Regione del Veneto
Click on “CC”, at the bottom-right of the video, to enable/disable the subtitles.
For each recording, these features are available:
- Comprehensive transcription of the recording;
- (If set) the list of all the speakers in time order and the arguments of the agenda.
The media library is completely browsable.
- Simple search:
- Speaker: it is possible to select one or more speakers attending the recorded event (if speakers are indexed).
- Agenda argument: it is possible to select only those recordings that have some specific argument treated.
- Date or time span: This option allows selecting the recordings of events held in a specific date or during a specified time interval.
- Advanced search: it is possible to search single words, names, phrases, arguments treated during the recorded events and the result of the search will be a list of all those recordings in which the searched term has been treated. Then it is possible to listen to the recording in the precise instant where the searched words are pronounced.
As for now, the enabled social networks are:
- Google+
To activate the service all you need is to sign up up using your email where the alerts will be delivered and choose the words/argument of interest.
Once the alert criteria is set, you will receive an email containing::
- The internet address of the recording
- The recording title with the chosen search criteria
- The list of the links to the instant where the searched words are pronounced. The words that are found are highlighted in italic.
CONTACT US
Speaker : PRESIDENTE
Registratevi su Concilium. Grazie.
Colleghi, buongiorno. Iniziamo la seduta.
Approvazione dei verbali delle sedute precedenti.
Non vedo nessuno che ha obiezioni, quindi li do per approvati.
Comunicazioni del Presidente.
Ho il congedo del presidente Luca Zaia.
Hanno comunicato l’assenza la collega Baldin e il collega Polato.
La collega Cavinato ci segue da remoto.
Iniziamo con le interrogazioni.
Ne ho due della collega Baldin, che ci ha chiesto di rinviare al prossimo Consiglio perché, appunto, oggi non è presente.
Iniziamo con la IRI n. 421 della collega Zottis: “La Giunta regionale intende assicurare l’erogazione, da parte dell’AULSS 3 Serenissima, del 100% delle impegnative di residenzialità?”.
Collega Zottis, prego.
Speaker : Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
L’interrogazione, che è stata depositata il 26 luglio, si basa sul fatto che risultava, almeno a chi ha sottoscritto l’interrogazione, che per quanto riguarda l’anno 2023 l’AULSS 3 Serenissima abbia rilasciato soltanto l’80% del numero massimo annuo di impegnative di residenzialità e che la stessa Direzione dei servizi socio-sanitari abbia convocato i responsabili dei sopracitati centri servizi per comunicare che fino alla fine dell’anno sarà possibile accogliere nuovi ospiti solo nei casi in cui si verificano decessi o dimissioni.
Per queste motivazioni i sottoscritti chiedono all’assessore regionale Lanzarin se si intende urgentemente avviare le azioni necessarie per assicurare l’erogazione da parte dell’AULSS 3 del 100% delle impegnative di residenzialità previste dalla DGR n. 996/2022, così da garantire all’utenza la totalità dei servizi previsti per il territorio di competenza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei. Risponde l’assessore Lanzarin.
Speaker : Ass.ra Manuela LANZARIN
Si riscontra il quesito rammentando innanzitutto che le funzioni di programmazione riferita al fondo regionale della non autosufficienza...
Speaker : PRESIDENTE
Assessore, più vicino al microfono. Grazie.
Speaker : Ass.ra Manuela LANZARIN
...rammentando che le funzioni di programmazione riferite al fondo regionale della non autosufficienza sono in capo alla Regione, mentre quanto riguarda gli aspetti gestionali riferiti a tale livello assistenziale, gli stessi fanno capo all’azienda AULSS 3 Serenissima per il proprio territorio di competenza.
Preme inoltre sottolineare che il numero di impegnative di residenzialità erogabili dall’azienda AULSS a favore delle persone non autosufficienti è spendibile all’interno del centro dei servizi accreditati e le risultanze delle risorse assegnate alla Regione del Veneto all’azienda AULSS è annualmente rapportato al numero delle giornate di assistenza erogate per l’annualità di riferimento.
Con riferimento all’allegato C della DGR n. 996/2022 recante “Aggiornamento della programmazione del fondo regionale della non autosufficienza per l’area anziani”, con l’aggiornamento dei fabbisogni della programmazione, delibera n. 73 CR del 2022, lo stesso prevede per l’azienda AULSS 3 Serenissima un incremento programmato del numero di impegnative da attivare con decorrenza dal secondo semestre dell’anno 2022, progressivamente nei successivi anni 2023 e 2024.
L’incremento di spesa nell’ambito della residenzialità per le persone anziane non autosufficienti, erogata e registrata tra l’anno 2021 e l’anno 2022 è parimenti al trend dei primi cinque mesi dell’anno 2023: non risultano in contraddizione con il rispetto alla valorizzazione della distribuzione delle risorse per l’esercizio 2023, riportato nell’allegato C della DGR n. 996/2022.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Per la replica, collega Zottis.
Speaker : Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
La ringrazio. Grazie, Presidente e grazie, Assessore.
Però rileggerò con attenzione la risposta e anche gli allegati citati dalla risposta, perché momentaneamente, da quello che insomma ho capito verbalmente, non posso ritenermi soddisfatta o comunque parzialmente soddisfatta della risposta stessa perché è vero che la Regione chiaramente ha alcune competenze e che l’AULSS né altre, è vero che poi, se ci sono dei problemi nella garanzia stessa di quello che viene previsto dalle delibere regionali, forse bisogna capire anche il perché non vengono attuate. Quindi attendo di rileggere con attenzione la risposta e anche, eventualmente, di interfacciarmi ulteriormente per la risoluzione del problema stesso. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei. Aspettiamo un attimo che sta arrivando l’assessore Bottacin, è roba di un minuto. Bene, passiamo all’interrogazione, la IRI 336 del collega Zanoni: “PM10 alle stelle: mentre molti Sindaci rinunciano ai falò dell’Epifania, il Presidente del Veneto accende il Panevin nonostante il divieto di accensione fuochi all’aperto previsto dalla DGRV 238 del 2 aprile ’21! Questo è l’esempio che vuol dare ai cittadini?”.
Prego, Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
L’interrogazione è molto più tecnica e volta a tutelare la salute dei cittadini e le norme ambientali di quanto potrebbe sembrare polemica anche dal titolo, pur essendo un titolo rispecchiante una amara realtà che dobbiamo assistere nella nostra Regione.
Allora premesso che il Presidente della Regione in data 5 gennaio 2023, come hanno riportato i giornali e tv locali, ha partecipato ad Arcade al cosiddetto “Panevin” in occasione dell’Epifania, si tratta in questo caso di un falò rituale che interessa una catasta di legna e ramaglie dal volume di 500 metri cubi, 500 metri cubi, con altezza di nove metri e mezzo e diametro di 10 metri che lo stesso Presidente ha acceso in tale occasione. In tutto il territorio del Veneto c’è una delibera della Giunta che in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea del 2020 vieta qualsiasi tipologia di combustioni all’aperto dal primo al 30 aprile di ogni anno.
Se i colleghi mi dicono, posso aspettare se li disturbo e poi magari riprendo, Presidente. Cosa dice?
In Veneto ci sono continui sforamenti della violazione della direttiva sulla qualità dell’aria e nella sola Treviso i giorni di sforamento dei livelli massimo di PM10 sono stati 65 contro massimo 35 consentiti. Io sintetizzo. C’è una delibera regionale, che è pubblicata anche sul sito della Regione, che vieta queste accensioni. Quando è stato acceso quel falò da parte del Presidente della Giunta regionale eravamo in massima allerta. Ho chiesto alla Regione che cosa intenda fare perché il nostro Presidente rispetti le leggi che lui stesso ha emanato.
Speaker : PRESIDENTE
Risponde l’assessore Bottacin. Prego.
Speaker : Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Grazie, Presidente.
In via generale, i falò dell’Epifania (Panevin), che si svolgono sul territorio regionale per gli effetti di quanto previsto dal nuovo accordo Bacino Padano, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 836 del 6 giugno 2017, sono direttamente collegati alle condizioni meteo favorevoli o meno alla dispersione degli inquinanti e all’eventuale attivazione delle misure temporanee (il primo livello è arancio, il secondo livello è rosso) al verificarsi di condizioni di accumulo e di aumento del PM10.
Infatti, nel citato accordo, all’Allegato 1, criteri per l’individuazione e la gestione delle situazioni di perdurante accumulo degli inquinanti, al punto b) specifica che le misure temporanee sono articolate su due livelli in relazione alle condizioni di persistenza dello stato di superamento del valore di 50 microgrammi su metro cubo della concentrazione di PM10 registrato dalle stazioni di rilevazione.
Il primo livello (arancio) scatta dopo quattro giorni consecutivi di superamento misurato nella stazione di riferimento del valore di 50 microgrammi per metro cubo della concentrazione di PM10 sulla base della verifica effettuata da ARPAV nelle giornate di lunedì e giovedì, giornate di controllo, sui quattro giorni antecedenti e prevede, tra le specifiche misure temporanee da attivare, anche il divieto assoluto per qualsiasi tipologia (falò, barbecue e fuochi d’artificio a scopo di intrattenimento eccetera) di combustione all’aperto, anche relativamente alle deroghe consentite dall’articolo 182, comma 6 bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, rappresentate dai piccoli cumuli di residui vegetali bruciati in loco.
È un divieto che viene mantenuto anche per il secondo livello (rosso), attivato dopo il decimo giorno di superamento consecutivo misurato nella stazione di riferimento del valore di 50 microgrammi su metro cubo della concentrazione di PM10.
In esecuzione della sentenza della Corte di giustizia europea del 10 novembre 2020, con la quale lo Stato italiano è stato condannato per aver superato in maniera sistematica e continuativa i valori limiti applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 posti dalla direttiva 2008/50/CE, la Giunta regionale, con deliberazione n. 238 del 2 marzo 2021, ha approvato, altresì, un pacchetto di misure straordinarie, da estendere a tutto il territorio regionale, nel triennio 2021-2023, i cui interventi riguardano principalmente i settori dell’agricoltura, trasporti, energia ed ambiente. Tra le varie misure afferenti al settore dell’agricoltura è prevista la conferma del divieto di combustione all’aperto di residui vegetali su tutto il territorio regionale dal 1° ottobre al 30 aprile e il potenziamento dei controlli sul territorio del rispetto del divieto.
Nondimeno, in ordine a quanto precede merita di essere rammentata la disciplina recentemente introdotta dall’articolo 10 del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, il quale statuisce che: 1) fermo restando quanto previsto dall’articolo 182, comma 6-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e fatta salva la possibilità di adottare speciali deroghe per motivi sanitari e di sicurezza e per altri motivi previsti dalla normativa vigente, nelle zone individuate ai sensi del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155, appartenenti alle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, in cui risultano superati i valori limite giornaliero e annuale di qualità dell’aria e ambiente previsti per il materiale particolato PM10 dall’allegato 11 al medesimo decreto legislativo n. 155/2010, le pratiche agricole di cui al medesimo articolo 182, comma 6-bis, del decreto legislativo n. 152/2006 sono ammesse solo nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre; 2) la disposizione di cui al comma 1 si applica nelle zone interessate da superamenti del valore limite, comunicati alle competenti autorità europee entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di monitoraggio e per il periodo che intercorre tra il 1° ottobre di tale anno e il 30 settembre dell’anno seguente. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e le Regioni pubblicano sul proprio sito internet istituzionale l’elenco di tali zone entro il 30 settembre di ciascun anno.
In relazione allo specifico quesito si rammenta che i surriferiti interventi sono, comunque, rafforzativi e integrativi di quanto già previsto dal Piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera, aggiornato con deliberazione del Consiglio regionale n. 90 del 19 aprile 2016, le cui previsioni sono attuate dai Comuni, sotto il coordinamento dei Tavoli tecnici zonali, come indicato all’articolo 5 della normativa generale di Piano. Peraltro, come stabilito dall’articolo 7 della menzionata normativa generale di Piano, in caso di inerzia del Comune tutte le iniziative di loro competenza devono essere adottate in via sostitutiva dalle Amministrazioni provinciali competenti per territorio.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Prego, Zanoni, per la replica.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Per par condicio, chiedo anch’io di avere un po’ di tempo in più, visto che è stato dato due minuti...
Speaker : PRESIDENTE
No, il tempo in più l’ho dato per concludere degnamente la risposta.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Va bene, allora non spreco il mio tempo. Volevo aggiungere che ricordavo la situazione relativa all’attenzione di questo Panevin è stata fatta in una situazione di massima allerta, allerta arancione, quando i pediatri, a livello regionale, denunciavano, come anziani e i bambini, anche gli anziani quindi oltre che i bambini, non potevano e non dovevano fare attività all’aperto perché c’era una situazione di inquinamento terribile in tutta la nostra Regione, soprattutto in pianura.
L’Agenzia europea dell’ambiente ha individuato circa 70.000 persone ogni anno che muoiono in Italia a causa dell’inquinamento dell’aria e tutto questo viene confermato dall’Agenzia europea dell’ambiente e non solo, anche dall’Istituto Superiore di Sanità proprio in questi giorni.
Allora io ringrazio l’Assessore per la risposta, ovvero per le parti della risposta dove praticamente conferma per filo e per segno quanto da noi denunciato in questa interrogazione, ovvero che ci sono precise disposizioni di legge nazionali, statali, europee. C’è una disposizione regionale che vieta queste accensioni. Viene scritto, me lo dite voi nella risposta, che non si possono attuare nemmeno le deroghe per le piccole combustioni. Abbiamo visto molti Sindaci fare dei giochi di luce al posto dei Panevin proprio perché preoccupati per la salute dei propri cittadini.
Quello che chiedo e che dico io adesso è che abbiamo un problema quindi: abbiamo un problema e io mi rivolgo soprattutto ai colleghi di Fratelli d’Italia, che magari sono più svincolati, diciamo così, da quanto il nostro Presidente vuole fare nella nostra Regione. Il problema è che abbiamo un Presidente di Regione che è andato contro le proprie regole, contro le leggi dello Stato, contro le leggi dell’Unione europea in un periodo terribile per tutti i cittadini. Voi non sapete quante telefonate riceviamo noi, Consiglieri locali e anche regionali, dopo quel falò: persone che per 2 o 3 giorni non possono aprire casa perché praticamente viene affumicato un intero paese: viene prima la festa col brulée, col fuoco, con le danze e i balli, o viene prima la salute dei cittadini e la legalità e il rispetto delle leggi? Dobbiamo dare queste risposte e noi politici amministratori dovremmo dare l’esempio, non dobbiamo dare l’esempio contrario, l’esempio della legge che mi modifico e adatto alle mie volontà e alle mie esigenze di propaganda e di pubblicità nel territorio.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Zanoni.
Collega Valdegamberi su cosa? È un’interrogazione, non è discussione su… Peccato!
Colleghi, abbiamo terminato con le interrogazioni.
Andiamo al punto n. 6: PDL n. 198 “Modifica alla legge regionale 16 aprile 85 ‘Norme per la tutela ambientale in materia di trattamento dei dati relativi alle misure di contenimento dell’inquinamento derivante dal traffico veicolare’”.
Collega Rizzotto, relatrice, prego.
Speaker : Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
La Regione del Veneto, per ridurre le emissioni in atmosfera, per migliorare la qualità dell’aria e assicurare il rispetto degli obblighi comunitari, intende attivare misure di intervento comuni, coordinate con le altre Regioni del bacino padano.
Quindi, per fronteggiare l’inquinamento atmosferico presente in tale ambito, in coerenza con le politiche comunitarie, ritiene di promuovere, in conformità al Regolamento Europeo 2016/679 del Consiglio del 27 aprile 2016 e del decreto legislativo n. 196 del 2003 e agli altri standard di sicurezza informatica, accordi per la condivisione di un sistema integrato per la gestione delle limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti mediante il monitoraggio delle percorrenze e dello stile di guida.
Il progetto sperimentale MoVe-In, avviato dalla Regione Lombardia, al quale la Regione del Veneto intende aderire, prevede una modalità innovativa per il controllo delle emissioni dei veicoli inquinanti attraverso il monitoraggio delle percorrenze, dell’uso effettivo del veicolo e dello stile di guida adottato tramite l’installazione sul veicolo di una scatola nera (black-box) fornita da operatori privati TSP (Telematic Service Provider).
È un servizio tramite il quale i cittadini proprietari di veicoli soggetti a limitazioni della circolazione possono richiedere una deroga chilometrica ai divieti vigenti, monitorabile in base all’uso effettivo del veicolo e allo stile di guida adottato.
I proprietari dei veicoli inquinanti, stipulando un apposito contratto, possono far installare da un soggetto privato specializzato (TSP) un dispositivo black-box a bordo dei propri veicoli, che consente di rilevare le percorrenze reali attraverso il collegamento satellitare ad un’infrastruttura tecnologica dedicata e abilitata a gestire limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti.
Il soggetto che aderisce al progetto, previo accesso mediante identità SPID o Carta Nazionale dei Servizi, si registra sulla piattaforma informatica dedicata e gestita da Aria SpA, società in house di Regione Lombardia che gestisce il sistema informatico del servizio MoVe-In, inserendo i dati del veicolo di cui è proprietario, i propri dati anagrafici e quelli di contatto, quindi posta certificata o e-mail. Successivamente a tale registrazione l’utente può scegliere un TSP tra quelli accreditati sul territorio veneto per l’installazione del dispositivo.
Questo progetto di legge, l’articolo 1, va ad inserire nell’ordinamento giuridico regionale un’apposita norma per il trattamento dei dati nel rispetto del Regolamento UE 2016/679 correlati al progetto MoVe-In. Quindi qua noi trattiamo proprio del trattamento dei dati della privacy.
L’articolo 2, concernente la norma finanziaria, quantifica le risorse necessarie complessivamente nel triennio 2023-2025 per gli interventi previsti in 250.703 euro, precisando che per la relativa copertura finanziaria si farà ricorso a una parte delle risorse trasferite dallo Stato nell’ambito del programma di finanziamento volto a promuovere l’attuazione di interventi per il contrasto dell’inquinamento atmosferico e conseguentemente il miglioramento della qualità dell’aria e del territorio delle regioni del bacino padano, di cui al decreto del Direttore Generale per il clima e l’energia e l’aria del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 412 del 2020.
Abbiamo acquisito il parere della Prima Commissione e ringrazio anche legislativo per il supporto. Faccio presente comunque, come abbiamo detto anche in Commissione, che su questa proposta che riguarda il trattamento dei dati personali si è espresso anche in maniera favorevole anche il Garante per la privacy e che questo progetto riguarda tutte le Province della Pianura Padana, del Bacino padano. È già stato avviato, oltre che in Lombardia, anche in Emilia Romagna e in Piemonte, quindi manca il Veneto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
La parola al correlatore Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo è uno dei tanti provvedimenti che le Regioni del Bacino padano stanno attuando per contrastare un inquinamento che è unico in Europa per quanto riguarda la sua datazione e per quanto riguarda anche la sua gravità, che è quello appunto dell’inquinamento dell’aria. È un dispositivo utile a introdurre un sistema di monitoraggio dei veicoli, in particolare dei veicoli inquinanti a titolo di volontario, dove appunto il soggetto aderisce a questo progetto, deve attuare alcune procedure burocratiche e poi ha a bordo un dispositivo che praticamente monitora quelle che sono le pratiche di guida tramite questa BlackBox.
È una norma che è già in vigore in Lombardia, e non solo, e quindi, una volta approvata questa norma che consente in particolare di superare il problema delle norme sulla privacy, consentirà con questa modifica di essere attuata anche nella nostra Regione.
Gli interventi che si stanno facendo per superare questo stato di inquinamento dell’aria nella nostra Regione sono molti. Abbiamo un inquinamento datato. Come ricordavo prima nell’interrogazione, abbiamo anche, purtroppo, subito una condanna da parte della Commissione europea dopo una lunga procedura di infrazione a causa del superamento dei valori limite per quanto riguarda la direttiva sulla qualità dell’aria e quindi dobbiamo correre.
In realtà, non è stato fatto molto, perché da anni registriamo continui sforamenti dei valori limite della qualità dell’aria e quindi continuiamo a registrare anche il bollettino che ogni anno viene dato da parte della Commissione europea tramite l’Agenzia europea per l’ambiente che, come ricordavo prima, imputa all’Italia un numero di morti a causa dell’inquinamento da polveri sottili, ovvero PM10-PM0,5, pari a 70.000 persone morte prematuramente.
Credo che interventi come questi siano utili. Dopo bisogna vedere come verranno applicati e che numero di veicoli interesseranno. Il problema è che bisogna crederci a queste misure. Io credo che vedendo quello che sta accadendo in Veneto ci si crede poco. Qui stiamo prevedendo delle misure per un numero molto limitato di veicoli, per poterli monitorare, poter risparmiare emissioni che vanno a contribuire a questo inquinamento. Quindi, quando dico “ci si crede poco”, mi riferisco al fatto che poi basta una nottata per creare un inquinamento, altro che una Euro 0, Euro 1 o Euro 2, un inquinamento di migliaia e migliaia di auto tutte nello stesso colpo. Mi riferisco proprio al tema dell’interrogazione precedente, che è molto connesso a questa legge, relativo al fatto che abbiamo ancora delle deroghe vietate dalla legge al divieto di combustione all’aperto. Mi riferisco a quella enorme catasta di legna bruciata il 5 gennaio 2023, cioè il 5 gennaio di quest’anno, l’Epifania, alta 9,5 metri e dal diametro di 10 metri, quando eravamo in emergenza arancione, quando avevamo ogni giorno gli alert che arrivavano dall’ARPAV per quanto riguarda questo problema e appena dopo aver registrato, a causa dei botti del primo dell’anno, un valore di 199 microgrammi al metro cubo a Treviso, quando il limite di legge è di 40, 50 se rapportato all’altro parametro che riguarda i 35 sforamenti l’anno. Quindi, è una situazione veramente da non credere, perché la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.
Se decidiamo di attuare tutte queste norme per limitare quelle piccole porzioni di inquinanti che vengono immessi in atmosfera da questi veicoli datati, facciamo una serie di norme per contrastare questo inquinamento. Abbiamo addirittura norme regionali, come la delibera citata, che vietano anche le deroghe, perché addirittura, come ha letto prima l’assessore Bottacin, vengono eliminate anche quelle deroghe che potevano essere attuate per bruciare piccoli cumuli di residui vegetali bruciati in loco. Erano deroghe per gli agricoltori. Quando fanno le pulizie dei loro appezzamenti e hanno queste ramaglie, venivano previste queste deroghe. Quindi, abbiamo norme precise, abbiamo una serie di disposizioni che sono più che chiare, che vengono confermate dalla stessa Giunta regionale, però abbiamo così, per una tradizione che non può essere più consentita perché le cose sono cambiate, abbiamo una densità di abitanti molto più elevata, abbiamo, rispetto a 20-30 anni fa, una popolazione molto più presente anche nei piccoli centri, siamo arrivati a quasi 5 milioni di abitanti, tant’è vero che a causa di questo, e delle attività connesse, abbiamo una costante violazione di quella che è la direttiva sulla qualità dell’aria, che già è una direttiva di manica larga, perché pone dei limiti che in realtà consentono comunque un determinato inquinamento di fondo. Perché, colleghi, si consentono massimo 35 sforamenti l’anno dei famosi 50 microgrammi/metro cubo. Nel contempo, abbiamo la registrazione da parte dei pediatri e da parte dei medici di un numero costante di malattie respiratorie, bronchiti, e abbiamo addirittura questi alert che tutti noi conosciamo bene, perché tutti leggiamo i giornali, che da dicembre fino a gennaio, in particolare, pediatri, medici, associazioni e quant’altro lanciano sui giornali addirittura chiedendo di non portare fuori gli anziani e i bambini.
Bene, di fronte a questo, abbiamo episodi come quello di Arcade. Io non è che sia, come dire, un fatto fuori dal mondo quello di Arcade, il problema è che non è fatto da un’associazione locale, non è fatto da un Sindaco. Abbiamo molti Sindaci anche un po’ bizzarri e li abbiamo visti agire nel territorio e adesso magari sono anche qua che fanno i Consiglieri regionali e magari hanno anche dei precedenti. Va beh, pazienza. Ma il vertice della Regione non può permettersi di attuare delle azioni che sono in pieno contrasto con le norme dello Stato, con le norme regionali, ma ahimè addirittura in contrasto con una norma che lui stesso ha firmato, che è quella delibera che, per recepire la sentenza di condanna, vieta ogni tipo di combustione all’aperto, ogni tipo di combustione all’aperto.
Ci sono Sindaci nel territorio che si sono ingegnati perché hanno detto: siccome comunque la tradizione c’è, non rinunciamo alla tradizione, facciamo questi incontri serali e al posto della luce del fuoco, al posto delle fiamme, al posto delle cataste, che creano inquinamento, creiamo dei giochi di luce. Questo è un qualcosa che molti Sindaci, di tutte le appartenenze politiche, che naturalmente hanno capito che non si possono affumicare ulteriormente i cittadini che vivono un problema sanitario, perché è un problema sanitario, e hanno deciso di trovare queste alternative.
Io augurerei, auspicherei veramente che il nostro Presidente di Regione fosse un Presidente virtuoso nei confronti di questi problemi, che trovasse soluzioni e che spingesse per queste soluzioni; non che queste soluzioni debbano venire dai Sindaci dei piccoli Comuni del Veneto. Questo a mio avviso è un problema politico non indifferente. Anche perché, chi rappresenta la massima Istituzione politica a livello regionale deve dare l’esempio. Che esempio stiamo dando ai cittadini? Che esempio stiamo dando anche ai Sindaci, se il vertice vìola una norma da lui stesso emanata? Qual è l’esempio? Secondo me, quindi, non è solo una questione strettamente legata agli allarmi dei pediatri e dei medici, agli allarmi dei cittadini che non possono tenere le finestre aperte per due o tre giorni perché affumicati. Ma questa è anche una questione di legalità, che vale per qualsiasi cosa. Chi siede nei posti di comando politico-amministrativi di una Regione deve dare l’esempio, anzi, deve condannare, quando qualcuno si permette di violare delle norme regionali, non solo, naturalmente, seguendo le vie delle norme, delle sanzioni, eccetera, ma anche politicamente.
Queste cose vanno denunciate, bisogna denunciare chi vìola le leggi.
Tornando alla norma, ne abbiamo viste tante, norme. L’assessore Bottacin ne ha affrontate tantissime; il lavoro è immane, c’è questo tavolo, dura da anni. Si cerca di fare tutto il possibile. A mio avviso ci sono ancora temi irrisolti che riguardano determinate immissioni nel territorio, che sono quelle aeree. La Commissione europea ha previsto norme che riguardano limitazioni ai veicoli di trasporto, all’agricoltura, all’industria, ci sono moltissime norme che limitano l’inquinamento, però, per quanto riguarda il traffico aereo, siamo praticamente all’anno zero.
Credo che si debba finalmente pensare anche a questo, e io credo che una Regione che si sta impegnando, anche se i risultati non sono dei migliori, dovrebbe attivarsi nei tavoli nazionali, facendo presente anche questo problema, perché noi in Veneto, lo sappiamo tutti, abbiamo degli aeroporti molto importanti, con traffici veramente molto consistenti. I masterplan dei principali aeroporti prevedono addirittura un incremento di questo traffico entro qualche anno. Quindi, bene affrontare con norme come questa il problema dell’inquinamento dell’aria, ma bisogna avere una visione generale e cercare di andare a colpire anche le grosse emissioni, naturalmente dando l’esempio, un esempio di legalità e di rispetto di quelle norme che già ci sono ma che abbiamo visto fanno molta fatica a risolvere il problema, tant’è vero che a livello di Unione europea anche i rappresentanti seduti oggi qui in quest’Aula sono andati a dire, ad auspicare che la direttiva dell’aria venga modificata e sia di manica più larga. Io credo che questo comunque sia una strada sbagliata. Abbiamo delle leggi che sono state fatte per garantire la salute dei cittadini europei, dobbiamo puntare a rispettare quelle leggi.
Tra l’altro, aggiungo, non possiamo scherzare col fuoco. Sembra quasi un doppio senso, ma qui si sta scherzando col fuoco perché abbiamo una sentenza di condanna della Commissione europea e siamo in una fase molto delicata per il nostro Paese e per le Regioni causa di questa violazione della direttiva dell’aria, perché? Perché stanno calcolando le sanzioni. Si parla di sanzioni veramente consistenti. Io credo che lo sforzo che dobbiamo fare attualmente, anche in previsione del prossimo bilancio, sia quello di investire risorse per risanare l’aria perché sarebbe veramente un controsenso dopo pagare centinaia di migliaia di euro per le sanzioni quando invece potevamo investire quei soldi per risolvere il problema.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Guarda, prego.
