Regione del Veneto
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Speaker : PRESIDENTE
Inizio seduta ore 10.50. Colleghi, buongiorno. Se potete registrare la presenza su Concilium. Penso che i numeri li abbiamo, anzi sono sicuro che li abbiamo. Però, registratevi.
Approvazione dei verbali delle sedute precedenti.
Se non c’è nulla in contrario, li do per approvati.
Comunicazioni del Presidente.
Ho il congedo del presidente Luca Zaia e le assenze, comunicate, dei colleghi Polato e Pavanetto.
La collega Cavinato ci segue da remoto.
Abbiamo due interrogazioni con lo schema medesimo.
Risponderà comunque per la Giunta l’assessore Donazzan, che ha avuto delega a rappresentare l’intera Giunta oggi.
Partiamo con la IRI n. 380 della collega Baldin: “Discariche abusive di fibrocemento (amianto) nel territorio del Comune di Mira (Ve), la Regione intende intervenire?”.
Prego, collega Baldin.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa è una interrogazione che ho depositato tempo fa ed è relativa a quello che si legge, ovvero conferimenti abusivi di fibrocemento nel territorio comunale di Mira, nell’area precisamente dell’idrovia.
Come sappiamo, purtroppo, è una situazione presente in tanti punti, magari quelli più oscuri, meno visibili del nostro territorio nella Regione del Veneto. È una situazione altamente preoccupante, perché, come sappiamo, si tratta di amianto e quindi le fibre inalate possono essere altamente cancerogene.
L’attenzione che si chiede alla Giunta è quella di fare in modo, in sostanza, che i Comuni abbiano la possibilità di intervenire per mettere in sicurezza il territorio e di conseguenza la salute delle persone, magari anche con l’installazione di opportuni rilievi o telecamere che possano colpire i responsabili di questi gesti atroci che danneggiano sia l’ambiente sia la salute di tutti noi cittadini.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Per la Giunta risponde l’assessore Donazzan.
Prego, Assessore.
Speaker : Ass.ra Elena DONAZZAN
Grazie, Presidente.
Relativamente alla problematica di cui all’oggetto, dalle informazioni assunte da ARPAV, essa attiene ad alcune segnalazioni inerenti all’abbandono di rifiuti anche contenenti amianto in alcune aree del Comune di Mira e specificatamente in via Argine destro o in via Argine sinistro.
Sul punto, ARPAV rileva la necessità di provvedere alla caratterizzazione e al corretto smaltimento del rifiuto depositato abusivamente ai sensi della normativa ambientale vigente.
Sotto altro profilo, il Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 3, Serenissima, pure interessato dalla questione in argomento, ha rappresentato di avere periodicamente notizia dagli organi di stampa del ritrovamento lungo il tracciato in parola di rifiuti abbandonati delle più svariate tipologie, tra cui rifiuti definiti “fibrocemento”, in ordine ai quali riferisce di non avere riscontro di inquinamento di matrice ambientale derivante dai suddetti rifiuti.
Rileva, altresì, che è competenza dei Comuni, in primis, agire con apposite ordinanze emesse allo scopo di evitare la dispersione dei materiali, l’avvicinamento di persone, il conferimento abusivo e l’adozione di opportune misure di messa in sicurezza in attesa del corretto smaltimento.
Proprio per far fronte a situazioni riconducibili alla materiale impossibilità di individuare i soggetti responsabili di tali scellerati abbandoni, come nel caso di specie, con deliberazione di agosto 2022 la Giunta regionale ha approvato un bando, rivolto alle Amministrazioni comunali del Veneto, che individua le modalità di assegnazione di contributi derivanti dal trasferimento di competenze di cui al decreto legislativo n. 112 del 1998, a sostegno di interventi che prevedono lavori di scavo, asporto e avvio al recupero e smaltimento di rifiuti, addivenendo così al ripristino dell’area interessata. Nello specifico, il bando in parola ha definito i potenziali beneficiari e le tipologie di intervento finanziabili e le spese ammissibili. Le modalità e i termini per la presentazione delle domande e la documentazione da allegare, i criteri per la valutazione delle domande medesime e per la formulazione delle graduatorie, la soglia di spesa minima degli interventi nonché, da ultimo, la somma massima concedibile a titolo di contributo.
A detto bando ha partecipato anche il Comune di Mira, al quale, con decreto del Direttore della Direzione Ambiente e Transizione ecologica di novembre 2022, è stato assegnato un contributo di euro 63.440 per far fronte alle operazioni di recupero e smaltimento di lastre di cemento-amianto depositate sul letto del corso d’acqua denominato “Idrovia” e sui rispettivi argini.
Più in generale, nella lotta agli illeciti ambientali va ricordato che la Giunta, con deliberazione propria del 2018, ha costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della Regione del Veneto, ARPAV, ANCI, Comando Interregionale Vigili del Fuoco, Nucleo Ecologico dei Carabinieri e Università di Padova, un’esperienza assolutamente positiva che, proprio per la sua riconosciuta utilità, il Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in occasione di un’audizione nella scorsa legislatura della Commissione Bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati, ha suggerito di estendere anche ad altre realtà nazionali.
Si segnala, altresì, che la Giunta è intervenuta adottando diverse e ulteriori deliberazioni con le quali sono stati assegnati a soggetti privati e pubblici contributi a sostegno dell’installazione di impianti di videosorveglianza, tra cui nell’anno corrente la delibera di marzo 2023, ulteriormente rifinanziata con successiva deliberazione, in favore dei Comuni per inserire tali impianti presso i centri di raccolta e altri siti dei territori comunali, al fine di prevenire il deposito incontrollato di rifiuti.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Per la replica, la collega Baldin. Prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Assessore, per la risposta. Chiaramente si auspica che si faccia il massimo in questo caso e tutto quello che è possibile per prevenire questi fenomeni di inquinamento ambientale, che poi hanno ricadute pesanti sulla salute di noi cittadini, sperando che i contributi offerti in delibera siano sufficienti a coprire le spese dei Comuni per far fronte agli interventi di rimozione di questo tipo di rifiuto altamente inquinante e anche per quanto riguarda l’installazione di impianti di videosorveglianza per rilevare gli autori di questi illeciti. Si spera, insomma, che ci sia una costante attenzione sotto questo profilo, perché credo sia assolutamente importante dare ai Comuni tutti i mezzi per far fronte a questa problematica. Quando vengono rilevati questi illeciti, si proceda prontamente a ritrovare i colpevoli.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Passiamo alla IRS n. 331, sempre della collega Baldin “Laguna del Mort, progetto per stravolgerla con un mega villaggio turistico da 14mila presenze, la Regione intende approvare?”.
Prego, collega Baldin.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Questo è un tema oggetto di numerosi articoli di stampa, anche in questi giorni, e anche un tema di forte preoccupazione per i cittadini dei due Comuni di Eraclea e di Jesolo. Almeno una parte di essi e tante associazioni lamentano il fatto che si andrebbe ad autorizzare, e con questa interrogazione chiedo alla Giunta cosa intenda fare sul fronte dell’autorizzazione a questo progetto, che andrebbe ad impattare gravemente su un territorio che è già un sito tutelato, perché è un sito di interesse comunitario, e tra le spiagge più belle d’Italia, come sostiene Legambiente, quella della Laguna del Mort, un’area assolutamente di pregio dal punto di vista faunistico e ambientale.
Con questo progetto, che è veramente enorme, di grandissimo impatto, perché si parla di 14.000 presenze, c’è la paura fondata, il timore fondato che si vada ad incrementare ancora di più il consumo di suolo, che in questa regione è già altissimo, ad altissimi livelli, quindi a deturpare un’area di pregio naturalistico unico nel nostro Paese.
Quindi, si chiede alla Giunta regionale cosa intenda fare relativamente alla necessità di salvaguardare la specificità naturalistico-faunistica di quest’area.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Assessore Donazzan, per la risposta, sempre al posto dell’assessore Bottacin. Prego.
Speaker : Ass.ra Elena DONAZZAN
Grazie, Presidente.
In riferimento all’interrogazione a risposta scritta indicata in oggetto, si riferisce che la società Elite Vacanze Gestioni S.r.l. ha presentato agli uffici regionali competenti istanza di procedura di PAUR, ai sensi dell’articolo... E c’è la parte normativa. Acquisito al protocollo regionale nel marzo del 2023, con due registrazioni, per il progetto denominato “Valle Oasi, Villaggio turistico rurale” localizzato nel Comune di Eraclea e per il quale il Comune di Jesolo risulta potenzialmente interessato dagli impatti. L’intervento in esame rientra nelle categorie comprese nel decreto legislativo n. 152 del 2006, soggette alle procedure di verifica di assoggettabilità a VIA, che viene gestita dal Comitato regionale VIA, organo tecnico indipendente. La procedura, attivata dal proponente e finalizzata al rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale, ricomprende nel provvedimento di valutazione di impatto ambientale e tutte le autorizzazioni intese concessioni licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati necessari alla realizzazione e all’esercizio del medesimo progetto.
Ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo del 2006, la valutazione dell’autorità competente si estende alla finalità di conservazione propria di tale valutazione.
Alla data odierna, l’istanza è in fase di verifica documentale, essendo stato chiesto agli enti e Amministrazioni potenzialmente interessati, con nota del maggio 2023, di verificare la completezza della documentazione e la necessità di eventuali integrazioni. Terminata la presente fase, gli uffici della Unità di Valutazione Impatto Ambientale pubblicheranno sul proprio sito web la documentazione progettuale e l’avviso al pubblico e da tale data, per la durata di 30 giorni, il pubblico interessato potrà presentare osservazioni sul progetto.
Al termine della fase delle consultazioni la valutazione dello studio di impatto ambientale, nonché delle eventuali informazioni supplementari fornite dal proponente e dagli esiti delle consultazioni, verrà effettuata dal Comitato regionale VIA, organo tecnico indipendente, di cui all’articolo 7 della legge regionale n. 4/2016 e successive modifiche.
Nel corso dell’istruttoria svolta dal Comitato regionale VIA, organo tecnico indipendente, saranno valutati i potenziali impatti ambientali del progetto dovuti alla fase di costruzione, esercizio e dismissione dell’opera e le misure previste per evitare, prevenire, ridurre o compensare gli eventuali impatti individuati.
In sede istruttoria saranno altresì esaminate le osservazioni eventualmente presentate dal pubblico e dagli enti interessati e sarà effettuata la valutazione di eventuali impatti sulle componenti ambientali individuate per garantire la tutela ambientale, paesaggistica e naturalistica dell’area in questione, considerando anche la sua presenza nel sito rientrante nella Rete Natura 2000.
Infine, a valle dell’eventuale parere favorevole del Comitato regionale VIA, ripetiamo ad adiuvandum, organo tecnico indipendente, verrà svolta la Conferenza dei Servizi prevista dall’articolo 27 bis, comma 7 del decreto legislativo n. 152 del 2006, con le modalità previste dall’articolo 14 della legge n. 241 del 1990 per il rilascio del provvedimento di VIA e dei titoli abitativi necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto.
Speaker : PRESIDENTE
Baldin, prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie.
Grazie, Assessore. La speranza è quella che questo… questa valutazione di impatto venga fatta nella maniera più rigorosa e stringente possibile. Chiaramente è un comitato tecnico, un organo indipendente. Lo abbiamo letto, sottolineato, ripetuto più volte. Quello che io penso relativamente a questo progetto di grande impatto su un territorio come quello della laguna tra Eraclea e Jesolo, questa Valle Ossi, è che è un’area di grandissimo pregio ed è una delle poche spiagge cosiddette libere che esistono nei nostri litorali. Non so come la pensiate voi, però io credo che sia necessario garantire ai cittadini la possibilità di andare in spiaggia nelle nostre spiagge, che sono un bene di tutti, senza, diciamo, avere l’onere di sostare in un ambito privato, in una concessione privata, con la necessità di spendere anche parecchi soldini, come ultimamente, insomma, avviene nelle nostre spiagge. Quindi la necessità di avere una spiaggia grande come questa, assolutamente libera, penso sia di estrema importanza e credo, insomma, faccia… crei un servizio a tanti cittadini che magari in questo periodo di ristrettezza economica non possono permettersi di pagare lettino, ombrellone e portare appunto i bambini in una situazione di completa libertà con la possibilità di andare tutti al mare senza doversi sobbarcare dei costi importanti per le famiglie attuali.
Quindi quello che io auspico è che si faccia un’opportuna valutazione di tutte le implicazioni positive e negative di questo progetto, positive se ce ne sono, e di considerare l’altro aspetto più generale di cui accennavo, quello della necessità di mantenere una parte libera, nel vero senso della parola, di arenile, alla portata di tutti. Questo credo sia un imperativo a cui dobbiamo far fronte e rispondere proprio per tanti cittadini che lo richiedono, soprattutto per chi oggi è in estrema difficoltà e non può passare una giornata al mare per i costi veramente eccessivi che si riscontrano in alcune località. Questo era l’auspicio e speriamo appunto che arrivino delle osservazioni pesanti riferite a questo progetto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Abbiamo terminato la sessione riservata alle interrogazioni.
Prestatemi un attimo di attenzione, colleghi.
Volevo, in apertura dei lavori odierni, e credo sia anche doveroso, volgere un pensiero alle vittime del terremoto in Marocco, dove si contano già oltre 2.600 morti e migliaia di feriti, e delle inondazioni che hanno provocato oltre 2.000 morti in Cirenaica, delle inondazioni che hanno colpito il Rio Grande do Sul, terra con cui molti di noi hanno legami e rapporti, 41 morti accertati, centinaia di dispersi, in un solo Comune 60 dispersi, quindi immaginiamoci quello che stanno provando appunto le persone e penso che tanti ne conosciate che sono in Rio Grande do Sul.
Assieme a questi eventi estremi, volevo unire il mio pensiero, il nostro pensiero, anche per il cordoglio, doveroso, per la scomparsa, giovedì 7 settembre, di Santino Bozza, consigliere regionale nella IX Legislatura, nella quale fu anche segretario della Settima Commissione, un politico appassionato, impegnato nelle Istituzioni, nelle Amministrazioni locali in particolar modo, dove non si è mai risparmiato, dotato di una singolarissima verve polemica, anche verace.
Pur nella sua animosità sincera, aveva anche un profondo, umano e grande senso delle Istituzioni. Autonomista convinto, amava profondamente il Veneto e la sua città, Monselice.
Ai suoi familiari, ai suoi affetti, al Consiglio comunale di Monselice, ai suoi amici, le nostre sincere condoglianze.
Vi invito a osservare un minuto di silenzio, per favore.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Grazie.
Riprendiamo i lavori con un déjà-vu.
L’avete visto come integrazione all’ordine del giorno del Consiglio. Vi ricorderete che qualche settimana fa, per estrazione, abbiamo individuato i componenti del collegio dei revisori dei conti, norma nata in un periodo di antipolitica spinta, e l’estrazione ha portato al fatto che uno degli estratti non aveva le caratteristiche per fare il componente del Collegio dei Revisori dei conti della nostra Regione.
Probabilmente, se la scelta fosse spettata a questo Consiglio in maniera normale, avremmo potuto anche valutare queste situazioni. Ma l’estrazione porta a quello che è successo. Quindi, uno dei due componenti non è compatibile e dobbiamo ripetere la procedura, che avete visto qualche settimana fa.
Iniziamo con la prima estrazione. Il Segretario estrae il nome del Consigliere, che poi estrarrà un numerino.
Dopo quello che è successo – ne ho parlato anche a livello governativo romano – cercheremo di proporre una modifica a questa cosa proprio perché – lo ripeto – nasce in un periodo che probabilmente non era favorevole al regionalismo italiano e forse è il caso di passare ad altra modalità.
Prego, Segretario. N. 57 Zoccatelli Gabriella. Speriamo vada bene, perché potrebbe esserci anche qualcosa sulla rappresentanza di genere... Okay. Bene. Zoccatelli Gabriella, nata a Belluno, residente a Trento. Speriamo abbia tutte le caratteristiche per fare bene il Consigliere del Collegio dei revisori dei conti. Speriamo di non rivederci più per queste cose.
Colleghi, partiamo con le leggi.
Punto n. 6: PDL n. 186 “Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2023 in materia di cultura e turismo ed edilizia scolastica”.
Relatrice la collega Scatto. Prego, Presidente.
Speaker : Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge, che è composto di 7 articoli, si colloca come strumento di aggiornamento del complesso legislativo chiamato “ordinamentale”, in quanto consta di adeguamenti normativi relativamente al mutato contesto nazionale ed europeo di riferimento, di semplificazione normativa e di adeguamento alla domanda di normazione espressa dalle realtà sulle quali incidono le leggi regionali interessate.
Nella fattispecie, abbiamo gli articoli 2, 3 e 4, che riguardano rispettivamente la cultura, il turismo e l’edilizia scolastica. Si ricorda che c’è da apportare una modifica all’articolo 4 della legge regionale n. 20 per quanto riguarda la Città veneta della cultura. Sostanzialmente, tra i requisiti attualmente previsti c’è quello della sussistenza di una adeguata capacità economico-finanziaria del soggetto presentatore.
Considerata la natura dei candidati, che possono essere esclusivamente Enti pubblici locali, Comuni e Unioni di Comuni, si ritiene necessario modificare la previsione di questo criterio, che, così espresso, sarebbe più attinente all’esame di soggetti privati e di operatori economici, mentre in questo caso si viene a chiarire quello che è l’oggetto della verifica, ovvero se e in quale misura il Piano economico finanziario proposto dal candidato si dimostri congruo rispetto alle voci di spesa previste per la realizzazione delle attività in programma.
Quindi, a seguire, l’articolo 2 apporta una modifica per quanto riguarda la legge regionale 4 novembre 2022, n. 25, e cioè quella che riguarda la Grande Guerra infinita. Allora sostanzialmente in questa norma vengono citati alcuni Ministeri i cui acronimi poi cambiano nel corso delle varie legislature. Pertanto, lo scopo di questo articolo è quello di adeguare sostanzialmente il testo della legge modificando gli acronimi non più in uso, ad esempio come quello del MIUR, che ormai è già trasformato in Ministero dell’Istruzione e del Merito, dunque MIM, o quello della cultura, inserendo nel testo un generico riferimento ai Ministeri secondo la propria competenza in materia di istruzione e di cultura, indipendentemente dalle loro denominazioni.
L’articolo 3, invece, riguarda la legge regionale n. 11 del 2013 afferente alla materia del turismo. Allora questa proposta normativa prevede che decorso un periodo di 12 mesi consecutivi, senza che i soggetti titolari di strutture, che in base alla legge regionale sono tenuti a comunicare alla Regione i dati delle presenze turistiche, la Giunta regionale proceda d’ufficio alla chiusura della posizione anagrafica delle strutture ricettive nel SIRT. Quindi, in buona sostanza, si modifica il precedente citato articolo 13, disponendo - e questa è l’innovazione - che la Giunta regionale chiuda d’ufficio nel SIRT la posizione anagrafica delle strutture ricettive classificate, così come del resto avviene anche per le locazioni turistiche ai sensi dell’articolo 27 bis della stessa legge regionale, dopo un periodo di 12 mesi consecutivi senza che siano stati comunicati alla Regione i dati delle presenze turistiche da parte dei soggetti tenuti a dette comunicazioni.
Quindi, l’articolo 4 di questo PDL va ad abrogare il comma 8 dell’articolo 35 della citata legge secondo cui, qualora la Giunta regionale rilevi la mancanza di presenze turistiche per un anno consecutivo in una struttura ricettiva in precedenza a puntare il Comune che su segnalazione della Giunta verificava il rispetto del periodo di apertura della struttura con apposito sopralluogo.
Sostanzialmente ora la Giunta procede direttamente.
Poi passiamo all’ultimo punto. La novellazione riguarda in questo caso la fruibilità degli… scusate, la novellazione introduce della citata legge l’articolo 3 bis col quale per assicurare la fruibilità degli edifici scolastici in casi di particolare urgenza e indifferibilità dei lavori, per esigenze di salute pubblica, pubblica incolumità ed eliminazione delle barriere architettoniche, la Giunta sostanzialmente… alla Giunta viene concessa la facoltà di intervenire per consentire la realizzazione di quegli interventi che assicurino la continuità del servizio scolastico.
Gli altri, gli ultimi due articoli riguardano la clausola di neutralità finanziaria e l’entrata in vigore della legge. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Correlatrice la collega Camani. Prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Mah, la mia correlazione sarà molto breve perché limitati sono i contenuti di questo provvedimento e li ha bene illustrati già la presidente Scatto. Sappiamo che questo è un passaggio che si svolge annualmente, finalizzato a un aggiornamento legislativo di alcuni testi normativi privi di variazioni sia in entrata che in uscita sul bilancio. Da un lato potrebbe essere un passaggio finalizzata alla semplificazione amministrativa, cioè… o al coordinamento formale, semplicemente formale dei testi oppure alla semplificazione dei passaggi previsti dalle leggi regionali oppure potrebbe essere un vero e proprio ordinamentale, cioè la definizione di una modalità, di una migliore aderenza, diciamo così, delle norme alla volontà del legislatore. In questo secondo aspetto potrebbe essere un provvedimento che contiene anche alcune valutazioni di natura prettamente politica in riferimento agli ambiti di intervento.
Diciamo che rispetto a questa specifica proposta di legge ordinamentale non c’è nulla di tutto questo. Non c’è né la semplificazione amministrativa né la necessità di una migliore aderenza alle volontà del legislatore. C’è, immagino, la semplice raccolta di alcune indicazioni da parte delle relative direzioni per correggere alcuni piccoli dettagli. Lo ha già citata la relatrice. All’articolo 1 si precisa meglio come costituire l’istruttoria per i bandi relativi alla Città veneta della cultura.
All’articolo 2, addirittura, si deve introdurre una modifica nella definizione dei Ministeri, conseguente alla fantasiosa definizione che questo nuovo Governo ha dato in particolar modo ad alcuni Ministeri. C’è poi un intervento in ambito turistico che riguarda, anche qua, una migliore specificazione in riferimento alle modalità operative per il sistema operativo regionale del turismo.
In ultimo, c’è un articolo che abbiamo introdotto in fase emendativa durante la discussione in Commissione, anche questo finalizzato semplicemente a esplicitare meglio le modalità di intervento in ambito di edilizia scolastica. Non c’è molto da dire in termini di contenuto. Probabilmente si tratta anche di necessità indiscutibili che le Direzioni hanno fatto pervenire alla Giunta per uno svolgimento più semplice e semplificato della loro attività.
Mi chiedo - la pongo come riflessione generale nelle attività del Consiglio – se non sia forse necessario valutare l’opportunità di procedere in questo modo con gli ordinamentali dentro questo Consiglio regionale. Mi rivolgo a lei, Presidente, nel senso che sappiamo benissimo che ci sono stati anni in cui gli ordinamentali avevano dei portati anche di natura politica, oltre che tecnica, che valeva la pena affrontare in maniera piena dentro quest’Aula.
Decisamente non è il caso di questo provvedimento. Quindi, mi chiedo se non sia, invece, opportuno, da un lato valutare l’opportunità di definire annualmente questo tipo di passaggio, dall’altro lato valutare l’opportunità di procedere diversamente, magari aggregando i contenuti di più Commissioni, cambiando un po’ la procedura, ma che ci consenta di velocizzare l’iter oppure, perché no, di ricorrere a quel procedimento della seduta della Commissione in sede legislativa, che potrebbe risparmiare il tempo e l’economia dei lavori del Consiglio, in particolar modo quando riguarda provvedimenti che non hanno e non sono oggetto di valutazioni politiche, ma di valutazioni prettamente tecniche.
