Regione del Veneto

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Speaker : PRESIDENTE
Iniziamo la seduta odierna.
Approvazione dei verbali delle sedute precedenti. Se non c’è nulla in contrario, io li do per approvati.
Speaker : Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Presidente, non riusciamo a registrarci. Non siamo ancora entrati in Concilium.
Speaker : PRESIDENTE
Non si preoccupi. Non deve votare adesso, collega. Non si preoccupi. So cosa sto facendo, gliel’assicuro.
Approvazione verbali sedute precedenti.
Se non c’è nulla in contrario, io li do per approvati.
Comunicazioni del Presidente.
Ho le richieste di congedo del Presidente Luca Zaia, Roberta Vianello, Marzio Favero, Nazzareno Gerolimetto e Silvia Rizzotto.
Siamo alle interrogazioni e interpellanze. Ce ne sono due praticamente con lo stesso schema.
C’è una IRS della collega Baldin, la n. 503: “Glifosato e vari pesticidi nell’aria della terraferma veneziana: La Regione intende programmare una campagna informativa sui pesticidi?”.
Prego, collega Baldin.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente. Illustro ai colleghi e a chi ci segue da casa la questione brevemente. Buongiorno a tutti.
Premesso che un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università Ca’ Foscari, con la collaborazione dell’Istituto di scienze polari del CNR, ha analizzato l’aria della terraferma veneziana con l’intento di mappare la qualità della stessa e le tipologie di agenti chimici presenti considerabili fattori di rischio per la salute. Questo studio aveva la finalità di analizzare nel dettaglio la deriva dei pesticidi, cioè il fenomeno di propagazione a distanza dei prodotti utilizzati in agricoltura e gli effetti a distanza di chilometri. Questi studiosi hanno posizionato nell’edificio più alto del campus universitario di Mestre un campionatore di polveri fini che permette di separare le particelle in base alla dimensione.
I dati rilevati hanno stupito gli stessi ricercatori, dal momento che in luogo di particelle di pesticidi più piccole, provenienti da ambienti rurali periferici nella terraferma veneziana, sono state intercettate particelle più grandi, in particolare di glifosato e fosetil alluminio, evidentemente utilizzate nei giardini o negli orti urbani più vicini al punto di osservazione.
I risultati della ricerca saranno pubblicati nella rivista scientifica internazionale Environmental Pollution, ma anche si evince dalle dichiarazioni ufficiali che, pur essendo la concentrazione di pesticidi bassa, nell’ordine di nanogrammi per metro cubo di aria, questa non sarebbe da sottovalutare, perché evidenzia una contaminazione diffusa, considerato che il glifosato viene definito dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro come probabilmente cancerogeno, mentre una buona parte della letteratura accademica lo ritiene già pericoloso per i mammiferi e per l’ambiente.
Il gruppo di ricerca consiglia di non abusare di prodotti per la protezione delle piante, anche in contesti cittadini, per evitarne la diffusione.
Proprio per questo si interroga la Giunta regionale per sapere se intenda programmare una campagna informativa attraverso le strutture ARPAV e socio-sanitarie sull’utilizzo consapevole dei pesticidi e un utilizzo anche compatibile soprattutto con la salute degli esseri viventi.
Speaker : PRESIDENTE
Colleghi, è possibile un po’ di silenzio, per favore?
Risponde l’assessore Manuela Lanzarin. Prego.
Speaker : Ass.ra Manuela LANZARIN
Con riferimento all’osservazione dell’interrogante, che riporta l’attribuzione della presenza di particelle di glifosato per gli utilizzi non agricoli, segnaliamo che il DM Salute 20 novembre 2021 vieta l’utilizzo, sia a livello professionale che non professionale, di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato per il trattamento del giardino familiare, in coerenza con quanto già adottato dal DM 9 agosto 2016, che vieta l’uso di questa molecola nelle aree frequentate dalla popolazione, ad eccezione di cimiteri ed aree archeologiche. Diversamente, è tuttora autorizzato l’impiego di questa sostanza per il controllo delle infestanti su linee ferroviarie e strade. Per i trattamenti fitosanitari, in questi contesti specifici, infatti, vanno adottati criteri ambientali minimi (CAM) definiti dal Decreto MATTM 15 febbraio 2017, che devono essere inseriti negli affidamenti e nei capitolati tecnici delle gare d’appalto per l’affidamento dei lavori o di cui devono tener conto i gestori nel caso eseguano direttamente i trattamenti fitosanitari.
Tali criteri, benché prevedano di privilegiare le alternative a basso impatto ambientale ai prodotti fitosanitari, non escludono l’uso di sostanze fitosanitarie qualora non vi siano alternative tecniche praticabili.
Ciò premesso, la Giunta regionale del Veneto è intervenuta con DGR del 2019, approvando gli strumenti che hanno inteso regolamentare le buone pratiche ordinarie di utilizzo dei prodotti fitosanitari, sia attraverso le linee di indirizzo che come una proposta di regolamento comunale per l’uso dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili o nelle aree adiacenti ad esse.
La norma, risultato di un’ampia concertazione con i portatori di interesse alle amministrazioni comunali e le strutture regionali, ha anche stabilito le modalità di informazione preventiva a cui sono tenuti gli utilizzatori non professionali che utilizzano i prodotti fitosanitari in aree ad uso privato. Inoltre, per quanto di competenza della Direzione Prevenzione, si rappresenta che, con delibera del 24 maggio 2023, avente ad oggetto “Approvazione del nuovo sistema regionale di formazione obbligatoria e certificata per il rilascio e il rinnovo dei certificati di abilitazione alla vendita di prodotti fitosanitari”, è stato riorganizzato il sistema regionale di formazione obbligatoria e certificata per il rilascio e il rinnovo dei certificati di abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari ed è stato incaricato l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie dello svolgimento dei relativi corsi di formazione e aggiornamento, in attuazione dell’accordo di collaborazione di cui alla precedente DGR del 18 novembre 2022 “Approvazione del piano regionale della formazione delle autorità competenti, aziende ULSS, Direzione, prevenzione per gli anni ’22-‘25 e il relativo schema di accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e l’Istituto zooprofilattico”.
Si ricorda, infine, che la Giunta regionale, per il tramite della Direzione Prevenzione, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del decreto legge 27 del 2021, ha la funzione di autorità competente regionale nel settore dei prodotti fitosanitari, con riferimento alle prescrizioni per l’immissione in commercio e l’utilizzo sostenibile di tali prodotti, e coordina ed indirizza le aziende ULSS del Veneto, autorità competenti locali per il settore in parola, che eseguono controlli ufficiali e altre attività ufficiali attraverso, tra l’altro, la vigilanza e il controllo sulla commercializzazione e sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari.
Le aziende ULSS svolgono un’azione di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei portatori di interesse, per promuovere un utilizzo prudente di tali prodotti. In particolare, questa azione di sensibilizzazione si svolge nei confronti dei venditori di prodotti fitosanitari, soprattutto in occasione della formazione obbligatoria per il rilascio e il rinnovo di certificati di abilitazione alla vendita.
Si rende noto che, in base alla normativa vigente, i venditori di prodotti fitosanitari sono tenuti a fornire agli utilizzatori non professionali informazioni sui rischi per la salute umana e l’ambiente e sulle corrette modalità di impiego dei prodotti. Tale obbligo normativo venne opportunamente richiamato nei corsi di formazione obbligatoria per il rilascio e il rinnovo del certificato di abilitazione alla vendita.
Destinatari delle azioni di sensibilizzazione svolte dalle aziende ULSS sono anche le Amministrazioni comunali competenti, per quanto concerne la regolamentazione e l’utilizzo di prodotti fitosanitari nel proprio territorio. In tal senso, le aziende ULSS informano le Amministrazioni comunali su quanto previsto dalla citata DGR, sollecitandole ad adottare regolamenti comunali per l’uso dei prodotti fitosanitari, che siano coerenti con le linee di indirizzo approvate dalla Giunta regionale, con la DGR del 30 luglio 2019.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Assessore. Baldin per la replica.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Ringrazio l’assessore Lanzarin per la risposta. Io credo che il tema non sia da sottovalutare, anzi la Giunta potrebbe benissimo richiedere questo studio e analizzare bene i dati che vengono riportati, aumentare, ad esempio, anche il monitoraggio su queste particelle nocive per la salute, lo ricordiamo sempre, il glifosato è stato dichiarato potenzialmente cancerogeno, quindi è una sostanza la cui presenza in atmosfera non ci fa dormire sonni tranquilli.
Chiaramente l’esigenza è quella di sensibilizzare sempre di più i cittadini sugli effetti nocivi, anche nell’utilizzo nei propri giardini di questi prodotti contenenti glifosato e credo che, appunto, sia uno dei compiti anche della struttura sanità, dell’area sanità far in modo che ci sia sempre più consapevolezza in questo.
Ringrazio per il lavoro che si sta portando avanti e sarebbe utile, ripeto, richiedere questo studio e analizzarlo con maggiore approfondimento possibile e trarne delle azioni utili per sensibilizzare ancora di più e magari mettere anche in campo delle azioni più concrete per, quantomeno, la riduzione di questo potenziale elemento nocivo, anzi potenziale, probabilmente cancerogeno, quindi è senz’altro un elemento nocivo e dobbiamo prestare ancora più attenzione nell’utilizzo di questo, cercando di limitarne la dispersione nell’ambiente perché non fa solo male all’ambiente e gli animali, ma anche alla nostra salute.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Baldin.
Tocca ancora a lei sull’IRS 542: Salute a Venezia: quale strategia intende adottare la Giunta regionale per rilanciare con personale medico e strutture la sanità di prossimità nella città storica e nelle zone insulari”.
Baldin, prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Sì, questa fa parte di un altro, diciamo, filone che sto seguendo da diverso tempo e riguarda la sanità, in particolare nel centro storico di Venezia e isole.
Tutto parte da un allarme che arrivava a giugno del 2024, per cui l’ambulatorio di pediatria in servizio volontario, esercitato a Murano, rischiava di essere chiuso perché, appunto, si trattava di lavori che dovevano essere fatti in quell’ambulatorio, per cui l’isola di Murano che sappiamo essere vasta, popolata ma soprattutto popolata di persone con evidenti problematiche per raggiungere la terraferma o gli ospedali più grandi vicini rimaneva senza questo servizio di pediatria, dopo che questa dottoressa, per 35 anni, aveva esercitato la propria attività presso l’ULSS 9 di Verona e alla fine, in quiescenza, aveva deciso di proseguire la propria attività nell’isola di Venezia Centro storico.
Pertanto questo servizio ha rischiato di essere fortemente diminuito nel luglio scorso a causa di questo sfratto, come dicevo, dai locali adibiti ad ambulatorio, siti in calle San Donato, messi a disposizione da un privato e dal mancato intervento risolutore del Comune e dell’azienda ULSS 3. Gli ambulatori sono oggetto di ristrutturazione da parte dell’ULSS e quello che si chiede è come intenda la Giunta regionale risolvere questa problematica per fare in modo che, magari anche al di fuori del caso specifico, vi sia più attenzione per i medici che decidono di intraprendere un’attività di questo tipo nelle isole, come Murano, Burano, Pellestrina.
Abbiamo avuto purtroppo delle segnalazioni anche recenti a Pellestrina, per cui la situazione delle isole va tenuta sotto stretta osservazione e vanno trovati anche tutti gli incentivi affinché chi svolge attività medica professionale possa decidere di stabilirsi e soprattutto di rimanere su quel territorio che, come dicevo, è fortemente limitato a causa dei collegamenti scarsi o comunque difficili proprio per raggiungere la terraferma e gli ospedali più grandi vicini.
È una situazione che va tenuta sotto stretta osservazione e credo che la Giunta si debba porre un problema per quanto riguarda la sanità del Comune di Venezia, in particolare del centro storico perché non può essere chiaramente considerato come il resto del territorio, perlopiù vicino come di come distanza geografica, come difficoltà e come collegamenti mancanti o scarsi, a un territorio come quello montano, ad esempio.
Quindi la richiesta che facciamo con questa interrogazione è di avere un occhio di riguardo per situazioni come quella di Venezia centro storico, affinché non si ripetano episodi come quello che abbiamo visto anche, ad esempio, a Castello, con il medico di base che non era più nelle condizioni di rimanere e oggi mi pare si svolga un’Assemblea nel sestiere di Castello per decidere, appunto, anche su questo punto.
Speaker : PRESIDENTE
Risponde ancora l’assessore Lanzarin.
Speaker : Ass.ra Manuela LANZARIN
La campagna pubblicitaria “Dottore, la città più bella del mondo ti aspetta”, avviata a luglio 2023 dall’azienda sanitaria, ha riguardato il reclutamento di medici di assistenza primaria, ora ruolo unico di assistenza primaria a ciclo di scelta, non i pediatri. A novembre 2023 erano già pervenute 354 manifestazioni di interesse, di cui 158 dall’Italia, 23 da altri Paesi europei e 144 da fuori Europa. Per i titoli non italiani è però prevista l’acquisizione di una serie di documentazioni diverse, a seconda che il titolo sia comunitario o meno e vidimazione dalle ambasciate e autorità competenti ai fini dell’invio al Ministero che, a seguito della verifica della sussistenza della scolarità e formazione previsti a livello europeo, decreta il riconoscimento del titolo.
Tra coloro che hanno manifestato la loro disponibilità, sedici professionisti, di cui cinque laureati ante 1994, sono stati inseriti al 30.11.2023 nella graduatoria aziendale per il conferimento di incarichi provvisori di medico nel ruolo unico di assistenza primaria a ciclo di scelta, mentre gli incarichi provvisori di medico nel ruolo unico di assistenza primaria a ciclo di scelta conferiti sono stati tre, di cui due a Venezia centro storico e uno nel Comune di Mira.
L’azienda ha provveduto a tenersi in continuo contatto con i componenti dell’Ufficio del Ministero della salute per verificare la possibilità di un riconoscimento del titolo di altri sette medici con laurea in medicina conseguita all’estero, che hanno manifestato l’interesse a ricoprire il ruolo di medico di medicina generale presso l’ULSS 3 Serenissima.
La campagna ha senz’altro contribuito alla piena soluzione dell’emergenza rispetto alle disponibilità dei professionisti. Infatti, nel corso del 2023 sono cessati otto medici di famiglia e tutti sono stati sostituiti.
Sono stati inoltre ben trenta i medici di famiglia sostituiti per l’intero territorio dell’ULSS 3, da quando è stato lanciato l’appello di reclutamento di nuovo personale ad oggi.
Al momento nessun paziente di Venezia centro storico è senza assistenza. Non ci sono posizioni immediatamente assegnabili.
Inoltre, l’azienda sanitaria, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, ha previsto alcuni benefit, in particolare mettendo a disposizione, a fronte di un equo indennizzo, un ambulatorio e se utile una abitazione per il tempo necessario ai citati medici per stabilirsi definitivamente nella città.
Per quanto riguarda il servizio di pediatria che opera a Murano, l’azienda sanitaria ha precisato quanto segue. L’isola di Murano fa parte dell’ambito di scelta di Venezia centro storico e isole. In questo ambito territoriale risultano coperti tutti i posti per i pediatri di libera scelta. Sono, infatti, presenti e operano nell’ambito sei pediatri, di cui due a San Polo, uno a Castello, uno alla Giudecca, uno a Lido Burano e uno a Lido Pellestrina. Tutti gli assistiti dell’isola di Murano hanno il loro pediatra di riferimento. Al 1.01.2024 risultavano disponibili 824 posti. Non si ravvisano particolari problematiche per gli assistiti, neppure dal punto di vista logistico.
Tra le varie isole della laguna, Murano è quella più vicina al centro storico e all’Ospedale civile di Venezia, entrambi raggiungibili in pochi minuti di battello.
L’ambulatorio pediatrico citato nell’interrogazione è gestito in piena autonomia da un professionista privato in quiescenza, che ha scelto di continuare ad esercitare; l’ULSS 3 non ha mai avuto un rapporto di convenzione con la stessa e non risulta, neppure dal volantino che l’interessato ha utilizzato per presentarsi, che la professionista operi gratuitamente a titolo volontario.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Per la replica, Baldin.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie per la risposta, dalla quale si evince che a Murano non c’è un ambulatorio sostanzialmente di pediatria, per cui bisogna sempre raggiungere, attraverso i mezzi pubblici, altri luoghi, in particolare San Polo o Castello o la Giudecca o Lido Burano o Lido Pellestrina, comunque si apprende che la questione di Murano risale a una vicenda privata, ovvero senza alcuna convenzione con l’ULSS 3. Rimane, comunque, il concetto di prestare particolare attenzione al centro storico, ancora attuale e su cui va data un’attenzione particolare.
Per quanto riguarda questo particolare caso, si evidenzia che quello che era riportato sugli organi di stampa concerneva una vicenda diversa da quella che sembrava una vicenda del tutto privata, che riguardava una professionista, per cui l’Azienda ULSS 3 non ha particolari obblighi, ma rinnovo comunque il concetto di applicare un’attenzione particolare e prevedere dei servizi sempre migliori o comunque capillari sul territorio veneziano, che è particolarmente fragile, con difficoltà, come abbiamo detto, anche a raggiungere i posti più lontani.
Non si può ovviamente pensare che raggiungere da Murano il centro di Venezia sia facile come percorrere delle distanze con l’auto: in particolari casi anche questo diventa veramente difficile, per cui penso che una risposta in questi termini ai cittadini vada comunque affrontata e migliorata, proprio nella previsione di servizi migliori rispetto a questi territori, che da qualche tempo soffrono e ci arrivano denunce che riguardano, ad esempio, le isole della laguna di Venezia, per cui, ecco, l’attenzione che va posta deve essere massima. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Passiamo agli argomenti all’ordine del giorno.
Siamo alla risoluzione 127 della collega Ostanel ed altri: “Il nuovo Codice della Strada rispetti il Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030”.
Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Questa è una mozione che ho presentato a marzo del 2024, ma se la dovessi ripresentare oggi sarebbe ancora peggio di così, perché abbiamo visto e credo che abbiate visto anche voi, poi immagino fatichiate ad andare contro al Ministro Salvini, per ovvie ragioni, anche se credo che alcuni di voi lo dovrebbero fare per ovvie ragioni, arrivati a questo punto, ma lasciamo stare le questioni politiche regionali, vi chiedo di avere il coraggio almeno di dire la verità.
Prima di tutto, penso sia assolutamente incredibile che un Ministro, ad un mese dall’entrata in vigore di una riforma così delicata, sbandieri dei dati, dicendo che le morti sulle strade sono diminuite, quando i dati sono stati presi solo rispetto ad un dato di una Polizia che rileva quegli incidenti nelle strade secondarie.
Allora, fare un’operazione di questo tipo, di fronte alle associazioni di familiari che hanno perso i propri cari, i propri figli sulle strade, non solo penso sia, veramente, di una indelicatezza incredibile, ma racconta di come si strumentalizzano i dati quando le riforme fanno schifo, fanno acqua da tutte le parti, non funzionano.
Poi, collega Centenaro, prenda la parola e dica la sua, invece di parlarmi sopra, perché quando Salvini parla si sta zitti e allora non bisogna dire che le cose non funzionano, perché sa, come lei ed altri, tutte le cose che stanno uscendo rispetto a una riforma che è stata fatta con i piedi, a una legge che è stata fatta con i piedi, perché oltre a non funzionare o meglio lo vedremo, lo vedremo perché io non voglio portare dei dati, come fa il Ministro Salvini, falsi, fuorvianti.
Io voglio entrare nel merito e voglio dirvi e raccontarvi, ma lo sapete voi, tutte le categorie che stanno dicendo che ci sono dei punti in questa norma che fanno acqua da tutte le parti.
Partiamo da quella che credo vi possa interessare di più, visto che i nostri ristoratori, che continuiamo, giustamente, a sostenere anche con marchi rispetto al fatto che producono prodotti DOCG, il vino prodotto nelle nostre terre e io sono a favore, stanno verificando il fatto che nei ristoranti, nei luoghi pubblici, proprio per come questa riforma è stata trattata e comunicata dal Ministro Salvini, le persone oggi non si fidano nemmeno più a finire una bottiglia di vino a tavola. Tanto che le associazioni di categoria chiedono di essere audite.
Parto solo da questa, che è una banalità rispetto alle altre questioni forti che stanno dietro a questa riforma. Andiamo a vedere, anche qui: le morti sulla strada ‒ i dati lo raccontano ‒ sono causate principalmente da eccesso di velocità, guida distratta e mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti. Sono i tre dati che ‒ e qui siamo concordi tutti ‒ fanno sì che oggi le persone siano a rischio sulla strada. Allora abbiamo fatto, anzi avete fatto una legge che, da un lato, non permette di mettere dei limiti alla velocità, anzi fa sì che si possa andare più veloci in alcune zone e soprattutto, alla faccia dell’autonomia, invece di dare il potere ai Comuni, qui chiedete che sia lo Stato a riprendere il controllo di alcune questioni che dovrebbero essere proprio a gestione comunale.
Seconda cosa: guida distratta. Fate una questione rispetto all’uso del cellulare, ma tutto il resto come lo state prendendo in carico all’interno di questa norma?
Terzo: gli attraversamenti pedonali. Avete tolto tutte quelle questioni che permettono oggi ai Comuni di verificare con le Zone 30, con le famose zone vicine ai semafori che permettevano ai ciclisti di stare di fronte alle auto quando dovevano partire dopo un attraversamento, state limitando la possibilità di avere dei controlli della velocità all’interno delle città. Se noi dobbiamo prendere in carico anche solo i dati che oggi ci dicono quali sono le cause delle morti sulle strade, voi non lo state facendo.
Poi ci sarà in discussione generale, spero, la possibilità di continuare, perché questa è solo l’illustrazione di una mozione. Io chiedo una cosa semplice. Visto che da tutte le parti abbiamo visto il Ministro Salvini arrampicarsi sugli specchi con dei video veramente incredibili, a tutte le ore del giorno e della notte, cercando di rassicurare le persone su una riforma che è fatta con i piedi, vi chiedo, riusciamo con una mozione a dire a questo Consiglio regionale “rivedete i decreti attuativi”, “lavorateci sopra”? Le associazioni dei familiari, dei consumatori, dei ciclisti, dei Comuni, i Comuni che cercano di fare le Zone 30 e non hanno più l’autonomia di farla vi stanno chiedendo di fare una cosa semplice. Avete voglia di tornare indietro su una riforma che è fatta con i piedi e non sta dando i risultati che, invece, avrebbe dovuto dare, per parlare di tutela delle vite sulle nostre strade? Abbiate il coraggio di dire come la pensate.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Masolo, prego.
Speaker : Renzo MASOLO (Europa Verde)
Grazie. Mi complimento con la collega Ostanel per la mozione. Quando è stata presentata io non c’ero, però vedo che c’era la mia ex collega Guarda. Mi reputo quasi firmatario onorario.
Sostengo da sempre una mobilità più sostenibile e sostengo da sempre, da quando Salvini è partito in quarta per fare questa riforma, l’inutilità, anzi la dannosità di questa riforma. Utilizzo i miei quattro minuti prevedendo i colleghi che diranno sicuramente “vai in bici” oppure che diranno “vai con il musso”. Li precedo automaticamente dicendo che non si va solo in bici o con il musso, ma elenco solo alcuni dati per dimostrare quanto il Ministro Salvini abbia pestato una grande striscia pedonale o una bike lane.