Speaker : Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Beh, qui si tratta semplicemente di un passaggio, come dire, che è necessario per consentire alla Regione del Veneto e alla Giunta di poter aderire a questo percorso che è già appunto in essere in Lombardia.
Parto da un presupposto. In questo anno e negli scorsi anni Europa Verde in particolar modo vi aveva posto due questioni e le aveva poste alla Giunta, così come ai Consiglieri di maggioranza. La più urgente è emersa a marzo di quest’anno quando in Commissione Prima e in Commissione Seconda è stata presentato l’evoluzione, diciamo, a seguito della procedura di infrazione della condanna rispetto alla qualità dell’aria, l’evoluzione delle politiche regionali e dei risultati ottenuti, che evidentemente, seppur presentati con una certa soddisfazione, in realtà si scontravano fortemente con i dati reali proprio vissuti in quest’inverno, con per esempio Vicenza - giusto per citarne una di città capoluogo - che già nel mese di marzo aveva superato 20 delle 35 giornate possibili, tollerate, diciamo, di superamento dei limiti in termini di emissioni per la qualità dell’aria. Quindi, oggettivamente parlando, quando ci siamo confrontati su quel tema vi ho detto e ho chiesto ai tecnici di Giunta: “Si hanno in previsione ulteriori iniziative per consentire alla Regione del Veneto di implementare le misure esistenti, visto che le considerate positivamente dai tecnici della Giunta, così come aggiungerne altre che potrebbero realmente aiutarci a raggiungere un obiettivo di qualità dell’aria, viste le emergenze e le denunce anche degli stessi pneumologi che lavorano all’interno dei nostri ospedali per la qualità e la sicurezza della salute specie dei più piccoli e delle persone più fragili?”.
La risposta è stata “no”. Questa cosa qui non mi andava assolutamente bene e immagino che non andasse bene nemmeno a voi, avendo parlato con magari anche i diretti interessati, gli stessi primari degli ospedali nostri. Quindi, interpreto questa evoluzione verso l’adesione al servizio MoVe-In come una apertura all’implementazione di azioni che possono rendere più socialmente accettabili alcune limitazioni, venendo incontro, in particolar modo, penso, alle famiglie con più difficoltà economiche e che evidentemente in quelle aree devono andare per motivazioni di lavoro o per motivazioni familiari con la propria automobile non adatta e non accettata all’interno di quelle limitazioni e non possono entrare.
Per cui, capisco e interpreto questa deroga, questa adesione a questo principio di deroghe come un tentativo per cercare di implementare le iniziative per ridurre l’impatto ambientale delle auto, venendo incontro alle persone che più sono sottoposte a limitazioni.
Questo, da un punto di vista sociale, può avere un certo tipo di interesse. Attenzione, però. In realtà questo è uno strumento che non crea una differenza a seconda della possibilità delle persone di accedere a determinati servizi, di poter pensare ad alternative di servizi, ad alternative dall’uso dell’auto.
Quindi, essenzialmente, normalizza una deroga, così come per una persona con un reddito basso che magari non riesce a sostituire la propria auto, così come per una persona che possiede un’auto altamente inquinante.
Questo principio di normalizzazione delle deroghe non sono convinta sia la strategia più giusta per affrontare un tema, il tema per cui la qualità dell’aria non gestita soltanto, attenzione, nelle giornate ecologiche o con limitazioni temporanee, ma gestita in un’ottica annuale, a trecentosessanta gradi, i progetti per la riduzione delle emissioni nell’aria, in particolar modo delle auto, sono progetti importanti che non possono essere trasformati in una logica di deroga per alcuni e non per altri. Non possono essere sostituiti da una diseducazione attraverso la deroga, devono essere, invece, utilizzati per fare educazione, per consentire alla gente di poter cominciare a ragionare sulle proprie alternative dall’utilizzo dell’auto.
Apro, pertanto, alla discussione e alla possibilità di aderire a questa misura in più, ma – attenzione – che sia affiancata da un percorso che renda davvero il cittadino consapevole delle proprie alternative. Quindi, arrivo alla seconda proposta, che in questi anni vi abbiamo continuato a ribadire all’interno in particolar modo delle discussioni di bilancio, ma anche in occasione della discussione sulla Giornata ecologica: cominciamo ad investire i nostri soldi, magari cercando di spostarli da alcuni investimenti che potrebbero essere servi di una logica dell’utilizzo del trasporto privato, e basta, verso la logica dell’investimento nel trasporto pubblico, verso la logica per cui nel momento in cui io do l’indicazione di una limitazione rendo disponibile e gratuito il trasporto pubblico locale, per consentire alle persone di poter avere la propria alternativa, senza per forza pensare al trasporto privato, nelle città in particolar modo, come l’unica propria soluzione soltanto perché è più facile?
Alla luce di questo, non mi metto ad ostacolare un percorso che va ad aggiungere opportunità per raggiungere degli obiettivi, ma credo che questo sia uno strumento da utilizzare con estrema cautela e da utilizzare in particolar modo per cercare di venire incontro, invece, alle persone che hanno necessità di essere assistite in quest’epoca di cambiamenti, e sono le persone che, appunto, non possono accedere e aderire all’acquisto di auto nuove oppure ad altri servizi.
Quindi, la naturale evoluzione di questa misura è quella di una Regione del Veneto che finalmente scommette sul proprio trasporto pubblico locale e di interconnessione fra le zone più rurali e le zone più cittadine e le zone dove ci sono zone industriali, per i lavoratori eccetera, e che investe realmente anche in sistemi, anche sperimentali inizialmente, per consentire al cittadino di normalizzare la ricerca di un’alternativa all’auto, che evidentemente è la cosa più semplice da prendere in considerazione.
È un cambiamento che capisco che per chi è cresciuto o vive in una logica di conservazione è difficile da un punto di vista culturale e di abitudine quotidiana ma, oggettivamente parlando, è un cambiamento che si sta vedendo, perlomeno nelle città che stanno sviluppando progetti ad hoc, penso, per esempio, alla città di Londra, consente anche a chi ha più possibilità per riuscire a bypassare i limiti economici relativi a restrizioni, eccetera, di educarsi alla scelta. E questa scelta evidentemente deve essere corrisposta verso una riduzione dell’utilizzo del trasporto privato e un aumento, un sostegno invece al trasporto pubblico. Un invito che in questo momento noi possiamo sperimentare in particolar modo consentendo alle persone di poter accedere ad un prezzo che sia onesto o addirittura gratuito di un sistema di trasporto pubblico che ad oggi non a tutti è consentito, non ancora... è ancora limitante, in particolar modo per chi non ha redditi alti o per chi ha famiglie numerose.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliere Lorenzoni, prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri su questo progetto di legge che credo sia opportuno, anche se tardivo, e mi riferisco ai tempi con cui ci stiamo muovendo. La direttiva europea che ha messo, diciamo così, sulla strada i Paesi verso la riduzione delle emissioni... non stiamo parlando di gas climalteranti qui, e stiamo parlando di emissioni di macro inquinanti e quindi tutte quelle polveri che escono dai motori a combustione interna e che minano fortemente la salute delle persone. Ecco, la direttiva europea è del 2008, recepita in Italia nel 2010. Non stiamo parlando quindi di qualcosa di nuovo. Stiamo parlando di qualcosa però di estremamente pericoloso.
Io ricordo l’attività di ricerca svolta negli anni Novanta sugli effetti dei macro inquinanti sulla salute soprattutto della parte fragile della popolazione, i bambini e coloro che soffrono di patologie respiratorie, con una correlazione tra la concentrazione di polveri e la insorgenza di patologie che, ricordo, sorprendeva gli stessi ricercatori. Ricordo benissimo le due curve tra, per esempio, il piombo e il, non ricordo più il nome dell’idrocarburo che era presente nelle benzine che poi sono state eliminate dalla marmitta catalitica. Però la correlazione tra l’insorgenza di leucemia infantile e la presenza di benzene nell’aria a Milano era una curva che faceva tremare i polsi a chiunque.
Bene, ora dico la normativa europea nel 2008 ci ha sollecitati e la normativa italiana successivamente è intervenuta. Però io voglio ricordare alcune delle date perché sono importanti, credo. La Regione Lombardia ha deliberato in merito all’utilizzo di strumenti per l’introduzione, appunto, di meccanismi di flessibilità nell’introduzione dei limiti, il 25 febbraio 2019, con l’introduzione di questo meccanismo chiamato MoVe-In.
Lo stesso principio è stato adottato in Piemonte (dal 30 luglio 2021) e in Emilia-Romagna (dal 1° gennaio 2023).
La Giunta regionale del Veneto ha deciso di utilizzare, e secondo me a ragione, lo strumento messo a punto dalla Regione Lombardia “vietato non copiare”, quando c’è qualcosa di buono con la delibera 1045 del 23 agosto 2022. È passato un anno da allora.
Io dico allora: è positivo che andiamo a copiare dai nostri vicini; ma perché ci abbiamo messo tutti questi anni? Perché quattro anni e mezzo per recepire uno strumento che indubbiamente ha degli elementi di valore?
Perché la norma rigida sul divieto di circolazione, sull’euro 5 diesel, e poi via via, fino all’euro 2, all’euro 3, a seconda dei “semafori”, come sono chiamati, ha avuto l’effetto che non abbiamo fatto nemmeno una multa perché nessuna Amministrazione ha avuto il coraggio di dire “fermi tutti, il semaforo è rosso e io ti impedisco di andare ad aprire il banchetto della frutta e della verdura in centro città perché hai un mezzo vecchio”, ed è comprensibile, questo, quando la norma è rigida. Questa è la ragione per cui la Regione Lombardia ha introdotto il meccanismo di flessibilità dando un credito limitato. Non è una deroga a continuare ad emettere le polveri. È un meccanismo che consente a chi è proprietario di un veicolo di questo tipo di avere un certo numero di chilometri quest’anno, un numero inferiore il prossimo anno, fino ad azzerarlo, quindi a fare uno scivolo verso un sistema più sostenibile.
Noi non l’abbiamo fatto, e in questi cinque anni l’effetto è stato che non abbiamo fatto nessuna misura di contenimento delle emissioni, per non andare a infierire sulla parte più debole della popolazione.
Ma qual è stato l’effetto di questo? E questo lo rimprovero gravemente a questa maggioranza: che abbiamo minato la credibilità di un processo di miglioramento della qualità dell’aria, perché il cittadino ha detto “ma sì, son tutte balle, fanno le direttive a livello europeo, ma tanto dopo quante multe ha dato il Comune? Zero”, quindi non ci credono neanche loro, ed è un atteggiamento comprensibile.
Io dico allora: stiamo arrivando finalmente ad avere dei meccanismi che rendano fruibile la cosa. È indispensabile che questo meccanismo trovi concretezza, poi, nel fatto che chi a questo punto non rispetta le regole, chi non adotta la black-box, chi non rispetta le regole del MoVe-In venga sanzionato, perché sennò perdiamo ancora più credibilità.
Su questo voglio stimolare questa maggioranza: stimolate i vostri Sindaci a rendere visibile lo strumento, a sollecitare i proprietari di auto a prevedere. Daremo dei tempi, sarà la Giunta che stabilirà quanti sono i chilometri il primo anno, quanti il secondo e così via, ma facciamolo in modo credibile sennò ci stiamo parando la schiena con uno strumento, ma senza avere la credibilità politica che questo strumento sia efficace.
E sono d’accordo su quanto diceva la collega Guarda, qui il tema è più ampio. Qui il tema è che questa Regione non ha una politica dei trasporti finalizzata alla sostenibilità. Abbiamo un Piano Regionale dei Trasporti che è un bel documento nella parte introduttiva, così come il Piano sulla sostenibilità. Le introduzioni dei documenti di questa Amministrazione sono condivisibili. Il problema è che la parte operativa, la parte d’azione è assolutamente latitante. Io ricordo progetto sui trasporti, il riordino dei trasporti del presidente Zaia, presentato il giorno in cui ci siamo trovati qui per la prima volta, che è ancora lì, eh, come molti degli altri nove che ha presentato perché qui facciamo la politica degli effetti speciali, non facciamo la politica della sostanza. E io vorrei che i cittadini del Veneto lo sapessero che dei nove progetti ne è andato avanti, mi pare, uno o due - avevo fatto anche la rassegna, adesso non ricordo esattamente - perché questa è la sostanza, una politica degli annunci, non una politica dei fatti e sui trasporti in modo particolare.
Possiamo fare tante cose, ha parlato del trasporto pubblico. Io penso anche a tutti quelli che usano gli automezzi per lavorare, gli artigiani, i commercianti. È una fetta importante e MoVe-In va nella direzione di consentire loro la flessibilità e il transitorio, ma dobbiamo avere un’idea, un progetto, una direzione in cui andare per accompagnare i trasporti, anche perché c’è tutto un aspetto legato poi all’evoluzione dell’industria che secondo me non è secondario e andare sempre al traino ha l’effetto di perdere la parte, diciamo così, manifatturiera della transizione verso una mobilità più sostenibile.
Allora la mia raccomandazione è vi diamo fiducia su questo progetto, vi diamo fiducia, lo dico fin da subito, ma vogliamo essere vigili che questo progetto sia l’inizio di un percorso virtuoso, Non sia un pararsi la schiena di dire abbiamo fatto quello che dovevamo, come i nove progetti di legge presentati dal Presidente il primo giorno delle attività di questo Consiglio. È una fiducia a tempo, usatela bene.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Valdegamberi.
Speaker : Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
Quando si parla di questi temi bisogna sempre stare attenti a non cadere nelle contraddizioni e nelle ideologie. Il catino della Pianura Padana, si è detto molte volte, è un catino proprio perché è circondato da montagne a sud, a est, sia a ovest e a nord, per cui non ci sono le correnti atlantiche che spazzano via i cieli del Belgio, della Francia, dell’Inghilterra. Non ci sono, quindi, da noi per ragioni, diciamo, orografiche, si concentrano di più le sostanze inquinanti, anche se non inquinassimo niente, anche le semplici emissioni rimangono ferme. L’aria è molto più ferma e rimangono qui.
Nonostante tutto io vorrei ricordare all’Europa, che condanna, che facendo leva su uno status particolare di questo catino, che non c’è in nessun’altra parte d’Europa, perché sono tutti territori aperti, non ci sono montagne attorno, non ci sono quindi situazioni analoghe, si permette anche di applicare delle norme che sono valide in contesti totalmente diversi e che difficilmente sono raggiungibili anche con le migliori intenzioni e i massimi sforzi.
Nonostante questo, io vorrei dire all’Europa che nei territori, ove c’è un’aspettativa di vita più lunga di tutti, dove si vive più a lungo, dove c’è la miglior qualità della vita di tutti, è un dato inconfutabile, se dovremmo tutti morire da questi PM 10 dovremmo morire prima degli inglesi, di quelli di Londra, degli abitanti di Bruxelles o di Parigi, invece i dati dicono l’esatto contrario. Andate a vedere e l’aspettativa del Veneto, Lombardia ai primi posti in Italia è l’aspettativa maggiore.
Cioè 83,6 anni, contro quella del Belgio che è di 82 anni, per non parlare quella della citata ecologica Londra che è neanche 81 anni.
Quindi alla fine dico, non voglio dire che il PM 10 fa bene, fa vivere più a lungo, però smettiamola, di fare ideologia e di condannare l’Italia, attaccandoci addirittura sul Panevin, che da noi è il bruielo, attaccandoci sulle tradizioni, perché bisogna cancellare questo, perché i popoli tristi del nord, dove vivono di questo stress, questo stress quotidiano, questo clima cupo, in questo mondo senza più tradizioni, questo mondo… vivono in una situazione di stress, dove sotto l’ideologia della Greta Thunberg che ogni giorno li stress e stressa anche noi ormai, questo stress fa più morti del PM 10. Ormai questa politica quotidiana di sentirsi quasi vittime, quasi colpevoli di stare al mondo, coloro che stanno alterando il clima, che stanno cambiando l’umanità, crea uno stress che è più dannoso alla salute degli stessi PM 10.
Quindi voi siete più dannosi alla salute dei PM 10. Questo è il problema. Siete voi che provocate più morti dei PM 10, con questa politica, questa politica di farsi sentire sempre colpevoli, di una politica che continua a colpevolizzare la gente, a farla sentire in difetto, perché magari ha acceso un fuocherello, quando abbiamo avuto un Nord Stream che ha inquinato, per l’azione dei vostri amici, tanto quanto l’inquinamento – studi fatti –, con emissioni di CO2 e di metano, tutte sostanze a effetto serra, pari all’1% di tutto l’inquinamento tedesco di un anno. Abbiamo aerei che circolano ovunque nel cielo che inquinano e non si è mai imposto nulla. Abbiamo incendi che da soli – è avvenuto anche quello in Pianura Padana – di fabbriche che con fumo nero, per giornate intere, hanno riempito. Non prendiamoci a quel fuocherello della tradizione, non facciamo queste speculazioni, perché noi stiamo veramente arrivando al punto di fare una politica ideologica che sta veramente stressando la gente. Lo dico sinceramente, lo dico con cognizione di causa: guardate che lo stress fa più danni dell’inquinamento alle volte; porta a infarti, porta ad accorciare l’aspettativa di vita.
Partiamo dal risultato: noi viviamo più a lungo. Quindi, siano gli altri ad adeguarsi. Cerchino di capire il perché e si adeguino loro all’Italia, non che l’Italia deve adeguarsi ai parametri degli altri. Credo che la qualità della vita sia data anche dal vivere anche le tradizioni, dal vivere queste cose con semplicità. E non sentirsi ogni giorno uno che ti fa sentire in colpa, ti colpevolizza su tutto, ti fa sentire in crisi perché usi la macchina e hai inquinato. Ma smettiamola. Qui dentro c’è molta politica, molta demagogia, ci sono grandi interessi dietro questo, che si nascondono spesso attraverso un problema, che, sì, c’è, ma viene usato strumentalmente, che è quello della salute. D’altronde, dove non si vuole o dove si vuole, pensiamo, per esempio, a questi bomboloni di gas che arrivano dall’America e che inquinano dappertutto, lì non si batte ciglio, non si dice nulla. Dove ci sono interessi, lì va bene tutto. Andiamo a colpire il poveraccio che non ha i soldi per cambiare la macchina, che, poverino, la mattina prende in mano la sua auto e deve stare attento: oggi che giorno siamo? Posso andare fino qua o fino là. Basta stress! Lasciamo in pace la gente, perché il modello italiano, il modello veneto è quello che permette di vivere più a lungo, fino a prova contraria. Quando vivranno più a lungo gli altri seguiremo i loro modelli.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliere Pavanetto, prego.
Speaker : Lucas PAVANETTO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Naturalmente è sempre difficile poter intervenire dopo il collega Valdegamberi, che però toglie un po’ di stress dall’Aula, sicuramente, rendendo più leggere alcune parti della discussione, però con il concetto base che ha sicuramente del buono, soprattutto per quanto riguarda le tradizioni.
Detto questo, ringrazio a nome del Gruppo il presidente Rizzotto e la Commissione per questa modifica, che è opportuna e necessaria. Spesso e volentieri, infatti, come si diceva poc’anzi, vengono fatte le norme, che sono restrittive, ma poi non vengono precedute da interventi necessari, che sono quelli tipo la sostituzione delle auto, mettendo in moto un circolo che possa aiutare il semplice cittadino, o chi non ha la forza di poterlo fare economicamente, di poter pian piano avvicinarsi a quello che poi la legge impone.
Noi come al solito arriviamo con la legge che impone un divieto, senza però pensare a chi questo divieto lo subisce e non può andarvi contro: abbiamo visto migliaia di incentivi, che però spesso e volentieri sono insufficienti. La stessa cosa magari vale anche per il servizio pubblico.
Io adesso faccio solo un esempio banalissimo: qui, chi viene bloccato da queste norme, posso pensare, visto che tutti quanti noi abbiamo a che fare con il garage comunale di Venezia, vede all’interno del garage comunale centinaia di auto molto vecchie. Ci sono realtà, infatti, soprattutto come quella veneziana – faccio un esempio banalissimo – dove spesso e volentieri le auto vengono utilizzate per pochi chilometri all’anno, che non c’è la necessità di dover cambiare. Questo strumento quindi rende giustizia a un sistema che invece impone un blocco orizzontale e dà la possibilità a tutti di muoversi in maniera libera, sulla base naturalmente del rispetto di quello che si va a produrre.
Una battuta consigliere, collega Zanoni: io credo che l’ottimo sia nemico del buono, quindi penso che – ho ascoltato molto bene la sua relazione – questa modifica possa essere interessante e puntuale su una cosa. Poi si è spaziato anche sui Panevin e su altre cose che, come dicevo prima, sì, la legge taglia in maniera orizzontale, però è anche vero che ci sono delle questioni che riguardano le tradizioni, che riguardano il nostro passato e che secondo me – parlo dal punto di vista personale, ma penso di condividere il pensiero di tutti i colleghi Consiglieri – fanno parte del nostro vivere e penso che non abbiano ammazzato alcuno.
Dopodiché, sulla misura dei Panevin, magari possiamo anche discuterne. Da parte nostra, da parte del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, quindi, naturalmente il nostro voto sarà favorevole, come già fatto in Commissione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Assessore Bottacin, prego.
Speaker : Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Grazie, Presidente.
Alcune considerazioni insieme. La prima: suggerisco all’opposizione di fare una colletta per prendere le pastiglie per la pressione a Valdegamberi, perché ha detto che si sente stressato. A parte le battute, è nota la vicenda, è stata ricordata dai vari interventi, della condanna europea che vede condannato il Paese per lo sforamento del PM10 e gli ossidi di azoto. Per quanto riguarda per esempio gli ossidi di azoto questo non riguarda il Veneto ma riguarda altre Regioni del Bacino padano. Quindi non per dire che siamo messi meno peggio di altri, però, insomma, questo va considerato. Questo anche tenendo conto che negli ultimi 15 anni, ed è stato riconosciuto da chiunque, anche da associazioni ambientaliste tipo Lega Ambiente, c’è stata un’importante riduzione in Veneto dei principali inquinanti dell’aria che ha superato il 50% e non è venuta casualmente questa riduzione perché non vorrei che ci si dimenticasse di tutta una serie di interventi che sono stati realizzati da parte anche di questa Regione, anche prima che arrivassi io. Sono state investite cifre di ben oltre il miliardo di euro negli ultimi tre anni sulla qualità dell’aria attraverso diverse misure. Non esiste solo la misura limitativa della circolazione dei veicoli, questa è una delle tante, ma soprattutto si è puntato su misure incentivanti per andare ad aiutare chi si trova ad avere un veicolo anziano. In modo particolare sono stati fatti i bandi per la rottamazione delle auto, bandi per la rottamazione dei veicoli commerciali. Anche gli artigiani fanno pochi chilometri, no, e hanno la difficoltà ad accedere col vecchio Ducato nei centri urbani dove c’è il blocco del traffico. La rottamazione delle stufe per l’acquisto di stufe di nuova generazione, pompe di calore, la sostituzione del parco autobus, la sostituzione dei treni, l’elettrificazione delle linee dei treni, le ciclabili, le bike sharing, l’efficientamento energetico degli edifici. Insomma abbiamo un Piano Aria, siamo stati fra i primi in Italia ad approvare il Piano Tutela e Risanamento dell’atmosfera - ripeto, io non c’ero ancora, è stato aggiornato - che prevede una settantina di misure, non una. Quindi, insomma, dire che non è stato fatto nulla mi sembra un po’ riduttivo.
Ho fatto qualche tempo fa anche una verifica sulle malattie legate in qualche maniera alla qualità dell’aria e ho riscontrato che la media in Veneto non è superiore a quella della media nazionale. Anche in questo caso vuol dire che da qualche altra parte se qui c’è l’inquinamento dell’aria ci sarà qualcos’altro evidentemente, però non entro su questi dati, non entro sulla competenza della mia collega.
Autorevoli università hanno evidenziato che il raggiungimento dei parametri previsti dalla normativa europea, soprattutto quelli in esame, quindi con un’ulteriore riduzione, non sono realizzabili tecnicamente nel Bacino padano. Non lo dico io, lo dicono autorevoli università che hanno fatto degli studi non commissionati da noi (Torino, per esempio, Politecnico)… no, no, no, sto dicendo… Collega Lorenzoni, non ho detto questo. Ho detto che non è possibile raggiungere gli obiettivi. Ho anche detto che noi abbiamo raggiunto una riduzione di oltre il 50% dei principali inquinanti, con tutta una serie di misure che noi abbiamo messo in campo e che stiamo continuando a mettere in campo e lo facciamo insieme alle altre quattro Regioni, alle altre tre Regioni del bacino padano, in maniera assolutamente coordinata e il MoVe-In nasce in accordo fra le quattro Regioni, ancora qualche anno fa, e proprio noi abbiamo chiesto alla Lombardia di fare la sperimentazione. Ecco perché noi siamo entrati dopo la Lombardia. Ed ecco perché il Garante della privacy, mi riferisco a un paio di emendamenti, dice: cercate di unificare la banca dati, visto che c’è quella della Lombardia, fatelo tutto in quella della Lombardia e ci ha dato già il parere favorevole rispetto a questo progetto di legge. Parlo ovviamente degli aspetti relativi alla privacy.
Questa non è una deroga. Non è assolutamente una deroga. Le deroghe ci sono. Sono previste delle Amministrazioni comunali. Sono, per esempio, quelle che riguardano i mezzi di soccorso perché, al di là degli ultimi anni in cui, soprattutto, il Governo Draghi, ha spinto, per esempio, a un forte investimento, per esempio, nei mezzi dei Vigili del Fuoco, abbiamo mezzi dei Vigili del Fuoco, che non sono Euro 5 e neanche Euro 4 e neanche Euro 3, però si spostano. Quindi quelle sono deroghe, anche perché non si può porre una limitazione sui chilometri che possono fare: sono mezzi di soccorso!
Le nostre ambulanze sono molto più nuove, per esempio, ma evidentemente lo Stato ha meno risorse da investire per quanto riguarda i mezzi di soccorso statali. Non entro nel merito di questo, ma quelle sono le deroghe.
Questo, invece, è uno strumento che aveva lo scopo di aiutare chi non può permettersi di sostituire l’auto e penso alla persona anziana che deve andare in ospedale ad accompagnare la moglie o il marito due - tre volte all’anno per fare degli esami e non ha il mezzo pubblico che passa davanti a casa ed è impossibile avere il mezzo pubblico che passa davanti a casa, in qualsiasi ora, in una Regione come il Veneto, che ha una dispersione abitativa rilevantissima. Non possiamo neanche pensare che tutti vadano a vivere in città, perché sennò manca il presidio del territorio.
È bene che ci sia un presidio del territorio, soprattutto nelle aree montane che riguardano gran parte del territorio veneto. Per cui era riferita a questa.
D’altro canto, non si può neanche chiedere a una persona di sostituire l’auto se fa 150 chilometri all’anno per andare a fare una visita o per andare a fare la spesa una volta a settimana al supermercato, perché nel suo paesino non c’è neanche più il negozio di alimentari.
Ecco a cosa serviva questo strumento. D’altro canto, è una semplice operazione aritmetica: se un Euro 6 ha delle emissioni, ma anche un’auto elettrica ha delle emissioni di PM 10 perché è un falso clamoroso continuare a dichiarare che sono a emissioni zero. Non è così. Dal tubo di scarico. So che lei è elettrotecnico e sostiene l’elettrico, io sono meccanico, mi lasci sostenere la meccanica. Il più grosso gruppo mondiale al mondo, la Toyota, ha appena messo in campo un motore a combustione interna a idrogeno perché invece la... l’ha fatta debuttare anche in pista la Yaris a idrogeno: un motore a combustione interna. A differenza della Hyundai, che invece segue, non utilizza l’idrogeno, ma non col motore a combustine interna. Sono scelte tecniche queste, non entro nel merito. Però anche l’auto elettrica ha delle missioni di PM 10 in atmosfera.
Ma al di là di questo, ho fatto un breve calcolo perché ovviamente uno dice: va beh, sostituite le auto di tutti, cosa che tecnicamente non si può fare, perché non è che possiamo comprare le auto a tutti, ma proprio giuridicamente non è possibile, ma se anche fosse possibile serve un qualcosa come 45 miliardi di euro, non è chiaramente praticabile. Parlo di sostituire fino agli Euro 4. Poi abbiamo altro quasi 1 milione di auto Euro 5, quindi la cifra non dico che raddoppia ma arriva sui 70 miliardi.