Il nostro Regolamento ci consente di consegnare alla Commissione anche la funzione legislativa. Credo che in questi casi, proprio per l’economia dei lavori dell’Aula, forse varrebbe la pena valutare queste possibilità. Lo dico giusto per dare un senso alla discussione che stiamo facendo e anche per tornare, mi permetto di dirlo al Presidente del Consiglio, a costruire le condizioni per cui le Commissioni non diventino o non rimangano semplicemente passacarte, ma si riapproprino di una funzione che è tipica e che mai come in questo caso potrebbe essere sfruttata proprio su provvedimenti dove sostanzialmente c’è una disponibilità alla collaborazione e alla condivisione. Lo dico in particolar modo con la Commissione Sesta, perché con la presidente Scatto si riesce sovente a trovare punti di equilibrio.
La funzione legislativa della Commissione può essere una modalità anche per evitare non dico perdite di tempo, ma di impegnare il tempo dei lavori del Consiglio magari in provvedimenti rispetto ai quali la volontà politica dei Consiglieri e dei Gruppi consiliari ha più senso che sia espressa.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie anche dello stimolo sul valore del lavoro in Commissione anche dal punto di vista tecnico. Su questo ci ragioneremo.
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Per provare a rendere questo ordinamentale qualcosa che serva anche alla discussione in Aula io, appunto, come diceva la collega Camani, non ho grandi cose da rilevare rispetto alle questioni che sono state poste. Però, siccome i temi di cui questo ordinamentale tratta sono temi che potrebbero essere utilizzati anche per una discussione un po’ più ampia, ci sono due punti che volevo portare all’attenzione dell’Aula.
Con questo provvedimento, ad esempio, stiamo andando a modificare uno dei criteri rispetto alla valutazione dei progetti sulla “Città veneta della cultura”, che a me sembra sensato. In altri termini, invece di dire che noi valutiamo la sussistenza di adeguata capacità economica, noi valutiamo l’adeguatezza del piano economico-finanziario in relazione ai progetti e alle iniziative in oggetto programmate. Lo dico perché, ad esempio, nella legge n. 17 (legge per la cultura), dove invece abbiamo una quarantina di soggetti che, pur essendo idonei, non sono stati finanziati per mancanza di risorse, quindi per la scelta della Giunta di non mettere adeguate risorse su una legge che è stata approvata all’unanimità, se l’opzione migliore, l’optimum è trovare i soldi per finanziare tutti quei soggetti… Rammento che è rimasta fuori la Stagione lirica del Comune di Padova. Il Comune di Padova ha fatto domanda e la Stagione lirica è rimasta fuori, per cui non si sa se Padova farà la Stagione lirica. È rimasto fuori il Comune di Treviso, colore politico diverso dal Comune di Padova, che non sa se riuscirà a fare un certo tipo di interventi sulla legge per la cultura. È rimasto fuori il Comune di Verona. Sono rimasti fuori teatri, come il Teatro Civico di Schio o altri teatri, che oggi non sanno se riusciranno a fare la programmazione e siamo a settembre. Mi collego a questo punto perché se l’optimum è raggiungere i circa 700.000 euro che mancano a finanziamento, e spero davvero che la battaglia che faremo per il prossimo assestamento di bilancio ci porti ad ottenere la copertura economico-finanziaria per finanziare questi Comuni e questi soggetti culturali che sono rimasti esclusi. Non era mai successo che la Stagione lirica del Comune di Padova fosse fuori dai finanziamenti. C’è una gravità rispetto anche ai nomi dei beneficiari, non solo rispetto al tema della cultura in generale. Però ricordiamoci che la legge 17, pur essendo stata approvata poco tempo fa, probabilmente ha bisogno anche di alcune correzioni. Cioè faccio un esempio, e parlo anche con la Presidente con cui spesso collaboriamo su questi temi, perché pensare che in ristrettezze economiche... ovvio che non sto dicendo che questa debba essere la soluzione, perché l’optimum è mettere i soldi, ma nel momento in cui noi sappiamo che la volontà di questa Giunta e dell’assessore Corazzari non è quella di finanziare tutti i soggetti, se noi avessimo avuto questo criterio o un criterio simile, ad esempio, avremmo ripartito quei fondi in maniera diversa su tutti i soggetti, magari garantendo invece che 50.000 euro ad un unico soggetto, 30 eventi, finanziandone 2 a seconda, appunto, dell’adeguatezza del Piano economico finanziario. Ci sono delle questioni, io credo, tecniche che andavano probabilmente discusse in questo ordinamentale, che non ci sono, che riguardano non solo la legge cultura, ma anche la legge 17, su cui noi, io credo, stiamo facendo una figura rispetto ai soggetti culturali veneti, in questo provvedimento che non li ha visti finanziati, non adeguata. Non adeguata perché lasciando fuori dei soggetti così importanti noi oggi ci troviamo ad avere un problema.
Allora oggi l’assessore Corazzari non è presente a riprova del fatto che questo ordinamentale appunto probabilmente non è così interessante e importante... sì, è vero, nessun Assessore, come suggerisce la collega Camani. Ma a maggior ragione gli scriverò un’e-mail appena finisco questo intervento. Noi dovremmo pensare che a ottobre i soggetti che sono rimasti fuori da quella graduatoria vengano finanziati e magari, con l’anno prossimo, riuscissimo a pensare che un criterio come quello inserito per la Città veneta della cultura possa essere anche utilizzato magari per un’altra legge come quella 17.
Chiudo con il secondo tema che questo ordinamentale invece tocca, che è il tema delle locazioni turistiche. In Commissione mi sono accertata che non ci fosse... Diciamo che l’articolo che noi andiamo a modificare, il 5 bis, non avesse a che vedere con gli affitti brevi, nel senso che in Commissione io ritenevo che se noi avessimo tolto, come dice l’articolo 5 bis, non solo dalle locazioni turistiche ma dalle locazioni brevi e quindi, nel momento in cui un annuncio non è più attivo, tendenzialmente viene automaticamente tolto, io rilevavo in Commissione che fosse pericoloso perché così tante locazioni avrebbero tenuto diciamo il loro sito non magari visibile, facendo affitti in nero, come spesso capita, per poi uscire in qualche modo dai controlli, pochi, che la Giunta e i Comuni, in realtà, che ne hanno la competenza devono fare. Allora ad oggi, per come io ho potuto rilevare, questo articolo non ha nulla che incide sugli affitti brevi, però permettetemi di ricordare - avete letto la rassegna stampa di ieri immagino - che Venezia per la prima volta ha superato il numero di posti per affitto breve rispetto ai posti letto per residenti. Questa è una cosa che non capita e non è capitata in nessuna città del mondo. Ovvio che Venezia è una città particolare, ma è anche vero che questa Giunta comunale e la regionale che avrebbe la competenza, io credo, di indicare nella città più importante che abbiamo una via e invece probabilmente non l’abbiamo fatto a sufficienza perché nonostante abbiamo la possibilità di intervenire in questo Comune con un emendamento, che è stato approvato dal Parlamento per regolamentare gli affitti brevi, non lo stiamo facendo. Brugnaro non lo sta facendo. Ecco, l’assessore Caner forse è impegnato in altre decisioni, però la questione io credo sia quella di porre al centro oggi la questione della regolamentazione degli affitti brevi.
Nella Commissione Sesta abbiamo approvato all’unanimità con un’astensione il mio progetto di legge per la regolamentazione degli affitti brevi. È passato con delle prescrizioni che sono andate in Seconda Commissione. In Seconda Commissione non abbiamo ancora discusso il provvedimento. È vero che il Governo ci sta lavorando, ma io penso in maniera sbagliata perché il potere deve andare ai Comuni e non deve essere solo lo Stato che dall’alto della sua, tra l’altro in questo caso la ministra Santanchè sta facendo degli errori e quindi dall’alto della sua io credo anche inefficacia nel fare questa norma sta sbagliando. Una delle questioni epocali per cui noi ci ritroveremo ad essere non solo l’unico Paese che per vent’anni, da quando la sharing economy esiste, non ha preso una decisione normativa sul tema degli affitti brevi. Siamo l’unico in Europa, quindi ricordiamoci che siamo l’unico. Due, la ministra Santanchè sta facendo un errore di valutazione nella modalità con cui oggi lo vogliamo normare perché se siamo e siete a favore dell’autonomia sono i Comuni forse a dover pensare che oltre a una norma dello Stato che deve esserci ovviamente, non così, ma deve esserci, possono pianificare, come ha fatto il Comune di Barcellona o altri, come il Comune di Parigi, come definire localmente il tema degli affitti brevi perché altrimenti le città balneari ad esempio verrebbero toccate alla stessa maniera da una regolamentazione rispetto ad altre città che invece magari sono piccoli Comuni della montagna.
Vogliamo pensare che invece la capacità dei Comuni di normare su questo tema sia qualcosa che noi dobbiamo portare avanti? Ecco, io penso che dovremmo discutere di questa questione. Quindi, in questo ordinamentale noi non li stiamo toccando, ma ci tenevo, visto che la notizia è di ieri, a portare all’attenzione dell’Aula il fatto che Venezia ormai (è sancito dai numeri) è più una città per turisti piuttosto che per residenti. Ecco, io penso che noi potremmo invece invertire la rotta se ci mettessimo a fare quel lavoro che anche il presidente Ciambetti ha aperto in Europa con una modalità diversa, cioè quella di dire: iniziamo davvero a ragionare su questo tema in maniera reale, pragmatica, pensando alle nostre città e non tanto pensando alle lobby che invece dietro alla sharing economy esistono e iniziamo a fare un lavoro sensato per proteggere Venezia, ma in generale tutti i Comuni del Veneto.
Questi due temi che tocca questo ordinamentale li ho dovuti tirare fuori proprio perché dentro questo ordinamentale c’è poco, ma io credo che invece degli ordinamentali diversi, cioè quelli che cercano di fare sintesi e cercano in qualche modo di semplificare, avrebbero potuto anche intervenire su alcune di queste questioni in maniera politica, certo, perché un ordinamentale non è solo una questione tecnica, sennò non staremmo a farlo in quest’Aula, e sarebbe stato urgente farlo sui due temi che ho citato: legge cultura 17, su cui mancano 700.000 euro all’appello, e affitti brevi, su cui questa Giunta è bloccata perché non abbiamo ancora discusso un progetto di legge che io credo possa almeno aprire la discussione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei. Ci sono altri interventi in sede di discussione generale? Non ne vedo.
Sospendo finché non arriva l’Assessore. Riprendiamo la seduta.
È arrivata la rappresentanza della Giunta.
Se non ci sono altri interventi in discussione generale, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all’articolato. Preparatevi con Concilium per passare alla votazione.
Non ci sono emendamenti sul provvedimento.
Passiamo all’articolato.
Siamo sull’articolo 1.
È aperta la votazione sull’articolo 1.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 2.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Approvato.
Andiamo all’articolo 3.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
È approvato.
Articolo 4.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 5.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Approvato.
Passiamo all’articolo 6.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Approvato.
Articolo 7.
È aperta la votazione. È chiusa la votazione.
Approvato.
Speaker : Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Mi dà errore, Presidente. Se può mettere astenuta.
Speaker : PRESIDENTE
Non ho capito.
Speaker : Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Mi dà errore sulla votazione.
Speaker : PRESIDENTE
Scusi, non ho capito.
Speaker : Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Mi dà errore sulla votazione, quindi se può mettere a verbale oppure... grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Se qualcuno dell’informatica può aiutare la collega Bigon. A verbale, comunque la dichiarazione della collega. Se non ci sono dichiarazioni di voto, io metto in votazione il PDL n. 186 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
È chiusa la votazione.
Approvato.
Passiamo al PDL n. 159 “Modifiche alla legge regionale alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale della Regione del Veneto in materia di parcheggi per le attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita””. Relatore, il collega Giacomin. Prego.
Speaker : Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
La proposta normativa presentata intende disciplinare la dotazione di parcheggi per le fattispecie della vendita di merci ingombranti a consegna differita e precisamente autoveicoli, motoveicoli, rimorchi, macchine agricole, macchine operatrici e unità da diporto, analogamente a quanto già effettuato da altre Regioni.
Giova ricordare a tal proposito che nella seduta del 23 febbraio 2021 il Consiglio regionale del Veneto ha approvato, con delibera n. 19, una mozione relativa al riconoscimento della specificità delle attività commerciali che interessa il settore dell’automotive, con la quale ha impegnato la Giunta regionale a proporre per il settore dell’automotive un correttivo alle norme vigenti volto a riequilibrare il carico urbanistico generato per unità di superficie commerciale utilizzata. La gestione di tali merci ingombranti a consegna differita, così come le altre oggetto del presente provvedimento, richiede infatti ampi spazi espositivi, peraltro prevalentemente all’aria aperta, derivanti dalle dimensioni dei prodotti a cui non corrisponde in genere un elevato afflusso di clienti. Tutto questo genera quindi un ridotto impatto viabilistico. Si evidenzia inoltre che diversamente da altri tipi di prodotti la vendita e il ritiro di queste merci non avvengono contemporaneamente.
Per tali motivi con la proposta normativa si intende promuovere una nuova modalità di calcolo della dotazione di parcheggi per tali esercizi commerciali localizzati al di fuori del centro storico, prevedendo che la dimensione degli stessi sia un decimo della superficie complessiva di vendita quando questa non supera i 2.500 metri quadrati, mentre per superfici di vendita eccedenti tali dimensioni della superficie di parcheggi sarà computata nella misura di un decimo fino a 2.500 metri quadrati e di un quarto per la parte eccedente. Peraltro la normativa potrà avere anche un effetto di agevolare la rimodulazione degli spazi e delle strutture già autorizzate nel caso di ampliamento e trasferimento di sede.
Gli articoli 2, 3 e 4 introdotti in sede di esame concernono rispettivamente le sanzioni che saranno comminate per l’assenza del requisito della vendita esclusiva delle merci, di cui all’articolo 1, la clausola di neutralità finanziaria e l’entrata in vigore.
Sono stati acquisiti favorevolmente i pareri del CAL, Consiglio delle Autonomie Locali, della Terza Commissione, della Prima Commissione, nonché le osservazioni della Consulta delle politiche abitative urbanistiche ai lavori dell’ANCI. Ecco. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Do la parola al consigliere Zanoni, correlatore.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti. È un progetto di legge che, come è stato detto, è stato presentato da un nutrito numero di colleghi della maggioranza e che riguarda delle modifiche alla norma “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto” e va a modificare le norme relative in materia di parcheggi per le attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita.
Ci sono degli standard precisi per quanto riguarda le dimensioni dei parcheggi che devono essere previsti per quanto riguarda queste attività, ma viene proposto, essendo attività che potenzialmente non hanno un numero di utenti contemporanei tali da richiedere una determinata metratura di parcheggi, in quanto si tratta di un numero di clienti/visitatori sicuramente inferiore ad altre attività nel settore del commercio, mi riferisco, ad esempio, a supermercati o attività del genere, solo per queste attività degli standard, delle richieste di realizzazione di parcheggi inferiori a quelli normalmente previsti. Tant’è che l’articolo principale, che è l’articolo 1, prevede che venga formulata così la normativa: “Per le sole attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita, localizzate al di fuori del centro storico, come individuate ai sensi del presente articolo, oggetto di nuova apertura – noi, naturalmente, facciamo riferimento alle nuove attività –, ampliamento o trasferimento di sede, le dotazioni di parcheggi pubblici o privati ad uso pubblico, sono calcolate, rispetto alla superficie complessiva di vendita dell’esercizio commerciale: a) nella misura di un decimo quando questa non sia superiore a 2.500 metri quadrati; b) per superfici superiori a 2.500 metri quadrati, nella misura di un decimo fino a 2.500 metri quadri e di un quarto per la parte eccedente”.
La formulazione iniziale era leggermente diversa. Sono stati fatti dei ritocchi in Commissione. Diciamo che il principio può essere condivisibile, anche se possono essere create delle diversità di trattamento, appunto, per chi è già operativo in queste attività e chi, invece, farà degli ampliamenti di queste attività, porterà a nuova apertura di questi insediamenti o trasferirà le sedi di questi.
Quindi, in sostanza, è un progetto di legge che, per quanto riguarda le superfici coperte, quindi il consumo di suolo in termini di parcheggi, in questo caso, diminuisce, così come anche l’impatto per quanto riguarda la permeabilizzazione delle superfici a disposizione di queste attività.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Rigo, prego.
Speaker : Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Buongiorno, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Svolgo questo intervento, molto brevemente, solo per ringraziare il relatore Giacomin, ringraziare la Giunta e la Commissione per la sensibilità con la quale hanno portato avanti questo regolamento, sulla scorta anche di altre Regioni, in un momento storico particolare per un settore importante e strategico per il Veneto, che dà lavoro a moltissime persone e che crea un indotto importante. È un momento storico non casuale, come dicevamo, perché desta molta preoccupazione il regolamento da parte dell’Unione europea sullo stop alle auto a diesel, sullo stop alla vendita delle auto a diesel e benzina imposto per il 2035.
Questo crea molta preoccupazione, perché, è un’Europa che rischia di svendere un know-how importantissimo. Sappiamo tutti che la Cina è leader nel settore dell’elettrico. Siamo tutti consapevoli che siamo di fronte alla necessità di andare verso una transizione ecologica; una transizione ecologica che, però, devono essere anche sostenibile per le nostre imprese e che non deve ricadere sulle nostre famiglie.
Tra l’altro, con questo provvedimento non si andrà di certo a migliorare quella che è la situazione a livello di inquinamento globale, perché l’Europa produce il 7% delle emissioni. Per cui, da una parte c’è molta preoccupazione nel settore, dall’altra ringrazio, ripeto, nuovamente la Giunta, che dà una possibilità importante agli operatori.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Lorenzoni, prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Credo che questo provvedimento vada nella direzione di dare una mano a coloro che lavorano con grandi volumi e che si trovano ad avere degli standard urbanistici che oggettivamente sono sovradimensionati rispetto ai bisogni. Quindi, da questo punto di vista è condivisibile.
Dal punto di vista mio, però, l’attenzione è sul fatto che si vigili che non ci sia un bypass per un’eventuale riconversione ad altri tipi di attività, nel senso che oggi c’è un’attività che ha le caratteristiche riconosciute. Tra qualche anno quello spazio verrà utilizzato da un altro tipo di attività e in qualche modo può diventare un modo per soprassedere agli standard.
Ecco, questo sarebbe un punto debole, quindi raccomando, soprattutto agli uffici, la massima attenzione nel verificare, a scadenze temporali, che effettivamente le condizioni ricorrano da questo punto di vista.
Per quanto riguarda quello che diceva il collega Rigo, ecco, mi sento di tranquillizzarlo nel senso che le case automobilistiche, indipendentemente dalle normative che vengono adottate a livello europeo, hanno già comunicato che dal 2030 tutta la loro produzione sarà priva di modelli a combustione interna, quindi l’industria automobilistica ha già superato questa fase. Io capisco che voi siete dei conservatori e continuate a guardare al passato, però, guardando gli specchietti retrovisori, non si riesce a guidare. Dobbiamo guardare avanti e l’industria già guardato avanti, nessuno sta più investendo sul motore a combustione interna. Va detto, la Cina ha guardato avanti nei chip, ha guardato avanti nel fotovoltaico, ha guardato avanti nelle automobili e il rischio è di avere una sudditanza tecnologica. Le partite sono ancora tutte da giocare, io credo che le carte che può giocare il nostro Paese, in primis in un ambito europeo, siano importantissime, ma non lasciamoci, diciamo così, fuorviare dal fatto che l’Europa ha solo tra il 7 e l’8% delle emissioni di gas serra globali. Perché l’Europa è leader dal punto di vista tecnologico, l’Europa, se non avesse avuto un mercato che trainava in tutte le tecnologie dell’innovazione, non avrebbe consentito a sviluppare: guardiamo per esempio la telefonia mobile. La telefonia mobile in Africa si è sviluppata direttamente senza passare attraverso la telefonia, diciamo così, fissa e così pure probabilmente la mobilità in molti Paesi africani si sviluppa direttamente con la mobilità elettrica. Il sud-est asiatico ha sviluppato la mobilità con i motorini direttamente con il motorino elettrico, che non è ancora arrivato qui, peraltro, è una cosa paradossale: da noi ancora ci sono i motorini a combustione interna, il sud-est asiatico ormai ha consentito una mobilità privata con i motorini elettrici saltando completamente la generazione, diciamo così, ormai obsoleta dei motorini a combustione interna.
Per cui, ecco, facciamo attenzione: per voler difendere gli interessi di alcuni, che interessi non sono ma sono disinteressi della comunità, a guardare ad una cosa che dal punto di vista industriale ormai è superata, ci piaccia o non ci piaccia.
D’altra parte, tornando al tema degli standard urbanistici, io credo che la mobilità condivisa sia una prospettiva inevitabile: guardando a quello che sta succedendo a livello di sviluppo di tecnologia per la mobilità, credo che questa sia una cosa ormai irreversibile. Mobility as a service, mobilità come servizio, è una prospettiva che riduce i costi della mobilità e che consente ovviamente di liberare le nostre città chiamando i mezzi di trasporto a necessità. Quindi si ridurranno le necessità di parcheggi e così via.
Quindi benissimo a questa norma oggi. Attenzione a non creare un punto debole nel rispetto degli standard da parte di chi non abbia diritto a questo tipo di facilitazione, ma guardando avanti credo che il problema da solo con l’evoluzione della tecnologia verrà superato.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Riprendo quanto diceva il collega Lorenzoni, perché ne abbiamo discusso parecchio in Aula, rispetto al fatto che questi edifici un giorno potrebbero cambiare appunto destinazione rispetto a quello che viene fatto in queste metrature diciamo commerciali. Quindi nel testo oggi non c’è nessuna rassicurazione chiara rispetto al fatto che se un giorno dovesse ubicarsi lì un altro tipo di attività questi standard sono adeguati o meno.
Quindi io ritengo - poi vedo la collega Rizzotto prenotata a parlare, quindi ascolterò il suo intervento - ritengo che scritto così com’è non abbia… è migliorato rispetto a quello che avevamo visto in Commissione. Vedo un emendamento dei colleghi di Fratelli d’Italia che ovviamente spero bocceremo perché ritorna… fa ritornare invece il progetto di legge molto indietro rispetto alla discussione che avevamo fatto in Aula. Ecco, è migliorato rispetto all’inizio. Ovvio che non ha ancora la garanzia del fatto che un giorno ci troveremo con superfici di vendita che invece non garantiscono gli standard urbanistici minimi.
Siccome il tema è caro - anche qui un progetto di legge votato all’unanimità su altro, diciamo, ma sempre sulla legge 50 in Commissione Commercio, ma poi in Commissione Urbanistica non è ancora arrivato - ecco, andare a normare una cosa che non mi dà la garanzia che un giorno il nostro tessuto commerciale fuori dai centri storici non venga poi popolato di altre attività senza parcheggio e senza standard, ecco, io non me la sento di poterlo votare.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Rizzotto, prego.
Speaker : Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie.
Faccio presente che già attualmente la normativa vigente, anzi il regolamento attuativo in seguito alla normativa vigente prevede per questa fattispecie già degli standard inferiori rispetto alle altre categorie. Qui li abbiamo ulteriormente ridotti e stabilizzati con una legge.
Rispetto all’osservazione che ha fatto correttamente anche il collega Zanoni, per questo motivo ho presentato un emendamento che chiarisca che si applica questa disciplina anche alle attività attualmente esistenti perché questa era una anche delle esigenze. Quindi, non semplicemente a quelle oggetto di nuova apertura, ampliamento o trasferimento di sede, ma anche a quelle attualmente vigenti, ovviamente previa comunicazione al Comune che attesti il rispetto delle dotazioni a parcheggio come abbiamo individuato.