I dati del primo anno di Bologna Città 30 dimostrano l’utilità del provvedimento che deve essere sicuramente diffuso, esportato a tutte le grandi città d’Italia, speriamo ai capoluoghi di provincia del Veneto e poi anche alle altre città. Perché? Perché in un anno, vi dico i numeri velocemente, non c’è stato nessun pedone ucciso sulle strade di Bologna. Nessun pedone è stato investito fuori o sopra le strisce pedonali. Questo dato non succedeva dal 1991, non perché nel 1991 c’erano stati zero incidenti, ma perché i dati iniziano a essere rilevati dal 1991. Per cui, in tutti questi anni non è mai successo una volta che in un anno non ci sia stato nessun pedone ucciso sulle strisce pedonali o fuori. In un anno abbiamo avuto il 13% in meno di incidenti stradali, il 48% in meno delle persone decedute in totale, l’11% in meno delle persone ferite, il 9% in meno degli incidenti con feriti e il 20% in meno degli incidenti senza feriti.
Pensate anche solo al risparmio economico per i danni alle auto e per riparare le auto. Per questo la campagna “Vai piano, salva una vita”, che è stata proprio lo slogan di Bologna Città 30, è sicuramente azzeccata.
Questo è una controtendenza in assoluto sui numeri del nazionale, che sono sempre in crescita, perché dai dati Istat nel 2024 sono aumentati gli incidenti stradali dello 0,94%, dei feriti dello 0,5% e dei morti del 7%. A Bologna, invece, siamo riusciti a trovare una soluzione.
Concludo il mio intervento. Ci sarebbero tanti dati da riferire, ma questi li trovate in rete. Soprattutto ditelo, ditelo al vostro Ministro Salvini che ha sbagliato completamente e ha sbagliato anche ad opporsi alla sperimentazione di Bologna Città 30, sperimentazione che voleva addirittura interrompere. Personalmente, ve lo dico, inviterò qui una persona che per me è speciale, perché è stata consigliera comunale a Bologna, attivista della bicicletta, Simona Larghetti, che ha contribuito insieme a tanti altri, Andrea Colombo e tanti attivisti, per creare Bologna Città 30. Adesso è stata eletta nelle ultime elezioni regionali dell’Emilia- Romagna per AVS, è una collega di AVS e io mi impegnerò a invitarla in questo Consiglio regionale e a fare con lei una conferenza stampa per spiegare a tutti – e vi inviterò tutti – nel dettaglio il percorso che hanno fatto per creare Bologna Città 30 e per chiederle anche una testimonianza forte, che poi io riporterò nella mia Regione, nel mio Consiglio regionale, per fare in modo che tutti i capoluoghi di provincia del Veneto possano diventare, intanto almeno loro, Città 30.
Concludo ricordando una ragazza, Sara Piffer, che due giorni fa, a 19 anni, mentre si allenava col fratello con la bici da corsa, è stata investita da un’auto, con un frontale, che probabilmente aveva fretta, doveva superare e l’ha investita uccidendola. Non deve più succedere una cosa del genere, perché un morto sulle strade non vale, come è stato detto in Commissione, 1 milione e 800 mila euro quantificato come spesa sociale, ma è una perdita incalcolabile, senza valore, è un valore incommensurabile. Andate a dirglielo a tutti i familiari delle vittime sulla strada che un morto sulle strade ha un valore sociale di 1 milione 800 mila euro e sentirete cosa vi risponderanno. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Consigliera Luisetto, prego.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Intervengo ovviamente a sostegno della mozione che abbiamo sottoscritto anche come colleghi del Partito Democratico, per una serie di motivi, ma innanzitutto perché è una mozione di buonsenso. Non dovrebbe essere neanche necessario fare una mozione per chiedere che una legge nazionale sia coerente col Piano nazionale della sicurezza stradale e con il Piano globale ONU e OMS, sempre che non ci sia ancora l’intenzione di uscire dall’OMS, ma che abbiamo sentito questa pazza idea queste settimane, di follia. Però non dovrebbe essere necessaria una mozione perché le norme dovrebbero essere già coerenti con i Piani sovraordinati e con quanto già in campo, a livello ONU e a livello nazionale. Invece no. Invece questa legge che, come ha detto bene la collega Ostanel, non è certamente è stata fatta con la coerenza e con gli strumenti che il raziocinio ci dà, è una legge che toglie potere ai Sindaci non soltanto nella gestione delle zone 30, ma toglie potere anche nella progettazione delle piste ciclabili, delle ZTL, nella definizione delle aree basse emissioni, addirittura nelle zone di sosta.
Quindi o stiamo dicendo ai Comuni che non sono in grado di farlo o stiamo dando un’idea, l’ennesima volta in cui diamo un’idea di autonomia al contrario nella quale ai Comuni viene tolto potere oltre che risorse, come stiamo leggendo sulla stampa in questi giorni, ma stiamo anche, come dire, togliendo la possibilità di legiferare e normare sul proprio territorio ciò che riguarda la sicurezza dei cittadini.
Allora io credo che questo a fianco al fatto che in materia di utilizzo di farmaci, quindi tutto il tema della gestione della salute mentale, alla guida e la gestione dei farmaci sia nella confusione più totale e non sia ancora stato chiarito, sono già due motivazioni sufficienti per dire che questa norma non solo è fatta male, ma c’è la necessità che venga modificata, che si ritorni a dare potere ai primi cittadini e che si ritorni ad essere coerenti col Piano nazionale e globale della sicurezza stradale.
Ripeto, è una mozione veramente di buonsenso che va contro una legge che col buonsenso veramente ha altrettanto poco a che fare, invece.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pan, prego.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Mi sento tirato in ballo perché è il mio Ministro, nonché Segretario della Lega, Ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, sempre qualsiasi cosa faccia è sempre, naturalmente, dalle minoranze, non solo vostre, ma da tante parti dell’emiciclo che non governa questo Paese è avanti. Ne sentiamo di tutti i colori.
Questa è una legge, invece, una disposizione di legge che è la 177 del 14 dicembre dell’anno scorso - entrata in vigore, invece, secondo noi della Lega, è una legge di tanto buonsenso, perché sono d’accordo con il collega Masolo quando dice che salvare una vita non c’è un prezzo per una vita e se conosciamo qualcuno anche dei nostri paesi che ha perso un familiare, un figlio. Anche recentemente ci sono stati degli episodi, anche a Padova, di ragazzi di 16-17 anni in motorino, oppure le cronache di ogni giorno, perché in questo Paese ci sono migliaia di morti sulle strade ogni anno. Penso che nessuno possa ripagare la famiglia di una perdita di tal tipo. Se con questa legge noi riusciamo a salvare anche una persona, abbiamo fatto qualcosa di buono.
Contesto però anche i dati che vengono dati – scusate il gioco di parole – dalla collega Ostanel. I dati non è che li ha riferiti il Ministro, il Ministro ha dato delle indicazioni, anche perché il periodo è così breve (un mese e mezzo, due mesi) di applicazione della legge che è difficile fare una comparazione. Tuttavia, i dati che sono stati riportati dalla Polizia stradale – non penso siano tutti iscritti alla Lega, altrimenti saremmo il primo partito di questo Paese – ma anche dai Carabinieri e dalle Forze dell’ordine in generale, dalle Polizie municipali, evidenziano che comunque c’è stato un calo a due cifre degli incidenti e dei morti in questo periodo. Quindi, qualcosa di buono sarà successo.
Allora, siccome a noi veneti qualcuno che è morto di recente ha dato degli ubriaconi costantemente, quindi, quando andiamo a mangiare il pesce a Jesolo, dall’assessore Calzavara, ci piace mangiare e bere anche un litro di prosecco, cari amici, non è che il ministro Salvini abbia abbassato i dati del tasso alcolemico nel sangue delle persone. I tassi sono sempre rimasti quelli, ma sono aumentati i controlli, perché, guarda caso, in questo periodo ci sono stati 760.337 controlli con l’etilometro e ci sono stati 38.283 ritiri di patenti per usi sconsiderati e distrazioni legate soprattutto al telefonino. Colleghi, noi che veniamo qui in autostrada tutti i giorni, da tutte le parti del Veneto, ne vediamo di tutti i colori, camionisti, ma anche qualcuno di noi ha questo vizio. La distrazione è quello che provoca la morte e quindi sicuramente dare non dico una stretta, ma un’educazione comportamentale a tutti e soprattutto ai giovani che su questi strumenti ci vivono costantemente e spesso sono anche drogati da questi sistemi è cosa buona e utile per chi ha figli, come me, che adesso stanno prendendo la patente, con grande preoccupazione.
Non abbiamo paura. Lasciamo che la legge porti avanti tutto questo e guidiamo con buonsenso.
Per quanto riguarda le piste ciclabili, quante volte, anche dai Sindaci, abbiamo visto nei paesi piste ciclabili che finiscono a un certo punto e poi vanno dalla metà dell’altra strada a un altro punto? C’è tanta gente che, purtroppo, non le usa. Quindi, anche per fare le piste ciclabili ci vogliono direttive che siano univoche in tutto il paese, altrimenti non vengono adoperate. Spesso e volentieri, se fate la strada che da Padova va sul Monte Grappa o Asiago la domenica, vedete torme di ciclisti che non sono sulle piste ciclabili: sono in quarta o quinta fila, con un rischio della vita che non vi dico, soprattutto se fanno la discesa dal Monte Grappa o dall’Altopiano di Asiago, imitando i campioni del Giro d’Italia.
Attenzione, quindi, prima di dire tante scemenze. Lasciamo che questa legge faccia il suo corso.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa mozione, che ha come prima firmataria la collega Ostanel e vede praticamente tutti i Consiglieri di opposizione sottoscriverla, credo sia più che di buonsenso, non solo perché si rifà a norme nazionali e internazionali, ma perché si fonda su dati oggettivi che tutti noi colleghi possiamo verificare. È importante che la sicurezza stradale sia affrontata a tutti i livelli: a livello, naturalmente, nazionale, ma anche regionale e poi comunale. Lo sappiamo perché quotidianamente noi Consiglieri regionali riceviamo solleciti da parte dei territori, da parte dei Comuni per problemi di messa in sicurezza delle strade. Lo sappiamo e lo abbiamo visto recentemente anche in Commissione Ambiente e infrastrutture per il fatto che la stessa Regione mette a bando dei progetti, progetti che, purtroppo, magari arrivano dai Comuni, come è capitato con l’ultimo bando, ma che la Regione poi non ha i fondi necessari per finanziare: progetti per la messa in sicurezza di incroci, progetti per la realizzazione di rotonde oppure la realizzazione di marciapiedi, piste ciclabili e quant’altro, tutte attività utili alla messa in sicurezza del nostro territorio, utili a evitare incidenti stradali. Purtroppo, su 303 progetti, ne sono stati finanziati solo 79 perché i fondi necessari non ci sono.
Colleghi, ci sono dati che dovrebbero far pensare e dovrebbero convincervi a votare a favore di una mozione come quella presentata dalla collega Ostanel. Nel solo anno 2024 – questi sono dati dell’Osservatorio dell’Associazione Amici della Polizia stradale in collaborazione con Sapidata – i morti nelle strade, tra pedoni e ciclisti, sono stati 679, 475 pedoni, quindi persone che stavano camminando lungo le strade e le piazze nei nostri paesi e città, e 204 ciclisti. Quindi, 679 persone hanno perso la vita. Io credo che se tutte le raccomandazioni che noi vorremmo che quest’Aula approvasse venissero approvate, sicuramente avremmo delle ripercussioni positive e avremmo un calo di morti anche nelle nostre strade. Giustamente il collega Masolo prima riferiva del record di zero vittime dopo quei provvedimenti che hanno inserito il limite di 30 chilometri all’ora nel Comune di Bologna.
Andrebbe poi anche sottolineato il fatto che si va con i dispositivi previsti dalle norme approvate dall’attuale Governo a togliere potere ai Sindaci. Sono i Sindaci che ci chiedono di migliorare la sicurezza stradale, che ci presentano dei progetti per la messa in sicurezza delle strade, marciapiedi e quant’altro, e poi a questi Sindaci diciamo: “ti togliamo - perché questo è quello che accade - quell’autonomia che hai nel poter gestire anche i limiti orari dei mezzi che passano nelle tue vie, nella tua città”. Vi pare normale che si possa arrivare a un punto tale?
Riconosciamo ai Sindaci la percezione di quello che accade nei loro territori e anche la facoltà di intervenire oppure dobbiamo accentrare tutto il potere a livello regionale e statale, come si vuole fare, per dire che questi limiti devono valere per tutti? Lo diciamo da sempre. Ad esempio, in Veneto abbiamo delle situazioni diversificate dalla pianura, alla collina, alla montagna. Abbiamo grossi centri, città con grossi centri, come, ad esempio, Padova e Verona. Abbiamo altre città con centri minori come Treviso, Chioggia. Sono realtà diverse l’una dall’altra ed ecco perché c’è anche tutta questa struttura amministrativa, le amministrazioni comunali, che prevede anche i Sindaci. Perché togliere questa facoltà ai Sindaci? Ci vorrebbe più Polizia municipale. Ecco quello che dovremmo fare. Però, quanti addetti alla Polizia municipale servirebbero? Abbiamo tutti organici sfiorati in Veneto. Potremmo assumere in Italia, ad esempio, con quei 14 miliardi di euro che invece volete assegnare per realizzare il ponte sullo Stretto di Messina?
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Credo vi farebbe comodo, invece, fare un passo indietro, perché quando le riforme sono fatte così, con i piedi, fare un passo indietro dalla grande striscia pedonale che il ministro Salvini ha pestato, credo farebbe bene anche a voi. Ve lo dico davvero con il cuore, collega Pan, perché sa cosa succede quando si fanno delle riforme con i piedi e solo per utilizzare un metodo che è quello di far paura? Attenzione, se bevi un bicchiere in più, quello che ti succederà è quello che non ti succedeva prima, sarà molto peggio. Questo lo state facendo non solo su leggi tipo questa.
Non voglio aprire parentesi sul decreto sicurezza, ma questo atteggiamento alle persone normali, alle persone che quotidianamente incontriamo nelle città, nei quartieri, non piace. Non piace pensare di non poter essere liberi e tutelati nel momento in cui vogliono andare in sicurezza all’interno di una strada e voi invece gli state togliendo ogni opportunità di avere quella sicurezza. Vi è stato spiegato molto bene. Se voi non permettete, anzi state aumentando i limiti di velocità, è ovvio che la sicurezza stradale non aumenterà. Se voi state aumentando le sanzioni per chi usa il cellulare alla guida, giustamente, ma solo a chi ha un tot di punti già tolti dalla patente ed è una percentuale piccolissima della popolazione italiana, state fingendo di intervenire sulle distrazioni alla guida. Se voi dite che il tasso alcolemico non è cambiato, ed è vero, ma poi aumentate le sanzioni e non permettete alle persone che per un errore una volta poi si devono redimere, fanno fatica anche a fare quel percorso lì, voi non permettete alle persone, invece, di avere una guida consapevole.
Voi non state facendo un lavoro di consapevolezza della sicurezza alla guida, ma state semplicemente – e in maniera sbagliata – facendo delle azioni non dove servono. Non nel limitare la velocità, non nel limitare le distrazioni alla guida, non nel dare potere ai Sindaci di fare quelle zone 30 che servono. Sapete anche perché? Perché le morti stanno avvenendo più nelle città che nelle autostrade e nelle strade secondarie, e i dati lo raccontano chiaramente. È per questo che il ministro Salvini prende i dati che servono a lui per giustificare una scelta sbagliata. Lui fa quei dati del primo mese facendo un’operazione politicamente falsa, che è quella di prendere i dati solo di chi rileva gli incidenti in strade secondarie e autostrade, quando i dati ci dimostrano che le morti stanno avvenendo nelle città proprio perché serve moderare la velocità di guida all’interno dei contesti dove ci sono più pedoni e più ciclisti. Sono i dati che raccontano questa cosa e voi fate una riforma dove dite che state migliorando la sicurezza stradale, ma non prendete in carico nessuna delle cause che quella sicurezza stradale la sta mettendo a rischio.
In più, dico che è fatta con i piedi. Se posso essere d’accordo che serve una norma per favorire la sicurezza stradale, facciamola bene. Quando voi equiparate l’uso di ansiolitici, antidepressivi e fate sì che quando c’è un controllo salivare, il test salivare, anche chi utilizza quel tipo di farmaci possa essere visto come uno che lede la norma, voi state facendo una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Qui non c’è solo una questione di contenuto. Qui c’è una questione di saper governare un Paese, che a me fa una gran paura. A me fa una gran paura vedere un Ministro che lavora in questa maniera, che, tra l’altro, invece di dire “faccio un passo indietro”, quando anche le categorie più vicine a lui, quelle dei consumatori, gli stanno dicendo che il consumo di alcol tra l’altro in questa regione è diminuito senza motivo, ma è diminuito perché tu, da Ministro, stai facendo un lavoro comunicativo sbagliato. Glielo stanno dicendo anche le associazioni di categoria.
Davvero mi chiedo come non possiate, per una volta, non chinare il capo al capo e dire “senti, mettiti a fare un lavoro di audizione delle categorie, delle associazioni che si occupano di tutelare le vittime sulla strada, di chi nelle città sta lavorando per costruire le Zone 30, non perché è un rivoluzionario di sinistra, ma perché servono a moderare la velocità dove ci sono più incidenti”. Se voi vi metteste un attimo a fare questo tipo di lavoro in Parlamento e ad ascoltare chi sta dicendo che serve una correzione, credo che ne verrebbe anche a voi.
L’atteggiamento di dire “vediamo come va” è un atteggiamento che, per quanto mi riguarda, non è accettabile.
Speaker : PRESIDENTE
Siamo ancora in discussione generale. La collega Ostanel ha fatto il suo intervento in discussione generale.
Collega Lorenzoni, prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Solo per sostenere questa richiesta. Ho firmato anch’io la risoluzione. Cerco di sgomberare il campo dall’approccio ideologico a questo tema. Io sono stato amministratore di un Comune. Ogni persona che subiva un incidente era un mettere...
Per tre anni io ho avuto la responsabilità della mobilità nella città di Padova, che vuol dire, come volume di lavoro, probabilmente, qualche decennio di un paese piccolo come Cittadella, per esempio, e mi sono reso conto della difficoltà dell’essere chiamato in causa ogniqualvolta ci sia un incidente.
L’idea veramente ci chiama in causa come amministratori. Ogni azione che possiamo fare per cercare di ridurre questo rischio è importante. Vi ricordo che in Italia ci sono dieci morti al giorno, vuoto per pieno, nelle strade. È una strage, veramente. Lo si dice e diventa uno slogan, però io credo che dobbiamo porci il problema.
Il tema delle Strade 30 è stato osteggiato perché limiterebbe la libertà delle persone, che è veramente una cosa incredibile. La libertà di chi? Di chi non viene ucciso nel caso di incidente? La velocità media a Padova è di 18 chilometri all’ora, era quando sono stato amministratore io adesso può darsi che sia aumentata, che sia di 19. Quindi, la limitazione a 30 chilometri all’ora in nessun modo impatta sul tempo di spostamento. Anzi, probabilmente il traffico più fluido rende anche i tempi di percorrenza meno lunghi. Mi piacerebbe che riuscissimo a svincolarci da un approccio ideologico di dire che siamo i paladini della libertà delle persone. No, siamo i paladini della salute delle persone e dobbiamo prendercene cura.
Questo è l’obiettivo di questa mozione, che va proprio nella direzione di cercare di richiamare noi come amministratori e l’appello al Governo di tenere un approccio realistico e attento alla salute delle persone.
I dati, ripeto, ci mostrano come ci sia la possibilità di tutelare la salute e la vita stessa delle persone. Credo che approvando questa risoluzione andiamo nella direzione giusta. Poi starà a chi ne ha la responsabilità a livello governativo, a livello ministeriale, metterla in atto. Puliamo il campo da un approccio ideologico, che non solo non ha senso, ma mette in discussione la vita delle persone.
L’esempio che ha fatto il collega Masolo della ragazza, Sara Piffer, che è mancata qualche giorno fa, è veramente incredibile. Sono anni che si dice “introduciamo le stesse regole che hanno in Francia, che hanno in Germania, un metro e mezzo dal ciclista, il rallentare”. Non si è mai voluta introdurre questa norma. È chiaro, non è che preservi da qualsiasi rischio, ma indubbiamente riduce il rischio per chi va in bicicletta.
Presidente, lei che è ciclista, sia toccato nel suo profondo, nel suo intimo e ci dia una mano nell’approvazione di questa risoluzione.
Speaker : PRESIDENTE
Nella sua tragicità, l’incidente di Mezzocorona, anche con il metro e mezzo, purtroppo non avrebbe avuto esiti diversi.
Collega Dolfin, prego.
Speaker : Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Una semplice considerazione. L’invito è quello di rivedere un po’ il Regolamento. L’aspetto che lei ha appena menzionato, collega Lorenzoni, è già previsto, il metro e mezzo di distanza. Sì, lo prevede. Vada a vedere il Codice della strada. Dopo ne parliamo. Vada a vedere. Ci sono tante belle cosine. Probabilmente il frutto della vostra volontà di apparire oggi non vi ha permesso di analizzare e focalizzare un po’ il tema in discussione.
Soprattutto, visto che parlavate di numeri, questa riforma è durata due anni al Senato e al Parlamento, ha visto a favore ben 145 parlamentari, di cui 122 si sono astenuti. Nessun parlamentare della Repubblica italiana ha votato contro. Dovete spiegarmi una cosa: o a Roma sono tutti impazziti, a prescindere dal colore, o probabilmente hanno capito che forse dopo due anni di discussione sul Codice della strada è giusto fare la propria parte, anche nella forma più tranquilla e assoluta dell’astensione, non votando contro.
Non me ne voglia, collega Ostanel, ma lei prima ha detto che bisogna permettere di ridurre la velocità sulle città. Bene. Ha anche detto: siamo più clementi con le persone che si bevono una ombretta. Ha detto questo. Si vada a vedere la registrazione. Permettiamo di andare più piano, ma di bersi un’ombra de vin. Questo è il dato di fatto, signori. È un dato di fatto. L’ha detto lei. Sì, l’ha detto lei. Ha detto che dobbiamo essere più tolleranti. Anch’io vado in macchina, anche a me piace bere l’ombretta de vin, se mi permette, un aperitivo, qualcos’altro, però sono consapevole che dopo, quando salgo in macchina, non sono più tanto lucido e se mi fermano per strada mi assumo le responsabilità del caso, mi sequestrano la patente.
Il Ministro Salvini ‒ l’ha detto anche lei ‒ non è andato oltre. Ha fatto soltanto l’aumento di un controllo e, ovviamente, delle sanzioni. Se prima qualcuno andava ubriaco per strada “grazie a” poteva permettersi di mettersela via magari con una sospensione, e fine delle trasmissioni. Ne abbiamo visto tantissimi. Oggi, invece, vai a finire al SerT. È un dato di fatto. Dobbiamo rendercene conto, piaccia o non piaccia. Se vogliamo mettere un primo tassello sulla sicurezza stradale, perché la velocità è uno dei tanti fattori... Sì, collega. Non mi dirà mica che oggi chi usa stupefacenti piuttosto che alcol può tranquillamente esserne fiero e correre per le strade. No, è già una bomba con la velocità, figuriamoci se non è all’altezza di gestire perché sotto l’effetto dell’alcol o della droga.