Io credo quindi che quello a cui ho sentito oggi, un dibattito sulla qualità dell’aria, è molto interessante, per carità, ci siamo confrontati più volte, però riporto il tema su quello che è il progetto di legge di oggi: non è l’obiettivo di, come dire, consentire di bypassare a chiunque. Come stavo dicendo: anche le Euro 6 hanno delle emissioni in atmosfera. Allora si pone il tema: inquina di più un Euro 3 che fa 150 chilometri all’anno o un Euro 6 di un rappresentante che fa 150.000 chilometri all’anno? Cioè se noi cominciamo a declinare tutto quanto non ne veniamo più fuori. E allora abbiamo fatto questo ragionamento, tenendo conto che anche l’Agenda 2030 parla di sostenibilità ambientale, sì, ma anche economica e sociale. Proprio in quella linea abbiamo stabilito di verificare se questa strada era praticabile. È stata fatta la sperimentazione in Lombardia, ha funzionato e quindi, dopo aver verificato la sperimentazione in Lombardia, che ha dato esito positivo, abbiamo avviato la procedura per consentire... è uno strumento volontario, non è che sia obbligatorio mettere la scatola nera. No, per chi vuole, può utilizzare questo strumento. È uno strumento in più e non è appunto una deroga perché, come ha detto il collega Lorenzoni, non è che uno può andare in giro quanto vuole e poi si riduce nel corso del tempo. No, ovviamente l’auto diventa sempre più vecchia, diventa... sì, do dopo tanti anni, anche le auto che si trovano sul mercato dell’usato non saranno più Euro 4, ma saranno Euro 5 o Euro 6, quindi anche le persone che hanno meno possibilità di sostituire l’auto avranno fra qualche anno la possibilità di farlo, perché poi ovviamente la tecnologia va avanti, quindi riteniamo che dal punto di vista sociale fosse doveroso fare questo tipo di intervento.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi chiudo la discussione generale. Sospendiamo la seduta per cinque minuti, in modo da dar tempo alla Commissione di dare un parere sugli emendamenti. Quindi, ripresa dei lavori alle ore 12.05. Colleghi, vi invito a prendere posto che riprendiamo la seduta del Consiglio.
Colleghi, prendete posto. Grazie.
Allora siamo sull’emendamento 1 della collega Baldin, che non è presente. Il parere del relatore è contrario.
Quindi apriamo la votazione sull’emendamento n. 1.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
L’emendamento è respinto.
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Ho un problema con il Concilium, quindi lascio a verbale il voto astenuto.
Speaker : PRESIDENTE
Okay, quindi registriamo a verbale il voto astenuto della collega Ostanel.
Siamo sull’emendamento 2, sempre della collega Baldin.
Non ci sono interventi, quindi apriamo la votazione col parere contrario del relatore.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
L’emendamento è respinto.
Passiamo all’emendamento successivo, che è il n. 3, sempre della collega Baldin.
Non ci sono richieste di intervento, quindi apriamo la votazione col parere contrario da parte del relatore.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
L’emendamento è respinto.
Siamo adesso sull’articolo 1. Ci sono interventi? Non ci sono interventi, quindi apriamo la votazione sull’articolo 1.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
L’articolo è approvato.
Siamo sull’articolo 2. Ci sono interventi?
Apriamo la votazione sull’articolo 2.
Votazione aperta.
Chiusa la votazione.
L’articolo è approvato.
Dichiarazione di voto, collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
È una norma, questa - lo abbiamo detto anche nella discussione - utile a recepire alcuni provvedimenti necessari per monitorare una serie di veicoli, dando la possibilità a chi è provvisto di vecchi veicoli e che li usa poco. È stato fatto l’esempio prima degli anziani che usano qualche volta l’auto, sprovvisti di mezzi pubblici, di poterlo fare monitorati, quindi monitorati, con una tecnologia che viene, appunto, prevista da questa norma.
È evidente che lo stato attuale dei veicoli che abbiamo nella nostra Regione, ma come in molte altre, ne prevede moltissimi, purtroppo, in esercizio che non rispettano i canoni attuali, soprattutto quando ci sono le restrizioni per allerte relative al superamento dei valori dell’inquinamento.
È evidente che questo ci dice che i controlli in Veneto sono quasi pari a zero, perché se andiamo a vedere quelle che sono le sanzioni fatte per questo tipo di violazioni ci accorgiamo che siamo messi molto male.
È evidente che, probabilmente, non ci sono i mezzi, non c’è la forza e poi probabilmente anche la volontà di effettuare questi controlli per fare queste sanzioni. Pertanto riscontriamo una situazione dove un intervento del genere almeno ti consente, a norma di legge, di andare a monitorare questi veicoli.
L’importo messo sarà difficile sia sufficiente, messo in legge, perché effettivamente è un importo abbastanza limitato, 250.000 euro. Poi viene fatto, è stato detto, come è stato detto prima, a livello di... è un’adesione di fatto di carattere volontaria. Certo è che noi ci avvaliamo di un servizio che è stato implementato, pur dichiarato conforme con la norma della privacy, da un’altra Regione. Quindi, se dovessimo fare una critica, è: perché la nostra Regione, candidata a diventare Regione autonoma in 23 materie... 24, non riesce a dotarsi di un sistema del genere. Speriamo sia anche per un fattore di sostenibilità economica, quindi di economia di scala.
E comunque il nostro sarà un voto favorevole perché si tratta appunto di applicazione di norme previste che hanno queste finalità appena dette.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Consigliere.
Consigliera Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Il mio voto sarà favorevole per alcune delle motivazioni che sono state dette anche dai colleghi. Soprattutto il fatto che ci siano delle persone, lo diceva e l’ha detto anche l’Assessore, che hanno bisogno di un certo tipo di automobili per potersi muovere.
Il punto però, secondo me, da mettere in evidenza è uno, anzi due. Il primo che questo progetto ha dentro in sé una parola chiave, che è quella del monitoraggio. Ecco anche nelle altre Regioni, Lombardia, Emilia, che l’hanno già approvato, io ho provato in questi giorni a cercare dei dati che mi permettessero, ad esempio, di capire quanto viene usato, quali sono le fasce di popolazione che utilizzano di più questo tipo di dispositivo, quindi gli anziani, oppure i giovani, che spesso non si possono permettere se non l’auto usata, soprattutto nei primi anni, quando i loro contratti sono assolutamente precari. Allora, se noi riteniamo che questa sia una misura transitoria per utilizzare alcune... per far utilizzare l’auto da alcune categorie che non possono permettersi altre auto, su cui io sono assolutamente d’accordo, il tema del monitoraggio deve esserci, quindi io richiederò e spero che insomma, se verrà approvato il progetto di legge, la parte della valutazione di quello che accadrà tra un anno, due anni sull’uso di questo dispositivo venga portato in Aula, che venga relazionato come il Veneto e come i Veneti utilizzano questo tipo di dispositivo, perché sappiamo che siamo in una Regione particolare. Se cioè l’Emilia-Romagna ha l’autobus gratuito per gli studenti, se l’Emilia-Romagna ha un trasporto pubblico che funziona meglio del trasporto pubblico veneto; se in Veneto dai piccoli Comuni che vari di voi hanno governato, non si arriva a scuola se non portati dall’auto del genitore, abbiamo un problema contestuale per il fatto che la Regione del Veneto non ha investito abbastanza negli anni in trasporto pubblico, siamo una Regione particolare, e sappiamo che questo dispositivo potrà essere usato in maniera particolare.
Dobbiamo allora fare un monitoraggio. Quindi, bene che ci sia un’attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Spererei che fosse presa in carico, anche quando parliamo di addizionale IRPEF. Prima ho condiviso il discorso dell’Assessore sulle auto dei ricchi e le auto dei più poveri; forse allora dovremmo anche ragionare sul fatto che chi guida le auto un po’ più d’élite, potrebbe anche contribuire un po’ di più al nostro stato sociale. Forse su questo non tutti i membri della Giunta sono d’accordo.
Questo discorso che è stato fatto, allora, forse dovrebbe essere fatto anche a livello più generale, cioè se dalla parte delle fasce più deboli non lo si fa solo garantendogli di guidare un’auto che costa poco.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Collega Guarda, prego.
Speaker : Cristina GUARDA (Europa Verde)
Come annunciato precedentemente, Europa Verde sosterrà questo progetto di legge per consentire alla Regione del Veneto di poter aderire a questo sistema. Auspichiamo, ribadisco, però, che questa sia l’apertura di un nuovo percorso, che riteniamo positivo, nella direzione di due obiettivi: quello della giustizia ambientale e quello della giustizia sociale, per consentire anche a chi non può di poter essere accompagnato verso le misure più sostenibili. Che questo principio venga seguito da un upgrade.
L’upgrade è quello degli investimenti nel trasporto pubblico. Questa è l’unica strategia che ci consentirà di organizzare le nostre città in maniera tale da venire incontro sia alle esigenze sociali che alle esigenze di natura ambientale.
Per questo ho apprezzato quanto è stato dichiarato da alcuni rappresentanti della maggioranza rispetto alla necessità di dover raggiungere questi obiettivi, di non dover sottovalutare il parametro che è la sicurezza sanitaria e la previsione di ciò che possiamo fare, che è nelle nostre possibilità per fare meglio: il che non significa mirare all’ottimo e dimenticarsi degli obiettivi intermedi, significa mirare a ciò che si può fare di più nel massimo delle nostre potenzialità, sapendo che soltanto se miriamo al 100% allora riusciremo a raggiungere determinati tipi di obiettivi senza procrastinarli. Ammetto che poi in realtà capiamo ancora da questa discussione che esistono delle frange che non hanno ben compreso gli obiettivi ambientali e sanitari che stanno dietro a queste scelte. Mentre capisco che alcuni… che molti di voi lo hanno compreso, alcuni non l’hanno fatto e quindi il consigliere Valdegamberi prima ha risolto in ideologia e demagogia una situazione che è reale ed emergenziale ed è sotto gli occhi di tutti, quantomeno a chi sceglie di riconoscerla, di non negarla di fronte alle evidenze scientifiche come quelle che abbiamo a disposizione, ma anche di fronte agli eventi che abbiamo affrontato anche in questa estate perché non si può negare che si tratti di un’emergenza quando nel bel mezzo di un’estate come questa con le temperature che ha raggiunto in ogni parte del mondo, con temperature record, con tempeste e grandine sempre più presenti e sempre più numerose proprio per effetto di questa emergenza che non è cambiamento. Come si fa a sminuire e a screditare i fenomeni estremi collegati all’intensità e alla frequenza del cambiamento climatico che hanno visto Venezia sommersa da 187 centimetri di acqua e che ha distrutto 43.000 ettari di foresta durante la tempesta Vaia? La frequenza di questi eventi, non possiamo negarlo, ci dà un’indicazione e questo solo fermandoci…
Speaker : PRESIDENTE
Collega Valdegamberi.
Collega Valdegamberi, per cortesia.
Speaker : Cristina GUARDA (Europa Verde)
Solo ne periodo più recente.
Ma guardandoci intorno è stato detto di non stressare i cittadini, ma allora…
Speaker : PRESIDENTE
Collega Valdegamberi, per cortesia, è il secondo richiamo.
Speaker : Cristina GUARDA (Europa Verde)
Guardi, Presidente, non si preoccupi, non mi disturba, ma perché è la stessa serietà con cui affronta i discorsi che gli sto contestando adesso.
Quando si dice di non stressare i cittadini bisognerebbe essere conseguenti e non limitarsi alle dichiarazioni di effetto. Ci si dovrebbe illustrare… si dovrebbe illustrare come affrontare lo stress collettivo di un mondo in cui le alluvioni come quelle dell’Emilia Romagna o delle Marche saranno all’ordine del giorno. Vuol dire magari illustrare come gestire lo stress di incendi o come a quelli che stiamo… come a quelli a cui stiamo assistendo sia in Sardegna che in Grecia, che in California, che in Australia. Per cui quando si dice che non bisogna stressare i cittadini cominciamo a capire a quali stress davvero dobbiamo andare a gestire e ad aiutare a gestire i cittadini che si trovano di fronte a queste emergenze, che sono le vere emergenze e che non vengono fermate. Se non verranno fermate, se non si interviene, con l’operazione di riduzione delle emissioni che ci consentiranno in futuro di non avere l’aumento oltre i 2 gradi, visto che il grado virgola cinque l’abbiamo già abbandonato come obiettivo, che aumenterà considerevolmente la poca qualità e la riduzione, quindi la qualità di vita, anche nei nostri territori.
L’OMS parla di 1.500.000 di morti in Europa per inquinamento e cambiamento climatico. Queste, escludendo le conseguenze indirette che questa crisi può avere sull’economia e sui territori.
Quindi, piccoli passi. Questi sono piccoli pezzi di un puzzle che deve essere letto in una visione complessiva, non perché è un favore fatto ad un’Istituzione o ad un’altra, ma perché teniamo alla qualità di vita dei nostri concittadini. Sappiamo quali sono le nostre potenzialità e le nostre problematiche, anche geografiche, non soltanto produttive di emissioni e dobbiamo valutare, quindi, in maniera complessiva le azioni da mettere in atto.
Aggiungo che l’unica, l’unica tradizione a cui si chiede, il cui il mondo che è sensibile alla materia ambientale, ma anche il mondo della salute, sta chiedendo di rinunciare, è la tradizione delle combustibili fossili, degli abusi e del troppo che, come si sa, come dice l’antico proverbio: stroppia. L’abbiamo visto come il nostro troppo nei decenni, dal dopo l’epoca industriale in poi, ha creato le conseguenze che oggi dobbiamo affrontare.
Per cui bene questo primo passo.
Noi aspettiamo e siamo disponibili a poter ragionare, a voler ragionare con voi sulla priorità di un investimento per fare in modo che questo pezzo del puzzle venga seguito dagli altri che ci consentano di ridurre non soltanto le emissioni, ma anche le spese e i costi, che non soltanto i cittadini ma anche le Istituzioni affrontano per le emergenze che siano sanitare o ambientali.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliere Valdegamberi.
Speaker : Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
È sempre bello sentire la maestra Guarda a dare lezioni…
Speaker : PRESIDENTE
Siamo in dichiarazione di voto.
Speaker : Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
Sì, io farò la mia dichiarazione e dico, ovviamente, che voto a favore questo provvedimento. Però, visto e considerato che le considerazioni fatte mi hanno tirato in ballo, anche credo che vada precisato. Io sono abituato, la mia passione è sempre stata la storia e ho letto cronache, ma anche recenti, del 1800, penso alla mia vallata, senza andare a cercare chissà, i cataclismi alla fine dell’Impero romano, basterebbe leggere un po’: inondazioni, terremoti, le frane, gli allagamenti che c’erano. Non c’erano le CO2 che ci sono adesso, eppure ci sono stati fenomeni anche nel 1800: la mia vallata è stata colpita da forti alluvioni che hanno smembrato contrade, paesi, eccetera. È ovvio che noi abbiamo una memoria molto corta, molto di breve respiro, dove spesso, anche c’è la causa dell’uomo, la mancata manutenzione, come abbiamo avuto in certi corsi d’acqua, eccetera, ma dovremmo andare a vedere le cronache del passato e poi cambieremo idee su molte cose. Ci accorgeremmo che quello che sta succedendo adesso non è altro che un qualcosa di mediamente normale nella storia: è successo molto di peggio del passato e succederà anche nel futuro.
Poi è vero che c’è l’aumento della temperatura, chi lo nega? C’è un aumento temperatura. C’è stato nel passato e, guardate caso, gli aumenti temperatura del passato sono sempre stati associati a momenti di benessere. La caduta dei grandi imperi, la caduta dei grandi imperi come l’impero romano, è coincisa con un abbassamento delle temperature ed è coincisa perché le pressioni attorno quando si abbassa la temperatura e non si riesce a maturare le messi, i popoli che stanno ai confini dell’impero in luoghi molto più freddi fanno pressione per venire nel bacino del Mediterraneo più caldo per poter mangiare.
Quindi dovremmo rivedere un po’ tutta anche la storia. Quindi non è detto che più caldo siamo la catastrofe, moriamo tutti. La storia insegna che i momenti di sviluppo della popolazione e delle civiltà solo coincisi con periodi di maggiore caldo. Non entro nel merito da cosa è causato questo caldo in più, se dal sole, dalle macchie solari, non lo so, sta di fatto che più caldo non significa peggio. La storia ci insegna che significa più caldo uguale più benessere. Freddo e meno caldo uguale malattia, uguale fame, uguale non benessere. Questo è cosa dice la storia, il resto sono ideologie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Rizzotto, prego.
Speaker : Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Allora un intervento conclusivo, ovviamente, per manifestare il voto favorevole della maggioranza, ma anche per motivare perché non sono state accolti gli emendamenti precedenti presentati dalla collega Baldin: perché andavano a snaturare questo progetto. Come è stato detto anche durante la discussione, il trattamento dei dati personali di chi aderisce volontariamente a questo progetto, così come sono stati proposti in questo progetto di legge, sono stati... hanno avuto un parere favorevole da parte del Garante della privacy che, come ha detto anche l’assessore Bottacin poc’anzi, ha anche detto cercate magari utilizzare lo stesso sistema anche informatico, lo stesso... invece di cambiare. Questo per rispondere a qualcuno che prima, insomma, ha fatto commenti un po’ fuori luogo.
Seconda cosa. Non abbiamo ancora tanti dati sul monitoraggio perché è ancora un progetto nuovo, verranno nel tempo, ma MoVe-In vuol dire proprio Monitoraggio Veicoli Inquinanti. Però una nota finale. Vorrei farla perché sono sempre state fatte anche alcune considerazioni, anche con toni accesi, anche in Commissione. Voglio ricordare a tutti che comunque, in termini di inquinamento atmosferico e di fonti di inquinamento dell’aria, il traffico veicolare è una delle minori fonti di inquinamento atmosferico di emissioni inquinanti. Ricordiamoci questa cosa: non è che risolvendo il problema veicolare, abbiamo risolto il problema della Pianura Padana. Quando vengono le rendicontazioni in Commissione sulle infrazioni che abbiamo come Regione, ma come anche le altre Regioni del bacino padano, viene sempre messo in evidenza questo aspetto: che il nostro bacino ha una caratteristica particolare, morfologica, dove non circola l’aria. Quindi, per quanto noi possiamo fare, non potremmo mai, come diceva anche l’Assessore, utilizzare certi sistemi e risolvere questo problema.
Le principali fonti di inquinamento e di emissioni in atmosfera sono dovute al riscaldamento domestico e anche al settore agricolo. Questo va ricordato. Questo quindi è un piccolo tassello nell’insieme delle fonti di inquinamento. Cerchiamo di andare avanti anche con questo, però non è che questo risolva tutto.
Tutto qua. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Lorenzoni, prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Solo per rinnovare la manifestazione di appoggio, di fiducia a termine a questo progetto di legge, che ritengo vada nella direzione giusta, ma anche per ricordare che la deriva che ha preso la discussione è abbastanza curiosa.
Stiamo parlando delle polveri, non stiamo parlando del riscaldamento globale: sono due cose completamente diverse. L’intervento del collega Valdegamberi era completamente fuori dal seminato. Sappiamo cioè che un conto… La CO2 è un conto; gli effetti climatici, che purtroppo sono dimostrati con un’affidabilità, ormai, nella modellistica, che non è in discussione da nessuno. Sappiamo che il clima ha una sua variabilità enorme; ma oggi abbiamo preso una deriva: ricordo che le 420 parti per milione non sono mai state raggiunte nell’ultimo milione di anni; è sempre stato tra le 150 e le 300 parti per milione, la CO2 in atmosfera; oggi siamo a 420 e non sappiamo quale sia esattamente il tempo di ritardo per vedere l’effetto sul clima.
“Incremento di temperatura uguale incremento di benessere” era vero per temperature che stavano due gradi sotto rispetto all’attuale. Due gradi sopra significa uscire dalla possibilità di vivere…
Speaker : PRESIDENTE
Collega Valdegamberi...
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
...in tutta la fascia tra i due tropici: una cosa che ha degli effetti, dal punto di vista socioeconomico, che sono potenzialmente devastanti nel medio e lungo termine. Medio e lungo termine vuol dire anche nel termine di vita di molti dei presenti in quest’Aula.
Una cosa: siamo tutti consapevoli che la maggior fonte di polveri sono le combustioni per il settore industriale e il settore del riscaldamento, ma dobbiamo lavorare sul marginale.
Dobbiamo lavorare sul marginale, signori, non dobbiamo fare un ragionamento sulle medie perché sennò rimaniamo fermi e rimaniamo sottosviluppati. E io spero che sia chiaro il concetto tra valore medio e valore marginale. Se non riusciamo a limitare i valori marginali di emissioni, e il settore dei trasporti è un settore importante, anche perché non conta solo il microgrammo, conta dove il microgrammo viene emesso perché c’è una funzione dose-risposta che è molto diversa per un’emissione in un camino di un’azienda o allo scarico di un’automobile. Purtroppo lo scarico di un’automobile in ambito urbano, soprattutto nelle città venete che sono caratterizzate dalla presenza dei portici, significa avere alte concentrazioni di polveri dove le persone vivono e questo lo dobbiamo evitare. Io capisco che c’è chi vive in montagna e questo problema non lo sente.
Speaker : PRESIDENTE
No, no. Collega Valdegamberi, l’ho lasciata parlare. Adesso lasci concludere il collega Lorenzoni.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Ma chi vive in città vive delle situazioni soprattutto con persone fragili che sono di estrema… non fare questo significa non prendersi la responsabilità delle scelte.
Allora io dico grazie alla Giunta che con quattro anni di ritardo si è mossa, ma procediamo ora ad un passo diverso.
Speaker : PRESIDENTE
Bene, non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione del progetto di legge regionale n. 198.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
Il progetto di legge è approvato.
Prego, collega Ostanel.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Lascio a verbale il voto favorevole perché mi esce l’App di Concilium. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Bene, continuiamo l’ordine del giorno. Siamo al punto n. 7, PDLS 33: “Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, legge 14 settembre 2011, 148”.
Relatore il collega Finco.
Speaker : Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Un attimo solo perché mi sposto.
Con la presente proposta di legge alle Camere si apportano modifiche al decreto legislativo del 7 settembre 2012 n. 155, il quale, unitamente al decreto legislativo del 7 settembre 2012 n. 156, ha riformato le circoscrizioni giudiziarie italiane in attuazione della delega conferita con il decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.
La riforma del 2012, infatti, ha operato la soppressione di diverse sedi di tribunale e delle relative Procure della Repubblica in tutto il territorio nazionale.
La Regione del Veneto ha visto coinvolte, oltre alla sede del tribunale di Bassano, anche le sedi distaccate di Cittadella, Este, Adria, Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna, Chioggia, Dolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Pieve di Cadore, Legnago, Soave e Schio.
Già dal momento della sua entrata in vigore, però, la riforma ha subìto pesanti critiche per i risvolti pratici che comportavano la chiusura di importanti presìdi di giustizia e del relativo apparato amministrativo.
Proprio per questo motivo, nel 2013, alcune Regioni - l’Abruzzo che è stato il promotore, ma anche il Piemonte, le Marche, la Puglia, il Friuli, la Campania, la Liguria, la Basilicata e la Calabria - hanno promosso un referendum abrogativo per la parziale soppressione dei decreti legislativi 155 e 156.
Di conseguenza, la Corte Costituzionale, con sentenza 12 del 2014, a seguire con sentenza n. 5 del 2015, dichiarò l’inammissibilità delle richieste referendarie. In sintesi sia perché l’abrogazione, a seguito dell’eventuale accoglimento della proposta referendaria di una disposizione abrogativa, è inidonea a rendere nuovamente operanti norme che, in virtù di quest’ultima, sono già state espunte dall’ordinamento, sia per mancanza del requisito della necessaria omogeneità, atteso che i quesiti riguardavano la legge delega e l’intero testo dei due decreti legislativi attuativi, ovvero il 155 e 156 del 2012.
Ciò in quanto se da un lato è vero che un nesso lega i tre testi legislativi sopramenzionati, tutti volti a comporre il nuovo disegno dell’organizzazione giudiziaria, nelle sue varie articolazioni, al fine di semplificarlo e di alleggerirne i costi; dall’altro lato l’intervento del legislatore si sostanziava in un’architettura complessa, a fronte della quale, poiché la riforma è sottoposta all’abrogazione popolare come un aggregato indivisibile, l’elettore si troverebbe a dover esprimere un voto bloccato su una pluralità di atti e di disposizioni diverse, con conseguente compressione della propria libertà di scelta.
In concreto, l’eventuale accoglimento e conseguente abrogazione della legge delega e dei due decreti, relativi alla riorganizzazione della magistratura ordinaria e degli uffici del Giudice di Pace, da un lato non avrebbero consentito una compiuta espressione della reale volontà dell’elettore e dall’altra avrebbe determinato un vuoto normativo non colmabile in via interpretativa.
La concentrazione delle attività giurisdizionale presso i capoluoghi di Provincia e la conseguente soppressione delle sedi decentrate ha, infatti, reso più gravoso l’accesso alla giustizia, anche a causa, molto spesso, della conformazione ed estensione territoriale. Si aggiunga che l’attuata riforma, che ha come presupposto il contenimento della spesa pubblica e una migliore organizzazione territoriale degli uffici, non ha prodotto né una minore spesa, né una migliore resa soprattutto in termini di accelerazione dei processi giudiziari.
Tra gli impatti più importanti vi è quello patito dal Tribunale di Vicenza che si è visto costretto ad assorbire sia la propria Sezione distaccata di Schio, un territorio di circa 200.000 abitanti, sia tutti gli uffici del Giudice di Pace della Provincia, sia il Tribunale bassanese, raggiungendo il numero di 860.000 abitanti per Tribunale rispetto a quello medio previsto di 300.000. Oggi infatti, i tempi di attesa per una causa di primo grado sfiorano i nove anni contro i sette del 2010 e contro i due dell’ormai ex Tribunale del Grappa.
Comprensibile quindi il forte contraccolpo derivato da tali chiusure, che hanno danneggiato un’area, quella del distretto produttivo della Pedemontana veneta, tra le più rilevanti dal punto di vista industriale. Si stima infatti che in tale territorio insistano circa...
Speaker : PRESIDENTE
Collega Valdegamberi, se vuoi continuare la discussione precedente, vai fuori. Grazie. Prego.
Speaker : Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Si stima, infatti, che in tale territorio insistono circa 50.000 imprese, che contribuiscono a produrre il 10,6% della ricchezza del nostro Veneto, un territorio che ha il 40% ovviamente in zona montana, rappresenta il 2% dell’export nazionale e ha un numero di imprese pari a 26,6 per chilometro quadrato: un numero veramente importante anche rispetto alla media nazionale, che è di 17 imprese per chilometro quadrato. Ha quattro distretti industriali e ha sei aree ad elevata specializzazione manifatturiera, creando un valore aggiunto di circa 14 miliardi di euro.
Da qui la proposta di ripristinare un servizio evidentemente essenziale per i cittadini, che ha portato ad una mobilitazione collettiva e la contestuale creazione di un comitato, che ringrazio, perché se oggi, dopo 11 anni, siamo ancora qui a parlare del Tribunale della Pedemontana è grazie al lavoro che ha fatto, questo comitato, che non ha mai mollato, ma ha sempre sensibilizzato il territorio delle varie realtà economiche e sociali al fine di chiedere giustamente il ripristino di questo importante presidio di giustizia.
A fianco dei promotori, poi, si sono posti diversi amministratori locali, prova ne è l’indizione da parte del Comune di Bassano del Grappa di diversi incontri territoriali. Ad oggi già 68 Sindaci, unitamente ai rispettivi Consigli comunali, hanno aderito a tale iniziativa, approvando provvedimenti ad hoc per manifestare il proprio indirizzo. Comuni questi che rappresentano un totale di quasi 500.000 abitanti suddivisi nelle province di Vicenza, Treviso e Padova.
Non solo. Vi sarebbero anche dei benefici da un punto di vista ambientale ed economico a seguito dell’apertura di un Tribunale della Pedemontana. Basti pensare che ciò garantirebbe il riutilizzo di una struttura in disuso come l’edificio denominato Cittadella della Giustizia, un’opera di 11.000 metri quadri, già ultimata e collaudata, per un costo complessivo per le casse dello Stato di circa 20 milioni di euro, destinata a servire 75 Comuni, 500.000 abitanti appartenenti attualmente ai fori di Vicenza, Padova Treviso, e che troverebbero una più vicina allocazione nell’area pedemontana, nel rispetto dell’articolo 5 della Costituzione, ovvero, nel più ampio decentramento amministrativo dei servizi che dipendono dallo Stato.
Un Tribunale, quello della Pedemontana, favorito da una ramificata linea di infrastrutture ferroviarie e stradali, quali la Superstrada Pedemontana Veneta, di nuova realizzazione, che permettono un rapido accesso al territorio e al Comune di Bassano del Grappa, anche ai soggetti fuori Provincia.