È vero, abbiamo discusso molto in Commissione su questo tema. Ringrazio per il fattivo contributo che c’è stato da parte delle strutture Urbanistica e Commercio e del Legislativo del Consiglio, ma anche i contributi che ci sono stati forniti dal CAL e dalla Consulta Urbanistica dell’ANCI, che teniamo sempre in particolare ascolto.
Penso che il testo, alla fine, rivisto quasi completamente rispetto al testo iniziale, raggiunga l’obiettivo che aveva trovato ampia condivisione da parte dei Commissari, cioè quello di mettere in evidenza ulteriormente la specificità di questo settore e questa esigenza di ridurre gli standard a parcheggio, perché hanno bisogno di molta area espositiva.
Per quanto riguarda l’osservazione della collega Ostanel, lei ha ragione. È una riflessione che ci siamo anche posti. È evidente che, nel momento in cui verrà cambiato il settore merceologico, avranno necessità, chiaramente, di un’ulteriore autorizzazione commerciale, e in quel caso devono dimostrare di avere gli standard richiesti rispetto a quel tipo di autorizzazione commerciale. Deroghe, in teoria, non ne sono previste nella normativa vigente. Poi, se siamo all’interno del centro storico, sta alla disciplina dei Comuni e dei propri regolamenti prevedere un’eventuale monetizzazione e riduzione dei parcheggi. Infatti, noi qua ci occupiamo delle attività che sono fuori del centro storico, perché, invece, all’interno dei centri storici abbiamo mantenuto l’autonomia che c’è attualmente in capo ai regolamenti comunali. Quindi, ho anticipato anche la motivazione dell’emendamento, che – lo ricordo – avevo presentato anche in Commissione, l’avevo anticipato, perché era una delle osservazioni che era emersa, cioè quella di chiarire ancora di più che si applica anche per le strutture esistenti. Quindi, ne avevo già parlato e illustrato in Commissione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi chiudiamo la discussione generale.
Visto che ci sono un paio di emendamenti, sospendiamo tre minuti per dare la possibilità alla Commissione di esprimere un parere. Ripresa alle ore 12.13.
Colleghi, possiamo riprendere la seduta.
Siamo sull’articolato.
Emendamento n. 2 presentato dai colleghi Polato e Soranzo.
Collega Soranzo, vuole illustrarlo? Prego.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Come appena annunciato in Commissione, abbiamo presentato un ordine del giorno che, di fatto, vogliamo sottoporre a quest’Aula, a questo Consiglio.
Pertanto, riteniamo di ritirare l’emendamento in quanto ritenuto per ordine dei lavori, per complessità della materia e per necessità di maggior tempo per approfondire alcuni aspetti che l’emendamento contemplava, pur mantenendo inalterato l’aspetto finanziario di entrata per gli Enti locali, quali Comuni e anche Regione…
Però, nonostante questo, riteniamo sia una materia che ha bisogno di maggiori approfondimenti, di tempi diversi per l’elaborazione di un testo. Pertanto, lo ritiriamo a fronte di un ordine del giorno depositato, che immagino verrà discusso successivamente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
L’emendamento è ritirato.
Collega Ostanel, ha chiesto la parola per?
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Per l’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE
È ritirato.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Intervengo dopo.
Speaker : PRESIDENTE
Bene.
Passiamo all’emendamento successivo, che è quello della collega Rizzotto, che è già stato illustrato.
Lo mettiamo in votazione, con il parere favorevole da parte del relatore.
Votazione aperta.
No, siamo già in fase di votazione, collega.
È chiusa la votazione.
L’emendamento è approvato.
Siamo sull’articolo 1.
Ci sono interventi? Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Siccome non sono riuscita a intervenire sull’emendamento di Fratelli d’Italia ritirato, ma anche su quello della collega Rizzotto, ci tengo a lasciare a verbale il fatto che è bene che si ritiri un emendamento, ma io mi chiedo davvero come, dopo una discussione di mesi in una Commissione, parte della maggioranza decida di presentare un emendamento che riporta un progetto di legge esattamente dov’era all’inizio della discussione.
Si vede che le fratture che stiamo notando in questi giorni sono delle fratture che si vedono anche in Aula oggi. Davvero è un emendamento pericoloso.
Ringrazio ovviamente che sia stato ritirato. Immagino che non sia stata una volontà del Gruppo Fratelli d’Italia, quindi ringrazio eventualmente la collega Rizzotto o chi ha messo, diciamo, una pezza ad un emendamento che avrebbe riportato il progetto di legge totalmente indietro. Però dico che l’emendamento su cui abbiamo votato rosso poco fa a me preoccupa uguale. Non abbiamo avuto modo... lo so che l’aveva anticipato in Commissione, ho riletto tutti i nostri verbali: la discussione per me lì è comunque una discussione che doveva essere fatta in Commissione perché io credo che lì ci sia uno scivolamento, cioè una struttura che oggi è già aperta e ha tot mila metri a parcheggio, che decide di togliere lo standard e di aprire più parte espositiva, significa una sorta di piccolo Piano casa per le strutture commerciali che ampliano la loro struttura di vendita in esposizione. Io non ho la certezza oggi di come lo faranno. Potrebbe essere nuova cubatura. Quindi, se questo era, diciamo, un progetto di legge che andava a intervenire sulle nuove aperture, c’era un controllo da parte della Struttura e da parte della Regione, io credo, possibile. Sulle strutture esistenti questo invece non può assolutamente accadere.
Quindi io credo che questo progetto di legge non possa essere votato a favore, quindi faccio già la dichiarazione di voto finale. Anzi, forse la rifarò così ribadisco ancora una volta i concetti, perché davvero con un consumo di suolo tale come quello che stiamo vedendo in questa Regione, permettere con delle piccole modifiche a delle normative, tra l’altro su cui non siete d’accordo, vedere che si amplia la superficie, appunto, di vendita io credo sia assolutamente controtendenza rispetto ai tempi su cui stiamo... che stiamo vivendo.
Spero che anche i veneti se ne accorgano, prima o poi, che con le deroghe alla legge sul consumo di suolo dell’articolo 12, e questa è una piccola... così è una piccola normativa inserita così, noi stiamo facendo una cosa sbagliata. Spero che anche chi è fuori da qui se ne accorga, invece io credo che altri progetti di legge, tipo quello di cercare di limitare le piccole strutture di vendita che non possono oggi, secondo me, aprire con una SCIA, ma avrebbero bisogno di un iter diverso, tra l’altro approvato dalla Commissione Commercio, ma che per oggi è bloccato e quindi non si sa cosa farà, quella credo sia la direzione. La direzione che invece si prende nel garantire ancora del consumo di suolo è quella sbagliata, lo dicono i dati, e lo dice il mondo dove stiamo vivendo.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
L’impostazione del progetto di legge, così come licenziato dalla Commissione dopo un lungo dibattito, con alcune modifiche, di fatto consentiva di ridurre ulteriormente gli standard di disponibilità delle metrature di parcheggi per queste attività. Quindi, un dato sicuramente positivo perché è inutile avere enormi superfici asfaltate in parcheggi se poi non vengono utilizzate per determinate attività come quelle oggetto del presente progetto di legge.
Diciamo che l’emendamento appena approvato col nostro voto contrario apparentemente potrebbe anche non nuocere più di tanto, letto così in maniera anche superficiale, ovvero dare la possibilità anche alle attività esistenti di ridurre la superficie dei parcheggi. Qual è però il problema? Il problema sono le conseguenze. Ovvero abbiamo in disponibilità determinate superfici, possiamo ridurre la superficie a parcheggio e mi resta una superficie libera. Quella superficie libera diventa in disponibilità per ampliamenti in superficie e in cubatura. Quindi di fatto la conseguenza di tale emendamento approvato stravolge di fatto le conseguenze di questo progetto di legge. Ecco perché annuncio anch’io il voto contrario perché non era quello che era il progetto di legge di cui si è parlato inizialmente perché viene di fatto stravolto dalle conseguenze, da quella disponibilità in cubatura che poi si ha avendo liberato superficie a parcheggi. Quindi da una parte liberiamo la superficie parcheggi, ma diamo in disponibilità possibilità di aumenti considerevoli in cubatura e anche in copertura di suolo.
Speaker : PRESIDENTE
Non vedo altre richieste di intervento, quindi collega Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
C’è un tema di metodo e uno di merito. Il tema di metodo è che se c’è un progetto di legge di iniziativa di un Consigliere sul quale la Commissione lavora per settimane - perché, diciamo, la proposta del collega Giacomin è stata ragionata, organizzata, strutturata. Lo diceva la presidente Rizzotto nel suo intervento - il progetto di legge arriva in Aula molto modificato rispetto a com’era partito proprio per affrontare tutte le criticità, se c’è un lavoro che fa la Commissione non si può arrivare in Aula con un emendamento presentato dalla Presidente di Commissione che stravolge il lavoro di condivisione fatto dalla Commissione, secondo il mio modo di lavorare. Quindi questo è il metodo. Se c’è la condivisione e la voglia di risolvere un problema, come è emersa, perché l’ha detto la Presidente, durante i lavori della Commissione, se poi si arriva in Aula e si rimette in discussione il contenuto del progetto di legge, è un metodo rispetto al quale è faticoso restare. Avevamo chiesto di intervenire sull’emendamento, non c’è neanche stato il tempo, proprio perché la velocità dei lavori dell’Aula ogni tanto impone anche queste rigidità. Problema di metodo.
Problema di merito. Noi sappiamo che su questa normativa i Comuni hanno una certa libertà di manovra, perché gli standard, la possibilità di monetizzarli eccetera è di competenza degli Enti locali. Certo, la legge lasciava un vulnus non prevedendo una disciplina per le situazioni già esistenti. Cioè, creava una disparità di trattamento tra i nuovi e i vecchi concessionari, per fare un esempio. Ma se io ho un problema e lo risolvo così, vuol dire che posso individuare il problema, ma non sono in grado di trovare una soluzione. Peraltro, proponendolo con un emendamento in Aula, non dà neanche il tempo e il modo ai Commissari di poter approfondire e valutare se ci possono essere soluzioni diverse. Lo ha detto la stessa Presidente nel suo intervento precedente: i Comuni hanno la possibilità di discutere su questa questione. Che necessità c’è oggi di mettere il cappello su una decisione che gli Enti locali potevano assumere liberamente? Il tema della monetizzazione e degli standard è relativo. Del resto, già i regolamenti comunali e le norme attuative urbanistiche degli Enti locali disciplinano in maniera differente tra un Comune e l’altro la necessità degli standard. A meno che non ci sia una legge regionale di rango superiore che li obbliga a fare una determinata cosa.
Io, quindi, credo che già mettere le mani in generale su questo tema in maniera così parziale è così limitata fosse rischioso. Con questo emendamento si vanifica anche il principio positivo che stava alla base del progetto di legge del collega Giacomin, che era anche già stato oggetto di una discussione in questo Consiglio in occasione di una mozione presentata forse dal collega Bozza, ma potrei sbagliarmi.
Mi chiedo che senso ha ogni volta arrivare in quest’Aula, tirare la corda e continuare a strizzare l’occhio a tutti quelli che il suolo di questa Regione lo vogliono consumare, perché qua si introduce un principio che non sappiamo dove ci porterà, perché quel terreno che torna nella disponibilità del soggetto proprietario a tutto può essere utilizzato.
Io credo, davvero, che sia un peccato vanificare il lavoro della Commissione e dei Commissari, che hanno davvero tentato di approfondire ogni singola questione, anche dell’Ufficio legislativo, ed è un peccato perché è l’ennesima occasione persa. Per cui, si poteva produrre un avanzamento della legislazione regionale, magari cambiando la cifra rispetto a quello che è avvenuto finora, che è sempre stato fortemente caratterizzato da una forte cementificazione regionale, e provare a introdurre dei principi di maggior salvaguardia, come in parte sembravano essere le previsioni di questo progetto di legge.
Suona un po’ quantomeno contraddittorio aprire la seduta, come giustamente ha fatto il presidente Ciambetti, ricordando i drammi che si scatenano sui territori in conseguenza dei cambiamenti climatici e nella stessa seduta proporre un emendamento all’ultimo momento che di certo non aiuta nella politica di mitigazione degli effetti rispetto ai cambiamenti climatici in cui questa Regione è in clamoroso ritardo da troppo tempo.
Riteniamo, quindi, un errore aver votato questo emendamento. Riteniamo un errore aver snaturato il senso del progetto di legge del consigliere Giacomin. Riteniamo un errore procedere in un modo per cui si è bravissimi a individuare il problema, pessimi a trovare la soluzione adatta per risolverlo.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Soranzo, prego.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Non volevamo intervenire, ma lo facciamo in due tempi. È bene, però, mettere a fuoco, secondo noi, alcuni aspetti.
Capisco che lanciare la definizione “allarme e consumo di suolo” in Veneto, per il Partito Democratico, per la sinistra ormai è diventato qualcosa…
Chiedo al Presidente se può chiedere di fare silenzio, come abbiamo fatto silenzio noi, in Aula. Grazie.
Capisco che questo possa essere, dal punto di vista politico, un punto centrale per la sinistra o per alcune parti della minoranza, ma non è certamente un ritornello che noi continuiamo a dimenticare. Mi pare che molte normative siano state esplicitate. Però, va anche ricordato che questo progetto di legge, che nasce non da Fratelli d’Italia, seppure la mozione, depositata da Fratelli d’Italia, datata addirittura nel 2021, 23 febbraio 2021, votata a larga maggioranza, ebbe solo, se ricordo bene, tre voti contrari e solo un astenuto di coloro che erano presenti in Aula.
Quindi, c’è stata un’indicazione ampia su quello che era il progetto di legge che doveva essere elaborato. Abbiamo voluto portarlo all’attenzione quest’Aula e ha ricevuto il voto di un’ampia maggioranza in Aula. Però, questa non è una cosa assolutamente indefinibile, perché chiunque in Veneto si accorge, e quindi il non voler nascondere la testa sotto la sabbia e non far finta di niente, che c’è un settore che in questo momento sta facendo fatica, al di là di tutto. Poi, ci si può anche congratulare di alcuni risultati e fare i migliori auspici, però è un settore che sta soffrendo e chi incontra gli operatori lo sa.
Ancora più evidente è che, non lo dice Fratelli d’Italia, in Veneto, non lo dice, credo, quest’Aula il 23 febbraio, ma lo dicono, così non c’è nessun tipo di problema dal punto di vista politico, anche le Regioni di Emilia e Lombardia: una legge particolare su alcuni settori merceologici l’hanno licenziata due Regioni che, qualcuno potrà contraddirmi se sono di colore identico oppure io credo invece che ci sia bisogno di una legge di buonsenso e l’Emilia-Romagna e la Lombardia licenziano progetti di legge particolari su questi settori merceologici. Perché? Ma è evidente: perché non si può mettere a confronto con una struttura commerciale che vende come un supermercato, alimenti piuttosto che un chilo di pasta, con magari prodotti come un’auto piuttosto che una imbarcazione. Ma questo per evidenti modalità... per le modalità delle... per la dimensione dei soggetti... degli oggetti esposti, per la modalità di acquisto a cui si assiste quando si va a comprare questo tipo di merci. Ampie superficie sono state dedicate in queste attività commerciali alla vendita, agli uffici, all’esposizione. La consegna è differita e la frequenza d’acquisto è completamente diversa.
In Commissione, dal verbale, è stato approfondito e ringraziamo noi per il lavoro che è stato svolto, qualcuno dice che sia poco importante. No, è molto importante e ringraziamo il lavoro svolto dalla Commissione e la Presidente perché di fatto tutti si accorgono che sicuramente fuori dalle concessionarie non ci sono le file, non ci sono le code alla cassa, come vediamo in un supermercato piuttosto che in un centro commerciale, non vediamo certamente dei fenomeni che nel commercio, così come definita nella generalità della norma, può vedersi nel settore dell’automotive come quello della nautica.
È evidente che non è facile normare questo tipo di materia e quindi noi riteniamo che assolutamente sia stato opportuno cominciare a discutere e a introdurre delle modifiche normative, però è anche vero, e lo dico a qualcuno che magari come intervento dico del correlatore Zanoni, sui parcheggi: guardate che buona parte dei parcheggi, come potete vedere, delle concessionarie non sono impegnati dai clienti, perché son ben pochi, ma sono con tutta la parte dell’usato. Quegli standard vengono utilizzati per esporre l’usato, per esporre ciò che di fatto fa parte di una attività di un settore merceologico assolutamente diverso per natura, per connotazioni, per definizione poi anche sicuramente. E quindi stiamo parlando di qualcosa che è confutabile tutti i giorni, che lo conosce tutto il Veneto, lo può capire anche un bambino e quindi di fatto pensare che sia la stessa cosa è assolutamente incredibile.
Ecco che allora noi pensiamo che sia sicuramente… ci sia bisogno, sì, è vero, di tempi di discussione diversi, di una definizione normativa diversa che possa garantire tutte le… anche i dubbi che qualcuno potrebbe aver avuto e che può… che ha portato anche quest’oggi nella discussione qualche collega su quelle che sono le garanzie di un buon sviluppo equilibrato, di una buona garanzia delle entrate per quanto riguarda gli enti locali, la normativa che possa comunque garantire tutti gli aspetti di carattere urbanistico, ambientale, ed è per questo che noi crediamo che buon lavoro è stato fatto. È stato fatto per andare incontro a un’esigenza urgente, ma che ci sia bisogno di quello che noi chiederemo nell’ordine del giorno che abbiamo presentato, che si possa da qui procedere a continuare ad approfondire una materia che ha bisogno sicuramente di una revisione, una revisione che altre Regioni hanno fatto e che noi crediamo che anche il Veneto debba dotarsi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Rizzotto.
Speaker : Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Solo per evidenziare che non è che abbiamo portato in Aula un argomento non discusso in Commissione con l’emendamento che ho presentato. Anzi, in Commissione ne abbiamo discusso per settimane ed è intenzione della maggioranza che ha votato questo PdL in Commissione che fosse, che riguardasse le dotazioni a parcheggio anche alle attività esistenti. Qualcuno aveva un dubbio che così come avessimo scritto l’articolo non le ricomprendesse e l’emendamento è stato fatto per esplicitare quella che era la volontà della maggioranza in Commissione. Nessun argomento nuovo è stato portato qui in Aula. Messi tutti argomenti che abbiamo ampiamente discusso.
Poi resto semplicemente sorpresa del cambio di rotta perché… di qualcuno perché ho sentito l’intervento del correlatore che l’unica critica che ha fatto al PDL era che non riguardava le attività esistenti e si crea disparità. Presentiamo un emendamento che le equipara e dice no, votiamo contro la legge perché le equipara. Va beh, la coerenza, abbiamo già capito tante volte, non è proprio di questo mondo, di qualcuno di quest’Aula, ecco.
Comunque volevo spiegare questo. Quindi questa previsione è frutto di valutazioni che sono emerse in Commissione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Giacomin.
Speaker : Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato in questo percorso, in particolare la Presidente della Seconda Commissione, ma tutta la Struttura e i colleghi.
L’avvio di questa norma è stato perché ci sono dei settori merceologici che, effettivamente, nella concretezza, differiscono da altre realtà.
Siccome la mia esperienza professionale è di tutt’altra natura, mi sono preso la briga di andare in una concessionaria auto, in una concessionaria di macchine agricole, non di natanti, perché a Vicenza non ce ne sono, ma è chiaro che vedere trattori mietitrebbia fuori necessita di spazi espositivi che normalmente non possono esserci.
Avevamo in un primo tempo, lo devo dire, forse per ingenuità, per semplicità, preso il testo di Emilia-Romagna e di Lombardia e riportato qua.
Calandolo così, tout-court, questo avrebbe portato a delle conseguenze dal punto di vista autorizzatorio, perché, parlando esclusivamente di una riduzione figurativa delle superfici di vendita, andava a derubricare tutto quello che era il percorso anche autorizzativo, e di questo mi sono preoccupato.
Di conseguenza, il percorso che è stato fatto è stato proprio quello per ricondurre a quella che era l’esigenza principale questo percorso normativo.
L’emendamento prodotto dalla Presidente è stato fatto proprio per come lei ha già detto, perché ci siamo resi conto che forse rimaneva un po’ tra le righe l’aspetto che la previsione riguardasse anche quelle esistenti. Di conseguenza, si instaurava una disparità tra quelle esistenti e quelle già in essere.
Con l’emendamento si è fatta giustizia di questo.
Credo che il testo che ne è emerso sia un testo equilibrato, che va incontro ad alcune esigenze, non a tutte, probabilmente. Di conseguenza, l’emendamento proposto da Fratelli d’Italia, sottolineava la forte richiesta di un segmento per avere ancora più le mani libere. Forse, e devo dire qui che questo ha limitato la mia operatività, la mia esperienza da Sindaco mi ha fatto pensare: cosa avrei fatto se? L’aspetto urbanistico è un aspetto rilevante sulla gestione del territorio.
Questa norma, secondo me, riesce a dare una risposta. Non sarà una risposta piena, ma riesce a dare una risposta a un certo settore, alle problematiche di un certo settore merceologico. Fa rimanere sostanzialmente inalterato quello che è l’aspetto pianificatorio degli enti preposti, cosa assolutamente indispensabile in una realtà complessa come la nostra, dove l’economia corre a una velocità che è di gran lunga superiore, a volte, a quella delle nostre normative. E di conseguenza io ho sentito le critiche, peraltro benevole, che sono venute anche dai banchi della minoranza, ma mi sento di non condividerle perché, in perfetta coscienza, credo sia stato fatto un lavoro buono, un lavoro equilibrato e pertanto io chiedo ai colleghi di votare favorevolmente questa norma. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi mettiamo in votazione l’articolo 1.
Votazione aperta.
È chiusa la votazione.
L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’articolo 2. Ci sono interventi? Valdegamberi, vuole intervenire, collega?
Allora apriamo la votazione sull’articolo 2.
È chiusa la votazione.
L’articolo 2 è approvato.
Siamo sull’articolo 3. Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Quindi apriamo la votazione.
È chiusa la votazione.
L’articolo 3 è approvato.
Siamo sull’articolo 4. Non ci sono richieste di intervento.
Quindi apriamo la votazione sull’articolo 4.
È chiusa la votazione.
L’articolo 4 è approvato.
Siamo sull’ordine del giorno n. 3 del collega Soranzo. Lo vuole illustrare? Prego.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente. Ho preso la parola? Sì, spero.
Alcune riflessioni, gentili colleghi, le abbiamo già anticipate prima. Questo è un ordine del giorno che, come anche il collega Giacomin, che ringrazio per la proposta di questo progetto di legge, insieme a, ripeto ancora, alla Presidente e a tutto il lavoro di tutti i colleghi in Commissione, non può assolutamente non, a nostro avviso e per quanto riguarda la nostra forza politica, essere in qualche modo derubricato come un qualcosa che sia un punto di arrivo e definitivamente positivo per il settore o totalmente positivo. Noi crediamo che quello che è oggi il progetto di legge, come detto poc’anzi dai colleghi, faccia sicuramente un primo passo, una prima fase positiva e recepisca alcune esigenze del settore - che noi abbiamo manifestato con la mozione del 2021 e votato all’unanimità - ma crediamo che, come dicevo prima, ci sia bisogno di una… sicuramente ancora del lavoro da svolgere sulla… sicuramente sulla traccia di questo progetto di legge importante e che noi salutiamo con grande soddisfazione perché dà una risposta concreta al territorio. Un governo veneto, una maggioranza veneta, mi sento di dire a questo punto, perché se non siamo d’accordo di maggioranza dobbiamo parlare. Una maggioranza che vada a dare risposte concrete alle richieste del territorio, che però ha attenzione anche a realizzare una normativa che mostri equilibrio, rispetto, tutela da tutti i punti di vista.
