge. Di seguito le più rilevanti tra le poste accantonate: il Fondo anticipazioni di liquidità ammonta a 1.244 milioni e rappresenta le anticipazioni erogate dalla Regione negli anni 2013-2014, al netto delle quote rimborsate fino all’esercizio 2022, destinate al pagamento dei debiti del Servizio sanitario regionale; il Fondo crediti di dubbia esigibilità ammonta a 1.114 milioni; il Fondo rischi per escussione e garanzie ammonta a 10,2 milioni; il fondo contenzioso ammonta a 20 milioni; il fondo per la copertura di potenziali conguagli dello Stato su manovre fiscali ammonta a 19 milioni; l’accantonamento per la copertura delle minori entrate relative al contenzioso tributario in materia di IRAP e addizionale IRPEF ammonta a 15,5 milioni; l’accantonamento per fronteggiare gli oneri derivanti dalle gestioni liquidatorie delle ex USL ammonta a 10,7 milioni; il Fondo per il concorso regionale alla copertura degli eventuali deficit del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali Milano - Cortina 2026 ammonta a 96,2 milioni.
L’accantonamento di risorse regionali da destinare al finanziamento degli extra LEA 19/22 ammonta a 85.000.000.
L’accantonamento di risorse regionali da trasferire allo Stato per assicurare il contributo alla finanza pubblica ammonta a 13,9 milioni.
L’accantonamento di risorse regionali da destinare alla copertura del trattamento integrativo dell’indennità di premio di servizio corrisposto dall’INPS, ammonta a 20.000.000 e nel rispetto poi degli obblighi prudenza nella formazione del bilancio come da ultimo normato dal decreto legislativo 118/2011 vengono accantonati 27,5 milioni, ovvero il 50% della somma di cui alla lettera di patronage, pari a 55.000.000 sottoscritta dalla Regione Veneto, dalla Regione Lombardia inerente all’utilizzo da parte del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici - finanziamenti bancari necessari per l’attività in capo ad esso.
L’accantonamento di 13,7 milioni è relativo al contenzioso per la società concessionaria per lo sviluppo e la gestione del progetto integrato Fusina.
Accantonamento di 45,6 milioni per il potenziale maggiore esborso quale canone di disponibilità dell’Amministrazione a favore della società concessionaria superstrada Pedemontana veneta.
Le poste vincolate, come ho detto, ammontano a 560.000.000 si riferiscono a entrate accertate in corrispondenza delle quali non si è ancora impegnata la corrispondente spesa.
Si suddividono in 57.000.000 per vincoli fissati dalla legge dei principi contabili, 394.000.000 derivanti da trasferimenti, 108.000.000 per vincoli formalmente attribuiti all’Ente, 1.000.000 per vincoli derivanti da contrazione di mutui.
Alla chiusura dell’esercizio 2023, considerando le poste accantonate e quelle vincolate, il disavanzo finanziario accertato nella somma di 1,337 milioni e nel 2015 era di 3,184 milioni, al netto della contabilizzazione relativo del citato fondo anticipazioni di liquidità 1,244 milioni, il disavanzo è pari a circa 93.000.000 in miglioramento per circa 2.000.000 rispetto a quello di inizio 2023 e riconducibile a mutui autorizzati e non contratti, il cosiddetto DANC, e non imputabile quindi al disavanzo di gestione.
Rispetto a nove anni fa la riduzione è di 1,946 milioni. Ciò sta a significare che la copertura degli impegni originariamente finanziati con autorizzazione all’indebitamento viene garantito con risparmio pubblico regionale per gli esercizi futuri, quindi diminuiscono gli eventuali oneri che devono essere stanziati per la copertura del mutuo che ancora non si andrà a contrarre, non riscontrandosi esigenze di cassa.
Per quanto concernente le entrate, gli accertamenti totali, relativi ai vari titoli, ammontano a 16.868.000.000, mentre le riscossioni totali sono determinate in 16.557.000.000. Escludendo le entrate per conto terzi e partite di giro, gli accertamenti ammontano a complessivi 14.813.000.000 e le riscossioni a 14.574.000.000.
Il Titolo I “Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa” assorbe l’80% del totale.
Sul fronte delle spese, gli impegni totali relativi alle varie missioni sono pari a 16.431.000.000, mentre i pagamenti totali sono pari a 16.434.000.000.
È doveroso poi segnalare il corposo capitolo 18 della relazione sulla gestione, interamente dedicato ai progetti di investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare, il PNC.
Volendo in questa sede sintetizzare, al 31.12.’23 la spesa complessivamente impegnata dal PNRR e dal PNC ammonta a 1.229,7 milioni, quella pagata ammonta a 139,1 milioni.
La Regione Veneto e coinvolta nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” con impegni per 89,1 milioni e pagamenti per 15,6 milioni.
La Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” impegni per 244 milioni e pagamenti per 37 milioni.
Missione 03 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” impegni per 24,7 milioni e pagamenti per 5,8 milioni.
Missione 05 “Inclusione e coesione” impegni per 122,4 milioni e pagamenti per 73,2 milioni.
Missione 06 “Salute” impegni per 749,1 milioni e pagamenti per 7,3 milioni.
È importante poi sottolineare che l’affiancamento alla contabilità finanziaria della contabilità economico-patrimoniale ha determinato la redazione del conto economico e lo stato patrimoniale e la gestione nel 2023 ha portato a un risultato economico di esercizio positivo di 87 milioni, nel ‘22 ammontava a 100 milioni.
La situazione patrimoniale attiva e passiva è di 10.588 milioni e nella variazione, rispetto al 2022, incide la diminuzione sia dei crediti che dei debiti. Il patrimonio netto risulta di 2.759.000.000 e incide nella variazione del risultato di esercizio, più 87 milioni di aumento del valore complessivo del valore delle partecipazioni regionali valutate a patrimonio netto, più 42,9 milioni.
Al termine di questa relazione si reputa utile ripercorrere velocemente i passaggi intercorsi nell’anno 2024 con riferimento al rendiconto generale della Regione di questo progetto di legge, per l’esercizio 2023.
Il disegno di legge è stato deliberato dalla Giunta regionale il 30 aprile; il 22 maggio è stato presentato, con l’illustrazione, in Prima Commissione estesa a tutti i Consiglieri regionali; il Collegio dei revisori dei Conti ha espresso, in data 25 maggio, parere favorevole all’approvazione del medesimo. Lo stesso ha fatto il CAL, il Consiglio delle Autonomie locali, che ha espresso il proprio parere in data 27 maggio. Infine, la Sezione regionale di controllo per il Veneto della Corte dei conti ha parificato il rendiconto, con approvazione piena, e non parziale, in data 12 luglio, conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente. Il 17 luglio il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla Prima Commissione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Presidente.
Capogruppo Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, presidente Zottis.
Il bilancio consuntivo, come sapete, va a mio giudizio analizzato sotto due lenti. La prima è quella che riguarda l’analisi della gestione finanziaria, che rappresenta i numeri del bilancio, funzione che ha svolto in maniera puntuale il relatore, il presidente Sandonà. Alla valutazione dei numeri, però, Presidente, andrebbe accompagnata anche qualche valutazione di tipo politico rispetto a cosa quei numeri significano in termini di amministrazione regionale. Da questo punto di vista, la sua relazione, Presidente, è totalmente manchevole.
Dico che bisognerebbe affrontare la discussione su questi due piani perché i due piani sono fortemente collegati. Non c’è una contraddizione. Anzi, noi riusciamo e possiamo dare un giudizio politico su come state amministrando la Regione partendo principalmente dai dati di bilancio. Vediamo cosa dicono i numeri che il relatore, il presidente Sandonà, ci ha appena illustrato. Per riassumere, come farebbe e come fa di solito l’assessore Calzavara, abbiamo i conti in ordine. Cosa significa avere i conti in ordine, però, è necessario che lo teniamo ben presente: significa che perseguiamo, raggiungiamo l’ordinario equilibrio di bilancio e cioè che abbiamo un bilancio in pareggio, cioè con i saldi non negativi. Lo dico perché che sia chiaro che quando ci dite che abbiamo i conti in ordine, semplicemente abbiamo raggiunto l’equilibrio di bilancio, non un passo in più.
Quindi è un saldo non negativo in termini di competenza tra entrate e uscite, esattamente quello che fa il 99,9% degli Enti locali e delle Regioni.
Certo, non mi sfugge il fatto che, ad esempio, il giudizio della Corte dei Conti rispetto alla regolarità va oltre le risultanze di bilancio ed esprime più in generale anche un apprezzamento per la coerenza tra la programmazione e l’allocazione di bilancio sulla correttezza delle scritture contabili, ma anche in questo e sotto questo punto di vista il giudizio della Corte dei Conti rispetto alla regolarità è un giudizio puramente tecnico, puramente contabile e in particolar modo sotto il profilo contabile quali sono i due elementi che bisogna provare a considerare; il primo l’ho già detto: è l’equilibrio, c’è un saldo non negativo in termini di competenza e l’altro elemento, su cui vale la pena, Presidente Sandonà, fare un paio di riflessioni è il risultato di amministrazione.
Lei giustamente ci ha ricordato come il risultato di amministrazione per il rendiconto 2023 sia in avanzo per quasi 2 miliardi.
Colleghe e colleghi, quando dico che l’avanzo di amministrazione è di 2 miliardi significa che noi, nel 2023, incassando quello che dovevamo incassare e spendendo quello che dovevamo spendere abbiamo risparmiato 2 miliardi. Vuol dire questa roba qua. Lo dico perché ogni volta ci lamentiamo, Assessore, che non ci sono mai i soldi, in realtà i soldi ci sono, tant’è che noi chiudiamo il bilancio avanzando quasi 2 miliardi di euro e perché siamo costretti ad avanzarli 2 miliardi di euro, anziché spenderli per le necessità urgenti che quotidianamente in questo Consiglio regionale affrontiamo? Perché abbiamo dei debiti vecchi che dobbiamo obbligatoriamente ripagare e quando la Corte dei Conti ci dice: bravi, ce lo dice perché la Corte dei Conti, che rappresenta, diciamo, l’organo che deve vigilare sulla tenuta della finanza pubblica è contenta quando un Ente che ha i debiti ripiana i debiti, non valuta se quei soldi potrebbero essere diversamente impiegati, soprattutto in una fase economica come questa; e perché abbiamo questi debiti per 2 miliardi da pagare ogni anno da 10 anni a questa parte? Perché questa Amministrazione regionale, questa, dal 2000 c’è il Presidente Zaia, diciamo negli anni dal 2010, tra il 2013 e il 2020 questa Amministrazione regionale ha speso più di quello che aveva, soprattutto sotto le campagne elettorali, nella fase del primo mandato, sia in termini di anticipazione di liquidità per il comparto sanità, sia in termini di opere pubbliche.
Quindi noi, per delle scelte assunte da questa Amministrazione regionale 15 anni fa o negli ultimi 15 anni, da 10 anni non solo non abbiamo risorse che ci avanzano, ma dobbiamo risparmiare per pagare debiti vecchi. Lo dico perché sennò sembra che il fondo anticipazione liquidità e il debito autorizzato e non contratto siano delle mannaie di finanza pubblica che ci sono capitate tra capo e collo, senza che ce ne accorgessimo e invece è stata una scelta di politica di bilancio fisiologica, che si fa sempre quando si inizia il proprio mandato. Chi ha fatto il Sindaco sa che i primi anni si fanno gli investimenti, solo che, quando gli investimenti sono tali che ti costringono a stare per 10 anni al risparmio, con la cinghia tirata, un problema politico, relatore Sandonà, si dovrebbe porre, si dovrebbe registrare questo dato di bilancio.
Noi, di tutti questi debiti vecchi in 10 anni abbiamo rimborsato oltre 2 miliardi e, per questa ragione, dal 2014 in questa regione non esiste avanzo disponibile. Anche qua chi ha fatto l’amministratore locale lo sa: non si vede l’ora di chiudere il bilancio dell’anno precedente per avere un po’ di avanzo da portare all’anno nuovo per poter affrontare alcune emergenze. Per la Regione del Veneto, per colpa della gestione del presidente Zaia, che governa questa Regione da 15 anni, questa modalità amministrativa non è applicabile, perché tutto l’avanzo che noi realizziamo, cioè tutti i risparmi che, nel corso dell’anno, riusciamo a fare a fatica, li dobbiamo utilizzare per pagare i debiti pregressi.
Quindi io vorrei, visto che verosimilmente è l’ultimo o il penultimo rendiconto che questa legislatura vede, che imparassimo a sostituire la parola “conti in ordine” con “enorme piano di rientro mascherato” quale eredità dei tre lustri di amministrazione regionale di Luca Zaia – chiamiamo le cose con il loro nome – e peseranno ancora di più, dopo spiegherò perché, su chi verrà dopo il presidente Luca Zaia, che nel frattempo ha speso e che nell’ultima legislatura ci ha fatto tirare la cinghia.
Chi arriverà dopo cosa farà? Perché guardate che in questo contesto bloccato da una gestione di bilancio e da una politica di bilancio che vi ho appena descritto, il presidente Zaia sostanzialmente – mi limito a questa legislatura, ma potremmo andare indietro nel tempo, nei quindici anni del suo mandato, sostanzialmente, ha lanciato due scommesse alla Regione del Veneto. La prima scommessa che ha lanciato è quella delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Si tratta di una manifestazione importantissima, fondamentale. Sappiamo tutti e speriamo tutti in un successo sportivo e di pubblico per quell’evento. Manca poco. Sappiamo anche che, per come stanno andando le cose, ad oggi, quelle Olimpiadi per la Regione del Veneto servono di più e serviranno di più come spot elettorale per il presidente Zaia che per dare una mano ai conti pubblici di questa Regione o, peggio ancora, per contribuire allo sviluppo del territorio veneto e bellunese. Questa cosa, cioè il fatto che una scommessa sia più utile al Presidente che alla Regione del Veneto, accade sempre quando si antepone il proprio interesse personale all’interesse collettivo, cioè quando si nega la funzione pubblica che si è chiamati a rappresentare.
Dirò alcune cose ‒ tre ‒ sulle Olimpiadi. La prima: mancanza di trasparenza. I calcoli vengono fatti un tanto al chilo; quando non si fanno le opere è colpa del Governo, non ne sappiamo niente, salvo poi nominare rappresentanti della Regione in tutti gli organismi preposti; non sappiamo quanto ci costerà; avete detto che non ci costerà niente, però, nel frattempo, continuate ad accantonare milioni su milioni in attesa del deficit. Sul punto segnalo ‒ lo ha citato il presidente Sandonà ‒ l’ennesimo accantonamento, oltre quello da circa 100 milioni, già presente, di 27,5 milioni, ulteriori. Chiedo, durante la Commissione, all’Assessore e al dottor Masullo: come mai questo nuovo accantonamento? La risposta è stata: non c’è nessun motivo, è solo prudenza. Bugia. Questo lo dico rispetto al fatto che ci vorrebbero un po’ di parole di verità quando ci diciamo le cose dentro quest’Aula.
Siamo costretti, oltre ai 100 milioni, ad accantonarne altri 27,5 con questo rendiconto perché la Corte dei conti, che guarda i bilanci della Fondazione Milano-Cortina, dentro la quale la Regione del Veneto esprime il proprio componente da diversi anni... Continuano ad essere bilanci in rosso. La Corte dei conti dice: Regione del Veneto, metti da parte un po’ di soldi, perché se il deficit di quel Comitato continuerà, come sta continuando, altro che i 99.000.000 già accantonati; relatore Sandonà dentro questo rendiconto del 2023 c’è un fatto politico nuovo che riguarda, appunto, l’appuntamento delle Olimpiadi. Non può non essere citato e non può non accendere un faro di attenzione rispetto a cosa sta succedendo nei conti pubblici di quella manifestazione.
Seconda questione: figuraccia mondiale sulla vicenda della pista da bob queste saranno le Olimpiadi che verranno ricordate per l’avanti e indietro della Regione del Veneto sulla pista da bob. Prima la vogliamo fare a tutti i costi, ci metto i soldi, è il simbolo, ha detto il Presidente Zaia: la pista da bob è il simbolo del riscatto del Veneto sulle Olimpiadi. Poi, si è accorto che c’aveva i soldi per farla, che costava troppo, che avrebbe avuto e che avrà un impatto sul piano ambientale devastante e ha iniziato a dire: No, va beh, ma se vogliono la fanno gli altri. Decidono i tecnici mi pare sia la nuova moda del Presidente Zaia quando è nel cul de sac, decidono i tecnici, decide il Governo, decide il Ministro, ci mettono i soldi gli altri, io non metto una lira sulla pista da bob; avete mandato una lettera dopo che avevate detto, dopo che il Presidente Zaia aveva detto: la pista da bob è il mio riscatto, il mio orgoglio per le Olimpiadi, avete mandato una lettera al Governo dicendo: la Regione del Veneto, però, sulla pista da bob i soldi non li mette. Si farà? Riusciremo ad apriresti giochi? Ma la figura mondiale di inefficacia, di inadeguatezza, di impreparazione quella rimarrà, colleghe e colleghi.
Infine, sulle Olimpiadi, anche su questo, la distanza siderale tra le cose che il Presidente dice e i fatti che poi si verificano le Olimpiadi saranno fondamentali, assessore De Berti, per dare il lancio lo slancio a delle opere strategiche che la Regione del Veneto attende da anni e che non siamo riusciti a fare in particolare la variante di Longarone e la variante di Cortina. Prima queste due grandi opere infrastrutturali e viarie da urgenti sono diventate differibili, quindi non finiranno, non le faremo in tempo per le Olimpiadi. Forse per le prossime. Due: non sono manco finanziate dal Governo. Cioè una è finanziata da fare dopo le Olimpiadi, l’altra è parzialmente finanziata e lo sappiamo tutti che fine fanno le grandi opere infrastrutturali parzialmente finanziate. Va benissimo. Ma allora diciamo le cose come stanno: le Olimpiadi saranno, sicuramente, una vetrina fondamentale per il presidente Zaia, quanto impatteranno sul bilancio della Regione del Veneto non è dato sapere, quanti benefici porteranno in termini infrastrutturali non è dato sapere e questa è la modalità con cui abbiamo accettato che venisse gestita la politica di bilancio nella nostra Regione.
L’altra scommessa che ha fatto il presidente Zaia – penso lo possiate immaginare – si chiama strada Pedemontana veneta e ve l’ha detto il ministro Salvini che è una fesseria l’impianto finanziario che voi avete voluto dare a quell’opera; capisco che se lo dico io, non ci credete, ma ve l’ha detto il vostro Ministro alle Infrastrutture, che vi ha spiegato che, con un impianto finanziario di questo tipo, il bilancio della Regione del Veneto non regge.
E, a proposito di fatti politici che stanno dentro questo bilancio di rendiconto, relatore Sandonà, così come c’è un ennesimo accantonamento per le Olimpiadi, c’è un ennesimo accantonamento anche per la strada Pedemontana veneta di oltre 40 milioni, oltre all’enorme punto di domanda con il quale dobbiamo fare i conti rispetto a quale sarà il reale impatto economico e finanziario di quell’opera sui destini del bilancio regionale.
Olimpiadi e Pedemontana sono due delle eredità complicate, perlomeno sotto il profilo economico e finanziario, che il presidente Zaia lascia a chi verrà dopo di lui.
Ora, io credo – ho fatto solo gli esempi più clamorosi e potrei citarvene molti altri – che non si possano gestire i conti pubblici con questa approssimazione e con questa superficialità; l’impressione che si è dall’opposizione, guardando però dentro quei numeri, è che ci sia un approccio ragionieristico, tecnico, non tanto finalizzato al benessere della nostra Regione, quando a rendere possibile e contabilmente accettabili le ambizioni personalistiche del presidente Zaia.
E guardate che questo è un errore di fondo che pagheremo tutti, perché noi non possiamo ingessare il bilancio della Regione del Veneto per 10 anni, perché non sappiamo cosa sarà di quel bilancio nel momento in cui arriveranno le Olimpiadi e la Pedemontana, perché ci mancano risorse per tutto il resto.
Se questo è il profilo tecnico-contabile, i fatti politici che già stanno dentro i numeri di bilancio e che non ho sentito evidenziati dal relatore Sandonà, è chiaro che il bilancio consuntivo, cioè il bilancio finale del 2023 non può essere soltanto la garanzia dei conti in ordine, ma diventa, deve diventare, l’analisi, la discussione che facciamo oggi, una valutazione sul bilancio quale strumento di democrazia, di politica.
Quando dico, dunque, assessore Calzavara, che ci mancherebbe anche non avere i conti in ordine, non lo dico per banalizzare i risultati ragionieristici raggiunti, ma per sottolineare che la funzione delle politiche di bilancio, perlomeno sul piano politico, non è il raggiungimento del pareggio, dell’equilibrio di bilancio, sennò non ci metteremmo un Assessore della Giunta. Basterebbe il ragioniere capo. La finalità del bilancio di un Ente pubblico deve essere il perseguimento della buona amministrazione, attraverso scelte giuste. È questo il giudizio che noi esprimeremo su questo bilancio 2023.
Il mantenimento dell’equilibrio finanziario, quindi, non è un valore di per sé. Non si vota verde perché abbiamo i conti in ordine. Anche perché non arriverebbe neppure il bilancio in quest’Aula se non avessimo i conti in ordine. Non avremmo la parifica della Corte dei conti. Il voto, il verde o il rosso, dipende dal giudizio politico che noi diamo di questi conti e di questi numeri, cioè capire se questi conti e questi numeri sono funzionali a recuperare la crescita economica del nostro territorio e a promuovere il benessere e la coesione sociale. Su questi due elementi giudicheremo il vostro bilancio e giudicheremo i quindici anni della vostra Amministrazione regionale. A maggior ragione oggi, alla vigilia della chiusura dell’epoca di Luca Zaia presidente.
Per fare questo, assessore Calzavara, guardiamo lo stato di salute del Veneto oggi, ma non attraverso il mio punto di vista: proviamo a guardarlo attraverso lo sguardo severo che quest’anno ha usato la Corte dei conti o attraverso il quadro chiarissimo che ci ha restituito il rapporto statistico 2023 della Regione del Veneto. Sono due informative che vanno lette insieme al rendiconto di bilancio, perché il quadro che ci fanno la Corte dei Conti e l’ufficio statistico, che coincidono nell’analisi di fatto, corrispondono ai numeri che noi ritroviamo nel vostro bilancio, bilancio nel quale diminuisce anno dopo anno l’ammontare della spesa. Solo nel 2023 la spesa della Regione del Veneto è diminuita del 2,7%.
Faremo questa valutazione attraverso le parole della Corte dei Conti e dell’ufficio statistico, con una premessa fondamentale, certificata da Banca d’Italia prima, qualche mese fa e dalla stessa Corte dei Conti ora, che scrive nero su bianco, care colleghe e cari colleghi, che la crisi e la pandemia hanno avuto in Veneto un impatto negativo maggiore rispetto al livello nazionale.
Cioè noi ci troviamo in una Regione in cui la Banca d’Italia qualche mese fa e la Corte dei Conti oggi ci dicono: attenzione, perché se è vero che la pandemia e la crisi economica hanno colpito tutti in questa Regione il colpo è stato più duro che negli altri territori, tanto che per la prima volta da diversi decenni in una fase complicata come quella che stiamo attraversando il Veneto va peggio delle altre Regioni.