Ove ripristinato, il plesso giudiziario si identificherebbe come un Tribunale di area perché andrebbe a soddisfare il fabbisogno dei Comuni limitrofi. Questo secondo me rappresenta anche un modello di come gestire i servizi: stiamo parlando infatti di un tribunale che sorgerebbe in un’area trasversale, fra tre Province, che hanno tutta una serie di collegamenti, economici, infrastrutturali e viari, quindi in una logica di territorio che guarda anche al di fuori dei confini provinciali, perché oggi i tribunali sono strutturati su scala provinciale.
La stessa Regione del Veneto, che non ha mai abbandonato questa battaglia del territorio – fin dai primi giorni il Presidente Zaia ha manifestata più volte la sua volontà di sostenere questa battaglia, questa iniziativa – con deliberazione della Giunta regionale n. 1721 del 1° dicembre 2015 e successiva risoluzione del Consiglio regionale del 12 gennaio 2016 ha aderito al progetto di istituzione della nuova circoscrizione del Tribunale della Pedemontana Veneta.
La presente proposta di legge, che riprende quella già depositata dalla Regione Lombardia, segue a quelle presentate anche dalle Regioni Abruzzo, Toscana, Sicilia, Marche, Calabria, Campania e vuole quindi modificare il sistema delineato dal decreto legislativo n. 155 del 2012.
In particolare, l’articolo 1 prevede le finalità, l’articolo 2 introduce l’articolo 8-bis del decreto legislativo n. 155 del 2012 e conferisce la possibilità alle Regioni di richiedere al Ministero della giustizia, mediante apposite convenzioni, il ripristino del servizio delle funzioni giudiziarie nelle sedi soppresse, o la costituzione di nuovi tribunali e delle relative Procure, sempre che il nuovo circondario abbia una popolazione residente di almeno 100.000 abitanti.
Al fine di salvaguardare i procedimenti pendenti si dispone che gli stessi rimangano incardinati presso l’ufficio giudiziario territorialmente competente alla data antecedente a quella di entrata in vigore della legge. Sono inoltre a carico della Regione le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture. Viceversa, rimangono a carico dello Stato le spese relative alle retribuzioni dei magistrati e del personale amministrativo e di polizia giudiziaria.
È conferito poi al Ministero della Giustizia il termine di 100 giorni per la riformulazione o la determinazione delle piante organiche dei tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica ripristinati o istituiti. Sono conseguentemente oggetto di adeguamento la tabella A allegata al decreto legislativo 7 settembre 2012 n. 55, la tabella A allegata al Regio Decreto 30 gennaio 1941 n. 12, la tabella A allegata alla legge del 26 luglio 1975 n. 354 e la tabella N allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1951 n. 757.
L’articolo 3 prevede l’abrogazione del comma 4 bis dell’articolo 8 del decreto legislativo 155 del 2012, così come introdotto dall’articolo 1, comma 397 della legge 27 dicembre 2013 n. 147, il quale prevedeva la possibilità di stipulare apposite convenzioni tra il Ministero della Giustizia e le Regioni o le Province autonome al fine di utilizzare gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppresse per l’esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi, con spese di gestione e manutenzione degli stessi e di retribuzione del personale di servizio a carico del bilancio regionale. Tale articolo è superato dall’introduzione dell’articolo 1, comma 4 della presente proposta di legge statale.
L’articolo 4 prevede la clausola di invarianza finanziaria. Nella seduta del 14 giugno del 2023 la Prima Commissione consiliare ha proceduto a illustrare l’articolato. Il 5 giugno 2023 lo ha esaminato e lo ha approvato con il voto favorevole dei rappresentanti consiliari di Zaia Presidente, Liga Veneta per Salvini Premier, Veneto Autonomia, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Si sono astenuti i rappresentanti del Gruppo consiliare Partito Democratico ed Europa Verde.
Allora vedete che questo è un testo, per la terza volta torniamo a parlare di tribunale della Pedemontana. Quindi vuol dire che è un argomento al quale tiene molto anche la Regione del Veneto. Io ringrazio innanzitutto i capigruppo Villanova e Soranzo per aver sostenuto questo importante progetto di legge, ma è un sostegno che viene dato anche a un intero territorio. Un territorio che è al di là dei colori politici perché si sono schierati tutti a favore, dalla destra alla sinistra e qualcuno che magari qualche anno fa aveva delle perplessità oggi sostiene in maniera decisa questo progetto di legge proprio perché c’è la necessità di migliorare i tempi della giustizia sul nostro territorio.
Di progetti di legge statale ne abbiamo visti diversi nel corso di questa legislatura e spesso diciamo: eh, ma poi i progetti di legge statale vengono messi nel cassetto e poi chissà che fine faranno. Invece, già era iniziata una discussione nella passata legislatura, a livello parlamentare, con il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Ostellari. Da febbraio dello scorso anno, proprio su sua volontà, sono partiti una serie di incontri a livello locale, dove abbiamo incontrato nuovamente tutti i Sindaci del territorio, i Presidenti delle Province che su Vicenza e Padova non rappresentano una specifica parte politica, ma rappresentano la casa dei Comuni, quindi con colori anche diversi. Abbiamo incontrato tutte le categorie economiche, a livello locale e a livello regionale, abbiamo incontrato i sindacati, abbiamo incontrato gli ordini professionali, abbiamo contattato, praticamente, tutte le realtà associative, imprenditoriali del nostro territorio e tutti si sono dimostrati a favore, tranne, va beh, i tre ordini degli avvocati di Vicenza, Padova e Treviso che loro, ovviamente, legittimamente, hanno espresso le loro perplessità. Però qua siamo di fronte a un territorio che rappresenta, comunque, piaccia o no, 500.000 abitanti, più di 50.000 imprese, un territorio che è tra i più produttivi a livello nazionale e che ha tutta la volontà di chiedere il ripristino di questo importante presidio di giustizia, anche perché ricordiamocelo da 11 anni abbiamo una cittadella della giustizia in completo stato di abbandono, dove, come ho ricordato prima, lo stato ha investito più di 20.000.000 di euro e siccome lo stabile è di proprietà del Comune e l’investimento l’ha fatto il Ministero, è giusto anche trovare una soluzione il prima possibile, altrimenti saremmo di fronte all’ennesimo spreco di denaro pubblico.
La Regione del Veneto, con l’approvazione di questo documento, diciamo, chiude un percorso a livello locale. Dopodiché la palla passerà a livello governativo e a livello anche parlamentare. So che è iniziata anche l’analisi del testo delle altre Regioni; anche qua ci sono Regioni di destra e di sinistra.
Poi, il Governo farà una proposta di revisione giudiziaria. So che c’è la problematica relativa al personale e questo sarà uno dei temi che verranno, ovviamente, affrontati, però è giusto che il territorio, ovviamente, dia un indirizzo. A livello locale l’hanno già dato. Ora lo diamo a livello regionale e, ovviamente, poi la palla passerà allo Stato, speriamo per una risposta positiva a questa che è un’esigenza non tanto di fare un piacere a un territorio, piuttosto che all’altro, ma per rendere più agevole, ovviamente, il sistema giustizia a cittadini e imprese. Ripeto, imprese che oggi, anche per investire, hanno bisogno di una giustizia veloce e non dove ci si impiega 10 anni per una semplice causa.
Speaker : PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la correlatrice Camani.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Il progetto di legge in esame, di rilievo nazionale ma d’iniziativa regionale, interviene sulla riforma della cosiddetta geografia giudiziaria per provare ad introdurre una disciplina finalizzata al ripristino degli uffici giudiziari soppressi.
Il decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, ha infatti predisposto una nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del Pubblico Ministero e unitamente al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 156, ha riformato con legge delega le circoscrizioni giudiziarie italiane. Si è trattato insomma di una vera e propria riforma, quella del 2012, portata avanti dalla ministra Severino, che ha operato la soppressione di trentun sedi di tribunale e delle relative Procure della Repubblica, e di tutte le 220 sezioni distaccate di Tribunale in tutto il territorio nazionale. Questa grande operazione di riforma della geografia giudiziaria nazionale è avvenuta mantenendo ovviamente tutto l’organico che è stato ricollocato e riorganizzando.
I principi e criteri direttivi della riforma, che sono contenute all’articolo 1 della legge, sono, penso io, ormai noti a tutti: la riduzione del numero degli uffici giudiziari di primo grado, la ridefinizione, attraverso criteri oggettivi e omogenei, della presenza dell’assetto territoriale degli uffici giudiziari, anche al fine di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane, la riorganizzazione territoriale degli uffici inquirenti, la soppressione, appunto, delle sedi distaccate, il riequilibrio delle competenze territoriali, demografiche e funzionali, il trasferimento automatico dei magistrati e del personale amministrativo dei Tribunali e delle Procure soppresse negli organici delle nuove funzioni trasferite, la riorganizzazione degli uffici del Giudice di Pace. Il tutto, ovviamente, ripensando e tornando insomma con la mente alla fase storica del 2012 e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anzi, semmai con qualche risparmio, figlio appunto della riorganizzazione. Erano gli anni in cui l’Italia era sottoposta al giudizio complicato dell’Unione europea, a un passo dal fallimento della finanza pubblica.
In questa ingente operazione di riscrittura della geografia giudiziaria nazionale, la Regione Veneto ha visto coinvolte le serie di Bassano del Grappa, Cittadella, Este, Adria, Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna, Chioggia, Dolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Pieve di Cadore, Legnago, Soave e Schio. Tutte sedi territoriali chiuse con la riorganizzazione del 2012.
La questione sembrava archiviata nell’ambito della spending review e della nuova organizzazione della giustizia italiana, ma oggi, su spinta di alcuni territori, sembra che il ministro Nordio intenda valutare una revisione dell’assetto paventando – siamo alle dichiarazioni, per ora – la possibile riapertura di sedi giudiziarie soppresse e l’eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali.
Tanto che oggi al Senato la discussione è già cominciata: è da diversi mesi che la Commissione giustizia del Senato si confronta sui progetti di legge d’iniziativa parlamentare e d’iniziativa regionale, in cui ciascuna Regione avanza le proprie richieste di apertura: l’Abruzzo, la Calabria, la Toscana, la Lombardia, la Puglia e molte altre Regioni. Oggi, con questo PDLS intende, anche la Regione del Veneto, accodarsi alle richieste di tante altre Regioni sullo stimolo, sulla spinta delle dichiarazioni del ministro Nordio.
Tutti i testi presentati sono già confluiti – del resto, sono tutti uguali, i testi presentati, le necessità di Bassano, cioè, sono uguali a quelle del Tribunale Calabro, o dell’Abruzzo – in un unico testo-base su cui la Commissione giustizia del Senato sta ragionando. Sono stati già inseriti nel collegato alla legge di bilancio 2022, e sono già stati inseriti nel Documento di economia e finanza licenziato già dal Consiglio dei Ministri.
Quindi, la Calabria vorrebbe riaprire il Tribunale di Corigliano Rossano; l’Abruzzo sta tentando di scongiurare la chiusura dei tribunali di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano, e così tutti gli altri territori, tutte le altre Regioni hanno la necessità di garantire alcuni presìdi.
Anche il Veneto vuole provare ad incassare qualcosa potendo contare su un Guardasigilli veneto e su un Sottosegretario alla giustizia addirittura iscritto alla Lega: se non lo riaprite stavolta, il Tribunale di Bassano, non so quando riuscirete ad aprirlo.
Quindi, riemerge anche la richiesta, che arriva in questo Consiglio regionale, partita una decina di anni fa, per la riapertura del Tribunale di Bassano, per rappresentare il territorio vasto dell’Area Pedemontana, che potrebbero riutilizzare le strutture dell’edificio Cittadella della Giustizia, oggi in disuso, destinata a servire 72 Comuni, 500.000 abitanti, coinvolgendo Comuni oggi appartenenti al foro di Vicenza, di Padova e di Treviso. Questa è la discussione. La richiesta nasce dal territorio, adesso va di moda dire così, quindi nasce dal basso, dal territorio. Si fonda però principalmente sulla volontà di rivedere l’assetto geografico della giustizia e come altre Regioni anche il Veneto chiede la riapertura di alcuni tribunali minori. Appunto noi chiediamo la riapertura del tribunale di Bassano sulla base del principio di prossimità, diceva il relatore Finco. Una scelta politica legittima, un principio politico legittimo, che deve essere compiuta però, a mio giudizio, nella piena consapevolezza delle implicazioni e delle eventuali conseguenze concrete che questa scelta politica potrebbe produrre.
Sulle opportunità della riapertura del tribunale della Pedemontana ha già detto il relatore. Io le condivido, quindi mi limito… la congestione del tribunale di Vicenza, il coinvolgimento del territorio trasversale che dunque… richieste dal territorio, dal basso, importante, una struttura già pronta di proprietà del Comune. Non so perché non la stia riutilizzando, però c’è e quindi vediamo se riusciamo a farla funzionare per… con il compito per cui era stata pensata. Capiamoci però su cosa significa e quanto io credo questa discussione perlomeno a livello di Consiglio regionale, a differenza delle discussioni che avvengono nei Consigli comunali che sono chiamati a rappresentare sì le istanze di un singolo territorio, noi dovremmo avanzare una proposta al Parlamento che prova ad avere una lettura quantomeno di rango regionale rispetto, perché no, la geografia giudiziaria della nostra Regione.
Allora prima questione, relatore Finco, il territorio, una richiesta che nasce dal territorio. Sappiamo benissimo che l’area del Bassanese spinge da oltre un decennio, anche attraverso i suoi amministratori locali, attraverso le imprese del territorio, per vedere realizzata questa opportunità. Se vogliamo essere seri dobbiamo anche dire che ci sono altri territori che esprimono invece molte perplessità. Penso al territorio di Castelfranco che ha detto e ha avanzato dubbi sul fatto che un territorio in provincia di Treviso si vedrebbe spostata la competenza giudiziaria sotto un’altra Provincia, la Provincia di Padova, il foro di Padova, che anziché avere un unico riferimento nel tribunale del Comune di Padova verrebbe divisa con alcuni territori che vanno da una parte e altri vanno dall’altra, ma anche diciamo - ma su questo torno dopo - la città di Vicenza.
Ora, ovviamente, ogni territorio vorrebbe essere, anche dal punto di vista dei servizi giudiziari, avere una certa geografia. Io non ho pregiudizi. Non ritengo che i confini provinciali siano intangibili. Mi chiedo però – li chiedo al relatore Finco ma all’Aula - mi piacerebbe sapere, rispetto alla proposta che ci viene avanzata oggi, cosa resta, in quest’Aula, della discussione che abbiamo fatto sette giorni fa sul riordino territoriale della Regione del Veneto, in cui voi ci avete spiegato che i servizi e le funzioni della Regione devono essere riorganizzati in maniera innovativa da questa Giunta attorno ai territori provinciali e attorno agli ATS. O facciamo la ATS della Pedemontana, che si prende un pezzo dell’Alta Padovana, un pezzo di Conegliano e il bassanese, allora vi seguo. Allora ha un senso. Ma mi avete spiegato che dovete riorganizzare il territorio del Veneto attorno ad ambiti omogenei e dopo sette giorni mi spiegate che, per le funzioni giudiziarie, c’è un altro ambito diverso che vi inventate oggi e si chiama Pedemontana. Ma va bene. Anche qua io non esprimo un giudizio. Dico che, a mio, a mio modo di vedere, in politica molto spesso serietà fa rima con coerenza, credibilità nell’avanzare una richiesta, fa rima anche con capacità di tenere quella richiesta dentro una lettura più complessiva che va oltre le richieste del territorio bassanese.
Torno al tema del territorio. Io penso che non possiamo in questa sede non riportare i timori, che io ritengo purtroppo fondati, dei vicentini che vedono, dietro questa operazione, il rischio concreto di vedersi sottrarre dell’organico oggi in servizio al Tribunale di Vicenza, perché è evidente che il Tribunale della Pedemontana sarebbe una sede distaccata del Tribunale di Vicenza e il rischio è che una serie del personale giudicante e amministrativo possa essere trasferito nel nuovo tribunale di Bassano.
Lo definisco un rischio concreto perché tutta questa discussione, senza un impegno vero che oggi non si vede sul fronte dell’incremento di organico per la giustizia italiana, qualsiasi decisione noi assumiamo, non ha senso, non ha valore.
La questione è legata, infatti, ai costi di gestione e la persistente scopertura di organico di magistrati e personale amministrativo nei tribunali già esistenti è un dramma di questo Paese e il Ministro della Giustizia, Nordio, al netto delle dichiarazioni stampa, non ha ancora messo in atto nessuna procedura di assunzione, di estensione dell’organico dei magistrati e del personale amministrativo. Del resto, questa stessa norma che lei ci sottopone, così come i suoi omonimi abruzzese, calabro e siciliano, è una norma a in varianza finanziaria. Allora, come faccio a riempire di personale un Tribunale in più se non spendo soldi in più per il personale che là ci deve andare a lavorare? Lo dico perché capisco il senso, diciamo, politico dell’operazione, ma ritengo che non sia giusto prendere in giro i cittadini.
Faccio alcuni esempi che riguardano la nostra Regione e rispetto ai quali mi sarebbe interessato aprire una discussione dentro questo Consiglio regionale: Venezia, la Corte d’Appello di Venezia. La carenza di cancellieri esperti raggiunge il 69,2%, quello degli assistenti giudiziari del 37,8%. Nei Tribunali la situazione è addirittura peggiore. Quello dei minori di Venezia carenza di assistenti giudiziari per il 33,3%, arriva all’80% la carenza di esperti Cancellieri. Al Tribunale di Venezia la carenza di assistenti giudiziaria è del 41,8%. Sono questi i numeri che spiegano l’allungamento dei tempi dei procedimenti dentro i Tribunali, non i chilometri che mi separano di distanza tra casa mia e il Tribunale. La situazione drammatica a livello regionale. Di assistenti giudiziari ne manca il 40% a Padova, il 36,8% a Rovigo, il 35% a Treviso, il 31,9% a Vicenza, il 27,8% a Belluno, il 27,1% a Verona e potrei continuare così. Potrei raccontarvi di quanti Giudici di pace mancano. Non c’è alcuna assistente giudiziario a Conegliano. Potrei raccontarvi di quanto la giustizia di prossimità, relatore Finco, non si fa costruendo un palazzo di giustizia vuoto, senza Cancellieri, senza Magistrati e senza personale amministrativo. I servizi ai cittadini vanno garantiti con serietà, occupandosi certo di Bassano, di Padova, di Venezia e di Treviso, ma sapendo che la prossimità si deve costruire dappertutto, prestando attenzione in particolare alle sedi disagiate, garantendo investimenti adeguati sul trasporto pubblico - approfitto della presenza della vicepresidente De Berti sulla viabilità -, garantendo l’innovazione e le connessioni su tutto il territorio. Solo per citare alcuni piani che non sono trattati nella discussione di oggi.
Da lungo tempo gli uffici giudiziari nazionali e di questa Regione scontano un’acuta gravissima sofferenza che oggi ha raggiunto picchi e vette mai viste, e ripeto, il ministro Nordio a parte venire a Venezia e sottoscrivere protocolli… Ma abbiamo capito che il Presidente della Regione del Veneto è l’esperto dei protocolli: lui sottoscrive protocolli, poi rimangono protocolli.
La situazione dell’organico dei tribunali di questa Regione è inaccettabile. Se la prossima volta viene il ministro Nordio, spiegategli questa cosa: che faccia qualcosa di utile.
Aggiungo: come si tiene, relatore Finco, l’ipotesi della creazione di un nuovo palazzo di giustizia nel cuore economico – ce l’ha spiegato lei? – della nostra regione? Con la carenza del personale.
La Procura di Vicenza, per citare un esempio, da luglio avrà a disposizione nove sostituti sui quindici previsti in organico: ma di cosa stiamo parlando? Quali nuovi tribunali vogliamo aprire con questi numeri? Dove e con che personale intendete riempirli?
Il Governo Meloni, su questo, dopo più di un anno non ha dato un segnale che sia uno. A leggere le dichiarazioni del Ministro dell’economia, Giorgetti, rispetto alle disponibilità economiche e finanziarie di questo Governo per il prossimo anno, dubito che sarete in grado di incrementare gli organici dei Tribunali e dei Palazzi di giustizia. Il gioco delle tre carte, a un certo punto, quando si passa dall’opposizione al Governo finisce.
Chiudo velocemente. Si può certamente dire, relatore Finco, che in un mondo perfetto sarebbe preferibile avere il tribunale sotto casa, vicino alla nostra sede, vicino alla nostra impresa, purché ci sia il personale adeguato, e perché bisogna bilanciare i valori tra la prossimità e i valori legati alla qualità dell’amministrazione della giustizia.
Nel Paese dei mille campanili vale tutto, inclusa la possibilità non neutra, dal punto di vista del consenso elettorale, di avvicinare il foro locale alla propria impresa o a propria casa: ma siamo sicuri che un tribunale vicino alla propria abitazione, alla propria casa, è sufficiente per garantire il presidio di legalità e il diritto alla giustizia dei cittadini di questa Regione? Quanto la prossimità coincide con la giustizia?
Vi faccio alcuni esempi: ormai, tutte le democrazie moderne che si fondano su un’idea condivisa di giustizia stanno percorrendo la strada della specializzazione degli organi giudicanti. Lo abbiamo visto col PNRR, che finanzia la qualificazione dei giudici dei procedimenti fallimentari, specificandoli; lo abbiamo visto con i giudici del lavoro; il nuovo giudice per la famiglia avrà una competenza specifica.
I fatti di aggressione, molestie e violenza contro le donne di quest’estate e le conseguenti pronunce dei tribunali ci dimostrano quanto servirebbe specializzare i giudici che si devono occupare di decidere sulla violenza contro le donne. Ormai tutta la giustizia europea si sta orientando verso l’incremento delle competenze e della specializzazione dei giudici.
A fronte di una carenza di organico strutturale come questa quanti giudici servono nel tribunale di Bassano che siano in grado sia di decidere con serietà sulla causa di condominio che sulla grande causa che coinvolge imprese di diritto magari internazionale? Può lo stesso giudice essere capace sia di, come dire, risolvere la lite di condominio, ma anche di giudicare il diritto internazionale e finanziario? Mi chiedo quanto il concetto di giustizia di prossimità stia dentro il concetto di giustizia assoluta, cioè di avere una persona competente che giudica quello che devi fare.
E poi - e chiudo davvero - ma la prossimità è necessaria per i luoghi che davvero rendono faticoso raggiungere il tribunale o per i luoghi collegati con una superstrada al tribunale più vicino che sia Vicenza, Padova o Treviso? Se mi avesse detto facciamo un tribunale a Belluno, dove davvero non c’è modo di arrivare, per fare da Feltre a Belluno ci metto un’ora e mezza, uno dice ci penso, ma proprio lei mi dice che Bassano è al centro delle grandi infrastrutture venete. Quindi non mi pare che sia un luogo disagiato che mi chieda… ma lo dico perché non le possiamo riaprire tutte. Quindi dobbiamo scegliere quale riaprire e io non capisco perché Bassano sì, Chioggia no, Dolo no, Portogruaro no, perché? Perché allora… se mi convincete che Adria, mi convincete - chiudo davvero, Presidente - che per questo Consiglio regionale la prossimità della giustizia è fondamentale a Bassano e non a Chioggia io non ho problemi. Mi dovete spiegare perché non ho capito perché Bassano sì e Cittadella no.
Guardo il consigliere Pan che so che ci terrebbe al nuovo… al tribunale di… quindi - e chiudo davvero - ci sono tante questioni che stanno dietro a questo progetto di legge statale. Io credo che noi, al netto di fare, come dire, da cassa di risonanza, da catena di trasmissione dei 68 amministratori di Bassano, dovremmo rappresentare tutti gli amministratori della Regione del Veneto e dovremmo mettere, come dire, sullo stesso piano il bisogno di giustizia di prossimità che hanno tutti i cittadini del Veneto. Oggi con la proposta che ci sottoponete io non ho capito se esaudiamo questo impegno che noi abbiamo con i cittadini di tutta la Regione. Se poi, invece, mi dite - e chiudo davvero - mi rivolgo al relatore, che questo progetto di legge statale, in realtà, serve solo per mettere una bandierina in Senato in modo che quando Nordio dovrà promettere un po’ di sedi distaccate ne promette una all’Abruzzo, una al Veneto, una alla Campania e allora meglio avere Bassano; allora, va beh, facciamo finta, non discutiamo dei problemi della giustizia, facciamo finta di non essere al Governo e di non avere un guardasigilli veneto…
Speaker : PRESIDENTE
Chiudiamo però, per cortesia.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
E va bene tutto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Adesso sospendiamo i lavori.
Ripresa prevista per le ore 14.30.
Possiamo ricominciare, visto che siamo in discussione generale. Ha chiesto di intervenire il capogruppo Pan. Capogruppo, prego.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Vedo che l’argomento è molto sentito. Va, beh, ascolteranno via etere. Su questo argomento intanto si sono già espressi sia il relatore, il collega Finco, e la correlatrice. È chiaro che qui c’è un territorio, un territorio che magari qualcuno conosce anche poco bene se si dice che da Feltre a Belluno ci vuole un’ora e mezza... infatti e quindi... e quindi...
Speaker : PRESIDENTE
Lasciamo parlare chi sta intervenendo perché dà fastidio quando succede a noi.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
È il collega Zanoni che mi disturba pensando al calendario della caccia, immagino.
C’è un territorio, un territorio che è quello comunque pedemontano, ma io vorrei sottolineare che questo territorio è un territorio che comprende la Valsugana in gran parte, il bassanese, il territorio dell’asolano, quindi di Castelfranco Veneto, e anche dell’Alta Padovana. Tutti sanno che io sono di Cittadella. Sappiamo come sia stata una sofferenza per noi, che ci consideriamo da millenni ormai ha una presenza storica nel territorio della nostra Provincia, la chiusura di due importanti funzioni, che sono state quelle del Tribunale, ahimè purtroppo andato poi a essere accorpato, come tanti Tribunali territoriali, in quello di Padova, sia poi, se arriveremo alla mozione più avanti della Camera di Commercio. Quindi stiamo vedendo uno Stato che sta, un poco alla volta, sottraendosi dai territori per accentrare le funzioni ai cittadini e alle imprese, a chi comunque lavora sulla nostra area in posti che spesso e volentieri sono sposti angusti, molto difficile anche da raggiungere e lontani. C’è il collega di Chioggia. Io capisco anche gli altri territori, ma anche noi, noi che siamo schiavi della statale n. 47, per andare da Bassano a Padova spesso ci vuole un’ora e mezza di strada in cui c’è una concentrazione di imprese in quel territorio del Veneto che penso non ci sia da nessun’altra parte. Se andiamo a vedere il numero di imprese da Bassano – c’è anche l’assessore Lanzarin – a Cittadella, a Castelfranco, il Quadrilatero, l’ex (inc.), metto dentro anche Marostica, Asolo, per chi si ricorda di questo progetto, magari. Se andiamo a vedere la concentrazione di cittadini, di abitazioni, di imprese, di artigiani, naturalmente, che c’è in questo territorio, ci si rende conto che portar via certi servizi a questo territorio significa allungare i tempi, significa disturbare i cittadini, significa che i cittadini devono fare strada e perdere giornate di lavoro, e naturalmente economie proprie per spostarsi, per andare al Tribunale di Padova. Quello di Vicenza, tra l’altro, come anche quello di Padova, è in centro città, quindi anche difficilmente raggiungibile, oltre al parcheggio e tutte le altre cose.
Chiaramente, quanto a quello di Treviso, da Castelfranco a Treviso, ricordo, sono circa 40 chilometri, giusto per dire… Chi conosce bene questo territorio – se lo conosce bene – capisce una funzione di questo tipo quanto importante sia.
A me piace anche il nome, tra l’altro, di questo posto, che si chiama Cittadella della Giustizia: almeno ci consoliamo, noi di Cittadella, che resta il nome, perché quanto al resto ci hanno portato via tutti e tutto, quindi, almeno quello.
Tra l’altro, il sottoscritto fa parte anche del Comitato promotore, insieme a tanti Sindaci dell’Alta Padovana. Su questo tema sono state fatte, come qualcuno ha ricordato, anche diverse iniziative di incontro grazie al nostro Sindaco di Bassano, Elena Pavan, insieme al nostro Sottosegretario alla giustizia, Andrea Ostellari, che ha riunito Sindaci, più volte, hanno riunito categorie economiche di ogni ordine e grado, tra cui anche, ricordo, CGIL, CISL e UIL che lo hanno sottoscritto. Montanariello, hanno firmato anche i sindacati, gli stessi Sindaci: 70 Sindaci hanno firmato e sottoscritto, oltre, naturalmente, alla Regione e al nostro Presidente.