Però preso atto di questo buon lavoro di quest’oggi, che credo possa arrivare a compimento - e ringrazio la maggioranza che ha raccolto la mozione del 2021 di Fratelli d’Italia - va anche però chiesto, e noi riteniamo di farlo con questo ordine del giorno, di poter proseguire su questo percorso, come hanno fatto le altre Regioni, Emilia Romagna e Lombardia, pensando che la legge urbanistica del Veneto sia tra le migliori, che abbia raggiunto risultati importanti dal punto di vista anche sulla difesa del suolo, che continui a ragionare e in modo equilibrato confrontarsi nelle Commissioni, nelle sedi opportune, tra le associazioni, gli stakeholder. Lo fa con gli enti locali, lo fa attraverso il CAL, ma lo fa continuamente con tutte le Amministrazioni.
È corretto quello che diceva il collega Giacomin. Si deve tenere conto anche degli spazi di movimento dei Sindaci, delle Amministrazioni comunali, dei Consigli comunali più che dei Sindaci perché è vero che il piano è del Sindaco, ma la verità è che poi a licenziarlo sono i Consigli comunali.
È vero che la programmazione è una cosa importante, però, gentili colleghi, l’abbiamo visto molto spesso col Piano Casa, ha completamente stravolto la programmazione urbanistica e la pianificazione perché di fatto c’erano altre esigenze. Abbiamo visto governi anche che non sono di centrodestra introdurre normative che hanno stravolto a livello statale la programmazione urbanistica degli enti locali. L’abbiamo visto decine di volte. Poi c’è sicuramente le Regioni e gli enti locali, i Sindaci, gli Amministratori comunali, i Consigli comunali che di fatto poi hanno cercato di gestire al meglio il proprio territorio in modo equilibrato. E se da un lato abbiamo visto che con i parcheggi chiunque si è accorto che di fronte alle concessionarie non ci sono le file di cittadini per entrare, non ci sono neanche le casse per le file e per pagare il conto. Non ci sono… sicuramente c’è una tipologia merceologica completamente diversa ed è banale e ormai chiaro a tutti che è una settore merceologico diverso.
Noi chiediamo con questo ordine del giorno, che era stato ravvisato con il PDL 59, lo facciamo ancora una volta, che venga riconosciuta la differenza merceologica e quindi il riconoscimento della specificità di queste attività commerciali.
Quindi, lo sforzo deve continuare nel cercare di dare una normativa nuova. Una Regione come il Veneto, che vuole primeggiare anche nella novellazione normativa e legislativa, credo che non si ponga il problema di trovare una normativa urbanistica ad hoc anche per questi settori merceologici.
È vero che questo impianto, così come arriva, potrebbe andare in qualche modo in collisione con norme urbanistiche, mettiamola così. È corretto che una maggioranza e una forza politica tenga conto di tutto ed è giusto, allo stesso tempo, richiedere che una maggioranza si assuma l’impegno di modificare una legge urbanistica bellissima, ma che deve essere novellata sulle richieste del territorio, soprattutto per dare garanzie anche alle entrate tributarie, alle entrate della Regione e soprattutto non ripetere l’esperienza, come abbiamo visto con i sottotetti, che abbiamo avuto e abbiamo tuttora nei nostri Comuni i sottotetti non censiti. Per lungo tempo non son stati incassati né i trasporti rifiuti, né l’ICI o l’IMU, nel caso, perché qualcuno faceva finta che i sottotetti non ci fossero. Invece i sottotetti ci sono, c’erano e per lungo tempo è stata una cosa incredibilmente inconcepibile per chiunque nella Regione Veneto.
Credo non debba ripetersi l’esperienza dell’automotive come l’esperienza dei sottotetti.
Speaker : PRESIDENTE
Collega, concluda.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
La Regione abbia il coraggio, come ha fatto con i sottotetti, anche per l’automotive. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Voterò contraria a questo ordine del giorno, ovviamente, perché, nonostante sia un ordine del giorno blando, l’intervento del collega Soranzo… E sono molto curiosa di vedere come voterà la maggioranza, perché quello che lei ha appena detto è diverso da quello che la collega Rizzotto, seppur abbiamo posizioni diverse, dice da tempo, cioè che il consumo di suolo deve essere ridotto, lei dice “gradualmente”, io dico “meno gradualmente di come vuole la collega Rizzotto”.
Invece, lei, con questo ordine del giorno e con la discussione che ha fatto, cioè con l’emendamento che ha presentato, poi trasformato in ordine del giorno, perché la sua maggioranza probabilmente le ha detto che quell’emendamento non poteva andare avanti, mi fa capire, mi fa presagire prima di tutto che c’è una discrasia dentro la maggioranza che si sta assolutamente facendo vedere…
Avete delle visioni diverse sul consumo di suolo e oggi le stiamo vedendo. Però, nonostante la maggioranza abbia detto a lei e l’abbia obbligata probabilmente a togliere un emendamento per poi trasformarlo in un ordine del giorno, mi fa capire, mi fa assolutamente presagire che il voto a questo progetto di legge non è quello nelle intenzioni del collega Giacomin.
Lo dico e reinterverrò anche durante la dichiarazione di voto, perché abbiamo lavorato tanto dentro la Commissione. Il testo era partito male, come ha detto lei: prendeva e copiava incollava. Probabilmente se oggi fossimo arrivati in Aula col suo testo originario, senza l’emendamento del collega Soranzo che è stato ritirato, ma che fa presagire una posizione e senza l’emendamento della collega Rizzotto che, per quanto mi riguarda, è pericoloso per un motivo, perché in quella superficie di esposizione un conto è se ci si metterà il trattore, come lei ha detto, per fare un’esposizione, un conto è invece se, in norma rispetto alle norme di quel Comune, in quella superficie che prima era standard, accadrà qualcos’altro. E siccome noi non lo sappiamo oggi, io non posso votare una norma retroattiva.
E siccome il collega Soranzo ha ripreso il fatto che altre Regioni hanno una norma uguale, io lo invito ad andare a vedere se nella norma dell’Emilia-Romagna o della Lombardia c’è la retroattività: non c’è, è una norma approvata prima, ma non c’è la retroattività, cioè il fatto che un’azienda, una realtà oggi aperta, possa derogare in maniera diversa agli strumenti urbanistici, cioè agli standard. Le nuove autorizzazioni probabilmente io avrei votato anche a favore del suo progetto di legge, mi sarei astenuta facendo un intervento un po’ critico? Ecco, ma un intervento invece su questo va fatto perché snatura il suo progetto di legge, collega Giacomin. Credo che ovviamente lei un po’ lo sappia. Non è pericoloso come altre norme che qui ci sono. Io non voglio dire questo. L’articolo 12 della legge sul consumo di suolo e le deroghe rispetto al SUAP sono molto più pericolose rispetto a quello che stiamo votando oggi. Lo dico anche per chiarezza. Ma siccome si sta vedendo che si sta arrivando a questo punto e lo ha fatto vedere bene il collega Soranzo il voto è convintamente rosso e poi reintervengo anche in dichiarazione di voto.
Speaker : PRESIDENTE
Bene. Apriamo la votazione sull’ordine del giorno n. 3.
Votazione aperta.
È chiusa la votazione.
L’ordine del giorno è approvato.
Siamo adesso in dichiarazione di voto sul progetto di legge. Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Soranzo, prego.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Io colgo l’occasione della dichiarazione di voto per precisare alcune situazioni alla collega Ostanel. Lei deve leggersi l’ordine del giorno, collega, perché capisco che gli uffici le hanno preparato una linea che lei vuole continuare a supportare, ma poi quando uno l’ascolta, dice... qualcuno ci ascolta dice: qualcuno dice una cosa, qualcun altro risponde un’altra. Due sole cose: o non ascolta bene oppure prosieguo in una linea che è stata preimpostata e che nel frattempo è cambiata nel corso dei lavori. L’ordine del giorno che noi abbiamo presentato come Fratelli d’Italia è un ordine del giorno che dice una cosa chiara. Noi siamo assolutamente consapevoli come è la maggioranza, non abbiamo padroni, noi non siamo padroni di nessun altro e crediamo di non essere padroni di noi stessi e di qualcun altro ancora. Quindi se lei pensa che… di fare questi… insomma cercare di fare questi giochi in Aula o cercare di separare una maggioranza che è tranquillamente coesa e non ha problemi e si confronta - vi piacerebbe forse, ma non è così, almeno finché ci sono questi attori in Aula - l’ordine del giorno va proprio nell’indicazione opposta. Cioè quella di attendere un momento diverso per normare dal punto di vista urbanistico una legge oculata dei settori che hanno bisogno di una novellazione particolare e quella novellazione dovrà trovare l’equilibrio esatto, perfetto per tutelare tutti gli aspetti, anche da quei punti di vista… ambientale, dal punto di vista acustico, dal punto di vista dell’impatto viabilistico e tanto altro ancora perché chiunque si rende conto che non può esserci e noi siamo per la semplificazione e vorremmo che questi settori potessero avere una procedura semplificata, con una legge ad hoc o all’interno della legge urbanistica una normativa ad hoc per rendere questi settori competitivi e trattati per la loro specificità e non con norme che sono generali e che per loro diventano invece un elemento non solo di appesantimento, ma oggi di… scusi, non solo di appesantimento normativo ma anche appesantimento di competitività.
E lo diciamo semplicemente per un motivo. Non è la stessa cosa una procedura secondo noi che debba avere tempi e modalità di un centro commerciale come quello di un settore dell’automotive. Questo non significa che la novellazione che noi nell’ordine del giorno abbiamo chiesto e abbiamo votato possa tenere conto di tutti gli aspetti. Una novellazione, una norma giuridica, una norma urbanistica che possa andare incontro da un lato alle richieste di un settore e sicuramente tutti gli altri aspetti che il Veneto e questa maggioranza ci tiene a tenere sempre presenti, compresi anche gli aspetti del consumo del suolo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Zanoni.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Questo era un progetto di legge che, come dicevo all’inizio, poteva anche essere condivisibile perché uscito così dalla Commissione portava a diminuire gli standard in superficie di parcheggio per determinate attività. Quindi avremmo… per le nuove aperture, ampliamenti e trasferimenti di sede avremmo previsto che quei parcheggi sarebbero stati di superficie inferiore a ciò che prevede ora la norma, ulteriormente inferiore per queste merci cosiddette “ingombranti”. Questa era sicuramente una cosa positiva, perché si andava a diminuire il consumo del suolo.
La collega Rizzotto ha parlato di coerenza, ma la collega Rizzotto, se fosse stata coerente, avrebbe dovuto presentare quell’emendamento in Commissione, dove avremmo potuto discutere in maniera approfondita. Tant’è vero che, a domanda fatta in Ufficio di Presidenza “ma cosa accade nel momento in cui, con questo emendamento, diamo la possibilità anche a chi ha già queste attività di diminuire il parcheggio, all’area che resterebbe in disponibilità?”, si possono fare gli ampliamenti. Si possono fare gli ampliamenti in superficie, si possono fare gli ampliamenti in cubatura.
Quindi, per coerenza, se uno dice che fa una norma che è a favore di questa attività, nel senso che consento di spendere meno soldi per fare i parcheggi, perché bastano parcheggi più piccoli, se questa è la finalità, io, dopo, non possono trovare l’escamotage per dare la possibilità di aumentare le volumetrie e le superfici.
Quindi, se c’era veramente coerenza, si doveva prevedere in quell’emendamento una formula che dicesse che nella superficie liberata dai parcheggi delle attività esistenti non si potevano fare ampliamenti. Ciò non è stato fatto. Quindi, si vada a rileggere il verbale e capirà il senso iniziale del mio intervento.
È stata citata l’Emilia-Romagna. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, siamo noi Veneto in classifica per quanto riguarda il consumo del suolo in Italia. L’Emilia-Romagna non ha una legge sul consumo del suolo che all’articolo 12 preveda una sfilza di deroghe alla limitazione del consumo di suolo. Questo lo dico anche al collega Soranzo, naturalmente.
Collega Giacomin, lei diceva che resta inalterato l’aspetto pianificatorio. Io credo che, invece, come ho appena detto, nel momento in cui ho queste disponibilità, la pianificazione se ne va un po’ “a carte 48”, perché abbiamo la possibilità di queste nuove cubature, che vengono liberate dalla minore superficie dei parcheggi.
L’altra cosa la dico anche a Soranzo. Soranzo non la finiva più di dire e di fare un lungo elenco di confronti con i quali noi della Regione, del Consiglio ci confrontiamo quando facciamo le leggi con i Sindaci, e poi ha citato i Consigli comunali e quant’altro. Volevo ricordare, su questo, che la legge uscita e che la legge depositata era una legge che effettivamente abbiamo sottoposto al parere di molti organismi. Abbiamo avuto il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali espresso il 23 febbraio, poi va bene anche la Terza Commissione, anche la Prima Commissione e poi anche abbiamo avuto le osservazioni della Consulta delle politiche abitative Urbanistica e Lavori Pubblici di ANCI Veneto, questo in data 8 maggio 2023.
Ma a questi nessuno aveva detto di questo emendamento e dello stravolgimento che avremmo avuto in merito agli effetti di questo emendamento. Siamo primi in classifica, ci contendiamo la classifica del consumo del suolo con la Lombardia, non con l’Emilia-Romagna, con la Lombardia da anni e, guarda caso, l’incremento di consumo di suolo in Veneto si è fatto galoppante dal momento in cui abbiamo approvato la legge contro il consumo del suolo. Quindi credo che, ad ogni occasione di modifica di norme urbanistiche, l’obiettivo principale che ci dovremmo porre è quello di: che reazioni, quali variazioni ci saranno sul territorio per quanto riguarda il consumo del suolo? È una legge che aumenterà, manterrà inalterato o diminuirà? Come ci chiedono gli standard anche dell’Unione europea, la road map europea sul consumo del suolo per consumo di suolo zero entro il 2050. Queste sono le vere domande alle quali dobbiamo rispondere tutti.
Quindi è stato ricordato all’inizio seduta quelli che sono gli eventi estremi che stanno colpendo il mondo, anche alle porte di casa, perché se pensate, la Libia è stata una colonia italiana, è qui a due passi, in un’area desertica dove il problema è l’avanzamento del deserto. Abbiamo avuto più di 2.000 morti a causa del crollo di dighe per precipitazioni estreme. Sappiamo quanto l’impermeabilizzazione del suolo e il consumo del suolo incidano anche sugli effetti dei cambiamenti climatici, sul surriscaldamento dei territori. È evidente che, rapportato lo stato di fatto al quale assistiamo in merito agli effetti dei cambiamenti climatici a questa norma, non possiamo che dire che il nostro parere è contrario. Contrario per quella serie di motivi. Poi penso sia veramente la mancanza di rispetto nei confronti del CAL, della Consulta delle politiche abitative di ANCI, eccetera, presentare loro un progetto di legge, chiedere un parere e farsi dare un parere e poi all’ultimo minuto presentare un emendamento del genere che ha gli effetti che ci sono stati confermati prima quando alla domanda “ma quel territorio liberato che fine potrà fare?” ci viene risposto: “Si può aumentare la cubatura”.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Come ho già preannunciato il voto sarà contrario non perché sia contraria al testo che era stato proposto dal collega Giacomin. Lo ridico e lo metto a verbale perché io credo che qui dentro si siano dette delle cose inesatte. Il primo è che nelle norme approvate da altre Regioni non c’è la retroattività, cioè non c’è che una struttura, che ha già ottenuto il permesso per aprire in una certa maniera, oggi perché entra una norma può comunicare il fatto che una parte di questa… di queste aree parcheggio ad esempio vengano utilizzate - e cito a verbale quello che è stato detto durante la Commissione - o per superficie scoperta di vendita oppure - anche perché è importante, lo dice una Commissaria, anzi la Presidente - di fatto con questa modifica si potrebbe anche chiedere un’autorizzazione commerciale diversa e quindi cambiare categorie e potrebbero anche diventare grandi strutture. Grandi strutture se siamo sopra i 1.500, ma se siamo sotto i 1.500 per la norma vigente in Veneto basta fare una SCIA, se non approviamo il progetto di legge che invece è stato approvato all’unanimità con l’okay dell’assessore Marcato - che è qui presente - in Commissione Commercio e che non è stato ancora passato in Commissione Urbanistica, chissà perché. Perché forse in quella Commissione ci sono delle posizioni diverse rispetto a come dobbiamo affrontare il consumo di suolo in questa Regione.
Allora io temo questo di questo progetto di legge e davvero vi invito a guardarlo così perché come accade per i piccoli, le piccole strutture commerciali di vendita, faccio il caso di Albignasego dove ci sono due piccole strutture e semplicemente c’è un cancelletto che rimane aperto ogni tanto tra le due strutture, perché quello è diventato un parco commerciale, ma in realtà l’autorizzazione che è stata presa è per una semplice struttura sotto i 1.500, questo accade a Schio. Il Sindaco di Schio è un Sindaco che non è iscritto ovviamente a questa parte politica probabilmente. È quello che è… - e neanche forse alla vostra, ma in qualche modo era più vicino alla vostra che alla nostra - cosa ha detto? Ha detto che nel suo territorio stanno aprendo piccole strutture di vendita che poi diventano grandi strutture con degli escamotage.
Allora io non voglio che dietro a questo progetto di legge ci siano degli escamotage perché se è un bravo imprenditore, un imprenditore serio e usa la superficie solo per fare esposizione, io sarei d’accordo e, probabilmente, avrei votato non rosso al progetto di legge del collega Giacomin. Ma con questa norma di retroattività e l’emendamento Rizzotto qui c’è una cosa pericolosa. Io ve lo dico: tra cinque anni andremo a vedere, porteremo le foto in Aula. Se non sarò più qui, verrò a portare delle foto in Aula, dove farò vedere che ci sono dei contesti dove ci sono degli escamotage. Perché, purtroppo, come accade in alcuni territori, le norme urbanistiche non vengono sempre seguite come noi riteniamo e come dovrebbero essere.
Qui dentro io vedo questo. Se non ci fosse stato l’emendamento di prima, probabilmente questo non sarebbe accaduto così tanto. Quindi, il testo originario del collega Giacomin, rivisto, non aveva queste difficoltà così forti. Mentre così le cose possono accadere.
Infatti, sempre nel verbale della Commissione Urbanistica, noi abbiamo avuto l’okay della Consulta politiche abitative, urbanistica, lavori pubblici di ANCI Veneto, che ha mandato alcune osservazioni. Non c’è l’osservazione di fare oggi un emendamento dove si va indietro nel tempo e si autorizza anche per quelle già autorizzate. Non c’è. Quindi, davvero andiamo più giù e leggiamo che sottoporrà in Aula effettivamente un emendamento, che, però, è un emendamento, come quello che abbiamo visto oggi, che può aprire a dei casi che io ritengo oggi non controllabili.
Io non ho sentito la certezza che oggi non possa accadere che questa norma apra delle questioni diverse da quelle che il testo di legge originariamente aveva previsto.
Davvero chiudo con il voto, che sarà negativo, per tutte queste questioni insieme. Un conto è fare un progetto di legge che esce da una Commissione, su cui abbiamo lavorato tanto, che ha avuto anche un parere di ANCI, ha avuto il parere della CAL. Un conto è arrivare con un emendamento, oggi, anzi ieri in Ufficio di Presidenza, che porta delle strutture già esistenti ad avere la stessa possibilità. Io questo lo ritengo non l’esito di una discussione in Commissione, ma l’esito di qualcos’altro che è avvenuto fuori dalla Commissione competente. Ripeto: ne abbiamo già visti di casi sotto i 1.500, dove degli escamotage sono stati trovati. Vogliamo continuare a permettere che questo accada o vogliamo essere sicuri che quando approviamo una norma ci sia anche la possibilità, invece, di controllare e sanzionare?
Io ritengo che dentro questo progetto di legge ci sia, invece, una scia dove alcuni si potrebbero insediare. Ovvio, non tutti. E non penso nemmeno che fosse nell’ipotesi del collega che l’ha proposto. Però io porto l’attenzione a questo, perché aver visto un ordine del giorno, poi ritirato, un emendamento che va in una direzione di apertura, mi porta a pensare che c’è qualcosa su cui oggi non voglio assolutamente mettere il mio voto favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Giacomin.
Speaker : Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Rubo solo pochi minuti senza ribadire quanto già detto. Mi limito a osservare. che la norma di fatto riguarda i parcheggi, di conseguenza, stiamo parlando di aree già impermeabilizzate, parcheggi che potrebbero essere coperti o scoperti, e pertanto, voglio dire, da un punto di vista di impatto dal punto di vista ambientale, credo che non cambi nulla.
L’emendamento proposto dal presidente Rizzotto, che io ringrazio ancora, va a sanare una incertezza che c’era nel testo originario. Perché? Perché altrimenti costringiamo produttori di questo settore a sotterfugi continui, a quelle cosette che sono dette e non dette: parcheggio fuori e mezzo, ma non è in esposizione perché mi è appena arrivato o così. Cerchiamo di normare in senso, in senso, in senso normale e in senso chiaro una cosa che in un settore di cui vedo la necessità.
Per quanto riguarda i riferimenti al CAL e a ANCI Veneto, io vedo che nelle indicazioni il tenore è: detta norma, dice ANCI, non incida in termini di imposizione IMU da parte degli Enti locali e si specifici in maniera puntuale e inequivocabile a quali tipologie di merci ingombranti questo fine, al fine di evitare contenziosi con gli Enti locali. Sempre sull’aspetto finanziario è anche il contenuto dell’osservazione del CAL e pertanto la sensazione che io, ve lo dico, colleghi che mi state di fronte e ve lo dice uno che, prima di fare il Sindaco, in beata solitudine, ha fatto 10 anni di minoranza. Allora, quando non si voleva votare un provvedimento, si cercava il cavillo intorno al quale costruire tutta una pantomima per dire: guarda, la cosa è bellissima, ma proprio te e non ti voglio sposare. Ecco, questa è un po’ la mia sensazione. Mi si dà la sensazione che, dopo aver svolto un lavoro serio per cercare di dare una risposta seria, seppur in termini molto contenuti, a un problema reale che riguarda alcuni settori merceologici... e dobbiamo considerare che in questa sede noi dobbiamo contemperare con serietà esigenze diverse: le esigenze dell’economia, perché senza l’economia non si mangia la pagnotta, le esigenze del territorio, le esigenze degli enti locali. Lo abbiamo fatto. C’è stato anche un parziale apprezzamento da parte della minoranza, ma poi la sfumatura, il cavillo per dire sì, ma guarda, se fossi biondo ti sposerei, ma siccome sei grigio non ti sposo, ecco, mi sembra che la situazione sia questa, per un cavillo si preferisce, ecco. E in questo modo secondo me la minoranza perde l’occasione di essere coinvolta in un processo che, come avete visto e come avete letto anche tra le righe, è stato molto dibattuto perché le esigenze di parti diverse erano di natura profondamente diversa. Ecco, il testo che ne esce è un testo equilibrato, è un testo che contempera le esigenze di tutti e di conseguenza io credo che… di poterlo approvare e chiedere all’Aula l’approvazione con assoluta serenità. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione del progetto di legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
Il progetto di legge è approvato.
Sospendiamo la seduta, con ripresa prevista alle ore 14.30. Colleghi, se ci accomodiamo riprendiamo i lavori.