Continuiamo con questa storia? Continuiamo a ribadire che, se vado a 30 all’ora e sono ubriaco va bene tutto. Signori, ma ci siete o ci fate? Fatemi capire. Veramente siamo fuori da ogni ganghero qua dentro. Lei si riferisce solo a Bologna? Guardi che ce ne sono tanti di Comuni in Italia, da nord a sud, da est a ovest.
Capisco che lei ha un feeling con Bologna, però, non me ne voglia, non esiste solo Bologna in questo Paese.
Detto questo, voglio ribadire che l’eccesso di velocità, la guida distratta, la stanchezza, la mancata precedenza, la mancata distanza tra un veicolo e l’altro sono tanti fattori, ma vanno a incidere ancor di più quando qualcuno è sotto l’effetto di droga e di alcol. È un dato di fatto, non lo diciamo noi quest’oggi qua da profani, ma lo diciamo perché sono i dati che ci vengono dati dai SerT, dalle ASL, dalla Polizia stradale e chi più ne ha più ne metta.
Ripeto, nel Parlamento italiano, nessun parlamentare si è assunto la responsabilità di votare contro. Probabilmente si sono resi conto che – scusi il gioco di parole – qualcosa andava fatto in questo Paese. Dopo tutto, e sono qua a dirlo, può essere modificato, e ci mancherebbe altro. Mi soffermo sull’aspetto dei monopattini. Nessuno me ne voglia, ma mancano i decreti attuativi, c’è confusione, manca l’assicurazione. Io, come dico sempre, li abolirei in automatico. Io, se fossi stato il Ministro, li avrei tolti dalle strade, perché io credo che tutti, non me ne voglia nessuno qua dentro, e finisco...
Speaker : PRESIDENTE
Collega Dolfin, il tempo è scaduto.
Speaker : Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Io farei assicurare anche una bicicletta per strada, dunque si figuri quanto avanti sono più di lei, che va in bicicletta, e io vado in macchina, per il semplice fatto che qualsiasi mezzo che va sulla strada deve essere responsabile di quello che accade.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Montanariello, prego.
Per fatto personale, collega Ostanel, prego. Se non è fatto personale, la interrompo.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Mi è stata attribuita una frase, che va bene una ombretta in più. Questo è quello che ha appena detto il collega Dolfin. Non è la frase che ho detto. Il tema è che state lavorando su una riforma che non fa capire...
Speaker : PRESIDENTE
Restiamo sul fatto personale.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Aspetti che spiego, però. Se mi viene attribuita una frase così pesante io devo spiegare cosa ho detto nel mio intervento.
Speaker : PRESIDENTE
No, lei dice di non aver detto questo e si chiude il fatto personale.
Rimaniamo sul fatto personale, collega, la prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Il fatto personale è prendere un mio discorso molto complesso, dire una frase che non ho detto e che non condividerei mai e dirvi che se il limite è 0.5 in questo Paese e non zero è perché si dovrebbe lavorare nel rendere consapevoli fino a quel 0.5 le persone. Questo è il lavoro e sono le parole che io ho detto.
Speaker : PRESIDENTE
Abbiamo chiarito che le è stata attribuita una frase non sua.
Collega Montanariello, prego.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, non intervengo per fare polemiche, ma per provare a dare un contributo.
Intanto, credo anch’io che ci siano in questo momento dei vuoti dopo quel decreto, ad esempio sul tema dei monopattini. Se oggi uno vuole rispettare quel decreto e chiama per farsi la targa del monopattino in motorizzazione non sanno neanche come devono muoversi per la targa del monopattino piuttosto che per le assicurazioni.
Devo dire con altrettanta onestà, visto che percorro tanta strada in macchina, che è giusto la mobilità green, ma è altrettanto giusto che se tu hai un monopattino devi rispettare le regole, come tutti, e non puoi pensare che solo perché hai un monopattino e non hai una targa puoi sfrecciare su una rotatoria o su un marciapiede.
Prima di Natale sono rimasto a piedi con la macchina alla rotatoria della Stanga di Padova. Fortunatamente si era rotto il cambio. Sono riuscito a spingerla e a metterla da parte. Ho messo il triangolino per terra e ho indossato il mio giubbino catarifrangente. Non c’è stata una macchina che mi ha suonato. Ci saranno stati 70 monopattini che mi hanno riempito di parole, perché mi vedevano all’ultimo quando giravano. Dovevo scansare i monopattini. Se mio figlio diceva “papà, esco a prendere un po’ d’aria” effettivamente non potevi fare nulla, perché se lo investivano non avevi neanche una targa per andare a chiedere chi era quel signore. Quindi, è giusto, sotto alcuni aspetti, mettere delle regole.
È giusto sotto alcuni aspetti che per strada se fai male a qualcuno devi essere coperto da una polizza assicurativa. Oggi andare in bici elettrica è come andare con il vecchio Ciao, con il vecchio Grillo. Ricordate sul libretto? Facevi 45. Ci sono dei modelli di bici elettrica che vanno oltre e che se prendono sotto una persona, come è successo, tra l’altro, al parente di un nostro collega qualche giorno fa, questi ti rompono il femore, magari sono anche nullatenenti, magari ti trovi anche rovinato. È vero che un po’ di regole vanno messe, però mi sarei aspettato, da un decreto così importante che è durato due anni, anche che ci fosse stata contezza della realtà e si fosse intervenuti su alcuni temi. Ad esempio, andare oggi a mettere quelle cifre su un divieto di sosta, per quanto sia da combattere la sosta selvaggia, vuol dire far cassa. Uno che parcheggia in divieto di sosta sicuramente va punito, ma se togli 600 euro a un operaio che ha sbagliato parcheggiando in divieto di sosta, lo stai ammazzando economicamente. È uno che va punito perché ha parcheggiato in divieto di sosta, non è uno che va spennato perché in quel momento magari il figlio stava male e si è fermato un attimo con le quattro frecce. I Comuni in parte su questo si stanno attrezzando, perché ci sono già le auto della Polizia locale con il cono rosso sopra, in alcune città d’Italia, che fanno quasi 1.000 macchine a ora già leggendo i dati e preparando la sanzione. Quella non è sicurezza, quello è fare cassa. Non vorrei mai che i tagli che ha fatto il Governo dia ai Sindaci lo strumento per riprenderseli con le sanzioni del codice della strada.
Mi sarei aspettato anche un’altra riforma. Adesso, quando non si trovano autisti; adesso, quando fare trasporto pubblico o merce è diventata un’impresa, perché non facciamo la riforma come una volta, visto che a scuola guida prendere la patente C e D è la stessa cosa e cambiano solo gli esami pratici? Perché non si torna come una volta, che quando fai il corso prendi la C e la D? Così era prima. Si faceva il corso insieme, una volta prendevi la D e ti smarcavano anche la C, adesso scegli se fare la C o la D, ma fai il corso insieme. Facilitiamo l’accesso alle patenti, visto che mancano. Perché se io ho una patente D e voglio fare il trasporto pubblico locale devo stare in nota un anno e spendere 5.000 euro per fare una CQC? Dite che mancano autisti, ma mi sarei aspettato che, in una riforma del codice della strada, in un Paese che taglia i servizi perché mancano gli autisti, si fosse fatta la scelta di dire che oggi è più facile l’accesso al titolo di guida ed è più facile l’accesso al titolo professionale. Non è una questione di selezionare, è una questione di avere 5.000 euro e di poter aspettare sei mesi o un anno che chi è accreditato a fare il CQC ti chiami, altrimenti tu hai la patente del bus ma non puoi guidare il bus. Il collega lo sa meglio di me.
Allora, perché su queste cose non abbiamo usato il codice della strada per facilitare l’accesso alle patenti e ai titoli? E finalmente avremmo potuto dire che è più facile trovare autisti. Una volta – e chiudo, Presidente – nella nostra generazione avevano tutti le patenti, perché la prima cosa che ti dicevano, al militare o a casa, era di prendere le patenti che servono” e le mettevi via, prima o poi ti servivano nella vita. Oggi questa è una cosa che è diventata...
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega. La invito a chiudere.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Mi sarei aspettato una riforma più attenta alle esigenze reali del Paese.
Speaker : PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi sulla risoluzione n. 127.
Dichiarazioni di voto.
Collega Masolo, prego.
Speaker : Renzo MASOLO (Europa Verde)
Io ne approfitto e prendo i cinque minuti a disposizione per ribadire che è interesse di tutti. Il metro e mezzo c’è nel nuovo codice. C’è, ma è difficilissimo farlo rispettare. È quasi impossibile. Bisogna insistere su altro, perché se voi andate in bici vi rendete conto quanto è difficile questo. Io invece vi dico, sempre con alcuni dati, che i flussi del traffico a Bologna... Perché mi intestardisco con Bologna? Perché è l’unica grande città che ha dimostrato, dopo un anno, che i flussi del traffico attraverso la Zona 30 vengono completamente sconvolti con il 5% in meno di auto in circolazione. Quindi, 11.000 veicoli in meno ogni giorno vuol dire che chi usa la macchina viaggia meglio, perché ha le strade più libere e ha i parcheggi più liberi, ma le altre 11.000 persone sono state messe nelle condizioni di non poter usare la macchina, di non dover usare la macchina, perché hanno usato le bici, 14% in più, il servizio di bike sharing, che ha fatto il record dei 3 milioni di usi, per cui ha sfondato, il servizi di car sharing addirittura sta andando molto bene, ma soprattutto il servizio ferroviario metropolitano, il 17% in più.
La gente lascia a casa l’auto perché la Città 30 permette di utilizzare il mezzo pubblico addirittura per gli spostamenti con il mezzo ferroviario urbano, il 31% in più. Capite come cambia la città, non solo per il fatto di rallentare le auto, ma perché si mettono nelle condizioni le persone di utilizzare altri mezzi. Per cui, è a vantaggio di tutti, ripeto soprattutto di chi usa l’auto, perché ha le strade più libere. Chi non ha alternative all’auto avrà le strade più libere perché gli altri possono utilizzare altri mezzi. Non è una cosa ideologica. Sono dati scientifici. Questa è politica science based, basata su dati scientifici e non sull’opinione di un Ministro che ce l’ha con i monopattini, ce l’ha con chi beve o con chi fuma le canne, che poi per tre giorni non può più guidare e non pensa alle cose urgenti.
Con 24 milioni di euro, la città di Bologna ha rivoluzionato in un anno la mobilità e la propria economia sociale e sanitaria.
Sto dicendo cose difficili da capire? Comunque, torneremo a insistere su questi concetti e li spiegheremo in maniera dettagliata ed approfondita.
Speaker : PRESIDENTE
Colleghi, fermi. Ho sbagliato. C’è un emendamento prima del voto finale.
Siamo sull’emendamento n. 1 della collega Ostanel.
Intende illustrarlo?
Metto in votazione l’emendamento n. 1 della collega Ostanel.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Dichiarazioni di voto sul testo complessivo della risoluzione n. 127.
Collega Pan, prego.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Annuncio in primis il voto contrario dei Gruppi di maggioranza. Voglio solo esprimere alcuni concetti alla collega Ostanel su questo tema, ma anche al collega Masolo, che adesso ci ha stimolato anche con le droghe.
L’altro giorno ero a Bologna, la città che per voi è la capitale ideologica dei vostri movimenti, ero in via Stalingrado (Bologna ha ancora via Stalingrado, se non lo sapete) e mi pareva che a 30 all’ora non andasse nessuno. Ero vicino alla Fiera, dove c’è anche la sede della Regione. Probabilmente i controlli saranno fatti, spero, in qualche maniera.
Detto questo, caro collega Masolo, capisco che lei è ambientalista, vegano, quindi le piace bere il vino, che è un prodotto dell’agricoltura, e magari fumare anche qualcosa sempre prodotto dall’ambiente, prodotti della natura, però non possiamo giustificare che i nostri giovani si mettano alla guida la sera ubriachi oppure drogati.
Cara collega Ostanel, ricordo che lei ha abitato in Canada per parecchio tempo; io sono stato in Canada diverse volte, ma anche sopra le Alpi, dove naturalmente ritengo che la civiltà sia molto maggiore di sotto le Alpi, ma se lei va al ristorante in Germania, in Canada, negli Stati Uniti, in Norvegia, in Finlandia, in tutti i posti del mondo sopra il quarantaseiesimo parallelo, vedrà che nessuno si mette alla guida dopo aver bevuto e mangiato, ma tornano i taxi, si organizzano con i pulmini e la Polizia controlla tutto.
E l’incidenza degli incidenti, se lei va a vedere, per queste cause, è veramente molto più bassa rispetto all’incidenza degli incidenti dei nostri giovani e purtroppo vediamo cosa succede nelle nostre città, dove non c’è solo il problema della guida per i tassi alcolici o per le droghe, ma andate a vedere cosa c’è in tutte le nostre città, nei centri storici tutte le sere, perché oltre ai nostri ragazzi, ci sono anche tutti quegli altri ragazzi che sono arrivati e che queste regole dalle parti loro non le rispettano. In monopattino a Padova per gran parte ci sono africani, che sono vestiti anche di nero, e di notte che non li vedi sfrecciare per le tangenziali e rischia molto spesso di tirarli sotto e poi aveva tutte le conseguenze del caso.
Quindi bisogna stare attenti a cosa si dice, ci vogliono delle regole e le regole le ha messe, con questo codice della strada, il nostro Ministro Salvini.
Speaker : PRESIDENTE
Luisetto, prego, per dichiarazione di voto per il Gruppo.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Noi votiamo a favore, ovviamente, della risoluzione, sottolineando i contenuti di ciò che stiamo andando a votare, perché noi chiediamo – e la consigliera Ostanel che insieme a noi l’ha sottoscritta – che si rispettino norme che esistono già, quindi il Piano nazionale della sicurezza stradale, il Piano globale ONU OMS e ridare potere ai Sindaci.
Ribadisco che sono richieste di buonsenso, per una norma – lo sottolineo – che è ancora nella piena confusione su elementi basilari che dovrebbero essere i fondamenti dell’impianto normativo di questa legge, ad esempio il tema dell’utilizzo dei farmaci per chi ha difficoltà o ha situazioni di salute mentale fragile: ci sono persone che non si mettono alla guida nel terrore di vedersi sospesa la patente, perché hanno assunto dei farmaci obbligatori.
Quindi ditemi voi se questa è una norma fatta come si deve e poi ribadisco che c’è un tema di un’autonomia al contrario perché, invece di dare sostegno e supporto al ruolo dei Sindaci, si impone un’ingerenza del Ministro e del Ministero anche per scegliere dove fare la pista ciclabile, cosa che mi sembra francamente irrispettosa nei confronti di chi le comunità locali le governa e sa quali sono le difficoltà del territorio e anche poco coerente e concreto rispetto alla possibilità concreta di fare questa verifica e questo controllo e questa ingerenza.
Quindi rimettiamo mano a questa norma e chiediamo soprattutto che sia coerente con dispositivi e azioni esistenti e di buonsenso.
Speaker : PRESIDENTE
Il collega Zanoni è già intervenuto. Collega Masolo in dichiarazione di voto.
No, era su dichiarazioni di voto.
Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente, Penso che abbiate, abbiamo perso un’opportunità, cioè quella di dire semplicemente al Governo e - collega Dolfin - ci sono state votazioni ben contrarie sia alla Camera che al Senato, credo che abbia visto la riforma del 2010, dove tutti hanno votato o a favore o astenuto, invece del fatto che si limitava e si metteva lo zero ai neopatentati, mentre su questo provvedimento molti hanno votato contro e si sono astenuti e sa perché? Perché i parlamentari di diversi colori politici e anche interni alla maggioranza capiscono bene quando una riforma è fatta per prendere in carico la questione e quando una riforma è fatta anche per prendere in carico questioni diverse, ma non va al nodo, al tema e al problema.
E io lo dico di nuovo rispetto - per rispondere anche al collega Pan sul Canada rispetto alla guida consapevole, all’uso consapevole anche dell’alcol, perché o mettiamo il limite a zero e allora io vi seguo, ma se il limite è 0,5 non per i neopatentati, noi dobbiamo lavorare come il Canada ha fatto per anni su una comunicazione dell’uso consapevole dell’alcol, perché se il limite è 0, allora possiamo anche raccontarci in quest’Aula, giustamente, che noi dovremmo essere per la tolleranza zero, ma siccome il coraggio di metterlo a zero non ce l’avete voi e non ce l’ha avuto il Parlamento e siccome è 0,5 dobbiamo lavorare su un’altra questione.
Allora, se mi aveste fatto un discorso di questo tipo e se questa riforma prevedesse dei fondi, ad esempio, per lavorare su quei locali e quei luoghi dove magari la sera si fa un uso dell’alcol, anche inconsapevole, e se mi aveste detto che avevate lavorato e state investendo su una serie di campagne su questo allora io avrei fatto un altro tipo di discorso, ma qui qual è il tema? Che fate un intervento anche sui social con il vostro Ministro che dice: Non vi preoccupate, non ho mica cambiato i limiti per l’alcol, perché sapete bene che avete paura di dire le cose come stanno su questo tema. Poi, però, quando si guardano le vere cause degli incidenti stradali non c’è niente in questa norma; non state limitando i limiti di velocità, non state dando potere ai Sindaci di mettere delle zone per controllare la velocità dove ci sono più incidenti, non state facendo in modo che i ciclisti siano più sicuri, anzi.
Quindi, semplicemente, voi parlate delle cose, ma prima o poi le persone se ne accorgeranno e i voti, visto che Salvini è della Lega, si vedranno alla fine.
Il tema è che le persone capiscono quando dietro ad una norma c’è il vuoto e quando, pur non funzionando le cose, non avete intenzione di fare nessun passo indietro. Questo è quello che vi chiedevamo. Non di non fare una norma sulla sicurezza stradale, ma di farla bene e nel momento in cui si capisce che avete fatto degli errori fare un semplice passo indietro, ma non avete il coraggio, evidentemente, di farlo.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Metto in votazione la risoluzione n. 127.
È aperta la votazione.
Qualcuno vede la Giunta in giro?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Attendiamo il rientro della Giunta.
Riprendiamo i lavori.
Siamo alla mozione n. 555, Camani ed altri: “La Regione Veneto, in occasione del futuro dibattito pubblico, esprime un parere contrario alla realizzazione del serbatoio del Vanoi”.
Collega Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questa mozione è all’ordine del giorno del Consiglio più o meno da luglio, ma in generale il tema del Vanoi è ormai da anni al centro dell’interesse pubblico e lo è per ragioni specifiche, che riguardano ovviamente quel territorio, cioè la montagna bellunese, per questioni specifiche che riguardano esattamente quell’opera, che è fortemente impattante in quelle zone, ma è al centro del dibattito pubblico anche per ragioni più generali, che richiamano al difficile equilibrio tra montagna e pianura, che ci pongono di fronte alla necessità di un ripensamento complessivo delle politiche pubbliche di fronte al cambiamento climatico che è già in atto.
La vicenda della diga del Vanoi è diventata, per riassumerla e non voler ripercorrere tutti i passi che ci hanno condotto fin qui, una vera e propria questione di responsabilità: a questo noi siamo chiamati. Ci avete detto che bisognava verificare le condizioni tecniche e lo avete fatto mettendo per iscritto, nella osservazione presentata dalla Regione del Veneto al Consorzio, in cui avete ribadito la preoccupazione riguardo al potenziale rischio per la sicurezza dell’opera; avete certificato voi che esistono anche fondati aspetti critici sul fronte ambientale, geologico e idraulico.
Si sono espressi tutti i soggetti che sono chiamati ad esprimersi su quest’opera: si è espressa la Provincia di Trento, che a maggio del 2023 ha detto di no e addirittura più recentemente ha mandato una lettera di diffida al Consorzio Brenta, intimando di interrompere l’iter; si è espressa la Provincia di Belluno, che, all’unanimità, ha votato un documento contro la realizzazione della diga sul Vanoi; si è espresso il Ministero dell’Agricoltura, che pochi mesi fa, a settembre, ha dichiarato che il Governo non intende finanziare la realizzazione di quest’opera; soprattutto si è espressa la comunità bellunese, le associazioni ambientaliste e tanti tantissimi cittadini, che attorno al no a quest’opera hanno costruito comunità, hanno mobilitato un territorio intero, quello dimenticato più spesso da questa Regione.
Guardate che in questo quadro appare grave davvero la forzatura che il Consorzio Brenta e il suo Consiglio di Amministrazione hanno assunto, praticamente, a pochi giorni dalla loro scadenza ed al rinnovo del nuovo Consorzio di pubblicare la relazione conclusiva del dibattito pubblico per ribadire la volontà di voler continuare con questa progettazione.
Allora, dicevo all’inizio: è una questione di responsabilità. Per il Partito Democratico sulla diga del Vanoi il tempo dell’ambiguità è finito; anche il richiamo, l’eventuale appello a pareri tecnici racconta di una storia finita. Userò una provocazione volutamente forte: i pareri tecnici per la realizzazione della diga del Vajont erano tutti favorevoli. È un alibi che noi non abbiamo intenzione di accettare. Ora siamo nel momento cruciale, perché oggi non deciderà il Consorzio Brenta, anche se ha assunto quella decisione: la decisione se realizzare o meno la diga del Vanoi spetta alle Istituzioni e alla politica. Spetta alla Regione del Veneto e al Governo italiano. Spetta alla Provincia di Trento, che ha già detto di no, alla Provincia di Belluno che ha detto di no. Ora tocca alla Regione del Veneto, con responsabilità, ho detto, e senza ambiguità. Tocca al Presidente Zaia dire sì o no al Vanoi. Tocca all’assessore Bottacin dire sì o no al Vanoi. Tocca persino al senatore De Carlo che da quei territori viene se dire sì o se dire no.
Il Consiglio della Regione del Veneto ha la responsabilità di orientare queste decisioni, senza ambiguità, senza rimandare ulteriormente la decisione, senza nascondersi dietro finti alibi.
Siamo nelle condizioni di pretendere che la nostra posizione trovi riscontro.
Io credo che il tempo dell’ambiguità sia finito. Ora c’è il tempo della responsabilità. Il Partito Democratico sa da che parte stare. Chiediamo al Consiglio di esprimersi, di esprimere con chiarezza contrarietà alla realizzazione della diga del Vanoi.
Speaker : PRESIDENTE
Masolo, prego.
Speaker : Renzo MASOLO (Europa Verde)
Ringrazio. Grazie, Presidente. Grazie a chi ci segue anche da casa. Grazie a chi ha presentato questa mozione. Finalmente dopo un parere che risale ancora a metà luglio degli uffici delle strutture regionali che mettevano in guardia chi portava avanti questo progetto dicendo: non ci sono le caratteristiche di sicurezza, perché quella zona è ad alto rischio, anzi è al massimo rischio (P 4) perché non ci sono le caratteristiche di sicurezza e solo questo parere della Regione se fosse stato chiesto prima di iniziare questo percorso avrebbe interrotto sul nascere il percorso, per cui avremmo risparmiato 1,5 milioni di euro, ma poi si è proseguito. Non si è ascoltato il parere della Provincia autonoma di Trento, che si è detta contraria e che ha fatto diffida. Non si è ascoltata la Provincia di Belluno. Non si sono ascoltate le associazioni e i comitati, che si sono organizzati in maniera esemplare, dimostrando un grandissimo senso civico e raccogliendo una alla volta quasi 14.000 firme di cittadini e cittadine della montagna e della pianura. Per cui, questa narrazione di contrapposizione tra montagna e pianura non esiste. È una narrazione che non esiste.