Per la prima volta, dopo decenni, il Veneto cresce in linea con la media nazionale, colleghe e colleghi, fino a qualche anno fa il Veneto cresceva il doppio, correva a doppia velocità rispetto alla media nazionale.
Oggi siamo allo stesso livello e quello che più preoccupa, assessore Calzavara, sono le previsioni di crescita che restituiscono un clima di incertezza, con aspettative basse per la nostra Regione.
Certo, il PIL pro capite del Veneto rimane superiore alla media nazionale, ma anche in questo caso negli ultimi anni si è avuta una progressiva contrazione del potere d’acquisto e in particolar modo a causa dell’inflazione che, attenzione, nella Regione del Veneto ha corso e corre più veloce che nelle altre Regioni d’Italia.
Il combinato disposto in Veneto è l’1% l’Italia 0,6; io non sto dicendo che è colpa del… dopo le spiegherò, capogruppo Villanova, ma forse qualcuno che dica le parole di verità in base ai documenti che fate voi bisognerebbe cominciare ad accettarlo quantomeno.
Quindi noi non solo siamo la Regione che ormai corre alla stessa velocità media dell’Italia, ma siamo la Regione che ha registrato livelli di inflazione più alti rispetto alla media nazionale e vi ricordo che la ricchezza che si consuma per l’inflazione non è la ricchezza trasversale, perché la ricchezza che si consuma per l’inflazione è la ricchezza principalmente delle fasce più fragili e più povere, perché l’inflazione, quando è alta, accrescere le diseguaglianze, tanto che, assessore Calzavara, per la prima volta nel 2023, come dice l’Ufficio statistico regionale, assistiamo ad una contrazione della base imprenditoriale: si riduce il numero delle imprese.
E quali sono le imprese che chiudono nella nostra Regione? Quelle piccole, quelle artigiane, quelle meno strutturate. Quali riescono a tenere? Quelle più grandi e la società di capitale. Chi chiude? Le imprese femminili e le imprese giovanili. Chi resiste? Le imprese finanziarie. L’unico comparto che cresce in questa Regione nel 2023 è il turismo: ottimo, è una buona notizia, anche se è il settore industriale che ha il più basso moltiplicatore in termini di economicità, cioè il PIL che si diffonde è inferiore rispetto alla manifattura ad esempio.
Bene, cresce il turismo e conferenze stampa per dire che il Veneto è la prima Regione turistica d’Italia e sapete qual è la struttura ricettiva in cui va quasi la metà delle persone, secondo il rapporto statistico, che vengono in vacanza in Veneto? Alloggi privati, che riduce ovviamente ancora di più quel moltiplicatore, perché un conto è se l’ospite turistico va in albergo, va nel al ristorante, va nel B&B, no, va nell’alloggio privato, che infatti, non a caso, vede nel Veneto una delle Regioni con la maggiore espansione.
Tutto questo, il quadro economico che vi ho fatto, rientra in un contesto in cui peggiora gravemente il quadro ambientale e infatti certifica la Corte dei Conti: “Non si registrano progressi sotto questo profilo e la Regione del Veneto continua ad essere un territorio nel quale frammentazione eccessiva, riduzione degli ecosistemi, effetti idrogeologici, rischi di frane e smottamenti, inquinamento, degrado ambientale e consumo del suolo sono in continua crescita”, giudizio di parifica della Corte dei Conti. Neanche quello che dici tu è Vangelo. Diciamo che ci sono dati che tenderebbero a farmi credere che dicono cose vere. Per carità, possiamo anche negare la verità. Ci sono fenomeni molto diffusi di negazione della realtà. Assistiamo da quindici anni al racconto di una fotografia della nostra Regione che non corrisponde al vero. Non mi stupisce che anche in quest’Aula si tenti la stessa operazione. Questo, però, non mi esime dal dover dire le cose come stanno. Questa è la fotografia del Veneto dopo quindici anni del presidente Zaia.
Per specificare: io non sto dicendo che il Veneto non cresce, non sto dicendo che nel Veneto si sta male. Rimane ed è una delle Regioni più importanti d’Italia, con il tessuto imprenditoriale più laborioso, indicatori del PIL, ricchezza pro capite, ricchezza media. Il Veneto è cresciuto in questi quindici anni del presidente Zaia? Sì, è cresciuto. È cresciuto come tutte le altre Regioni, forse anche di più. Sa qual è il problema, assessore Calzavara? Che in questi quindici anni il Veneto di Zaia è cresciuto in maniera diseguale. Del resto, il sistema capitalistico e il libero mercato sono, per definizione, sistemi economici e sociali che producono diseguaglianze, che sono finalizzati alla crescita e non si occupano di come quella crescita è distribuita. La globalizzazione questo ce l’avrà insegnato. Non riguarda il Veneto, questo fenomeno. Riguarda il mondo. Il mondo capitalistico, se non è governato, produce diseguaglianze, accresce diseguaglianze. Penso che questa sia la più grave colpa che abbiate voi che avete governato la Regione del Veneto in questi quindici anni. Non avete fatto niente che abbia in qualche modo orientato lo sviluppo fisiologico del sistema capitalistico in un’ottica di redistribuzione, in un’ottica di equità. La crescita c’è. A maggior ragione in Veneto, dove ci sono un sacco di imprese, c’è tanto lavoro, si vive bene. La crescita non la garantisce il presidente Zaia. La garantisce il sistema economico di questa Regione. Cosa avrebbero dovuto garantire il presidente Zaia e la Giunta regionale? Equità, giustizia sociale. Su questo siete totalmente mancati.
Vi abbiamo detto come si poteva fare, vi abbiamo dato dei suggerimenti, vi abbiamo detto di mettere in campo delle politiche redistributive da poter affrontare attraverso la leva fiscale, volgarmente detta “addizionale IRPEF”, e avete detto “no”, no più per una questione ideologica, a proposito di immagine del Presidente che viene prima dell’interesse dei veneti; no, io non metto le mani nelle tasche dei veneti; tra l’altro è uno slogan di berlusconiana memoria anni 90, quindi anche un po’ demodé, a mio giudizio, ma va bene; del resto cosa se non i principi della destra conservatrice degli anni 90 governano questa Giunta fuori moda.
Avete detto no. Addizionale IRPEF no. Abbiamo detto: va, beh, proviamo - seconda strada - proviamo a fare delle politiche di bilancio espansive e non continuamente restrittive, come abbiamo visto anche quest’anno con il 2,7% in meno di spesa.
Facciamo delle politiche espansive, acceleriamo sugli investimenti pubblici; avete detto no, perché dobbiamo ripagare i debiti che abbiamo fatto in questi cinque anni, quindici anni.
Calcolate che noi stiamo governando, voi state governando, la Regione del Veneto negli anni di assenza del patto di stabilità, questi erano gli anni che consentivano anche i bilanci delle Regioni di poter attivare delle politiche espansive. Non avevate i piani di rientro che l’Europa fino a prima della pandemia imponeva alle Regioni. Vi bastava l’equilibrio di bilancio e dall’anno prossimo, a proposito dei regalini di chi verrà dopo, ricominceranno le restrizioni del patto di stabilità. Era questa la legislatura per poter investire su politiche pubbliche espansive e non l’avete fatto.
Allora vi rimaneva la terza via da provare a percorrere, quella più politica, scegliendo, appunto, le strade che orientassero e condizionassero la crescita verso l’equità e l’inclusione, e avete scelto di non percorrere neppure questa strada. Farò soltanto alcuni esempi. Ho detto che il Veneto cresce l’economia cresce. Le imprese crescono, quelle grandi a scapito di quelle piccole, quelle strutturate a scapito delle piccole e piccolissime imprese che poi costituiscono l’ossatura fondamentale del sistema produttivo della nostra Regione.
Avete messo in campo politiche di protezione per quelle imprese? Avete messo in campo percorsi di crescita dimensionale per quelle imprese? Dubito perché l’assessore Marcato veniva tutti i giorni in quest’Aula a spiegarci che piccolo è bello, mentre il mondo travolgeva le piccole e piccolissime imprese del Veneto e anche le grandi imprese; non tutte le grandi imprese meritano gli stessi sussidi pubblici.
Potevate introdurre un sistema di sussidi pubblici con forti condizionalità, finanziamo e sosteniamo le grandi imprese, dico io, che investono sull’ambiente, che investano su servizi di protezione sociale e invece no: andava bene tutto, sia il microchip, che il bullone, non c’è una scelta di politica industriale che in questi 15 anni abbia segnato lo sviluppo della nostra regione, andava bene tutto, perché questo non è un governo della Regione, è un non governo della Regione.
In Veneto cresce il risparmio, sì, il risparmio dei grandi e delle grandi imprese finanziarie, mentre cala inesorabilmente il risparmio delle piccole famiglie e il risparmio privato. Anche su questo, per andare in controtendenza rispetto alla propensione delle famiglie a spendere i risparmi per far fronte alle emergenze, potevate investire in politiche di sostegno al reddito e ai servizi per le famiglie, che invece avete lasciate e guardato impoverire: guardate i dati dell’ufficio statistico sui risparmi privati della nostra regione.
In generale avete costruito un sistema regionale in cui avanza chi ce la fa e chi non ce la fa resta indietro: guardate la legge sugli ATS, appesa per 24 anni, che dovrebbe occuparsi proprio dei bisogni delle persone, che ancora non si sa se e come verrà applicata; guardate la gestione delle case di riposo, giusto per usare slogan triti e ritriti: riforma delle IPAB, assessore Lanzarin, ma sono passati 15 anni e non è che la fate adesso e risolviamo il problema; il mancato investimento sulla scuola pubblica.
Guardate – la dico così – che, quando facciamo la battaglia sulle borse di studio, non facciamo la battaglia di minoranza per 4.000 studenti sfortunati su 5.000.000 abitanti, ma cos’altro è l’Università pubblica se non il più grande ascensore sociale che la Regione avrebbe a disposizione per sostenere la crescita inclusiva paritaria? Una grande operazione di giustizia sociale, la cultura cos’altro è se non un biglietto di sola andata per un progetto di vita che migliori ed emancipi la condizione delle persone? Non sono quei 4.000 studenti e studentesse, è un’idea di società che prova a costruire condizioni di equità e di coesione sociale e neanche su quello avete voluto sentir parlare.
Infine il PNRR: abbiamo passato anni a dire che i 200 miliardi dell’Unione Europea dovevano essere l’occasione per cambiare l’Italia, per cambiare il Veneto, che non dovevano essere sprecati quei soldi, che questo grande progetto non doveva essere l’ennesimo scivolone. Vi abbiamo chiesto, anziché andare a pescare a caso i progetti, facciamo una programmazione che, attraverso i fondi del PNRR, cambi davvero il volto a questa Regione. Quando ci recapitano tutti questi soldi? Avete fatto una delibera di Giunta con i famosi 17 progetti, i colleghi se lo ricorderanno: l’idrogeno, la superstrada. Cos’altro c’era, collega Ostanel? Nel meraviglioso mondo del Veneto... No, le superstrade le avevate messe, ma ve le hanno tolte tutte perché vi siete accorti che non potevano essere finanziate con il PNRR. Come doveva essere il Veneto post PNRR? Come doveva essere? Quanto avremmo potuto cambiare la nostra Regione? Invece, il risultato è, lo ha detto il relatore Sandonà nella sezione del rendiconto che riguarda il PNRR, un elenco di progetti, quelli che siamo riusciti a pigliare, senza una logica di sviluppo. Abbiamo chiesto più volte riunioni della Commissione Bilancio per avere un quadro, per capire dove stavamo andando, e non c’è mai stata in due anni, ed è grave, sulla gestione del PNRR.
Ci ritroviamo al pari del Comune di Abano Terme, che ha partecipato a tutti i bandi e ha preso quello che ha preso. I Comuni fanno così: che sia un asilo nido o una scuola materna, l’importante è avere soldi. Voi uguale: avevate l’occasione di ridisegnare il Veneto, di dirci come ve lo immaginavate per il futuro, di non avere l’obbligo di scontrarvi con la mancanza di risorse. Avete perso anche questa occasione.
Chiudo. Quello che a me sembra il fallimento di questi quindici anni sta esattamente in questo, nel non aver voluto, nel non aver saputo orientare la crescita, che in questa Regione avviene, malgrado voi, in maniera più inclusiva, in maniera più equa. Non siete stati capaci di rendere il Veneto, in questi quindici anni, una Regione più coesa sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Questo avviene anche ‒ e chiudo, colleghi, su questo ‒ perché chi governa questa Regione, il presidente Zaia, è impermeabile a qualsiasi contrasto, considerazione in difformità, pensiero alternativo al suo. Fa quello che vuole lui. Non ascolta nessuno. È abituato a circondarsi di persone che gli dicono “hai ragione”, decide lui cosa fare, vi convoca ogni tanto, no, vi dice: fate così. Non disturbate.
Voglio leggere una riga sui giornali e invece di venire in questo Consiglio regionale, ma non perché io abbia la pretesa di poterlo convincere, perché la democrazia si fa così, si pratica così, si viene nei consessi in cui si è stati eletti e si ascolta anche come la pensa l’opposizione, magari si risponde anche ogni tanto, invece anche adesso, come al solito, mentre voi siete obbligati a stare qui ad ascoltare me, lui si sta facendo la conferenza stampa a Palazzo Balbi gliene frega mica niente di cosa pensano le opposizioni che, per quanto sgarrupate, minuscole rappresentano un pezzo di questa Regione e meriterebbero un po’ di rispetto. Sono quattro anni e mezzo di legislatura il Presidente Zaia l’avremmo visto in tutto quattro ore; ma guardate che non esiste in nessuna parte d’Italia; fondamentale legge sul commercio, mentre noi discutiamo di sviluppo per il Veneto per i prossimi decenni, lui a Palazzo Balbi che si fa la conferenza stampa per la legge sul commercio, con Marcato naturalmente, siamo nell’iperuranio, è la distanza siderale tra la politica, tra gli eletti, è questa l’Assemblea legislativa, no, la conferenza stampa di Palazzo Balbi e non si può accettare questo livello di confronto perché magari qualche idea buona da qua dentro, non dico da me, ma anche dai Consiglieri di maggioranza può uscire. Un confronto proficuo, la capacità di interloquire col Presidente della Regione, ma chiediamo tanto? Ma vi sembra così anormale? Ma le democrazie non funzionano così.
Abbiamo visto che l’idea di democrazia al presidente Zaia va un po’ a fasi alterne, quando le robe le fa lui, vanno bene quando le propongono gli altri non sono democratiche, ma non è fisiologico, non è normale governare per 15 anni e non presentarsi mai al Consiglio regionale.
Al Presidente Ciambetti avevo chiesto lo scorso Consiglio regionale di inviare una comunicazione ufficiale da parte del Consiglio per chiedere al Presidente Zaia almeno nei pochi mesi che restano a noi e a lui, soprattutto, che venga in questo Consiglio regionale, magari si rinfresca anche la memoria di come ci si sta sopra questa sedia, perché io mi chiedo allora perché uno insista tanto per starci altri cinque anni su quella sedia, semmai ci sta, è che non gli interessa questa, gli interessa quella di Palazzo Balbi perché di queste sedie qua non gliene frega niente a nessuno.
Allora io mi chiedo qual è la funzione che noi dobbiamo svolgere qua dentro: se tirare il tempo, tirare all’indennità a fine mese, ci mettiamo d’accordo, io e Villanova, diciamo: che i Consigli regionali finiscono in cinque minuti, perché tanto questa discussione non serve a niente, non serve a niente.
Onestamente, siccome io penso che tutte le persone che sono sedute qua, in un modo o nell’altro, sono sedute qua perché hanno piacere di fare politica, perché pensano di poter essere utili dall’opposizione o dalla maggioranza alla propria Regione, io credo che un po’ di rispetto da parte delle istituzioni dovremmo tutti insieme pretenderlo.
Manca un anno, facciamo un accordo, assessore Calzavara, che nell’ultimo anno il presidente Zaia si sforza di venire qua. Ride e pensi che proposta dirompente che ho fatto: ho chiesto al presidente Zaia di venire una volta in più nel suo ultimo anno, in 15 anni, per rispetto per le Istituzioni che per 15 anni lo hanno mantenuto.
Ecco, io penso – e chiudo davvero – che il fallimento stia anche qui, nell’incapacità di costruire un’interlocuzione e un dialogo che in democrazia è sempre utile.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Capogruppo Ostanel.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Come sempre, guardando il rendiconto – ma lo diceva bene la capogruppo Camani – noi possiamo fare un ragionamento e penso che, dopo tre anni in cui cerchiamo di fare questo ragionamento, si possa ormai concludere un po’ dicendo che il ragionamento che facciamo sta in piedi, perché abbiamo le prove ogni anno che la questione va così. Da un lato noi pensiamo, almeno io penso, che le Istituzioni debbano essere considerate come una famiglia e probabilmente voi pensate che le Istituzioni debbano essere considerate come un’azienda, perché, nel momento in cui date la priorità alla parità di bilancio e ai conti in ordine, quando invece vediamo – non sarà la Bibbia, ma sono dati incontrovertibili e sono dati non di parte quelli della Corte dei Conti – che, a scapito di conti in ordine, noi stiamo riducendo la spesa pro capite per gli abitanti del Veneto, noi abbiamo due visioni delle Istituzioni completamente diverse.
La visione che avete voi di Istituzione è quella che mi fa venire in mente una metafora: se le guardiamo come una famiglia, come la vorrei vedere io, a me sembra che la famiglia istituzionale che voi avete portato in questa regione, a partire da quando governava il presidente Galan, con vicepresidente Zaia, era una famiglia che andava a spendere in giro; facciamo l’esempio di qualcuno che va a giocare, visto che poi ne parleremo nell’ordinamentale, alle slot-machine. il presidente Galan – è un paragone, ovviamente, non è reale – e abbiamo un vicepresidente Zaia che non monitora. O meglio, forse sa che va a giocare alle slot machine, ma non dice niente. Facciamo il caso della Pedemontana: sapeva cosa si andava a firmare, quale era il contratto che si andava a firmare e ad elaborare per quell’infrastruttura. In qualche modo, senza ragionarci, ci troviamo, oggi, a distanza di tot anni, ad avere una famiglia, che noi oggi gestiamo in virtù di quell’eredità, è sempre la stessa famiglia, che ha un buco di bilancio per cui non può più mandare i figli all’università. È esattamente quello che sta accadendo qui dentro: famiglia istituzionale veneta, abbiamo sprecato, nessuno paga.
Una grande domanda che mi fanno le persone fuori di qui quando vedono i dati sulla Pedemontana veneta o alcune indagini e programmi televisivi che sono stati fatti sulle Olimpiadi è: “Se io fossi direttore di un’azienda o se io fossi un capofamiglia” a me piace più vederla così “e avessi fatto quegli errori” perché di errori si parla, sono errori di valutazione, project financing firmati sbagliati, senza pensare che quelli sono conti e fondi pubblici... Basta andare a ritroso per vedere che sono stati errori di valutazione. Chi paga in termini politici? Non stiamo pagando noi, e per “noi” intendo tutti. Stanno pagando le persone che sono fuori di qui. Lo dicono i dati della Corte dei conti, che non è la Bibbia, ma non sono dati delle opposizioni, quindi li possiamo citare in quest’Aula non solo come dati terzi, ma come dati verificati e reali. Andiamo a vederli.
Abbiamo una riduzione della spesa per abitante, nel 2023, di 140 euro a persona; nel 2022 era di 224 euro a persona, il che significa che quello che noi abbiamo fatto nella nostra famiglia ci porta, oggi, a tirare la cinghia, come diceva mio padre: “Tiriamo la cinghia perché quello che abbiamo fatto anni fa... Siccome lo zio andava a giocare, e ha sbagliato, non abbiamo più i soldi, Elena, per mandarti all’università, per pagare le borse di studio”.
Dai 140 euro del 2023 guardiamo indietro: nel 2022 erano 224. Vuol dire che in un anno, e possiamo andare a ritroso, perché i rendiconti li abbiamo visti, ahimè, tutte queste annualità, stiamo riducendo di 100 euro a persona la spesa all’anno. Questo è quello che sta accadendo. Andiamo dentro la sanità quest’anno spendiamo 34 euro di spesa pro capite in ambito sanitario, nel 2022 ne spendevamo 123; 123 l’anno scorso 34 euro quest’anno.
Mi spiega, Assessore, so che lo sa e so che l’ha letto, come possiamo andare avanti così?
Cioè se questa fosse una famiglia e stessimo discutendo davanti a un bicchiere la sera davanti al focolare e stessimo dicendo: oh in banca non c’è più niente. Cosa facciamo? Come andiamo avanti? Perché è questa la domanda che ci dobbiamo fare. Eh, sì, aveva ragione la collega Camani, che io non voglio immaginare, non voglio pensare che quello che stiamo vedendo oggi va beh sarà di chi ci governerà tra un anno, un anno e mezzo. No, perché sono cose che vediamo arrivare da lontano, ma quando questa Regione era governata da qualcun altro, ma ricordiamoci e ricordiamolo a chi ci ascolta da casa, che un Vicepresidente è lì per un motivo ed è lo stesso che oggi è Presidente e quindi l’errore è anche suo, l’errore politico e di valutazione, per cui oggi ci troviamo così.
Spesa sanitaria: stiamo vedendo cosa succede nei nostri territori e nelle nostre ASL rispetto al fatto che non abbiamo la possibilità di avere un medico di base, ma, come dice oggi il Presidente Zaia - e io vorrei rispondergli, vorrei avere l’opportunità di potergli rispondere in quest’Aula - non è colpa del fatto solo che non abbiamo i medici, è colpa della Regione del Veneto. È colpa del fatto che da 123 euro pro capite di spesa sanitaria dell’anno scorso, quest’anno perché dobbiamo tirare la cinghia a causa di alcune scelte scellerate (vedi Pedemontana, dopo parlerò anche di Olimpiade) rispetto alla gestione, Assessore, lei cosa ne sa rispetto al fatto che noi oggi - e la Corte dei Conti lo spiega bene - stiamo oggi gestendo un tirare la cinghia, perché abbiamo fatto e abbiamo gestito delle scelte strategiche che potrebbero, nei prossimi anni, metterci in seria difficoltà.
Lo spiegano molto bene.
La stessa Corte dei Conti spiega alcune questioni chiave su cui questa Regione, dal punto di vista non solo dei dati, ma anche strategico, sta sbagliando, anche qui cito, perché credo sia importante citare direttamente quello che si scrive in un giudizio di parifica, abbiamo alcune criticità che ci fanno vedere in questo giudizio di parifica e ne cito due perché sono le questioni più forti e principali: Tutela del territorio, dati fortemente negativi ci dicono: attenzione, perché state utilizzando fertilizzanti e pesticidi più del doppio rispetto alla media nazionale e avete una superficie biologica coltivata che non cresce.