Tra questi Sindaci, vorrei ricordarlo alla nostra Capogruppo del PD, ci sono anche quelli del PD. Ci sono anche molti Sindaci del PD, anche della Valsugana. Mi viene in mente il compagno Mauro Migliorini – ci conosciamo da tanti anni – di Asolo, ciclista che tutti sanno, viene spesso anche a Cittadella a farsi i suoi giri in bicicletta, di cui abbiamo discusso, ma anche qui seduta in mezzo a noi c’è una collega, ex Sindaco di Nove, Chiara Luisetto, che poi ci dirà anche lei, che ha sottoscritto e firmato questo protocollo giustamente perché fa parte di questo territorio. Quindi o vi mettete d’accordo tra di voi oppure diteci cosa dobbiamo fare perché poi è chiaro che anche dal punto di vista politico, diciamo, ci sono tanti problemi, ma poi i Sindaci naturalmente di qualsiasi colore siano hanno caro il proprio territorio, le proprie imprese e le proprie attività.
Quindi si è parlato di quanto importante sia avere un nuovo tribunale… che non sono i 100.000 abitanti previsti per legge, sono 500 a Mira. Ce ne volevano cinque addirittura tribunali per soddisfare un territorio del nostro… sì, i soldi, mi fa il segno la collega. Sì, allora lo Stato, che sappiamo bene come il nostro Stato sia indebitato per 3.000 miliardi, abbiamo un buco, ormai uno in più, uno in meno non importa. Mah, i soldi sarebbero molto facili da trovare se c’è la volontà, come il personale, no. I soldi, allora se risparmiamo magari, se lo Stato risparmia qualche pieno di nave che va o di qualche altra attività con aerei, eccetera, per andare magari a tirar su gli immigrati fino fuori dal porto di Sfax in Tunisia magari troviamo i soldi anche per finanziare questo nuovo tribunale.
Ricordo che tra l’altro la struttura edile è già pronta da un bel pezzo e quindi… e poi, guardate, il personale. Noi abbiamo contrari a questo progetto sapete solo chi? Gli Ordini degli avvocati, gli Ordini degli avvocati che guarda caso, i baroni, la casta della giustizia come quella della medicina, che guarda caso sfruttano centinaia di giovani laureati in Giurisprudenza nei loro studi a scrivere le loro cose per 3, 400, 500 euro al mese. Sai quanti? Risparmiando magari su qualche pieno di motonave che va in Tunisia ne assumiamo facendo concorsi a questi ragazzi, che sono bravissimi, laureati nelle migliori università, tra cui Padova per un’eccellenza in Giurisprudenza.
E quindi, collega Camani, difendere la casta, mi stupisce che lei difenda la casta degli avvocati di Padova, che lei difenda questa casta, lei che è figlia del popolo. Magari non conosce il territorio perché in mezz’ora si va da Feltre a Belluno in autostrada. Belluno ha l’uscita autostradale, qualcuno… magari se invece di stare ad Abano frequenta un po’ più l’alta… magari la invito io, venga a visitare la nostra bella Alta padovana, se ci passa ogni tanto e vedrà… sa quanti Cancellieri di tribunale assumeremo noi, di quanti ragazzi di quanta gente farebbe i concorsi. Io spero che Nordio li faccia, che Ostellari metta in mano questa legge.
Sono d’accordo su una cosa con lei: che ci vuole la specializzazione. Quella sì. I giudici devono essere specializzati. Abbiamo avuto tanti di quegli esempi di giudici che poi sono andati - o magistrati - che poi hanno fatto - non faccio nomi - Di Pietro, esempio, che poi hanno fatto politica, hanno fondato partiti, che hanno fatto di tutto in questa nostra povera società.
Quindi, guardi la specializzazione è giusta. Ci vogliono sicuramente giudici preparati. Giudici che siano specializzati. Giudici che sappiano anche condannare velocemente, perché siamo stanchi, i nostri cittadini sono stanchi di vedere criminali che rubano, che uccidono, che stuprano le nostre donne, che vengono nelle nostre case, in particolare abbiamo visto ultimamente anche degli episodi molto gravi di, comunque, rapine violente, ma femminicidi.
Guardi c’è stato oggi un altro femminicidio, a Roma. A Roma. Se avete visto il telegiornale, guarda caso questo femminicida era un marocchino.
L’altro giorno l’altro a Trento, a Bolzano, che ha ucciso la ragazza, era un turco.
L’altro giorno quei due che hanno impiccato la povera ragazza erano due romeni.
Guarda caso, guarda caso, me ne ero segnati un altro po’, io ho una lista che potrei stare qua fino a domani mattina. Abbiamo gente che, naturalmente… la tabaccaia che è stata uccisa l’altro giorno era un altro marocchino e andiamo avanti con tutta questa gente che stiamo importando dalle coste tunisine, dal Nord Africa, consumando un sacco di milioni al giorno, di milioni al giorno, per andare a prenderli su in mezzo al mare. Anzi gli forniamo di tutto di più appena arrivano, addirittura li portiamo – con i ponti aerei - li portiamo negli alberghi e li portiamo in tutte le nostre città.
Allora, quanti milioni risparmieremmo se blocchiamo tutto questo? Quanti milioni potremmo investire sulla giustizia?
Sarebbe veramente bello, magari ci sono degli esempi, chi è stato negli Stati Uniti, Canada, Australia, che la giustizia sia giustizia e che no che dopo uno che ha stuprato, ucciso, oppure rubato, rapinato, portato via l’orologio. Anche a Sainz l’altro giorno erano tre di loro, anche quelli, tre ragazzini di Milano, e che abbiamo davanti alla stazione tutti i santi giorni e notti, che queste persone siano condannate da una giustizia vera, da una giustizia veramente giusta e che li tengano in carcere e quello che dovevano essere e non mollati il giorno dopo perché il Giudice gli dà i domiciliari immediatamente.
Allora guardi, noi della Lega sappiamo benissimo che giustizia vogliamo. Io spero che veramente il ministro Nordio, che è un veneto e che ha le idee chiare in questo senso, porti a casa, sì, che ci dia una mano sul Tribunale di Bassano, ma non per avere un Tribunale vuoto o una giustizia lenta, una giustizia che arrivi dopo 10 anni per una causa civile o dopo vent’anni, se ci va bene, per altri tipi di cause, quelle economiche e finanziarie, che si fa scappare anche multe imprese e investitori esteri, ma sia una giustizia vera, una giustizia vera, puntuale, precisa e veloce.
Speaker : PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Con molto interesse seguo questo dibattito oggi, pur rendendomi conto che, come poche volte, discutiamo alla fine di quelli che sono i dubbi esistenziali dell’uomo e non del progetto di legge statale che dovremmo discutere, forse perché, sapendo già la sorte dei progetti di legge statale licenziati dal Veneto, evidentemente qualcuno, in maniera distratta o fin troppo acuta, preferisce occupare il tempo parlando di tante altre cose: vorremmo anche noi fermare i femminicidi, le rapine, la delinquenza. Però, insomma. credo che si debba mettere d’accordo con Finco perché magari o cambiamo il titolo al progetto di legge, oppure, collega Finco, aggiungiamo l’articolo 5, che è varie ed eventuali, come si fa un po’ nelle sedute, dove bisogna trovare i 10 minuti di tempo da dare, in modo che tutti si sfogano e arrivano a casa, collega Finco, con la loro testimonianza di presenza che gli ha permesso anche quel giorno di marcare il territorio. Per fortuna noi uomini lo facciamo in maniera diversa da altre specie di mammiferi questo marcare il territorio, perché sennò sarebbe un casino qui in Aula.
Però, pur provando a fare miei di alcuni concetti che ho sentito, intanto, collega Pan, diceva prima Presidente che noi assumeremo tanti giovani bravi, competenti e capaci nei Tribunali. Mi tocca dare una brutta notizia a chi mi ha preceduto. Non vorrei che la distrazione, per parlare di altro, sia tale che non ha letto l’articolo 4, che dice “dall’applicazione… disposizioni di cui alla presente legge si provvede … strumentali non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato”.
Adesso, capisco, colleghi, che ci deve essere la strumentalizzazione assoluta e onnivora su tutto; ma non potete venirmi a dire, per tentare di illudere qualcuno che ci ascolta, “noi assumeremo tanti giovani, belli, capaci” e magari, come piacerebbe dire a qualcuno “ci scegliamo anche età, statura fisica, razza ed etnia”. Non assumerete un bel nulla! Non assumerete un bel nulla! Non assumerete una foglia di fico, nemmeno se diventa secco, perché è il vostro progetto di legge che dice che sarà a saldo invariato e che non metterete un euro.
A meno che non pensiate di pagare chi verrà a lavorare con i granchi blu – che il Presidente Zaia ci spiega che dobbiamo mangiare – voi non sarete in grado di assumere nessuno, niente e nessuno, perché non mettete un centesimo, non prevedete di mettere un centesimo.
Poi ci direte “forse il Governo, quando arriverà, noi chiameremo. noi sentiremo…”: no. Oggi stiamo licenziando questo. Il “se” e il “ma”, dicono a Ferrara, sono destino di altri popoli, non del nostro. E questo è il primo elemento.
Non assumerete nessuno. A chi ci sta seguendo da casa, chi ha promesso assunzioni di giovani, belli, alti e capaci, non assumerete nessuno. L’articolo 4 dice infatti intanto che è a saldo invariato. Sa com’è, Presidente? Alla fine noi siamo quelli che non vogliamo generare nuovi posti di lavoro… No, non assumerete nessuno: mettetela via, avete scritto, diciamolo alla veneta, “sghei zero (inc.)”, saldo invariato. Quindi, collega Finco, lo ricordi al suo Capogruppo.
Tra l’altro, c’è un passaggio che io non ho capito: giustizia territoriale. Chi è contro le sedi territoriali? Guardate che noi non siamo contro le sedi territoriali; siamo contro lo strabismo che si ha nei confronti dei territori.
Ma adesso, scusatemi, perché mai in un progetto di legge, che vede decine di tribunali, o di sedi periferiche chiuse in Veneto, noi oggi dovremmo ragionare su quella? Scusatemi: voi volete dirmi che noi riapriamo i tribunali? Bene, benissimo. Ma perché non possiamo riaprire quello di Chioggia, quello di Dolo e quello di San Donà? E perché non possiamo ragionare su quello di Chioggia? Che l’elenco del sistema infrastrutturale che ha Bassano – e lo diceva prima il collega Finco – a noi che vengono dalla parte sud della provincia di Venezia ci fa invidia, ci fa gola, vi invidiamo. Vorremmo noi un po’ di quelle strade che avete detto finora. Purtroppo noi, metaforicamente parlando, siamo alla frutta con le infrastrutture.
Collega Finco, lei ha elencato un’ora di infrastrutture. Vi invidiamo. Noi infrastrutturalmente siamo messi come il Burundi. Non abbiamo un treno, abbiamo una strada della morte e abbiamo una parallela che per metà è larga e per metà è stretta e l’ha definita il Sindaco di Chioggia della Lega “strada della morte”, non io. Allora perché, collega Finco, non possiamo ragionare sul fatto che insieme a quello della Pedemontana si apre anche quello di Chioggia e perché non quello di Dolo? E perché non quello di San Donà? Perché dobbiamo ragionare sempre in maniera distratta e strabica? Perché, guardate, noi… sì, assessore De Berti, sa perché io parlo sempre di Chioggia? Perché voi ve ne siete fregati talmente tanti anni della parte sud della provincia che io oggi ho argomentazioni per parlare vent’anni e dirvi vent’anni che avete maltrattato la città di Chioggia! Non abbiamo treni, non abbiamo strade. Pensate a fare le autostrade del mare, le pedemontane, i treni Rocca.
Assessore De Berti, schiacci il bottone e intervenga, se vuole intervenire, che è sempre un piacere poterla sentire e la ringraziamo anche quando ci dice qualcosa.
E quindi… e quindi questo è il primo elemento. Qualcuno è contro le sedi territoriali distaccate? No. Guardate che siete voi che nelle cose ancora più importanti della giustizia ci avete detto che le sedi territoriali non servono a nulla. Guardate che è vostro il Piano Socio Sanitario che dice che bisogna concentrare tutta una parte e togliere i presìdi territoriali, bisogna fare l’hub e spoke. E perché, scusate, su quello vale e sui tribunali no?
Ah no, chiedo, cioè… o i presìdi periferici hanno valore sempre o non hanno valore mai. Io dico che hanno valore sempre, però su questa cosa qui ci volete dire perché dobbiamo fare un progetto di legge che, insomma, chi lo dice, ma noi siamo d’accordo, vi pare che non lo dobbiamo aprire? Ma perché i Consiglieri di Verona, i Consiglieri di Padova, i Consiglieri di Rovigo, di Belluno e di Venezia non dovrebbero interrogarsi su qual è l’elemento che mette in secondo piano la territorialità di altri posti del Veneto che hanno pari dignità? Tanto, collega Finco, io al suo posto, visto che stiamo facendo una cosa che, insomma, dopo entreremo anche nel merito su forse il grande interrogativo, lo facciamo; che non è solo quello di dire: lo fanno tante Regioni, ma secondo me ci sono ragioni e ragionamenti più insiti su questo.
Ma a questo punto, visto che lo facciamo a costo zero, mettiamoci dentro tutti, no? Ma scusate! È a costo zero? Mettiamoci dentro tutti, no?
Ma vi dico di più: mettiamone anche due di quelli nuovi che non ci sono, perché fermarci ai vecchi?
Mettiamone anche due di nuovi. Perché se è a costo zero! Mettiamone anche uno ad Abano così facciamo contenta la Capogruppo Camani. Dai mettiamone anche una a Selvazzano, perché fermarci, Finco? È una legge dove diciamo che c’è l’invarianza finanziaria, perché essere avidi, Finco?
Tra l’altro voi oggi avete un’occasione storica. Presidente, l’occasione storica che oggi noi abbiamo e che forse viene un po’ sottovalutata da questo dibattito che necessariamente non può vedere una visione comune, perché, guardate, se domani il Ministro Nordio dice: va beh, diamo un segnale, riapriamo qualche sede in giro; perché come Consiglio regionale del Veneto dobbiamo dare l’indicazione di una sede ben specifica, quando ci sono altri Sindaci che hanno fatto la stessa battaglia. Io chiedo. L’area sud della Provincia di Venezia ha tre Sindaci della Lega e sta facendo la stessa battaglia, perché se domani il Ministro Nordio dice: va beh, riapriamo qualche sede, perché noi dovremmo dire: sì il Veneto mi ha indicato quello.
Colleghi perché? Perché, Presidente, dovremmo dire al Ministro Nordio la nostra sede preferita; se dovreste fare una graduatoria è quella.
Perché è vero che il PDLS, il presentatore, lo fa valere per tutti, ma è anche vero che nella relazione si parla solo di un tribunale. Allora io dico: perché noi, di fronte all’opportunità che magari per trovare un equilibrio, dopo le fughe in avanti del Ministro, magari, bisogna dire sì a due – tre sedi, come Veneto indichiamo quella.
Qual è il ragionamento e lo studio che è stato fatto per dire che quella è la più opportuna? Perché lo ha proposto Finco? Mi fido di Finco. Ma perché come Veneto dovremmo indicare quella e non un’altra.
Tra l’altro, visto che abbiamo parlato finora di migliorare i tempi della giustizia, guardate che questo progetto di legge fatto così peggiora i tempi della giustizia, perché se noi decidiamo di aprire nuovi tribunali senza assumere nuove figure professionali, guardate che non è che ci voglia uno scienziato per capire che quelle che hai le devi dividere. Allora finora abbiamo parlato che mancano giudici, mancano cancellieri, mancano funzionari, mancano impiegati, manca tutto, però io non capisco il nesso che c’è nel dire che miglioriamo i tempi della giustizia. Perché, guardate, ripeto, lo avete scritto voi: riaprire… Presidente, aspetto, magari...
Speaker : PRESIDENTE
Vada pure.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Vedo che c’è una riunione nel Consiglio, se la fate senza urlare, non mi disturbate. Non che sia invidioso, però almeno, siccome mi devo concentrare...
Allora io credo che questi provvedimenti fatti così, a saldo invariato, peggiorano i tempi della giustizia, perché guardate, due sono le cose: o mettiamo soldi e troviamo nuove risorse, anche in termini di unità che ci debbano lavorare dentro, o io non posso capire qual è il piano B per dire che, a saldo invariato, miglioriamo i tempi della giustizia. Vorrà dire che tutti quei soggetti che lavoravano nel Tribunale, vi faccio l’esempio che conosciamo noi, che da Chioggia sono andati a quello di Venezia dovrebbero ritornare a quello di Chioggia. Lo stesso varrà per quello di Bassano.
Tra l’altro, voi avete una grande occasione che, secondo me, sapete che è un’occasione che non vi porterà da nessuna parte, allora tentate un po’ di mischiare le acque, perché, guardate, voi oggi avete un’occasione storica su questo tema: avete un Guardasigilli veneto, avete un Sottosegretario padovano. Dovete dirmi voi, in questo momento che avete decantato la filiera di Governo, che ruolo avete a venirci a proporre con un Ministro veneto e un Sottosegretario dello stesso partito del proponente del progetto di legge, che ruolo avete a venirci a dire che ne riapriremo solo uno, perché il ragionamento che facevano i colleghi della maggioranza sull’importanza delle sedi territoriali vale solo in alcuni territori, non in tutti, ma d’altronde, il Veneto a due, anche a tre velocità lo conosciamo, lo dicevamo prima dei trasporti. Allora noi continuiamo a guardare: le sedi territoriali servono solo ad alcune parti, non servono dappertutto. Tra l’altro, ripeto, oggi avete il Ministro della Giustizia veneto e il Sottosegretario della Lega di Padova. Io non vedo motivi per cui dovreste fallite su questo vostro intento. Ma dovreste fare di più, spendervi per la nostra regione: se credete davvero nell’importanza delle sedi distaccate che avete detto, non potete fermarvi al ragionamento unico del Tribunale della Pedemontana. Chi può dire... e chi può dire che non è un’opera che ai cittadini può servire? Ma guardate, non siamo mica così stupidi. Però dovreste fare di più, dovreste uscire fuori dalla vostra nicchia di filiera di territorio e dire: abbiamo il Ministro Veneto, abbiamo il Sottosegretario di Padova, questa volta almeno la metà delle sedi periferiche che hanno chiuso, collega Finco, io l’avrei messa come scommessa, avrei lanciato il cuore oltre l’ostacolo, il Ministro di Fratelli d’Italia, il Sottosegretario della Lega: e quando ci capita più che questa maggioranza può risolvere questi problemi?
Altro che migliorare i tempi della giustizia. I problemi di cui diceva Pan non dovrebbero più esistere con voi al Governo. Quelli che secondo la vostra idea li hanno creati sono stati mandati a casa dai cittadini.
Ora che ci sono quelli bravi, questi problemi li dovrebbero risolvere. È per questo che dico anche al collega: la lista dei problemi di questa settimana non puoi farla al PD, non è che abbiamo smesso di governare la settimana scorsa. Un po’ di rodaggio lo avete avuto. Quindi, va bene essere additati quando governiamo, ma essere additati anche quando siamo ininfluenti e all’opposizione… Se serve, lo facciamo pure, per senso di responsabilità; però, probabilmente non sarei proprio d’accordo su questo.
Ma d’altronde, tante disquisizioni tra quello che fate e quello che dite ce le ricorda anche quotidianamente sulla stampa Forza Italia col suo Segretario. Vuol dire quindi che non è un problema solo di maggioranza e minoranza, ma è un problema che si sta un po’ più diffondendo, di stanchezza di quello che avete detto, fatto, promesso nel Veneto.
Tant’è che le prime campane vengono proprio da destra. A noi danno poco spazio, non abbiamo tanto fiato per urlare. Però la vera fortuna è che ve lo dicano da casa vostra: pensi un po’ come cambia il mondo: accipicchia, perbacco, come cambia il mondo!
Però, tornando a questo progetto di legge statale, ci auguriamo che abbia una sorte migliore di quelli che lo hanno preceduto finora. La statistica ci dice che… Non tutti, ce n’è uno che mi pare sia andato a buon fine, e siamo al 99,9% su questo. Guardate: questi ragionamenti spesso più territoriali che politici, più territoriali che di visione, più territoriali che volti a mettere insieme i pezzi della nostra Regione, questi sono progetti di legge dove la relazione ci dice che sono progetti di legge territoriali, che non hanno un’idea di Regione che sta insieme, che non hanno un’idea di visione che sta insieme, mettono in difficoltà anche i colleghi Consiglieri che sono in quest’Aula. Io non oso immaginare infatti se domani io con i miei colleghi torniamo a casa e ci dicono: scusa, potete farlo uguale a quello del vostro collega, ma nella relazione mettete San Donà, Dolo e Chioggia? Cosa dite? L’ha già fatto… Mettono in difficoltà anche i Consiglieri, questi progetti di legge, sapendo che non porteranno a nulla: ma sì, ci sarà una prima pagina di giornale, ma sono ragionamenti di nicchia che noi non possiamo… Abbiamo fatto adesso un piano di riorganizzazione del territorio che dice una cosa; lavoriamo per gli accorpamenti dei Comuni, e dopo facciamo tutt’altra cosa dove su un problema che riguarda 10 sedi territoriali noi veniamo qua con una.
Bene, oggi state dicendo a tutto quanto il Veneto che nella Regione c’è chi conta e c’è chi non conta. Ahimè, noi a Venezia siamo dalla parte di quelli che non contano. Lo dico con rammarico, ma… io voglio Bassano come sede periferica, sì, ma voglio anche tutte le altre perché altrimenti non è più un ragionamento politico, è un ragionamento di nicchia.
Noi non diciamo no a questo progetto di legge. Diciamo no alla miopia politica, diciamo no allo strabismo politico, diciamo no a due pesi e a due misure. Diciamo no a quei ragionamenti fin troppo territoriali da creare mal di pancia nei territori stessi perché, guardate, non è che è una cosa normale lavorare su un progetto di legge, su una sede distaccata di un tribunale e dire tutto a posto, solo gli Ordini degli avvocati non sono d’accordo. Cioè non è che stiamo facendo un ragionamento di legge sulle caldarroste alla sagra paesana che se l’Ordine degli avvocati non è d’accordo possiamo anche farcene una ragione. No, stiamo ragionando su un tribunale dicendo ma tanto solo gli organi degli avvocati non sono… i politici sono d’accordo.
Ma chi vuole che non sia d’accordo quando si porta un servizio nel territorio? Ma secondo lei possiamo dire che non siamo d’accordo quando si porta un servizio al territorio? È una di quelle cose talmente ininfluenti e politicamente, sottolineo, inutili che anche è inutile dire che non sei d’accordo. Cosa devi dire, che non sei d’accordo? Noi siamo d’accordo davvero, solo che non riusciamo a capire come si possa riaprire un tribunale senza mettere i soldi. È un grande dilemma che ci poniamo. Sicuramente non saremo noi a dire che non siamo d’accordo. Noi abbiamo fatto le battaglie. Noi con il collega le abbiamo fatte anche a casa nostra le stesse battaglie. Non è che non siamo d’accordo, non capiamo dove finisce la finzione e inizia la realtà. Non capiamo dove finisce il magheggio, il prestigio e inizia la parte reale della discussione. Non capiamo dove finiscono le menzogne politiche nel pensare che si possa assumere gente, diceva uno, avere la giustizia più veloce diceva l’altro, riaprire dei tribunali diceva un altro ancora, però alla fine di tutto c’è scritto senza spendere uno scheo.
E noi vorremmo capirlo questo nuovo modello di baratto veneto che abbiamo creato. Cos’è, un baratto amministrativo? Cos’è? Li paghiamo… guardate, non ci convince questo, collega. Non ci convince questo e gli ultimi 31 secondi che ho li userò tutti fino in fondo perché questa è un’occasione ghiotta per evidenziare quelle che sono le vostre contraddizioni, non per dire che noi siamo quelli contro il territorio. Noi siamo quel–i - e che sia ben chiaro - contro due pesi e due misure, contro gli strabismi e contro i progetti di legge, che non si capisce dove finisce l’illusione per buttare un po’ di fumo negli occhi ai cittadini e dove inizia la realtà, perché a casa mia, collega Finco, collega Pan, senza soldi non si è mai fatto nulla, tantomeno aprire un tribunale.
Speaker : PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. È un progetto di legge statale è come dire: vorrei, ma non posso.
Siccome vorremmo reintrodurre i tribunali di prossimità in Veneto, ma non abbiamo i fondi, allora spostiamo - non abbiamo i fondi, non abbiamo le competenze, è materia dello Stato questa - allora spostiamo il tiro a Roma e mandiamo un progetto di legge a Roma. Un progetto di legge statale. I contenuti, naturalmente della norma che ci dice vogliamo i tribunali di prossimità, insomma, chi non li condivide, avere vicino a casa nel territorio, i tribunali. Chi è che non condivide una cosa del genere. Però tutto ha un costo. Tutto ha un costo. È una questione di costi. È una questione di fondi.
Guardando le disposizioni, il comma 2, vedo che si possono riattivare queste sezioni distaccate, laddove abbiamo un circondario con almeno 100.000 abitanti.
Io, se penso alla mia Provincia e io ricordo bene le sezioni distaccate che c’erano in Provincia di Treviso, perché me le sono fatte tutte, c’è stato un periodo dove viaggiavo a decine di udienze, partecipazione a udienze come teste dell’accusa in tutta la provincia di Treviso, andavo ad Oderzo, a Castelfranco, a Treviso capoluogo, Mogliano, Conegliano, Montebelluna ed effettivamente è una comodità, per gli imputati perlomeno, recarsi a farsi processare in prossimità delle proprie abitazioni.
Quindi, guardando a Treviso, considerando che a Treviso abbiamo più di 900.000 abitanti, con questa regola noi potremmo riattivare tutte le sezioni distaccate che vi ho letto adesso.
Viene detto - lo dice l’articolato del progetto di legge - che c’è l’invarianza finanziaria. Però c’è un’altra cosa curiosa in questa legge: che al comma 4 si dice che le spese di gestione e di manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture sono a carico del bilancio della Regione richiedente, quindi siamo noi, sono i cittadini veneti che dopo devono pagare. Io mi chiedo: di fronte a una legge statale del genere, che viene approvata a Roma, perché dovremmo riaprire solo il Tribunale di Bassano e non... la ex sezione distaccata del Tribunale di Bassano e non anche le altre, insomma. Rischieremo all’interno della stessa Regione di creare cittadini di serie A e di serie B. Ma se fossimo in un periodo di vacche grasse, dove c’è disponibilità finanziarie, eccetera, chi direbbe di no a questo? Si fa: è una cosa utile avere anche i Tribunali vicini a casa. Il problema è che non ci siamo coi fondi. Anzi, paradossalmente, con una norma statale come questa, potremmo ritrovarci nella situazione in cui, ad esempio, l’Emilia-Romagna coi conti a posto potrebbe riaprire le sezioni distaccate delle sue nove Province. Ma il Veneto, magari, parlo magari tra qualche anno, tra 5 o 10 anni, perché prima che ci sia un procedimento del genere che venga approvato, sicuramente con questa maggioranza è impossibile e quindi potrebbero passare anche diversi anni. Tra 5 e 10 anni, voi, tanto visto che è stata già citata, pensate che buco dovremmo coprire a causa della Superstrada Pedemontana Veneta? I soldi che ci saranno serviranno per coprire quel buco, altro che per aprire nuove sezioni distaccate.
Quindi, colleghi, quello che dico e ribadisco è che, se da un lato è condivisibile il fatto di avere queste strutture vicine ai cittadini, dall’altro bisogna fare i conti con i costi e i fondi a disposizione. Abbiamo già visto che in questo periodo in Italia stiamo spendendo moltissimi milioni di euro che poi graveranno sulle spalle di chi verrà dopo, delle nuove generazioni, perché buona parte sono a debito. Io credo che dovremmo fare una riflessione su questo aspetto, perché questo è l’aspetto che conta. Quindi senza avere, come dire, la capacità di anche definire quanto ci verrebbe a costare, perché è stato detto che c’è l’invarianza finanziaria, però chiedo anche a Finco, che ha fatto il progetto di legge: per quanto riguarda la Regione Veneto, visto che il comma 4 lo ha scritto lei, collega. Quanto ci verrebbe a costare non dico solo il Tribunale di Bassano, ma tutti? Perché non bisogna fare differenze tra i vari cittadini: parlo di tutti. Quanto ci verrebbe a costare questo comma 4 dell’articolo 8-bis? Qui si dice che siamo noi Regione a dover mettere i soldi, questa è la questione. La questione è strettamente economica, quindi dobbiamo anche dire ai cittadini che magari domani leggeranno il giornale, e qualcuno, magari per far sintesi, intitolerà “si riapre il Tribunale di Bassano”, dovremmo anche spiegargli che ci sono dietro dei meccanismi particolari che vedono questa norma spedita a Roma con un iter molto lungo, e semmai dovesse essere approvata, dovremo anche dopo fare i conti e cercare di capire dove la nostra Regione potrebbe trovare i soldi per aprire queste sezioni distaccate dei tribunali chiusi da una decina d’anni che vogliamo riaprire con questa norma.