Soprattutto, non si sono ascoltati tutti i ricercatori e gli esperti che hanno dato il loro parere e hanno messo in guardia dicendo: fermatevi, perché lì non ci sono le condizioni per fare una diga, perché i costi sono troppo alti e i lavori sono troppo lunghi, più di 300 milioni di euro, perché le tre opzioni sono simili e uguali, anche se cambiano di posto e l’opzione zero è l’unica percorribile e perché ‒ hanno detto ‒ ci sono alternative percorribili. Le alternative sono le AFI, i laghetti, gli sghiaiamenti e tecniche alternative di agricoltura resilienti, che si preparino ai cambiamenti climatici, e il finanziamento di start up, soprattutto giovanili. Faccio l’esempio di una ricercatrice di Solagna (non dico il nome per non fare pubblicità alla start up) che ha ideato un polimero completamente vegetale che può creare una ritenzione idrica e può essere di aiuto per l’agricoltura. Solo per fare un esempio. Se avessimo investito questo milione e mezzo per la ricerca avremmo fior fiori di scienziati, soprattutto giovani, che potrebbero essere a nostra disposizione.
Vengo al comunicato stampa che ha fatto il Consorzio di bonifica Brenta, cioè quello che rimane del Consorzio di bonifica Brenta. Il Consorzio di bonifica Brenta, in questo momento, è senza l’organo più importante, il rappresentante più importante, che è il Presidente. Cosa succede? Il Consiglio di amministrazione decide di proseguire, di prendere una sua iniziativa. Su questo cercheremo anche di fare chiarezza, sull’opportunità. Se c’è una possibilità tecnica di farlo si può fare, ci mancherebbe, ma non c’è un’opportunità politica e di buonsenso nel portare avanti, come si dice in questo comunicato stampa, una progettazione che è quanto mai da evitare in questo momento.
Cosa succede? Succede che, concluso il percorso di dibattito pubblico che ha ottenuto 185 soggetti con migliaia di osservazioni, tutte praticamente contro la diga e a favore delle alternative, cosa fa? Alla luce del dibattito della relazione conclusiva pervenuta, il Consiglio di amministrazione del Consorzio, riunitosi nei giorni scorsi, ha espresso il suo parere favorevole all’interesse e alla necessità di dover proseguire le fasi progettuali successive, individuando l’opzione C come la più percorribile.
Ma chi ha incaricato questo Consiglio di amministrazione? Con l’avallo di quale Consiglio del Consorzio e con quale Presidente? Questo ci domandiamo. Allora, chiediamo intanto quello che chiede la mozione, cioè di prendere una posizione chiara su questa opera, che è negativa, che è troppo costosa, che non si può fare in quella zona, soprattutto adesso con l’approvazione della Nature Restoration Law, che prevede il mantenimento della naturalità dei posti – e quello è uno dei posti più naturali delle nostre montagne – e di ristabilire naturalità su altri.
Il nostro Gruppo dice: accogliamo questa mozione, cambiamo paradigma, cerchiamo di ottenere un’altra visione per il futuro, anche creando una grande partecipazione, come hanno dimostrato le comunità di montagna e le comunità di pianura che, attraverso 200 chilometri, portando le firme alla collega Zottis, hanno dimostrato che le alternative ci sono e vanno percorse.
Grazie a tutti e a tutte.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Villanova, prego.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Chiederei che ci fosse la presenza della proponente in aula durante il mio intervento.
Speaker : PRESIDENTE
In effetti sì, il proponente dovrebbe stare in aula con questi provvedimenti. Sospendo finché non rientra la collega Camani: me la cercate, per favore? Dovrebbe stare qua, cioè nelle risoluzioni e mozioni, il proponente è fondamentale, come quando c’è il relatore per il PDL.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente. Intervengo su questo tema che abbiamo già affrontato più volte nell’ultimo anno in questa sede e lo faccio con la massima serietà che merita.
Vedete, ho qualche dubbio che magari dall’altra parte ci sia questa serietà, perché, vedete, ho visto lo speaker dell’opposizione questa mattina fare un comunicato stampa dove dichiara, aperte virgolette: “Poco conta l’esito di questa votazione”. Dichiarato stamattina ancora prima che si venisse in Aula. Però noi siamo qui proprio per capire quanta serietà c’è nell’affrontare questo tema.
Vedete la Regione, attraverso i propri tecnici, ha espresso tutte quelle che sono le perplessità su un’opera sicuramente molto impattante. Le ha evidenziate in maniera chiarissima. Ha evidenziato quelle che possono essere anche delle alternative. Tutto certificato. Il Presidente Zaia ha sempre parlato di non voler andare avanti su un’opera se non c’è il rischio zero, mi sembra di aver sentito e in quella dichiarazione dei tecnici è chiaro che il rischio zero in questo caso non esiste.
Però, vedete, noi siamo qui oggi per parlare di, appunto, di questa mozione che arriva, l’ennesima che arriva, e voglio capire quanta volontà c’è veramente di arrivare a un punto comune oppure quanta volontà c’è di fare politica. Okay. Proprio per questo io ho visto, ovviamente, la mozione e ho visto anche l’emendamento che è arrivato da parte della proponente.
Chiedo se c’è la possibilità di modificare quello che è il dispositivo, modificandolo così: “Impegna la Giunta regionale a prendere atto del parere espresso dei tecnici della Regione nella valutazione del progetto”. Penso che questa sia una modifica di buonsenso che chiede alla Giunta di prendere atto di quelle che sono le perplessità avanzate proprio nei confronti di quest’opera.
Chiedo alla proponente se può essere d’accordo con questa riformulazione del suo emendamento. Attendo un cenno da parte dell’opposizione.
Ci ragioneremo. Molto bene. Avrò tempo anche nella dichiarazione di voto.
Perché il dubbio che dietro questa attività e che magari questa non sia nemmeno l’ultima mozione che verrà presentata, perché io mi aspetto che fra qualche mese ne vedremo un’altra di uguale che verrà a dire le stesse cose, non vorrei che ci fosse più che la volontà di proteggere il territorio, cosa che noi abbiamo sempre fatto con investimenti da centinaia di milioni di euro su questo territorio, non vorrei ci fosse la volontà di fare un po’ di speculazione politica.
Allora proprio per questo, se c’è la volontà di arrivare a un testo condiviso con la nostra proposta di modifica, noi siamo pronti anche ad accogliere questa mozione.
Nel caso contrario, evidentemente, vuol dire che c’è la volontà non di arrivare a qualcosa di condiviso, che vada a tutelare il territorio, ma c’è la volontà, forse, di creare una spaccatura e di intestarsi una battaglia.
Se fosse questo il caso, sinceramente, noi come Gruppo non ci stiamo a questo giochetto, perché è un giochetto fatto sul territorio, è un giochetto fatto su chi abita quei territori.
Chiedo che ci sia del buon senso da parte della proponente, dei Gruppi che l’hanno proposta. Se c’è la volontà di collaborare per il bene, ripeto, del territorio e delle persone che lo abitano, noi siamo assolutamente a disposizione. Se c’è voglia di fare solo speculazione politica o di fare giochetti al ribasso, mi dispiace, ma noi non ci stiamo.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Ci sono più mozioni, come ha detto bene il capogruppo Villanova, che abbiamo già discusso in quest’Aula, quindi non ne arriveranno altre, perché credo che abbiamo finito anche le componenti che sono sedute all’interno di questi banchi, però vorrei fare un po’ la cronistoria, perché è vero che ha ragione il capogruppo Villanova a dover rimettere in fila un po’ le cose. Siete voi, però, che dovete chiarire la vostra posizione, non noi, perché noi l’abbiamo sempre avuta chiara, dalla prima mozione Pan proposta e votata un po’ di tempo fa, su cui, però, la posizione era quella di dire che il progetto così com’è va bene. Abbiamo fatto un lavoro con un emendamento che avevamo proposto alla mozione, l’ultima che è arrivata, che è stato bocciato, dove invece io chiedevo una parola chiara sulla contrarietà da parte di questo Consiglio. Quindi, per una seconda volta, non si è scritto nero su bianco che questo Consiglio, nella sua autonomia di Consiglio regionale, rispetto ad altri enti che poi si dovranno esprimere, dice la sua.
Oggi la mozione che porta la Capogruppo Camani, e che ovviamente condivido, chiede di ribadire una posizione netta, perché io capisco, e dopo cercherò di vedere anche in forma scritta l’emendamento perché ho cercato di coglierlo al volo e anche di capire dove andava inserito, ma forse non ho compreso, ma il tema vero è: questo Consiglio regionale ha il compito di dire agli altri enti che sono preposti, in particolare dopo il fatto che il Consorzio di Bonifica ha espresso quel parere in un momento particolare della sua vita, lo esprimeva bene qualcuno prima, si dovevano rinnovare, se non sbaglio, i componenti di un Consorzio che si esprime su una questione così chiave.
Questo Consiglio regionale dovrebbe dire in autonomia come la pensa. Prende atto, se ho capito bene. Cosa vuol dire prendere atto? Ribadisco, perché l’ho detto anche quando presentavo l’emendamento alla mozione che era stata presentata un po’ di mesi fa, che sui giornali voi, come maggioranza, dite e continuate a dire, anche a nome del Presidente Zaia, una posizione. Qui dentro, ogni volta che discutiamo politicamente, perché la politica importa, Capogruppo Villanova, perché questo è fare politica, e noi dobbiamo uscire da quest’Aula con un atto che rimane agli atti, dove c’è scritto nero su bianco come la pensa questo Consiglio regionale, finora siete voi che non avete mai detto, nero su bianco, e confermato qui dentro quello che poi dite nelle dichiarazioni quotidiane sui giornali, ad esempio il Presidente (la contrarietà, dobbiamo vedere, non deve essere messa in discussione la tutela del territorio). Lo sapete, ne abbiamo discusso più volte in quest’Aula, che i dati noi li abbiamo già? Sapete che lo studio è già stato fatto, come era stato detto bene dalla collega Cestaro nella discussione di qualche mese fa? Sapete che le comunità locali e anche alcuni rappresentanti, leggendo quei documenti, hanno già espresso la loro contrarietà? Riusciamo, in maniera semplice, a ribadirlo noi o dobbiamo continuare ad arrampicarci sugli specchi nei dispositivi che votiamo qui dentro e quando, poi, usciamo alla stampa, invece, che siamo contrari perché sapete bene che il territorio quell’opera non la vuole?
La coerenza non è che la dovete chiedere da questa parte. Siamo noi che abbiamo più volte riportato all’attenzione di quest’Aula il tema, cercando, con degli emendamenti, anche di arrivare ad avere un parere chiaro rispetto a quell’opera. Invece siete voi che continuate a fare il passo indietro e ad arrampicarvi sugli specchi.
Chiedo di avere anche un minuto di pausa per poter ascoltare bene l’emendamento dove andrebbe inserito, perché a voce io non l’ho compreso. Il tema vero è che dovete essere voi a dire, nero su bianco, come sta la vostra posizione sul Vanoi. Non se ne può più. È vero, siamo già alla terza mozione e io la vostra posizione non l’ho ancora capita, come non l’hanno capita le persone che su quel territorio vivono.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Baldin, prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega, le colleghe e i colleghi per questa mozione. So che non è possibile sottoscriverla in Aula, però la appoggio in pieno. Aggiungo anch’io la stessa considerazione della collega Ostanel, per cui in quest’Aula si sono registrate opinioni altalenanti, non sempre univoche. Ho sentito l’assessore Bottacin esprimersi sempre sulla contrarietà quest’opera, mentre il presidente Zaia sembra aver cambiato opinione in corsa.
Quindi sarebbe interessante che da questa discussione oggi venisse fuori un’unica voce, perché credo che la tutela del territorio sia fondamentale, sia una priorità per ognuno di noi e su un tema di particolare importanza come quello di cui si discute, ovvero un’assenza di pericolo, in questo caso derivante da una diga di tale portata, è necessario avere delle idee concrete, molto decise, senza tentennamenti. Pertanto la necessità è che ci sia un voto quanto più possibile unanime, nel senso di dire di no a quest’opera che, a detta anche dei tecnici, soprattutto dei tecnici, è un’opera che potrebbe portare forti problemi di stabilità.
Spero che vi sia anche da parte sua, collega Villanova, l’intento di votare questa mozione e di operare una moral suasion nei confronti di quei suoi colleghi della maggioranza che, all’inizio quantomeno del percorso, erano a favore o hanno dimostrato opinioni e idee palesemente a favore di questa opera.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pan, prego.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Penso che la mia posizione da sempre sia molto chiara, da questo punto di vista, per quanto riguarda la diga del Vanoi: sono sempre stato favorevole e portiamo anche la voce in questo Consiglio delle 51 Amministrazioni comunali tra il vicentino e il padovano, nonché delle Amministrazioni provinciali, che sono rese favorevoli affinché questa opera venga studiata e fatta.
Quindi di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una diga, di un’opera essenziale per il futuro di una gran parte della nostra regione; possiamo essere contrari, politicamente preoccupati, ambientalisti efferati, ma guardate che proprio ieri, che era una bella giornata di pioggia, ho fatto un giro per il Veneto perché ho detto: vado a vedere se c’è un’alternativa alla diga del Vanoi. Quindi mi aspettavo di trovare quei 10.000 laghetti, tinti magari di giallo, che erano pieni di acqua e invece non ne ho trovato neanche uno.
Quindi di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una situazione che andrà sempre di più aggravandosi perché, caro collega Masolo, con i cambiamenti climatici abbiamo già perso il 50% della neve negli ultimi dieci anni, con una piovosità che è completamente cambiata e che fa sì che ci siano grandi momenti di pioggia, come ieri, e dei momenti di grande siccità. Quindi noi dobbiamo organizzarci il futuro. La diga del Vanoi è per le future generazioni, non è per noi, è per dare acqua alle nostre comunità, ai nostri giovani, perché la diga del Vanoi, oltre a regimare la brenta, oltre a contenere l’acqua, potrebbe dare acqua a quei 20 milioni, perché adesso siamo il Piano C dei 20 milioni, alle nostre popolazioni e alle nostre famiglie, ma anche le nostre industrie. Quindi stiamo parlando di un’opera che mette in sicurezza idrogeologica un territorio, anche per il futuro e che, sicuramente, poi darà beneficio anche all’irrigazione della nostra agricoltura, al di là del famosissimo progetto Laghetti che non si vede.
Quindi stiamo votando, secondo me, una delle tante mozioni che non va da nessuna parte, perché poi il Consorzio di Bonifica proprio si è espresso in questi giorni. Guardi, un Presidente o Sindaco, restano Presidenti e Sindaci di un Consiglio di Amministrazione, finché non arriva un altro, quindi ha tutti i poteri che la legge gli dà e l’ingegner Mosca Gennaro, che è del Ministero delle infrastrutture e che ha dichiarato che ha preso atto di tutte le osservazioni che sono arrivate, le centinaia, eccetera, ha detto che: faremo un approfondimento tecnico e progettuale sulla sicurezza idraulica, geologica di questa diga, portando al Ministero tutte le fasi, naturalmente, di progettazione che tenderanno a dare un doveroso approfondimento a tutte queste questioni che sono state sollevate.
Quindi, stiamo parlando di un’opera strategica, di un’opera importante, di un’opera che è voluta dalla gran parte dei Sindaci e delle Amministrazioni comunali della pianura. Spiace che a volte con poco coraggio, magari, della politica, per qualche manciata di voti ho detto io, si vada a non vedere più avanti del proprio naso, ma questo saranno le future generazioni.
Guardi, il progetto adesso arriverà al Ministero delle infrastrutture, ci saranno gli approfondimenti tecnici che saranno indiscutibilmente importanti. Se poi ci diranno: non si può fare, prenderemo atto, ma chi decide è lo Stato. Non decide né la Regione, non decide né il Consorzio che ha avuto il finanziamento, ma è lo Stato, il Ministero delle Infrastrutture che ha finanziato insieme al Ministero dell’agricoltura questa importante opera.
Quindi, vedremo cosa succederà. Naturalmente, quello che mi auspico io è che si trovano tutte le soluzioni tecniche in questo scorcio di Governo che c’è e che ci sono ormai fior fiori di progetti.
Guardi, se lei va a vedersi cosa fanno gli altri Stati, anche giro per il mondo si accorgerà che questa che stiamo discutendo noi è un’opera proprio di piccolo impatto, se andiamo a vedere le dighe che vengono fatte nei fiumi costantemente in tutto il mondo, perché tutto il mondo soffre lo stesso problema che stiamo soffrendo noi: l’acqua sarà sempre meno.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Se un progetto per 33 milioni di metri cubi è un progetto piccolo, io non so quali parametri abbia in testa il collega Pan, perché questo è un grosso progetto. È veramente un progetto molto importante.
Non ho visto formalizzato l’emendamento che ha proposto prima il collega Villanova. Lo cercavo negli atti, ma non c’è ancora, non è ancora depositato. Questo emendamento mi ha sorpreso non poco, perché dire con questa proposta di emendamento che dovremmo, noi, Consiglio regionale, avallare in qualche modo i pareri tecnici che sono venuti o che verranno è come abdicare alla nostra funzione di Consiglieri regionali nell’esprimere una posizione politica su un tema chiarissimo: vogliamo o non vogliamo questo progetto della diga del Vanoi in quel sito?
Poi, trovo anche offensivo parlare dei giochetti della minoranza. Veramente, collega, questa è una cosa che, secondo me, poteva essere risparmiata, perché se di giochetti dobbiamo parlare, dovete guardare in casa vostra, tra i vostri giochetti, quelli della Provincia di Belluno e quelli che sta facendo da mesi il collega Pan, aizzando le folle, per pura campagna elettorale. Pura campagna elettorale.
Speaker : PRESIDENTE
Lasciamo parlare il collega Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Questi sono i giochetti che dobbiamo condannare.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pan, eventualmente poi interviene per fatto personale.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Questi sono i giochetti che vanno condannati e che dobbiamo dire a tutti quelli che da fuori non hanno ancora capito da che parte vuole stare questo Consiglio regionale.
Siamo qui chiamati a esprimerci sul sì o sul no su un progetto di queste proporzioni, così devastante, così negativo, così avversato da una serie incredibile - sono stati letti prima - di enti locali a tutti i livelli, veneti, trentini e quant’altro. Questo è quello che dobbiamo dire. Il Consiglio regionale non è una Commissione tecnica, collega Villanova. Questo è un consesso legislativo. Dobbiamo dare il parere, dobbiamo dire quello che pensiamo. Dobbiamo o no rappresentare i cittadini? Cosa facciamo, una Commissione tecnica? È la Commissione tecnica regionale che casomai si riunirà. Noi abbiamo un altro ruolo, tutto un altro ruolo. È una espressione politica. Prima lei diceva “lo fate per politica”. Che cosa stiamo facendo? Siamo un’Aula consiliare che deve decidere e abbiamo potestà legislativa. Tra l’altro, non stiamo parlando di bruscolini. Stiamo parlando di 150 milioni di euro. Tra l’altro, stiamo parlando di una cosa che è stata citata e prevista nella delibera della Giunta regionale n. 1529 del 17 novembre, che parla di PNRR. Non so se vi ricordate, ne abbiamo dibattuto molto: avremmo ‒ usiamo il condizionale; è sempre più difficile capire tra questa Regione e questo Governo come stiano andando le cose ‒ anche un vincolo temporale del 2026. Vi rendete conto, fare un progetto del genere, cominciarlo e realizzarlo entro il 2026? Pensate che qualcuno abbia la bacchetta magica? È inverosimile. Ci sono parti di questo dibattito che sono veramente inverosimili e difficili da capire.
Comunque, c’è una buona notizia. Maroš Šefčovič, il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha risposto alla neodeputata ed ex collega Cristina Guarda rispetto a una sua interlocuzione e ha detto chiaramente che vanno rispettate le norme ambientali.
Peccato che ho solo trenta secondi. Vi avrei letto parti della risposta. Non so perché il collega Formaggio mi interrompa. Collega Formaggio, prenda la parola e dica anche lei finalmente la sua su questo tema, che non sappiamo mai come la pensa.
Speaker : PRESIDENTE
Lasciamo parlare il collega Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Non sappiamo mai come la pensa. Prenda la parola e lo dica.
Speaker : PRESIDENTE
Lasciamo parlare il collega Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Ci sono, comunque, mille motivi per dire “no”. Ne ricordo, per chi ha la memoria corta, solo uno: quello che è successo il 24 maggio 2010, quando si è staccata parte del Monte Totoga e poi è crollata un’ingente parte del versante della Val Cortella, facendo scomparire ‒ e chiudo ‒ un centinaio di metri della strada provinciale sul Vanoi. È lì che vogliamo fare una cosa del genere? Non abbiamo già l’esperienza in Veneto di quello che può accadere?
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Collega Silvia Cestaro, prego.
Speaker : Silvia CESTARO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Dispiace che si finisca sempre in caciara nelle discussioni serie.
Devo dare ragione al mio Capogruppo quando dice che probabilmente la strumentalizzazione politica è forte. Questa è la quinta volta che parliamo di Vanoi in quest’Aula. La complessità di questo tema è evidente da quanto delicato sia dal fatto che questo Consiglio si è più volte contraddetto, perché non è la prima volta che chiediamo se siamo favorevoli o contrari, la prima volta questo Consiglio, all’unanimità, tolto qualcuno dei presenti, ma molto pochi, ha votato a favore di questa diga. Poco importa che il collega Pan abbia spiegato, non abbia spiegato alcuni aspetti del progetto che, probabilmente, neanche lui conosceva, visto che non era ancora stato realizzato. È stata una scelta, immagino, fatta, possiamo pensare in maniera inconsapevole da parte di qualcuno, in maniera cosciente e consapevole da parte di qualcun altro, va beh, tant’è, questa è storia passata. Abbiamo cercato un po’ tutti di correre ai ripari e oggi, sempre un po’ fuori tempo massimo, ma l’ha detto bene la collega Camani, arriviamo a cercare di mettere, speriamo, la parola fine a questa vicenda, che è una vicenda che parte da lontano e non parte, collega Zanoni, dal PNRR della Regione, ma parte - ed è dimostrato dalle carte e lo abbiamo detto più volte - da un finanziamento che arriva dal Governo Conte con firma del Ministro Patuanelli, per cui, per favore, smettiamo di raccontare cose che non sono vere.
Quindi, se non ci fosse stato quel finanziamento, non saremmo nemmeno qui a parlare di questo argomento.