Allora, mi piacerebbe capire perché l’assessore Caner non è qui, perché in tutte le questioni politiche che noi possiamo leggere attraverso il giudizio di parifica, questa è quella fondamentale, assieme all’assessore Corazzari, che ha la competenza in questa Regione – spero che se lo ricordi e lo sappia – della gestione del suolo e del consumo di suolo, perché la Corte dei Conti, al di là di dirci che stiamo sbagliando su alcune questioni di gestione di bilancio e non di come noi facciamo bene dal punto di vista della gestione, ma di come noi oggi stiamo pagando delle scelte sbagliate del passato, ci dicono delle cose, invece, molto chiare, dei punti politici che qui andrebbero discussi, di cui la competenza non è assolutamente sua.
Lo spiegano molto bene e allora andiamo a vedere, ad esempio, alcuni dati: più del doppio dell’uso di fertilizzanti in agricoltura rispetto alla media nazionale e ricordiamoci che già nel 2021 avevamo avuto una condanna, come Veneto, dal rapporto ONU, che diceva che in questa Regione noi stiamo utilizzando troppi pesticidi, in particolare per l’uso che se ne fa sulla vite e nell’agricoltura intensiva. Allora, qualcuno ha intenzione di prendere in carico questo dato, che viene posto all’interno di un giudizio di parifica, che guarda anche come noi stiamo raggiungendo gli obiettivi legati al Veneto sostenibile rispetto all’Agenda ONU 2030?
La stessa cosa ci viene detta anche rispetto al consumo di suolo e c’è un passaggio veramente bello, secondo me, di questo giudizio, quando la Corte dice che c’è in discussione una riforma, che si chiama “Veneto territorio sostenibile”, dove la Regione sta cercando di prendere in carico uno di questi grandi vulnus che abbiamo e che la stessa Corte porta all’attenzione all’interno del giudizio, quello del consumo di suolo. Diamo anche qui alcuni dati: negli ultimi cinque anni noi abbiamo avuto un aumento dell’1,7 rispetto al consumo di suolo, quando la popolazione, nello stesso arco temporale, sta diminuendo dello 0,7, cioè noi consumiamo suolo in barba non solo agli obiettivi della nostra legge, ma in barba anche a quello che ci dicono essere gli obiettivi che devono essere portati all’interno dell’Agenda 2030 dell’ONU. Un consumo di suolo pro capite che è salito a 125 metri quadri per abitante, rispetto a una media nazionale di 359. Quindi 525 versus 359, che è la media nazionale. La Corte dei conti si fida e dice: è in discussione una norma. Bene. Sappiamo qual è quella norma, perché in Commissione Seconda l’iter è avviato e si concluderà dopo l’estate. Abbiamo visto quali sono gli intendimenti di quella legge. Non c’è nulla in quella legge che possa davvero portare a prendere in carico la questione che la Corte dei conti porta all’interno di questo giudizio di parifica.
L’abbiamo discusso anche l’altra settimana, quando discutevamo una mozione sul tema, ad esempio, dei poli logistici. Nella Corte dei conti non ci sono tecnici che guardano alle tematiche, ma dovremmo ricordare e dire loro che, bene, è in discussione Veneto territorio sostenibile, ma non prenderà in carico le questioni che abbiamo posto, perché le parti di consumo di suolo che oggi sono all’ordine del giorno all’interno di questa Regione sono in particolare proprio per quei poli logistici che la Regione non si vuole assolutamente prendere in carico.
Andiamo a un altro capitolo che credo oggi meriti attenzione, quello delle Olimpiadi. Vorrei leggere, anche a beneficio del fatto che io penso che anche i colleghi di maggioranza possano davvero ascoltare in queste parole un allarme, un allarme che possiamo decidere di non sentire, di non prendere in carico, ma che, invece, credo avremmo il compito e il dovere di sentire e prendere in carico. Dicono, sul piano degli interventi: “Nonostante ciò, traspare comunque dai tempi ristretti il perdurare di un rischio elevato che non vengano portati a compimento alcuni interventi infrastrutturali di particolare importanza, con il pericolo che l’avvio dei cantieri, per la loro realizzazione, in coincidenza con i Giochi, possa determinare disagi o rallentamenti o, ancor peggio, lo slittamento del loro avvio”. Lo dicono. Lo sappiamo anche noi, ne abbiamo più volte discusso in quest’Aula.
E poi dicono, e questo è un punto, credo, politico: “La procura si chiede se non sarebbe più opportuno che tale monitoraggio, rispetto ai tempi, al Piano degli interventi, a tutto quello che è stato fatto in questi anni, fosse affidato a un soggetto terzo piuttosto che alla SIMICO”. Il report sintetico OPERE pubblicato dal sito della SIMICO Spa riporta solamente i dati relativi a tipologia di intervento, costo dell’investimento e tempi di realizzazione dell’opera, ma non quelli relativi allo stato di avanzamento per lavori per ogni singola opera. E vado avanti, perché c’è un altro punto, io credo, ancora più pericoloso all’interno di queste parole, perché questa sì riguarda la famiglia istituzione. Conclude, così – è come leggere un libro e vedere alla fine dire: abbiamo un problema - in merito si evidenzia che, ove non dovesse realizzarsi l’equilibrio economico auspicato, i debitori finali, chiamati alla copertura del deficit patrimoniale, saranno lo Stato italiano, gli Enti territoriali a vario titolo coinvolti (cioè noi) nella gestione dei giochi olimpici 2026.
È come leggere la fine di un libro horror, vederne la fine e chiudere così.
Noi lo sappiamo questo. Come sapevamo quando stavamo firmando un contratto capestro di project financing, che ci porta oggi, non è un caso, poi vedevo prima che stavate discutendo anche con l’assessore De Berti, ma mi spiegate allora perché il Presidente Zaia gioca l’autonomia il contrario e cerca di scaricare la responsabilità di quell’opera al Ministro Salvini? Mi rispondete?
Se non ci fossero i problemi che noi stiamo rilevando da tempo, pensiamo davvero che ci sarebbe stato questo balletto sul dire: prenditela a carico e tu. L’autonomia al contrario, faccio male? Te la scarico, caro Stato, servi a questo. Se non ci fosse verità in quello che stiamo dicendo o almeno l’interpretazione del fatto che c’è una criticità, spiegatemi allora perché stiamo cercando di pensare che quello che è stato fatto, sbagliando anni fa, da questa Regione venga scaricato allo Stato, perché lo si sta facendo allora? La stessa cosa lo leggiamo in questo finale da film horror, cosa succederà tra un po’ di anni, quando vedremo che effettivamente il lavoro di una Fondazione Milano-Cortina e di una gestione delle opere: sbagliata? Poco accorta? Farà esattamente quello che la Corte dei Conti dice essere la possibilità che non si possa realizzare l’equilibrio economico auspicato.
Se non accadrà chi pagherà? Pagheranno gli enti territoriali, cioè la nostra famiglia.
Chiudo con un altro punto, perché anche qui abbiamo avuto, in questa in quest’Aula, la possibilità di discutere a lungo dei progetti del PNRR e di vedere come all’epoca, dopo la pandemia, i progetti PNRR qui venissero usati un po’ come delle carte da gioco.
Vi ricordate la discussione che avevamo avuto, anche molto accesa, sul fatto che ci fossero delle schede che non ben potessero essere finanziate? Si fanno un po’ di articoli di giornale e poi del monitoraggio di quello che è accaduto e sul fatto che noi qui abbiamo speso un Consiglio dedicato a discutere di mozioni che erano state proposte dalla maggioranza e dall’opposizione per dare un indirizzo al tema del PNRR, poi più niente, tanto che i Consiglieri, nello specifico, chiedono le informazioni agli uffici per avere uno stato di monitoraggio del PNRR, oltre ai dati che si possono vedere sul sito, che per trasparenza ovviamente siamo obbligati ad avere.
Anche qui, all’interno del giudizio della Corte dei Conti, c’è un punto che io credo che vada rilevato, un punto politico, perché c’è una missione, che è esattamente quella che in quest’Aula provo a portare da tantissimi anni, della cultura, che dice e racconta come, all’interno della missione Innovazione, competitività e cultura, ci siamo fermi. Sostanzialmente, la Corte dei Conti dice e rileva: “Attenzione, perché siamo nel 2024, manca pochissimo alla scadenza naturale della possibilità di utilizzare i fondi legati al PNRR” e, proprio sulla missione dove noi come Regione non riusciamo a mettere nulla e quindi i nostri operatori della cultura continuano a dirci: “Ma perché non state investendo sulla cultura?” i fondi li avremo e noi non partiamo.
Quindi anche qui, con riferimento al rispetto dei cronoprogrammi, va rilevato che solamente 12 interventi di cui alla Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” non risultano ancora avviati. La Procura auspica, pertanto, l’assunzione di una pronta decisione, in termini di avvio e di eliminazione degli stessi.
Mi piace usare le loro parole perché non sono le parole della minoranza e allora si vorrà – e lo chiedo all’assessore Corazzari, ma lo chiedo anche all’assessore Calzavara – prendere pronti interventi affinché un intero comparto possa almeno, visto che noi, per quanto dicevo prima, abbiamo la coperta è talmente corta che non ci sogniamo di investire abbastanza, quel che serve, ma mettiamo quello che possiamo, come abbiamo sempre detto, abbiamo la possibilità almeno di dare avvio ai fondi che, invece, lo Stato ci ha dato, tramite l’Europa, per il PNRR?
Credo sia una domanda lecita perché, guardi, e concludo perché ho capito che negli anni intervenire in quest’aula è importante perché vedo e so che lei ascolta, però alla fine un po’ è sempre così, è una storia che si ripete: noi diciamo alcune cose e mi creda che le andiamo a verificare ogni volta prima di dirle, andiamo anche a fare degli accessi agli atti, quando serve. Purtroppo, ad esempio, per quanto riguarda la Pedemontana, i dati che mi sono stati forniti sono quelli fino a prima dell’apertura del nuovo casello e rilevano, comunque, il fatto che dai mesi iniziali di quest’anno a prima dell’apertura del casello i pedaggi sono diminuiti e non aumentati. Quindi, il dato rispetto al “dopo” lo vedremo quando avremo i dati. Lo dice lei e lo dico anch’io.
Rispetto al passato, al vedere quanti soldi noi, nel nostro bilancio, abbiamo messo per riuscire a prendere in carico una scelta sbagliata di gestione di una infrastruttura, questo è un dato chiaro e alla luce del sole. Altrimenti mi dovreste spiegare perché stiamo andando a chiedere al Governo di prenderla in carico. Dovreste davvero spiegarmi il perché.
Chiudo. Prendere questa fine da film horror della Corte dei conti che parla di Olimpiadi e che parla di un deficit probabile e che parla della possibilità che noi non avremo nemmeno in futuro di investire, mi fa comprendere che in questi anni il lavoro che abbiamo provato a fare, cioè di raccontare che doveva essere fatto diversamente, non solo non è stato preso in carico in questi anni, ma ci porterà anche negli anni successivi, a chi sarà qua e a chi sarà o potrà ancora essere Assessore di voi, eventualmente, a gestire quello che è stato fatto nel passato e quello che in questi anni non abbiamo fatto. Davvero avremmo avuto l’opportunità. Avremmo avuto l’opportunità, evidentemente, di usare i fondi PNRR meglio, avremmo avuto l’opportunità, nei primi anni di questa legislatura, di ascoltare alcuni di noi e anche alcuni di voi che dicevano che si poteva investire su un’addizionale IRPEF progressiva, per permettere, invece, oggi di avere un giudizio di parifica che non ci dice che stiamo investendo 34 euro a persona per la spesa sanitaria e non ci dice che l’80% dei fondi che abbiamo messo per le liste d’attesa è andato al privato accreditato. È tutto scritto qui dentro. Non l’abbiamo detto noi, non l’abbiamo scritto noi.
Se ci fosse stata la lungimiranza politica non di guardare al singolo consenso del presidente Zaia, alla Regione tax free, perché così non mettiamo le mani in tasca ai veneti, la grande frase che dice sempre, ma avessimo guardato a questa istituzione come a una famiglia, dicendo “non stringiamo la cinghia se non serve, proviamo a chiedere ai nostri confamiliari, concittadini, un contributo per fare delle cose”, se avessimo avuto il coraggio di fare questo, oggi non ci troveremmo qui. Quindi, in qualche modo, chi governa questa Regione dovrà rispondervi, dovrà rispondervi ora e dovrà rispondervi, in particolare, nei prossimi anni.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il collega Lorenzoni. Prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente. Grazie per l’illustrazione che è stata fatta del documento.
Anch’io vorrei fare una breve nota e una lettura però prettamente politica del resoconto di bilancio; resoconto di bilancio che, dal punto di vista contabile, è assolutamente inappuntabile, che ha portato al risultato di amministrazione al 31/12/23 che ha determinato sommando Fondo di cassa, con i residui attivi, sottraendo i residui passivi e il Fondo pluriennale a 1,972 milioni, che è una cifra importante, anche in relazione a quello che è il bilancio della Regione.
Il risultato di amministrazione era negativo per 677.000.000 nel 2014, quindi da allora ha continuato a crescere. Cioè c’è stata una progressiva crescita del risultato di amministrazione; un’amministrazione virtuosa, ma questo io lo pongo come domanda.
È un’Amministrazione virtuosa? Riprendo il paragone col padre di famiglia, un padre di famiglia che paga tutte le bollette, i mutui fa anche un fondo di accumulo ma non dar da mangiare ai figli, è virtuoso, perché il tema è questo; l’hanno già detto le mie colleghe; una politica finanziaria così cauta quando i servizi sanitari, ma soprattutto i servizi sociali soffrono e lo stiamo vedendo si è dovuto difendere oggi sui giornali il Presidente Zaia per spiegare che sulle liste d’attesa ha fatto i miracoli, nonostante la gente abbia un’idea diversa; il trasporto pubblico perde utenza, perde qualità del servizio, il patrimonio immobiliare: continuiamo a vendere le case, non si pagano le borse di studio. Mi fermo qui, per carità, verso gli Assessori presenti. Ecco, è virtuosa? Io dico di no. Non è virtuosa.
Credo che di fronte alla necessità di dare i servizi e parlo di servizi essenziali e non di fronzoli come la casa, l’assistenza, l’educazione, una politica di bilancio più espansiva sarebbe desiderabile.
Esorto, quindi, l’assessore Calzavara, che è qui presente, a farci una riflessione.
Gli spazi sicuramente si possono trovare, senza dover invocare l’assenza dell’addizionale IRPEF, che ha coperto un po’ tutte le mancanze di questi dieci anni di Giunta, qualsiasi richiesta venisse dal territorio e noi non abbiamo l’addizionale mi dispiace; poi se uno somma le risposte negative ricevute dai cittadini in merito alle addizionali capisce che, insomma, dovremmo fare un’addizionale veramente pesantissima per avere le risorse su cui si è invocata quell’assenza per motivare il mancato contributo.
Ci sono però, appunto, delle scelte che sono prettamente politiche, che sono difficili da digerire per i cittadini di questa regione.
Anche seguendo l’impostazione aziendale – la collega Ostanel faceva la differenza tra la famiglia e l’azienda – ma anche pensando ad un’azienda, un’azienda che non fa debito, che chiude tutti i debiti esistenti, ma che non fa fronte agli ordini è virtuosa? No, cioè il debito non è una cosa cattiva per sé, se gestibile: abbiamo avuto degli esempi nella gestione passata di questa Regione che erano piuttosto difficili da accettare, ma se è gestibile, io credo che sia importante. Allora, di fronte a una necessità e sono veramente necessità forte per il benessere, ma non solo per il benessere, anche per la crescita di questa Regione, io credo che sia importante.
Allora, le risorse finanziarie accantonate alla fine del 2023 erano 2.748.000.000, che sono una cifra importante; certo, c’è una parte che sono le anticipazioni di liquidità, c’è una parte che sono i crediti di dubbia esigibilità, che è oltre 1 miliardo, e queste sono poste tecniche; ma c’è anche, come si è già detto, il fondo per il concorso regionale alla copertura del deficit del Comitato organizzatore delle Olimpiadi e ci sono i 45 milioni per la strada Pedemontana: queste sono delle scelte politiche, per quanto vincolate, su cui veramente i cittadini del Veneto credo abbiano qualcosa da osservare.
Un’osservazione anche in merito al fondo di cassa, che è di 1, miliardi, che sono una cosa importante, con delle oscillazioni; è indispensabile avere una cassa che copra, però, se andiamo a vedere gli ultimi 10-12 anni, il fondo di cassa ha oscillato per circa 500 milioni l’anno, cioè non è mai andato sotto. Allora io veramente vi chiedo: è veramente necessario tenere un fondo di cassa così cospicuo oppure si può attingere, con delle modalità di tipo contabile, a quelle risorse per riuscire a dare delle risposte ai bisogni immediati dei nostri cittadini?
Un bilancio solido è condivisibile, ma un bilancio troppo prudente non può essere condivisibile di fronte, appunto, alle richieste che emergono dal territorio. Io mi sono fatto questa immagine della famiglia che ha il frigorifero pieno, si consuma quanto si acquista, però se i figli hanno fame, forse bisogna dar da mangiare di più di quanto riusciamo ad acquistare e svuotare il frigorifero.
Allora, ecco, anche alla luce di quelle che saranno le novità dal punto di vista contabile previste dalla normativa nazionale. Mi pare di aver capito che ci saranno alcune modifiche nella redazione dei bilanci futuri. Io esorto, per il bilancio di previsione che andiamo a fare per il prossimo anno, a tenere una politica un po’ più espansiva, un po’ più aperta a dare risposte ai cittadini, in primo luogo, ma anche alle imprese.
Stiamo vivendo un momento di forte trasformazione della nostra economia. Sostenere alcune iniziative virtuose credo sarebbe assolutamente... Naturalmente, questo in secondo piano rispetto ai bisogni che ho cercato di illustrare: la salute, la casa, l’istruzione, che sono bisogni primari, su cui far valere la propria capacità autonoma di dare risposte. Credo sarebbe una prova concreta ed efficace dell’utilizzo intelligente dell’autonomia che si va a chiedere.
La mia raccomandazione, a valle della lettura del documento, per l’Assessore, è proprio questa. La esorto a ragionare con le strutture tecniche della Giunta per capire se si possa porre fine a quell’accumulo che ha portato a 2,7 miliardi di risorse finanziarie accantonate per coprire il debito. Il DANC di fatto si è azzerato. Abbiamo visto quest’anno solo 2 milioni di riduzione. Ormai è arrivato praticamente a zero. Chiusa quella partita, apriamone una che sia più attenta ai bisogni, perché ce n’è veramente necessità, senza continuare a invocare l’addizionale IRPEF come scusa per le mancate risposte. Non è necessaria l’addizionale IRPEF per dare risposte ai bisogni più urgenti dei cittadini della nostra regione.
Speaker : PRESIDENTE
Consigliera Luisetto, prego.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Intervengo anch’io sulla falsariga di questo richiamo ai bisogni, che più volte è stato citato questa mattina. Quello che mi ha colpito, seguendo il giudizio di parificazione anche quest’anno e le valutazioni della Corte, è stato il richiamo nel dire che i conti pubblici, i numeri di cui si compone il bilancio e il rendiconto non sono solo numeri, ma sono un’espressione concreta di come i diritti fondamentali delle persone in questa regione vengono soddisfatti o non vengono soddisfatti.
Se guardiamo il documento in questa prospettiva, pur riconoscendo le considerazioni positive che la Corte ha fatto rispetto alla tenuta in ordine, ordinaria, corretta dei conti, non possiamo esimerci però da fare alcune valutazioni. Siamo chiamati a delle considerazioni diverse, di verità. Non possiamo non vedere quanti e quali siano i bisogni non soddisfatti. I diritti senza risposta, quelli sacrificati sull’altare del non mettiamo le mani in tasca ai veneti, che però abbiamo visto come non mettiamo le mani in tasca ai veneti, abbiamo visto come si realizza e si realizza con quei 2 miliardi accantonati per ripianare i debiti e si realizza con mancati servizi e un mancato sviluppo che preoccupa.
La Corte ha evidenziato questi bisogni partendo dalle questioni ambientali, tra tutto il consumo di suolo sulle cui politiche, si è ribadito, si disinveste invece che spingere; un consumo di suolo stretto tra una normativa che dovrebbe impedirlo e le deroghe che, invece, continuano a mangiarsi territorio; territorio che dovremmo porci l’obbligo di risparmiare, quello sì di risparmiare, in una Regione di capannoni sfitti e riqualificazioni ferme.
Seguendo gli obiettivi e la strategia di Sviluppo Sostenibile alla base del Documento di Economia e Finanza e avendo chiara la necessità di orientare il bilancio a questi obiettivi e orientare l’azione politica e la dimensione di un Veneto che sta in piedi davanti alle grandi sfide economiche del lavoro, le sfide sociali, forse dovremmo dirci che queste direttrici non le stiamo proprio seguendo. Non possiamo accontentarci di un bilancio sempre uguale a se stesso, sempre un po’ più magro, sempre più faticoso di fronte al fatto che c’è una Regione che chiede di correre, ma ha bisogno di farlo in equilibrio, non a diverse velocità, non dove la forbice, come dire, si ampli e le diseguaglianze si facciano sentire sempre più feroci, ma a una velocità che tenga assieme diversi aspetti della società veneta e soprattutto non lasciando indietro chi non ce la fa, anche perché il rischio è che a rimanere indietro siano molte persone, molte realtà.
La Corte dei Conti ha fatto degli esempi, ha parlato dei giovani, del disinvestimento nelle politiche giovanili, tanti esempi, dalle borse di studio a tutta un’altra serie di altre questioni che agli alloggi, a tutta una serie di questioni di cui abbiamo parlato nei mesi sono politiche che dovrebbero mirare a rendere questa Regione attrattiva, trattenere qua i talenti piuttosto che vederli scegliere di andarsene in Regioni vicine per costruire il proprio futuro, perché lì hanno qualche opportunità, ma ancora prima dovrebbe servire l’investimento nelle politiche giovanili, a garantire pari diritti, a chi non può, ad esempio, permettersi di studiare adeguatamente, di formarsi o, peggio, resta escluso da percorsi scolastici e lavorativi.
Un’altra segnalazione pesante che la Corte ha fatto: chi ha bisogno di curarsi, pur non avendo le risorse necessarie a permettersi una clinica privata, anche qui dovrebbe trovare risposta. Dovremmo, all’interno di questo bilancio, dargli fiato e invece che cosa succede? Che, come ha sentenziato e specificato la Corte dei Conti, la situazione debitoria delle ULSS per 465 milioni di euro è una situazione debitoria preoccupante e come risolviamo le attese, i problemi, i disservizi, la mancanza di risposta ai cittadini? Con 20 milioni di euro per le liste d’attesa, di cui 16 milioni di euro vengono dati al privato convenzionato: un cane che si morde continuamente la coda, un pubblico che indebolisce se stesso invece che rafforzarsi.
Infine va meglio quando parliamo di infrastrutture, di cui oggi la Capogruppo e ha parlato a lungo, la Correlatrice, ma anche gli altri? Non va meglio quando parliamo di opere perché le Olimpiadi di Milano-Cortina sono ancora sotto la lente di ingrandimento per il ritardo delle varianti, per i bilanci in rosso e per i noti i costi lievitati della famosa pista da bob.