Speaker : PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la consigliera Luisetto.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Come opportunamente anche ricordato dal consigliere Pan, all’epoca dell’inizio del percorso del Tribunale della Pedemontana, io ero tra i Sindaci che hanno sottoscritto convintamente questa prospettiva di riapertura. Anche perché Bassano arrivava da una storia travagliata, con la chiusura di una struttura nuova, si sentiva in qualche modo… Era una fase in cui chiudeva l’Agenzia delle entrate, chiudevano servizi in vari luoghi, e veramente diventava difficile.
È un progetto di legge, dunque, che si muove su una storia che non comincia ieri, e non parte da un anno zero. È un percorso che ha coinvolto moltissime amministrazioni locali, categorie economiche e forze sociali. È una mobilitazione che ho visto crescere con l’allora Sindaco di Bassano del Grappa e a cui abbiamo preso parte con l’obiettivo di dare risposte a un territorio, è stato ricordato da più parti, che ha un tessuto imprenditoriale di piccola e media impresa e non solo, fondamentale per la nostra provincia e per il Veneto tutto.
È rimasto orfano di questo presidio di giustizia è fondamentale, ed è tanto più essenziale, dunque, che le azioni successive a quella mobilitazione siano coerenti con quegli obiettivi e con quelle aspettative, ma soprattutto che lo siano in una fase in cui sono cambiate alcune condizioni, ci si è riorganizzati in questi anni, perché in questi anni c’è stato il silenzio totale, ci sono state delle interlocuzioni a livello territoriale, ma a livello nazionale non c’è stato più un prosieguo di ragionamenti su questo punto.
Quindi, quello che stavo dicendo è questo: c’è stata una mobilitazione, c’è stato un percorso, ci sono state delle prese di posizione. Di fronte a quelle prese di posizione di 10 anni fa,8-10 anni fa di che cosa parliamo oggi?
È fondamentale che le azioni che mettiamo in campo siano coerenti ma anche che non si prestino a divisioni territoriali.
In quest’Aula oggi abbiamo sentito parlare di esigenze di tanti tribunali che sono stati chiusi, di prossimità, di territorio e ognuno ha delle giuste rivendicazioni rispetto a quello che è il proprio territorio ha perso. Dunque è, secondo me, necessario che, nel momento in cui si tenta di dare una risposta a un bisogno, lo si faccia con l’onestà intellettuale di chi davvero prova a trovare una soluzione.
Allora la domanda che mi pongo e che mi sono posta quando ho visto questo progetto di legge è: è una soluzione al problema del tribunale della Pedemontana, alle questioni territoriali, a come è distribuita le giustizia sul nostro territorio.
Più che una soluzione, la percepisco come un tentativo; ma un tentativo che ha due punti deboli: il primo è quello del personale, dell’organico e, quindi, il fatto che c’è un altro tribunale, quello di Vicenza, preoccupato del proprio organico, preoccupato di una perdita di professionalità, di una ridistribuzione diversa sul territorio. È per questo che ho presentato un emendamento, proprio per tentare di fare chiarezza anche su questo punto e dare consapevolezza che non si deve favorire un luogo per penalizzarne un altro, ma ci deve essere una visione di insieme di territorio che tenga insieme le varie esigenze.
L’altro aspetto è quello delle risorse.
Lo diceva prima la Capogruppo. Che cosa abbiamo chiesto al Ministro Nordio?
Questo è un progetto di legge uguale a tutti gli altri che sono stati presentati fino adesso nelle altre Regioni; ma potevamo osare un po’ di più? Possiamo chiedere qualcosa, rispetto all’ambito delle risorse? Perché, come dicevano il collega Zanoni e Montanariello, è difficile credere che si possa riaprire un tribunale senza soldi, senza risorse, senza la concretezza di previsioni economiche stabili che diano futuro. Perché il tema non è l’annuncio, non è lusingare un territorio o addirittura dividerlo rispetto ad altri. Il tema è trovare soluzioni di prospettiva. Io credo che sia fondamentale fare questo.
Da Sindaci quando ci siamo impegnati su questa battaglia lo avevamo fatto proprio con l’obiettivo di creare soluzioni di prospettiva, non certo di dividere territori o mancate risposte.
Quindi è un PDLS – è stato ricordato – in varianza finanziaria, quindi la domanda che i Consiglieri si sono posti, cioè: come faremo a far vivere le strutture se non chiediamo allo Stato, lo stesso che col Ministro Giorgetti alcuni giorni fa diceva che non ci sono più soldi, se non chiediamo allo Stato di investire. Dunque, aggiungere una richiesta di questo tipo sarebbe costato troppo poco, sarebbe costato poco nel progetto di legge, ma avrebbe permesso di renderlo, a mio avviso, più forte.
Colgo anche lo spunto, di cui parlava la Capogruppo, il tema delle specializzazioni e dei temi. Questo, per esempio, è un tema che potrebbe valorizzare i territori, le periferie. Ragioniamo su un territorio rispetto a una specializzazione. Si parlava di diritto del lavoro, della famiglia. Nel caso del tribunale della Pedemontana, tutto il tessuto imprenditoriale, le imprese guardano con interesse una soluzione che sia credibile e reale, di prospettiva, ma cerchiamo di farlo facendolo bene. Altrimenti rischiamo di fare un annuncio che, oltre a dividere, neanche arriva all’obiettivo.
Concludo dicendo una cosa che non c’entra con il tribunale, ma, siccome è la quarta volta che il consigliere Pan la dice, o in Aula o in Commissione, mi tocca rispondere. Il 72% degli uomini che agiscono violenza è italiano. Lo è per effetto di ciò che è scritto nel rapporto D.I.Re. di quest’anno. Ci sono stati presentati gli esiti del rapporto regionale in Commissione socio-sanitaria. Si vada a riguardare gli esiti.
Quindi, invece di elencare le nazionalità di singole persone che salgono alla ribalta della cronaca, si vada a vedere i dati interi, perché il 72% degli uomini ‒ lo ribadisco ‒ che agiscono violenza sono italiani. Non perché questo significhi che una violenza vale più o meno in base a chi la commette, perché la responsabilità del legislatore è quella di garantire le risorse necessarie in tutto il territorio e garantire anche le condizioni... E torniamo al tema dell’intesa Stato-Regioni, che è ancora un grande punto di domanda sulla testa dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio. Garantire le risorse e i servizi perché ci si possa occupare di queste situazioni e le si possa prevenire.
Chiudo con questo, anche se non era in tema, perché è la quarta volta che me lo dice e dovrà rispondere di questi dati.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Scatto.
Speaker : Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Io sono un avvocato, consigliere Pan, capogruppo Pan. Francamente, non ho mai sottomesso nessun tirocinante. Non credo di appartenere a una casta. Sono stata anch’io tirocinante e da tirocinante ho usato il mio tempo per imparare un mestiere, che è quello di avvocato. Io non dico mai “io faccio l’avvocato”. Io sono un avvocato e per questo mi sento di intervenire. Non devo difendere un Ordine perché è un Ordine che si difende molto bene da solo, non devo difendere nessuna categoria, ma semplicemente uno stato d’essere, consigliere Pan. È un dovere che mi sento proprio, altrimenti non avrei fatto questo intervento. Quindi ciò detto, io direi che la presentazione da parte del consigliere Finco di questo PDLS apre un po’ il vaso di Pandora della giustizia, cioè, secondo me, oggi si è un po’ verificato quello che noi, in gergo giuridico, chiamiamo un qualche cosa che fuoriesce dal petitum, ossia non è tanto importante, cioè lo è, il problema del Tribunale di Bassano, lo è effettivamente come è rappresentato dal problema di tutti gli altri Tribunali di prossimità e non perché è il problema della giustizia. Non è il problema portato quest’oggi in Aula, è un problema che ci vede coinvolti tutti. Per cui è difficile dire: ma voi lo fate per questo motivo, voi dite Bassano, no Venezia, piuttosto che Dolo. Non è questo il problema, il problema è che il problema ce l’abbiamo, ma tutti ce l’abbiamo, tutti, nessuno escluso.
Adesso diceva giustamente la capogruppo Camani per quanto riguarda il tema della famiglia, la competenza del Tribunale, si sta cercando un po’ di dare delle indicazioni che possano servire all’utenza. Ma, signori, finché non abbiamo comunque a disposizione chi ci lavora negli uffici giudiziari... io stessa ho fatto votare all’unanimità qui dentro ad aprile dell’anno scorso una mozione che riguardava nella fattispecie il Tribunale di Venezia perché fosse riconosciuta come sede disagiata e quindi che fossero... ho chiesto l’applicazione di quelle misure che possano incentivare la venuta di personale all’interno degli uffici giudiziari. Non è di così facile soluzione e io ho parlato con la segreteria del ministro Nordio, perché quando presenta una mozione non lo faccio per farmi il selfie o per scrivere il comunicato stampa. La mozione va seguita ed è una telefonata dell’assistente del ministro Nordio di un paio di mesi fa che mi ha detto guardi, Presidente, noi sappiamo che c’è questo problema e come se lo sappiamo, però deve essere un’unione di forze, Comune, Regione, Ministero.
Signori, il problema, al di là delle competenze, ce l’abbiamo tutti. Non voglio parlare del problema dei giudici perché quello è un altro problema e non è questa la sede, però, ripeto e ribadisco, non è il problema del tribunale di Bassano. E comunque sottolineo anche che per un avvocato che si deve spostare per fare le udienze una cosa è per me dal mio studio andare al tribunale di Dolo piuttosto che andare al tribunale che è a 50 chilometri perché è lavoro, sono costi per i clienti, per i nostri assistiti e soprattutto ne va anche di quella che è, diciamo, l’ergonomia perché poi i tempi si dilatano - questo è un altro discorso ancora - e di tante cose la giustizia ha bisogno ed è un problema che va veramente discusso in tutte le sedi possibili, però avendo la coscienza che non è un problema di chi è al governo adesso o di chi lo è stato prima. È un problema che per troppo tempo è stato lasciato e adesso non è più sostenibile. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bet.
Speaker : Roberto BET (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Intervengo anch’io sul tema di questo progetto di legge statale complimentandomi con Finco perché secondo me non ha… voi state discutendo del tribunale di Bassano. In realtà il progetto di legge statale introduce un nuovo modello di organizzazione della giustizia perché noi abbiamo il dogma che la giustizia debba essere gestita a livello centrale dal Ministero di Grazia e Giustizia. In realtà non ci rendiamo conto che la giustizia regionale deve avere un’organizzazione regionale e lui attraverso il modello della convenzione introduce un’opportunità data ai territori di riorganizzare a livello regionale la giustizia secondo le esigenze del proprio territorio. Esigenze del proprio territorio che devono essere espresse dai Consigli regionali, dai Consigli comunali, dagli Ordini, da tutti quelli che hanno degli interessi in gioco, ma che poi si rapportano al Ministero della Giustizia e chiedono un’organizzazione diversa.
Organizzazione diversa della giustizia, che in uno Stato unitario come quello italiano pare sia un dogma, in realtà non è così perché in Sicilia ci sono quattro Corti d’Appello, quattro Corti d’Appello in Sicilia, in Calabria due Corti d’Appello, in Campania due Corti d’Appello, in Puglia altrettanto. Forse non avete capito, ma ogni Corte d’Appello vuol dire un’organizzazione del settore della giustizia civile, della giustizia penale, i dirigenti, i cancellieri.
Quindi, capite che se la Regione del Veneto, 50.000 aziende, il 10% del prodotto interno lordo nazionale, 14 miliardi di euro, non ha diritto di organizzare al suo interno uno dei servizi fondamentali che rende competitivo il sistema veneto. Nordio ha detto: il 2% del PIL viene perso a causa della lentezza della nostra giustizia.
Gli investimenti sul nostro territorio, da parte delle aziende estere, non arrivano perché le aziende straniere non si fidano del modello di organizzazione della giustizia che c’è in Italia.
Non si fidano perché non ottengono sentenze in tempi brevi.
Allora, noi siamo da anni in una situazione di sotto organico. Anch’io ho presentato una mozione nel 2021 in cui chiedevo una maggiore attenzione dal punto di vista dell’organico nei tribunali di Venezia, ma piuttosto di Treviso, in tutto il settore della giustizia e, tra l’altro, in quella mozione ricordo il Gruppo della minoranza si è astenuto e devo ancora capire il perché.
Tra l’altro, chiedevo che l’organizzazione delle assunzioni avvenisse su base regionale, perché è inutile che continuiamo a fare concorsi nazionali con personale che arriva dal Sud Italia e dopo chiede la mobilità e scappa da Venezia, scappa dai tribunali locali perché preferisce ritornare nel suo paese natio e così abbiamo tribunali del sud a pieno organico, a 100% di organico, che però hanno delle inefficienze incredibili. Tribunale di Vallo della Lucania: 2.200 giorni per avere una sentenza in un processo civile. Ma vi pare un Paese normale?
Poi, abbiamo il tribunale di Bolzano, anche lui col 30% di personale in meno, che è all’avanguardia, uno delle eccellenze in Italia per tempistica per le sentenze e per cause iscritte e cause chiuse in Italia.
Allora, ritornando al progetto di legge, io credo che questo sia il modello su cui spingere, tant’è che noi attendiamo anche, nel processo di riforma autonomista delle 23 materie che attendiamo vengano attribuite alla Regione del Veneto, ci sia anche quella dell’organizzazione della giustizia di pace. Io direi potremmo estenderla anche all’organizzazione della giustizia civile e penale in generale e non dobbiamo avere paura di questo, perché è un sistema regionale di giustizia che non vuol dire avere leggi diverse, vuol dire avere un’organizzazione diversa, più efficiente, garantisce tempi e servizi migliori rispetto a quelle che lo Stato centrale, che un Ministero di Grazia e Giustizia oggi e per sessant’anni non è riuscito a garantire.
Quindi, spero che il progetto di legge di Finco venga preso in considerazione in tempi stretti e venga approvato velocemente a livello nazionale. È chiaro, Pan, che l’Ordine degli avvocati si lamenta e dice: è inutile che apriamo un altro tribunale. Dividere le povertà è inutile. Voglio ricordare che l’Ordine degli avvocati, soprattutto gli Ordini degli avvocati veneti, collaborano quotidianamente all’organizzazione e a supporto della giustizia con convenzioni, offrendo servizi, garantendo i servizi essenziali che la giustizia dovrebbe offrire ai nostri cittadini, alle nostre imprese. Se non ci fossero gli Ordini degli avvocati, la pazienza e la disponibilità di tantissimi avvocati che sopperiscono alle assenze, alle carenze, alle difficoltà, alla mancanza di cancelleria all’interno dei tribunali... Ci sono stati momenti in cui portavamo perfino la carta igienica nei tribunali, l’Ordine degli avvocati. Ricordiamocelo.
Dobbiamo portare rispetto per questa professione, che, con tutte le critiche che si possono fare a tutte le professioni, qui in Veneto si è sempre data da fare per cercare di far andare avanti le cose con grande umiltà, con grande pazienza e con grande disponibilità, soprattutto in un momento storico, oggi, in cui la professione di avvocato è tendenzialmente mortificata da una legislazione che oggi ci viene a dire perfino il font di word che dobbiamo usare per scrivere gli atti e quante pagine dobbiamo usare quando scriviamo gli atti. Quindi, un minimo di rispetto per questa professione che, comunque, collabora e garantisce il servizio di giustizia e, a volte, è essenziale per garantire ai nostri cittadini, alle nostre imprese il funzionamento del sistema economico.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Soranzo.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Inizio il mio intervento dicendo al collega Pan: cerchiamo di rinsaldare questa situazione, che, devo dire, anche personalmente ho vissuto. Ricordo il provvedimento dell’Ordine di Padova, degli avvocati, che ha acquistato anche la carta igienica. Lo ricordo perché è stato anche dibattuto. Però è anche vero che questo Consiglio regionale deve intervenire al di là delle valutazioni degli Ordini, dei portatori di interesse. Deve avere una visione un po’ più distaccata, sicuramente, sempre, però, tenendo in considerazione tutti i contributi e anche le osservazioni di tutti i portatori di interesse, tra cui anche questo Ordine.
Però, colleghi, cominciamo a mettere ordine. Io desidero partire ringraziando il collega Finco. Ho voluto condividere con lui questo progetto di legge statale. L’ho fatto a nome di tutto il Gruppo di Fratelli d’Italia. L’ho fatto anche perché l’assessore Donazzan è entrata e lavora nel Comitato per l’istituzione di questo Tribunale della Pedemontana veneta, ma di fatto, partendo da una riflessione: dobbiamo cominciare a dirci le verità, colleghi. Dobbiamo cominciare a dirci le verità senza paura di affrontare queste verità, perché quest’Aula per troppo tempo in questi mesi si è trovata a dibattere da parti diverse di questo Consiglio su tante difficoltà che noi siamo chiamati ad affrontare: qualche settimana fa, in questi giorni, il Partito Democratico correttamente stava facendo pressione, come lo stiamo facendo noi in maniera diversa, per recuperare risorse della sanità. Qualche mese fa lo stesso collega Montanariello lo faceva sulle infrastrutture. Qualche tempo ancora prima lo facciamo su un altro settore. Ora, cominciamo a mettere ordine.
Allora io so che il mio intervento che diciamo ha visto cambiare posizione la collega Camani negli interventi, perché aveva piacere di ascoltare il mio, e lo faccio volentieri, nel dire che quando dico che dobbiamo cominciare a dirci la verità, cominciamo a guardare la storia. Allora nel 2010, 2011, accade un fatto: arriva una lettera da quella che è l’Unione europea, dai rappresentanti delle banche a un Presidente del Consiglio, che allora era il presidente Berlusconi, e in quel momento l’Italia sembra cadere nel precipizio perché di fatto ha un buco enorme, non riesce a far fronte ai conti dello Stato e inizia un periodo per cui agli italiani viene raccontato che la politica dell’austerity è la politica giusta è la direzione giusta. Viene raccontato ai cittadini, agli imprenditori e commercianti, ai lavoratori autonomi, ai liberi professionisti, ai Sindaci, agli amministratori, ai corpi dello Stato, alle forze dell’ordine, alle Forze armate.
Bene, da quel momento in poi accade, per fare un esempio: noi sappiamo benissimo che ci sono degli studi che raccontano che i tagli maggiori della sanità sono venuti in un periodo molto preciso e alla guida non c’era il centrodestra, collega Camani, e tutta la minoranza. Non c’era. Se vuole, glieli cito. Non è il mio studio. Guardi, lo riguardo perché devo leggerli, ma glieli cito. I tagli maggiori arrivano negli anni che sono dal 2015 al 2019, dove al Governo ci sono Letta, Renzi, Gentiloni e Conte. Un fantastico combinato disposto straordinario. Se vuole le dico anche quanto: 25 miliardi sulla sanità. È uno studio e sono dati ufficialmente pubblicati.
Poi, guardi, noi possiamo discutere che gli studi possono essere diversi, che i dati possono essere diversi, che ognuno può portare il proprio. Guardate, il problema, gentili colleghi, non è quello di chi fa la conta a chi la dice più grossa o che studio porta. La verità è che ci è stato raccontato che negli anni 2000 la globalizzazione è la risposta al nostro Paese, che la produzione non serviva e oggi invece stiamo vivendo che la globalizzazione invece era esattamente il modello sbagliato e se noi oggi viaggiamo meglio è perché non abbiamo completamente distrutto quel tessuto produttivo che è la piccola e media impresa e che della globalizzazione invece tutto il resto sta morendo. La Germania ne è un esempio, è in recessione perché ha perseguito il modello della globalizzazione.
Andiamo avanti anche di più su questo ragionamento, ma io lo uso questa volta il tempo, colleghi, perché è giusto cominciare a mettere i puntini sulle i. Non si può raccontare che questo Governo in 10 mesi o poco più possa risolvere il problema di 11 anni e non si può neanche raccontare, e lo si può dire, che i Sindaci non hanno vissuto il patto di stabilità. Io ero uno di quei Sindaci per cui non potevo assumere, non potevo spendere, non avevamo i soldi perché c’era qualcuno che in quegli anni ci diceva la politica dell’austerity, che dovevamo fare cassa noi come dovevano fare i cittadini italiani con i propri risparmi per fronteggiare un debito pubblico che era inarrestabile e che ci avrebbe ucciso.
Poi che cosa succede? Succede che tra tanti decreti ci sono anche questi due che sono del Governo Monti, dove tutti abbiamo partecipato perché tutti avevano preso, di fatto eravamo sotto, tra virgolette, “ricatto” e tutti hanno dovuto dare seguito a questi decreti che oggi ha previsto che cosa? Guardate, io credo che molti degli amministratori che ci sono l’hanno vissuto e l’ho vissuto anche da Presidente della Provincia. Abbiamo tagliato i fondi alle Camere di Commercio e abbiamo… quei tagli ai fondi delle Camere di Commercio, quella austerity ha indebolito quel tessuto di competitività di quelle… delle Camere di Commercio. Abbiamo venduto le caserme dei Vigili del Fuoco, abbiamo venduto le Prefetture. Cartolarizzato le Caserme dei Vigili del Fuoco perché il modello era che doveva essere venduto e poi le prendevamo in affitto e le prendevamo in affitto con i soldi pubblici, vendendoli magari ai privati o magari agli istituti di credito. Addirittura il Governo Renzi ha creato anche un soggetto che faceva questa operazione.
Poi, se andiamo a vedere poi che cosa è accaduto è che poi arriva il Covid e nella sanità, dove abbiamo bloccato le assunzioni, demolito con i tagli la sanità, poi arriva il Covid e che cosa abbiamo fatto? L’austerity non c’è più, i soldi si trovano, le iniezioni di denaro arrivano perché c’è l’emergenza e quindi di fatto abbiamo fatto esattamente il contrario di quello che raccontavano negli anni 2010 in avanti. Questa è la cosa incredibile, ma gli italiani non sono… i veneti non sono mica nati ieri e non ci dimentichiamo mica. Grazie a Dio una cosa c’è, che dentro questi decreti - e ha ragione e mi collego e ringrazio perché ha anticipato un aspetto interessantissimo - un aspetto interessante con i decreti Monti, che poi hanno visto l’approvazione in Parlamento con forze diverse, certamente, da quella situazione iniziale, ha visto quell’inserimento di un principio che è la convenzione e qua mi dispiace che non c’è il collega Montanariello perché questo progetto di legge statale, collega Finco, prevede la norma di invarianza finanziaria come tutti i progetti di legge statali e non si può costruire, cara minoranza, cara opposizione, care forze di minoranza che contribuiscono a un ragionamento utile alla Regione Veneto, ai cittadini veneti, non si può costruire su due pilastri, ancora una volta, uno da una parte di dire perché a Bassano e non a Chioggia, quindi vogliamo mettere i veneti l’uno contro l’altro; invece il ragionamento è un altro che sarebbe quello di dire partiamo con Bassano perché c’è bisogno di rinforzare la giustizia e perché la giustizia è PIL, perché con il PIL probabilmente riusciamo ad attrarre nuovi investimenti, nuove aziende, nuovi posti di lavoro. Perché sappiamo che cosa siamo noi veneti, perché il collega Bet, citando l’aspetto della convenzione, che rinvia a valle l’individuazione, eventualmente, di risorse finanziarie e anche di personale umano e strumentale, quindi il progetto di legge, di fatto, rinvia a valle questa individuazione e non si può, per chi ci ascolta in questo Consiglio, dimenticare che voi, Consiglieri di minoranza, lo sapete perché lo avete esattamente citato nelle note dei progetti di legge statale. Esattamente sulla norma finanziaria si legge esattamente che: la clausola di invarianza finanziaria per il bilancio dello Stato, evidenziando che trattasi di oneri eventuali e, comunque, connessi a variabili concrete, non determinabili a priori e che saranno valutati e regolati nella fase operativa di attuazione. Si ricorda, su base convenzionale, Stato-Regioni, che è quello che ha anticipato il collega Bet.
Quindi teorizzare che non ci sono i soldi, per cui stiamo parlando di aria fritta è assolutamente ingiusto, è assolutamente non corretto e mi sento di dire neanche perfettamente onesto dal punto di vista intellettuale.
Aggiungo un altro aspetto, perché il Veneto si muove come le altre Regioni ed è giusto che si muova e per cui abbiamo sottoscritto e sosteniamo questo progetto di legge, collega, Finco; lo facciamo perché ha ragione - alcuni casi li ha citati il collega Bet - ma se noi andiamo a prendere i dati Istat 2017, troviamo che, se noi guardiamo le imprese, dove di fatto la risposta deve arrivare per creare un modello nuovo, una risposta diversa di attrazione e anche di investimenti, non solo per i cittadini italiani, per avere la risposta di giustizia su tanti temi civilistici di cui abbiamo bisogno e non solo, oltre a quelli penali, noi vediamo che se prendiamo, per esempio, la Regione Lazio, che di fatto ha poche più imprese del Veneto solo perché molti portano la sede legale a Roma per motivi di diversa natura, certamente non produttiva, il Veneto è la seconda Regione, di fatto, operativamente, per numero di imprese.
Quando si va a vedere il rapporto imprese e tribunali, si scopre che ci sono Regioni che hanno molti più tribunali del Veneto, avendo una percentuale di imprese molto inferiore. Questa è una distonia fortissima che tra apporto imprenditoriale e offerta di giustizia crea un evidente danno.
Possiamo dire quindi che quel tipo di approccio, quel tipo di modello che in quegli anni ci è stato proposto ha creato un danno alle Regioni, ha creato un danno al sistema, ha creato un danno all’Italia, facendogli credere che era la strada giusta, che è conclamata, che invece oggi è clamorosamente sbagliata, ed è stata smentita anche nella sanità con l’iniezione di quei soldi e risorse che adesso noi stiamo correndo ad assumere.
Anzi, adesso, la stessa parte che ha tagliato si arrabbia perché non riusciamo ad assumere velocemente quelle risorse, quelle persone che dovremo formare in quattro e quattr’otto, visto che adesso i soldi li abbiamo trovati. Allora la domanda è: perché li abbiamo cancellati all’inizio? Perché abbiamo tagliato la spesa, abbiamo distratto risorse che erano formate? Perché non abbiamo continuato a investire con le risorse anche nella formazione di quelle figure? Perché di fatto il modello era diverso.
E non lo dice Soranzo, non lo dice Fratelli d’Italia, lo dice la storia, lo dicono i dati, lo dicono i documenti, e credo che ormai l’hanno compreso tutti. Questa distonia, di fatto, ha ormai trovato riscontro anche nel PNRR. Ci dicono, dall’Europa, che ci danno i soldi solo se noi facciamo la riforma della giustizia, se torniamo competitivi, riformando la giustizia.
E allora, perché non cogliere l’unico aspetto fantastico, perché tutto il resto invece letteralmente abbiamo capito che non funziona di quella previsione del decreto Monti – dei due decreti Monti –, che di fatto è la convinzione nel prevedere, ricostruire e ridisegnare una giustizia che sia su principio territoriale, regionale, e che comincia a dare quelle risposte, se si possono dare quelle risposte al territorio?
Io credo che poi ci sia un’altra valutazione da mettere a fuoco. Qualcuno ha detto perché Bassano, in fondo, e non altre realtà? Credo che sicuramente questo Consiglio regionale abbia il dovere di battersi per Bassano perché ha iniziato un percorso, quei Comuni hanno iniziato un percorso, che questo Consiglio debba ascoltare tutto il Veneto e cogliere tutti gli input nel momento in cui anche arrivano, in qualsiasi momento, nel tempo più veloce possibile dal territorio. Se oggi siamo a discutere questa richiesta di questa istituzione del ripristino di un nuovo Tribunale, di un Tribunale di nuova concezione, come lo volete chiamare, è perché c’è un compendio che ha visto l’investimento nell’edilizia pubblica di 20 milioni di euro, che giace lì, che è disponibile, e anche questa non è certamente una sottolineatura di cui fregiarsi e di essere più felici, visto e considerato che sono sempre soldi pubblici. Se oggi quella disponibilità c’è e, a nostro avviso, va colta.