Detto ciò, credo che questo Consiglio regionale abbia in questo momento in mano degli elementi che forse tempo fa non avevamo nessuno di noi, che sono due: il primo, quello di una netta contrarietà di tutto il territorio bellunese, non solo delle associazioni ambientaliste, ma anche di quelle economiche, della Provincia, dei Comuni, della società civile che si è mossa, come diceva prima il collega Masolo, per raccogliere le firme; ma forse magari qui conta molto di più la contrarietà molto chiara ed esplicita dei nostri tecnici regionali che sono stati tirati in ballo più volte, ma che hanno saputo esprimere in maniera compiuta tutta una serie di ragionamenti che prima ha riportato la collega Camani, ma che poi sono stati presentati anche dai colleghi che hanno seguito la questione, ovvero quelli - e lo voglio leggere perché merita questo passaggio - le esigenze legate al cambiamento climatico impongono un cambiamento metodologico nell’affrontare il tema della tesaurizzazione della risorsa idrica che superi le necessità di realizzazione di nuove opere infrastrutturali con consumo del suolo e depauperamento del territorio, verso una nuova impostazione che analizza, a tutto campo, le possibilità offerte dal territorio e dalla tecnologia; fa anche un richiamo al Consorzio Brenta, ovvero quello di non aver mai preso in considerazione seriamente la proposta zero.
Su questo mi devo associare, come devo anche sottolineare che il Consorzio Brenta ha lasciato un amaro in bocca a tutte quante le persone che hanno partecipato ai famosi dibattiti pubblici perché non si sono minimamente sentiti ascoltati, oltre al fatto, e qui stendo un velo pietoso, che il Consorzio non abbia fatto una sola audizione nella provincia di Belluno. Questa credo che sia una cosa che rimarrà agli atti.
Detto ciò, è chiaro che in questo momento ci troviamo a dover prendere una decisione e a fare una scelta. Possiamo ascoltare i tecnici, possiamo ascoltare la popolazione, i sindaci, il territorio, tutti quelli che questo territorio lo conoscono bene e quindi dare un sostegno concreto anche e secondo le indicazioni del nostro capogruppo, ovvero quello di dire “i nostri tecnici hanno detto di no, fermiamo questo progetto” oppure possiamo continuare a difendere l’indifendibile. Io posso comprendere che sia una questione di radicamento territoriale e ognuno di noi ha la propria visione, ha il proprio attaccamento. Io sono convinta e voglio credere e sperare che all’interno di questo Consiglio, qualora chiunque dei miei colleghi si trovi a dover affrontare una questione di questo genere, farebbe di tutto per difendere il proprio territorio.
Concludo facendo mie le parole del Presidente Zaia, che molto spesso dice “prima i veneti”. Ecco, io questa volta voglio dire “prima i bellunesi”. Quindi, al di là che venga accettata, e me lo auguro, la proposta del capogruppo, in ogni caso annuncio il mio voto a favore.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Puppato, prego. No, scusate. Collega Camani, in discussione generale, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Intervengo in discussione generale perché vorrei precisare alcuni passaggi che mi sembrano strumentalizzati. Questa mozione non avevamo intenzione, come Gruppo del Partito Democratico, di buttarla in caciara, come si dice. Però, la cosa su cui vorrei che ci fosse chiarezza è che con questa mozione noi respingiamo al mittente qualsiasi tentativo di ulteriore ambiguità.
Accettiamo le opinioni di tutti, anche quella del collega Pan. Quello che non accettiamo è la perenne ambiguità in cui state costringendo il Consiglio regionale su questa opera da anni.
Quindi io, capogruppo Villanova, accetto qualsiasi riformulazione che però contenga chiaramente queste parole “la Regione del Veneto dà parere contrario sulla diga del Vanoi”. Punto. Tutto il resto non è mediazione, non è costruzione politica, è ambiguità, come hanno fatto tutti gli altri. Non è che la Provincia di Trento, la Provincia di Belluno, i Comuni bellunesi hanno detto “vediamo cosa dicono i tecnici, ci conformiamo al parere dei tecnici”. Hanno detto di no chiaramente, con dei documenti votati all’unanimità. Perché noi non dobbiamo avere lo stesso coraggio? La politica è, dovrebbe essere una cosa seria.
Onestamente, proprio perché penso che la politica sia una cosa seria, fatico ad accettare una riformulazione in cui si propone di chiedere alla Giunta di prendere atto del parere della Giunta. Ragazzi, stiamo prendendo in giro le persone. Diventa un altro passaggio a vuoto. È da otto mesi che ho questa mozione depositata all’ordine del giorno. Se devo aspettare otto mesi perché ancora una volta decidiamo di non decidere soltanto per portare a casa il voto favorevole, non so cosa farmene. Ma se davvero, come dite, come alcuni di voi dicono, avete già detto di no, il Presidente Zaia ha già detto di no, cosa vi cambia votare con chiarezza, senza ambiguità e con responsabilità, come ha detto la collega Cestaro, a favore di questa mozione? Sapete cosa vi cambia? Ce l’ha spiegato il Capogruppo Pan. L’ambiguità non è nelle parole. L’ambiguità non è nella politica. L’ambiguità è dentro la Lega di Zaia.
La divisione sul Vanoi sta dentro la Lega del Presidente Zaia, la Lega che candida i suoi candidati dentro il Consorzio per sostenere l’opzione del Vanoi. Lo sappiamo tutti. Ma di cosa stiamo parlando? Il Presidente Sonza, che ha, come ho detto in maniera provocatoria, accelerato per accogliere gli esiti del percorso di partecipazione, che scadrà tra cinque giorni, era candidato insieme alla Lega Nord di Zaia. L’ambiguità ce l’avete in casa.
Anche Fratelli d’Italia. Joe Formaggio, puoi arrabbiarti quanto vuoi, ma anche i tuoi sul territorio sono contrari al Vanoi. Il tuo senatore e segretario regionale è di Calalzo: ci dica cosa pensa, cosa pensate, con chiarezza, assumendovi la responsabilità della posizione che volete esprimere.
No, collega Cestaro, non è una questione di territorio, perché io non sono di Belluno. Io sono di Padova, come il collega Pan. È una questione di politica e di parte che si sceglie di interpretare. Penso che la politica, se la vogliamo fare dentro questo Consiglio regionale, oggi debba mettere un punto. Vogliamo che le parole del Dirigente che ha firmato il parere tecnico diventino le parole della politica. Della politica e non è neanche giusto richiamare la prima mozione perché quando abbiamo votato la prima mozione non c’era il parere contrario della Provincia di Trento e non c’era neppure messo nero su bianco, diciamo, la certezza del rischio idrogeologico.
Oggi abbiamo tutti gli elementi per poter dire con coraggio: sì, vogliamo andare avanti, come ha detto il Presidente e ha detto il capogruppo Pan e abbiamo tutti gli elementi per dire: No, non vogliamo andare avanti, nel rispetto del territorio di tutto il territorio, collega Cestaro, non solo di quello di casa sua, di tutto il territorio.
Io credo che questo oggi è il compito a cui è chiamato il Consiglio regionale. Nel caso, Presidente Ciambetti, prima di votare gli emendamenti, quello che ho già depositato e quello eventualmente proposto dal Capogruppo Villanova, chiediamo una sospensione per poter verificare se ci sono le condizioni per tenere insieme la necessità di una parte e quella dell’altra.
Speaker : PRESIDENTE
Villanova, sull’ordine dei lavori.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente. Volevo chiedere perché non ho capito che intenzione ha la collega Camani proprio sulla modifica che ho chiesto io, perché ha detto che accetterebbe solo una modifica che me l’ha detta lei. Io ho fatto una proposta chiara prima, volevo sapere, anche in vista di quello che sarà la dichiarazione di voto, capire se vuole procedere subito…
Speaker : PRESIDENTE
Mi pare che sia stata chiara nella sua posizione, ma ha anche chiesto, eventualmente, una sospensione. Lo vediamo magari…
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Collega Camani, quando facciamo degli emendamenti, li facciamo sempre a verbale e al microfono; quindi non è che serva… Comunque se seve…
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
No, no, ma io le ho detto, capogruppo Villanova, che se l’emendamento è…
Speaker : PRESIDENTE
Va bene. Continuiamo la discussione generale e poi vediamo se bisogna sospendere.
Puppato. Per fatto personale?
Un attimo. Puppato, un attimo. Su cosa?
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Su dichiarazione del collega Masolo che mi ha detto che sono un aizzatore di popolo e… Zanoni, scusa.
Forse, caro collega, chi ha portato durante la riunione del Consorzio in tutti i vari livelli, in tutti i vari territori i Comitati…
Speaker : PRESIDENTE
Sul fatto personale però, collega Pan.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Siete stati voi, non certo il sottoscritto. Io, i loro verdi, non so cosa siano. Allora, prima del PD, ma siccome il PD non ha fatto niente per…
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pan rimaniamo sul fatto personale.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Forse dovevate mandarlo in Europa, ma non vi è andata bene anche là.
Allora, detto questo, io ho solo seguito la via che mi è stata dettata dai Sindaci che compongono l’Assemblea, in maggioranza, che ha sostenuto il Presidente Sonza, che ringrazio.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pan, le tolgo la parola.
Collega Puppato, prego.
Speaker : Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Nel frattempo avete già cambiato tre volte le cose, ma insomma...
Ovviamente, quale rappresentante del territorio bellunese, sono molto interessato alla questione e anche a questa mozione, anche se, come potete ben immaginare, la gente bellunese, come accennava prima la collega Cestaro, è contraria a questo tipo di opera. Con tutto il rispetto, e ringrazio comunque la collega Camani, non c’era bisogno di questa mozione del PD per capire quali sono le intenzioni, quantomeno dei bellunesi. Ovviamente, voi volevate ottenere un risultato diverso e quindi, anche se con una mozione un po’ anacronistica, lo scopo era quello di far esprimere il Consiglio regionale con un parere contrario alla realizzazione della diga del Vanoi.
Vi riporterei un attimo, però, alla tranquillità, nel senso che, se riusciamo a trovare un accordo, raggiungete lo scopo. Diversamente, come avete fatto finora, sembra quasi che si voglia solo portare avanti una posizione da un certo punto di vista, senza nessuna apertura e con un po’ di protagonismo, che, secondo me, non serve a niente. Poi, alla fine, tutto sembra una strumentalizzazione politica.
Io consiglierei quindi di fare una sospensione. Immaginate se noi bellunesi, consideratemi ancora pochi minuti, non conosciamo bene la questione. La poniamo sotto una questione diversa. Lo accennava prima la collega Cestaro.
Cara collega Camani, è una questione politica, è vero, ma è doppiamente una questione, come diceva la mia collega, territoriale, perché voi dovete sapere che il bellunese è sempre stato poco considerato, nonostante tutto quello che ha fatto per dichiararsi contrario alla diga del Vanoi, soprattutto in termini di sicurezza, con risposte che magari spesso non erano neanche esaustive, tanto più sotto l’aspetto idrogeologico. È poi quel tipo di problematica che sollevava il mio capogruppo Villanova, riferendosi prima ai tecnici.
Questo tipo di opera, piaccia o non piaccia, sinceramente non può essere una compensazione. Una diga non può essere una compensazione ad altri sistemi di raccolta acque, ma deve essere assolutamente non fatta e deve porre delle alternative che non siano soluzioni complementari.
Mi permetto di suggerire quello che aveva detto anche l’ingegner D’Alpaos in merito alla pericolosità dell’opera. Ricordo anche a tutti, e cerco di portarvi un po’ alla ragione, che nella seduta del Consiglio regionale del 16 ottobre 2023, svoltasi al Longarone, in occasione della commemorazione del sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont, avevamo detto che il monito di costruire nuove dighe doveva portarci tutti a una riflessione collettiva, anche attraverso le Istituzioni, per un uso corretto del territorio che garantisca soprattutto la sicurezza delle comunità e la conservazione dell’ambiente.
Detto questo, è ovvio che anch’io sono a favore della mozione, ma inviterei i proponenti della mozione e la nostra parte a trovare una soluzione che possa dare soddisfazione a tutti e finalmente chiudere una faccenda, che diversamente si protrarrebbe ancora per parecchio tempo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Formaggio, prego.
Speaker : Joe FORMAGGIO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Cercherò di essere più laico che posso. Sono più risposte. Alla cara collega Camani volevo dire che penso che al senatore De Carlo, Presidente della Commissione Industria al Senato, del nostro Stato, non serva la difesa di Joe Formaggio. Se ha bisogno di sapere cosa pensa De Carlo, il PD faccia una nota scritta e chieda cosa pensa il Presidente De Carlo.
Il collega Zanoni mi dice che la Guarda è stata consigliata da uno della Croazia. Ha parlato di un collega che non è neanche di qua. Non ho capito bene. È croato? Slovacco. Pensate che siamo qua con i giornali pieni: il Veneto ai veneti, prima la Lega e Fratelli d’Italia... Su una mozione, che è la quinta volta, come mi ricordava la collega, che viene in Consiglio, andiamo a chiedere un consiglio a uno slovacco.
Siamo il Paese del “no” a prescindere. Ho sentito prima “e se succede una cosa?”. E se arriva qualcosa nel rigassificatore di Rovigo cosa dobbiamo dire? Pensiamo anche a quello. L’acqua sarà il futuro. L’acqua è il petrolio degli Emirati Arabi. Noi abbiamo l’acqua.
Joe Formaggio non sa se il Vanoi sia la soluzione migliore. Ce ne possono essere tantissime altre, però invito... poi le mozioni, signori, ditemi una mozione che abbiamo votato simili, che è servita a qualcosa. Sarà la Giunta con l’Assessore allo sviluppo che fa qualcosa di questo tipo, perché il Consiglio, a meno che io non sia stato assente qualche volta, su quello che ha proposto la Giunta regionale a livello di energia, quindi parlo di Marcato, eccetera, non ha mai voltato le spalle alla Giunta, non ha mai voltato le spalle alla Giunta, però credo che con queste bagarre politiche su una mozione che non andrà a influire per niente e nessuno, non ci si debba dividere su quello che sarà il futuro strategico della salvaguardia del bene più prezioso che abbiamo e parlo a Europa Verde adesso, l’acqua è il bene più prezioso che abbiamo. Quindi Europa Verde, invece di insegnarci a camminare faccia una proposta di dire: benissimo, non si fa il Vanoi, però ci sono altre, visto che è tanto grande, ci sono altre 20 dighe che possiamo fare in Veneto perché altrimenti le vostre bagarre per andare su qualche pagina regionale restano lì. Non cambiamo il futuro, perché altrimenti domani mattina, se una mozione di questo tipo valesse qualcosa, domani mattina presentiamo una mozione sul futuro delle banche venete, una mozione sul futuro della holding del Veneto. Ne abbiamo un sacco anche noi di mozioni da presentare, cara collega Camani, però restiamo con i piedi per terra e lasciamo prendere decisioni a chi di dighe ne capisce qualcosa in più di noi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Luisetto, prego.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottolineare un paio di aspetti.
Condivido con il consigliere Formaggio il fatto che per andare avanti bisogna ragionare sulle alternative, ma per ragionare sulle alternative bisogna decidere se si archivia o no questo capitolo.
Siccome non c’è chiarezza da parte della maggioranza di questa Regione su che cosa fare con questo capitolo della diga del Vanoi, questa mozione serve proprio a fare chiarezza e io credo che sia estremamente utile fare chiarezza anche per un paio di questioni, una delle quali è che è vero che i Sindaci, molti Sindaci di diverse parti politiche hanno sostenuto la diga del Vanoi, ma l’hanno sostenuta perché a loro è stata presentata un’unica versione dei fatti e soprattutto non c’erano ancora quando è stata fatta la richiesta, quando è stata presentata la domanda, diciamo, di adesione ad una certa linea dei Sindaci, non c’erano ancora alcuni approfondimenti tecnici, ai quali tanto vi richiamate in questi momenti, quegli approfondimenti tecnici, assieme ad una previsione di possibilità, di alternative, dovrebbero fare andare oltre. Sempre nel richiamo di andare oltre, dovrebbero contare qualcosa i no che sono arrivati. Li ha detti bene prima la capogruppo Camani, i no della provincia di Trento, della provincia di Belluno, del Ministero, i no della comunità bellunese, delle associazioni dei cittadini. Sono tutti no istituzionali e non che sono arrivati a valle delle specifiche tecniche importanti sulle quali fare delle valutazioni.
Quindi, anche quando si richiama il sì dei Sindaci, bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di dire che mancava un pezzo quando gli è stato chiesto e provare a capire se, per andare oltre, è necessario o no fare chiarezza. Dal nostro punto di vista la chiarezza non è più rimandabile.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Montanariello, prego.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Presidente, io la invito a sospendere il Consiglio, perché se stiamo a quello che dice Joe Formaggio qua stiamo facendo una chiacchierata informale tra amici al bar, perché le mozioni non servono a nulla. Darei un consiglio in un momento difficile per i veneti, risparmiamo un po’ di luce, di personale e andiamo a casa, perché tanto le mozioni in Consiglio non servono a niente. Così come, Presidente, diceva il collega Formaggio che il Consiglio non ha mai voltato le spalle alla Giunta. Bene, io credo che questo invece sia uno dei problemi che sta caratterizzando questa legislatura, a differenza delle altre, ovvero l’idea di una linea politica che deve essere data dal Consiglio regionale e dai Consiglieri, che sono eletti dai cittadini veneti, tra chi vince e chi perde le elezioni. In uno stato di democrazia normale il Consiglio approva i bilanci, dà le linee politiche, si può permettere anche il lusso di dire che quello che fa la Giunta non va bene. Si può permettere il lusso di decidere di finanziare qualcosa che la Giunta non vuole finanziare. Si può permettere il lusso di decidere di votare contro una proposta di legge della Giunta, cambiarla con gli emendamenti.
La centralità, il cuore pulsante della governance in questa Regione e in tutte le Regioni d’Italia è dato dal Consiglio regionale e dai Consiglieri. Quindi, non è questione di voltare le spalle alla Giunta o no, ma è questione, come diceva la collega Luisetto, di chiarezza. È una questione di mera chiarezza. È una questione di dire che non ci sono proposte migliori o delinquenziali se non si condividono, ma c’è la chiarezza su una visione di vedute che a volte può essere legittimamente diversa, ma va detto.
Le mozioni servono per dire, su un tema così delicato, su un tema che tiene banco, su un tema che non è materia di discussione del Consiglio regionale e basta, ma è un tema che ha visto esprimere la Provincia di Trento, la Provincia di Belluno, il Comune di Belluno, territori dove voi governate e hanno detto che non vogliono quest’opera.
Noi possiamo capire oggi se nel nostro ente legislativo, oltretutto, che è chiamato a prendere delle decisioni, se in quest’Aula, nel rispetto della democrazia, si capisce se quell’opera si vuole o non si vuole? È un reato chiedere se quell’opera la si vuole o non la si vuole? Io oggi apprezzo il consigliere Giuseppe Pan, perché si è alzato e ha detto che quella è un’opera utile. Non mi pare che sia stato cecchinato. Fosse per me, non la farei. Sono due vedute diverse, magari ognuno suffragato da delle sensibilità politiche, territoriali e ambientali, sotto un aspetto più o meno pragmatico della lettura della vicenda. Ma c’è una chiarezza. Pan, Capogruppo della Lega, dice che la vuole. Montanariello, del PD, dice: “Io non la farei”. Si può avere chiarezza oggi? La chiarezza passa anche attraverso le mozioni. Non siamo quattro amici al bar che ne stanno discutendo. Stiamo dicendo cosa pensiamo su un’opera.
Forse è una delle mozioni più importanti che ci sono, perché non è figlia di un percorso ideologico che è venuto, come molto spesso legittimamente accade, ma è una mozione suffragata dalla volontà di altri enti amministrativi che dicono al primo ente di livello legislativo: cosa facciamo per questa roba? A me del croato o del cecoslovacco... Per carità, se è un esperto ben venga, chiediamo, ma il problema è che non è che noi non dobbiamo decidere perché qualcuno chiede a qualcun altro. Siamo chiamati a decidere.
Chiudo dicendo, Vanessa, che nutro un senso anche di smarrimento oggi. Prima c’era fuori il collega Rigo che diceva “Veneto ai veneti”, è uno spot politico, “Veneto ai veneti” ci sta, ma voi di fronte alla Provincia di Trento, alla Provincia di Belluno, al Comune di Belluno, che hanno detto che quell’opera non la vogliono, dovreste essere coerenti e dire: bene, non si fa. Se è il “Veneto ai veneti”, come dite voi, “Belluno ai bellunesi”. Il Veneto ai veneti, Belluno ai bellunesi. I bellunesi non sono il senatore De Carlo, al quale dobbiamo scrivere per sapere cosa ne pensa, che nel suo Comune è stato messo, pare, leggendo la stampa, anche in minoranza su quest’opera, è stato messo anche in minoranza perché a Belluno hanno votato contro mentre una parte di Fratelli d’Italia la voleva. Dobbiamo capire noi cosa pensiamo.
Se siete coerenti e vi fate le foto con i cartelli “Veneto ai veneti” dovresti dire che va a Belluno e bellunesi, altrimenti vuol dire che qua questo è tutto un cinema…
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega. Ha terminato il tempo.
Collega Montanariello, basta.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Ha ragione, Presidente. Ha fatto bene a richiamarmi. MI ero un po’ perso.
Speaker : PRESIDENTE
Ho detto Zottis.
Speaker : Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Ma non sentivo…
Speaker : PRESIDENTE
Anch’io facevo fatica, però l’inquinamento acustico ogni tanto supera il livello di sopportabilità.
Speaker : Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
La ringrazio, Presidente. Condivido.
Allora io non credo ci sia stata nessuna strumentalizzazione, né nell’intento di fare chiarezza, né negli interventi che vengono da questi banchi, né nel rilancio che ha fatto la Capogruppo chiedendo anche, in qualche modo, una pausa per comprendere fino a dove possiamo in qualche modo trovare un accordo nel dire no, perché il tema è quello: se vogliamo dire no o non vogliamo dire no. I tecnici regionali hanno già detto no. È inutile che rimandiamo la palla ai tecnici regionali nel momento in cui ci è già stato detto quello che doveva essere detto.
Ripeto quello che è stato detto dentro quest’Aula: l’Assessore ha detto no, Zaia ha detto non c’è il rischio zero, poi, va beh, siccome il rischio zero non c’è, è impossibile averlo in qualsiasi occasione, ma Zaia ha detto: siccome non c’è il rischio zero, dico no. Quindi non si capisce il perché non si possa, nel rispetto anche di chi la pensa diversamente, attuare un indirizzo, perché la mozione è esattamente questo, in cui il Consiglio si prende la responsabilità di dire a chi sta cercando di fare forzature in altri sensi, contro la volontà di quel territorio, contro la volontà, a questo punto del Presidente, contro la volontà dei tecnici regionali, contro la volontà dell’Assessore, di dire: a maggioranza il Consiglio supporta il no, per queste ragioni documentate che adesso non sto a rileggere o reinserire perché le hanno già bene espresse sia colleghi di centrodestra, sia la capogruppo Camani nell’esprimere e nel leggere la mozione.
È questo è il punto. Noi possiamo anche fare delle riformulazioni, ma la riformulazione deve contenere il no, altrimenti ha ragione il collega Formaggio: stiamo discutendo del nulla, perché qui non è questione di chi è per il sì o è chi… un po’ di dibattito, altrimenti siamo noiosi, ma non è una questione di chi è del no o di chi è del sì.
Di chi è del no per alcune motivazioni dicendo chiaramente: proviamo a trovare altre alternative. Non è che siamo: no, non facciamo niente, lasciamo la palude. C’è chi, invece, dice: No, noi siamo quelli del sì per queste altre ragioni. È una questione di dire no alle opere, se le opere servono, si fanno, se le opere non servono creano più problemi di quelli che possono invece creare come soluzioni non si fanno.