Ma una cosa vorrei dire relativamente alla Pedemontana: in particolar modo nei territori in cui questa infrastruttura è stata realizzata le promesse sono state diverse e le più varie negli anni, partendo dalla gratuità per i residenti, poi ridotta, poi sparita nella terza convenzione. Sulla Pedemontana ormai siamo al teatro dell’assurdo: prima ci viene ribadito che i problemi di bilancio che questa infrastruttura provocherà sono un prodotto del nostro essere Cassandre nel nostro chiamare disgrazie, poi ci viene spiegato che per i prossimi nove anni, però, in realtà non arriviamo al breakeven e quindi il debito rimarrà. Infine ci dice il Ministro delle Infrastrutture che c’è questa bella idea di far pagare a tutti gli italiani, non solo ai veneti, il debito che questa infrastruttura davvero creerà.
Ora la situazione appare quanto mai confusa sui flussi di traffico, sul reale ammontare dei debiti e su quante volte pagheremo questa strada: la paghiamo col ticket, anche chi doveva avere la gratuità, la paghiamo con le convenzioni stipulate generose nei confronti del concessionario, la paghiamo col territorio consumato. In quanti altri modi, ci chiediamo, la pagheremo?
In definitiva e richiamandoci ai diritti non assolti, non rispettati, credo che sia necessario in quest’ultimo anno, almeno in quest’ultimo anno, negli esercizi che ci attendono, ancorare questi bilanci a obiettivi di maggiore coraggio, di maggiore trasparenza, come è stato chiesto prima, con una visione che rispetti un po’ di più i cittadini del Veneto e non si accontenti dello slogan vuoto di non mettere le mani in tasca, quando le mani in tasca i veneti se le devono mettere da soli per potersi garantire diritti sociali e bisogni non rispettati dai bilanci di questa Regione.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Assessore De Berti.
Speaker : Ass.re Elisa DE BERTI
Grazie, Presidente.
Velocemente, la consigliera Camani ha parlato di infrastrutture, ha parlato di Pedemontana, ha parlato di infrastrutture relative ai Mondiali. Solo alcune precisazioni. L’ho ascoltata attentamente e ho notato che lei spesso e volentieri ama sottolineare che noi, quando diciamo le cose, diciamo bugie, diciamo il falso. Mi permetta di correggerla su alcune questioni.
Partiamo dalla Statale 51 Alemagna, gli interventi che si stanno facendo, oltre il miliardo di investimenti che vengono fatti. Sono iniziati, i primi stanziamenti, con le varianti di Valle, di Tai e di San Vito nel lontano 2018, dal ministro Delrio, Governo di sinistra, finalizzati a realizzare le tre varianti per i Mondiali. Stanziati soldi da Delrio, Governo di sinistra. Tre infrastrutture. I Mondiali si sono fatti e le infrastrutture non sono, di fatto, state realizzate. Sono in corso i cantieri e verranno finite per il 2026. Parliamo di 76 milioni per Valle, 109 milioni per Tai e 64,8 milioni per San Vito.
La stessa cosa è stata fatta per le Olimpiadi. Nella discussione delle infrastrutture necessarie per le Olimpiadi, allora, sostanzialmente, c’era il ministro De Micheli, con il quale avevo parlato io personalmente. Il Ministro mi aveva chiesto quali erano le infrastrutture necessarie per migliorare l’accessibilità a Cortina. Il presidente Zaia aveva scritto una lettera dove avevo detto: “Per il miglioramento dell’accessibilità a Cortina abbiamo bisogno della variante di Longarone e dalla variante di Cortina”. Non ci sono dichiarazioni nostre, mai fatto dichiarazioni. Sappiamo che sono due opere importanti, che non sarebbero state realizzate totalmente per le Olimpiadi. Al pari delle altre tre varianti, comunque è una legacy per il territorio di notevole importanza. Ricordo che il ministro De Micheli mi disse: “Fammi fare una verifica con i miei sul territorio, perché politicamente devo vedere se sono favorevoli”. Con il ministro De Micheli funzionava così: non si guardava al cittadino, all’interesse del territorio o all’interesse delle Province, ma bisognava avere l’accordo con il partito sul territorio. Mi ricordo che quando rifissai l’appuntamento con il ministro De Micheli, il ministro De Micheli mi disse: “È una cosa che mi capita raramente, però, dove ci sono governi di centrodestra vengono chieste infrastrutture dove anche i miei sul territorio sono a favore. Ripeto, nessuno ha mai pensato che sarebbero state completamente realizzate.
Lei ha detto, però, come lega sul territorio, sicuramente, sono due opere che senza le Olimpiadi il territorio bellunese non avrebbe mai visto e le richiedevano da tantissimi anni.
Lei prima ha detto che una non è finanziata, non ho capito quale, e una è parzialmente finanziata; la correggo, lei ha detto: una non è finanziata, l’altra è parzialmente finanziata; Longarone è finanziata totalmente e sono 396.000.000 di euro, Cortina è parzialmente finanziata, giusto perché rimanga agli atti, sono di fatto tre lotti lotto 0, lotto 1, lotto 2 adesso non mi chiedete perché sono stati stato chiamati lotto 0, lotto 1 e lotto 2; lotto 0 e lotto 1 fanno parte ancora degli investimenti, sostanzialmente, che erano stati previsti per i mondiali; parliamo di 30.000.000 dell’intervento lungo Boite poi c’è un altro intervento, il lotto 1 da 53.000.000 e poi c’è il lotto 2 che sono praticamente le gallerie, che è stato condiviso, praticamente, che la loro realizzazione prima dei giochi avrebbe messo in difficoltà con la cantierizzazione lo svolgimento dei giochi e, quindi, si è convenuto, sostanzialmente, che da qui alle prossime leggi finanziarie verrà completamente finanziato, costa 430.000.000 e il 50% è finanziato e comunque i lavori cominceranno subito dopo le Olimpiadi.
È vero che nel PNRR le strade non sono state finanziate, altro argomento, però è anche vero che noi, quando avevamo chiesto nella prima delibera i finanziamenti delle strade, ancora i criteri e i parametri non erano stati resi ufficiali.
Poi, sempre con il ministro De Micheli c’era stata un’interlocuzione perché il Ministro De Micheli era interessato sostanzialmente a realizzare un’unica infrastruttura stradale a livello nazionale, dove lo voleva finanziare con i fondi PNRR: ops: era il project financing della Orte-Mestre.
Pedemontana. Pedemontana, qui guardo la Ostanel che non c’è, e mi dispiace, perché ha parlato di Pedemontana con Zaia che non ha vigilato.
Il primo atto di Pedemontana è stato firmato nel 2009, se non sbaglio, dal 2008 al 2010, Zaia era Ministro, però sempre disponibile a smentire, quindi anche questa informazione non è corretta.
La Corte dei Conti su Pedemontana quest’anno non mi risulta che abbia fatto nessun rilievo.
Sul TAC la Corte dei Conti si era espressa e aveva sostanzialmente dichiarato che, con il nuovo assetto negoziale del TAC che è stato firmato nel 2017, la situazione della Pedemontana era sicuramente migliorata, anche perché – voi dimenticate sempre di dirlo e di sottolinearlo – di fatto nei rapporti con il concessionario sono stati tolti ben 9 miliardi, che prima tra contratto e contratto aggiuntivo c’erano e sono stati eliminati.
Vi ricordo anche che la Pedemontana euro un project, al pari di tutti gli altri project, anche a livello nazionale, al pari della Ragusa-Catania, che è un altro project che c’era stato, dove, sostanzialmente, quando si è bloccato, perché il closing finanziario il concessionario non riusciva a farlo, il Governo l’unica cosa che è riuscita a fare per cercare di sbloccare la situazione è stata togliere il Commissario governativo e lasciare la problematica totalmente in capo alla Regione.
Io l’ho lasciata parlare, Consigliere, il rispetto deve essere reciproco, non solo unilaterale.
Per la a Ragusa-Catania, che era un project che aveva delle difficoltà a partire, il Governo di sinistra che cosa ha fatto? Il Ministro di sinistra ha deciso praticamente che il project doveva essere tolto, quindi tu avevi due situazioni parallele: la Pedemontana e la Ragusa-Catania; la Ragusa-Catania lo Stato se l’è presa in carico e la realizzano con soldi pubblici, mentre la Pedemontana l’hanno lasciata alla Regione, hanno tolto il commissario, hanno fatto di tutto per far sì che non potessimo realizzarla. Siamo riusciti a realizzarla, siamo riusciti a migliorare quelli che erano i rapporti negoziali con il concessionario, siamo riusciti a velocizzare i lavori, siamo riusciti a completarla e ad innestarla e collegarla a tutte le altre infrastrutture.
Credo che, se noi dobbiamo guardare a parità di situazioni, sicuramente noi abbiamo dimostrato… sarebbe piaciuto anche a noi che il Governo, come per la Ragusa-Catania, intervenisse risolvendo il problema, ma, come sempre, lo Stato ha fatto un passo indietro, non è riuscito a dare una risposta, sicuramente in Sicilia la Ragusa-Catania verrà realizzata con soldi pubblici. Noi ci siamo presi la responsabilità di sbloccare il project, di portarlo avanti. I flussi di traffico continuano ad aumentare perché i mezzi pesanti sono assolutamente rispondenti a quelle che erano le previsioni. Poi l’Ostanel ha parlato di calo di traffico, cioè non so che dati ha visto, però vi do la disponibilità, al di là della strumentalizzazione politica dell’Aula, a fare tutti gli approfondimenti che volete e, se volete, facciamo qualsiasi ragionamento. Mi sembrava che voi foste il partito che dice: basta infrastrutture, basta di fatto consumo di suolo. Fermiamo… Grazie. No, ma siccome io prima l’ho ascoltata gradivo che mi ascoltasse, perché sennò dopo il rispetto è sempre… Ma non voglio incolpare nessuno, non è un problema, non mi ricordo più che cosa stavo… Va bene, basta. Mi avete fatto perdere il filo.
I flussi di traffico, sicuramente, stanno, di fatto, migliorando.
Voi siete contro il consumo di suolo, contro le nuove infrastrutture, la Brescia - Padova, continua a dire, sostanzialmente, ma lo vediamo adesso che la quarta corsia della Brescia-Padova dicono che serve, io che vengo da Verona, sicuramente, da Montecchio in poi, in questi anni, si vedeva l’aumento di traffico che adesso la Pedemontana sta di fatto dando uno sfogo alternativo importante a quelli che sono i flussi di traffico e l’intasamento della Brescia - Padova.
Se la Pedemontana non deve far parte del patrimonio autostradale e infrastrutturale il problema della saturazione della Brescia-Padova come lo risolvereste? Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
No, aspetti Assessore. Chiudo la discussione generale.
Se ci sono interventi per replica del relatore e del correlatore e poi dell’assessore Calzavara alla fine.
Collega Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
È curioso, presidente Zottis, perché tendenzialmente la correlatrice, o anche il relatore, interviene in chiusura di discussione generale se c’è una discussione. Ormai in quest’Aula le discussioni non avvengono mai. O rivediamo il Regolamento o introduciamo prassi nuove, perché è davvero curioso che devo rispondere a quello che ho detto io.
Evidentemente il rendiconto non è un argomento rispetto al quale i colleghi o il relatore ha nulla da dire, o forse perché anche i Consiglieri di maggioranza, al pari del presidente Zaia, di quello che si dice in quest’Aula non gliene frega niente, perché tanto l’importante è andarsi a prendere i voti fuori per tornare qui. Però, è un peccato, nel senso che è vero che l’indennità ci viene bonificata a prescindere dalla quantità di interventi in Aula che facciamo, però ogni tanto, anche solo per essere qui a passare il tempo in maniera più piacevole, sarebbe interessante il confronto democratico.
Per cui, mi limito semplicemente a rispondere alle questioni che ha sollevato l’assessore De Berti, e che ringrazio, perché almeno ha tentato di contribuire al confronto democratico.
Assessore De Berti, mi fa piacere sapere che il ministro Delrio, la ministra De Micheli, il PD del Veneto fossero d’accordo con la Giunta regionale a fare la variante di Longarone e la variante di Cortina. È un dato politico che penso sia rilevante. Il tema è, però, quanto, come e se queste opere verranno realizzate, perché non l’ho detto io quando festeggiavamo e festeggiavate nel 2019 l’assegnazione a Cortina delle Olimpiadi che la variante di Longarone e di Cortina erano due delle grandi opere fondamentali per il dossier olimpico, tant’è che una delle argomentazioni che il presidente Zaia ha sempre portato per spiegarci quanto erano utili le Olimpiadi c’erano esattamente anche quelle due infrastrutture. All’inizio, nel dossier olimpico le due varianti dovevano essere entrambe realizzate prima dell’apertura dei giochi, dato di fatto.
Dall’essere due varianti da realizzare prima dei giochi sono diventate due varianti che possono essere realizzate anche dopo i giochi. Lei dice “succede sempre così” o spesso, è successo anche per i Mondiali. Bene, adesso sono due varianti di cui una c’è il finanziamento e nell’altra non c’è il finanziamento.
Il presidente Zaia un anno fa diceva: c’è il rischio – gli chiedeva un giornalista – che la variante di Cortina non venga finanziata? E Zaia, virgolettato: “C’è un impegno del Governo: le opere indifferibili sono tutte finanziate; se qualcuno si prende la briga di togliere i fondi, se ne assumerà le responsabilità”. Chi si è preso la briga di togliere i fondi? Il Governo Meloni nell’ultima revisione e pure nella revisione precedente.
Quindi ad oggi noi ci troviamo che la variante di Longarone è completamente finanziata e vedremo se e quando verrà realizzata, e la variante di Cortina è finanziata a metà. Siccome lei ha più esperienza di me nelle infrastrutture, sa benissimo che, quando un’infrastruttura dal Governo è finanziata a metà, significa che difficilmente vedrà la luce, almeno a breve.
Quindi il punto è dire le cose come stanno e cioè che una promessa fatta in sede di assegnazione dei giochi non è mantenuta, anche perché si tratta di due infrastrutture fondamentali che voi volete realizzare con tutte le risorse nazionali. Quanti soldi mette la Regione del Veneto per la variante di Longarone e la variante di Cortina? Zero.
Bene e quindi arriviamo all’altro lato della medaglia, sempre a proposito delle infrastrutture, la strada Pedemontana veneta. Ci ha spiegato i flussi di traffico, sono disponibili, discutiamone, io non sono un’esperta di traffico e non penso sia neanche nostro compito, ma io ho fatto all’Assessore più volte una semplice domanda: quanto ci costa? Quanto ci costerà nel 2024, nel ’25, nel ‘26 e per i primi nove anni la strada Pedemontana veneta? A questa domanda non c’è una risposta ad oggi, non c’è. Possiamo sperare e lo speriamo tutti che i flussi di traffico salgano, possiamo sperare che le cose migliorino, ma i bilanci degli enti pubblici non si fondano sulle speranze e, se io chiedo quanto costa e la risposta è: “Boh, non sono un veggente” vuol dire che non so quanto mi costa.
E calcoliamo, assessore De Berti, che non è che la Pedemontana l’ha fatta tutta la Regione del Veneto, al momento il pubblico ha finanziato la strada Pedemontana per 900 milioni: 300 li ha messi la Regione e 600 lo Stato, quindi non è che lo Stato sia stato su Marte, ma ha messo due terzi del delle cifre stanziate finora. E se vi renderete conto che quell’opera costava troppo e che, con i fondi regionali, non eravate in grado di portarla a casa, delle volte uno, anziché doversi spaccare la testa per dimostrare che aveva ragione, si può affermare e io non so valutare se collegare Ragusa a Catania sia più o meno importante di collegare Vicenza con Treviso e che, quindi, possa esserci un interesse pubblico nazionale diverso. Non è necessariamente che tutto si risolve nella logica al Sud sì, al nord no, perché magari c’è una valutazione di interesse pubblico diverso; lo dico per evitare la semplificazione e la banalizzazione.
La domanda, allora, che le rivolgo è, assessore De Berti, ma dunque se ci lamentiamo che lo Stato ha finanziato la Ragusa-Catania e non la Vicenza - Treviso, ma le grandi infrastrutture territoriali chi le deve fare? Perché se le deve fare lo Stato, voi dovete modificare la vostra richiesta tra le materie che chiedete per l’autonomia delle grandi infrastrutture e io sono d’accordo con lei.
Se lei mi spiega e mi vuole convincere che le grandi infrastrutture importanti per i territori è impossibile che siano finanziate dai bilanci regionali, esattamente come avviene per la strada Pedemontana veneta io sono d’accordo con lei e, così come abbiamo fatto con la variante di Longarone e Cortina, andiamo insieme dal Governo a chiedere che ci diano una mano perché la Regione del Veneto, pur essendo la Regione più eccellente sulle grandi infrastrutture, sulle grandi questioni energetiche, su questioni di interesse nazionale, non può fare da sé e io sono d’accordo, sfonda una porta aperta. Ma allora dovete dire: abbiamo fatto una roba perché ci eravamo infissati che dovevamo farla. Come ha recentemente detto il Presidente Zaia: ormai era là, la dovevo finire; chi se ne frega se era utile, non utile. Me la sono trovata è stato capace di dire adesso, adesso che la Corte dei Conti gli fa presente che non regge il bilancio, ha detto: me la sono trovata là, la dovevo finire. No, è stata una scelta di questa Giunta che è venuta al Consiglio regionale a chiedere il terzo atto convenzionale e cos’ha di folle il terzo atto convenzionale dal mio punto di vista e che si scontra con il bilancio della Regione del Veneto che ha fatto in modo, ha costruito un meccanismo per cui fenomeni di project financing e che, quindi, prevedrebbero che il privato rischia del capitale suo per un’opera, ha ribaltato il rischio di impresa sulla Regione, ha ribaltato il rischio di impresa sulla Regione. Quindi se la Pedemontana funziona o non funziona, non è un rischio di cui si fa carico SIS, ma di cui si fa carico Calzavara, che però, a differenza di SIS, ha pochi strumenti ed elementi per poter determinarne il successo o l’insuccesso. Ma dico son capaci tutti a fare impresa così. Mi metti 900 milioni per fare l’infrastruttura?”, un po’ alla Regione e un po’ allo Stato. L’unica roba che rischio me la togli perché te ne fai carico tu. Mi garantisci per trentanove anni un’entrata fissa all’anno, quasi quasi c’è da pensarci, se davvero è un’opera che funziona.
A me interesserebbe sulla Strada Pedemontana Veneta, assessore De Berti, non avere i flussi di traffico, avere un confronto su qual è la funzione della Regione rispetto alle grandi infrastrutture di cui questa Regione ha bisogno, perché nel frattempo, care colleghe e cari colleghi, spendiamo 300 milioni. L’unico mutuo che abbiamo fatto in cinque anni in questa Regione, l’unico investimento in conto capitale che abbiamo pagato è la Pedemontana, nel 2017.
È l’unico mutuo. Non abbiam contratto mutui. È l’unico mutuo.
Quei 300 milioni, caro assessore De Berti, oltre ad aver ingessato il bilancio e oltre a essere finanziariamente consistenti e oltre a non metterci al riparo dal rischio delle spese correnti per i prossimi trentanove anni, hanno inibito qualsiasi altro intervento su qualsiasi altra strada regionale. Quante volte, collega Montanariello, abbiamo fatto l’elenco di opere che sul territorio servirebbero, magari non così strategiche come quella che collega Vicenza a Treviso, e lei candidamente ha dichiarato “non ho soldi”.
Collega Soranzo, padovano come te, per la Statale 308 a Padova ci vuole 1 miliardo. Lei ha detto “non ce li ho, non li discuto neanche, toglietevelo dalla testa”.
Vogliamo parlare dell’Arzerone? Se non lo cito, succede un caos. Non solo abbiamo investito sul piano finanziario, con il mutuo, non solo abbiamo chiesto allo Stato di fare altrettanto, non solo dovremo investire economicamente nei prossimi anni, ma abbiamo di fatto azzerato gli interventi regionali viabilistici e infrastrutturali degli ultimi cinque anni in questa Regione.
Ci sarà un momento in cui facciamo il punto e, diciamo, “la Regione del Veneto ha fatto bene a fare la Strada Pedemontana o no”. Non si può fare, perché è un’idea del presidente Zaia, lui l’ha dovuta fare e non si discute. Arriverà un punto in cui diremo “abbiamo fatto bene o no a fare le Olimpiadi”. Sono tutte decisioni che non stanno e non passano dentro questo Consiglio regionale, passano, forse, dentro la Giunta, forse.
Vorrei vederle quelle riunioni, con quale discussione, con quale confronto. Mi chiedo se è normale una gestione di questo tipo, della Regione più importante d’Italia. Sono d’accordo con voi, della Regione più produttiva d’Italia, che dovrebbe e che avrebbe dovuto, negli ultimi 15 anni, decidere come presentarsi al futuro.
Io invito a non paragonare la strada Pedemontana veneta al passante di Mestre, un impatto totalmente diverso sulla capacità di spostamento di questa regione: stiamo parlando della strada Pedemontana veneta, che collega Vicenza con Treviso, mica con un corridoio che collega la regione del Veneto alla Baviera. 900 milioni solo per iniziare l’opera e io penso che in qualsiasi dibattito pubblico normale questa roba sarebbe messa come oggetto di confronto quantomeno e, non a caso, il ministro Salvini, non io, non Delrio, non la De Micheli, ministro Salvini l’altro giorno ha detto che per la Pedemontana dobbiamo spostare il costo dalla Regione al Governo.
Ma è il Governo Meloni che ha detto di no a lei, assessore De Berti, e alla Regione del Veneto, il Governo Meloni ha detto: “Caro Salvini, la Pedemontana, te la paghi tu o ve la pagate voi in Veneto” o no? Perché Salvini è entrato in Consiglio dei Ministri con la proposta che lei ci ha appena fatto e il Consiglio dei Ministri l’ha cassata, tant’è che Salvini dice: “Speriamo che nel dibattito parlamentare qualche emendamentino…”.
È uscito sui giornali e paradossalmente sappiamo di più di cosa succede nel Consiglio dei Ministri che di cosa succederà nelle riunioni, nelle sedute di Giunta regionale ed è uscito che l’ha dichiarato Salvini, sono le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture, Salvini, che, prima di entrare in Consiglio dei Ministri, annuncia il tentativo di spostare la Pedemontana a carico dello Stato e dal Consiglio dei Ministri esce un decreto fantasma, perché ancora non è pubblicato in Gazzetta, senza quella previsione. E lo stesso Salvini dice: “Nel dibattito parlamentare ci aspettiamo un emendamento a prima firma Stefani, che dice: rimettiamo la Pedemontana”.
Quello stesso ministro Salvini, in quello stesso Consiglio dei Ministri ha anche spiegato perché il progetto della holding regionale delle strade e autostrade è destinato a non essere realizzato mai, altra cosa che lei e il presidente Zaia per anni ci avete detto che avreste realizzato, avete festeggiato quando la Camera ha approvato, appunto, l’emendamento Stefani, che vi consentiva sulla carta di fare questa cosa; avete presentato e approvato in questo Consiglio regionale una legge per fare quella roba lì. Ma Salvini vi dice: “Non esiste, perché semmai, se deve esserci un soggetto che organizza, gestisce e pianifica le grandi reti viarie, a partire da quelle autostradali, non può essere la Regione e deve essere lo Stato”, lo ha detto Salvini, riuscendo nell’impresa atomica di mettermi nelle condizioni di essere d’accordo con Salvini. Ma non con lei e con Zaia che per anni ci avete detto una cosa diversa e cioè che era la Regione che doveva gestire le autostrade, così come avete gestito la Pedemontana, grazie a Dio non accadrà e non accadrà non perché l’ho detto io perché l’ha detto il Ministro Salvini del Governo Meloni.