Infine, io credo di poter dire che, come Fratelli d’Italia, abbiamo affiancato e affiancheremo, l’abbiamo affiancato anche col ministro Nordio, essendo molto leali con i veneti, nel dire che il lavoro che ci aspetta non è facile nel reperire le risorse e sicuramente, quando si dice di prendere le risorse per funzionare senza tagliare le risorse agli altri Tribunali, precisando che saranno risorse di completamente diverse dagli altri Tribunali delle altre Province, quindi non ci sarà un trasferimento, un depotenziamento di altre strutture. Questo è stato chiaro fin dall’inizio, perché questo è il punto. Per cui si migliorerà, si vuole migliorare la risposta dell’offerta del sistema di giustizia, della geografia della giustizia in Veneto e non depotenziarla, nella direzione che ci chiede l’Europa. Questa volta l’Europa dopo anni cambia idea e porta nei requisiti del PNRR questa formula. Ci chiede, dopo averci tagliato le risorse che ha a sua volta poi ci ha visto tagliare o far tagliare ai vari Governi, quindi un’apertura anche di giustificazione la voglio fare, non è certamente... nessun Premier è contento di fare tagli di quella portata se non totalmente obbligato, forse, ma ricordiamoci che in Europa non esiste un Parlamento europeo nella sua storia che ha avuto una maggioranza di centrodestra e che invece noi ci auguriamo che avvenga l’anno prossimo, perché su questi modelli, su queste politiche, il nostro Paese e altri Paesi oggi stanno soffrendo e oggi hanno tanta strada da recuperare proprio a seguito di quella cecità e di quella visione che si è raccontata nei fatti completamente sbagliata.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Ha chiesto di intervenire la correlatrice Camani.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Devo dire anche grazie ai colleghi perché il dibattito è stato interessante e ha portato un po’ di contenuto, quindi mi limiterò a sottolineare tre o quattro questioni rispetto alle quali vale la pena fare un piccolo approfondimento, a mio giudizio.
Abbiamo detto che riteniamo un valore imprescindibile la cosiddetta giustizia di prossimità. Cioè ci state spiegando che il livello di qualità della giustizia di un territorio si misura sulla base della vicinanza tra il servizio e il cittadino, il punto di contatto, di accesso del cittadino alla giustizia.
Ora io vi chiedo sinceramente, ma per capire il vocabolario, se ce l’abbiamo, condiviso dentro a questo Consiglio regionale, ma noi dobbiamo tutelare la prossimità della giustizia per le imprese, che è l’unica parola di cui vi riempite la bocca? Nella fase - lo dico al collega Bet - del giudizio del processo telematico non c’è nessun processo di ingiunzione di pagamento o di fallimenti che viene rallentato perché devo andare da Padova a Bassano perché tutta la giustizia civile, la stragrande maggioranza della giustizia civile, che è quella che riguarda le imprese, avviene ormai su base telematica.
Io non accetto l’idea che per le imprese serva il tribunale sotto casa. Dov’è che serve il tribunale sotto casa? Parole non sentite dalla discussione di oggi. Il tribunale sotto casa serve per garantire tutele ai cittadini portatori di fragilità, non a quelli che devono andare dall’avvocato per le ingiunzioni di pagamento che la fai in via telematica, quelli che hanno bisogno non di un tribunale ma di una prestazione di giustizia che è diverso. Allora se la prossimità, cioè la necessità di una prestazione di giustizia per il cittadino fragile che non ha modalità per recarsi al tribunale, se questo è il problema la risposta esiste già e si chiama Ufficio di prossimità che io credo non deve essere prioritariamente orientato alle ingiunzioni di pagamento delle imprese, ma deve essere orientato a tutti quei servizi che i cittadini fragili ricercano: l’amministrazione di sostegno, gli istituti di protezione giuridica, il rilascio dei documenti, perché no. È lì che il cittadino quando personalmente deve avere la prestazione di giustizia che ha bisogno di prossimità.
Mi dispiace che la presidente Scatto in questo momento non sia in Aula, ma davvero il mio problema è se l’avvocato anziché 10 chilometri ne fa 15 per andare in tribunale? Con tutto il rispetto che ho per chi svolge quella professione. Noi siamo qui per evitare che gli avvocati facciano 5 chilometri in più o per evitare che il cittadino che deve fare la richiesta di tutela o di affidamento di un minore trovi l’ufficio di prossimità, il servizio giudiziario vicino. Quindi, capiamoci se stiamo discutendo di come far fare alle imprese velocemente le ingiunzioni di pagamento o se far avere al minore che ha bisogno di tutela la vicinanza al servizio giudiziario. A maggior ragione, dunque, dovrei parlare di quelle pratiche per cui non serve un legale, perché il mio problema è che il cittadino che ha bisogno, appunto, di una prestazione giudiziaria, che non ha bisogno dell’avvocato, possa accedere velocemente al servizio. Sennò io pago l’avvocato e va lui in tribunale al posto mio, onestamente. A proposito di chi fa le leggi a servizio delle caste forensi e chi, invece, prova a ragionare sui servizi per i cittadini. Allora l’ufficio di prossimità, lo dico agli Assessori, lo dico anche al relatore Finco, esiste già la possibilità di attivarlo. La Toscana ne fa a decine, da una decina d’anni. Esistono già, consigliere Bet, le convenzioni tra i Comuni, le Regioni e il Ministero della Giustizia per aprire degli uffici di prossimità. Esiste già da anni sta roba qua. Di cosa stiamo parlando.
A proposito di co-organizzazione dove è stata la Regione del Veneto dal 2012, quando hanno chiuso tutte le sedi distaccate, cosa ha co-organizzato rispetto a quello che avrebbe già potuto co-organizzare. Poi, mi dispiace, l’organizzazione dei Giudici di Pace la potremmo fare se lo Stato ci concederà l’autonomia prevista per farlo. Se vuole estendere l’autonomia anche alla giustizia penale e civile, mi pare che si debba cambiare la Costituzione ed è un po’ più complicato, ma proviamoci se ritenete che cambi.
Io so che per quello che già si poteva fare - co-organizzare la giustizia sui territori attraverso l’attivazione di uffici di prossimità - non l’avete fatto.
Sempre quando ho la possibilità di fare la scelta autonoma non la faccio, però ne voglio di più. Inspiegabile.
Seconda questione: mi va bene tutto. Soldi, risorse, dove sono?
Dispiace informare il capogruppo Soranzo che dal 1° gennaio 2024 l’Europa rimette in funzione il patto di stabilità. L’Europa ripristina i parametri che erano stati bloccati con la pandemia.
Giorgetti l’ha capito. Giorgetti l’ha capito e sta già dicendo a tutti i Ministeri, Nordio in testa, che risorse nazionali aggiuntive non ce ne saranno. Problemone, e non è del Governo Meloni, è dell’Italia e degli italiani oltre che di altri Paesi.
Le risorse nazionali non ci sono: non ci saranno per la sanità, non ci saranno per le infrastrutture, non ci saranno per la giustizia, grazie a questo Governo, probabilmente non ci saranno neanche per il PNRR; facciamo un progetto di legge statale a invarianza finanziaria che è tale perché sono non quantificabili le risorse necessarie. Io mi chiedo, e lo chiedo a lei, capogruppo Soranzo, al relatore Finco, al consigliere Bet: quando noi diciamo che è un’innovazione fantastica – a parte che è copiata e incollata dai progetti di leggere di tutte le altre Regioni, quindi non è che se l’è inventata proprio Finco, ma non importa, facciamo finta che ha condiviso l’intuizione di qualcun altro –, quando noi diciamo che questa cosa della convenzione tra le Regioni e il Ministero della giustizia è una figata, abbiamo capito che vuol dire che i soldi per riaprire la sede del tribunale di Bassano li mette la Regione del Veneto per la vigilanza, il controllo, la pulizia, la manutenzione? Li mette la Regione del Veneto.
A me va bene l’invarianza finanziaria sul bilancio dello Stato. Ma io chiedo: non l’avete scritto in legge, dichiaratemelo: esattamente, la Regione del Veneto, dopo che l’assessore Calzavara mi spiega che non ci sono i soldi per niente, perché gli ospedali di prossimità, quelli che dipendono dalla Regione, li tagliamo, a proposito del concetto di prossimità, mentre i tribunali di prossimità che deve aprire lo Stato con i soldi nazionali, li vogliamo riaprire; ma nel bilancio della Regione del Veneto, relatore Finco, quanti soldi stanziamo per riaprire il tribunale di Bassano? Perché a spanne, la Cittadella della Sicurezza, 11.000 metri quadri, solo per scaldarla e raffrescarla, qualche decina di migliaia di euro l’anno li mette, deve metterli, la Regione del Veneto.
Allora, io dico: dichiaratemi – ci sono un po’ di Assessori, manca quello al bilancio, purtroppo – che nel giorno in cui c’è la possibilità di stipulare le convenzioni, voi mi trovate 150.000 euro all’anno per finanziare, per riscaldare, per rinfrescare il Tribunale di Bassano.
Guardate: stiamo litigando da tre anni sui 10.000 euro per una prestazione sanitaria, o per finanziare la copertura di una buca. E voi mi spiegate che davvero in questo contesto finanziario-economico regionale, dove non abbiamo una lira per niente, basta fare una convenzione e li mettiamo noi i soldi?
Ecco, capogruppo Soranzo, dove sta, e concludo, la presa in giro dei cittadini? Che in quelle petizioni, quei 68 amministratori locali credono che noi stiamo facendo una roba seria. Invece, e chiudo davvero, cosa stiamo facendo esattamente? Qui io non ho niente contro il Tribunale della Pedemontana, non ho niente contro i 68 amministratori che sperano di vedere ripopolato il palazzo di giustizia di Bassano, a me va benissimo, non entro neanche se non in termini di provocazione nella discussione Bassano, Chioggia, Schio. A me va bene tutto. Abano sarebbe l’ideale, ma mi rendo conto che non abbiamo il palazzetto della giustizia. Mi va bene tutto, ma deve essere chiaro che voi ci state chiedendo, e chiudo, di votare un progetto di legge statale soltanto per mettere un pallino lì dicendo: caro Nordio, se mai quella roba che annunci la dovessi fare, c’è anche il Veneto. E allora mettiamo la bandierina. Basta fargli una telefonata, cominciava la Scatto, alla sua assistente per ricordarglielo.
Speaker : PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Dolfin.
Speaker : Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Io prima di tutto credo che ci sia da fare un plauso da parte appunto del consigliere Finco, che ha posto questa argomentazione, perché credo che parlare di giustizia qualche volta, insomma, e specialmente nelle sedi distaccate chiuse, va nella direzione appunto di porre l’attenzione su un tema, quello che dicevo appunto della giustizia in generale, perché il tema giustizia in Italia è un problema serio, è un problema serio non solo sul tema Tribunali aperti o chiusi o parzialmente aperti. Ma il sistema giustizia proprio nel suo contesto generale, dalle normative. Più volte vediamo la cronaca quotidiana dei giorni d’oggi e si vedono tutta una serie di difficoltà di interpretazione di leggi e di fatti criminali che avrebbero menzione, che avrebbero motivo di proprio riprendere in mano tutte le leggi e le normative in Italia per cercare di trovare anche quell’input in più di leggi proprio nella loro applicazione.
Poi, il tema delle carceri, non dimentichiamolo, è un altro tema legato al mondo della giustizia. Quante volte si parla di carceri, appunto, di sovraffollamento e denunce da più parti. Quindi ragionare anche sul tema principale, che è quello legato appunto al tema delle aperture, laddove appunto abbiamo queste strutture abbandonate a loro stesse, qui dimostra ancora una volta il fallimento dello Stato, a livello appunto di tema giustizia. Ma lo dico in maniera trasversale anche perché potrei leggere l’elenco degli ultimi Ministri che si sono succeduti nei Governi, la Severino 2011-2013, la Cancellieri 2013-2014, Orlando 2014-2016 Governo Renzi, Governo Gentiloni, sempre Orlando, 2016-2018. Bonafè ha aperto una parentesi, il Conte 1, poi il Conte 2 2019-2021, la Cartabia. Insomma, come vedete, insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutti i piaceri, ma non è questo il tema. Dunque io ringrazio che il collega ha posto l’attenzione sul tribunale della Pedemontana, ma attenzione. Qualcuno direbbe come, ma Chioggia? Visto che Chioggia è quasi sempre nel centro del mondo e spesso e volentieri in quest’Aula se ne discute e se ne parla, okay? Io rammento anche, forse qualcuno si è perso per strada o continua a fare il demagogo, senza offesa per nessuno, perché proprio in certi momenti della storia della comunità clodiense, quando si è purtroppo per motivi legislativi nazionali, di caratura nazionale, si è deciso di chiudere il tribunale, c’era soltanto il Giudice di pace, si è deciso di fare altro sul tribunale di Chioggia e si è arrivati a fare un protocollo d’intesa tra il Ministero degli Interni, la Prefettura di Venezia, il Ministero della Giustizia, il Comune di Chioggia, l’Agenzia del Demanio, ossia cosa? Fare il nuovo commissariato. Questo è il motivo perché oggi non solo qua con la bandierina anch’io a dire dopo il tribunale della Pedemontana voglia anche a Chioggia sia riaperto in tutta la sua funzionalità, struttura, il tribunale di Chioggia. Questo è un dato di fatto. Si è deciso altro e, guarda caso, chi ha deciso mi sembra che sia anche qualcuno che gli era vicino e dunque a maggior ragione, insomma, c’è una volontà diversa rispetto a quella di voler portare avanti la riapertura totale del tribunale.
Ben venga, io mi auguro che comunque sia funzionale il tutto. Venga il commissariato a istituirsi e che ci sia la possibilità di continuare anche con la doppia valenza, anche con la presenza del Giudice di pace. Ma questo lo dico senza… fuori dai denti, cioè senza nessun tipo di problema perché dobbiamo essere realisti delle cose e dobbiamo considerare tutte le opportunità che ci vengono date dal territorio perché, pur sapendo bene che si può partire certamente dal tribunale di Bassano per dopo arrivare a tante altre realtà del nostro territorio, però dobbiamo anche capire le scelte che sono state fatte sul territorio e Chioggia ha fatto un’altra scelta. Dunque dobbiamo esserne tutti consapevoli e tutti coerenti.
Poi dopo non rientro nel merito delle questioni che spesso e volentieri si pongono, la Romea, la logistica, tutto il resto. Sappiamo che sono temi che ci appartengono, ci mancherebbe altro. Sono temi che stiamo affrontando, ma sono temi che vanno sottolineati e anche delle competenze. Io lo dico e lo ripeto da sempre in questa sede: ci sono competenze e competenze, come la giustizia è di competenza a livello nazionale, anche la statale Romea, come la ferrovia è di competenze a livello nazionale. Non possiamo nasconderci dietro un dito, perché, ripeto, altrimenti saremo dei demagoghi che ritornano qua a dire sempre le solite situazioni di negatività del territorio ma sinceramente questo non mi si addice perché, insomma, io voglio essere qua propositivo e voglio cercare, in qualsiasi maniera, di portare linfa, certamente, al territorio regionale ma anche, ovviamente, al territorio che rappresento. Però, con gli strumenti che ho a disposizione. Non posso, certamente, chiedere all’assessore De Berti di volere una nuova Statale Romea, quando, ovviamente, la statale dipende esclusivamente dal Ministero delle Infrastrutture.
Ovviamente oggi c’è anche il nostro Ministro, a maggior ragione tireremo la giacchetta al nostro Ministro e lo stiamo già facendo in tutte le sedi dovute, proprio per cercare di portare a casa un problema che è datato nella notte dei tempi. Solo il nome Romea fa capire da dove deriva e fa capire da quanti anni abbiamo a che fare con questa situazione.
Dunque, non me ne voglia nessuno, non voglio neanche, diciamo così, distogliere un attimo l’attenzione sul tema della giustizia, però io volevo sottolineare questo aspetto e volevo, appunto, fare un plauso al collega perché, partendo dal tema del tribunale di Bassano, sicuramente si potranno avere delle giuste attenzioni da parte dei Ministeri competenti anche per altre realtà del nostro territorio. Ma partendo bene e avendo sempre ben chiara la luce che il tema giustizia deve essere focalizzato e attenzionato, appunto, da parte del Governo e dei Governi che verranno, perché, ahimè, possiamo raccontarci quanto vogliamo, possiamo avere la sede nuova, possiamo avere i banchi nuovi, più personale a disposizione, però oggi si necessita sempre più di avere una giustizia certa, celere, perché un Paese è evoluto quando ha una giustizia equa, una giustizia certa e funzionale. Cosa che, ahimè, purtroppo non me ne voglia nessuno, oggi, in questo Paese, questo, purtroppo, tarda ad esserci e ad avvenire.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Questa discussione aiuta a capire una cosa, una notizia che possiamo ribadire, visto che lo sapevamo già, che mentre decidiamo e questa maggioranza, gli interventi sono stati tantissimi quindi vuol dire che molto vi interessa diffondere sul territorio i servizi dei tribunali, della sicurezza eccetera, per quanto riguarda, invece, i servizi di cura va benissimo accentrarli, perché io non ho sentito la stessa enfasi e lo stesso numero di interventi quando qui dentro parliamo di servizi sanitari di prossimità e tra l’altro stiamo parlando di un territorio diverso, ovviamente, ma vicino, penso all’Alto Vicentino, dove, invece, i presìdi sociosanitari non solo sono stati chiusi, ma nonostante le richieste dei tantissimi Sindaci e cittadini e manifestazioni continue, noi lì, però, non stiamo intervenendo.
Ma siccome il collega Finco – ho visto il labiale – dice “questo non c’entra niente con il progetto di legge”, invece c’entra, entro anche nel merito.
C’è una cosa che hanno già detto gli altri colleghi: mi pare incredibile cioè che non ci si accorga, e nonostante in quest’Aula ci siano delle persone che fanno questo di lavoro, che molti servizi legati alla giustizia si sono diffusi attraverso degli sportelli telematici, che le stesse procedure possano essere fatte senza il dispendio di un ufficio in presenza, e anche con il relativo personale. Soprattutto, mi pongo un’altra domanda: il luogo di cui stiamo parlando in queste ore in cui siamo qui a parlare, io credo, di una bandierina, e lo ripeto, visto che anche l’intervento precedente ha parlato di altre bandierine che invece non sono state posizionate perché qualcuno ha trovato una soluzione, io mi chiedo: in otto, dieci anni in cui quell’immobile, quel tribunale è rimasto vuoto, quali sono state le proposte che localmente, o in questo Consiglio regionale, fattive, sono state fatte per fare in modo che quell’immobile potesse essere, ad esempio, ceduto al Comune? Che potessero essere, ad esempio, aperti dei servizi di prossimità come degli ambulatori di prossimità, come un’anagrafe, come dei servizi che avrebbero potuto fare in modo che quella via che voi conoscete meglio di me, perché ci vivete, via Marinali, diventasse una via non come oggi, ma una via piena di attività?
Si parla di un arco temporale di dieci anni. Se si vogliono mettere delle bandierine, si mettano delle bandierine che poi li generano qualcosa, fanno accadere delle cose. Invece, quello che noi stiamo votando oggi, ma io lo so, come per tantissimi altri progetti di legge che stiamo votando qui dentro, statali e non statali, purtroppo, nell’effettività delle cose, della vita normale delle persone, tra cinque, sei, sette anni mi piacerà vedere se in quel luogo si è aperto il nuovo Tribunale della Pedemontana, perché io dei dubbi li ho.
Dei dubbi li ho rispetto al fatto che è un progetto di legge statale; dei dubbi li ho rispetto al fatto che qui dentro non c’è alcuna dotazione per avere una garanzia che nuovo personale permetterà non solo a un edificio di essere riscaldato e affrescato, ma di funzionare.
Io ho seri dubbi che questo possa accadere. Se noi stiamo qui per ore a discutere di una cosa che serve a qualcuno piuttosto che agli abitanti, cioè, piuttosto che alle persone che lì andrebbero a fruire di un servizio, che possono usufruire telematicamente, allora io mi chiedo perché non siamo qui a discutere su cosa fare di quell’immobile che localmente sta producendo delle difficoltà da otto, dieci anni, perché non abbiamo fatto un lavoro, come quello che è stato sventolato prima, magari di convenzionamento con alcuni enti per mettere lì quello che poteva servire. Ecco, se volete, i servizi di prossimità della giustizia, okay. Io, ad esempio, avrei immaginato altro perché lì, per quello che posso conoscere io, è anche altro e soprattutto altro quello che serve. Allora davvero mi chiedo perché oggi siamo arrivati, 8-10 anni dopo, a parlare di un immobile che fa problema, che rimane vuoto, per mettere dentro delle funzioni che con questo progetto di legge non verranno messe al suo interno, che non farà cambiare quel luogo e quindi la domanda è: perché stiamo facendo tutto questo? Ripeto: la dignità di un Consiglio regionale, io credo non sia solo quello di mettere le bandierine, ma sia quello di far accadere le cose.
Sul tema, e chiudo, che si è discusso più ampio della giustizia e non del caso specifico, io potrei anche dire che tantissimi temi all’interno di questo progetto di legge potrebbero anche essere condivisibili nel merito. Ma siccome sappiamo perché lo stiamo votando e siccome sappiamo localmente cosa c’è dietro quella questione, insomma, io credo che non possa essere che critica la posizione di una Consigliera che dal territorio, invece, ha raccolto esattamente dei pareri diversi da quelli del proponente, cioè il fatto che in 8-10 anni lì non è stato fatto nulla e con questo progetto di legge noi non vedremo quel luogo rinascere come i cittadini stanno chiedendo.
Speaker : PRESIDENTE
Bene. Si chiude la discussione generale con la replica del relatore.
Speaker : Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Allora innanzitutto ringrazio l’Aula perché comunque sono state tre ore di dibattito su un tema importante con ovviamente posizioni diverse tra maggioranza ed opposizione. Mi spiace solamente, e parto proprio dall’ultimo intervento, che ha definito questo progetto di legge, che non è il progetto di legge di Finco, Villanova e Soranzo, ma è un progetto di legge, ripeto, magari a qualcuno darà fastidio, ma è un progetto di legge che nasce dal territorio. E quando voi dite che questa è una bandierina, state offendendo quei 70 amministratori locali, tre Presidenti di Provincia, 50 associazioni di categoria, gli Ordini professionali dell’intero territorio e non sono gli Ordini professionali del Comunetto o della piccola area. Sono dei rappresentanti a livello sì territoriale, ma si sono espressi a favore anche quelli a livello regionale.
Faccio alcune precisazioni. Perché in 10 anni non è stato fatto nulla all’interno dell’attuale sede del Tribunale di Bassano del Grappa? Non è stato fatto assolutamente nulla perché altrimenti noi oggi qui non saremmo in Aula a parlare della riapertura del Tribunale, ma saremo qui forse a parlare di tante altre cose perché magari quel Tribunale oggi sarebbe diventato sede di altri enti dello Stato. Tanto è vero che oggi il modello Bassano, il modello Tribunale della Pedemontana è stato preso a livello nazionale perché è una di quelle poche realtà dove ci sono ancora gli immobili, lo stabile, ma noi oggi parliamo ancora di tribunale della Pedemontana rispetto ad altri tribunali che sono stati chiusi o rispetto ad altre sedi distaccate che sono state chiuse perché Bassano era l’unica realtà territoriale che oltre ad avere il tribunale aveva anche la Procura. Quale altra realtà veneta aveva il tribunale e la Procura? Nessuna di queste realtà. Poi grazie al lavoro del Comitato, che è stato un lavoro che si è portato avanti negli anni per ben 10 anni, è stato fatto uno studio di ben 100 pagine - è consultabile, lo potete trovare anche nel sito della Regione - dove son stati portati dati per portare avanti la battaglia del tribunale della Pedemontana.
Altra precisazione, non si chiama tribunale di Bassano del Grappa. Il tribunale di Bassano del Grappa era un tribunale piccolo di circa 25, 30… che riguardava 25, 30 Comuni. Oggi stiamo parlando di un tribunale d’area che va da… che riguarda tre Province e che riguarda tutta la fascia pedemontana del nostro territorio.
Abbiamo fatto la nostra parte con questo progetto di legge come l’hanno fatta altre Regioni a livello nazionale, solo che altre Regioni, guarda caso le Regioni del Mezzogiorno, questo progetto di legge l’hanno approvato all’unanimità. Regioni dove governa anche il centrosinistra. Allora mentre noi veneti su questo ci dividiamo, no, e facciamo la battaglietta, ma la bandierina, ma qua, ma la, la parte meridionale di questo Paese che magari sta chiedendo l’istituzione del tribunalino di Pizzo Calabro o di non so quale altro Comune, hanno fatto una battaglia unitaria, okay? E questo a volte fa anche la differenza tra Nord e Sud, che le battaglie per il bene del territorio vanno fatte in maniera compatta e ripeto, oggi si sta parlando del tribunale della Pedemontana perché è un progetto fondato e non è perché noi dobbiamo fare, no, salvare il campanilino e quindi siamo qui che stiamo difendendo i confini, ma perché è un tribunale che ha tutte le ragioni per essere nuovamente ripristinato.
Prima ho sentito la collega Camani, ha detto: “Ma avete fatto un progetto di legge, state parlando di ambiti ottimali per quel che riguarda la riorganizzazione dei servizi”. Certo, però su scala della giustizia è possibile anche avere un’altra idea e ragionare anche al di fuori di quelli che sono i confini provinciali.
Lei ha parlato della politica che deve esser fatta di coerenza. Bene, lei, collega Camani, ha fatto la parlamentare. Si è candidata nel 2013, è stata poi insediata nel 2014 e il responsabile giustizia del Partito Democratico il 13 ottobre 2012 a Chiavari, quando c’è stata l’assemblea fondante del super Comitato dei sei tribunali da salvare, cosa dichiarò? Che il tribunale di Bassano del Grappa doveva essere salvato in quanto aveva i requisiti in base alla legge delega, così come anche acclarato nei pareri delle Commissioni Giustizia e Camera, perché ovviamente lui riteneva che questo era un tribunale che aveva tutte le carte in regola per rimanere aperto, tant’è che il Partito Democratico ha inserito questa cosa anche all’interno del programma elettorale del 2013 che prevedeva una revisione della giustizia a livello territoriale, rispetto a quanto aveva fatto il Governo Monti e lei ha fatto parte anche di questo Governo.
La Segretaria, allora, del Partito Democratico, una certa senatrice Rosanna Filippin, che ben tutti voi conoscete, cosa disse: pieno sostegno… quando venne nominato Orlando. Certo Orlando non è di Bassano del Grappa, però. La Filippin cosa dichiarò: “Pieno sostegno alla nomina del Ministro Orlando, in passato responsabile del settore giustizia del PD e componente della Commissione Giustizia della Camera. Una grande opportunità per il nostro tribunale. Intendo ricordare al mio compagno di partito le promesse fatte riguardo la nuova geografia giudiziaria”. Tanto è vero che il bravo Orlando, insieme ad altri amici del PD, ha presentato questa mozione dove dice chiaramente, non ve la leggo tutta, ma di escludere dall’elenco degli uffici di tribunale e di Procura della Repubblica soppressi, quelli di Pinerolo, Bassano del Grappa, Chiavari, Lucera, Rossano Calabro e Urbino. Questo è un altro dato.
Altro dato. Tre Sindaci: Variati, Manildo e Bitonci, tranne Bitonci gli altri mi sembrano siano di una chiara parte politica: “Un tribunale dell’area pedemontana veneta di Bassano del Grappa. Lo chiedono i tre Sindaci di Vicenza, Padova e Treviso, con una lettera inviata al premier Renzi e al Ministro della giustizia Orlando. A parlare di Bassano e del suo tribunale, dichiarano i Sindaci Variati, Bitonci e Manildo, sono per la prima volta i primi cittadini delle città capoluogo nelle quali oggi funzionano i tribunali dopo la chiusura delle sedi distaccate. Con l’accorpamento di Bassano a Vicenza i Sindaci conoscono bene la situazione dei palazzi di giustizia, dopo che la recente riforma della geografia giudiziaria ha previsto i tribunali solo nei capoluoghi. Per questo continuano: avanziamo a Renzi e a Orlando una proposta che vede in Bassano, che ha un palazzo di giustizia nuovo e pronto per essere utilizzato, la sede di un tribunale dell’area pedemontana veneta, ovviamente con il parere favorevole preventivo dei Comuni coinvolti”.
Questo è un altro pezzo di carta che fa storia all’interno di tutto quello che stiamo noi parlando oggi.
Il Ministro Nordio ha detto più volte del personale proprio, quindi, se verranno istituiti nuovi tribunali non verranno portati via i dipendenti dei tribunali provinciali, ma avranno del personale proprio. Per quel che riguarda, invece, il saldo invariato, certo, perché noi, ovviamente, l’impegno di spesa lo faremo quando avremo una convenzione in mano. Andiamo a fare un impegno di spesa su quali basi? Quindi, quando verrà fatta una convenzione tra la Regione del Veneto e il Ministero, si deciderà quanti soldi ci vorranno per l’apertura del nuovo tribunale della Pedemontana e poi di conseguenza si agirà.