Questa è la legge del buonsenso della politica che credo viga sempre quando facciamo le nostre scelte. Quindi la richiesta, che ritorno a ribadire, non è né ideologica, né un dibattito di quelli del no, né quelli che non vogliono o vogliono strumentalizzare la vicenda. È di quelli che vogliono dire: questo Consiglio ha il coraggio di appoggiare anche quello che i tecnici ci hanno già detto, e quindi di dare un indirizzo chiaro a chi vuol fare altri tipi di forzature? Perché proprio oggi appare una forzatura. Se abbiamo il coraggio, bene. Se non abbiamo il coraggio, vuol dire che in qualche modo è da qualcun altro che viene il preferire l’equilibrismo politico rispetto alla scelta di chiarezza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Cecchellero, prego.
Speaker : Andrea CECCHELLERO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Io intervengo semplicemente come appartenente a quelle comunità di montagna dove mi sembra che di tutto si parli tranne che della gente che le abita. Vi chiedo, in accordo con il collega Puppato, di trovare un’intesa, perché credo che sarebbe importante di una provincia, in una zona del nostro territorio che probabilmente non si è ancora dimenticato quello che è successo sul Vajont, credo che sia giusto e rispettoso da parte di questo Consiglio nei confronti della gente di montagna, sia essa veneta o bellunese, che voi cerchiate di trovare un accordo per avere una posizione unitaria, ripeto, non per rispetto dei bianchi, dei rossi o dei verdi, ma per rispetto di chi la montagna la vive, la abita e fa sì che in pianura arrivi quell’acqua che poi, giustamente, come dice il collega Pan, serve un po’ per tutti. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Abbiamo terminato la discussione generale. Si fa la sospensione? Sì o no?
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Faccio notare, Presidente, che c’è un mio emendamento già depositato, propedeutico alla discussione.
Il mio è stato depositato prima. Verrà prima il mio. In ordine cronologico c’è il mio emendamento che ho depositato questa mattina, che aggiorna il contenuto della mozione, nel senso che la mozione è stata presentata quando la consultazione pubblica era ancora in itinere.
L’aggiornamento dell’emendamento è solo per aggiornare i passaggi che nel frattempo si sono avuti. Se dovessi esprimere la mia opposizione, direi prima approviamo l’emendamento che aggiorna la mozione...
Speaker : PRESIDENTE
Mettiamo in votazione prima l’emendamento.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Aspetti, Presidente, scusi, posso finire? Io farei così, in modo che poi apriamo la discussione sulla mozione aggiornata. Se, invece, sull’emendamento non c’è disponibilità, avanzo un’altra proposta. Però, io non lo so quale sia l’intenzione.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Villanova, sull’ordine dei lavori, prego.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Ormai frequento quest’Aula da un po’ di tempo e di solito quando si fa una richiesta di modifica la risposta è praticamente immediata. Adesso noi abbiamo dato la disponibilità per poter lavorare assieme. Adesso che mi si venga a dire prima approvate quello che proponiamo noi dopo vediamo sinceramente mi sembra poco rispettoso e mi sembra di capire che sia una impostazione di questa mozione e di chi la sta portando avanti, come dicevo prima, più politica, ma politica di livello piuttosto basso.
Quindi… calma; calma Camani. Calma Camani. Calma. Calma.
Speaker : PRESIDENTE
Villanova, sull’ordine dei lavori prosegua.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
L’intervento sull’ordine dei lavori lo faccio anche volentieri se la collega Camani sta calma.
Allora, io ho chiesto se c’è la disponibilità, allora, se interrompiamo per vedere se c’è la disponibilità per modificare anche l’emendamento che viene proposto, allora noi siamo più che disponibili a lavorare assieme.
Se l’impostazione è quella che ci è appena stata detta, cioè: o prendete questo o sennò andiamo avanti. Va bene, andiamo avanti e vediamo cosa succede.
Speaker : PRESIDENTE
Camani, ordine dei lavori. Fatto personale, va bene.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Lo spiego. Capogruppo Villanova, qua nessuno sta giocando. Io non accetto che lei rivolga all’atteggiamento mio personale e del mio gruppo la definizione politica di basso livello; non entro nel merito o nel giudizio di commentare quello che fate voi, ma c’è un linguaggio, c’è un linguaggio e un rispetto, io capisco che siate in difficoltà, ma noi stiamo portando avanti un’istanza del territorio.
Questo sul fatto personale,
Speaker : PRESIDENTE
Ordine dei lavori.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Sull’ordine dei lavori. Io ho presentato un emendamento questa mattina, che non è un emendamento di tipo politico, è un emendamento di tipo tecnico, perché siccome la mozione l’abbiamo presentata a luglio, quando il processo di consultazione pubblica era ancora in itinere, con questa mozione dicevamo: Impegniamo la Giunta ad esprimere parere contrario nel percorso della consultazione pubblica.
Siccome, nel frattempo, la consultazione pubblica è avvenuta, la Regione si è espressa e si è pure concluso quel percorso e come è stato detto da più parti in quest’Aula, dentro quel parere ci sono delle cose importanti, ho semplicemente presentato un emendamento in cui chiedo di aggiungere al testo della mozione questo passaggio e cioè che il 31 ottobre 2024 la Regione ha dato già parere e ha detto queste cose e, contemporaneamente, modifico l’impegno che non è più a esprimere parere contrario nella consultazione pubblica… Sull’ordine dei lavori. Sennò sull’intervento di presentazione dell’emendamento, se non le va bene l’ordine dei lavori. Si impegna la Giunta a esprimere il parere contrario non nella consultazione pubblica, perché temporalmente è già passato, ma esprimere parere contrario.
Visto che questo emendamento era stato presentato prima che il Capogruppo Villanova avanzasse un’ipotesi di riformulazione in quest’Aula, le chiedo, Capogruppo Villanova, su questo emendamento, che è un aggiornamento del testo e che è stato depositato prima della sua richiesta, è disponibile a ragionarci? Che intenzione di voto volete esprimere? Se non mi volete neanche consentire di emendare una mia mozione, aggiornandola a fatti accaduti... Non mi parli della politica di basso livello, della strumentalizzazione, perché mi state impedendo di aggiornare una mia mozione su fatti già accaduti. Mi sta dicendo sospendiamo e discutiamo sia il mio che il suo. Va bene. Però questo emendamento è un emendamento quasi tecnico, di aggiornamento dei fatti che sono accaduti, e non perché io scrivo cose in ritardo, perché la mozione è depositata da sette mesi.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Camani, lo richiedo. Lei è la proponente. C’è stata, mi pare, una proposta. Questa proposta viene valutata? C’è la possibilità di fermare i lavori, sì o no? Vedo una posizione, mi permetta, piuttosto convinta sul suo emendamento. C’è questa disponibilità oppure no? Mi dica.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
C’è disponibilità oppure no, intanto, a votare a favore del mio emendamento? L’ambiguità, Presidente...
Speaker : PRESIDENTE
Qualcuno mi chiede di sospendere i lavori, sì o no, di Capigruppo, non di colleghi.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
...dovrebbe essere da questa parte dei banchi, non da quella parte. L’ambiguità dovrebbe stare qua, semmai, non di là.
Speaker : PRESIDENTE
L’ultimo ordine dei lavori.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Io chiedo sommessamente se il PD accetta la disponibilità di collaborare oppure no. La collaborazione parte dal fatto di prendere in considerazione l’emendamento che io ho proposto secondo il Regolamento. Se la proponente accetta una sospensione per rivedere anche la formulazione del mio emendamento, sospendiamo, ci sediamo e vediamo se troviamo un’intesa. Se non c’è disponibilità a valutare il mio emendamento, ne prendiamo atto. Punto. Non c’è motivo di agitarsi.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
C’è disponibilità nei termini che ho detto se dall’altra parte c’è disponibilità anche a valutare il mio, però. Scusate, stiamo scherzando?
Speaker : PRESIDENTE
Sospensione fino alle 17.10.
Alle 17.10 io riprendo i lavori. Siamo sull’emendamento n. 1 della collega Camani.
Ci sono interventi sull’emendamento? Siamo sull’emendamento n. 1.
Dichiarazioni di voto sull’emendamento n. 1.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Come dicevo prima, la disponibilità a intervenire e a modificare l’emendamento da parte nostra c’era tutta. Purtroppo, la proponente e l’opposizione hanno deciso di non accettare le modifiche, quindi annuncio il voto contrario dei nostri Gruppi.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Non so se poi metteremo anche formalmente al voto la proposta di emendamento avanzata dal Capogruppo Villanova, quindi intervengo su entrambi gli emendamenti per segnalare il punto politico.
Questa è una mozione che è stata depositata sette mesi fa in Consiglio regionale. Per sette mesi il Gruppo del Partito Democratico ha aspettato di poter discutere di questo argomento nel Consiglio regionale. Abbiamo atteso sette mesi con la pia illusione che dentro quest’Aula si volesse dire una parola chiara su quest’opera.
Siccome io non penso che abbia ragione il consigliere Formaggio, cioè che noi siamo qua a far finta di fare politica perché tanto le decisioni vengono prese altrove, siccome io, invece, penso che il Consiglio della Regione del Veneto dovrebbe assumersi la responsabilità di dare indicazioni all’organo esecutivo, cioè alla Giunta, e non il contrario, prendo atto che questa maggioranza preferisce farsi dettare la linea dall’organo esecutivo, quando va bene, o addirittura dai tecnici dell’organo esecutivo, quando va male.
Io non accetto che il Consiglio regionale debba prendere atto di un parere espresso da un tecnico, abdicando al ruolo politico che noi siamo chiamati ad esercitare qua, perché non ci sono le condizioni dentro la maggioranza di dire una parola chiara sulla diga del Vanoi. La distanza siderale tra le parole del Capogruppo della Lega Pan e dei colleghi della Lega di Belluno lo certifica. È chiaro che è così. Voi non avete il coraggio di dire contrarietà perché dentro la Lega non c’è contrarietà. In una parte sì, quella che su quel territorio poi deve andare a misurarsi, e in un’altra parte no.
Noi rifiutiamo la proposta di mediazione perché rifiutiamo l’ambiguità, la presa in giro dei cittadini, l’incapacità di questo Consiglio regionale di dire la verità ai veneti, con coraggio, che sia un sì o che sia un no. L’ho detto prima di tutta questa discussione. Ero disponibile a qualsiasi riformulazione, anche a scrivere nel dispositivo che Zaia è bravissimo, a condizione che ci fosse scritto con chiarezza la contrarietà alla diga del Vanoi. Voi non siete capaci politicamente, non siete in grado di esprimere contrarietà alla diga del Vanoi, e dovete assumervi questa responsabilità pienamente. Non abbiamo intenzione di essere corresponsabili di questa incertezza e ambiguità in cui avete trascinato il Consiglio regionale per troppi anni.
Speaker : PRESIDENTE
La parola al collega Masolo per dichiarazione di voto del Gruppo Europa Verde.
Speaker : Renzo MASOLO (Europa Verde)
Per questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE
Sull’emendamento.
Speaker : Renzo MASOLO (Europa Verde)
Sicuramente noi voteremo a favore perché è un emendamento di buonsenso. È stato già ultimato il percorso di dibattito pubblico, per cui aggiorniamo la mozione e togliamo questa parte.
Dispiace veramente. Questo lo dico per tutte le persone che ci stanno seguendo da casa e che seguono questo tema perché ci tengono. Sono proprio quei cittadini che vivono nelle terre alte, ma anche quei cittadini e quelle cittadine che vivono nella pianura e che hanno creato una splendida comunità, di buonsenso e di consapevolezza. Il fatto di arroccarsi e voler affidare la decisione ai tecnici è un grosso errore, soprattutto di tipo politico. Noi siamo qua a portare la voce di tutti quei cittadini e quelle cittadine e siamo qua per schierarci politicamente: siamo a favore o contrari a questa diga? Dobbiamo dirlo. Questa era un’ottima possibilità per farlo. Spero, fino alla fine, che non sia un’occasione persa.
Su questo emendamento voteremo a favore. Rispetto a come andrà la discussione, parteciperemo anche alla dichiarazione di voto finale, sperando sempre che ci sia un forte ripensamento, perché i tecnici sono stati chiari, sono stati chiari: se non c’è il rischio zero quella diga non si può fare. Sono stati emblematici. Chiari. Ma su questo io mi domando perché, dopo aver speso 1.500.000 i proponenti e chi vuole proseguire con questo percorso progettuale intenda spendere altri soldi pubblici per andare avanti su questo progetto, quando in realtà già fin da metà luglio i tecnici della Regione han detto: quest’opera non s’ha da fare. Ma su cosa vogliamo approfondire? Quali altri studi dobbiamo fare per spendere altri soldi e per avere la stessa risposta?
Speaker : PRESIDENTE
Ostanel dichiarazione di voto.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Il tema è intervenire oggi per mettere un no definitivo alla diga sul Vanoi; il motivo per cui l’emendamento proposto dal capogruppo Villanova da parte mia non era accettabile è che pur dicendo: prendere atto e fare proprio il parere dei tecnici, non diceva nulla rispetto a prendere in carico come Consiglio regionale una parola chiara o contrarietà o impedire la realizzazione o la perplessità nella realizzazione dell’opera. Sapete perché vi ricordo queste parole e non a caso, perché sono le parole che, ad esempio, per quanto riguarda le trivellazioni sull’Adriatico, questo Consiglio regionale, negli anni, ha avuto il coraggio di esprimere, quando sono arrivati i pareri tecnici, quando sono arrivati altri pareri, piano piano, guardando le delibere di questo Consiglio regionale, avete messo, abbiamo messo la parola contrarietà, oppure la parola impedire nuovi insediamenti di piattaforme, perché oggi non possiamo dire: prendiamo atto di quello che è stato prodotto dai tecnici, facciamo proprio e, quindi, impediamo.
Abbiamo chiesto, io ho chiesto, abbiamo chiesto al Capogruppo semplicemente questo di inserire una parola che esprimesse una valutazione politica e non tecnica, perché qui non siamo dei tecnici, di questo Consiglio regionale.
Quindi - esattamente come facevamo con le trivellazioni - visto i pareri tecnici, noi prendiamo atto e conseguentemente diciamo o impediamo o siamo contrari perché la politica fa questo e anzi la politica dovrebbe riprendersi il compito di fare questo, perché quali sono, invece, le paure che poi abbiamo nel momento in cui non esprimiamo una contrarietà politica e se un giorno quel parere cambiasse perché quel tecnico cambia? E se quel giorno qualcuno chiedesse alla parte tecnica di fare un’altra valutazione? È il motivo per cui in quest’Aula, tutte le volte che noi depotenziamo il ruolo della politica rispetto al ruolo dei tecnici io sono contraria. Penso che la politica dovrebbe riprendersi il compito di dire se siamo a favore o siamo contro. Quando le comunità non vogliono l’opera, quando i Sindaci e gli amministratori del territorio dicono “no” a quell’opera, quando anche i pareri tecnici hanno espresso che quell’opera non s’ha da fare, cosa aspettiamo a dire “no” anche noi? È talmente chiaro che, davvero, posso solo comprendere che la divisione interna alla maggioranza non permetta di inserire questa volta questa parola, ed è il motivo per cui non l’abbiamo potuto accettare.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Zanoni, è già intervenuto il suo Capogruppo. A meno che non lo faccia in dissenso.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Sull’ordine dei lavori.
Speaker : PRESIDENTE
Siamo in dichiarazione di voto.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Devo farlo.
Speaker : PRESIDENTE
Siamo in dichiarazione di voto. Non possiamo aprire dibattiti su dibattiti su una cosa già dibattuta molto.
Siamo in dichiarazione di voto.
Collega Montanariello, ha già parlato il suo Capogruppo.
Non vedo altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l’emendamento n. 1.
È aperta la votazione.
Avete votato tutti, colleghi?
È chiusa la votazione. Allora l’emendamento è respinto.
Allora, chiedo ai Capigruppo, anzi alla proponente prima, anzi ai Capigruppo venite qua, faccia spazio, collega Lanzarin. Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Siamo sulla votazione finale della mozione 555.
Io vedo la richiesta di parola di Villanova.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente. Vorrei tranquillizzare l’opposizione, per quello che ci riguarda, noi possiamo tranquillamente andare al voto, però, ripeto, quello che ha detto lo speaker della minoranza stamattina: Poco conta l’esito della votazione, perché l’avevate già scritto voi, in anticipo, non c’era la volontà di collaborare, non c’era nessuna volontà di condividere. Questa era solo una strumentalizzazione politica. L’avete voluta portare avanti fino alla fine. State giocando con questi temi, su cui non bisognerebbe mai giocare e state continuando a portare avanti. Non c’era nessuna volontà di modificare quello che era l’emendamento portato dalla proponente. Nessuna, perché sennò si poteva prendere la proposta che avevo fatto io e inserirla tranquillamente all’interno all’emendamento.
Quindi, di fronte a questa posizione, la dichiarazione di voto, per quello che riguarda l’Intergruppo Lega, Liga Veneta sarà di non partecipazione al voto. Però, capendo che ci sono delle sensibilità politiche locali per i Consiglieri del nostro Gruppo interessati territorialmente, ci sarà libertà di coscienza nel voto.
Questa è la nostra posizione.
Speaker : PRESIDENTE
Zanoni sull’ordine dei lavori o dichiarazione di voto?
Andrea ZANONI (Europa Verde)
Ordine dei lavori.
Prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Allora, verbalmente il collega Villanova prima ha fatto un emendamento e su questo emendamento c’è stata una interruzione dei lavori di 10 minuti. Si può sapere se quell’emendamento verrà votato o meno dall’Aula?
Speaker : PRESIDENTE
Penso che la risposta sia già stata detta prima.
Venturini, dichiarazione di voto sulla mozione 555.
Speaker : Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Allora, noi pensiamo che un’infrastruttura di tale portata non può essere studiata, progettata, realizzata sulla scorta delle chiacchiere della politica, ma debba essere fatta, invece, sulla scorta degli studi e delle valutazioni tecniche; dico anche che, essendo stata Sindaco, debba essere riconosciuto quanto viene dichiarato dal territorio e quelle che sono le necessità e le istanze che provengono dal territorio. Però noi non ci facciamo tirare la giacchetta dalla sinistra per esprimerci su una mozione che, dal punto di vista pratico, non ha alcun effetto e quindi noi non partecipiamo al voto perché non vogliamo prestarci alle speculazioni e alle strumentalizzazioni da parte della sinistra, non perché non abbiamo coraggio, ma perché evitiamo, appunto, di farci travolgere da quelle che sono le solite strumentalizzazioni.
Speaker : PRESIDENTE
Lorenzoni.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente. Per esprimere il mio voto, ovviamente, favorevole, ma per rispondere al capogruppo Villanova che non ha proprio capito il significato del mio comunicato di questa mattina, che non ha nessuna speculazione politica. È semplicemente il prendere atto di essere arrivati a questo punto in una situazione che la Lega non ha saputo gestire dall’inizio. C’è stata veramente una balcanizzazione della discussione, con delle posizioni dei Comuni diverse da quelle del Consorzio Brenta, dove ci sono rappresentanti che sono di chiara matrice leghista, con la Regione che aveva una posizione che poi l’ha cambiata nel tempo, perché si è resa conto che era poco sostenibile, con la Lega del Trentino, che è diversa dalla Lega del Veneto, con un ginepraio di posizioni che abbiamo preso atto e a maggior ragione dopo la discussione di oggi in Consiglio veramente ci fa capire che le idee all’interno della Lega non sono chiare; non sono chiare. E la soluzione del non voto che ci ha annunciato è xe pèso el tacòn del buso.
Io ne prendo atto. Non ne faccio nessuna speculazione politica. Mi dispiace, perché, secondo me, questo non è il modo di amministrare il territorio nell’interesse del territorio stesso.
Lo ripeto e lo ripeterò e mi auguro che si prenda responsabilità. Se si vuole esprimere una posizione chiara nei confronti del no al progetto lo si dice; non si mette un richiamo alle posizioni espresse dai tecnici, perché se le posizioni dei tecnici è di chiara criticità, lo diciamo, non dirlo vuol dire non voler prendere una posizione chiara e questo mi pare sia la situazione della maggioranza di oggi.
Speaker : PRESIDENTE
Ostanel.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. La dichiarazione del collega Villanova mette nero su bianco due cose. Uno: che la destra che ci sta di fronte è totalmente implosa, cioè sostanzialmente si dice: diamo libertà di coscienza sul voto della diga del Vanoi. L’abbiamo già visto per il fine vita come è andata. Oggi saremmo felici di vedere come una questione etica, come Ilva il Vanori, avete chiesto la libertà di coscienza su un voto come questo. Semplicemente noi abbiamo, in Ufficio di Presidenza, chiesto una cosa chiara; l’aveva detto la Capogruppo Camani prima che iniziasse la discussione, oltre a dire che prendete atto di un parere tecnico della Regione, oltre al fatto che oltre a prenderne atto fate proprio, come lei aveva proposto, capogruppo. Avete il coraggio di scrivere nero su bianco che quel parere è di contrarietà? Siccome non lo avete, perché di fronte a me ci sono dei colleghi Consiglieri che sono a favore e dei colleghi Consiglieri che sono, invece, contro, voi non avete la possibilità di trovare consenso dentro i vostri Gruppi e quindi vi nascondete dietro il voto arancione.
Questa è la storia che dobbiamo raccontare, in particolare alle persone che hanno portato le oltre 10.000 firme qui, che abbiamo ricevuto, 14.000, anche con la collega Cestaro, a cui avevamo detto una cosa semplice: “porteremo questo Consiglio regionale a dichiarare la contrarietà politica, non tecnica”. Nessuno dentro questo Consiglio ha, credo, le competenze di leggere quel parere e di comprenderlo fino in fondo.
Qui quello che possiamo fare è dire: quando i cittadini, quando le persone che lì vi abitano, quando la Provincia, quando gli amministratori sono riusciti a scrivere su un foglio di carta che esce da una delibera di una Provincia, un Consiglio comunale, la parola contrarietà, no, come avete fatto, lo ripeto, perché è un paragone importante per chi ci sta ascoltando da casa, con le trivellazioni, voi avete scritto “impedire”, “contrarietà”, avete visto i pareri tecnici, ci sono state più mozioni in questo Consiglio.
Se l’avete fatto lì, su questo perché non riuscite a farlo? Vi rispondo io e dico la verità. Non riuscite a farlo perché dentro i vostri Gruppi (Lega, Lista Zaia, Fratelli d’Italia) non avete consenso unanime rispetto a dire la parola “contrarietà”. È molto semplice. Penso che le persone che si aspettano da noi serietà si aspettano di sentirsi dire le cose come stanno, tra i giochi della politica e i posizionamenti che penso che in questo caso, da questa parte, non ci siano, ma siano tutti dall’altra parte. Vedere oggi che invocate la libertà di coscienza su un voto che non ha nulla di etico e su cui dovete chiedervi qualcosa in coscienza, ma dovete semplicemente chiedervi se siete a favore o siete contro, sia davvero un passo che non mi aspettavo di vedere, soprattutto proposto dal capogruppo Villanova. La destra è talmente divisa che l’unica cosa che può fare è non votare.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Masolo, in dichiarazione di voto, prego.