Chiaritevi tra di voi. A me basta sapere - e lo ripeto per la terza volta - quanto costerà la Pedemontana al bilancio della Regione del Veneto nel 2024.
È un numero che siete in grado di darci oggi? E siamo a metà del 2024, siamo a agosto 2024 settembre, ottobre novembre e dicembre; mancano quattro mesi. Non è che vi chiedo una previsione così complicata. A me basta questo. Mi fido dei suoi flussi di traffico. Mi fido dei pedaggi siamo ad agosto 2024, al 31/12 nel bilancio della Regione del Veneto, tra il dare e l’avere, tra pedaggio e canone quanto sarà la differenza? Chiedo solo questo. Non mi pare di chiedere molto.
Mi rispondete a questo? Mi metto almeno il cuore in pace.
Ma non veniteci più a parlare del progetto regionale sulle infrastrutture strategiche, perché i fatti, non le mie parole, smentiscono le cose che ci avete detto finora.
Speaker : PRESIDENTE
Chiude l’assessore Calzavara.
Speaker : Ass.re Francesco CALZAVARA
Avevo capito che era dopo la pausa.
Credo che per quanto riguarda la Pedemontana e le infrastrutture la Vicepresidente De Berti abbia ricostruito il percorso di questi anni, la bontà attestata anche dalla Corte dei Conti di quello che era il momento, perché poi bisogna contestualizzare le scelte che si fanno anche rispetto ai periodi in cui si vive e alle necessità di terminare un’opera importante come la Pedemontana e credo che il percorso che abbiamo fatto col terzo atto aggiuntivo convenzionale sia un percorso condiviso. Vedremo nel corso delle prossime settimane l’ulteriore aggiornamento del traffico.
Il dato lo avrete con la variazione di bilancio che faremo al 31 ottobre e lì avrete un dato vero, sul quale si potrà fare tutte le valutazioni del caso, sul quale io voglio aggiungere solo una piccola cosa.
Credo che le migliaia di fruitori giornalieri che ci sono oggi nella Pedemontana dovreste avere il coraggio di andare a dire che quell’opera non doveva essere fatta.
Voi dovevate andar lì, oggi, vi mettete al casello di Montecchio o al casello che oggi devia tutto il traffico che arriva giù da Tarvisio e dite: “Io, Partito Democratico, io Veneto che Vogliamo, sono contro questa infrastruttura, che non andava fatta, che non andava fatta con queste caratteristiche”, perché voi siete quelli contrari rispetto alle opere infrastrutturali, così come eravate contrari al Passante di Mestre, ma è una storia che conosciamo bene. A quelle persone che giornalmente utilizzano oggi...
No, ti ho lasciato dire delle cose inenarrabili, perché hai parlato dei soldi della sanità rispetto alla spesa dei cittadini veneti. Non c’entra niente il bilancio della sanità con il bilancio che andiamo a rendicontare. Quello della sanità è un bilancio, quello della Regione, che poi è quello che permette a voi di avere un minimo di discussione all’interno di questa programmazione, è ben altra cosa.
Sulla sanità sarà chi si occupa della sanità, eventualmente, ad intervenire. Quindi, voi siete contrari, lo sappiamo, però lo dovete dire a quelle migliaia di persone che stanno continuamente utilizzando la Pedemontana, che stanno incrementando i traffici e che si stanno dando delle proiezioni confortanti. Non saranno probabilmente quelle previste dal terzo atto convenzionale, ma non sono nemmeno molto distanti.
Su questo la valutazione la farà, credo, ormai la prossima Amministrazione che arriverà e naturalmente l’opposizione che sarà seduta ancora ai suoi banchi, perché credo che la storia ci riporterà ancora a questo scenario. Capisco che ci sia del nervosismo quando iniziano ad arrivare i primi sondaggi sul 2025 e vedete che questa Amministrazione di centrodestra ha ancora il 60-65% di consenso, a prescindere da quale Presidente si vada a candidare. Quindi, capisco che questa cosa inizi a creare un po’ di nervosismo: “mi tocca stare ancora altri cinque anni seduta là”. È il vostro lavoro, è quello che avete fatto negli ultimi trenta anni. Lo fate bene, rimanete pure là, che stiamo tranquilli.
Questo è quello che sta succedendo. Iniziate a innervosirvi e iniziate a fare quello che ormai mi preoccupa da qualche anno a questa parte, perché sono qua da poco a fare l’Assessore.
Ho visto nel corso degli ultimi anni ormai preoccuparmi più della requisitoria, perché trattasi di requisitoria non di correlazione, da parte dell’opposizione rispetto alla requisitoria del pubblico ministero della Corte dei conti, perché ormai la Corte dei conti, anche in questa ultima requisitoria fatta dal procuratore, ha dovuto uscire dall’ambito tecnico dei conti per iniziare a fare alcune valutazioni di carattere politico, che sono condivisibili o meno.
Se si inizia a parlare di fitofarmaci, se si inizia a parlare di consumo di suolo, ho la sensazione che il procuratore entri in un campo delicato. Probabilmente era la sua ultima requisitoria e quindi ha voluto lasciare un segna, una eredità di quella che era la sua sensibilità ambientale, che abbiamo visto anche in altri tratti della requisitoria sia della Sezione di controllo che del Procuratore. C’è una sensibilità ambientale che forse fa parte dei tempi, di chi ha redatto quella relazione e quindi ne va preso atto e credo che, da questo punto di vista, anche i percorsi che stiamo cercando di fare con Veneto Territorio Sicuro è di riuscire ancora di più a cercare di far sì che il territorio venga consumato meno e venga utilizzato con più attenzione, tenendo sempre assieme il tema comunque della crescita del nostro territorio rispetto al consumo del suolo.
Questo perché poi, sennò, dovete anche essere quelli, come avete detto all’inizio, ma lo dovete continuare a dire, che voi siete per non consumare più nessun suolo, quella che era la vostra proposta della legge 17: voi dovete andare dai cittadini veneti a dire che voi non volete consumare più un metro quadro, perché voi volete che il Veneto si inchiodi.
È troppo facile il giochino “sì, ma no, ma si, ma no, ma quello giusto”, qual è quello giusto? Quello che dico io è quello giusto, non quello che dici tu. Allora tenete una posizione chiara e definitiva: voi siete per zero consumo di suolo e lo andate a dire, alla prossima campagna elettorale, ai veneti, ma mantenete questa posizione, senza dire: “No, ma il saldo, a Padova va bene, a Verona forse va bene fare i centri commerciali, ma a Treiso no”. Attenzione, perché poi il Veneto insomma si ricorda anche di queste cose e quindi quello che, rispetto a queste requisitorie, che fanno parte dei ruoli e fanno parte di questo percorso di critica, che rimangono nelle competenze e anche nei doveri dell’opposizione.
Sulla Pedemontana, ripeto, credo che il Vicepresidente vi abbia detto tutto e io credo che, come Assessore al Bilancio, mi fa particolarmente piacere un passaggio della Corte dei Conti, che testimonia la coerenza tra il bilancio di previsione e il rendiconto e lo dice anche attraverso una nota dove dice: “Notiamo che ci sono meno variazioni di bilancio rispetto al precedente”. Questo vuol dire che il bilancio che prevediamo, il bilancio di previsione che abbiamo fatto nel ‘22 per il ‘23 è stato coerente ai risultati che poi si sono dimostrati quelli che avete in qualche modo testimoniato nel corso dei vostri interventi.
Quindi credo che questo sia un gesto di estrema trasparenza nei confronti del Consiglio regionale, che approva il bilancio e che poi dà mandato alla Giunta di attuare quel bilancio; quindi la discussione anche postuma che, per carità, ci sta nel cercare di evidenziare quelle che possono essere le criticità all’interno di questo documento, è però una replica di quello che si fa durante la previsione di bilancio perché, nel momento in cui noi diamo coerenza a quello che abbiamo previsto, crediamo di essere stati sufficientemente autorizzati al tempo a portare avanti questo percorso.
Sulle Olimpiadi io credo che sia sotto gli occhi di tutti cosa vuol dire organizzare un’Olimpiade: al di là di alcune cadute di stile, che dopo ognuno può valutare su cosa sta succedendo a Parigi, in Francia, dal punto di vista del ritorno mediatico e dal punto di vista che avrà, nel corso di tantissimo tempo, perché la promozione del territorio che sta facendo la Francia attraverso le Olimpiadi è straordinaria. Credo che noi in Veneto non spenderemo 1,4 miliardi, come ha speso la Sindaca socialista, per tentare di bonificare e far nuotare nella Senna gli atleti: 1,4 miliardi ha speso la sindaca Hidalgo per cercare di bonificare le acque della Senna, salvo poi annullare i giochi perché non riesce a farlo.
Questo è quello che si legge sui giornali e mi pare che oggi i pentatleti hanno dovuto andare da qualche altra parte perché la Senna non è… lei ha fatto il bagno, ha fatto il grande il grande show da Sindaco di una città illuminata, ma guarda la televisione lei o guarda soltanto i bilanci? Provi a guardare un po’ di televisione, che magari riesce a capire anche cosa succede fuori nel mondo, a prescindere dai bilanci.
Quindi credo che questi 25 milioni che spendiamo per le Olimpiadi, perché ad oggi l’unico impegno che ha la Regione sono 25 milioni che impegniamo per quanto riguarda una serie di opere, non il bob, è niente rispetto a quel ritorno che diceva in termini di opere infrastrutturali. Voi sapete bene che in Italia, se non si fa un grande evento, opere infrastrutturali non vengono fatte, perché siamo un Paese fatto così: abbiamo bisogno di un evento per riuscire a generare attorno a quell’evento un entusiasmo che poi magari nel tempo si perde, ma che riesce in alcuni casi, anche postumi, a realizzare delle opere: se non avessimo portato a casa queste Olimpiadi, mai si sarebbe fatta la variante di Longarone, mai si sarebbe fatta la variante di Cortina.
Quindi 25 milioni, a fronte di più di un miliardo di investimenti, credo che vada dato atto che è stato fatto una buona operazione di investimento, oltre a quello che sarà, naturalmente, il ritorno, che vedremo negli anni a venire, per la monda per la montagna veneta, ma credo che sarà un momento di visibilità per tutto il Veneto, a cui si aggiungono i dati sul turismo a cui faceva riferimento. Lei, che studia anche questi fenomeni, sa bene che gli alloggi privati hanno avuto come dire una rivoluzione all’interno del mondo del turismo con la novità di Airbnb, che ha completamente stravolto quello che è il mercato degli alloggi privati e della possibilità di utilizzare alloggi, che prima erano utilizzati dalle persone normali e messi in locazione.
Quindi è un mondo che sta cambiando, il Veneto alla capacità di interpretare anche questi cambiamenti, di utilizzare al meglio quelle che sono le opportunità e confermarsi ancora prima Regione in Italia per presenze turistiche. Non direi altro, insomma, sulla crescita diseguale, è chiaro, insomma, ognuno cerca di tirare l’acqua per il proprio mulino e racconta quello che state cercando di raccontare da quattro anni a questa parte di un Veneto che soffre, di un Veneto che non cresce, di un Veneto che… io, guardate, non ne ho ’questa percezione, io credo che sia… dopo i dati possono essere naturalmente letti sotto molteplici punti di vista e cercano di essere tirati, come dicevo, ognuno dalla propria parte, però la percezione è che noi siamo ancora una Regione che, grazie alle politiche messe in atto nel corso di questi anni, è riuscita a mantenere i servizi. Ci sono aree che cercheremo, nel prossimo futuro e anche nel prossimo bilancio, di essere un po’ più vicini a bisogni che sono cambiati anche nel corso degli ultimi anni, perché soltanto… anche le borse di studio, cioè pensate soltanto alla modifica dal punto di vista normativo dell’ISEE ha inevitabilmente cambiato i parametri di sostenibilità anche da parte del bilancio ma vedrete che qualcosa riusciremo a fare, così come credo un rendiconto come questo, che ha visto la piena parifica della Corte dei Conti. Voi lo date per scontato, ma vi assicuro che scontato non è, ma è anche il tenore anche dei rilievi che vengono messi in evidenza che fanno parte delle aree e il rapporto tra istituzioni e quindi qui tra chi giornalmente cerca di portare avanti politiche di bilancio di una Regione complessa come la nostra e chi, dall’altra parte, deve cercare di far sì che i soldi vengano spesi bene, vengano spesi con serietà e credo che la parifica che in qualche modo dà forza a questo rendiconto di bilancio 2023 sia un’ulteriore testimonianza di come questa Regione del Veneto viene amministrata bene, con sensibilità, con il padre di famiglia a cui faceva riferimento la collega Ostanel, che ha la sensibilità di capire che ci sono dei momenti nei quali bisogna cercare di far sì che le istituzioni siano anche coerenti rispetto alla capacità di spesa e non, come ad esempio è stato fatto in passato perché poi quello che in qualche modo cercate di addossare a questa Amministrazione è che il fondo anticipazione liquidità sia quasi un’eredità o comunque un peso generato dall’Amministrazione Zaia.
Il fondo anticipazione liquidità, che è fatto in quasi tutta Italia, perché è un’altra cosa che non dite è che non è un unicum del Veneto, perché non dite che tutte le Regioni hanno il fondo di anticipazione liquidità e, quindi, tutte le Regioni sono tenute a rientrare, a seconda dei debiti legati in particolar modo a spese sanitarie che avevano contratto negli anni precedenti. Il Veneto sta facendo la sua parte, la sta facendo con serietà, mantenendo gli impegni con una cifra che per noi è importante, che in qualche modo ci impedisce anche di fare altre iniziative, però è un percorso di serietà tra quello che è il rapporto, in questo caso, con lo Stato che ci ha chiesto di chiudere quella partita e lo stiamo facendo attraverso un graduale e programmato piano di rientro, così come il DANC che è un ulteriore elemento di criticità che abbiamo ereditato e che ormai, come avete visto in trend regressivo, è arrivato quasi allo zero.
Questo ci permette ancora di accantonare alcune cifre che, in maniera prudenziale, così come è sempre stato fatto nel corso di questi cinque anni, ha messo in sicurezza alla Regione, perché ci sono le cifre per quanto riguarda il CCT, quindi il Comitato per quanto riguarda il contenzioso con la Pedemontana, ci sono le garanzie per quanto riguarda le Olimpiadi, in maniera che chi arriverà in futuro, perché queste sono cose che molto probabilmente si troverà la prossima Amministrazione, erediti l’accortezza da chi l’ha preceduta di aver messo a copertura delle spese senza farsi trovare impreparata; spese che a oggi sono impossibili da determinare, ma che in maniera responsabile qualsiasi amministratore, qualsiasi buon padre di famiglia mette accanto perché non si sa mai. Questo credo che sia un modo giusto di amministrare, che permette alla nostra Regione di essere orgogliosa di questo rendiconto 2023.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Calzavara.
Ha chiesto di parlare il collega Polato, sull’ordine dei lavori. Prego.
Speaker : Daniele POLATO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Rubo qualche minuto ai colleghi non per la rendicontazione di questa proposta, ma per un rendiconto della mia esperienza politica all’interno di quest’Aula di questi quasi quattro anni.
Per l’occasione ho messo giù due righe che volevo leggere a tutti i colleghi e anche ai dipendenti.
Posso?
Speaker : PRESIDENTE
Assolutamente.
Speaker : Daniele POLATO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Caro Presidente e cari colleghi, dopo quasi quattro anni, essendo stato eletto europarlamentare, lascerò il Consiglio regionale del Veneto. Permettetemi di ringraziare in primis tutto il personale del Consiglio regionale del Veneto per la professionalità, il supporto e la dedizione; personale pubblico che rende orgogliosi i veneti.
Ringrazio i colleghi tutti, quelli di opposizione, per il confronto franco, a volte anche duro, ma sempre corretto, che ha contraddistinto un rapporto politico teso al contributo fattivo nel miglioramento dei provvedimenti in Commissione e in Aula.
Grazie ai colleghi di maggioranza per il lavoro proficuo e la capacità di fare sintesi in una comunità politica con diverse sensibilità, legate ad interessi territoriali in un Veneto che esprime eccellenze umane e professionali.
Ognuna delle sette Province alle proprie richieste, necessità e peculiarità. Il merito della rappresentanza politica tutta sta nel lavoro e nella risposta immediata, che ha permesso di conseguire provvedimenti essenziali, risposte in termini di servizi eccellenti, migliorabili sicuramente, sul podio delle Regioni d’Italia.
Grazie al Presidente Zaia e a tutta la Giunta, in particolare all’assessore Calzavara, con delega ai rapporti col Consiglio, per la gestione diretta di una delle Regioni più importanti d’Italia. Amministrare in periodi tragici, vedasi Covid, assumersi responsabilità politiche fondamentali, hanno permesso di tutelare la salute e l’economia di un popolo, quello veneto, abituato a rialzarsi nelle difficoltà e a superare con spirito di comunità situazioni inimmaginabili.
Infine, ringrazio fraternamente i colleghi Elena, Raffaele, Enoch, Tommaso, Joe e Lucas.
Grazie a voi ho avuto anche e ho potuto superare umiliazioni ed ingiustizie politiche.
Risuonano ancora nella mia memoria parole come non può fare l’Assessore un condannato, non può stare nell’Ufficio di Presidenza un Vicepresidente condannato.
Ricordo come fosse stato dichiarato decaduto sul sito del Consiglio regionale del Veneto, prima ancora del processo di Cassazione e la relativa sentenza di annullamento dell’infamante condanna.
A differenza di altri non ho mai arretrato rispetto alla convinzione di onestà politica e mai scelto vie più facili, convenienti come un eventuale patteggiamento.
Alla fine, il brutto anatroccolo, è diventato cigno e il fatto che decine di migliaia di persone venete e non solo mi abbiano scelto come loro rappresentante nel Parlamento europeo mi ripaga di tutto quello che ho subito.
Mia mamma, recentemente scomparsa, aveva l’abitudine di seminare scritti con frasi di vita, tra tutte conservo questa, che è diventata pietra angolare della mia vita: la pazienza è la forma quotidiana dell’amore.
Grazie. Buon lavoro nell’interesse dei veneti e dell’Italia.
Grazie a tutti.
Speaker : PRESIDENTE
Buon lavoro a lei in Parlamento Europeo e le assicuro che è un ambiente dove, con la buona volontà e il lavoro, si possono fare tante belle cose.
Sospendiamo qui la seduta.
Riprendiamo alle ore 15.00.
Ricordo che adesso inizia subito la Quinta Commissione,
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, se ci accomodiamo riprendiamo i lavori.
Riprendiamo i lavori.
Siamo sull’articolato del PDL 259.
Iniziamo a votare gli articoli.
Siamo sull’articolo 1.
Metto in votazione l’articolo 1.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all’articolo 2.
Metto in votazione l’articolo 2. Siamo sull’articolato del rendiconto. È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 3.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 4.
È aperta la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 5.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all’articolo 6.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all’articolo 7.
È aperta la votazione sull’articolo 7.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all’articolo 8.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Partiamo con l’articolo 9.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 10.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 11.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 12.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 13.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo terminato le votazioni sull’articolato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto finali sul progetto di legge 259, se ci sono dichiarazioni di voto finali, naturalmente.
Collega Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Speravo che fosse almeno la dichiarazione di voto, l’occasione per poterci dire qualcosa.
Molto brevemente, nel senso che abbiamo detto molto in sede di discussione generale. Ho registrato però anche rispetto alla replica dell’assessore Calzavara, una certa difficoltà e resistenza al confronto democratico che dentro quest’Aula è fisiologico, che sia: neppure l’opinione del Procuratore regionale della Corte dei conti che legittimamente esprime il punto di vista della Procura, è stato accolto con il giusto spirito critico che sempre dovrebbe animarci quando animiamo il confronto democratico.
Del resto, cosa ci si può aspettare da un’Amministrazione che sta chiusa dentro il palazzo, che evita il confronto fuori e dentro quest’Aula. Cosa ci si può aspettare da un Presidente di Regione che evita accuratamente qualsiasi momento o passaggio in cui qualcuno vagamente possa dirgli quello che pensa? Lo evita in Giunta, lo evita in conferenza stampa. Guai a fare la domanda sbagliata al presidente Zaia. Lo evita non presentandosi mai in quest’Aula per rendere conto, come è normale e fisiologico che sia, di ciò che fa e di ciò che decide come Istituzione.
Penso che, oltre alla mancanza di dialogo, ciò che rende complicata la gestione amministrativa della Regione sia anche, assessore Calzavara, un accenno di derisione nei confronti delle opposizioni. Io non lo so se vincerete ancora voi. So per certo che chi vince comunque non ha il diritto di prendersi gioco di chi fa il proprio mestiere, non ha il diritto di eludere le domande che l’opinione pubblica legittimamente pone, non ha il diritto di non rendere conto alle opposizioni, che rappresentano un pezzo di questa regione, di ciò che è stato deciso e di ciò che è stato fatto.
Io non so, dicevo, chi vincerà le prossime elezioni. Ogni tanto mi sembra che, Assessore, sia più preoccupato se le vince Fratelli d’Italia piuttosto che il PD. In ogni caso, e lo dico per l’affetto che provo per questa Regione, l’assenza di alternanza alla guida di un qualsiasi soggetto pubblico trasforma spesso la responsabilità in arroganza, incide sulla trasparenza degli atti e spesso produce pratiche degenerative dentro l’azione amministrativa. L’alternanza, cioè la possibilità, anzi il dovere di rendersi protagonisti rispetto a determinate risposte, il dover rendere conto di come si è amministrato, agevola, aiuta la buona amministrazione. Presentarsi in quest’Aula dicendo “tanto voi resterete sempre all’opposizione” è un atteggiamento arrogante, che di sicuro non farà il bene dell’azione amministrativa di questa Regione.
Del resto, è quello che vi anima da sempre. Probabilmente avrete anche ragione. Il fatto è che il potere va esercitato per delle scelte utili ai veneti, non per pratiche con arroganza, finalizzate semplicemente o più interessate alla propria poltrona piuttosto che all’attività positiva per questa Regione.
La mancanza di confronto che registriamo ormai da diversi anni in questo Consiglio credo sia aggravata da questo atteggiamento di superiorità, che può essere che vi premi nelle urne, ma non è detto che vi premi nei risultati. Io di quello proverei ad occuparmi.
Abbiamo posto alcune questioni, a mio giudizio molto serie. Abbiamo chiesto quanto ci costerà la strada Pedemontana Veneta. Non è una domanda che viene dalla luna, è una domanda fisiologica che si fanno le opposizioni, come se le fanno i cittadini.
La risposta “vedrete, vedremo” non è una risposta né politicamente né tecnicamente accettabile. Abbiamo chiesto conto di cosa saranno le Olimpiadi Milano-Cortina; l’idea dell’“andrà tutto bene, sarà meraviglioso”, non è una risposta politicamente accettabile.