Quindi a me dispiace questa presa di posizione. Mi dispiace anche di vedere la collega Luisetto, che è un Sindaco del territorio che dieci anni fa faceva le manifestazioni in piazza per difendere questo Tribunale, che oggi si è vista estromessa dal ruolo di correlatrice, ed è stata messa anche in minoranza all’interno del Partito Democratico, perché improvvisamente la linea del PD è quella di dire “no” alla costituzione del Tribunale della Pedemontana, perché questa è la realtà, prendendo in faccia tutte quelle realtà che da dieci anni a questa parte si battono per avere una garanzia di giustizia, di crescita economica di una delle aree più importanti del nostro territorio.
Penso che questo veramente…Io sono contento della discussione di oggi, perché veramente vi siete tolti la maschera e avete messo in mostra al territorio qual è il vero vostro volto. A differenza di tanti vostri amministratori, infatti, che non siedono qui dentro, ma sono sul territorio ogni giorno, che sanno quali sono le esigenze del territorio e che hanno avuto il coraggio, di destra e di sinistra, di portare all’interno dei loro Consigli comunali delle delibere per chiedere l’istituzione del Tribunale della Pedemontana, voi oggi vi siete nascosti. Anzi, avete avuto il coraggio di fare la bella figura fino ad oggi, e adesso, ovviamente, improvvisamente avete detto “no, non si può istituire questo tribunale perché non ha senso”, tirando fuori che voi vorreste anche la riapertura di Schio, di Legnago, di Soave: signori… Chioggia.
Collega Montanariello, lei che lavoro ha fatto a Chioggia per chiedere la riapertura della sede distaccata del Tribunale? Cosa ha fatto lei, da Consigliere comunale anche di maggioranza per tutto questo? Ci sono dei territori che hanno lavorato per anni per chiedere la riapertura di un presidio di giustizia e ci sono territori che invece… Le è andata bene, forse non c’era l’esigenza e non si sono mossi. Poi, se un domani, ovviamente, arriverà la richiesta di altri territori, la valuteremo. Ma non voglio che passi assolutamente il concetto che questa sia una marchetta da fare a un determinato territorio.
Questa è un’esigenza del territorio, che in dieci anni ovviamente ha difeso un suo diritto e ancora adesso lo sta portando avanti. Quindi, io ringrazio i colleghi per la pazienza che hanno portato. Ringrazio anche l’opposizione perché finalmente hanno preso posizione su questo importante progetto di legge, che sicuramente ha fatto chiarezza anche nei confronti degli elettori e di tutto il mondo produttivo del nostro territorio, perché finalmente sappiamo da che parte sta l’opposizione di questo Consiglio regionale.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Luisetto, per fatto personale, prego.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Innanzitutto, nessuno mi ha estromesso da nessuna parte e non rinnego un secondo, come ho già detto durante il mio intervento, delle prese di posizioni in questi anni, perché è un territorio che ha fatto in un percorso lungo delle richieste, come è stato legittimo, e come è stato sostenuto dalle varie prese di posizione che lo stesso consigliere Finco ha citato.
Non credo che additare una minoranza, un’opposizione con questi toni serva a ricomporre ferite o contrapposizioni di visioni tra richieste diverse. Penso che se si vuole arrivare ad una presa di posizione comune, non siano questi né i toni né i modi, anche perché le considerazioni fatte dal Capogruppo, dal consigliere Montanariello e anche del consigliere Zanoni sono tutte considerazioni che non negano l’importanza di una giustizia diffusa. Parlano di una riorganizzazione però coerente, che abbia risorse reali... certo... che abbia risorse reali e un organico dignitoso, che non ci si faccia la guerra tra territori.
Quindi a me dispiace aver sentito questi toni e questi modi che non credo facciano bene né alla proposta di legge né al territorio che ci fregiamo di presentare.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Allora l’Ufficio di Presidenza della Prima Commissione, presieduta dalla vicepresidente Camani, si trova qui in Sala del Leone. C’è un emendamento su cui dare un parere. Non do tempi: prima fate e meglio è.
Un minuto, perfetto.
Collega Corsi, Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Prima.
Bene. Riprendiamo i lavori. Siamo sull’articolato.
Siamo all’articolo 1, che non ha emendamenti.
Metto in votazione l’articolo 1.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull’articolo 2. C’è l’emendamento 1 della collega Luisetto. Intende presentarlo? Prego, Luisetto.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Con grande rammarico, mi dispiace molto che questo emendamento sia stato bocciato perché per me era significativo di un equilibrio che, con questo progetto di legge, mi avrebbe personalmente permesso, ad esempio, di votare a favore. Ed era un emendamento che prevedeva il rispetto della sede di Vicenza come di quella territoriale di Bassano nello stesso equilibrio, nella stessa logica e con una dotazione di personale che non si facesse la guerra tra due territori. Credo che fosse un emendamento di buonsenso e mi spiace molto che non sia stato accolto.
Speaker : PRESIDENTE
Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Vede, relatore Finco, che ha dato il parere contrario a questo emendamento, dov’è che non riusciamo a trovarci d’accordo? In questo Consiglio regionale certamente ci sono i rappresentanti della comunità della Pedemontana, ma ci sono i rappresentanti anche di altri territori, per esempio della città di Vicenza. Guardo al presidente Ciambetti ad esempio, ma non solo, ma è certamente il più autorevole.
Ora noi con questo emendamento l’abbiamo esattamente sfidata sulle chiacchiere che ci ha propinato finora e le abbiamo chiesto di passare dalle chiacchiere ai fatti e le abbiamo chiesto se davvero c’è l’intenzione di chiedere al Governo di valutare la possibilità di concedere alla nostra Regione la riapertura di un tribunale dobbiamo avere la certezza e la garanzia che questo avvenga lasciando invariata la dotazione organica degli altri tribunali già sottodimensionati della nostra Regione, pensando in particolar modo al tribunale della Città di Vicenza che è evidentemente per ovvie ragioni quello che rischia di essere, come dire, il punto di caduta per tenere in piedi i due tribunali col medesimo organico. Calcolando - torno su un argomento che abbiamo già discusso lungamente nella fase di discussione generale - calcolando che il tribunale di Venezia, di Vicenza, di Treviso, di Padova, di Belluno e di Rovigo già hanno una carenza strutturale di personale. E allora siccome questo è uno dei nodi più critici che riguarda la richiesta che fa la Regione del Veneto, ma che riguarda le richieste che fanno anche tutte le altre Regioni, abbiamo detto, colleghi, anziché impegnarci tra di noi a chiacchiere lo scriviamo anche nel progetto di legge? Che se anche quello che presenta lei, consigliere Finco, ha tre parole diverse da quelle presentate dalla Lombardia, dalla Toscana, dalla Puglia, dall’Abruzzo e dalla Calabria, non cambia tanto. Almeno diciamo che ci impegniamo come Regione del Veneto più e meglio degli altri non soltanto a dare soddisfazione alla battaglia decennale di un territorio, ma ad essere coerenti tra ciò che diciamo e ciò che facciamo e che per noi l’invarianza della pianta organica dei tribunali attuali, in particolar modo di quella di Vicenza, è un punto imprescindibile da cui partire per la discussione. E lei ha dato a questo emendamento parere contrario e non è, non c’è a mio giudizio - a meno che me lo spiega - non c’è alcun pregiudizio di natura tecnica né politica contro questo emendamento, se non che voi sapete già che le dotazioni organiche non potranno rimanere invariate, ma allora non raccontiamoci la storia dell’orso. Non raccontiamola ai cittadini del bassanese, della Pedemontana e soprattutto non raccontiamola ai cittadini della città di Vicenza.
Allora volete fare una roba seria? Pretendete che il Governo riapra la sede del Tribunale della Pedemontana senza modificare le piante organiche dei tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica attualmente istituite.
Cosa c’è consigliere Finco che non le torna di questa formulazione.
Il parere contrario su questo emendamento disvela, in maniera evidente, quello che abbiamo cercato di sostenere nel corso di tutta la discussione generale e che fare raccolta di consenso in un territorio, sulle spalle di un altro territorio, magari della medesima Provincia, mi sembra un’operazione di speculazione politica davvero molto preoccupante.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Hanno già detto tutto le colleghe. Però, siccome il collega Finco prima faceva un po’ di ironia dicendo che gli amministratori locali, in realtà, negli anni hanno lavorato, si sono battuti e che noi qui dentro stiamo facendo finta di non sentirli.
Questo emendamento era esattamente, ad esempio, la richiesta che arrivava da delle persone che io ho potuto sentire sul territorio e che non sono le stesse che ha sentito la collega Luisetto per fare questo emendamento, perché dicevano una cosa molto semplice, perché la cosa è: se nasce il tribunale della Pedemontana, la domanda è: come verrà fatto? Male. Come ci testimonia il fatto che questo emendamento è stato non approvato, non accettato o verrà fatto con un minimo di criterio, pensando che gli altri territori non saranno poi, diciamo, contro; avranno una contro mossa nell’avere lì vicino un altro luogo che, invece, drena personale amministrativo e non solo, anche giudiziario, per permettere a quel luogo di funzionare.
Il tema è sempre quello: lo stiamo facendo per chi? La domanda è: per chi è questo PdL, perché una volta che rispondiamo al per chi, capiamo anche come votare.
Speaker : PRESIDENTE
Due minuti di sospensione. Riprendiamo i lavori.
Mi pare ci sia una richiesta di modifica.
Collega Luisetto, prego.
Speaker : Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Propongo la seguente modifica, a seguito della sospensione: “alla fine del comma 6, sono aggiunte le seguenti parole ’senza modificare le piante organiche dei Tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica istituite ai sensi della presente legge’”.
Speaker : PRESIDENTE
Relatore, con questa modifica?
Speaker : Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Sì, accettiamo questa modifica suggerita.
Speaker : PRESIDENTE
Mettiamo in votazione l’emendamento 1, così come modificato.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l’articolo 2, così come modificato.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
È approvato.
Passiamo all’articolo 3.
Metto in votazione l’articolo 3.
È chiusa la votazione.
È approvato.
Articolo 4.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
È approvato.
Siamo al voto finale sul PDLS n. 33.
Collega Camani, prego. Dichiarazione di voto?
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Devo dire, relatore Finco, un vero peccato. È un vero peccato, un’occasione perduta. Se fossi stata in lei, non avrei perso tempo a ricostruire il pensiero politico del ministro Orlando, del Segretario Filippin. Mi sarei un po’ più concentrata sui temi, perché vede, l’obiettivo di questa discussione non è dimostrare chi è più coerente, non è detto che mantenere la stessa posizione per quindici anni sia sinonimo di maggiore intelligenza, perché in questi quindici anni il mondo è cambiato, e l’idea che basti citare dichiarazioni di dieci anni fa per riconoscere coerenza e serietà mi sembra una banalizzazione eccessiva che un tema così delicato non meriterebbe. Ora nessuno mette in discussione la legittimità della richiesta di un territorio, costruita dal basso, che rimane nel tempo, che è anche il prodotto di un passato ormai abbastanza antico. Mettiamo però in discussione, relatore Finco, le modalità con le quali lei ha portato dentro a questo Consiglio regionale questo tipo di istanza e aggiungo anche la finalità con la quale l’ha fatto. E provo a spiegarmi meglio.
Noi le abbiamo posto delle questioni, a mio giudizio, molto serie, peraltro riprese anche da colleghi della maggioranza. La prima questione riguarda gli organici dei palazzi di giustizia, riguarda la consistenza numerica di giudici, di cancellieri e dei soggetti del comparto giustizia. Le abbiamo posto questa questione perché noi non siamo abituati a sventolare bandierine e siamo abituati, quando si prova a rispondere ad urlare legittima, aspettativa, ad essere seri.
Speaker : PRESIDENTE
Se volete, interrompiamo una mezz’oretta e poi riprendiamo. Bene, sospendo la seduta.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Prego, Camani.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Peccato anche perché è una questione seria e c’è poco da ridere.
La seconda questione che le abbiamo posto, l’abbiamo posta lei, ma l’abbiamo posto all’attenzione dell’Aula, è chiederci quale tipo di valore di priorità diamo ai servizi ai cittadini, cioè cosa è, secondo noi, prioritario a fronte di una carenza di risorse, a fronte di una oggettiva difficoltà strutturale, nazionale e regionale. Siccome non si possono accontentare tutti, se non nel mondo delle favole, noi abbiamo provato ad aprire una discussione su quali sono i servizi di giustizia di cui i cittadini della Regione del Veneto hanno più bisogno, dovendo scegliere, a prescindere dall’appartenenza territoriale.
Terza questione. Le abbiamo posto un tema di competenze e abbiamo chiesto se dal 2013, quando il ministro della giustizia Orlando diceva: teniamo aperte sedi in Veneto, in Liguria, in Campania e in Calabria, se da allora ad oggi, la necessità di costruire una specializzazione anche negli organi giudicanti non sia diventata prevalente rispetto alla distribuzione capillare dei giudici stessi.
Abbiamo posto delle questioni che certo non mi devo porre nel momento in cui faccio il Sindaco di un Comune di... del Comune di Nove, ma me le pongo nel momento in cui faccio il Consigliere regionale, sono Vicepresidente del Consiglio regionale, esprimo come forza politica il Ministro della Giustizia e il Sottosegretario al Ministero della Giustizia. Se gioco a fare l’arruffapopoli non mi pongo questi problemi. Se invece provo a governare questi problemi me li devo porre.
Poi le abbiamo posto una questione di risorse. Lo ha detto benissimo il capogruppo Soranzo, nessuno si diverte a non dare risorse alla sanità, agli enti locali, alla giustizia, ma dentro un contesto nazionale che è quello che si trova oggi il Governo Meloni, si sarebbe trovato anche un… qualsiasi altro governo di qualsiasi altro colore politico, la crisi economica, il Patto di stabilità dell’Europa, soldi per aprire il tribunale della Pedemontana della Calabria o di Palermo, non so di cosa, fatico a pensare che ci siano. Se devo scegliere tra aprire il tribunale della Pedemontana o assumere 10 cancellieri in più faccio fatica a decidere che la priorità è il tribunale della Pedemontana, io personalmente. Quindi le abbiamo posto un problema di tenuta complessiva perché a Roma non stanno discutendo soltanto della richiesta del capo… del presidente Finco per il tribunale della Pedemontana perché ci sono altre 10 Regioni nella nostra medesima condizione, dove anche lì i Sindaci del territorio, le categorie, le Amministrazioni avanzano la medesima, la legittima aspettativa che avanza lei e dubito che ci saranno i soldi per aprire tutte le sedi che dal territorio legittimamente chiedono di aprire.
Allora le abbiamo posto questo problema e le abbiamo chiesto guardi che un conto è una deliberazione di un Consiglio regionale o comunale, una mozione, una lettera, un altro conto è un progetto di legge statale, cioè un atto formale che noi stiamo mandando a Roma in cui diciamo che per questa Regione in ambito della giustizia la priorità è riaprire la sede del tribunale della Pedemontana. Io non lo so se sia proprio esattamente la priorità dal mio punto di vista, tant’è che le ho detto per me bisognerebbe considerare anche la carenza di organico, bisognerebbe considerare le criticità che persistono su altri territori. Il tribunale di Venezia, la situazione l’ha raccontata meglio di me la presidente Scatto, e quant’altro. Quindi ci siamo… le abbiamo posto queste questioni e le abbiamo anche posto una questione che invece questa è di nostra diretta competenza, le risorse regionali, perché lei non mi può dire, perché non ci credo, che nel momento in cui ci sarà la convenzione la Regione metterà i soldi perché i conti del bilancio di questa Regione ormai li conosciamo tutti e sappiamo che ce ne sono pochissimi a disposizione. E io voglio sapere se questo Consiglio regionale ritiene davvero tra tutte le necessità che ci sono di dedicare 100 milioni all’anno alla riapertura del tribunale della Pedemontana perché io dico che è importante il tribunale della Pedemontana, dico che sono importanti le case di riposo, dico che sono importanti le borse di studio, dico che è importante il trasporto pubblico locale. Oggi faccio fatica a dire che la priorità in un bilancio ristretto è il tribunale della Pedemontana, se davvero alle parole voglio far seguire i fatti. Questo perché il problema è complesso e soluzioni semplicistiche di bandiera non sono più percorribili. Onestamente, Presidente Finco, speravo che nel giorno in cui dall’opposizione eravate passati al Governo nazionale, almeno questa semplice cosa fosse chiara.
Quindi, dov’è che non ha funzionato, - e chiudo - a mio giudizio, il percorso che ci ha portato qui: nell’incapacità di fare una sintesi attorno a questioni generali. Noi non stiamo facendo una raccolta di firme per rappresentare un pezzo del territorio. Noi dovremmo dimostrare qui di avere la capacità di persuasione del Consiglio regionale e ciascuno di noi, pur essendo il collegio elettorale provinciale, rappresenta la Regione del Veneto, non rappresenta una porzione di esso, rappresenta la Regione del Veneto, dovremmo trovare una sintesi e questa sintesi ha il compito di trovarla chi propone il progetto di legge.
Ora, io, per tutte queste ragioni, e davvero non avendo nulla in contrario alle istanze del territorio che però, consigliere Finco, non si misurano sulla base del: e tu Montanariello a Chioggia hai fatto la battaglia. Non è un braccio di ferro. Il Governo e l’organizzazione delle politiche territoriali non deve essere misurata sulla base da quanto dura la battaglia a quante firme ho raccolto o quanti voti prendo alle elezioni. Dovrebbe essere una lettura complessiva degli equilibri che voi, che governate la Regione del Veneto e lo Stato italiano, dovreste essere capaci di tenere.
Allora, io penso - e davvero chiudo - che sarebbe molto più serio tornare in quei territori che in questi dieci anni lei ha frequentato per sostenere queste battaglie e con molta serenità spiegare loro che la battaglia si può fare, ma che le condizioni non sono così semplici e che se anche questo progetto di legge statale oggi ottiene il voto favorevole della maggioranza dell’Aula, non vuol dire niente, perché la battaglia vera la dovrete fare rispetto al Ministro della Giustizia, rispetto al Sottosegretario Ostellari, rispetto all’Unione Europea e rispetto ai soldi che non ci saranno.
Allora a me va bene. Mi va bene tutto. Vi aspettiamo qua tra due anni quando, scommetto, che gli organici dei palazzi di giustizia saranno invariati, quando, scommetto, che non sarà stata aperta nessuna sede distaccata, quando, scommetto, che la situazione drammatica della giustizia italiana e veneta resterà la stessa cosa.
Noi annunciamo il voto di astensione perché non siamo contro il Tribunale della Pedemontana, ma siamo contro questo meccanismo sistematico di presa in giro dei cittadini.
La politica si misura in base ai risultati, non in base al braccio di ferro della maggioranza dentro quest’Aula.
Speaker : PRESIDENTE
Per dichiarazione di voto, il collega Finco. Prego.
Speaker : Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Molto velocemente.
Sia chiaro: come avevo detto prima, anche durante la discussione, non è che ho presentato questo progetto di legge senza sapere che cosa doveva fare, ma l’ho presentato, giustamente, dopo essermi confrontato con il Sottosegretario alla giustizia, che ha la delega proprio sui tribunali, e dopo aver concordato con lui che è in stretta relazione col ministro Nordio, come impostare anche il progetto di legge, come muoversi sul territorio, di conseguenza ho portato qua questo testo.
Le problematiche del personale sono a conoscenza del Sottosegretario e ovviamente anche del Ministro. Se da parte loro c’è stata un’apertura su questa tematica, vuol dire che ci sono le possibilità, altrimenti, non capisco per quale motivo un Sottosegretario sia venuto per ben sette volte in sei mesi a ricevere cittadini, associazioni e Comuni, anche perché ci ha messo la faccia e posso dirle che in dieci anni è la prima volta che vedo un Ministro e un Sottosegretario che sia sui media, sia venendo anche sul territorio, mettendoci la faccia e dando la loro parola per garantire l’impegno, per dare seguito a quelle che sono le richieste del territorio, quindi, di conseguenza, noi ci siamo mossi.
Per quel che riguarda invece sempre l’investimento e le risorse da mettere a bilancio, anche su questo avevo chiesto a loro un parere. Da Consigliere regionale, io penso a fare bene il mio lavoro e cerco di fare ovviamente le cose che più mi competono.
Loro mi hanno detto: è difficile oggi capire quanti soldi mettere a bilancio per garantire le spese dell’immobile piuttosto che del personale. È qualcosa che andremo a identificare successivamente, ovviamente, quando sarà approvata la nuova geografia giudiziaria e quando partiranno le convenzioni con le Regioni interessate.
Quindi, se con chi amministra oggi la giustizia in Italia – e fortunatamente il Sottosegretario è anche del mio partito – concordiamo una linea da tenere, io mi fido di quello che mi dice il mio Sottosegretario, che forse magari sa qualcosa di più rispetto a lei, che è Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto.
Quindi, penso di aver fatto una buona azione, ringrazio i colleghi che l’hanno sostenuta. Voi giustamente avete portato avanti la vostra battaglia. Guardi, io non volevo buttarla in politica. prima, ma siccome durante la discussione lei… Quando ho illustrato il progetto di legge, ho portato dati e non ho fatto nessuna argomentazione politica, non ho nemmeno citato i Sottosegretari, i Ministri.
Voi avete iniziato con le bandierine, “il vostro Segretario”, “il Sottosegretario della Lega”, “lo fate solamente per strumentalizzare il territorio, per portarvi a casa i consensi…”. Allora ho detto: va bene, se volete buttarla in politica, allora andiamo a vedere anche voi cosa avete detto qualche anno fa. Però non voglio ritornare su questo argomento. Ringrazio comunque i colleghi che hanno manifestato l’interesse nel sostenere questo progetto di legge, che sicuramente per la Regione del Veneto rappresenta un qualcosa di importante nella speranza di vedere una nuova geografia giudiziaria di questo Paese.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Soranzo, dichiarazioni di voto.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Beh, l’abbiamo sottoscritto e lo abbiamo dichiarato, siamo non solo convinti e formalmente e ovviamente voteremo a favore di questo proposte di legge, però vorrei lasciare a quest’Aula e agli atti due considerazioni veloci. Collega Camani, è vero che è prova di intelligenza a cambiare idea, però è anche vero che dagli errori e dalla storia degli errori bisognerebbe imparare. Il fatto che lei dichiari chi si astiene vuol dire che in fondo, in fondo, voi non avete cambiato idea, nonostante i conclamati errori di programmazione, di convinzioni, di visione che avete avuto in questi 10-12 anni.
L’altra questione, invece, è di carattere assolutamente di carattere politico, ma amministrativo. A livello politico, il nostro Ministro Nordio, che ringrazio insieme a tutto il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, l’assessore Donazzan, in Veneto abbiamo voluto, insieme ai colleghi della Lega e di altri anche componenti del Governo, dire con chiarezza come la pensiamo e lo abbiamo detto in occasione di questa proposta di legge, di questa richiesta del territorio. E quindi, collega Finco, assolutamente viene dal territorio. È un dovere che questo Consiglio regionale ascolti, come dicevo, tutte le richieste del territorio. Questa è una delle richieste, ma, come parlavamo poc’anzi con i colleghi Consiglieri regionale del mio Gruppo, Fratelli d’Italia, dove ci sarà, e questo lo vogliamo dire chiaramente, dove ci sarà bisogno, dove ci sarà da spendersi, dove ci sarà da anche impegnarsi fino all’ultima goccia di sangue per raggiungere strumenti, risorse, sedi, provvedimenti che possano giungere a un punto di legalità, che possano dare una risposta al territorio, che possano dare efficienza al sistema veneto, come lo facciamo quando si parla a livello di Governo per tutto il Paese, ci vedrà sempre impegnati in prima linea. E non vogliamo assolutamente che qualcuno pensi che di fronte a una platea dove un Ministro fa delle dichiarazioni e indica la strada che poi nei fatti, nei provvedimenti la sta lavorando per farla diventare e tradurre in realtà, anche il Consiglio regionale, anche noi, la linea politica vogliamo tradurla anche in linea amministrativa. E quindi anche dal Consiglio regionale, dalla sede istituzionale dove, di fatto, gli atti amministrativi, le leggi e le proposte di legge devono trovare riscontro non solo alle linee politiche, ma anche alle convinzioni è necessario. Oggi abbiamo questa proposta di legge, ce ne saranno altre di altre parti del Veneto. Noi saremo pronti come Consiglio regionale di proporre tutto ciò che è necessario per ripristinare quello che di fatto era funzionante, funzionava e che qualcuno ha voluto in qualche modo demolire e l’ha demolito in tanti altri settori.
Oggi ce lo chiede il territorio, ce lo chiede anche l’Europa che ha cambiato idea, ma di fatto oggi noi dobbiamo lavorare per porre tutte le basi affinché nel momento in cui si discuterà una riorganizzazione della giustizia anche in questo senso ci sia anche la proposta del Veneto in questa sede, per questa sede, in questo caso, ma per tutte le sedi che il Veneto riterrà dal territorio di richiedere. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Il mio voto sarà di astensione perché io rispetto il lavoro del collega Finco. Quindi quando io intendo… quando ho prima detto bandierina intendo una cosa specifica, cioè il fatto che pensare a un progetto di legge statale, quando in realtà sappiamo bene che al prossimo bilancio - io verificherò - se il prossimo bilancio a ottobre ci sarà un emendamento o una proposta della Giunta o l’anno dopo ci sarà oppure tra due anni, come diceva la collega Camani - io prima, mentre lei parlava, ho segnato in agenda per il 9… 5 del 9 2025, non so dove sarò, non so dove saremo - ma di verificare se il tribunale sarà aperto e l’ho segnato perché vorrò andare a vedere effettivamente quale sarà l’esito di questo progetto di legge statale.
Io ho dei dubbi e lo dico sinceramente, ho dei dubbi rispetto alla discussione che abbiamo fatto oggi che questo progetto di legge sia un qualcosa di realizzabile. Sappiamo, nonostante lei abbia sentito Ostellari, sappiamo bene i motivi per cui un Sottosegretario può essere più presente, che non sono solo quelli della volontà politica di fare qualcosa, e sappiamo anche che per fare quello che lei ha proposto in questo progetto di legge statale noi avremmo potuto negli anni, voi probabilmente, perché siete stati al governo sicuramente più di me, avreste già potuto fare dei passaggi, cose che non sono state fatte e quest’Aula oggi ne ha discusso ampiamente.
Quindi il voto di astensione è un voto rispetto al fatto che localmente delle perplessità sono state raccolte e allo stesso tempo vedere come oggi l’Aula ha discusso anche il fatto che prima abbia detto no e poi sì a un emendamento della collega Luisetto mi fa un po’ pensare che la convinzione con cui ha detto quel si non fosse una convinzione vera e decisa sul fatto che davvero non toccherà gli status del personale di altri tribunali vicini. Quindi avendo dei seri dubbi il voto sarà di astensione.
Speaker : PRESIDENTE
Lorenzoni.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Anch’io per confermare il mio voto di astensione come atto di fiducia rispetto a un’impostazione generale, ma molto, molto critico. Molto critico perché, insomma, nella discussione è venuto fuori bene. Cioè noi dobbiamo lavorare per razionalizzare le poche risorse che abbiamo a disposizione, a livello regionale e a livello nazionale. Qui andiamo nella direzione opposta. Come la settimana scorsa siamo andati nella direzione opposta acconsentendo a delle fusioni tra Comuni da 700 e 1.500 abitanti, cioè arrivando a 2.200 abitanti. Cioè inneschiamo dei processi amministrativi complessi per arrivare a delle soluzioni inefficienti. Questo non credo sia fare il bene dei cittadini. L’ha detto bene la collega Camani. Qui si fa l’interesse di 50.000 veneti, forse, è tutto da vedere, ma il disinteresse degli altri 4.950.000, che non hanno nessun beneficio.
Allora, se abbiamo delle risorse, usiamole per dare dei servizi reali. Ci sono dei settori dove c’è sofferenza. Penso all’Alto Vicentino, veramente, nella sanità mancano i servizi di base. Cioè lì hanno fatto delle manifestazioni con decine di migliaia di persone per chiedere che restino i servizi sanitari. Se c’è un euro mettiamolo sui servizi che servono e spingiamo i processi di razionalizzazione dell’organizzazione del sistema della giustizia, così come in tutti gli altri sistemi. Non stiamo facendo questo. Prendiamo la consapevolezza. Poi possiamo trovare tutte le scuse politiche che vogliamo per cercare di giustificare, di rispondere a qualcuno che ha un interesse che, legittimamente, chiede. Ma non è questa la politica che serve. Ora dico, veramente, cerchiamo di cambiare registro perché stiamo andando nella direzione sbagliata, ma qui lo dico non per una posizione politica, per una posizione di consapevolezza dei cittadini del Veneto.
È vero che questo è un peccato veniale in una Regione che investe nelle piste da bob, ma anche i peccati veniali se si possono evitare, evitiamoli.
Speaker : PRESIDENTE
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il PDLS n. 33.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Interrompiamo qui la seduta.
Capigruppo subito in Sala del Leone.
Grazie.