Speaker : Renzo MASOLO (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Grande spaccatura oggi. La spaccatura simbolica della montagna e la spaccatura simbolica di una diga. Chissà che sia di buon auspicio perché questa diga non vada mai fatta. Purtroppo non c’è consapevolezza. Sento il collega che dice il 50% della neve è persa. Intanto investiamo in piste da sci. Intanto investiamo nel più grande monumento del negazionismo climatico, che ci è costato 120 milioni, ed è una pista da bob. Investiamo sulla medaglia d’oro, che è già stata vinta da una persona che si chiama Presidente Luca Zaia, la medaglia d’oro al negazionismo climatico, frutto di duri allenamenti durati quindici anni, che stanno per terminare.
Faccio solo una considerazione. Dico solo una frase, perché avrei da leggere un messaggio del Comitato, ma non c’è il tempo. Purtroppo il tempo è stretto. “Sordo è chi vuole insistere e arrivare alla progettazione di un’opera dirottando soldi pubblici, sottraendoli ad opere di riparazione degli acquedotti pubblici che disperdono quasi il 50% dell’acqua e le alternative possibili”. Questo è essere sordi, non ascoltare le cose che vengono dette e le proposte che vengono fatte e che potrebbero fare win-win. Potevamo vincere tutti oggi e invece avete perso.
Rispondo al collega Joe Formaggio. Non so se ci sono venti dighe da fare nel nostro territorio. La Provincia di Belluno ha già dato per le dighe, ma so solo una cosa, che la diga del Vanoi non si può fare. Lo dicono i tecnici, l’hanno detto i tecnici e bastava solo aggiungere due parole. Non si può fare la diga del Vanoi perché i tecnici l’hanno detto. Non occorreva dire “siamo contrari o non siamo contrari”. Bastava quello e avete deciso di non farlo.
Ne prendiamo atto. Noi votiamo convintamente a favore di questa mozione. Non ci fermeremo e non si fermerà neanche la comunità che ha consegnato queste 13.000 firme, perché siamo convinti che in ogni caso questa era una posizione, era un’opportunità, un’occasione che stiamo perdendo, ma sicuramente il progetto, anche se andrà avanti e ci farà perdere ulteriori soldi pubblici, non porterà a nulla di fatto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Pavanetto, per dichiarazione di voto, prego.
Speaker : Lucas PAVANETTO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Masolo perché riesce sempre ad animare l’Aula. Naturalmente ha dato anche qualche spunto in più, perché al di là delle frasi fatte, del partito del no, le opere che lei ha citato sono poi la dimostrazione di un pregiudizio politico su qualunque tipo di opera. Certo, le opere non hanno mai rischio zero, qualcun altro lo ha detto prima, ci mancherebbe altro, nessuno lo pretende, però sono anche convinto che per quelli che sono stati gli investimenti da parte della Giunta regionale, non solo di quest’ultima Giunta, ma anche delle precedenti, non credo ci sia una Giunta che abbia voglia di fare un’opera che mette a rischio l’incolumità dei cittadini. Penso che la parte tecnica su questo giochi un ruolo fondamentale.
Sulla questione, poi, della mozione, se ha valore o meno, mi riallaccio a quello che diceva poco prima il collega Formaggio, che, naturalmente, è stato strumentalizzato, ovvero il fatto che le mozioni non servono. Servono per dare un indirizzo su questo, ci mancherebbe altro, ma qui c’è una notevole parte tecnica che ha dei fondamenti, che comunque ha messo in risalto sicuramente delle criticità, e una parte politica, quella della Giunta, che darà i suoi pareri su quest’opera.
Riteniamo opportuno, in questo momento, non partecipare al voto, rimanendo pure in Aula, per il semplice motivo di dare l’opportunità a chi di dovere di poter dire la propria. Alla fine abbiamo capito che è una battaglia non dico politica, partitica, però certamente, lo ha dimostrato anche la discussione di oggi, ci sono visioni diverse anche all’interno della maggioranza. Ben venga. Su questo numero di Consiglieri, tra l’altro, vorrei aggiungere, anche con esperienze diverse, da territori diversi, con sensibilità diverse, è prevalso anche un ragionamento di chi ha potuto amministrare e ha una responsabilità maggiore nel momento in cui deve fare le scelte, quindi non fatte con la pancia, ma fatte con la testa, con i numeri, con le carte e soprattutto con i pareri tecnici.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Camani, per dichiarazione di voto.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Devo dire che l’esito di questo voto lo avete scritto voi, Consiglieri regionali di maggioranza, dimostrando di non avere banalmente il coraggio di dire “no” alla diga del Vanoi. Ve lo stanno chiedendo i cittadini di quei territori, ve lo stanno chiedendo i rappresentanti istituzionali della Provincia di Belluno, anche i leghisti, che hanno votato all’unanimità nei loro Consigli provinciali, ve lo sta chiedendo il Consiglio provinciale di Trento, e voi non avete avuto il coraggio di dire di no.
Ho iniziato questa discussione parlando e richiamando l’Aula alla responsabilità e alla chiarezza, a maggior ragione in una mozione, che non è un atto di bilancio, ma è un atto fortemente politico. Sono atti di indirizzo. Se non avete il coraggio su un atto di indirizzo, ma dove mai e quando mai avrete il coraggio di alzare la testa? È curioso che ogni volta che si chiede alla destra chiarezza e responsabilità non partecipate al voto, vi spaccate e addirittura vi inventate la libertà di coscienza territoriale. Ma io mi metto nei panni di una persona che da fuori osserva questa discussione e avete rinunciato ad avere coraggio di essere responsabili e chiari nel modo più subdolo. Prima di tutto impedendo alla proponente, cioè la sottoscritta, di modificare la sua stessa mozione, attualizzando nei contenuti rispetto a ciò che era successo sette mesi fa. Cioè la mia mozione, la mozione del gruppo del Partito Democratico, chiedo di modificarla e voi solo perché avete i numeri mi impedite di modificare la mia mozione. Perché capisco, se aveste detto: voto contro la mozione, mi astengo sulla mozione; ma impedirmi di modificare la mia mozione è un gesto di paura. Paura. Avete riproposto l’ennesima riformulazione che nasconde la vostra responsabilità dietro i pareri tecnici. Ma allora andiamo a casa, tutti, lasciamo che la Regione sia governata dai tecnici; se è una questione tecnica. Lo vada, collega Venturini, a spiegare al Consiglio provinciale di Trento o di Belluno, anche agli iscritti della Lega o di Forza Italia che hanno avuto il coraggio di dire no e non si sono nascosti dietro i pareri tecnici.
Infine - e chiudo Presidente - lo fate addirittura non partecipando al voto. Non sporcandovi neanche le mani nel dire no a questa mozione e chiudo Presidente…
Speaker : PRESIDENTE
No, chiuda perché nessuno l’ha interrotta e il tempo è quello.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Vedo che il Presidente è molto ligio nei tempi. Penso che il messaggio sia arrivato anche sulla gestione di questo Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie e lo gestisco sicuramente abbastanza bene, a detta di tanti, anche della sua parte politica.
Venturini per fatto personale,
Speaker : Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Per fatto personale, perché noi spieghiamo, consigliera Camani, ai nostri iscritti sul territorio e le sue interpretazioni non sono il Vangelo. Quindi non è una questione di non avere coraggio o di basarci su valutazioni tecniche, allora non stiamo facendo attività politica, perché non esiste il nero e il bianco…
Speaker : PRESIDENTE
Per fatto personale.
Speaker : Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
E di conseguenza, ognuno dà le proprie valutazioni sulla scorta del suo pensiero politico e il fatto di non partecipare al voto non significa non avere coraggio; significa prendere una posizione.
Speaker : PRESIDENTE
Metto in votazione la mozione 555.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Proseguiamo… perché la non partecipazione al voto viene conteggiata per la validità del numero legale, ma non per l’approvazione della mozione.
Siamo al punto n. 8 all’ordine del giorno, mozione 512, Maino ed altri: Venga restituita la medaglia olimpica di Pechino a Davide Rebellin.
Maino, prego.
Speaker : Silvia MAINO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente. Speriamo che adesso ci sia un clima un po’ più sereno, perché questa è una tematica che per i vicentini è molto, molto delicata. Stiamo parlando di un grande campione, un campione vicentino, un campione che, purtroppo, ha avuto una vita molto travagliata. Farò molto velocemente, in maniera molto veloce, un breve racconto di quella che è stata la sua vita e delle motivazioni che mi hanno spinto a presentare questa mozione, assieme al collega Marco Zecchinato.
Parliamo di Davide Rebellin, che è stato un professionista che ha avuto una carriera molto lunga nella sua storia, uno dei ciclisti che hanno vinto di più nella storia del ciclismo italiano. Inizia la sua carriera - lui era del 1971 - con qualche buon risultato tra i dilettanti e maglia azzurra alle olimpiadi di Barcellona del ’92, neanche ventunenne, faceva il gregario e contribuisce al Magnifico oro di Fabio Casartelli. In quell’occasione è terminato in ventesima posizione, ma secondo tra gli italiani.
Comincia una carriera da professionista e nel ’93 all’Hofbräu Cup, che è una coppa tedesca, comincia lì, ma nel 2004 c’è la sua svolta perché diventa il primo atleta a vincere tutte e tre le grandi classiche delle Ardenne che, per chi corre, sono sostanzialmente un mast cioè la Amstel Gold Race, la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi… Il suo punto di maggior trionfo è nel 2008, ai giochi olimpici di Pechino, dove a 37 anni – questo non è da sottovalutare – si aggiudica una medaglia d’argento nella prova in linea. Sembra arrivato all’apice della sua carriera quando ha un enorme stop, un blocco che gli pregiudica sicuramente la carriera, ma anche quello che è un suo percorso di vita.
Nel 2009, il 28 aprile, risulta positivo al Cera, sostanzialmente al doping. I campioni che erano stati prelevati e poi congelati accertano e acclarano che la sua medaglia non ha nessun valore perché si era dopato.
Pertanto, il 17 novembre 2009, il CIO, il Comitato olimpico internazionale, gli revoca l’argento e ne ordina la restituzione.
Rebellin non demorde, impugna questa decisione e si rivolge al TAS, il Tribunale amministrativo sportivo, concedendo anche delle interviste molto forti, nel frattempo, perché abbiamo il ricordo di una sua intervista alla Gazzetta dello Sport, dove denuncia in maniera molto chiara e molto netta che il CIO ha commesso delle frodi, delle anomalie, usiamo un termine più morbido.
Il TAS di Losanna confermerà la sua squalifica. Ripeto, Rebellin non demorde e continua la sua battaglia legale a costi umani altissimi, perché questo è ovviamente da porre chiaramente sul tavolo.
Nel 2015 riesce a portare a casa un risultato strepitoso, una formula piena di assoluzione: il fatto non sussiste. Lui tornerà a correre, farà delle altre gare, anche al Veneto Classic. Addirittura l’ultima gara la farà a cinquantun anni, dando esempio anche di essere veramente un atleta molto forte, un atleta che non ha mai mollato, molto resiliente. A cinquantun anni, però, succede un fatto molto grave, che i vicentini ricordano, ma credo che lo ricordi un po’ tutto il Veneto, questo investimento che ha avuto mentre si stava allenando in bicicletta, nella zona di Montebello Vicentino, da parte di un camion.
Un camion esce da uno svincolo, travolge il ciclista e lo uccide. Addirittura l’autista del camion, è acclarato, è confermato, quindi non sto dicendo cose che non esistono, si ferma per ben due volte per andare a vedere se questa persona è viva o morta, poi scappa e arriva addirittura fino in Germania.
Il problema di questa triste vicenda è che a Rebellin quella medaglia è stata revocata. Nel momento stesso in cui è stato acclarato dal tribunale che lui la medaglia l’ha vinta con la frode del doping, la medaglia è stata ritirata, ma una volta vinta la battaglia giudiziaria non gli è stata restituita. Ecco perché da vicentina ‒ ho conosciuto anche la famiglia di Davide, una famiglia che effettivamente ha sofferto molto questa vicenda ‒ chiedo che il Consiglio, e mi auguro che lo faccia in maniera corale, si faccia portavoce presso tutte le opportune sedi affinché a Davide venga restituita la medaglia delle Olimpiadi.
Grazie
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Zecchinato, prego.
Speaker : Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Intervengo come cofirmatario di questa mozione, perché è una mozione che ritengo importante. È importante perché accende la luce su un grande campione, un campione al quale, come ha detto la collega, è stata tolta ingiustamente... Dopo sette anni di lunga battaglia è stato assolto perché il fatto non sussiste, per cui la medaglia doveva già essergli restituita. Anche perché Rebellin rappresenta, come si è capito dalla presentazione, un’icona del ciclismo, un’icona nazionale, un’icona internazionale, non solo per gli appassionati, per gli sportivi, ma anche per i colleghi ciclisti. Tutti lo ricordano come un grande atleta, il più longevo, uno di quelli che ha vinto di più.
Aggiungo alcune cose. Rebellin ha iniziato fin da subito, da giovane. Ha vinto la medaglia d’oro juniores, quindi da giovanissimo. Ha vinto un mondiale militare, il Giro delle Regioni, medaglia d’argento ai mondiali dei dilettanti. Quelle tre gare importantissime che ha vinto nel 2004, le tre grandi classiche, le ha vinte in una settimana, cosa più unica che rara e, penso, anche irripetibile.
Rebellin, come dicevo, era un’icona per i professionisti, un’icona per gli appassionati, gli sportivi e anche per il suo territorio, tanto che nel 2023 a Lonigo, il paese in cui è nato, vissuto e cresciuto, gli è stata intitolata a memoria una pista ciclabile e la nuova passerella sul Guà. Tra l’altro, opera pubblica, opera ciclopedonale finanziata anche dalla Regione Veneto.
Inoltre, l’anno scorso, nel 2024, il Giro del Veneto ha voluto omaggiarlo. Rebellin negli anni 1998, 1999 e 2000 ha vinto per ben tre volte consecutive il Giro del Veneto, quindi veramente un campione a tutto tondo. Per questo mi sento di supportare ‒ mi sono sentito fin da subito di essere primo firmatario insieme alla collega Maino ‒ questa iniziativa, per impegnare la Giunta e il Consiglio affinché la medaglia gli sia restituita. Aggiungerei anche, Presidente, visto che rappresenta la Lega ciclismo professionistico come Vicepresidente di aiutarci, appunto, in questa iniziativa di sensibilizzazione. Utilizzo l’ultimo spazio di tempo che mi è rimasto, anche perché questo fatto, il fatto dell’incidente che è accaduto a Rebellin, dove è mancato, ha acceso la luce su un altro fenomeno, sul fatto delle morti dei ciclisti morti sulla strada. Già in una precedente discussione che c’è stata in questo Consiglio abbiamo sentito, appunto, che nel 2024 sono stati 204 i ciclisti che hanno avuto un incidente mortale sulle strade in Italia. Volevo ricordare che recentemente Sara Piffer, 19 anni, qualche giorno fa, appunto, è stata investita in Trentino, pochi mesi fa lo era stato Matteo Lorenzo, un altro ciclista sportivo, giovanissimo, sempre a Civezzano, anche lui, purtroppo, si è scontrato con un furgone ed è stata la volta di Michele Scarponi, altro grande professionista nel 2017. Ricordiamo solo cosa di qualche giorno fa, di ieri, del 27 gennaio dei ciclisti, non in Italia, però la nazionale tedesca su pista, con sei feriti e due gravi, ha avuto un incidente in Spagna.
Per cui, ecco, il fatto degli incidenti per i ciclisti per la sbadataggine, per la non la noncuranza di automobilisti oppure di camionisti o comunque di guidatori di autoveicoli spesso è letale. È un problema veramente grande. Quindi credo che anche questa nostra mozione per chiedere a forte voce la restituzione della medaglia alla famiglia di Rebellin, in questo caso, per una giustizia sportiva e una giustizia anche umana ed etica, accende i fari anche su questo grande problema, che sono gli incidenti stradali per i ciclisti. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Messaggio raccolto.
Luisetto, prego.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Intervengo solo a sostegno, per ringraziare di questa iniziativa. Il caso di Rebellin è proprio emblematico di una vicenda di uno sportivo di grande valore, ma di una vicenda molto triste, sia dal punto di vista sportivo, sia per l’epilogo che ha avuto.
Credo che l’esempio, in termini di determinazione, che lui ha portato avanti anche nel voler dimostrare la propria innocenza e la propria buonafede e la correttezza con cui ha fatto sport ad altissimi livelli, sia un esempio che vada premiato anche con questo segno di giustizia e, quindi, annuncio già il voto favorevole mio per questa mozione e ringrazio i colleghi vicentini per aver ricordato questa figura e questo impegno di sport.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Non vedo altri interventi. C’è un emendamento che spiega anche l’esito giudiziario della vicenda.
Partiamo a votare l’emendamento 1 della proponente.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al voto della mozione così come modificata. Siamo ancora sulla mozione n. 512.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 512.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo alla mozione n. 550 della collega Baldin: “Sicurezza sui luoghi di lavoro: la Regione Veneto chiede l’aumento dei fondi per finanziare l’attività e le assunzioni nei dipartimenti di prevenzione”.
Collega Baldin, prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie. So che c’è un parere favorevole, per cui cerco di essere sintetica. La questione la conosciamo benissimo, è quella degli organici SPISAL, che soffrono nel numero, nelle risorse. Sappiamo che la Regione ha un Piano strategico per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2023, approvato con una DGR del 2022, ed esercita, con le aziende ULSS, le funzioni operative sul territorio grazie ai servizi di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, appunto gli SPISAL, istituiti presso il Dipartimento di prevenzione di ciascuna ULSS con poteri di vigilanza, controllo e informazione, formazione, assistenza e sostegno a imprese e lavoratori, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro.
Purtroppo, con l’articolo 31 del decreto legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito in legge n. 27/2024, si è autorizzato, per alcune istituzioni, alcuni enti, come l’Ispettorato nazionale del lavoro, l’Arma dei Carabinieri per la tutela del lavoro, l’INAIL e l’INPS, nuove assunzioni. Si è prorogata anche una graduatoria già in essere. Poi si sono disposti nuovi concorsi. Tutto fuorché una previsione di nuove risorse per provvedere a concorsi SPISAL da parte delle Regioni.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha chiesto lo stralcio delle norme del decreto legge che svilivano il ruolo dei sistemi sanitari regionali. La Conferenza delle Regioni, con un proprio ordine del giorno, ha protestato per l’esclusione in questo senso. Per cui, si chiede alla Giunta regionale di ribadire, con il massimo della decisione, la posizione presa con quell’ordine del giorno citato, proprio per chiedere al Governo di rivedere l’articolo 31 di questo decreto legge e per chiedere al Governo, tramite la Conferenza delle Regioni, un piano di assunzioni per gli SPISAL, per coprire almeno la parte mancante delle piante organiche delle varie ULSS.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Baldin.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 550.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 565, dei colleghi Bozza e Venturini “La Regione adotti in occasione dell’emissione del prossimo bando per l’annualità 2024-2025 appositi criteri di priorità finalizzati a incentivare l’attività di prelievo della specie nutria”.
Prego, collega Bozza.
Speaker : Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Illustro la mozione. Anticipo che è una mozione che ha anche un emendamento di aggiornamento su quello che era il testo della stessa mozione che era stata presentata l’8 agosto, quindi prima che ci fosse l’approvazione del bilancio, dove sono state inserite una serie di attuazioni, anche in merito al piano di attività da parte della Giunta per il prelievo della specie delle nutrie.
Questa mozione va semplicemente nella direzione di quanto già previsto nel bilancio ultimo e va a recepire una serie di migliorie rispetto a quelli che sono stati gli incontri effettuati sul territorio veneto, raccogliendo anche quelle che sono le testimonianze, le richieste, i suggerimenti delle varie associazioni di categoria, oltre che coloro che hanno tentato, insomma, anche l’anno scorso, di cercare di avviare un piano operativo contro il fenomeno della proliferazione delle nutrie, che sappiamo creano un sacco di problemi alla nostra agricoltura e anche con problemi di sicurezza su quello che è l’aspetto idrico, ma poi anche sicurezza sul lavoro per i nostri stessi agricoltori, oltre al fatto, ovviamente, che ciò comporta anche un problema di natura sanitaria.
In sostanza, l’impegno che chiedo è semplicemente quello di valutare, quindi è una valutazione di suggerimento alla Giunta, di dare la possibilità di introdurre nei criteri e nelle modalità di premialità, elevando da 3 a 5 euro l’importo riconosciuto per ogni prelievo, quindi, con anche l’aumento conseguente della rendicontazione; prevedere la possibilità di aumentare l’importo massimo a favore di ciascun richiedente che per il 2023 il bando prevedeva 5.000 euro per coloro che abbiano dimostrato in sede di rendicontazione dell’attività l’efficacia degli interventi adottati nella precedente annualità e poi prevedere, per le attività da espletare al di fuori dell’ambito urbano, la collaborazione con gli ambiti territoriali di caccia, cosa che noi tutti siamo stati, sicuramente, sollecitati in questo senso, con i comprensori, chiaramente, anche Alpini territoriali competenti, le associazioni venatorie e gli Istituti venatori privatistici, con le organizzazioni professionali agricole e i Consorzi di Bonifica. Tutti soggetti con i quali ci siamo sicuramente noi tutti confrontati per recepire la possibilità di coinvolgere maggiori soggetti per rendere un piano più efficace e più efficiente. Poi, di consentire di utilizzare le carabine ad aria compressa, vista anche l’aumento della potenza che è stata introdotta e, quindi, per un maggiore impatto.
Infine valorizzare proposte che presentino idonei progetti per la raccolta e lo smaltimento delle carcasse, che sappiamo essere un problema che nella questione pratica nel piano di eradicazione delle nutrie si è manifestato.
Io con questa richiesta che, di fatto, l’ho già enunciata modificata, recependo di fatto anche l’emendamento, avrei concluso, Presidente e… dopo Zanoni…
Speaker : PRESIDENTE
Il proponente ha terminato l’intervento di presentazione.
Collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
In merito al tema dei controlli della nutria volevo fare questo intervento focalizzandomi su uno degli aspetti inseriti in questa mozione, ma anche di carattere generale. Nei gruppi di faunisti, presso alcune associazioni che si occupano di fauna selvatica sono stati fatti girare dei rilievi che poi sono stati anche riportati dalla stampa locale con un certo risalto, ma non solo quella locale, anche quella nazionale, dai quali emerge che questi animali hanno oggi, soprattutto nella nostra regione, due nuovi antagonisti, che quindi servono a mantenere e a diminuire anche la presenza di popolazione di questo animale. Mi sto riferendo al lupo e alla volpe. Ci sono stati anche documentazioni fotografiche che mostrano come siano entrate nella dieta alimentare di questi due carnivori, uno molto diffuso e uno che è presente in maniera non continuativa nel nostro territorio...
Si parla di andare a investire somme importanti dei cittadini del Veneto per contrastare questo animale. Le volpi sono un carnivoro presente nella nostra regione in maniera molto diffusa e si è visto che riescono a predare anche adulti di nutria.
Il problema è che le Province e la Regione autorizzano dei piani di abbattimento delle volpi, perché le volpi si nutrono anche di fagiani. Avrete capito, colleghi, che guardare da un punto di vista venatorio la questione ci conduce a compiere degli errori. Abbiamo in Veneto oggi un grandissimo alleato, che sono le volpi, le volpi che si nutrono di nutrie. Cosa facciamo? Da una parte diamo soldi a chi deve uccidere e diminuire la popolazione di nutrie e dall’altra parte li diamo a chi deve uccidere e contenere il numero delle volpi.