Abbiamo chiesto quali progetti avete intenzione di mettere in campo, finanziati col PNRR, che potrebbero cambiare il volto della regione: il “andatevi a leggere le carte” non è una risposta politicamente accettabile.
L’impressione, onestamente, da questa parte dell’emiciclo è che ogni passaggio in Consiglio regionale, anche quelli così delicati, come sarebbe a mio avviso il rendiconto, siano considerati dei fastidi, dei passaggi che bisogna in qualche modo fare. ma che comunque non incidono nel luogo dove si prendono le decisioni.
Per questo, presidente Ciambetti, annunciamo ovviamente il voto contrario del Gruppo del Partito democratico, principalmente contro le scelte che sono contenute in questo bilancio consuntivo, che a nostro giudizio non sono all’altezza delle sfide che una grande regione come il Veneto dovrebbe saper cogliere in termini, in particolare, di redistribuzione, di uguaglianza, di giustizia sociale, frontiere rispetto alle quali siamo profondamente in ritardo nel disinteresse generale.
Voteremo contro perché pensiamo che queste politiche di bilancio restrittive, fatte di tagli, fatte di piani di rientro mascherati, non siano compatibili con le necessità che invece la nostra Regione avrebbe per essere all’avanguardia e per poter competere in quei terreni dove dovrebbe competere.
Siamo stanchi di vedere il Veneto che scende nelle classifiche generali, e pensiamo che invece servirebbe, stavolta sì, e l’occasione c’è, tra un po’ di tempo, di cambiare, che anche il Veneto può cambiare, assessore Calzavara.
Abbiamo ribaltato tanti risultati negli ultimi anni. Non escluderei di poterlo pensare anche per questa Regione. Quindi, voteremo contro per le scelte sbagliate delle politiche di bilancio, voteremo contro per le scelte sbagliate che hanno contraddistinto questi 15 anni di Amministrazione Zaia.
E voteremo contro anche perché l’atteggiamento arrogante col quale vi presentate in quest’Aula – o non vi presentate, come nel caso del Presidente – io credo non sia utile non alle opposizioni, ma alla Regione del Veneto che forse oggi finalmente meriterebbe una classe dirigente che scende dall’iperuranio del “siamo gli intoccabili e staremo sempre qua, perché voi perderete sempre” e prova a mettersi in gioco, a ridiscutere le proprie convinzioni e magari a fare il meglio per la nostra Regione.
Speaker : PRESIDENTE
Il collega Villanova è sceso dall’iperuranio.
Prego.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
E non mi sono neanche messo la maschera.
Grazie, Presidente.
Questo è un record. È la prima volta che mi interrompe ancora prima che inizi il mio discorso. Siamo veramente...
Consigliera Camani, quando parla di arroganza, non so come mai, ma sinceramente non la sento tanto riferita a questa parte dell’Aula, ma forse a qualche altra parte.
Oggi con tutti i colleghi siamo stati qui e molto volentieri abbiamo ascoltato il suo intervento. Veniamo in Aula sempre volentieri perché riteniamo che questo sia un passaggio importante, come tutti i passaggi delle leggi che passano da questo Consiglio. Però, oggi è andato in scena un copione che ormai ha un po’ stufato, è un po’ stucchevole come copione. C’è questa narrazione che continua ad andare avanti da quattro anni, dove effettivamente tutto va male e se c’è qualcosa che va bene di sicuro non è merito della Regione, di questa Amministrazione. Ogni tanto mi soffermo su alcune frasi che ho sentito dire oggi e, sinceramente, anche di fronte a quelli che possono essere i toni preelettorali, di fronte a questa che può essere una contrapposizione sui temi che noi ascoltiamo anche con grande rispetto, perché non siete mai stati interrotti, non avete mai avuto nessun tipo di problema in quest’Aula, ma quando sento dire delle bestialità dal punto di vista amministrativo, come che vengono distratti fondi dalla sanità per pagare la Pedemontana, insomma, dopo quattro anni che siamo qui, sentire certe cose sinceramente fa anche un po’ non dico sorridere, però o ci mettiamo d’accordo che siamo delle persone serie, ma a dire una cosa del genere veramente si rasenta il ridicolo.
Magari si potrà raccontare in piazza per attirare un po’ di attenzione, per parlare del campo largo, per far vedere che siete sul pezzo, ma quando raccontate queste robe qua, per piacere, almeno non dite certe bestialità.
Ho sentito parlare di vari problemi, perché ogni volta che passiamo a un argomento che riguarda il bilancio, noi sentiamo praticamente il bollettino di guerra della Regione Veneto. Sembra di essere nel 1943 con i bombardamenti sopra la nostra regione. Quando sento dire, tra i vari problemi, che la nostra Regione ha l’inflazione più alta di tutto il mondo, come abbiamo sentito prima, “in Veneto c’è l’inflazione”, io dico che il presidente Zaia si metterà a stampare moneta o smetterà di stampare moneta o inciderà sui tassi di interesse.
Sono molto serio. Mi perdoni, collega Camani, mi scusi, ma se non ci riesce Christine Lagarde, che è a capo della Banca centrale europea, a fermare l’inflazione, non ci riesce la FED, e ci deve riuscire questa Regione non si sa con che leve dal punto di vista monetario?
Ci viene a parlare dell’inflazione nella nostra regione, ma soprattutto dopo ci viene a fare dei ragionamenti. Prima ho sentito anche... Mi ha fatto anche sorridere: “I principi della destra conservatrice che governano questa Regione”. Ci venite a dire che non bisogna crescere, che bisogna bloccare qualsiasi opera, che bisogna bloccare l’autonomia. No, perché i veneti non l’hanno chiesta. Bisogna bloccare l’autonomia, cioè qualsiasi tipo di riforma va bloccata e i conservatori però siamo noi. I conservatori siamo noi. Voi state raccogliendo le firme per bloccare l’autonomia che...
Collega Camani, mi perdoni. Ti ho ascoltato.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Camani, lasciamo parlare gli altri, come lei ha avuto modo di parlare.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Capisco che sei nervosa. Prima chiedi il dibattito e vuoi che qualcuno parli con te, perché probabilmente ha bisogno di sentirti rassicurata...
Lo so. Dopo ti parlo e non mi lasci parlare. Sto rispondendo. Ti ascolto talmente tanto che prendo gli appunti quando parli, perché mi segno le cose e sono interessato a quello che dici.
Vi state opponendo a qualsiasi tipo di innovazione e di riforma e venite a dire a noi che siamo i conservatori. Ma di cosa stiamo parlando. Venite a dire che c’è bisogno di dare sostegno alle famiglie, sostegno alle imprese, sostegno ai piccoli artigiani, sostegno di qua e sostegno di là, ma avete presente che nemmeno nell’Eldorado Romagna, che voi continuate a decantare, dove tassate qualsiasi tipo di reddito, partendo dal più basso, perché l’addizionale IRPEF voi in Emilia-Romagna la mettete dall’ultimo gradino, dai più poveri, voi li tassate tutti, neanche mettendo quell’addizionale IRPEF che voi mettete nelle altre Regioni riusciremmo a dare un sostegno come quello che voi chiedete.
Sarebbe impossibile. Sarebbe impossibile. La cosa che a me veramente manda via di testa è quando mi parlate della piccola impresa in crisi, perché allora probabilmente dovreste uscire dai salotti dove vi chiudete e venire con noi nelle imprese artigiane, magari quelle imprese artigiane del nostro territorio legate all’automotive, che magari prima producevano gli stampi che dopo venivano presi dalla Porche in Germania o dall’Audi, ne conosco tanti, oppure della minuteria, che lavoravano per le aziende di automotive, che son state messe in ginocchio magari da qualche politica europea che qualcuno ha votato anche.
Dopo è facile fare retorica, ma se volete farla, la facciamo anche noi.
Venite in quelle aziende artigiane a dire che loro sono in crisi, non perché qualcuno ha messo in crisi l’automotive a livello europeo, ma perché la Regione non li sostiene.
Venite, uscite dei salottini dove vi chiudete per firmare i referendum contro l’autonomia, uscite da quei salottini, andate a vedere dove lavora la gente. Una volta eravate quelli che rappresentavano la classe operaia; classe operaia che adesso è in difficoltà per queste scelte che avete fatto anche voi in Europa e che state continuando a fare in Europa, e che l’Europa sta continuando a fare.
Di quello però non si parla mai, guarda caso. La nostra è una Regione dove se qualcosa va bene – cito la frase – “la crescita avviene malgrado voi”, perché ovviamente se c’è la crisi è colpa nostra, però se c’è la crescita non dipende da noi, ogni tanto una botta di fortuna ce l’abbiamo anche noi, sono quindici anni che ci votano, ci sarà un motivo. No, siamo fortunati; la prossima volta cambierà il mondo, sicuramente. Ma veramente, stiamo qui a vedere.
Come si fa a dire che in Veneto c’è il turismo, ma è meglio la manifattura? L’avete sentito anche voi prima… Non sia mai… Scusate, ma la manifattura non si fa nei capannoni che abbiamo sentito accusare di qualsiasi nefandezza per quattro anni, nell’ultima legislatura? Io sono qua da nove e ho sempre sentito parlare contro i capannoni, che sono il male assoluto, però adesso va meglio la manifattura del turismo, perché il turismo è un’economia che non porta grande reddito nel nostro territorio.
Signori, noi siamo qui che vi ascoltiamo molto volentieri, però ogni tanto servirebbe anche un po’ di serietà. Mi ricordo, e mi viene sempre in mente una parte di questa legislatura, che mi ha toccato profondamente, che era l’inizio legislatura, quando eravamo sotto Covid. Vi ricordate le accuse che ci avete rivolto per due o tre anni? Io me le ricordo benissimo, dando delle responsabilità a questa Amministrazione.
Cosa è successo di quelle accuse? Sono passati un po’ di anni: cosa è successo di quelle accuse? Niente. L’unica cosa successa è che chi le ha fatte è finito con un seggio al Senato. Questo è l’unico risultato. L’unica cosa che è successa è che qualcuno è finito al Senato grazie a quelle accuse. Però, del resto, non si è più saputo niente.
Io capisco che questo sia il vostro modo di far politica. Magari qualcuno riuscite anche a intortarlo. Però, quando venite qua e sperate di farvi ascoltare come delle persone serie, qualche affermazione come questa noi facciamo veramente fatica ad ascoltarla e a darvi un po’ di credito.
Detto questo, io credo che quello che sta facendo l’Amministrazione, la Giunta, l’assessore Calzavara, con la parifica che arriva sempre in anticipo, sempre rispettando i tempi, cosa che viene data come se fosse la cosa più scontata della terra, mi piacerebbe andare a vedere altre Regioni d’Italia come sono messe; arriva la parifica, e la parifica cosa volete che sia? Niente? Il bilancio? È in regola. Il bilancio è in regola? Ma state scherzando? Lo fate passare come qualcosa di positivo, avere il bilancio in regola.
A questo punto, vedendo come va questo stato, forse è meglio imparare da qualcun altro che fa i buchi e dopo vengono ripianati da qualche altra Regione, perché questo è quello che ci stanno dicendo, che noi facciamo i bilanci in regola e non va bene perché abbiamo il bilancio in regola.
Signori, secondo me, questa Amministrazione sta facendo i salti mortali, come ha fatto in tutti questi anni, per fare in modo di fare l’unica cosa che forse serve per incentivare l’economia in questo Paese, cioè non aumentare le tasse. Come abbiamo detto tante volte, si fanno i salti mortali proprio per evitare di aumentare le tasse, perché questa è l’unica cosa che può spingere o anzi sicuramente se aumenti le tasse vai a rallentare.
Diamo la nostra totale fiducia all’Amministrazione e all’assessore Calzavara per questo rendiconto e continuiamo a garantire un appoggio incondizionato, perché quello che state portando, i risultati che portate a livello di bilancio, sono dei risultati che probabilmente in tutta Italia ci invidiano.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Soranzo, prego.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Come gruppo di Fratelli d’Italia, ovviamente, noi lo diciamo fin dall’inizio voteremo a favore, ma voteremo a favore di questo rendiconto perché ci piacerebbe che quest’Aula potesse sicuramente ascoltare...
Il collega Villanova ha appena terminato un intervento dove, di fatto, seppur in modo elegante, raccontava la volontà di raccontare un bombardamento di informazioni nella narrativa dell’opposizione, che giustamente fa bene il proprio mestiere. Però, amici dell’opposizione, colleghi dell’opposizione, Consiglieri regionali di questa opposizione, istituzioni di questa Regione, leggere la memoria della Corte dei conti citandone gli aspetti che più possono avvalorare una narrativa, facendo una azione politica non è propriamente ideale. Non uso un altro termine.
Dico “ideale”. Dico questo perché la Corte dei Conti, come tutti gli amministratori che conoscono bene e soprattutto chi ha a che fare con la pubblica amministrazione, ha il dovere di mettere in luce sicuramente i controlli, l’esito dei controlli del proprio lavoro, ma allo stesso tempo invita, formula delle considerazioni che sono sempre state, credo da noi tutti e in primis dal Presidente della Giunta e dall’Assessore al bilancio, di tutta la Giunta come di tutto il Consiglio, inviti e auspici che devono essere assolutamente tenuti in considerazione.
Come Gruppo di Fratelli d’Italia, però, vorremmo lasciare a quest’Aula un’eredità nei verbali, ma anche a chi ci ascolta, mettendo in risalto alcuni aspetti.
Proviamo un attimo a fare un’operazione di verità e, soprattutto, di sincerità. Se l’assessore Calzavara si fosse presentato, su mandato del presidente Zaia, con un rendiconto che presentava una situazione dove il debito non veniva in qualche modo recuperato o ridotto, anzi veniva aumentato, se avesse messo l’addizionale IRPEF, quindi aumentato la tassazione, se, magari, anziché procedere nella cautela e prudenza, criteri di prudenza, che sono pilastri fondamentali richiamati in tutte le leggi di contabilità, dagli Enti locali fino alle Regioni e anche allo stesso MEF, e ‒ aggiungo di più ‒ se ci fosse stata la manifesta imprudenza a non formulare gli accantonamenti, che di fatto sono di legge, ma anche quelli di buona condotta o buona gestione di un bilancio, probabilmente da parte dell’opposizione ci sarebbe stato un grido, dove si raccontava la narrativa di un Assessore in un’Amministrazione spregiudicata, che badava più al consenso elettorale, che badava più alla propaganda, che era spregiudicata e ‒ perché no ‒ lasciava a chi sarebbe venuto dopo un’eredità estremamente pesante e non si sa se recuperabile.
Noi abbiamo visto tante Amministrazioni di questo genere, tant’è che le modifiche normative che sono state introdotte nel corso degli ultimi quindici anni dalle direttive europee e dallo Stato italiano sono andate in questo senso, a seguito di dissesti finanziari di molti Enti locali, ma anche di Regioni. Non da meno le stesse normative che sono intervenute con una serie di deroghe anche sui bilanci della sanità, che oggi non hanno visto ancora sanzioni, Assessore. Noi sappiamo, però, che abbiamo Regioni vicine che hanno un bilancio, anche sulla sanità, discretamente in difficoltà. Lo sappiamo, nonostante si faccia finta o non sia notizia del giorno.
Assessore, noi siamo convinti che la strada giusta sia quella intrapresa da lei, nella sua buona gestione, dal presidente Zaia. Crediamo sia una buona gestione perché, invece, va nella direzione opposta. Lo dice la Corte dei conti. Quella relazione che voi amici dell’opposizione, colleghi dell’opposizione, Consiglieri regionali dell’opposizione, Istituzione della Regione, non lo ripeterò più, avete più volte invocato. Lo dice perché i punti di forza sono riduzione dell’indebitamento, conti in ordine, molto in ordine, molto forti, un bilancio forte e accantonamenti prudenziali, una buona gestione.
A questo però si aggiunge che, nonostante le difficoltà e anche, sicuramente, spazi di miglioramento ricordiamo che questa Regione è dal 2007, se non ricordo male, la prima Regione a utilizzare meglio i fondi europei, tant’è che ha avuto per credibilità e anche per programmazione un raddoppio dei fondi europei nella nuova programmazione, rispetto al passato e non è una cosa da poco. Tant’è che la Corte dei Conti racconta che questo tipo di azione, anzi invita a continuare il lavoro di… continuare assimilare nel bilancio la capacità di utilizzare i fondi europei con risorse regionali affinché ci possa essere una miscela straordinariamente efficace ed efficiente per garantire i servizi ai bisogni di spesa che un bilancio dovrebbe sicuramente fare fronte dal punto di vista contabile ma indirizzarsi a cercare di… al massimo le esigenze e il fabbisogno dei cittadini veneti in tutte le sue strutture della società.
Condivido, Assessore, la sua riflessione quando lei ha fatto un intervento, quando lei ha fatto un intervento, lei ha ricordato che la storia di questo Paese a me veniva in mente Italia 90 per quello che è stato il mondiale di calcio, sono le occasioni per finanziare le grandi opere e questo va ricordato gentili amici, colleghi, Assessori e Consiglieri, chiedo scusa, istituzione Regione Veneto, perché poi l’assessore De Berti, che citava che sono circa 250 i milioni di opere per i mondiali stanziati per opere che probabilmente sarebbero arrivati ugualmente se non ci fossero stati i mondiali qui in Veneto, probabilmente no e come i 483.000.000 per le olimpiadi, di cui si aggiunge una parte, il 50%, circa 200.000.000 parzialmente finanziati, come ha citato anche la collega Camani, sono risorse che sono arrivate grazie al fatto che qualcuno ha voluto portare a casa sfide importanti, si chiamano così amici… colleghi Consiglieri, perché le sfide, noi stiamo parlando oggi di opere e di finanziamenti perché abbiamo e il Presidente Zaia e questa Amministrazione ha portato a casa i mondiali e ha portato a casa le Olimpiadi, sennò non sarebbero arrivati e voi non avreste avuto sicuramente materiale su cui discutere sulla copertura parziale o totale ma sicuramente prima o dopo queste opere ci saranno e questa cosa non è una cosa di poco conto se si aggiunge poi a tutto quello che è l’indotto di crescita diretto o indiretto, questo è il diretto e l’indiretto, invece, è sul tessuto sociale dei consumi delle nostre Province e dei nostri territori quando si svolgeranno questi eventi, un conto difficilmente da mettere in campo ma che dà sicuramente la differenza su quello che è vincere le sfide, abbracciare le sfide e mettersi in gioco. Cosa che il Presidente Zaia, questa Amministrazione e noi insieme a tutta la Giunta stiamo mettendo con grande entusiasmo in questa azione politica amministrativa.
Ultima considerazione, ma non di meno, vale sicuramente sulle criticità citate da questa relazione della Corte dei Conti.
Colleghi, io ho capito che fa comodo e, quindi, concludo il mio intervento con questo nel citare che è vero che noi ed è invito della Corte dei conti, si guarda a mettere in evidenza che come diceva la collega Camani, poi l’Ostanel, l’Assessore che la sua azione fare un bilancio di previsione cauto, prudenziale che possa in qualche modo tenere la macchina, sempre come si dice in gergo, chiedo scusa a tutta l’Aula, in tiro - si chiama così - cioè tenere la struttura sempre, come si dice, a massima tensione nella, nella voce di spesa e di entrata fa si poi che nel corso dell’anno ci sia un aumento, come qualcuno cercava il dato del 120% nelle manovre di assestamento o di variazione di bilancio, ma io condivido questo tipo di azione, perché man mano che le previsioni vengono confermate è corretto che un’Amministrazione su dati reali e soprattutto confermati nel trend durante l’anno metta in disponibilità della struttura risorse che magari in bilancio di previsione: questo cosa evita? I buchi di bilancio. Si evitano i buchi di bilancio. Dare una previsione che è abbastanza realistica, ma poi correggere il tiro in base alleai reali incassi delle entrate di un bilancio, significa avere una buona gestione, una corretta gestione e soprattutto non fare bilanci fantasiosi. Quindi il 120% che la Corte dei Conti dice guarda che è frutto delle variazioni di bilancio e gestione di bilancio sono secondo noi un dato rilevante, rilevante perché vuol dire che il Veneto ha capacità come l’Italia sta dimostrando di incassare risorse economiche e finanziarie nuove durante gli anni di esercizio. Ma su questi il 6.1 dei singoli target che recita i punti che voi avete voluto citare, ne cita due che mi piace ricordare, se è vero che peggiora, ahimè, il numero di morti in incidenti stradali, se è vero che peggiora l’utilizzo dei fertilizzanti in agricoltura, secondo la Corte dei Conti, se è vero che, purtroppo, si dice che la percentuale di superficie agricola utilizzata investite in coltivazioni biologiche peggiora dice che risulta in miglioramento dei dati per quanto riguarda il rischio di povertà ed esclusione sociale, non inclusione sociale. Quindi, miglioramento.
Questo, signori, è un altro dato che va messo in risalto. Come va messo in risalto che il tasso di disoccupazione, dato 2021, è pari al 5,3% rispetto al 9,5% di quello nazionale, e che arriva fino al 4,3 nel 2022-2023. Questi sono dati che vanno messi in risalto, tanto quanto quelli che a voi faceva comodo mettere in risalto nella vostra relazione.
Un’Istituzione ha il dovere di portare una rappresentazione più reale possibile e corretta, e non secondo gli obiettivi politici in narrativa che magari si vuole raggiungere. È dovere di quest’Aula dire ai veneti la completezza dei dati anche di una relazione della Corte dei conti che fa il suo lavoro, ma va portata complessivamente, non invece parzialmente, o a percentuali di utilizzo, a seconda dell’obiettivo politico di narrativa da raggiungere anche in quest’Aula.
Con questo, alcune considerazioni che abbiamo voluto portare in evidenza: con Fratelli d’Italia continueremo a lavorare, ed è vero, collega Camani, che noi abbiamo delle sfide importanti in Veneto, è vero che ci aspettano tempi non facili di crescita. È vero che il Governo nazionale eredita tagli alla sanità importanti, a cui noi stiamo cercando di dare risposte e recuperare, e ormai, finalmente, dopo due anni che noi lo dicevamo in quest’Aula, comincia a diventare patrimonio di cronaca, di dibattiti, di discussioni in tanti ambienti, anche quelli di dibattito politico.
Siamo felici di poter dare il nostro contributo. Siamo consapevoli che ci aspettano delle sfide importanti e dei tempi importanti di lavoro. Siamo sicuri, Assessore, che probabilmente la Pedemontana Veneta sia la risposta giusta, perché come diceva l’assessore De Berti prima, quando noi passiamo in autostrada, e noi siamo il Corridoio 5, una risposta infrastrutturale ci deve essere. E se non c’è con la quarta corsia, che oggi è un pensiero, esiste una strada oggi reale, concreta, costosa, se volete, speriamo di riuscire ad abbattere i costi, ma è un’alternativa infrastrutturale per il Veneto e di collegamento per l’Europa.