Ho anche una comunicazione preliminare. Come concordato con i Capigruppo, la mozione n. 460, su richiesta del proponente, verrà fatta slittare, penso, al prossimo Consiglio, quindi non la faremo dopo il punto n. 8. Quindi, il punto n. 9 lo facciamo slittare, perché il proponente sta aspettando risposte dalla Giunta.
Chiedo ai colleghi che sono in prossimità dell’Aula di entrare per riprendere i lavori.
Dolfin lo vedo. Montanariello anche. Montanariello è vestito da sposo, quasi. Lo so. Sappiamo delle vicende chioggiotte. Già fatto. Sono a posto.
Riprendiamo i lavori.
Siamo al punto n. 8, PDLS n. 30: bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e pluriennale in materia di velocipedi a pedalata assistita.
Relatore il collega Dolfin. Prego.
Speaker : Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente e colleghi.
Quello che mi ha spinto ad attenzionare l’intera Aula per quanto riguarda questa proposta di legge di carattere nazionale è il tema riguardante la sicurezza sulle due ruote, nella fattispecie l’utilizzo delle famose e-bike. È, dunque, un tema che riguarda tutto il settore della famosa mobilità lenta, che, ovviamente, tanto lenta non è, visto che stiamo parlando di mezzi a due ruote che vanno ampliamente, e molto, nell’ambito della velocità, sorpassando i 40 e forse anche i 45 chilometri orari. Cosa che, tra l’altro, dal Codice della Strada non è previsto o meglio non è previsto nemmeno per i cicli e motocicli, quelli che consideriamo tutti i famosi cinquantini, tanto per dirla. Guarda caso, nonostante tutto, queste categorie sono normate, diciamo così, sono accompagnate, determinate da determinate caratteristiche tipo il patentino, l’assicurazione, il bollo, il casco, lo specchietto e quant’altro. Tutta una serie di requisiti per portare i cicli e motocicli.
Riferendomi alle direttive apparse nel Codice della Strada, dunque l’interesse da parte del legislatore a livello nazionale di rivedere la gestione dei famosi monopattini, tra l’altro notizia di qualche settimana: a Parigi sono stati, diciamo così, aboliti, ecco, sono stati ritirati un po’ dal mercato nell’ambito del suo utilizzo e mi auguro che anche altre città vadano in quella direzione, perché lo scempio sia in termini di gestione, del decoro e quant’altro, ma soprattutto l’utilizzo indiscriminato, gli incidenti mortali che sono avvenuti hanno fatto sì che ci sia la massima attenzione su questo tema. Proprio in funzione di questo è l’interesse di voler estendere anche l’attenzione nei confronti della gestione dei monopattini anche sul tema delle biciclette a pedalata assistita, le famose e-bike.
Su questo PDLS si cerca un attimo di accorpare un po’, di creare quelle funzioni, appunto, che già sono previste sui monopattini e, dunque, uniformarle anche sull’utilizzo delle e-bike e dunque apportare, tanto per entrare un po’ nel merito degli articoli, dotarli di luce bianca o gialla fissa, posteriormente luce rossa fissa e bianca, ovviamente, anteriore, entrambi accese e funzionanti, utilizzare dei giubbotti o comunque materiale - le famose bretelle - retroriflettenti nelle ore serali e dunque mezz’ora dopo il tramonto e durante le ore più di oscurità, la possibilità di utilizzare a una certa età, dunque come avviene, come previsto per i monopattini, l’utilizzo dei caschi, l’utilizzo, appunto, in inferiorità di età dei 14 anni e la possibilità anche di poter mettere mano a un utilizzo attraverso, ovviamente, tutta un’istruttoria ben definita, dell’introduzione di un obbligo assicurativo di responsabilità civile, proprio per individuare, anche laddove succedono degli incidenti che spesso e volentieri, ahimè, i sinistri che avvengono poi rimangano, diciamo così, tali da, ognuno della persona che si ritrova a dovere essere, diciamo così, colpito da infortunio, a dover rispondere di tasca propria senza avere una copertura economica.
Io credo che tutti i mezzi che vadano per la strada dovrebbero avere un’assicurazione, ma qua lo dico in maniera molto serena e tranquilla, perché non esiste che ci siano delle situazioni in maniera promiscua nella strada, ci siano mezzi che viaggiano a una determinata velocità, ma anche piano, e non abbiano la copertura economica rispetto ad un altro, che magari copertura economica ce l’ha.
Qui non si chiede di mettere mano ai cittadini. Sia chiaro. Però ovviamente tanti di noi lo hanno anche a livello familiare, con un’assicurazione, diciamo così, di infortunio, dunque non vedo perché non estenderla anche nell’utilizzo di questi mezzi a due ruote.
Questa è un po’ l’infarinatura di questa volontà di porre l’attenzione all’organo legislativo nazionale proprio per mettere mano al tema del Codice della strada e della sicurezza in generale, nella fattispecie, appunto, delle e-bike e del loro utilizzo.
Pongo anche l’attenzione, dunque informo anche che ho presentato anche un emendamento in funzione che va nella direzione di maggiori controlli e anche per quanto riguarda la manipolazione delle stesse... degli stessi strumenti che poi danno la velocità alla stessa e-bike. Dunque pongo anche questa osservazione, appunto, che ho posto nelle argomentazioni.
Dunque questa è un po’, diciamo così, la proposta che poi dopo sarà attenzionata, oltre che dall’Aula, ma ovviamente è all’attenzione dei Ministeri competenti. Mi auguro che possa essere accolta perché credo che, quando si parla di termini di sicurezza, non ci sia mai la giusta attenzione e dunque a maggior ragione, quando noi poniamo la questione di incentivare sempre più questo termine, non siano sono solo parole, ma siamo veramente fatti in un argomento, in una giungla e che noi abbiamo sul Codice della strada. Tanto per racimolare, per ricordare a tutti: siamo di fronte a ben 17 patenti in Italia, tanto per dirla tutta, e poi ci troviamo dopo delle incongruenze con velocipedi che fanno la velocità di 40, 45 all’ora e ciclomotori invece che dovrebbero fare, che fanno meno e hanno tutta una serie di obblighi rispetto a una bicicletta elettrica. Se questo è lo sviluppo che noi vogliamo portare, signori, io credo che siamo sulla strada sbagliata, ecco, e pertanto c’è la… c’è il massimo interesse di voler porre l’attenzione su questo tema, su questo fenomeno ormai perché tante nostre strade delle nostre città sempre più sono invase da queste biciclette con un uso indiscriminato, al di là poi di un degrado generalizzato che ognuno viaggia come meglio crede, però ovviamente su tutte è la velocità che è una delle cause maggiori di tutta una forza di incidenti e di sinistri e quant’altro, ecco.
Per questo è ovvio che anche l’utilizzo di certi… diciamo così, attenzione nell’utilizzo stesso e accorgimenti andrebbero sempre più attenzionati. Per questo appunto credo che questo PDLS vada in quella direzione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Correlatore il collega Montanariello.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Concordo con il collega quando si parlava prima che in termini di sicurezza si fa difficoltà a trovare in qualche modo una diversità di intenti. È anche vero, colleghi, che - ritorniamo a dirlo anche in questa occasione - noi siamo poco fiduciosi dei progetti di legge statale che ci troviamo ogni volta a dover discutere in quest’Aula. Però, guardate, non è assolutamente per far polemica, ma la poca fiducia, Presidente, ci viene data anche da un excursus storico di quella che è la considerazione centrale quando la Regione Veneto lavora, costruisce, mette insieme, ascolta stakeholder e tenta di costruire quelli che sono progetti di legge che, come questo, a carattere nazionale potrebbero anche andare bene in maniera trasversale. E quindi il primo elemento è questo. Bene discutere di certi temi, però noi continuiamo a considerare, soprattutto in un momento come questo dove su questa materia già il Governo, il Ministro ha annunciato di metter mani al Codice della Strada, una serie di riforme più o meno condivise, che inserirsi con un progetto di legge statale in questo momento ci sa più da vetrina pubblicitaria, più da articolo sul giornale, più da voler dire “noi ci siamo, abbiamo detto la nostra” che da fatti concreti.
Collega, trovo difficoltà a pensare che, mentre il ministro Salvini sta già discutendo di modifiche in materia del Codice della strada, credo abbia quasi anche finito la sua discussione, ci sia il tempo materiale per inserire le nostre riflessioni. Fermo restando che su alcune pare ci stia già arrivando la norma nazionale.
Quindi, il primo elemento è una considerazione politica di mancanza di fiducia di questo strumento, pur ritenendo nobile l’intento del collega, che porta alla luce un problema vero e reale, innegabile. Tra l’altro, con il collega questa sensibilità possiamo anche dire che ci attraversa in modo sicuramente non indifferente, venendo da una realtà territoriale dove questo tipo di motorizzazione, queste e-bike... Non si sa più neanche come chiamarle. Le chiamano ancora “biciclette”, però vi posso garantire che sono, in alcuni casi, più veloci dei motorini. Le continuano a chiamare “mobilità sostenibile”, invece vi posso garantire che sono degrado. Sono degrado perché, ormai, questi strumenti, che costano circa 1.800-2.000 euro... Collega, mi dica se sbaglio. Ricordo che una volta avevamo il Ciao, il Si, il Bravo, il Grillo. C’era scritto su libretto che il limite era di 40. Se io oggi vado sul lungomare della mia città e rispetto il limite dei 30 mi superano a una velocità che ti chiedi quasi se ti hanno raddoppiato. Con l’aggravante che non puoi multarli, non hanno una targa. Generano degrado perché si possono mettere in qualsiasi angolo della città e tu non puoi fare loro neanche la multa. In alcune città il pedone ormai è ostaggio. Io vi porto la mia esperienza personale. Quando avevo il passeggino di mio figlio, io non potevo andare sui marciapiedi, perché eravamo completamente ostaggi, nelle piazze, di questi parcheggi indiscriminati. E non puoi fare nulla. Non puoi multarli. Cosa fai? Se arriva il vigile di turno le impacchetta e le porta via? Arriva sempre l’eroe che fa ricorso al TAR e, alla fine, ti arriva il debito fuori bilancio, e devi anche pagare la restituzione.
Questa, che si chiama “mobilità sostenibile”, io vi posso dire che, così com’è, in alcune città è degrado. Collega, mi dica se sbaglio. In alcune città è degrado, è mancanza totale di rispetto sotto gli occhi del legislatore, che vede e non può fare nulla. Viaggiano in ogni angolo. Vi dico di più. Noi abbiamo casi, e non vorrei assolutamente estremizzare, di queste due ruote, perché ormai sono indefinite nella loro funzione, che investono anche pedoni e scappano via e non c’è mica il telefonino da dire: faccio la foto alla targa e qualche testimone ha visto. Quindi siamo al degrado più totale ed è evidente che fa bene il collega ad accendere i riflettori su questo tema e dire che qualcosa bisogna fare noi come Regione. È evidente. Noi abbiamo provato anni fa in Comune anche a tentare di fare una sorta di punzonatura per arrivare dopo sui telai, anche quello è impossibile, perché non puoi fare nemmeno la punzonatura; puoi fare, a livello comunale, un albo dove tu decidi chi si vuole iscrivere, su base volontaria qualcuno si scrive; quei pochi casi che noi sentiamo in giro che sono riconducibili a un proprietario è perché in alcuni casi questi arnesi, li chiamo così perché non possono essere definite biciclette, sono motorini senza targa. Vengono comprate con il contributo della Città Metropolitana di Venezia, quella volta, quando tu le compravi dovevi dare il telaio giù per ricevere il contributo e, quindi, quelle che sono state comprate attraverso il contributo pubblico hanno una registrazione e questa registrazione, in caso di furto, tramite il rivenditore che ha dovuto dichiarare alla Città Metropolitana, per avere il contributo, il telaio, sono riconducibili a un proprietario, ma stiamo parlando forse, collega mi dica se sbaglio, del 10%, del 5% che sono state comprate con il contributo e quindi hanno il telaio dichiarato.
Un’altra era, ormai sono andate. Tra l’altro c’è anche un’altra forma di degrado che, alla fine, quando queste biciclette finiscono di essere utilizzate molto spesso vedi le batterie buttate nei bidoni e non puoi fare niente a nessuno. Se, invece, ci fosse un riconoscimento della batteria puoi andare a sanzionare chi. Quindi potremmo continuare per ore ma è evidente che questo è un problema reale che sta affliggendo le nostre città, che sta portando le nostre città a essere ostaggio del degrado.
Ci sono intere piazze dove gli esercenti hanno i loro plateatico invaso da queste biciclette e anche paura spostarle perché, per quanto costano, se fai danni, alla fine, ti tocca anche dover andare a incombere con qualcuno che ti chiede il risarcimento. Così come c’è tutto quanto il tema della sicurezza. Guardate, permettetemi di essere strabico, pur essendo accusato che guardiamo molto spesso alla nostra esperienza territoriale, ma veniamo dalla capitale nazionale della bici elettrica, Chioggia è la capitale nazionale della bici elettrica. È stata anche sancita da alcune ricerche e c’è gente che con questi strumenti ha visto anche i propri figli perdere la vita, perché siccome tu puoi viaggiare più veloce di un motorino e hanno anche questi strumenti, perché sono solide, c’è gente che si è avventurata anche sulle statali, sulla Romea, senza obbligo di luci, senza obbligo di niente. Ci sono stati anche dei ragazzi giovani che ha perso la vita fino all’anno scorso perché vai su una strada senza luce e senza niente, non puoi fargli neanche niente: ai ragazzini di 14 anni cosa gli fai se li becchi? Cosa gli fai? E quindi è evidente che ci troviamo di fronte a un degrado, come dicevamo prima, colleghi, ci troviamo di fronte a un pericolo, ci troviamo di fronte, collega, a uno strumento che attanaglia le nostre città e che, in qualche modo, dà problemi anche a chi fa impresa, gli esercenti, e che vede immobili le forze dell’ordine.
Quindi bene, collega, pur non condividendo questo strumento con cui portiamo all’attenzione il tutto, so essere l’unico il progetto di legge statale, ma è evidente che la storia di quest’Aula ci dice che dobbiamo essere, ripeto, un po’ scettici perché che li presenti la destra o la sinistra poco ci considerano quando arrivano a Roma. Io mi auguro, collega, che insieme a questo progetto di legge ci sia, voi che avete la filiera, voi che avete il rapporto diretto, voi che avete la possibilità, a differenza nostra, di poter parlare con il Ministro, essendo anche Segretario del partito di maggioranza di questa Regione. Si possa in qualche modo chiedere un intervento diretto, chiedere che questo progetto di legge non si fermi all’invio a Roma, ma lo prenda a cuore il Ministro.
Guardi collega, oggi scongiureremo il campo dalle polemiche perché gli intenti sono condivisibili. Quando si parla di sicurezza, facciamo fatica a non dire che dobbiamo stare insieme, però questo lo facciamo solo se c’è l’impegno, visto che è un tema che sentiamo tutti da cittadini prima che da Consiglieri e da legislatori, se c’è un impegno vero da parte vostra, che siete evidentemente in una situazione, Presidente, privilegiata in confronto a noi nell’interloquire con chi dopo deve dare gambe a questi intenti, che si faccia qualcosa. Perché guardate, se facciamo l’ennesimo progetto di legge parlando dei problemi del monopattino, delle e-bike, chi volete che non sia d’accordo? Sarebbe come venire qua e dire: vuoi la pace nel mondo? Sì. Chi volete che vi dica che non la vuole? Però è evidente che il tempo delle discussioni è finito. È evidente che il tempo del temporeggiare, scusate il gioco di parole, è finito. È evidente che se chi c’era prima... perché già noi siamo pronti a sentirci dire: chi c’era prima cosa ha fatto? Chi c’era prima è stato mandato a casa e probabilmente non ha fatto abbastanza. Oggi che però la Lega in Veneto propone questo progetto di legge con un Ministro alle infrastrutture che è il Segretario della Lega, collega, lo votiamo ma ci aspettiamo un’attenzione che non può passare in secondo piano perché per, collega, evidenti ragioni siete in una posizione privilegiata di interlocuzione in questo momento e quindi noi possiamo limitarci a dire che su questo ci siamo. Non entriamo neanche… ma chi può dire che non bisogna mettere il casco, non bisogna mettere le luci, non bisogna mettere il catarifrangente, ma chi volete che dica di no? Ma ci mancherebbe anche altro. Estendiamo questa norma come volete fare, però ci aspettiamo questa volta che oltre all’atto pratico dell’Aula, che porterà sicuramente al trafiletto sul giornale che da politici non si disdegna mai, ci sia anche un’azione concreta perché io credo - e chiudo - che questo progetto di legge presentato dalla maggioranza della Regione Veneto che ha un’interlocuzione diretta con il Ministro sia per noi un’occasione storica per dire che finalmente questa volta si può fare qualcosa. Chi c’era prima, chi c’era dopo non conta. Oggi ci siete voi, oggi ci siamo noi. Siamo qui per fare il nostro come possiamo, con i limiti che una minoranza in Aula può avere, però sappiate che dopo questo progetto di legge noi continueremo a stare attenti perché ci aspettiamo una presa di posizione concreta da un Ministero che sta dimostrando oltretutto di voler mettere mani al Codice della Strada a vario titolo e quindi perché no, mettiamo mani a 360 gradi, collega, e cerchiamo di fare come si può, con i limiti di questo strumento difficilmente condivisibile per i motivi che dicevamo prima, ma cerchiamo di mettere insieme i pezzi e far arrivare la voce del Veneto a Roma che mai come oggi forse può avere un canale privilegiato.
Assessore Marcato, buongiorno, è un piacere vederla.
Ha rimesso il fazzoletto, ci fa piacere.
Speaker : PRESIDENTE
L’armocromista di Marcato gli dà consigli.
Allora, è stato depositato l’emendamento 2 del relatore. 10 minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto la parola in discussione generale il collega Lorenzoni, prego.
Speaker : Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente. Grazie a chi ha proposto questo progetto di legge che credo sia opportuno, il tema della mobilità in evoluzione e quindi è importante adeguare le norme alle nuove modalità di mobilità.
Devo dire che la correlazione del collega Montanariello mi ha sorpreso, nel senso che mi aspettavo una presa di posizione molto più, diciamo così, caustica nei confronti di questa modalità di procedere che mi sembra veramente bizzarra, nel senso che, come ha sottolineato il collega Montanariello, il Segretario del partito del proponente della legge è il Ministro dei trasporti, e noi facciamo un progetto di legge, dedichiamo il tempo di questo Consiglio per chiedere al Ministro, che è Segretario del partito del proponente, di operare. Se lo Stato deve lavorare in questo modo qui, auguri agli italiani, perché facciamo tanta entropia e poca sostanza.
Al di là di questa modalità quantomeno curiosa di procedere, credo che, pur con le buone intenzioni di normare un aspetto delicato, non si vada nella direzione corretta, nel senso che si correggono alcuni aspetti a margine, senza andare incontro alla tutela. Parto da dei dati di cronaca, purtroppo, tristissimi di questi giorni. A Milano gli incidenti per le biciclette delle ultime settimane sono stati veramente drammatici. La mobilità lenta, dolce, come viene detta, è veramente sottoposta a una minaccia da parte della mobilità pesante, nelle nostre città soprattutto. Su questo dobbiamo intervenire. Per me è inaccettabile che ci siano stati già tre morti nell’arco ‒ mi pare ‒ delle ultime tre settimane. Ieri una persona gravemente ferita. Spero stia meglio. Non ho informazioni di oggi. Ma è la quarta nell’arco veramente di pochi giorni.
Dobbiamo intervenire, sicuramente, ma non lo facciamo chiedendo di indossare un giubbotto a bretelle retroriflettenti, che potrà, per carità, aiutare, ma lì sta, poi, alla sensibilità di ciascuno. Io voglio ricordare che anche norme che da moltissimi anni sono vigenti non vengono minimamente rispettate da chi circola in strada. Quindi, andiamo a intervenire in maniera molto blanda. Va bene. Se questo può aiutare ben venga, ma non credo che faremo una grande differenza.
Voglio, invece, ricordare un altro aspetto. Qui si introducono i velocipedi a pedalata assistita, partendo, mi pare di aver capito, dall’esperienza della città che credo abbia la più alta penetrazione di velocipedi a pedalata assistita d’Italia per abitante, che è Chioggia. Questi mezzi stanno diventando dei mezzi su cui si sta costruendo una nuova forma di turismo a livello regionale. A livello nazionale e internazionale senz’altro, ma sicuramente a livello nazionale. Chi frequenta le nostre montagne ha visto quanto forte sia la presenza di persone che guidano questo tipo di mezzi nelle nostre montagne. Sta diventando un modo per rendere accessibili zone che fino a poco tempo fa erano accessibili solo a coloro che avevano i muscoli per poter raggiungere dei posti bellissimi, ma non facilmente accessibili.
Allora, secondo me, dobbiamo porci anche il problema: ma noi andiamo a interferire anche con quel tipo di attività turistica? Perché non credo che chi noleggia le biciclette in Cadore, piuttosto che sull’altopiano di Asiago, in Lessinia, veda di buon occhio che il turista che arriva debba infilare il giubbotto a bretelle retroriflettenti ad alta visibilità, perché quando va, diciamo così, gira le nostre montagne forse non vede di buon occhio questo tipo di costrizione.
Allora pongo il tema al relatore forse vale la pena di distinguere tra la circolazione urbana e la circolazione, diciamo così, su strade secondarie perché questo è assolutamente importante per cui, ecco, io mi auguro che abbiate dei sistemi di comunicazione più rapidi rispetto a quello di approvare una legge in questo Consiglio regionale per sollecitare il Ministro, ma vi sollecito ad utilizzare questi canali rapidi per intervenire in modo reale sui pericoli che si corrono oggi utilizzando la mobilità dolce nei nostri ambiti urbani. Non è possibile che noi continuiamo ad avere morti sulle nostre strade per un’interferenza tra mobilità dolce e mobilità pesante e, quindi, vi sollecito. Credo che la scelta che ha fatto il Comune di Bologna, per esempio, di mettere il limite a 30 chilometri orari su tutte le strade urbane sia una scelta assolutamente condivisibile, perché parlo di Padova: velocità media di spostamento è di 18 chilometri all’ora e, quindi, mettere un limite a 30 chilometri all’ora non va a restringere ad allungare i tempi di percorrenza, ma va sicuramente a diminuire la pericolosità degli incidenti.
Allora, se vogliamo prendere in mano la cosa, facciamolo. Facciamolo in modo serio. Facciamolo in modo determinato. Avete un filo diretto in molti Comuni, Regioni e Ministero. Agite in questa direzione.
Sappiamo che mobilità sostenibile significa muovere parte degli spostamenti dall’automobile verso la mobilità pubblica e la mobilità dolce. Al di sotto dei 5 chilometri di distanza la bicicletta muscolare o a assistita è di gran lunga il mezzo che consente i tempi minimi di percorrenza e quindi va incentivato quel tipo di mobilità, di spostamento, ma va incentivata anche la tutela di coloro che utilizzano questi mezzi leggeri. Per cui, ecco, la mia raccomandazione è: se vogliamo agire, se vogliamo fare qualcosa di concreto, facciamolo, avrete il nostro sostegno, ma facciamolo seriamente, non andando a chiedere di indossare il giubbotto a bretelle retroriflettenti ad alta visibilità ai turisti che utilizzano le biciclette elettriche.
Speaker : PRESIDENTE
L’e-bike sta cambiando il modo di fare turismo anche lontano dalle alte vette, ma sta veramente permettendo di scoprire tutto il nostro territorio.
Collega Zanoni, prego.