La mano destra non sa quello che fa la sinistra. Abbiamo un alleato naturale a costo zero che sono le volpi e queste sono cacciabili e addirittura vengono autorizzate delle retate in tana per distruggere, per eliminarle.
L’altro è il lupo. Abbiamo visto come anche in quest’Aula è stato pesantemente criminalizzata questa specie, addirittura con progetti di legge. È una specie in espansione. È una specie che il progetto WolfAlps ha dimostrato essere contenibile con delle misure di prevenzione, tant’è vero che anche la Regione ha messo dei soldi, purtroppo quelle misure di prevenzione non sono state adottate, a volte anche a causa di allevatori mal consigliati, spesso da politici che avevano gli interessi di soffiare sul fuoco.
Ora abbiamo questa specie che si nutre di nutrie. Vi invito a leggere i giornali anche di questi giorni, addirittura in Province dove era insospettabile prima la presenza del lupo. Quindi facciamo una politica di tutela degli antagonisti naturali, invece di spendere i milioni di euro dei cittadini veneti per contrastare la nutria, quando abbiamo a disposizione delle specie naturali già presenti e che vengono perseguitate come le volpi in particolare.
Poi, ricordo il dibattito in Aula quando venne proposta la legge sul contenimento delle nutrie, si disse: consentiamo anche nei centri abitati l’uccisione delle nutrie, però, attenzione, utilizziamo delle carabine a bassissima potenzialità, quindi non ci sono problemi, cari colleghi, ci dissero i relatori quella volta, perché sono armi a bassa potenzialità, perché si va in deroga, perché le nutrie si possono uccidere anche in deroga alle distanze minime da strade e case.
C’era anche una logica, perché certi corsi d’acqua con le nutrie ricadono all’interno di queste fasce di rispetto. Adesso voi ci dite che quella norma che era stata con coscienza suggerita e approvata, può essere, in qualche modo, rimessa in discussione andando a consentire la possibilità di utilizzare carabine ad aria compressa ad alto impatto anche con potenza superiore a 7,5 joule.
Speaker : PRESIDENTE
Valdegamberi, prego.
Speaker : Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
Dopo aver sentito diverse sciocchezze devo per forza intervenire.
Pensare che il problema delle nutrie si risolva coi lupi significa prendersi in giro. Abbiamo visto come i lupi stiano facendo danni enormi anche in pianura adesso, non solo nei parchi cittadini dove ci sono animali, così, dove di solito hanno una funzione sociale per i bambini, per la collettività ma anche nei cortili delle varie aziende, anche in campagna e in pianura. Abbiamo uccisioni quotidiane, predazioni quotidiane, non solo di animali allevati, ma anche di animali domestici.
Oggi non possiamo più permetterci, neanche in pianura, di tenere nel cortile, nella corte di campagna e di pianura nemmeno il cane. Bisogna mettere in prigione anche il cane per salvaguardare il lupo.
Al di là di questo, pensare che la nutria... Un articolo del giornale è apparso, conoscendo il giornalista, che è uno che la pensa come il collega Zanoni, non poteva che scrivere quell’articolo lì. Sembra che il lupo sia la soluzione per le nutrie. Questo significa prendere in giro i cittadini.
Io credo che, oltre alle proposte che vengono fatte in questo provvedimento, presentato dal collega Bozza, occorrerebbe aggiungerne altre. Dovremmo essere più incisivi e più efficaci.
Per esempio, anche sul problema dello smaltimento, non vedo nulla di pericoloso dal punto di vista igienico-sanitario sulle piccole quantità. Se uno ammazza una nutria, a meno che qualcuno non vada a mangiarla, perché qualcuno dice che sia anche commestibile e buona, comunque verrebbe seppellita magari anche in un terreno nelle vicinanze. Non crea certamente nessun problema se uno seppellisce qualche nutria nella terra. Tutti finiamo sepolti nella terra. Non credo che dovremmo avere chissà quali permessi igienico-sanitari entro certe quantità, con certe indicazioni tecniche su come fare.
Bisognerebbe facilitare anche lo smaltimento, bisognerebbe facilitare anche il fatto della cattura. Ben vengano le carabine più forti. Ben venga l’azione. Gli incentivi devono essere sicuramente maggiori, altrimenti è sburocratizzato il sistema.
Dobbiamo essere più efficaci, altrimenti le nutrie sono veramente un problema che continuano a crescere e si moltiplicano velocemente. Sotto il profilo della sicurezza, soprattutto idraulica, dei corsi d’acqua, abbiamo visto cosa è successo in Emilia Romagna e cosa è successo anche in tante parti del Veneto.
Ho visto io stesso le sponde dei corsi d’acqua che sono collassate o a rischio di collassamento a causa dell’azione delle nutrie.
Credo che dovremmo cominciare a mettere da parte un po’ certe fantasie e certe posizioni molto da Disney Club più che da amministratori consapevoli.
Bisogna facilitare l’azione di controllo sul territorio da parte di chi sul territorio opera, quindi degli agricoltori e anche dei cacciatori, coinvolgendoli in questa azione e togliendo tutti gli impedimenti di carattere burocratico, perché svolgono una funzione sociale che deve avere la giusta remunerazione e non pensare certo che il lupo sia la soluzione.
Volevo ricordare – e concludo – che noi abbiamo una popolazione di lupi che non ha eguali in Europa e non c’è mai stata alcuna azione di contenimento, come invece già ne stanno facendo in Svizzera, in Austria, in Svezia, in Germania, in Francia, ovunque. Eppure abbiamo una popolazione che è di gran lunga superiore a quei territori.
Concludo dicendo semplicemente che nel Cantone dei Grigioni, all’interno di un parco, caro amico e collega Zanoni, sono state predate due manze. Se vuole le mando l’ordinanza, è stato individuato il branco di lupi responsabile di queste predazioni e hanno deciso di contenerne il numero, che era di 15 e credo che ora non ci siano più. C’è una sovrappopolazione di lupi, ma la natura è fatta di equilibrio. Quando una specie è eccessiva in rapporto a un determinato territorio c’è la caccia di selezione, ed è una regola che nell’ambientalismo più evoluto del centro-nord Europa è accettata, anzi ben proposta. Solo nell’ambientalismo ideologico italiano è un’aberrazione, è considerato un qualcosa fuori dal mondo, tant’è che l’unico lupo per il quale è stata finora concessa la cattura e anche la rimozione è quello lungo il Piave. Mi pare che aveva un gruppo confidente. Il paradosso – per dire dove arriviamo con l’ideologia – è che, nonostante il permesso dell’ISPRA, che consentiva l’abbattimento anche di questo lupo, abbiamo preso questo lupo pericoloso, lo abbiamo portato in Friuli e paghiamo l’affitto al Friuli.
Questo per dire quanto pesa l’ideologia che riguarda i nostri territori. Dobbiamo cambiare il modo.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Collega Rigo, prego.
Speaker : Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente. Buonasera a tutti i colleghi.
Quello della nutria è un problema sempre più grave per i nostri territori. Già in questo Consiglio sono state votate mozioni da me presentate e ordini del giorno sulla tematica della nutria, che sta diventando, come dicevo prima, sempre più un pericolo e un rischio per i nostri territori, prima di tutto per la nostra agricoltura. Abbiamo un’agricoltura di qualità, abbiamo un’agricoltura conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, ma è un’agricoltura che viene messa a serio rischio da questo animale, che devasta letteralmente i raccolti dei nostri agricoltori e devasta il frutto di anni di lavoro. In secondo luogo, è un rischio ed è un danno importantissimo per quel che riguarda la sicurezza idraulica, perché le tane delle nutrie creano danni ingentissimi agli argini dei nostri fiumi, dei nostri corsi d’acqua, e quindi determinano gravi problemi a livello idraulico.
Inoltre, è un problema per la sicurezza stradale, perché vi assicuro che in certi territori gli incidenti causati dalle nutrie sono all’ordine del giorno e, poiché sono animali che arrivano a pesare 10 chili, per i veicoli e per i motocicli diventano veramente un rischio importante.
Si segnala, quindi, l’esasperazione di territori interi, in particolare della pianura veronese, del rodigino e del veneziano. Insomma, è un problema enorme.
Il Consiglio regionale, quest’anno, nel bilancio di dicembre ha dato un indirizzo importante, un cambio di marcia fondamentale. La maggioranza di questo Governo ha deciso, su proposta dell’assessore Corazzari, di stanziare fondi importanti – 500.000 euro l’anno per i prossimi tre anni, quindi 1,5 milioni – che verranno destinati a cercare di limitare (l’idea sarebbe di eradicare, ma non vogliamo illudere nessuno) e contenere il più possibile questi roditori infestanti, al fine di garantire sicurezza per i nostri territori.
Insomma, da parte di questa maggioranza un segnale importante. Appunto per questo, rispetto all’impegno che chiede questa mozione, che risulta in buona parte superato perché l’Assessore rispetto alle procedure che erano in corso negli anni scorsi per la gestione della nutria ha necessità di rivedere i nuovi piani, chiedo se è possibile, Presidente, fare cinque minuti di sospensione e chiedo al proponente se è disposto a rivedere l’impegno.
Speaker : PRESIDENTE
Prego, Montanariello.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Io credo che il tema che affrontiamo oggi sia un tema serio, importante e delicato, ed è un tema che secondo me non deve rischiare di debordare in due tipi di ragionamenti. Il primo, quello pro o contro l’attività venatoria, che non c’entra nulla con questo tema; l’altro, che non è questione di essere pro o contro l’idea dell’abbattimento, quasi come se si dicesse che chi è d’accordo è favorevole all’idea che un animale venga abbattuto.
Credo che il tema debba essere inquadrato come il legislatore ha il dovere di fare sotto un aspetto puramente laico, che è quello della gestione del territorio, perché qua parliamo di gestione del territorio a tutti gli effetti.
È vero, come diceva qualcuno, che in alcuni casi c’è il lupo che mangia la nutria, però vorrei anche ricordare che nei territori di pianura, dove non ci sono i lupi, molto spesso questo tipo di animale produce dei danni di primissimo livello perché crea tane e buche e molto spesso queste tane e buche che creano, creano dei problemi sia di sicurezza stradale, che dei problemi idraulici di primo livello, idraulici. Non è il primo caso che ci hanno detto, quando giriamo il territorio, di agricoltori che con i loro mezzi vanno a finire nelle buche che la nutria crea, creando anche degli incidenti molto spesso pericolosi all’essere umano. Molto spesso, lo sappiamo tutti, ci sono stati dei trattori che si sono, addirittura, ribaltati all’interno di queste buche che si creano, che sono fatte da migliaia di animali e che sono profondissime. Non stiamo parlando del topolino che uno tiene in gabbia a casa, stiamo parlando di migliaia di animali che fanno delle buche profondissime.
Così come c’è un problema idraulico di primo livello perché molto spesso le tane e le buche vengono fatte sugli argini, quegli argini che molto spesso sono talmente fragili che dopo succede anche che cedono, creando anche un problema idraulico su questo, tant’è che più volte, anche quando ci son capitati dei momenti di incontro, Presidente, anche in Consiglio, con le associazioni agricole, ci viene anche detto che su questa questione bisogna sensibilizzare anche i Consorzi di Bonifica perché? Perché sono coloro che, in qualche modo, devono dopo fronteggiare i problemi che vengono creati sugli argini.
Allora, questo vuol dire essere a favore, essere contro? Ognuno di noi lo inquadrerà come meglio crede, però io credo che non si può far finta di vedere che c’è un problema di gestione del territorio, che non c’entra nulla con l’attività venatoria, perché quella è un’altra cosa, e che non c’entra nulla con l’idea di pensare che ci può essere una forma di amoralità nei confronti di chi pensa che il territorio va gestito e controllato. Va gestito e controllato, perché se noi andiamo probabilmente da qualcuno che ha avuto un incidente importante, perché si è ribaltato con un trattore su una buca, probabilmente avrà un approccio diverso dal nostro, perché, ahimè, Presidente, molto spesso il mondo perfetto che viene idealizzato in alcuni libri, in alcune favole, nella realtà non esiste. Esistono problemi ai corsi d’acqua, gente che fa incidenti, gente che si fa male, gente che va fuori strada con le macchine. Non stiamo parlando di una cosa che ci deve vedere mettere la testa sotto il tappeto. Io, come Commissione, lo affronterei con i Consorzi di bonifica, questo tema, che molto spesso devono rispondere ai danni che avvengono sugli argini e sui corsi d’acqua.
Ancora una volta, e chiudo, credo che noi, per quanto abbiamo un principio ideologico e di sensibilità che ci porta ad arrivare all’interno di quest’Aula dopo che siamo eletti e diventiamo Consiglieri regionali, non dovremmo mai dimenticare che le norme che dobbiamo fare non sono le norme più vicine a noi, ma sono le norme che devono essere più utili al territorio del Veneto.
Se ogni legislatore pensasse di fare la norma più vicina al proprio pensiero, non ci sarebbe più un’idea di visione del territorio, ma ci sarebbe una gestione talmente ideologica che uno si può anche arrampicare su quella tenda, perché magari – chiudo, Presidente – pensa nella sua testa di essere altro nella vita. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
È chiusa la discussione generale.
Collega Bozza, c’è una richiesta di sospensione. Mi dica lei.
Speaker : Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Va bene una brevissima sospensione.
Speaker : PRESIDENTE
Ripresa alle ore 18.45. Scusate, colleghi, c’è un emendamento sul dispositivo che chiarisce alcuni punti della mozione. È in fase di caricamento? Possiamo fare una copia per i Capigruppo e per gli ambientalisti? Se intanto il collega Bozza vuole illustrarlo, è in fase di caricamento su Concilium.
Prego, collega Bozza.
Speaker : Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente. Sostanzialmente, quindi, questa mozione dovrà recepire chiaramente l’emendamento già presentato per l’aggiornamento, come spiegavo prima, in linea con quanto poi è stato anche nelle linee di indirizzo del bilancio recepito e, in più, la modifica raggiunta adesso in accordo anche con i colleghi e la Giunta va in questa direzione, quindi la lettera a) dell’impegno va sostituito il testo con il seguente testo: Prevedere e implementare la progettualità relativa al contenimento, al controllo e alla eradicazione della nutria”.
Il punto b) viene soppresso.
Mentre il punto c), il punto d) e il punto e) rimangono così come da mozione e modifica da emendamento presentato in prima istanza.
Speaker : PRESIDENTE
Allora, guardate cosa c’è scritto sugli emendamenti depositati e poi capiamoci se state parlando la stessa lingua.
Ha pienamente ragione. Effettivamente io devo ringraziare di cuore l’assessore Lanzarin, che si sta facendo tutti i temi non suoi ed è da sola e questo mi dispiace tantissimo, anche perché stiamo parlando di cose delicate ed è una mancanza di educazione nei confronti di questo Consiglio l’assenza degli Assessori che per tema dovrebbero seguire queste cose, anche perché rispetto ad altri Consigli regionali noi il Consiglio lo facciamo sempre il martedì e non cambiamo mai, quindi si sa che martedì c’è Consiglio e queste assenze dispiacciono e urtano anche me.
Sento dall’Aula voci di approvazione.
A verbale: il capogruppo Villanova. con entusiasmo, approva quello che dico.
Quindi, su questo? Io fra un po’ metto in votazione.
Bene, andiamo per fasi di avvicinamento.
Sull’emendamento 1 c’è condivisione. Sull’emendamento 2 ci sarà un’aggiunta, ai sensi dell’articolo 102, del proponente.
Collega Zanoni, sull’emendamento 1. Su Concilium. Avete tutti quanti un iPad fornito da questo Consiglio regionale. Su Concilium, come ho detto più volte, è caricato l’emendamento.
Metto in votazione l’emendamento 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il collega Bozza adesso farà un’aggiunta che forse chiarisce i dubbi del collega Zanoni.
Prego, collega Bozza.
Speaker : Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
All’emendamento 2, come depositato, aggiungo, ai sensi dell’articolo 102, la soppressione anche del punto d) dell’impegno, lettera d) di Domodossola dell’impegno.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Nell’impegno viene tolto l’utilizzo della carabina ad aria compressa perché è di competenza delle prefetture questo tipo di autorizzazione, quindi non nostra.
Rispetto a quello che c’è scritto viene tolto anche il punto d).
Collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
In merito a...
Speaker : PRESIDENTE
Può trattare meglio il microfono? Grazie.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Evidentemente la sera porta consiglio, perché, come vi dicevo prima, colleghi, aver inserito la lettera d, cioè aver consentito di poter utilizzare questo tipo di armi era illegittimo, tant’è vero che per utilizzare e detenere armi con la potenza superiore a 7,5 joule bisogna avere il nulla osta del questore, e quindi cambia tutta la legislazione in merito. Bene che vi siate resi conto, ma dovreste farlo prima di presentare le mozioni. Magari fatele vedere a qualche tecnico, a qualche giurista, così evitate di fare anche questi errori, laddove queste armi non vengono consentite perché hanno una potenza tale che possono essere pericolose. Tra l’altro, sono vietate dalla legge, come tutte le armi che non fanno rumore, perché queste sono armi ad aria compressa.
Speaker : PRESIDENTE
Metto in votazione l’emendamento n. 2, così come integrato dal proponente, ai sensi dell’articolo 102.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la mozione n. 565 nel suo complesso, come emendata.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 552 della collega Ostanel.
Prego, collega Ostanel.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che ho presentato a luglio 2024, sottoscritta da tutti i colleghi della minoranza, a seguito della morte del lavoratore Satnam Singh, che era stato abbandonato agonizzante davanti a casa, dopo un grave incidente sul lavoro che si sarebbe verificato presso un’azienda agricola in provincia di Latina.
A partire, lo ricorderete sicuramente, da quel caso brutale, si era riaperta in generale in Italia, ma anche in questa Regione, una discussione rispetto al tema della lotta al caporalato, ma più in generale della tutela rispetto ai lavoratori che troppo spesso si trovano sfruttati all’interno in particolare di alcuni ambiti lavorativi che anche in questa regione sono molto presenti.
In questa mozione, che presenterò molto brevemente, ricordo nel dispositivo una serie anche di progetti, che ovviamente la Regione del Veneto ha in campo, che avrebbe senso e meriterebbero di essere continuati.
Quindi, a partire anche da una serie di mozioni che abbiamo già discusso in questo Consiglio, in particolare la mozione n. 295, che era a mia prima firma che era già stata approvata all’unanimità, dove dicevo, anche in continuità con quanto diceva la collega Baldin, di procedere il più velocemente possibile a tutto il lavoro di assunzione all’interno di quelli che dovrebbero occuparsi di sicurezza sul lavoro, quindi gli SPISAL, ma anche l’ordine del giorno approvato nel 2022, che impegnava la Giunta a promuovere un monitoraggio e un approfondimento nei principali ambiti di criticità che in particolare riguardavano il tema del caporalato.
Quindi, chiedo oggi di impegnare la Giunta, a partire da un lavoro che abbiamo fatto in questo Consiglio, su alcuni punti precisi. Il primo: dare piena attuazione anche valutando un aggiornamento al protocollo d’intesa in materia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Lo dico perché in Commissione Quarta c’è una discussione importante su questo tema e quindi io credo dovremmo davvero non solo dare piena attuazione, ma aggiornare un protocollo, anche in virtù di tutti i dati che stiamo raccogliendo sul tema del caporalato in questa Regione, che sono allarmanti.
Il secondo punto è farsi parte attiva per fare in modo che vengano istituite, in tutte le province del Veneto, delle sezioni territoriali del lavoro agricolo di qualità, come richiederebbe, tra l’altro, questo protocollo; dare ampia diffusione a un numero verde che esiste, che è un numero verde antitratta, su cui varie progettualità del Veneto stanno già lavorando.
La Regione Veneto sostiene alcune di queste progettualità, che in realtà sono progettualità del Ministero nazionale, a cui io chiedo di dare piena attuazione.
Garantire, quindi, poi – sono gli ultimi due punti – che venga data continuità nel tempo e anche economica a quei progetti, usando i fondi, ovviamente, nazionali, che intervengono proprio sulla prevenzione dello sfruttamento su questi temi, quindi sul caporalato. Dare, poi, piena attuazione agli impegni già previsti della mozione che citavo, la n. 295 che abbiamo già approvato all’unanimità in questo Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Scusate, ma ho un problema tecnico.
Collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Europa Verde)
Molto brevemente. Solo per ricordare che è una questione che emerge anche nella nostra Regione, come lo ricordava la prima firmataria, la collega Ostanel. In Quarta Commissione stiamo approfondendo la questione ed effettivamente è un problema che riguarda anche la nostra Regione. Spesso quando si parla di caporalato la stessa mozione riferisce di un fenomeno gravissimo, cruento che riguarda fatti avvenuti a Latina, ma purtroppo accadono anche qui da noi, cioè i fenomeni di caporalato.
Pensate, colleghi, che la prima sentenza di condanna per il reato di caporalato, sapete che è stato istituito abbastanza recentemente, è venuta per fatti accaduti a Salgareda, in Provincia di Treviso, quindi un tema che ci riguarda ed è giusto che la Regione si impegni per contrastarlo fino in fondo.
Speaker : PRESIDENTE
Bene. Metto in votazione la mozione 552.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione 588 della collega Luisetto: I ragazzi protagonisti della tutela dei loro diritti.
Prego, Luisetto.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Anche in virtù della presenza dell’assessore Lanzarin chiudiamo con una mozione che è coerente con l’assessorato.
Allora, il 25 giugno scorso abbiamo ospitato, nella sede del Consiglio regionale, i ragazzi e le ragazze del villaggio SOS di Vicenza che, coadiuvati da educatori e professionisti, hanno stilato un protocollo che si chiama “Child safeguarding policy per tutte e per tutti” dove, con un linguaggio semplice e chiaro, adatto anche ai bambini e ragazzi, hanno essi stessi fornito gli strumenti utili per conoscere i diritti e, soprattutto, tutelarli. Ascolto, informazione, coinvolgimento e partecipazione attiva sono le parole chiave.
È uno strumento per riconoscere la violenza, detto e costruito da ragazzi per altri coetanei, con parole semplici per aiutarli ad affrontare momenti difficili e prevenirli e sapere come mettersi al sicuro. Li abbiamo ospitati. Era presente il Garante, l’Assessore, la Presidente Brescacin.
Nell’impegno di questa mozione chiede al Consiglio di valorizzare e promuovere, nei processi educativi, le buone prassi sopra evidenziate, quelle contenute in questo protocollo, diffondere la conoscenza del protocollo nelle scuole e nei diversi contesti educativi.
È molto agevole. Sono poche pagine, ma i contenuti sono veramente molto interessanti e parlano con un linguaggio semplice di temi difficili, coinvolgendo anche in tale attività il Garante regionale dei diritti alla persona.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. È chiarissimo.
Metto in votazione la mozione n. 588.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Grazie, colleghi.
Abbiamo terminato tutte le mozioni e le risoluzioni in ordine del giorno. Abbiamo fatto pulizia del nostro programma dei lavori. Riprenderemo, mi auguro, con spirito nuovo nelle prossime settimane. La Capigruppo la facciamo giovedì, visto l’orario.
La seduta è tolta. Grazie.