Oggi abbiamo sicuramente di fronte il fatto che una programmazione di questo genere comunque è una risposta infrastrutturale, comunque si potrà lavorare per andare incontro alle esigenze di quei veneti, come le borse di studio, come altre risorse che si dovranno dare alle famiglie per affrontare un periodo non facile nei prossimi anni, e ci sarà tutta questa attenzione da parte di questa Amministrazione, come sempre l’ha avuta, come in tutti i settori di questo Veneto. Però una cosa è certa, Assessore: non possiamo abbassare la guardia. Lei non l’ha mai fatto. Quest’Aula le ha dato piena fiducia e siamo felici della fiducia riposta. Siamo convinti che il lavoro fatto è importante e siamo sicuri che ci aspettano sfide importanti e sicuramente impegnative.
Questo, però, non toglierà mai il piede dall’acceleratore a una Regione che comunque vorrà tentarle tutte prima di mettere, come qualcuno ha ricordato, le mani nelle tasche dei cittadini.
C’è una profonda differenza tra noi e voi. Noi, prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, ci pensiamo due volte. Voi, molto spesso lo fate, forse per storia, forse per modalità.
Noi siamo conservatori di quei valori per cui la tassazione deve essere non vessazione. Quella tassazione deve essere giusta, pagata per i servizi che realmente si danno e non per altri motivi.
Quindi, sicuramente, se un veneto dovesse aver bisogno rispetto alla solidarietà e l’aiuto di un altro veneto, saremo i primi a chiedere questo sforzo, ma fino ad allora ci metteremo in gioco noi per trovare quelle risorse, diversamente da mettere mano nelle tasche dei cittadini.
Concludo. Sa perché – non so se sia così, Assessore – a noi viene chiesto di pagare la Pedemontana Veneta e magari la Ragusa-Catania no? Perché i veneti hanno dimostrato di saper pagare ciò per cui investono e normalmente hanno onorato sempre i propri impegni. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Collega Pan, prego.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire, in quanto i colleghi che mi hanno preceduto hanno già fatto una sintesi molto ampia di quello che è successo qui stamattina. Però, ho due cose che volevo dire assolutamente perché poi ogni volta che entra in quest’Aula qualcosa che si riferisce al bilancio, sentiamo sempre la stessa litania. Niente di nuovo, cari colleghi dell’opposizione. Niente di nuovo sul fronte occidentale, potremmo dire, perché poi le cose sono sempre le stesse: le borse di studio, la Pedemontana, la pista da bob, le Olimpiadi. Ogni volta è sempre la stessa litania che ci viene propinata.
Una cosa volevo sottolineare. Anzi, tre cose volevo sottolineare dei discorsi che ho sentito anch’io stamattina. Trovo strano che la Corte dei conti ci venga a dire che noi siamo quelli che distribuiscono più pesticidi in assoluto in questo Paese.
Volevo ricordare ai cari magistrati, che magari sono chiusi sul Ponte di Rialto, che l’agricoltura veneta, soprattutto il vigneto veneto, guarda caso, è il più importante vigneto d’Italia e forse uno dei vigneti più importanti del mondo: 100 e rotti mila ettari, che fanno sì che giri un’economia che fa esportare 2,2 miliardi di PIL di questa Regione.
Di cosa stiamo parlando? Del Molise? Di due viti coltivate nel Lazio? Qui si sta facendo un’agricoltura specializzata, un’agricoltura che ha, come in tutto il resto del mondo, bisogno dell’aiuto di fitofarmaci per svilupparsi. È normale, avviene in tutto il mondo. Per carità, benissimo l’agricoltura biologica, siamo al 5%, però vi ricordo che per alimentare il mondo bisogna che l’agricoltura sia aiutata anche da questo tipo di interventi.
Dico, quindi, ai cari magistrati, che si occupano più di codici e codicilli, di lasciar stare l’agricoltura a chi di competenza.
Un’altra cosa è il consumo del suolo, che ogni volta ci viene propinato. Siamo la regione che consuma più suolo in assoluto. Ricordo a tutti, soprattutto a chi ci imputa questo, oltre alla legge, eccetera, che guarda caso in questa regione, la locomotiva d’Italia, si lavora e si lavora dentro i capannoni. Non si lavora all’aria aperta. Se abbiamo molti capannoni, sono tante piccole e medie imprese, carissima, che magari creano quello che lei ‒ questa è la mia terza considerazione ‒ definisce “cattivo capitalismo”. Capisco che lei ha una radice culturale sovietica.
Sul cattivo capitalismo, che lei ha citato prima, bisognerebbe aprire una bella discussione su quello che lei ha detto questa mattina. Le consiglio, visto che ci sono state da pochi giorni le elezioni in Venezuela, di trasferirsi da Maduro, che magari le fa capire cos’è il comunismo, una società comunista rispetto a una società capitalista. Avremo tutti i mali del mondo, ma il progresso, la sanità e tutte le infrastrutture che abbiamo qui da noi, o in Europa, nei Paesi occidentali, non sono certo... Anzi, le faccio incontrare qualche immigrato veneto che è scappato dal Venezuela e che è ritornato qui, così le spiega che, dalla sera alla mattina, c’è l’esproprio ‒ che a lei piace tanto ‒ proletario: vanno dentro le case armati e si portano via le casseforti e i soldi. Il capitalismo è la rovina del mondo il capitalismo, anzi, bisogna che la società sia tutta uguale, sovietica, manduriana magari cubana, adesso lei ha questa… so che lei ha avuto… io non l’ho mica interrotta. Io ho ascoltato da stamattina.
Consiglio magari anche ai vostri governatori e a tutti quelli che stanno raccogliendo le firme contro l’autonomia magari un viaggetto da quelle parti lì per capire come funziona il mondo.
Calma, dopo per fatto personale rispondi.
Tra l’altro, voi che siete i veri traditori del popolo veneto, perché state raccogliendo, col vostro segretario Martella, le firme contro l’autonomia, ricordate che state tradendo i vostri elettori che sono andati a votare nel referendum del 22 ottobre del ’17.
Quindi vergognatevi ma soprattutto, invece, di sprecare - lo dico, magari, come si chiama il governatore della Campania, che non mi viene… De Luca, si chiama? De Luca, che magari invece di sprecare troppe energie a raccogliere le firme, magari, sprechi qualche ora andare ad aggiustare i ballatoi da qualche parte di Napoli che sicuramente li fa… questa è la vera autonomia che farebbe bene anche alla sua Regione.
Quindi, guardate, io questa catastrofe economica non la vedo; non la vedo, vedo un Veneto, invece, che lavora, un Veneto che si impegna, c’è una crisi economica che è anche globale, dovuta a tante questioni dovute, quindi assolutamente è un periodo di crisi.
Io non sono un economista, ma mi insegnano che in un periodo di crisi, in un periodo in cui si fa fatica a fare impresa e soprattutto si fa fatica naturalmente a conservare i posti di lavoro… tassazione significa lasciare i soldi a chi devono… può fare le spese, chi può investire, quindi creare economia. Così si creano i rilanci, fare le tasse e mettere l’addizionale IRPEF a 1,170 milioni che è il totale che potremmo mettere, lasciarlo in mano alle nostre imprese, lasciarlo in mano ai nostri cittadini, forse facciamo solo un bene in questo periodo, che non è certo facile. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Camani, per fatto personale.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Soltanto per… ovviamente non ho intenzione di spiegare le ragioni per cui sul piano economico la globalizzazione e il capitalismo è ormai patrimonio, diciamo, di tutti, abbiano diseguaglianze.
Solo per precisare: fosse anche solo per motivi anagrafici che non sono mai stata iscritta al Partito Comunista italiano e neanche alla Federazione giovani comunisti italiani, a differenza del collega Pan, che può raccontare di aver militato nella Federazione giovanile dei comunisti, ma per ragioni anagrafiche.
Lo dico perché magari si è dimenticato cosa diceva quando era iscritto tra i comunisti, Pan, non io, per dire…
Speaker : PRESIDENTE
Evitiamo le standing ovation.
Collega Lorenzoni.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
È bello intervenire in questo clima! Non sapevo della militanza comunista del collega Pan…
Speaker : PRESIDENTE
Lasciamo parlare Lorenzoni, per favore.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Ribadisco la mia soddisfazione a intervenire dopo questa notiziona: Carramba che sorpresa!
Speaker : PRESIDENTE
Se volete sospendiamo una mezz’oretta, colleghi. Riprendiamo fra un po’.
La seduta è sospesa. Riprendiamo la seduta.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Il collega Pan, come Salvini frequentava Leoncavallo, forse frequentava il Pedro a Padova. Ci racconterà della sua gioventù.
Vorrei stigmatizzare una cosa. Non avevo intenzione di intervenire in dichiarazione di voto, però, dopo quello che ho sentito veramente mi sono sentito toccato, toccato nel profondo, perché buttare la palla in tribuna non è mai bello. Quello che ho visto fare dalla maggioranza è stato buttare la palla in tribuna, perché non si può, Assessore, rispondere alle nostre osservazioni dicendo che Anne Hidalgo ha buttato 1,4 miliardi per ripulire la Senna, ha buttato via i soldi e la sinistra butta via i soldi. Ma cosa abbiamo a che fare noi con le scelte politiche del sindaco di Parigi? Forse ha preso l’occasione delle Olimpiadi, non per fare delle opere dubbie, ma per pulire il loro fiume. Non voglio entrare in quello, però mi dispiace che le ragioni per far fronte a delle osservazioni che abbiamo portato siano portate su un piano che non è il piano della realtà, è un piano di contrapposizione politica fine a se stessa.
Io le ho fatto delle osservazioni, Assessore, molto puntuali, e ho detto: “Io, se posso dare un consiglio, utilizzerei la capacità di elasticità nel bilancio per fare delle azioni”. Sono stato sul tema e ho chiesto alla struttura tecnica per capire come farlo. Io sono rimasto impressionato.
La Regione Friuli Venezia Giulia il mese scorso ha fatto un assestamento di bilancio da 1,3 miliardi.
Certo, io ho firmato. Io ho firmato contro questa autonomia di Calderoli, perché l’autonomia non è una ideologia.
Speaker : PRESIDENTE
Lasciamo parlare il collega Lorenzoni, per favore.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente. Lei è una garanzia.
Speaker : PRESIDENTE
Per favore. Prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente. Ribadisco, lei è una garanzia.
Ho firmato contro questa autonomia di Calderoli perché, se vuole, possiamo entrare nel merito e le spiego perché questo processo non è un processo che aiuta le scelte virtuose, i processi virtuosi nell’ambito di una gestione intelligente, perché questa autonomia rischia veramente anche di disgregare gli spazi di autonomia che già ci sono. Per cui, se vuole, di questo poi ne parliamo. Però, quello che voglio dire è che abbiamo anche noi un risultato di amministrazione di 1,9 miliardi. Potevamo farlo anche noi se non avessimo avuto sulle spalle tutto il fardello che ci siamo portati dietro da tempo. Questo vogliamo dire. Abbiamo fatto un assestamento da 18 milioni di euro. La Regione Friuli Venezia Giulia, che è amministrata sempre dal centrodestra, ha fatto un assestamento da 1,3 miliardi. Chiediamoci il perché.
Però, vorrei dare delle risposte puntuali, al di là dei luoghi comuni. Collega Villanova, lei veramente ha fatto una serie di luoghi comuni, che a me dispiacciono. Io non ho usato dei luoghi comuni per attaccare. Lei mi viene a dire che voi intortate gli elettori “per”. C’è una proposta diversa dalla vostra, ma non può venire a dire questo, perché non ritengo sia questo.
Faccio alcuni esempi per capirci. Il mettere le mani in tasca, cosa che voi aborrite... In realtà, cerchiamo di capirci, nel momento in cui io sono costretto a pagarmi la radiografia piuttosto che la risonanza piuttosto che un altro tipo di esame, se ho i soldi lo posso fare, se non li ho non lo faccio e aspetto. È questo quello che a noi non piace, che alcuni abbiano accesso ai servizi e altri no.
Nel momento in cui io pago per un singolo esame... Siamo cinque in famiglia. Facciamo un esame ciascuno: a 100 euro, sono 500 euro. È molto più di quello che pagherei con l’addizionale, che ‒ lo dico sinceramente ‒ con i redditi che ho potrei permettermi. Preferisco pagare quei 150-200 euro di addizionale piuttosto che 500 euro per la radiografia. È questo che noi vi critichiamo. Mi sembra lapalissiano che, nel momento in cui priviamo di alcuni servizi... Gli asili nido è un altro caso. Le borse di studio. Non sono i soliti refrain. Sono degli esempi che vi portiamo per far capire come una politica diversa sia possibile.
Un altro tema, secondo me, è essenziale: le imprese dell’automotive. Collega Villanova, noi non siamo chiusi nei salotti. Io non frequento nessun salotto, glielo posso assicurare. Chieda a chiunque. I salotti non mi sono congeniali. Frequento delle aziende, altroché se le frequento, e ho una dimestichezza con le aziende. Nello specifico parliamo dell’automotive, ma se vuole parliamo di tanti altri settori industriali, in cui, a livello di ricerca, da decenni stiamo dicendo che la traiettoria è quella. La politica di questa Regione non ha detto “la traiettoria è quella”. Ha detto “resistiamo, difendiamo le rendite di posizione”.
Avete fatto mille Alitalia in questa regione. L’ultima è quella sull’evoluzione dell’automotive. Mille Alitalia. Come lo Stato italiano ha difeso l’Alitalia a destra e a sinistra, indifendibile, bruciando risorse, qui si è cercato di frenare un’evoluzione dal punto di vista industriale. Avevamo una leadership, sì. La Provincia di Vicenza, alla fine degli anni Novanta, faceva oltre il 90% dei motori elettrici per i finestrini delle automobili. Una cosa incredibile. Unica al mondo. Oggi ne fa una piccolissima parte, se ancora qualcuno li fa. Perché? Perché non c’è stato un ecosistema che l’impresa è una parte di un ecosistema, questo voglio dire, nella politica economica di questa Regione, non si fa questo lavoro di dire: oh, signori qua cambia la direzione, dobbiamo fare squadra.
Allora io non vado nei salotti, però quello che ho sentito dire e ci sono delle opportunità grandissime, parlavo con un amico che fa pompe di circolazione per le auto e dico: ma come va con la trasformazione, è fantastico: un’auto elettrica ha 5 pompe, un’auto a motore termico ne ha una, si quintuplica il mercato. È fantastico per noi. Siamo i più bravi del mondo, ma come questo tante altre. Tutta l’elettronica delle automobili: quanta se ne fa qui. È chiaro che l’impresa non può essere da sola, però allora smettiamo quel racconto di dire c’è un indirizzo ideologico che voi, la sinistra, in Europa ha voluto e le nostre imprese muoiono. È una narrazione sbagliata, gravemente sbagliata, basata sull’ideologia che rischia di far peggio per le nostre imprese. Ormai la strada è quella.
Allora facciamo squadra, vediamo le risorse che abbiamo, che sono importantissime, guardate che abbiamo alcune delle aziende più belle in assoluto e a quel punto aziende come Intel, aziende come Silicon Box avranno interesse a venire qua. Questo vi rimproveriamo per stare sul tema.
Sul consumo di suolo un’altra cosa: voi dite di no a tutto. Io sono stanco di questa narrazione aprioristica, io non sono contrario a niente. Sono favorevole alle cose intelligenti.
Sui capannoni io amo i capannoni, sono Veneto, voglio dire, sto bene dentro un capannone, ma quello che dico io è: i capannoni, dal momento che ne abbiamo mille… guardi, parlavo domenica con un ingegnere, che è un amico, che fa capannoni. Diceva: mai avuto un mercato così fiorente, fantastico; ma quello che a me dispiace è che per ogni capannone che vien su, uno viene abbandonato. Questo non ha senso, non ha logica. Non ha logica.
Dobbiamo trovare - e su questo mi rivolgo alla Presidente Rizzotto - dobbiamo mettere degli elementi in Veneto Territorio Sostenibile per limitare le deroghe, perché se noi diamo le deroghe non ci sarà mai quel processo virtuoso. Le ho già detto in Commissione, è stata poco audace.
Lei può essere audace, può fare di più. La collega Rizzotto può fare di più, ma è indispensabile questo perché consumo di suolo zero non è ideologia, è un modo intelligente di guidare l’evoluzione immobiliare, legata al nostro processo industriale.
Allora il nostro non è un no a priori, il nostro è un no a politiche facili, perché è facile dire: ma va bene, sì, creiamo nuovi capannoni e l’altro rimane lì; e va beh, ma l’altro è vecchio degli anni 50, mi costa troppo.
No. Dobbiamo accompagnarli questi processi.
Così come sul vino.
Collega Pan, è vero che abbiamo il più grande vigneto della storia – poi possiamo discutere se il prosecco è vino o è qualcos’altro –, ma quello che dispiace è sapere quali sono gli effetti sulla salute associati con l’uso di determinati fitofarmaci. Insomma su tutti i prodotti no, qualcuno di più, qualcuno di meno. Venga a oncoematologia a Padova e si faccia raccontare da dove vengono parte dei pazienti.
Lo stesso sulla Pedemontana Veneta: non è una contrapposizione alle infrastrutture in sé. Quello che noi abbiamo criticato è un project finance che si è assunto tutto il rischio sulla parte pubblica.
Il project finance non è fatto così. Col project finance la società veicolo si prende il rischio, e il committente non deve tenere il rischio… I rischi sono tre e sono tutti… Queste cose le conosco bene, è dagli anni 90 che facciamo project finance sull’energia.
Qui, nel 2017, con il terzo atto di concessione, tutto il rischio traffico se l’è preso la Regione, e questa è una follia dal punto di vista proprio strutturale. Avevamo già sbagliato tutti i project finance degli ospedali con Galan, perché sono stati fatti male: andate a parlare con chi lavora nei reparti, e capirete che quei project sono stati fatti male. Ma sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
E abbiamo perseverato su un’opera che alla fine costa non so quanti miliardi, poi possiamo discutere anche sui miliardi. La nostra contrapposizione però non è nell’infrastruttura, perché alla fine si può anche fare una strada, ma bisogna farla con intelligenza. Il rischio che abbiamo preso è un rischio veramente grande.
Assessore, non prenda le nostre osservazioni come degli attacchi ideologici, non lo sono. Quello che cerchiamo di fare noi è cercare di stimolare. Vorreste che noi vi votassimo il rendiconto? Non lo so, non faremo l’opposizione.
Quello che dobbiamo fare noi è cercare di stimolarvi, di farvi capire che migliorare è possibile. Nessuno dice che i veneti sono cattivi, che il Veneto non funziona, che il Veneto… Avete raccontato che noi denigriamo il Veneto. Ma non è denigrare il Veneto, è far vedere che ci sono dei margini per far stare meglio i nostri cittadini.
A me veramente è dispiaciuto che nella discussione si sia finiti in una contrapposizione ideologica destra-sinistra, non è questo. Abbiamo dei margini per superare i luoghi comuni e per utilizzare delle politiche più utili ai nostri cittadini e alle nostre imprese nella gestione delle risorse finanziarie, che, ripeto, sono delle risorse importanti, che stiamo utilizzando con il freno a mano tirato.
Speaker : PRESIDENTE
Pan, per fatto personale.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Volevo rispondere all’amica Camani.
Io non rinnego mica il mio passato, sa, soprattutto quando si hanno quindici o sedici anni e si fanno le scuole superiori, quindi più di quaranta anni fa.
Ho frequentato, e qui ci sono state delle parti positive e delle parti negative, altri movimenti, come quelli dei Verdi.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pan, l’intervento è sul fatto personale, non sulla storia personale.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Soprattutto le dico che quei valori che magari ho anche trovato da qualche parte li ho ritrovati poi in quello che è stato il mio movimento finale, che è stata la Liga Veneta, diventata Lega Nord, in cui ancora mi rispecchio, soprattutto per alcune questioni.
Io spero che questo referendum sull’autonomia vada in porto, perché se va in porto e tutto il partito meridionalista vota poi noi saremo liberi, e le spiego, di agire per le piazze e per le strade con tutta quella rivoluzione di cui siamo sempre stati in grado di fare.
Quindi, io non rinnego il suo passato, ma lei rinnega tutti i suoi valori. Adesso siete non più i rappresentanti degli operai della classe sociale, ma di alcune classi legate a strani diritti che non sto qui a ripeterle.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Assessore Calzavara, dispiace aver sentito dire che l’uso che facciamo di questo rendiconto è un uso politico, cioè politico-strategico. Sa perché? Perché sembrava dalle sue parole che quello che addirittura c’è scritto qui dentro avesse una visione politica e invece semplicemente la Corte dei conti fa il suo lavoro nel definire e nel dire che gli obiettivi che voi mettete nel DEFR e nella NADEFR che noi qui votiamo a dicembre non vengono presi in considerazione. Qui dentro non c’è politica o uno sguardo politico o di parte. Averlo sentito dire, sinceramente, mi ha lasciato un po’ sorpresa, perché semplicemente al punto n. 6 si prende in mano la programmazione che noi qui votiamo, NADEFR e DEFR, gli obiettivi che voi mettete. Cosa succede? Che la Corte dei conti giudica se la spesa rispetto al raggiungimento di quegli obiettivi è congrua o meno e la risposta è su certi temi no.
Faccio un esempio: politiche giovanili. Non ne ho parlato prima, ma lo ridirò in questa dichiarazione di voto, perché quando sento dall’altra parte strumentalizzare semplicemente un’analisi di quello che è scritto in un giudizio di parifica, sinceramente non ci sto. Per le politiche giovanili non viene messo un euro rispetto a quello che, invece, decidiamo di scrivere nei documenti di programmazione. Lo dice chiaramente qui.
Punto due. Diciamo nei nostri documenti che avremmo aumentato il terreno in agricoltura biologica. Non ci arriviamo. Anzi, usiamo fertilizzanti e pesticidi più del doppio delle altre regioni italiane.
Questi commenti riguardano il fatto che se mettiamo degli obiettivi in un documento di programmazione, ma nelle nostre spese, nel modo con cui noi rendicontiamo questo non avviene, è ovvio che viene scritto all’interno di un giudizio di parifica, e non è per un’impostazione o un giudizio politico, ma perché semplicemente ‒ e per fortuna ‒ chi fa il suo lavoro e guarda all’interno di questi documenti ci fa capire se c’è una disparità, una discrasia tra dove noi diciamo di arrivare e quello che facciamo.
In letteratura c’è un bellissimo concetto, quello delle politiche discorsive. Credo che questa Regione sia molto brava a farle. Le politiche che fanno discorso, ma poi, se si guardano le carte, non c’è niente dietro, casca il palco. Questo è quello che avviene. Avviene questo se noi diciamo e nei libri del Presidente decantiamo i giovani e poi non vediamo un euro speso nel nostro bilancio in politiche giovanili, e siamo una delle uniche Regioni che non ha una legge, nonostante ce ne siano tre depositate: una a firma del presidente Zaia, una a prima firma della presidente Brescacin e una a mia prima firma. Non abbiamo mai messo un euro su questo punto.
Quando andiamo qui dentro, quando andiamo nelle cose vere, ci rendiamo conto che è facile parlare delle cose. Un conto è quello che noi mettiamo a terra, e questo racconto del giudizio della Corte dei conti sul rendiconto generale credo ci faccia capire molto bene cosa volevamo dire. Di nuovo, la domanda che le è stata posta dalla capogruppo Camani è quella a cui tutti noi cerchiamo risposta.