Speaker : Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Mi unisco alle osservazioni fatte da coloro che sono intervenuti precedentemente: è un progetto di legge statale. L’intento sicuramente è, a mio avviso, comunque positivo. C’è una situazione che potremmo definire oggi di anarchia per quanto riguarda questi mezzi. Mezzi che hanno anche delle velocità sostenute: 20-25 chilometri all’ora. Quindi l’intervento è auspicabile.
Sono stato testimone di fatti anche spiacevoli. Ricordo in una famosa ciclovia nel Sud Tirolo di due ragazzi con bicicletta a pedalata assistita che investirono una signora, che si ritrovò con tutto il viso tumefatto e che, naturalmente, in questo caso scapparono perché, appunto, non identificabili e soprattutto causarono questo incidente dovuto alla velocità, ma soprattutto alla incoscienza dei giovani, perché probabilmente avranno avuto 12-13 anni e non si rendevano conto che, in discesa, con una bici a pedalata assistita a quella velocità, con tanta gente che frequenta un percorso del genere, si possono creare dei danni e degli incidenti anche pericolosi.
Tutto sommato alla signora andò anche bene perché poteva accaderle anche di peggio. Se pensiamo, ci sono anche i bambini a volte che attraversano la strada.
E quindi l’intento di stringere le maglie su questi mezzi effettivamente non è sbagliato. Poi ci sono diverse modalità, qualcuna potrebbe essere anche discutibile e lo ha fatto emergere il collega Lorenzoni adesso.
Io credo che una cosa utile sarebbe quella anche della identificabilità di questi mezzi in modo da responsabilizzare maggiormente chi ne è a guida.
L’altra questione, invece, è il metodo. Siamo qui in un Consiglio regionale che non ha competenza in merito e che quindi è costretto a fare un progetto di legge statale da mandare a Roma, ma in questo frangente mandiamo dei progetti di legge statale da parte di un’Assemblea legislativa che ha la stessa maggioranza che siede nelle Camere e in Senato e quindi sembra quasi un assurdo, nel senso che abbiamo scelto una via lunghissima per arrivare a un risultato magari condivisibile quando la via poteva essere un’altra.
Quindi quello che io auspicherei è da parte dei proponenti magari darci un riscontro, visto che hanno il filo diretto con l’attuale maggioranza, dell’iter di questo progetto di legge. Cosa accadrà, quando arriverà che fine farà? Verrà messo in un cassetto o verrà trasformato in un’iniziativa da parte di qualche Commissione competente del Parlamento o della Camera o del Senato? Perché altrimenti facciamo quello che dicevano prima i colleghi, facciamo un po’ di, diciamo, diamo un po’ di notizie, facciamo qualche articolo sulla stampa, ma non resta niente. Quindi è un po’ un peccato perché i contenuti sono in qualche modo condivisibili, perlomeno l’obiettivo, perché effettivamente non possiamo andare avanti così, ci vuole un intervento su questo settore, ma la strada mi sembra quella più lunga e ho paura che sia anche quella sbagliata, nel senso che non porta all’obiettivo perché alla fine magari si ferma davanti a qualche ostacolo.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Collega Baldin, prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Intervengo perché, stimolata da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, devo dire che, sì, capisco che in certe zone, in certe città del Veneto ci sia un modo di procedere alquanto particolare, però non tutte le zone del Veneto sono in questa… hanno questa particolarità, diciamo. Quindi è strano che si vada a demonizzare un mezzo della mobilità sostenibile quando in realtà dovrebbero essere sanzionati quelli che si comportano in maniera alquanto, diciamo, riprovevole. E quindi la questione non è quella di andare a incriminare la bicicletta a pedalata assistita che, come diceva giustamente invece il collega Lorenzoni, è il nuovo mezzo del futuro della mobilità anche a livello turistico. Io stessa quando ad esempio vado in montagna non sono una grande ciclista, quindi ho bisogno di un supporto, di un sostegno che mi faccia raggiungere, magari, velocità e chilometri aggiuntivi.
Quindi, la questione è semplicemente quella di fare in modo che per chi utilizza questo mezzo, quello della bicicletta a pedalata assistita, da non confondere con i bolidi che sfrecciano senza regole e senza alcuna attenzione per gli altri che sono sulla strada, questo mezzo sia dotato di tutti i sistemi di sicurezza e che vengano effettuati i controlli.
Io, ad esempio, sono assolutamente favorevole a un’assicurazione da parte di chi utilizza qualsiasi tipo di veicolo. Eliminerei solo chi procede a piedi, perché è evidente che non può comportare danno. Invece, parlando di bicicletta elettrica, credo che la soluzione da ricercare sia quella di trovare il sistema di mettere in sicurezza il mezzo, quello che è anche previsto da questo progetto di legge statale. Mi permetto di aggiungere anche una modifica che ho depositato, come emendamento, pensando al casco, che deve essere, a mio avviso, obbligatorio per tutti e non semplicemente e solamente per i minori di età.
Con queste precauzioni, credo che la bicicletta elettrica sia un mezzo che va assolutamente bene, che non va demonizzato, come ha fatto qualcuno. È chiaro, va demonizzato il comportamento non consono al Codice della strada. Quegli utenti che vediamo, purtroppo, in alcune città vanno assolutamente sanzionati. Si spera che il Governo, nella nuova proposta che si ventila da qualche tempo, possa trovare un giusto compromesso e una giusta regolamentazione per questo tipo di mezzo, che ‒ ripeto ‒ è un mezzo di mobilità sostenibile, un mezzo in voga tantissimo, più che da noi, negli altri Stati, soprattutto del nord Europa. Non vedo nessuna motivazione valida che porti a incriminare questo mezzo. Semplicemente vanno incriminati i soggetti pericolosi e i comportamenti scorretti sulla strada.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Baldin.
Con questo intervento chiudiamo la discussione generale.
C’è spazio per le repliche di relatore e correlatore. La parola al collega relatore Dolfin. Prego.
Speaker : Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie.
Senza nessun tipo di polemica, sia chiaro, solo qualche spunto che l’Assemblea ha posto. Dunque, è giusto anche porre l’attenzione su quanto detto.
Quello che ha detto il consigliere Montanariello ha dato la fotografia di una situazione da una parte anche di degrado in cui si utilizzano queste biciclette in maniera, appunto, distolta e, dunque, è giusto e doveroso che ci sia la giusta attenzione da parte di tutti in maniera generale del suo utilizzo e nella gestione. Proprio partendo dalle riflessioni che devono partire proprio dal basso, quando si parla sempre che il PDLS poi dopo non troveranno il giusto canale, non troveranno la giusta attenzione da parte del Governo, fin dall’inizio questa proposta è stata inviata a tutte le Regioni, proprio per cercare di avere la massima collaborazione e l’attenzione da parte di tutte le Regioni per far arrivare un testo unico poi al Governo, al Ministro, al Ministero competente, proprio perché deve partire dal basso.
Qualche settimana fa proprio il Ministro Salvini, è uscito sulla stampa e subito c’è stata quasi una sommossa generale da parte delle case costruttrici, non me ne vogliano, sia chiaro, perché appunto andavano contro i propri interessi. Invece è sbagliato. Perché la sicurezza prima di tutto è il fattore principale che ci deve spingere tutti, a prescindere dal colore, a prescindere dalle bandierine. L’attenzione giusta che deve essere posta e che deve essere il principio fondamentale, che deve essere sempre ricercato. Dunque è proprio per questo motivo che, partendo dal basso, attraverso le Regioni, i Comuni, le Province faccia arrivare il giusto interesse, la giusta attenzione al Ministro perché il Ministro stesso, qualsiasi sia, si impegna a portare avanti una proposta che parte dal territorio in una di quelle città, nella fattispecie Chioggia che è - tra virgolette - la capitale di questo fenomeno ma ovviamente lo poniamo all’attenzione di questa Assemblea regionale ed è per questo che dobbiamo fare cassa di risonanza.
Dunque io mi auguro che ci sia una condivisione, perché sentendo, appunto, le parole di un po’ di tutti i colleghi c’è la massima attenzione sul tema e anche la disponibilità di andare avanti.
Dopo, ovviamente, lo seguiremo. Non vi dico certo che domenica che saremo a Pontida andrò sopra il palco a chiedere la giusta attenzione, però sta di fatto che è un tema che, come vi ho detto, è già all’attenzione da parte di tutte quante le Regioni perché, appunto, abbiamo fatto arrivare questo testo perché ci sia una massima condivisione e ci sia, appunto, la giusta attenzione poi del Ministero, perché questa è una proposta veramente che parte dal basso e che ben non me ne vogliano le case costruttrici devono imparare, devono imparare a non mettere nelle condizioni poi di andare a manomettere certe situazioni, perché queste cose succedono. E non dobbiamo vergognarci di dirlo perché se ti do una 500, la 500 non può avere il motore di una Ferrari. È quello che succede oggi in tante parti dei nostri territori e questo è causa di incidenti, perché è inutile e poi, dopo pensare che sulle nostre città portiamo il limite di velocità a 18, a 20 o a 30 chilometri orari, quando io viaggio ai 30 chilometri orari e mi vedo sfrecciare e sorpassare dalla bicicletta elettrica. Questo è un controsenso. E il motorino con il casco in testa, la targa e l’assicurazione che sta dietro alla bicicletta elettrica è un ulteriore controsenso.
Allora vogliamo essere una volta per tutte... attenzionare chi di dovere, partendo appunto da qua da queste realtà in cui possiamo dire una parola, possiamo attenzionare dal basso i Ministri competenti, il Governo di turno? Ecco.
Dunque c’è la massima attenzione. È un PDLS che io credo vada nella direzione di tutelare sempre più la sicurezza. Non è soltanto il tema, non me ne voglia collega Lorenzoni, sul tema legato al giubbottino o comunque alle bretelle catarifrangenti oppure a tutto il materiale che può essere utilizzato per la sicurezza per l’alta visibilità. Ovviamente questi sono temi che poi dopo vengono utilizzati durante... materiale che viene utilizzato durante le ore notturne e quelle che non si vedono, perché, ovviamente, a maggior ragione la luce riflessa dell’automobile vede comunque come vengono utilizzati gli operai. Sicuramente si va nelle ore notturne non durante il giorno. Dopo, se uno ci vuole mettere il giubbottino anche durante il giorno per essere ancora maggiormente più visibile, ben venga. Però non è questione di minimizzare sul tema che uno si mette il giubbottino o non si mette il giubbottino. Io credo che quando uno apre la strada e già il Codice della strada prevederebbe che sulle strade extraurbane ci dovessero utilizzare queste dotazioni, cosa che io personalmente non vedo mai nonostante ci siano tanti ciclisti e anche i turisti provenienti dall’estero, che non si mettono certamente, a parte il caschetto in testa, ma non si mettono certamente i giubbottini ad alta visibilità.
Su questa normativa forse bisognerebbe anche a livello europeo indirizzare con più attenzione qualche Ministero, qualche Ministro o qualche commissario su questo tema.
Ritornando poi agli incidenti a livello comunale. È ovvio che le Amministrazioni, lei ha citato il tema di Milano che tanti incidenti sono avvenuti. Sede promiscua, abbiamo tram che passano, abbiamo mezzi pesanti, abbiamo città importanti, come le hai detto appunto sul tema della città Milano, più incidenti sono avvenuti. Però è un dato di fatto: le Amministrazioni comunali devono investire come tutte le Amministrazioni provinciali e regionali perché quando si parla anche di piste ciclabili, come abbiamo visto spesso e volentieri, e parliamo, ne abbiamo 5 che passano nel nostro Veneto, attenzione, non è soltanto il tracciato di pista ciclabile, dopo dobbiamo fare in modo che questi tracciati siano manutentati perché non possiamo certamente abbandonarli a se stessi. Abbiamo fatto la pista ciclabile, bellissima e dopo? Dobbiamo mettere nelle condizioni le Amministrazioni comunali, provinciali, regionali, chicchessia, a doverle manutentare, a renderle funzionali a 360 gradi perché fare una pista ciclabile che poi dopo vada a finire su un posto che non ha sbocchi credo che non si abbia fatto un buono lavoro. Solo per dire, a livello internazionale abbiamo fatto una pista ciclabile e dunque i turisti possono venire, hanno una cartina e quant’altro.
Dunque, per concludere, mi auguro che ci sia la massima condivisione. Come ho affermato prima, ho presentato in seduta stante un ordine del giorno proprio… perché sul tema della sicurezza e sulla velocità ci sia la massima attenzione da parte del legislatore sulle Forze dell’Ordine, che ci siano i giusti controlli affinché non ci siano tutte quelle manomissioni da parte poi dell’acquirente che acquista poi questi mezzi e magari dopo mette mano e va a cambiare la centralina e dunque va a modificare le velocità perché oltre a creare un danno, un possibile danno a se stesso e agli altri, ma è plausibile sicuramente di denunce perché va contro il Codice della Strada e va contro le violazioni, quelle previste da normativa. Dunque farebbe un ulteriore danno.
Per quanto riguarda l’assicurazione confermo quanto ho detto prima. Mi fa piacere che anche la collega Baldin sottolinea questo aspetto. Qualsiasi mezzo che viaggia per la strada, che siano due biciclette, un triciclo o un monopattino o chissà che cosa, è giusto e doveroso che abbia un’assicurazione di accompagnamento, anche per non gravare poi sul sistema sanitario collettivo perché dopo alla fine gli incidenti che avvengono di due sbandati ubriachi magari - non me ne voglia nessuno - ma che si cappottano da soli, alla fine al pronto soccorso le spese le paga l’intera collettività. Ecco, io credo che invece bisognerebbe che qualcuno quando va per strada avesse un accompagnamento di assicurazione e lo coprisse sia per i danni subiti e anche per i danni commessi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Montanariello, prego.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Parto da una considerazione che mi è venuta. Sono d’accordo con quanto detto, che bisogna intervenire di più sulla sicurezza stradale. Spero che in sede di bilancio non si ripetano gli errori che abbiamo fatto quest’anno dove sul bando regionale MAC 2023, sostegno finanziario lavori pubblici di interesse locale per importi inferiori a 200.000 euro, la Regione stanzi solo 4 milioni. Vuol dire che, di fronte a centinaia di domande, se fanno domande 20 persone e chiedono tutte quante l’importo massimo, ne rimangono fuori centinaia e centinaia.
La sicurezza stradale si fa mettendo soldi, non solo promuovendola. I lavori senza soldi non si fanno. Abbiamo capito che riusciamo ad aprire i tribunali senza soldi, ma che asfaltiamo anche le strade e facciamo le ciclabili senza soldi io ho qualche dubbio.
Credo che questo dibattito, in qualche modo, sotto alcuni aspetti sia un po’, per quanto mi riguarda, da riportare sul suo tracciato, sul suo sedime, diciamola così. Noi dobbiamo distinguere la patologia dalla fisiologia. Noi dobbiamo distinguere il cattivo comportamento dall’utilizzo del mezzo. È evidente quello che diceva prima il presidente Ciambetti o la collega Baldin, che stiamo parlando di strumenti che nessuno mai rinnegherà nella loro utilità, che ci aiutano a scoprire... Ci mancherebbe anche altro. Ma chi volete che si metta a rinnegare l’utilizzo della bici? Ma chi volete che si metta a rinnegare l’utilizzo dell’e-bike, l’impatto che ha sul turismo, l’impatto che ha anche nel togliere il traffico dalle città? Ma chi volete che si metta a dire che non è uno strumento utile, che in qualche modo dobbiamo vedere sempre più presente, soprattutto in alcuni contesti, che non devono essere solamente quelli urbani o periurbani, ma anche quelli legati alla riscoperta di alcuni passaggi, di alcuni percorsi ciclopedonali? Ci mancherebbe anche altro.
Però c’è una cosa che mi fa arrabbiare: in tutti questi anni abbiamo pensato all’utilità dello strumento, ma non abbiamo pensato che non puoi immettere sul mercato uno strumento utile che, però, è un mezzo. È un mezzo. Piaccia o no, è un mezzo. È un mezzo, e non è una bicicletta. È molto più prezioso di una bici. Ma chi lo può negare? Chi può negare che tanti sentieri, forse, li scopriremo grazie alle e-bike perché, se uno non è proprio un ciclista avvezzo, forse con questo strumento riesce a barcamenarsi e ad affrontare quei percorsi? Ma chi potrebbe dire che anche chi ha delle fragilità di forza fisica può utilizzare questo strumento per muoversi, anche magari in momenti di caldo, dove ti aiuta a poterti muovere e a decongestionare il traffico? Però è un mezzo. Condanno l’idea che questo mezzo sia potuto approdare sui nostri mercati senza prevedere che, quando questi mezzi si imbattono in incidenti, non hanno coperture assicurative.
A me è venuta addosso una e-bike. Mi è venuta addosso una e-bike che andava sul marciapiede in contromano e ha colpito la mia macchina. Sono stato un uomo fortunato, perché era una ragazza con una famiglia responsabile, avevano la copertura assicurativa familiare e mi ha potuto ripagare di tanti danni che ha avuto la macchina perché quando ti viene addosso uno di quelli è un motorino e se fosse stata una famiglia che non aveva previsto l’assicurazione familiare, cosa dovevo fare magari? Un padre che prende 1500 euro al mese, va a lavorare con la macchina, andare a prendersi un avvocato e fare una causa che gli costa di più per avere i danni. È sbagliato il fatto di concepire che questi mezzi - la collega Zottis prima sottolineava: è pur sempre un mezzo - che vengono immessi sul mercato senza le precauzioni del caso. Vuoi le bike, certo, tutti la vogliamo, ti fai l’assicurazione. Ti fai l’assicurazione. Ti metti il casco. Ti metti le luci. Viaggi sulla strada con il catarifrangente perché non si rovina solo la famiglia di chi fa l’incidente e muore, ma si rovina anche la famiglia di quel poverino, magari, che al buio non l’ha vista e se l’è trovata davanti. Rovini due famiglie. Rovini due vite, non una.
Allora, colleghi, raccontiamoci tutto, ma non raccontiamoci che abbiamo la stessa sensibilità dei Paesi del nord Europa quando si parla di due ruote. Adesso raccontiamoci tutto. Va bene tutto. Va bene tutto, ma non abbiamo la stessa sensibilità e lo stesso rispetto per capire che il due ruote è un mezzo come avviene nel nord Europa. Io li invidio un po’, Presidente, perché hanno un senso di civiltà quando guidano una due ruote superiore al nostro. Allora, siccome noi non siamo in quel contesto, non siamo nel contesto del nord Europa, dove l’assicurazione a priori il bambino se la fa anche quando va a scuola, se schiaccia gli occhiali al compagno di classe. Siamo in un contesto sociale diverso, dobbiamo prendere atto del nostro contesto sociale e dobbiamo dire che il monopattino è bello deve essere diffuso, deve essere utilizzato. Guai chi lo tocca. Guai chi tocca questi strumenti, ma non puoi metterli sul mercato nell’anarchia più totale, perché non sono strumenti che passano inosservati, non sono strumenti che se non rispetti il Codice della Strada, non arrecano danni perché un monopattino, una bici che non si ferma allo stop o che passa con il rosso causa un incidente alla pari di uno scooter, che oggi ci vuole il patentino per guidarlo, ti ci vuole il casco, ti ci vuole l’assicurazione e ti ci vuole la targa.
Allora è vero che va condannato il cattivo comportamento, ma è anche vero che è compito del legislatore dire che uno strumento è utile, un mezzo è utile quando è calato in un contesto normativo che rispetti le regole. Anche l’auto è utile, però consentitemi di dire che, se fermi uno che sta andando a lavorare senza assicurazione non può essere un elemento che ti assolve dire: io devo andare a lavorare. No, devi avere l’assicurazione, sennò non vai a lavorare con l’auto.
Allora noi siamo a favore di questa mobilità, però, siccome siamo a favore, vorremmo sgombrare il campo da questi pregiudizi che nascono, perché nelle grandi città e anche in alcuni luoghi dove lo strumento è diffuso, nascono questi pregiudizi. Noi non siamo il nord Europa: è morta una persona la settimana scorsa sul Ponte della Libertà, perché dalla stessa parte che passa il tram, passano i bus, passano le macchine, passano le bici e possano le moto. Non abbiamo lo stesso contesto infrastrutturale, purtroppo. Allora dobbiamo dire che questo strumento va protetto, va tutelato. Ha ragione il presidente Ciambetti: tanti, grazie a questo strumento, stanno scoprendo delle parti importanti, però un conto è viaggiare su un sentiero che costeggia un fiume, una montagna, una valle, un conto è viaggiare in una città e poterla buttare dove vuoi. Allora noi diciamo: giusto o sbagliato, anche per loro ci devono essere le regole, alla pari di tutti gli altri che hanno due ruote e vanno per strada.
Detto ciò, noi ci auguriamo che il Parlamento in questo caso prende in mano questa situazione, perché ci sono tre elementi che ci dicono che, a differenza di prima, oggi forse è arrivato il momento, non perché c’è qualcun altro e vogliamo fare le pulci e vogliamo dire: ora che ci siete voi... No, ci sono tre cose che iniziano a cambiare. La prima, Presidente: incomincia a diffondersi tanto come strumento. Prima era solo uno strumento di mobilità cittadina, oggi è diventato uno strumento ormai di passatempo, di svago e di turismo. Ci sono i treni che fanno le vagonate per portarli, ci sono i noleggi. Guardate, io sono stato in vacanza e come mezzo l’ho noleggiato: era il mezzo più bello e più comodo. Quindi anche nell’offerta turistica oggi sta avvenendo qualcosa che, a differenza di prima, i tempi stanno diventando maturi.
Due. Apprendiamo per mezzo stampa che stanno mettendo mano al Codice della strada. Sappiamo bene che quando metti mano al Codice della strada, c’è sempre una battaglia che avviene in Parlamento, vuoi per chi vuole estendere, vuoi per chi vuole limitare. Stanno mettendo mano, bene. Cogliamo questa occasione per infilarci dentro e quindi per sfruttare più di questo progetto di legge, che ha il merito di generare un importante dibattito tra noi, ma non ha sicuramente la tempistica, il timing per arrivare sui tavoli giusti e per essere propedeutico e prodromico alla discussione che avverrà a livello nazionale.
E quindi attiviamoci per le vie brevi, chi come può, tutti, anche noi. Anche noi, pur non governando, finito faremo una telefonata ai nostri riferimenti romani dicendo dateci una mano se potete, forti del fatto che il proponente, insomma, vede nel braccio di ferro della legittima maggioranza che governa le Camere una situazione di privilegio.
E in ultimo e uso questi ultimi 15 secondi per dire che oggi più di ieri assistiamo a un aumento degli incidenti che è dato da due fattori - e chiudo, Presidente - l’aumento di questi mezzi e l’aumento della sicurezza di chi li utilizza, che forse ormai da assodato che è una bici, e quindi puoi fare quello che facevi con la bici, e tre, cominciamo a ragionare anche come smaltire queste e-bike quando arrivano a fine vita perché vi posso dire che molto spesso ne bidoni troviamo queste batterie e senza punzonatura e riconducibilità non possiamo neanche sanzionare e quindi qua sì che ha ragione il collega Lorenzoni, che dobbiamo dividere la patologia dalla fisiologia.
Quindi su questo ragioniamoci insieme, come direbbe qualcuno, e tentiamo di fare un lavoro trasversale, fermo restando che nel PDLS la fiducia che abbiamo non per colpa nostra ma per colpa degli altri è poca.
Speaker : PRESIDENTE
Ci sono due emendamenti. L’Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione ha cinque minuti per eventuali sub.
Aspettate un attimo. Cinque minuti. Riprendiamo alle ore 15.55. Invito i colleghi a prendere posto che iniziamo la seduta, visto che la Commissione ha finito con l’esame degli emendamenti.