Speaker : PRESIDENTE
Assessore Corazzari, il suo tono di voce oggi è un po’ alto.
Prego, collega Ostanel.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Lei ha risposto che a novembre 2024 capiremo l’utilizzo dei dati di traffico e capiremo cosa accadrà. La domanda che le pongo è: se accadrà? Io spero di no. Altrimenti, figuriamoci se investiremo in politiche giovanili. Dovremmo davvero, a quel punto, tirare a tal punto la cinghia che nel 2025 non ci sarà nulla da fare in questa Regione. Potremmo semplicemente smettere di venirci, e anche voi, come Assessori, smettere di fare gli Assessori regionali, se non c’è nulla da mettere a terra.
Spero davvero che i conti tornino, anche perché ‒ credevo si fosse capito ‒ il tema è quello che diceva il collega Lorenzoni. Il tema non è se la Pedemontana è sbagliata o giusta. È stato sbagliato ‒ e io non ho dubbi ‒ il contratto che è stato fatto all’epoca, un project financing che mette un cappio al collo a questa Regione e alle persone.
Il Vicepresidente è lì per un motivo. Se non l’ha firmato lui e non è stato in grado di dire al Presidente che stava sbagliando, è un errore politico. Era a Roma, una volta…
Speaker : PRESIDENTE
Signori, lasciamo completare la collega Ostanel, per favore.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Non starò… guardate quando tocchiamo questo tema si capisce che… la verità l’abbiamo detta mille volte e non interloquiamo in Aula, grazie Presidente, ha ragione, l’anticipo, non interloquiamo in Aula. Bene.
Però stavo parlando io e c’è qualcuno che mi parla sopra, evidentemente perché tocco un tema importante. Evidentemente tocco un tema. Cioè cosa faremo nel momento in cui ai dati di novembre vedremo che c’è un problema.
Quello che è stato fatto e il fatto che noi non abbiamo… e il fatto che noi non abbiamo, negli anni, evidentemente, rinegoziato, non abbiamo negli anni avuto la forza di chiedere all’Ente gestore che facessimo un lavoro diverso da quello che era stato fatto.
Allora, se noi questo non lo prendiamo in carico come questione che la minoranza sta portando in quest’Aula per dire: andiamo effettivamente a vedere cosa accadrà e come noi potremmo gestire a novembre 2024 quello che accadrà, siamo arrivati troppo tardi, Assessore. Sono tre anni che stiamo qui dentro a cercare di far capire che quel dato doveva arrivare prima a novembre 2021 mancherà un anno a questa legislatura. Se ci accorgeremo, io spero di no, che qualcosa è andato male, compreso quello che viene rilevato, le difficoltà e le criticità della gestione delle Olimpiadi, che sappiamo bene essere un evento complesso e sappiamo bene che non è lei singola persona della Giunta o la Giunta stessa ad avere il boccino tutto in mano, lo sappiamo benissimo, ma qual è il tema: che qui dentro ci siamo noi e dirle e dirvi che c’è un giudizio che ci sta facendo vedere che ci sono delle criticità che non sono state prese in carico perché, mi creda, mandare una lettera… il Presidente Zaia ha mandato una lettera dicendo che la Fondazione Milano - Cortina ha delle problematiche, crede davvero che questo sia il modo per andare a dire ad un Ente dove noi esprimiamo delle persone nel Consiglio di Amministrazione che stanno svolgendo il loro lavoro non in maniera corretta, pensare che ci sia la Simico che controlla che è la controllata, come ci viene detto qui pensare che non ci siano ancora i documenti pubblici dentro un sito che dovrebbe averli, queste cose qui sono di nostra competenza.
Allora mi spiace, ma queste sono le cose che vengono rilevate ed è giusto che vengano riportate da chi fa il proprio lavoro qui dentro, cioè è minoranza che prova a dire che ci sono delle cose che devono essere prese in carico diversamente, credo che sia semplicemente nostro dovere farlo, e continuare a farlo senza pensare che se io dico che c’è qualcosa che non è andata nel modo con cui abbiamo contrattualizzato quel project financing, io sono contro la Pedemontana; o se dico che quello che stiamo facendo con la Fondazione Milano-Cortina non va bene, io sono contro le Olimpiadi.
Questo gioco non funziona, e la spesa sanitaria è scritto qui dentro che è diminuita. Se è scritto qui dentro, cos’altro posso fare se non riportarglielo in Aula, e dire che se nel 2024 abbiamo speso solo 34 euro, e l’anno prima erano più di 100, c’è un problema di spesa su certo tipo di servizi dentro questa Regione? Cosa devo fare, non devo dirlo? È scritto qui, è la verità.
Questo è il motivo per cui facciamo il nostro lavoro, stiamo qua, leggiamo i documenti, ci prepariamo per intervenire in Aula, per portare un pezzo di verità – lei ne avrà altri pezzi – , ma che è ragionato, studiato, e non si parla a caso, per dire che non si può votare a favore di un rendiconto che non prende in carico, nemmeno nel dibattito che abbiamo avuto, le questioni che abbiamo rilevato, che sono questioni sì politiche, che darebbero una direzione diversa.
Oggi non si discute di addizionale, e ne abbiamo discusso varie volte. Però, il tema è anche questo, cioè è dire che quando c’è un Presidente che non ha il coraggio di fare la scelta che deve fare, e c’è una Giunta dove so e sappiamo che ci sono delle persone che sono d’accordo, probabilmente c’è anche la possibilità di far capire a quel Presidente che la direzione che ha preso è sbagliata, e che poi la dovete gestire voi mentre lui non è qui.
Questo è il tema. Quando le persone chiedono perché in Veneto non ci sono le politiche giovanili, così gli rispondo: Luca Zaia non ha avuto il coraggio di mettere un’addizionale IRPEF perché non vuole perdere quattro voti, questa è la verità, nonostante parte dei suoi Assessori siano d’accordo, nonostante le categorie economiche gliel’abbiano chiesto e gli abbiano detto che sarebbero stati d’accordo.
Lo dico al collega Villanova: la nostra proposta è sempre stata quella di un’addizionale IRPEF sopra un certo tipo di redditi, quindi non quella che ha fatto l’Emilia-Romagna.
Speaker : PRESIDENTE
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il PDL 259 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al punto n. 9: PDL n. 251 “Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2024 in materia di politiche sanitarie e politiche sociali”.
Relatrice la collega Brescacin. Prego.
Speaker : Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Il presente disegno di legge costituisce l’esito di una periodica e costante attività di monitoraggio della normativa regionale esistente e di una correlata attività di manutenzione ordinamentale diretta ad aggiornare l’ordinamento regionale e le sopravvenute disposizioni statali di principio, ovvero a introdurre una disciplina legislativa laddove si rilevi la necessità di una regolamentazione, perseguendo obiettivi di qualità del prodotto normativo, con riguardo al suo aggiornamento e alla sua completezza.
Per le ragioni sopraesposte si propone, in continuità con quanto avvenuto nel corso degli ultimi anni, l’approvazione di disposizioni finalizzate alla manutenzione o all’adeguamento dell’ordinamento regionale vigente, prive di impatto sul bilancio regionale.
In particolare, il presente testo del disegno di legge interviene in materia di sanità e sociale e si compone di 18 articoli, accompagnati singolarmente da una breve relazione che esplicita le motivazioni della proposta normativa, con indicazione della struttura regionale di riferimento. Il testo si conclude con le disposizioni transitorie e finali.
Il Capo I riguarda la sanità e il sociale e si compone di 16 articoli, che modificano alcune leggi regionali. In particolare, l’articolo 1 modifica l’articolo 13 della legge regionale n. 56/94 “Norme e princìpi per il riordino del servizio sanitario regionale” in attuazione del decreto legislativo n. 502/92 riguardante le modalità di nomina e la disciplina della carica di direttore generale degli Enti del Servizio sanitario regionale, così da allineare i contenuti alla normativa nazionale, entrata in vigore successivamente al decreto legislativo n. 502/1992, in particolare al decreto legislativo n. 171/2016, della legge n. 124/2015, nonché ad alcuni princìpi fissati dalla giurisprudenza costituzionale in materia di spoil system della dirigenza pubblica.
L’articolo 2 modifica l’articolo 14 della legge regionale n. 56/94 riguardante la nomina e il ruolo del direttore sanitario degli Enti del Servizio sanitario regionale, in modo da allineare i contenuti alla normativa nazionale entrata in vigore successivamente al decreto legislativo n. 502/92, in particolare il decreto legislativo n. 171/2016.
L’articolo 3 modifica l’articolo 15 della legge regionale n. 56/94 riguardante la nomina e il ruolo del direttore amministrativo degli Enti del Servizio sanitario regionale, in modo da allineare i contenuti alla normativa nazionale entrata in vigore successivamente al decreto legislativo n. 502/92 e in particolare al decreto legislativo n. 171/2016.
L’articolo 4 modifica l’articolo 16 della legge regionale n. 56/94 riguardante la nomina e il ruolo del Direttore dei servizi sociosanitari e degli Enti del servizio sanitario regionale, in modo da allineare i contenuti alla normativa nazionale, entrata in vigore successivamente al decreto legislativo 502/92, in particolare al decreto legislativo 171/2016.
L’articolo 5 modifica il collegato alla legge di stabilità regionale 2017, il quale disciplina la materia delle spese del personale per dare fondamento legislativo, i compiti di indirizzo della Giunta regionale alle aziende ed Enti del servizio sanitario regionale in materia di personale.
L’articolo 6 modifica dell’articolo 38, della legge regionale 30/2016 al fine di allineare i tempi di attesa ambulatoriali e dei tempi di attesa dei ricoveri programmati a quelli nazionali, nonché di adeguare la normativa regionale e il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa.
L’articolo 7 introduce una disposizione che consente e fissa le condizioni affinché le aziende ed enti del servizio sanitario regionale acquisiscano prestazioni aggiuntive nei confronti del personale dipendente del ruolo sanitario del comparto, analogamente a quanto già previsto per la dirigenza medica e sanitaria dei vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro. L’articolo 8 introduce una disposizione con la quale si autorizza la Giunta regionale a disciplinare il conferimento degli incarichi di struttura complessa delle professioni sanitarie e degli Enti del servizio sanitario regionale, in modo da allineare i contenuti dell’ordinamento regionale ai principi del decreto legislativo 502/92, tenuto conto di alcune specificità della procedura di nomina previste dalla legge 251/2000.
L’articolo 9 abroga l’articolo 19 della legge regionale di adeguamento ordinamentale del 2018 in materia di affari istituzionali sull’utilizzo delle graduatorie concorsuali, in quanto la normativa statale consente ora l’utilizzo delle graduatorie concorsuali anche per l’assunzione dei candidati idonei non vincitori, in quanto la durata di validità delle medesime graduatorie previste dalla legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 è oggi biennale e non più triennale.
L’articolo 10 modifica l’articolo 10 della legge regionale 25 del 1982: promozione dell’educazione e tutela sanitaria delle attività sportive che disciplinano la nomina e il funzionamento della Commissione d’appello per la certificazione dell’idoneità della pratica sportiva agonistica, in modo da allineare i contenuti del nuovo assetto organizzativo introdotto dalla legge regionale 19/2016 e dalla successiva deliberazione della Giunta regionale 227/2018, 6 marzo, le quali demandano l’attività di funzionamento della Commissione d’appello, il coordinamento regionale, medicina dello sport e dell’esercizio fisico incardinato presso Azienda Zero.
L’articolo 11 modifica la legge regionale 3 del 2005: Disposizioni sulle terapie complementari terapia del sorriso e pet therapy, recante: Disposizioni sulle terapie complementari: terapia del gioco del sorriso e pet therapy o interventi assistiti con gli animali, modificando l’articolo 2 e introducendo l’articolo 2.1 relativo agli interventi assistiti da animali, in modo da adeguare i contenuti dell’ordinamento regionale all’Accordo Stato-Regioni del 25 marzo 2015, che contiene le linee guida nazionali per i suddetti interventi.
L’articolo 12 modifica l’articolo 5 della legge regionale 32 del 90 “Disciplina degli interventi regionali per i servizi educativi alla prima infanzia, asili nido e servizi innovativi” recante la disciplina degli interventi regionali per i servizi educativi alla prima infanzia, in modo da consentire ai Comuni di elevare in deroga al limite di legge di 60 posti la capienza ricettiva massima degli asili nido fino a 66 posti.
Trattasi di disposizione che viene proposta al fine di consolidare e ampliare l’offerta educativa per i bambini della fascia d’età 0-6 anni, di difendere la natalità e favorire l’inserimento della donna nel mondo del lavoro, in linea con le indicazioni di incremento dell’offerta ricettiva che provengono dall’Unione europea e dalla normativa nazionale.
L’articolo 13 modifica all’articolo 3 della legge regionale 9 del 2013 “Contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali”, recante la disciplina dei contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali dei medici, introducendo nei commi 1- bis, lettera a-bis) il computo del periodo di attività lavorativa obbligatoria previsto dai contratti di formazione specialistica aggiuntivi, finanziati dalla Regione del Veneto e sottoscritti a decorrere dall’anno accademico 2014-2015. anche l’attività lavorativa svolta dal medico specializzando durante il quarto e quinto anno del corso, in qualità di dipendente, assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con orario a tempo parziale, ai sensi dell’articolo 1 della Legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019, nonché la lettera f-bis) con la quale si precisa che gli importi che il medico specializzando ha percepito e che deve restituire nel caso di inadempimento da parte sua degli obblighi discendenti dal contratto di formazione specialistica aggiuntivo regionale, ovvero nel caso di rinuncia da parte del medico stesso al corso di specializzazione, si intendono al netto delle imposte e dei contributi previdenziali e assistenziali.
L’articolo 14 modifica l’articolo 4 della legge regionale 7 del 2023 “Disposizioni per la promozione della diffusione e dell’impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni”, recante disposizioni inerenti alla promozione della diffusione e dell’impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni, eliminando il riferimento esclusivo alla Fondazione Scuola di Sanità pubblica per lo svolgimento dei corsi di formazione e il contestuale rilascio dell’autorizzazione all’impiego extra ospedaliero dei dispositivi DAE.
L’articolo 15 modifica l’articolo 2 della legge regionale 3 del 2023, Disposizioni per favorire la piena integrazione scolastica degli alunni ammalati recanti la disciplina per favorire la piena integrazione scolastica degli alunni ammalati, eliminando il riferimento esclusivo alla Fondazione Scuola di sanità pubblica per lo svolgimento dei corsi di formazione del personale scolastico per la gestione degli alunni ammalati.
L’articolo 16 modifica l’articolo 7 della legge regionale n. 38/2019 “Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico” per quanto attiene alle modalità autorizzative all’esercizio di sale scommesse e sale da gioco.
Chiude il testo normativo ordinamentale il Capo II, con gli articoli 17 e 18. L’articolo 17 contiene la clausola di neutralità finanziaria, con cui si dà atto che dall’attuazione della legge si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione del Veneto. L’articolo 18 prevede che l’entrata in vigore della legge avvenga il giorno successivo alla pubblicazione nel BUR.
La scheda di analisi economico-finanziaria redatta dalla competente struttura di Giunta regionale è stata trasmessa il 3 aprile 2024. La scheda di inquadramento normativo predisposta dal Servizio affari giuridici e legislativi è pervenuta il 9 luglio 2024.
La Prima Commissione consiliare ha espresso parere favorevole il 17 luglio 2024, allegando le note di lettura e ricognizione degli impatti economico-finanziari redatte dal Servizio attività e rapporti istituzionali.
La Quinta Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2024, ha licenziato a maggioranza, con modifiche, il progetto di legge in oggetto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Correlatrice Bigon, prego.
Speaker : Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Il PDLR n. 251 ordinamentale, sanità e sociale, 2024 è una proposta di legge della Regione Veneto che dovrebbe mirare a mantenere aggiornate le normative regionali in materia di sanità e politica sociale. L’obiettivo dovrebbe essere quello di migliorare l’efficacia e l’adeguatezza delle disposizioni esistenti, senza aggiungere nuovi costi al bilancio regionale.
Lo scopo di un ordinamentale è quello di semplificare le procedure amministrative e ridurre i tempi burocratici, armonizzare le norme regionali con quelle nazionali e comunitarie, rendere più efficaci le leggi attuali basandosi sull’esperienza e sulle problematiche emerse durante la loro applicazione.
La proposta, quindi, si colloca nell’ambito della competenza regionale, che è concorrente, secondo gli articoli 1, 11, 13 e 15, in aree dove sia lo Stato che la Regione hanno potere legislativo, come la tutela della salute, competenze residuali, articolo 12, in settori esclusivamente regionali, come i servizi sociali.
L’ambito di intervento sono, da una parte, le norme di semplificazione e, quindi, la riduzione delle fasi procedurali, l’eliminazione di organi non necessari, l’accorciamento dei tempi dei procedimenti amministrativi. Dall’altro, le norme, appunto, di adeguamento ordinamentale.
Quindi l’aggiornamento delle leggi basate su problemi emersi durante l’applicazione delle norme e, quindi, entriamo nel dettaglio di questi articoli di cui proporremo, appunto perché questa normativa deve essere adeguata, ma nel modo corretto e non andare oltre, alcuni emendamenti.
L’articolo 1 e 4 modificano e abrogano parti della legge regionale n. 56 del 94, sul riordino del servizio sanitario regionale.
Le modifiche si riallineano a normativa statale più recente e, quindi, l’articolo 1 definisce la struttura del servizio sanitario regionale, adeguandosi alle nuove disposizioni nazionali.
Riguarda le modalità di nomina e la disciplina della carica del Direttore Generale, nonché adegua la normativa di alcuni principi fissati alla giurisprudenza costituzionale in materia della dirigenza pubblica; prevede poi una modifica al sistema di valutazione dei Direttori Generali, introducendo però l’incertezza dei parametri di valutazione, creando così eccessiva discrezionalità.
Gli articoli 2, 3 e 4 modificano rispettivamente gli articoli 14, 15 e 16 della legge regionale numero 56/94, riguardanti la nomina al ruolo, rispettivamente del Direttore Sanitario, amministrativo, del servizio sociosanitario, degli Enti del servizio sociosanitario.
L’articolo 4 abroga l’obbligo di motivazione della scelta delle figure di cui sopra, in caso di scostamento del parere espresso dai Sindaci, rendendo di fatto questo meramente decorativo. Viene proposto quindi durante la discussione in esame un emendamento a questo articolo al fine di evitare la marginalità dei Sindaci e di prevedere, al contempo, il raccordo con il decreto legislativo n. 171/2016 in materia di disposizioni di conferimento dell’incarico su menzionati.
L’articolo 5 adatta la normativa regionale relativa al personale delle aziende ed Enti del servizio sanitario regionale, alle normative statali vigenti, prevedendo però la possibilità di ulteriori contenimenti in materia di spesa del personale, al fine di assicurare l’equilibrio delle gestioni aziendali.
Tale norma, a nostro parere, aprirebbe alla possibilità di riduzione degli stipendi un settore che è già tanto compromesso.
Per ovviare a tale criticità noi abbiamo proposto e andremo in discussione per quanto riguarda un altro emendamento, dove si chiede di sopprimere la possibilità che l’equilibrio economico della gestione aziendale avvenga a danno dei lavoratori.
Gli articoli 6 e 7 aggiornano le norme regionali in materia di liste d’attesa con prestazioni sanitarie.
L’articolo 6 stabilisce criteri per la gestione delle liste d’attesa, in linea col piano nazionale per il governo delle liste d’attesa. Si propongono due emendamenti, a tale scopo: gli emendamenti 3 e 4 a tale articolo, perché con il testo proposto si dispone l’eliminazione di una precisa indicazione temporale circa l’elaborazione del documento riguardante l’analisi e la previsione della domanda di prestazioni ambulatoriali, rendendo di fatto indeterminato il termine di realizzazione di questo importante elaborato. Si propone dunque l’aggiornamento di tali documenti ogni sei mesi.
Noi non possiamo dare la possibilità dell’incertezza sui termini. Già ora abbiamo difficoltà nel recepire e nell’avere le relazioni, per cui se mettiamo un tempo indefinito, automaticamente diventa impossibile ottenerle. Prevediamo quindi un emendamento che indichi un termine di almeno sei mesi.
L’articolo 7 introduce contratti con prestazioni aggiuntive del personale sanitario, necessarie per affrontare esigenze straordinarie, come il recupero delle liste d’attesa post pandemia.
L’articolo 8 interviene in materia di conferimento di incarichi di strutture complesse ai dirigenti delle professioni sanitarie. Con gli articoli 9 e 10 si provvede ad adeguare l’ordinamento regionale alla normativa statale e regionale sopravvenute in materia di utilizzo di graduatorie concorsuali, e di certificazione di idoneità sportiva. Si propone anche in questo caso un emendamento, prevedendo l’obbligo di indizione di nuovi concorsi in ambito sanitario tre mesi prima della scadenza della relativa graduatoria
Ovviamente verrà discusso ed esaminato, e ci auguriamo che verrà anche approvato, perché questo è fondamentale per non ritardare, ovviamente, l’assunzione di personale.
All’articolo 11 si provvede ad adeguare la normativa regionale riguardante la terapia del gioco, del sorriso e degli interventi assistiti con gli animali alle osservazioni avanzate dal Ministero della salute.
L’articolo 12 introduce la possibilità di assumere fino a 66 posti la ricettività degli asili nido. In questo caso proporremo un ordine del giorno per cercare di dare un impegno chiaro e definitivo da parte della Regione in tal senso, sulla recettività e la capacità degli asili nido.
All’articolo 13 viene adeguata la disciplina regionale a questa statale per quanto riguarda il computo del periodo di attività lavorativa obbligatorio del medico in formazione specialistica. Prevede inoltre una modifica del calcolo dell’importo che il medico deve restituire alla Regione in caso di risoluzione anticipata del contratto per rinuncia al corso di studi del medico assegnatario del contratto aggiuntivo regionale.
Gli articoli 14 e 15 eliminano l’esclusivo riferimento alla Fondazione Scuola di sanità pubblica nelle leggi regionali nn. 7 e 3 del 2023, lasciando alla Giunta regionale l’individuazione delle strutture più idonee allo scopo.
Questo PDL, pertanto, non ottempera chiaramente agli obiettivi prefissati e previsti dalla normativa. Esamineremo durante la discussione gli emendamenti. Ci auguriamo che vengano approvati e, all’esito, decideremo anche la votazione in merito.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Come d’accordo con alcuni Capigruppo, interrompiamo qui la seduta.
Aspettate un attimo, è una comunicazione delicata.
Interrompiamo qui la seduta. Domani mattina alle ore 09.30 l’Ufficio di Presidenza e gli interessati della Quinta Commissione guardano gli emendamenti.
Ci sono appena arrivate le dimissioni del collega Polato. Quindi, domani mattina non facciamo il punto dell’accertamento, della compatibilità, ma faremo subito la surroga, perché dobbiamo ripristinare la completezza dell’Assemblea ed è prioritario, se c’è un punto aperto. Domani mattina la prima votazione che faremo subito, alle 10.30, è la surroga del collega Polato con il collega Casali. Vi arriverà un’integrazione all’ordine del giorno.
Chiudiamo qui la seduta. Ci vediamo domani mattina.
Grazie.