Siamo sull’emendamento 1, della collega Baldin. Lo vuole illustrare, collega.
Prego.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Ho presentato questo emendamento, come dicevo poc’anzi, proprio per far sì che tutti, a prescindere dalla maggiore o minore età, debbano portare il casco quando, appunto, vanno con una bicicletta a pedalata assistita.
Questo anche per una continuità, una linea comune con quello che già il Consiglio regionale aveva votato in precedenza, ovvero l’obbligo del casco per i monopattini. Quindi mi sembra più sensato ragionare in questi termini, quindi, far sì che l’obbligo del casco vi sia per tutti e non soltanto per i minori di età, anche per una questione del tutto pratica; cioè la sicurezza non guarda in faccia l’età, chi si fa male, si fa male a 15 come a 40 anni. Quindi non vedo un senso logico nell’imporre il casco solo a chi ha meno di 18 anni. La trovo una assurdità e anche una contraddizione rispetto a quanto il Consiglio regionale ha votato per quanto riguarda i monopattini elettrici.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ci sono interventi sull’emendamento?
Non vedo richieste di intervento.
Quindi apriamo la votazione sull’emendamento 1, col parere contrario del relatore.
La votazione è aperta.
Chiusa la votazione.
L’emendamento è respinto.
Passiamo all’articolo 1. Ci sono interventi?
Non c’è nessuna richiesta di intervento.
Quindi apriamo la votazione sull’articolo 1.
È chiusa la votazione.
L’articolo è approvato.
Siamo sull’emendamento numero 2 del collega Dolfin. Lo vuole illustrare, collega?
Lo diamo per letto. Se non ci sono interventi apriamo la votazione sull’emendamento 2.
Votazione aperta. È chiusa la votazione.
L’emendamento è approvato.
Siamo ora sull’articolo 2. Ci sono interventi?
Apriamo la votazione sull’articolo 2.
È chiusa la votazione.
L’articolo 2 è approvato.
Siamo ora sull’articolo 3. Non ci sono interventi.
Apriamo la votazione sull’articolo 3.
È chiusa la votazione.
L’articolo 3 è approvato.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, apriamo la votazione sul... Collega Soranzo, si è già prenotato e poi il collega Montanariello.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Velocemente ringraziamo, lo abbiamo sottoscritto, il sottoscrittore, insomma, il collega Dolfin e tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto di legge, perché crediamo e siamo convinti che questa modifica alla legge possa sicuramente essere utile a proteggere soprattutto i soggetti più vulnerabili e quelli che sono i pedoni e i fruitori delle due ruote, che rappresentano comunque dalle statistiche la metà anche di coloro che hanno o sono mancati sulle strade o ne sono anche stati colpiti gravemente.
Quindi salutiamo con grande favore questa iniziativa. Siamo convinti della bontà e, come qualcuno ha anche detto, ci adopereremo perché poi, anche a livello nazionale, ci sia l’attenzione dovuta. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Montanariello.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Noi voteremo in maniera sicuramente favorevole per tutti i motivi che abbiamo detto. È evidente colleghi, che non nascondiamo il nostro scetticismo, non ci ripetiamo, ma è evidente che c’è uno strabismo sui progetti di legge nazionali che questa Regione presenta. Ci auguriamo che questa volta ci sarà una situazione diversa per i motivi che abbiamo finora detto.
Credo che questa debba essere una battaglia comune e trasversale, però, vista l’identità politica e amministrativa di chi oggi ha presentato questo progetto di legge, ci sono anche sulla eventuale buona riuscita di questo progetto che presentiamo, due responsabilità ben diverse: mai come in questo momento storico, dove chi lo presenta ha una filiera ben delineata che può permettergli la buona riuscita. Guardate, se su questo progetto di legge noi ci troviamo fra sei mesi, un anno di fronte alla prossima tragedia, di fronte la prossima problematica che ci porterà a discutere di questo, a dover ancora parlare in quest’Aula senza aver avuto dei risultati in qualche modo concreti e tangibili. Credo che la fiducia che oggi noi diamo a carattere costruttivo, il voto, la cambiale in bianco che, ci sentiamo di dire, in qualche modo firmiamo sulla fiducia di quello che sarà l’operato che da questo voto in poi dovrete portare avanti, perché qui è vero che siamo in un Consiglio regionale ma si fa politica e quindi ci sono anche le responsabilità politiche che i Gruppi si assumono, ci vedrà sicuramente fare le barricate. Noi siamo qui per discutere, per costruire, per fare pezzi di strada insieme, però siamo qui anche per non farci prendere in giro e oggi noi vogliamo sicuramente pensare che questo non è un momento di presa in giro, che c’è una convinzione da parte vostra in quello che andiamo a votare, però, ripeto, è evidente, non è una provocazione, avviene in un contesto storico dove alla guida del Ministero che deve dare l’input alle Camere per la discussione c’è chi già sta mettendo mani al Codice della Strada ed è il leader politico del maggiore partito che guida questo… questa maggioranza in Veneto. Quindi auguriamoci che questa è un’opportunità che possiamo sfruttare, cogliere tutti insieme e non diventi un boomerang che in qualche modo dopo si ripercuoterà nei confronti di chi ha proposto questa legge.
Noi non abbia motivo, colleghi, per non essere fiduciosi. Ci fidiamo, votiamo favorevolmente. Condividiamo così come possiamo questo pezzo di strada. Avete visto anche sugli emendamenti, colleghi, non ci sono stati voti negativi da parte nostra. Abbiamo tentato di condividere al massimo con questa assunzione di responsabilità per quello che ci compete, però, guardate, questo è un tema importante che non si deve fermare alla pubblicità che gli daremo domani sui giornali, perché dà opportunità non diventi un boomerang. Siccome su questo tema torneremo prima o poi a discutere perché è un tema che diventa sempre più attuale e prima o poi, indipendentemente dal timing politico, tornerà a gamba tesa nella discussione del Consiglio regionale, o è perché ci sarà un bando o vuoi perché potrà succedere qualcosa di sconveniente, diremo quella volta lo avevamo detto, vuoi perché quando faranno le modifiche del Codice della Strada nel dibattito e nella discussione che ci sarà nelle Camere, che sono, no, il Parlamento che alla fine si trova a discutere, qualcuno lo tirerà fuori. Ecco, noi oggi oltre a dire che daremo il voto favorevole, che non abbiamo fatto nulla per creare, per fare ostruzionismo, per fare… vi facciamo un grosso augurio, che questo progetto di legge veda gambe solide che lo portino fino a Roma e portino il miglior risultato nel dibattito perché, a differenza degli altri, questo è un progetto di legge che, se dovesse avere gambe, impatta nella vita quotidiana della gente.
Quindi, noi vi lasciamo dicendo che il nostro voto, per i motivi che abbiamo elencato durante il dibattito, che non sto qui a ripetere, sarà favorevole, però vi facciamo anche un grosso augurio: non fatelo diventare un boomerang. Se nulla sarà fatto, credo che sarà un boomerang che ritornerà in maniera forte, prepotente e violenta nei confronti di chi oggi, con ferma convinzione, ci ha portato a discutere questo progetto di legge.
Noi questa volta vi diciamo che voteremo a favore. Vi lasciamo con questo augurio, non tanto nell’interesse delle schermaglie politiche, ma nell’interesse della nostra Regione.
Guardate, lo dicevamo prima, non è che perché adesso ci siete voi bisogna farlo. Condividevamo anche con il Presidente del Consiglio questi passaggi. In questi ultimi due anni, soprattutto, c’è stata una evoluzione sia di chi fabbrica questi mezzi... Perché negli ultimi due anni, nell’ultimo anno soprattutto ci sono delle case che hanno cambiato la fabbricazione di questi mezzi, lo dicevamo in Ufficio di Presidenza prima, che addirittura nascono già viziati, in molti casi. E non si capisce perché tutti sanno, ma nessuno vede.
Negli ultimi uno-due anni è cambiata la fabbricazione dei mezzi. Incominciano a essere venduti su un segmento turistico, incominciano a essere più diffusi. Quindi, i tempi incominciano a diventare maturi per far sì che la responsabilità anche dei cittadini guardi verso questi nuovi strumenti di sicurezza, che bisogna dotare, anche nell’interesse condiviso... Lo dicevamo prima. Il problema non è solamente chi guida il mezzo, ma è anche il soggetto terzo che si vede arrecare un danno da chi guida il mezzo. Io l’ho vissuto in prima persona. Ripeto: sono stato fortunato. Qualcuno poteva esserlo meno di me.
Buon lavoro. Andate avanti. Non deludeteci, perché saremo qui a guardare, mai come le volte precedenti questa volta.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Dolfin, prego.
Speaker : Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno lavorato a questo PDLS, ovviamente la Seconda Commissione, dalla presidente Silvia Rizzotto a tutto il Legislativo, il dottor Simionato, il dottor Schiavon, insomma tutti coloro che hanno lavorato e, ovviamente, tutti i colleghi di qualsiasi colore, partito e bandiera che portano.
Ripeto: il tema della sicurezza interessa tutti, a prescindere, poi, dall’utilizzo della bicicletta elettrica, del monopattino e quant’altro. Vediamo le problematiche, siamo sulla strada, dunque ci rendiamo conto che è un problema serio per noi, per la collettività in maniera generale. Dunque, è giusto e doveroso porre l’attenzione su un tema che, ahimè, non vede la Regione, ovviamente, a gestire questa materia. Ci auguriamo magari con l’evento, quanto prima, dell’autonomia possano anche essere temi che possono riguardare una materia, che possa riguardare anche questo frangente, diciamo così, di attenzione e di tematica.
Al di là dei ringraziamenti, ovviamente, mi fa piacere che ci sia la massima e mi auguro che ci sia la massima condivisione, ma sentendo le parole del collega Montanariello mi auguro che sia così, perché vuol dire che in primis si cerca, come dicevo prima, si sottolinea l’importanza della sicurezza in primis. Non c’è certamente strabismo, come lei ha sottolineato, ma c’è, appunto, la volontà di voler porre l’attenzione di questo tema ed è per questo che, partendo dal basso, io credo che, diciamo così, ci sarà l’attenzione da parte del Ministro competente.
Personalmente non avrò problemi a portarlo anche direttamente all’attenzione del Ministro, questo PdLs, se questo dovesse servire, perché credo che già il Ministro ha fatto qualche, diciamo così, passaggio in questi termini, ma è giusto sostenerlo proprio partendo dal basso, partendo dai territori, partendo dai Comuni, dalle Province, dalle Regioni, perché possa finalmente andare in quella direzione auspicata.
Dunque ringrazio tutti. È un tema, ripeto, che da domani mattina, come su tutti i temi, sia chiaro, ma è un tema, questo, che ci mettiamo veramente la faccia, perché ci sarà chi utilizza questi mezzi e che da domani mattina magari pensiamo di dover mettere il caschetto in testa piuttosto mettere mano al portafoglio per fare un’assicurazione, però ciò non toglie che la sicurezza in primis deve essere perseguita in lungo e in largo.
Dunque, grazie ancora della condivisione e dell’opportunità.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto, quindi apriamo la votazione sul progetto di legge statale n. 30.
La votazione è aperta.
Chiusa la votazione.
Il progetto di legge statale è approvato.
Ora passiamo alle mozioni.
Siamo al punto n. 9 dell’ordine del giorno: mozione n. 460. Su indicazione del primo firmatario Valdegamberi è rinviata al prossimo Consiglio per alcune verifiche ed approfondimento.
Passiamo al punto n. 10, che è la mozione n. 388. Mozione presentata dai colleghi Cestaro, Barbisan, Bet ed altri: “Situazione passaporti: velocizzare l’emissione”. Prego, collega Cestaro.
Speaker : Silvia CESTARO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Io speravo di poterla ritirare questa mozione che risale a dicembre dell’anno scorso, ma purtroppo le notizie che si leggono sui giornali non me lo permettono. Notizie che riguardano le grandi difficoltà che ancora stiamo attraversando e stanno attraversando coloro che devono affrontare un viaggio verso l’estero nel riuscire ad avere il loro passaporto, un loro diritto, perché...
Speaker : PRESIDENTE
Colleghi, il Consiglio non è finito. Stiamo discutendo le mozioni. Per cortesia.
Speaker : Silvia CESTARO (Zaia Presidente)
È un diritto quello di avere il passaporto, è un diritto quello di poter andare a studiare all’estero, è un diritto quello di poter fare i propri viaggi di lavoro e di turismo. E allora, nonostante quanto è stato promesso anche da parte del Governo e in parte anche è stato messo in campo, perché ricordiamo, che c’è stato un grande spiegamento di forze per quanto riguarda la Questura, che ha permesso di agevolare e di accelerare in parte l’emissione dei passaporti, parliamo di 2 milioni e mezzo di passaporti rilasciati solo in pochi mesi all’inizio dell’anno, la situazione non si sblocca. Non si sblocca perché evidentemente ci sono delle difficoltà, anche tecniche, nel riuscire a farlo. E forse una certa poca comprensione di alcuni meccanismi, sia da parte di chi deve usufruire del servizio, sia da parte di chi lo deve rilasciare. Mi riferisco soprattutto alle difficoltà per le persone che magari non hanno molta dimestichezza ad accedere al famoso sito per le prenotazioni del Ministero, per poter entrare in questa fantomatica graduatoria per riuscire ad avere un appuntamento. Notizie di questi giorni parlano di sette mesi, di cinque mesi, dove va meglio, addirittura di Comuni, mi viene in mente Padova tra i tanti, dove non si riesce nemmeno a prenotare.
Ecco la situazione è drammatica. In tutto questo, quello che con questa mozione io voglio chiedere a chi a Roma sta seguendo questa problematica e che comunque ha già interloquito, anche direttamente con me e con altri colleghi, è di cercare di incentivare alcune buone pratiche che sono quelle di una maggiore connessione tra quelli che sono gli uffici della Questura e l’ANPR, perché molto spesso mi spiegavano coloro che operano con molta difficoltà all’interno di questi uffici, non riescono a fare i controlli in forma diretta. Ma soprattutto la cosa che rallenta di più è tutto quanto il rapporto che manca tra gli uffici giudiziari e gli uffici della Questura. Sembra un paradosso, ma nel momento in cui si deve andare a fare una verifica sulla fedina penale di qualcuno che ha diritto al passaporto i nostri operatori della Questura devono uscire dai loro uffici, recarsi in tribunale e fare la procedura come la facciamo noi. Ecco, queste cose qui sono cose che evidentemente con un po’ di volontà si possono risolvere perché la digitalizzazione e tutto quello che ci siamo detti in quest’Aula in questi mesi sulla capacità di essere più digitali potrebbe incentivare appunto e agevolare questo tipo di procedure.
Un altro passaggio che ritengo importante è quello di dare un minimo di competenza di più ai Comuni che molto spesso si trovano comunque a ricevere una parte delle istanze da parte di persone che non riescono ad accedere direttamente al sito e quindi potrebbero, avendo già loro l’accesso all’ANPR, fare una parte propedeutica poi all’emissione dei passaporti.
Aumentare personale. Allora, sappiamo benissimo le ore e la fatica che fa il personale della Questura per riuscire a fare i turni di sabato, la sera, per riuscire a dare una risposta a tutti. E la soluzione non è quella, come è stato detto, di andare con i diritti di precedenza perché la mia precedenza toglierà il posto a qualcun altro. Allora lì la soluzione è quella di riuscire a preparare persone che rimangano nel territorio, che conoscano i meccanismi del sistema dell’emissione dei passaporti che non è così semplice perché se qualcuno di voi ha mai fatto la prova di emissione del passaporto, lo stesso tesserino spesso viene rovinato nel momento in cui viene emesso perché è molto difficile fare l’operazione. Quindi è importante avere persone che rimangano e che conoscano questo tipo di approccio.
E infine fare una valutazione se non sia il caso di fare un accordo bilaterale con il Regno Unito, che ovviamente interessa moltissimo i nostri giovani, soprattutto per quanto riguarda il lavoro all’estero piuttosto che la scuola, per evitare l’obbligo del passaporto per potervi accedere. Allora riusciamo ad andare in Egitto senza bisogno del passaporto, non vedo perché non si possa pensare di andare nel Regno Unito senza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, collega.
Ci sono altre persone che vogliono intervenire? Non c’è nessuna richiesta di intervento, quindi apriamo la votazione sulla mozione n. 388.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
La mozione è approvata.
Passiamo al punto successivo, al n. 11, mozione n. 444 presentata dalla collega Baldin “Emergenza alloggi e mutui, la Regione intervenga per garantire il rispetto degli obblighi statutari”.
Prego, collega.
Speaker : Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Questo è un tema particolarmente sentito dai nostri giovani, e non solo, anche da moltissimi studenti. Non è una novità la protesta degli studenti davanti alle maggiori università, anche in questi ultimi mesi e in questi giorni.
Il problema delle caro-affitti è diventato strutturale in Veneto. Prova ne siano le manifestazioni recentemente organizzate a Padova e Venezia per gli studenti universitari che stanno pernottando in tenda fuori dalle sedi degli Atenei. Questo risale al 19 maggio 2023.
Sul piano politico, la questione viene scaricata dal Governo sui Comuni, con il risultato di esternazioni come quelle del Sindaco di Venezia, il quale ha dichiarato “Se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti l’università”, palesando un modello culturale aziendalista, classista e competitivo.
Per altro verso si registra, altresì, un’impennata delle rate dei mutui, tanto che, secondo un recente studio diffuso da ADICO di Mestre, sono aumentate del 70% in un anno, mettendo in ginocchio una famiglia su tre. Addirittura, nel veneziano 4.400 coppie under 35 sarebbero a rischio pignoramenti. Eppure Governo, Regione e Comuni sono tutti in possesso di competenze determinanti sul punto. Il Governo non ha rifinanziato né il Fondo affitti né quello per le morosità incolpevoli.
È anche di oggi un altro articolo che parla proprio di questo, per quanto riguarda, ad esempio, i Comuni di Mira e di Dolo, dove si parla di 60 persone sotto sfratto a Mira e una ventina a Dolo. I Comuni, specialmente quello di Venezia, che, in base a un articolo di una legge regionale, è competente dell’accertamento delle violazioni degli obblighi all’applicazione e graduazione delle sanzioni amministrative, pecuniarie e che introita le relative somme, non sembra interessarsi alla situazione. Anzi, si permette di fare la paternale agli studenti.
Secondo il comma 6 del nostro Statuto regionale, che recita “La Regione è impegnata a rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei suoi abitanti, impediscono il pieno sviluppo della persona e la partecipazione alla vita sociale ed economica della comunità”, e di certo l’inaccessibilità di un alloggio costituisce un ostacolo determinante per lo sviluppo delle persone e la loro partecipazione sociale.
Altro comma importante del nostro Statuto, comma 1, lettere d) ed e), dell’articolo 6: “La Regione opera per garantire e rendere effettivo il diritto all’istruzione e dispone specifici finanziamenti ad università”. Infatti, però, quanto posto in essere sino ad ora è largamente insufficiente.
Ritenuto necessario prevedere adeguati finanziamenti a bilancio in grado di porre fine alla situazione emergenziale, nonché ulteriori finanziamenti strutturali, che garantiscano soluzioni a lungo termine, rispetto ai fatti riportati;
Tenuto conto che in difetto di ciò si appaleserebbe come una grave e perdurante violazione degli obblighi statutari.
Si impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo per il rifinanziamento del Fondo affitti e del Fondo per le morosità incolpevoli, a porre in essere misure emergenziali e strutturali per mitigare le difficoltà di chi ha subito aumenti vertiginosi delle rate di mutuo.
Infine, a garantire, anche attraverso la previsione di finanziamenti al bilancio, il rispetto degli obblighi statutari e segnatamente a garantire l’effettivo diritto all’alloggio per gli studenti, componente fondamentale del diritto allo studio.
Abbiamo posto più e più volte la questione all’attenzione del Consiglio regionale e dell’Assessore Donazzan in particolare. Ad oggi, purtroppo, non abbiamo avuto riscontri concreti, effettivi, quindi mi trovo costretta a riproporre il tema e sottoporlo alla votazione di quest’Aula, sperando che quello che possiamo fare come Consiglio regionale, ovvero spronare il Governo ad intervenire, magari prima di tutto rifinanziando questi due fondi, quello per la morosità incolpevole e quello per gli affitti, sia, appunto, almeno un primo passo per garantire la risoluzione di questo problema. Tanto ho sentito. Problema che non ha colore politico, perché gli studenti, chiaramente, sono figli di tutti, a prescindere dalla maggioranza che governa questa Regione, per cui abbiamo il dovere di provvedere in questo senso e di dare una risposta alle migliaia di studenti che aspettano un alloggio che non lo trovano e non solo agli studenti, ma anche a tantissimi anziani che purtroppo sono oggetto di sfratto e rischiano, veramente, di ritrovarsi sotto un ponte.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Siccome al punto n. 21 c’è la mozione n. 448 presentata dalle colleghe Ostanel e Camani con lo stesso argomento, facciamo un’unica discussione e poi facciamo due votazioni separate.
Quindi do la parola anche alla collega Ostanel, se vuole presentare la mozione 448.
Prego, collega.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che abbiamo presentato con la collega Camani il 30 maggio 2023, che si collega in maniera insomma profonda con quella della collega Baldin: impegna appunto però la Giunta regionale, nel senso che è bene e importante che ci sia un lavoro sul Governo nazionale, però sappiamo bene che la competenza sul diritto alla casa, in particolare per gli studenti, è di competenza della Regione del Veneto. Sappiamo anche che negli anni abbiamo avuto tantissimi, diciamo, spunti dalle realtà studentesche che ci fanno capire che il disagio abitativo sta aumentando, in particolare in questi anni, per un tema di cui qui abbiamo discusso spesso, che è da un lato, il fatto che nelle città universitarie non stiamo controllando il tema degli affitti brevi, porta via mercato e quindi stiamo facendo fatica a trovare delle case da prendere in affitto sul mercato privato. Ma in particolare anche - e questo è l’oggetto della mozione - sul tema delle residenze studentesche, che dovrebbero essere invece di competenza dell’ESU. C’è una questione secondo me fondamentale, che gli studenti, con le loro proteste, in tenda degli ultimi mesi hanno fatto emergere, che purtroppo i fondi del PNRR sono stati dirottati troppo spesso su forme di residenza studentesca che non sono quelle a prezzo calmierato ESU. Tante volte i nuovi studentati che sono in costruzione stanno avendo invece tanti posti letto, troppi posti letto all’interno della stessa struttura che sono invece dei posti letto non convenzionati.
Quello che la Regione può fare su questo tema è tanto: prima di tutto sedere ad un tavolo, che è quello che esattamente chiede questa mozione, attraverso un tavolo che coinvolga Comuni sedi degli Atenei veneti, gli ESU e i vari soggetti privati interessati per favorire la stipula di convenzioni in grado di garantire invece agli studenti e alle studentesse, che questi posti letto dentro le strutture ESU siano a prezzo calmierato. Questo esempio arriva da una pratica che è stata fatta da, ad esempio, l’ESU di Verona, che ha fatto un lavoro con gli enti che sono esattamente citati qui per dire: quando costruiamo degli nuovi studentati, anche utilizzando fondi PNRR che dovrebbero avere per norma, in realtà, purtroppo troppi posti letto in regime privato, cerchiamo invece di fare un lavoro con il Comune, con gli strumenti urbanistici a disposizione del Comune per fare in modo che invece questo tetto di posti letto si modifichi. Quindi non tanto avere un 30% di ESU e un 70% di privato, ma provare a fare, perché no, 70% posti ESU e 30% posti privati perché io credo sia importante che quando un ente ha dei fondi addirittura statali per costruire un nuovo studentato non è detto che questo debba guadagnarci due volte, cioè avere i fondi per farlo e poi avere anche troppi posti letto nel regime privato. Questo è un tema che abbiamo discusso tanto in Commissione Cultura, anche quando abbiamo audito gli ESU e le loro relazioni all’interno della Commissione. Gli ESU sono consapevoli della necessità di dare ovviamente più posti agli studenti in regime calmierato. Il punto è che la Regione deve fare la sua parte. C’è bisogno di un tavolo di confronto che solo la Regione può fare, può sedere ad un tavolo tutti gli enti coinvolti e può dare delle linee guida. Questa è la mozione che abbiamo presentato con la collega Camani. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, collega.
Ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire? La collega Camani, però ha qualche problema con l’applicazione.
Prego, collega, intervenga e poi se qualcuno dell’informatica può venire in Aula. Grazie.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
In realtà questa è una mozione che insieme alla collega Ostanel abbiamo presentato sull’onda di una serie di proteste che hanno animato le piazze delle città universitarie di questa regione, ma direi di tutta Italia. Piazze nelle quali gli studenti e le studentesse chiedevano alle Istituzioni un’attenzione rispetto a un dramma che colpisce da troppo tempo tutte le persone che provano a studiare in una sede fuori dalla loro residenza. Ed è diventato un tema oggetto anche di confronto nazionale perché vedete, colleghi, abbiamo passato 10 mesi, più o meno da settembre dell’anno scorso fino a poche settimane fa, ad ascoltare il Governo che ci spiegava che volevano cambiare il PNRR perché avevano in mente come costruire in maniera diversa la progettazione per gli interventi finanziati con le risorse europee. Dopo 10 mesi di annunci del Governo che ci spiegava che dovevano cambiare il PNRR, la conclusione di 10 mesi di attesa è stata semplicemente quella di ricontrattare il pagamento delle tranche dalla Commissione europea all’Italia, “cancellando”, tra virgolette, facendo slittare di diversi trimestri, fatalità, gli interventi previsti sugli alloggi per gli studenti.
La grande rivoluzione sul PNRR del Governo di destra è semplicemente “tagliare, posticipare gli interventi sulle Case per gli studenti”. Perché questo Governo è stato costretto a fare questo intervento? Perché si sono accorti che, così come li avevano impostati, gli interventi a favore delle residenze per gli studenti, in realtà, finivano per diventare interventi a favore dei privati che dovevano costruire alloggi tout-court. Questo lo dico perché o il tema della scuola pubblica, del diritto all’istruzione delle ragazze e dei ragazzi diventa centrale nella discussione politica oppure ci stiamo prendendo in giro. Così come il Governo si è dimenticato delle studentesse e degli studenti, anche questa Regione da troppo tempo si dimentica delle studentesse e degli studenti.
Mai come in questi mesi le cronache sono piene di racconti di famiglie che non riescono a consentire ai propri figli di poter studiare negli Atenei veneti, perché qui, più che altrove, il cosiddetto “fenomeno dei caro-affitti” ha raggiunto ormai dimensioni insostenibili. Le organizzazioni studentesche da tempo denunciano i costi proibitivi per una camera, ad esempio, nella città di Padova. Molte persone sono costrette a trasferire la sede dei propri studi in altre regioni. A proposito di emigrazione dal Veneto. Questo è uno degli argomenti attorno a cui dover costruire delle politiche pubbliche che facciano degli Atenei della nostra regione, che già hanno delle performance ottimali grazie alla professionalità di chi le gestisce, anche l’opportunità di competere a pari armi con le altre Regioni.
Siccome ho letto anche oggi, con un certo livello di divertimento, come la scuola sia piegata troppo spesso da questa Regione strumentalmente sull’altare del feticcio che è l’autonomia, allora io mi chiedo perché il diritto allo studio, che è competenza esclusiva della Regione, sostanzialmente, non viene garantito qui. Abbiamo, invece, alcune delle università più prestigiose dell’Italia, non certo per merito della Regione, perché se guardo le risorse che vengono destinate agli Atenei veneti c’è da chiedersi come fanno a stare in piedi.
Non tornerò sul tema delle borse di studio, perché ci sarà tempo per farlo. Ora stiamo sul tema degli alloggi. Sono sei mesi, per fare conti a spanne... Questa è una mozione di maggio, collega Ostanel, ma ne parliamo, io e la collega, almeno da un anno dentro quest’Aula. Noi sappiamo, almeno da un anno, che avremo una bomba sociale che si chiama “studentati”, per quanto riguarda il nuovo anno accademico alle porte. Ma lo sappiamo, non è che ce ne siamo accorti oggi, perché la corsa dei prezzi sugli affitti che riguardano in generale le persone che hanno bisogno di una casa, ma in particolare le residenze per studenti, è un fatto noto. C’è uno studio, appunto, di oltre sei mesi fa che racconta come solo nella Provincia di Padova ci sia stato un aumento del 40% delle richieste degli affitti.
Ora - vado a chiudere, Presidente - noi con questa mozione chiediamo davvero alla Giunta di impegnarsi concretamente con la collaborazione con le agenzie regionali per il diritto allo studio e gli Enti locali, per costruire una strategia che consenta alle nostre ragazze, ai nostri ragazzi di continuare a studiare nelle nostre università.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Collega Montanariello, prego.
Speaker : Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
La collega Camani credo abbia inquadrato il tema vero dov’è e abbia anche portato alla luce una problematica che credo, quando si parla di questi temi, non può non essere considerata e citata. Ve lo diceva prima, il fatto di aver cambiato il PNRR e aver perso l’occasione per rafforzare tutto quanto il tema degli alloggi agli studenti è un fardello che questo Governo non può non fare i conti.
Il Governo chiede di cambiare il PNRR e nel momento che gli studenti manifestano per strada in tutta Italia per la mancanza di alloggi, cosa fa? Posticipa gli interventi su quelli che sono gli asset per rafforzare gli alloggi agli studenti.
Il tema del diritto all’istruzione non solo deve essere centrale nel dibattito della politica, ma deve essere affrontato con serietà e anche a 360°.
Guardate, il fatto che in questi giorni le famiglie non fanno altro che scriverci che non stanno arrivando i soldi delle borse di studio, che il bando che viene fatto per le borse di studio si chiude a settembre, quindi, se va bene, i soldi arriveranno ad ottobre e, quindi, bisognerà stare fuori con due annualità prima di prendere quello che è il contributo, mentre gli altri anni si chiudeva a giugno e vuol dire che tu, a luglio, ad agosto avevi soldi e affrontavi l’anno scolastico nuovo, nuovo, avendo ricevuto i soldi della borsa di studio precedente e poterli, quindi, usarli per l’anno successivo.
Abbiamo fatto un’interrogazione su questo. Quest’anno le famiglie si troveranno due annualità fuori, prima di sapere l’esito del bando ed, eventualmente, ottenere i rimborsi, cosa che finora non era mai successa, con una grande regia anche della gestione regionale, perché non è sempre colpa di quello che avviene a Roma, in questo caso è di ambedue i livelli istituzionali.
Poi, guardate, anche il fatto che avete cambiato a livello nazionale l’ISEE del bonus trasporti, spostandolo da 35.000 a 20.000, anche quello è un attacco allo studio, anche quello è un attacco allo studio perché, a livello nazionale aver detto che... allora non facciamo gli alloggi, dobbiamo costringerli a fare i pendolari però spostiamo l’ISEE da 35.000, come se uno che guadagna più di 20.000 è ricco, a 20.000. Quello è un attacco agli studenti e alle fasce più deboli degli studenti, che non si possono permettere l’alloggio perché, guardate, noi parliamo tanto di politiche della natalità, a questo Governo piace tantissimo parlare delle politiche della natalità, però guardate che i figli non è che basta farli e magari fare i provvedimenti della mancetta con la card dei 400 o 500 euro e abbiamo trovato la panacea per i mali per i problemi che ci sono. I figli vanno anche cresciuti e quando uno fa un figlio oggi e l’ambizione di tutti noi genitori è sperare che il figlio cresca, studi, diventi una persona che nella vita si affermi, che trovi un buon lavoro. Ogni genitore spera questo per i propri figli.
Allora voi parlate di politiche della natalità come se i genitori dovessero avere in mente di dire: confortiamoci, ci incentivano a fare figli, però non si lavora sugli alloggi universitari se vuole studiare, il bonus trasporti lo riducono, le borse di studio sono sempre meno, arrivano un po’ più tardi. Guardate, non è proprio coerente quello che fate con quello che dite. Io capisco che a volte gli spot prendono il sopravvento sulle azioni concrete, ma questa volta gli spot hanno subissato le azioni concrete. E se c’è una cosa che sta facendo questo Governo e anche noi qui in Regione, quando si parla di temi di borse di studio, è proprio quella di disincentivare le famiglie a fare figli, perché, a meno che voi non abbiate un’idea che i figli, una volta fatti, il problema si ferma ai pannolini e al latte, ma è una visione ottocentesca che non appartiene più alla nostra società. Oggi, quando uno fa i figli, si preoccupa di quello che farà il figlio finché ha finito di studiare e comincia a lavorare. Questo che state mettendo voi oggi in campo, consentitemi, bonus trasporti, l’ISEE l’avete abbassato voi, le borse di studio è il primo anno che succede che il bando chiude a settembre, abbiamo fatto un’interrogazione sollecitati dagli Assessori dei Comuni che si vedono i banconi pieni di persone dicendo: ma come mai quest’anno il bando la Regione lo fa a settembre quando gli altri anni era a giugno? Ragazzi, non è che è proprio la formula migliore per dire, come piace a voi, agli italiani di fare figli se continuate a comportarvi in questo modo.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliere Pan, prego.
Speaker : Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Diciamo che se c’è una buona notizia è che domani inizia la scuola nel Veneto e quindi direi di comunque fare un augurio a tutti gli studenti veneti che vanno sui banchi di scuola.
È chiaro che se andiamo a vedere anche tutto quello che è successo in questi ultimi decenni nel mondo della scuola - mi spiace dirlo al collega Capogruppo del PD - diciamo che ad appannaggio di questo settore come quello della cultura c’è sempre stato un Ministro o un’organizzazione ma comunque legata prima al Partito Comunista, poi al PD e quindi… perché l’appannaggio della scuola è ormai per chi lo frequenta, per chi è stato in qualche parte, come anche il sottoscritto, parte di questo sistema, comunque è un appannaggio di questa parte politica, come altri comunque settori della pubblica Amministrazione. Quindi se andiamo a comunque a criticare qualcosa forse è meglio che guardiamo tutto quello che è successo, ma io dico anche un’altra cosa, no. Guardi, visto che ho vissuto anche personalmente da comunque insegnante nelle scuole superiori per tanto tempo, per tante cose che ho fatto nella mia vita, anche tutta la serie comunque legata alla copertura delle cattedre perché, qualcuno diceva prima, il presidente Zaia ha chiesto - giustamente io direi - ha chiesto, come tante cose legate all’autonomia della nostra Regione, che finalmente le graduatorie degli insegnanti siano su base regionale. Cosa significa? Cosa significa, collega Camani? Che malgrado quello che pensa lei arriveremmo ad avere magari e a risolvere quello che è un sistema che da decenni va avanti, quando magari al di sotto del quarantacinquesimo parallelo arrivano comunque laureati, arrivano persone e docenti che restano qui per una… prendono la cattedra perché sono supplenti, perché qua, perché là, perché hanno tutti i concorsi, perché ricordo comunque che i punteggi che arrivano da certe parti sono sempre più alti dei punteggi dei magari nostri insegnanti, dei nostri laureati. Prendono la cattedra nelle nostre scuole, superiori in particolare, nelle nostre università, nelle scuole elementari e negli asili che sono appannaggio dello Stato e poi, guarda caso, dopo due, tre mesi, 5, 6 mesi se ne tornano a casa con mille motivi legati alla distanza, legati all’avvicinamento alla famiglia e avanti. E quindi noi restiamo sempre con le cattedre vuote, con il supplente del supplente del supplente, che alla fine fa sì che i nostri ragazzi, i nostri bambini siano i maggiori danneggiati da questo sistema.
Quindi, se noi facessimo le graduatorie regionali venete, visto che abbiamo... Una volta eravamo i polentoni, gli ignoranti, coloro che non si laureavano mai, invece adesso abbiamo fior fiori di laureati, siamo la prima Regione per laureati in questo Paese, le ricordo. Magari ai nostri ragazzi si aprirebbero delle opportunità e si legherebbero a un lavoro, al proprio territorio, ai propri paesi, ai propri ragazzi, in maniera diversa, magari, da coloro che arrivano dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Campania eccetera. Magari questi signori si facciano le loro graduatorie, stiano a casa loro, e noi risolveremmo tanti, tanti problemi della scuola veneta.
Speaker : PRESIDENTE
Non vedo altre richieste di intervento, quindi apriamo la votazione.
Passiamo alle dichiarazioni di voto, perché abbiamo due mozioni, la n. 444 e, ovviamente, anche la n. 448.
Collega Camani, prego.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie.
Ovviamente, dichiaro il voto del Gruppo a favore sia della mozione presentata dalla collega Baldin, che pure affronta l’argomento in altro modo, e ovviamente anche il voto a favore della mozione che ho presentato insieme alla collega Ostanel.
Però ne approfitto, visto che il collega Pan ha voluto parlare di qualcosa che c’entrava solo marginalmente, tangenzialmente con questa mozione, per precisare alcune cose. Il ministro Calderoli, che non è un Ministro del Partito Democratico, fortunatamente, ha detto che l’idea di regionalizzare la scuola è un’idea folle. Io pensavo che bastassero le parole del ministro Calderoli per evitarci, anche quest’anno, di dover assistere alla strumentalizzazione del presidente Zaia sulla pelle delle preoccupazioni delle famiglie, che domani non sanno se troveranno l’insegnante ad accogliere i propri figli, per sventolare la bandierina di un’autonomia impossibile. E non lo dico io. Lo dice il ministro della Lega, Calderoli, che ha definito non soltanto folle ‒ folle ‒ l’idea di pensare che la scuola possa essere regionalizzata. Il ministro Calderoli. Folle. L’ha definito diversi mesi fa. Ma ha anche spiegato perché è folle pensare di regionalizzare la scuola: perché è folle pensare di poter esporre al rischio di costruzione di diseguaglianza un comparto così importante come la scuola pubblica.
Dopodiché, al netto dell’idea folle di Zaia e di Pan, io non vedrei l’ora di vedere il Presidente Zaia alle prese con un corpo docenti, solo del Veneto, di 70.000 persone che non è che li cambia, consigliere Pan, quelli che lei dice che il giorno dopo se ne vanno via, sono quei 70.000 che con la fantomatica e folle regionalizzazione del sistema pubblico scolastico, la Regione del Veneto pensa di avere in corpo da domani. Questo lo dico perché mi metterei con i popcorn a guardarvi gestire 70.000 dipendenti pubblici della scuola come? Come gestite i dipendenti pubblici del comparto sanità?
Io questo vorrei capire. A che punto finisce la propaganda su un’autonomia impossibile e quando deciderete seriamente di fare le persone serie e di cominciare a raccontare ai veneti fino a che punto si può avanzare la richiesta di un’autonomia possibile perché così facendo fate un doppio disservizio all’onestà intellettuale di chi avanza le proposte e ai veneti che si aspettano delle risposte che, infatti, non a caso da trent’anni attorno all’autonomia, in questa Regione, quelle risposte non arrivano.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Per proporre una modifica che abbiamo condiviso con il capogruppo Villanova sull’impegno della Giunta che è: a valutare di dare vita e coordinare un tavolo che coinvolga i Comuni, sedi degli Atenei veneti, gli ESU, le rappresentanze studentesche nelle università e i vari soggetti privati interessati, per favorire la stipula di convenzioni in grado di garantire agli studenti e alle studentesse nuovi posti letto a prezzi calmierati nella nostra Regione.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Se, cortesemente, mi può anche formalizzare la modifica, perché così resta agli atti, oltre che sui verbali.
Prego, collega Villanova.
Speaker : Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Ci chiamarono folli perché, vede Consigliera, io non volevo intervenire, ma quando sento parlare dell’autonomia nei termini in cui lei usa sempre, prima l’ha chiamata… , dopo adesso ha usato certi termini. Sinceramente detto soprattutto sul tema della scuola, non è il tema di questa mozione, ma è giusto anche ricordare alcune cose, io ricordo che una delle ultime riforme della scuola si chiamava buona scuola ed era fatta dal Segretario del PD, nonché capo del Governo, un certo Renzi, e ci ricordiamo tutti cosa portò questa riforma della buona scuola, cioè il fatto che i professori che dovevano arrivare in massa a riempire le cattedre delle nostre scuole venete in realtà arrivavano e dopo qualche settimana se ne andavano via e restavano tante, tante cattedre senza professore. Lei può scuotere la testa finché vuole, ma tutte le famiglie che hanno figli a scuola si ricordano di quella grande riforma targata PD. Allora io le consiglio una cosa, perché forse lei era anche in Parlamento in quel periodo. Io forse le consiglio di prima di puntare il dito su quella che è una riforma che per noi è la bandiera che manda avanti la nostra attività politica e si chiama autonomia e spero un giorno di poter dire che è quello che lei dice che un feticcio, di poterla contraddire. Prima di puntare il dito su quella che è una riforma che ancora deve arrivare, io farei un po’ di mea culpa per quella che è stata una riforma targata PD, che ha fatto danni inenarrabili sulla scuola veneta e sulla scuola italiana. Prima di guardare in casa d’altri, guardate cosa avete combinato voi sulla scuola e dopo ci poteva fare la morale.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Villanova.
Non vedo altre richieste di intervento. Quindi passiamo alla votazione delle due mozioni. Allora partiamo dalla n. 444 della collega Baldin.
Votazione aperta.
È chiusa la votazione.
La mozione è respinta.
Passiamo adesso alla n. 448, presentata dalle colleghe Ostanel e Camani e modificata così nell’impegno alla Giunta regionale, che consiste in questo: “A valutare di dare vita e coordinare un tavolo che coinvolga i Comuni, sedi degli Atenei veneti, gli ESU, le rappresentanze studentesche nelle università e i vari soggetti privati interessati per favorire la stipula di convenzioni in grado di garantire agli studenti e alle studentesse nuovi posti letto a prezzi calmierati nella nostra regione”.
Votazione aperta.
È chiusa la votazione.
La mozione è approvata.
Passiamo al punto n. 12 all’ordine del giorno, mozione n. 419 presentata dai colleghi Soranzo, Pavanetto ed altri “Percorsi prioritari per visite specialistiche ed odontoiatriche per gli over 65”. Prego, collega Soranzo.
Speaker : Enoch SORANZO (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Dunque, nel marzo scorso abbiamo depositato questa mozione dal titolo “Percorsi prioritari per visite specialistiche e odontoiatriche per gli over 65”, premettendo che la Regione Veneto, che intende da sempre porre sempre maggiore attenzione alle necessità per le persone anziane, in considerazione certamente degli aumentati disagi post pandemia e delle patologie specifiche che in molti casi insorgono durante la terza età.
Considerato che con il trascorrere degli anni aumentano le percentuali di rischio per i cittadini degli over 65, di ammalarsi di patologie anche molto gravi talvolta, e necessitano di attenzione tempestive, frequenti e costanti.
Considerato che un monitoraggio noi riteniamo sia assolutamente e possa permettere una presa in carico tempestiva da parte del Sistema Sanitario Regionale di eventuali patologie problematiche e quindi evitare la cronicizzazione di queste ultime con maggiori costi a carico del sistema, e crediamo anche che non può essere data la possibilità per questi anziani di avere una prestazione nella sede più vicina a casa con tutte le relative conseguenze economiche e familiari.
È vero che con la DGR del 2019 sono stati apportati e sono stati introdotti l’accesso prioritario a parità di codice di colore, l’attesa protetta, l’invio precoce alla specifica area di degenza con rapida consulenza del geriatra di Pronto Soccorso, l’affidamento alla Geriatria, tutte misure che sono state introdotte, che noi abbiamo considerato straordinariamente importanti ed efficienti per quanto riguarda il sistema e per il governo del personale di Pronto Soccorso e le prestazioni del Pronto Soccorso.
A tale proposito noi riteniamo quindi di poter proporre un’iniziativa che poi ovviamente impegna la Giunta regionale di implementare le iniziative già poste in essere al fine di attuare un monitoraggio costante dello stato di salute delle persone anziane e a valutare la possibilità di promuovere l’adozione di percorsi prioritari per visite specialistiche e odontoiatriche per i cittadini veneti over 65, quindi in analogia a quanto già previsto per l’accesso al Pronto Soccorso attivato con la DGR 1035/2019. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Soranzo.
Ci sono altri interventi da parte dei colleghi? Non vedo richieste di intervento, quindi apriamo la votazione sulla mozione n. 419.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
La mozione è approvata.
Passiamo al punto n. 13 all’ordine del giorno, risoluzione n. 87 presentata dai colleghi Ostanel, Baldin Bigon, Camani ed altri “Opzione Donna: si torni ai requisiti previsti prima della legge di bilancio 2023”.
Prego, collega.
Speaker : Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che ho presentato il 9 aprile perché fin dalla prima manovra di bilancio il Governo Meloni aveva dimostrato ovviamente il suo vero volto. Cosa aveva fatto? Aveva colpito le donne che fino a prima potevano andare in pensione con “Opzione Donna”, che poi ripeterò, ma immagino che in Aula i Consiglieri sappiano benissimo che cosa sia, aveva colpito una misura importantissima per questo Paese, tagliando le beneficiarie di questa opzione da 15.000 all’anno a meno di 3.000 all’anno. Sostanzialmente, a fronte di un finanziamento che negli anni precedenti era di 100 milioni per questa ipotesi “Opzione Donna”, il Governo Meloni, con la prima manovra di bilancio del 2023, metteva solo 21 milioni, tagliando, quindi, una fetta importantissima di donne, che ‒ come dicevo prima e lo ricordo ‒ avevano, con un’anzianità contributiva di 35 anni ed una età anagrafica di 58, se dipendenti, o di 59, se autonome, la facoltà di accesso al pensionamento anticipato, a condizione di optare per la liquidazione del trattamento pensionistico con le regole del decreto del 1997. Ricordo che così le beneficiarie erano 15.000. Con il Governo Meloni sono scese a 3.000 l’anno, proprio perché il Governo Meloni ha deciso di non investire su una misura assolutamente importante.
In questa Regione è una misura ancora più importante perché, purtroppo, le donne sono ancora quelle che, da dati nazionali, hanno la responsabilità della cura. Non sto parlando, in questo caso, della cura dei figli. Sto parlando della cura degli anziani. In un contesto dove le rette delle RSA stanno aumentando in maniera esponenziale, purtroppo, ancora sulla donna carica la cura degli anziani, ovviamente in età più che adulta. Quindi, “Opzione Donna” risultava per alcune categorie ancora più importante.
Oltre a questo, perché ci sono altre motivazioni che spingono “Opzione Donna” a dover essere finanziata in maniera forte, vi era il fatto che noi in Italia abbiamo un gap pensionistico tra donne e uomini i cui dati fanno, per quanto mi riguarda, rabbrividire. Per gli uomini, più o meno, una pensione già non altissima è di 1.357 euro al mese, di media, mentre per una donna è di 904 euro al mese, cioè il 33% in meno rispetto a quella degli uomini. Questo accade, ovviamente, lo sapete bene, perché purtroppo per le donne la continuità contributiva, proprio perché accedere al mondo del lavoro è più difficile quando si curano i figli, spesso ancora più difficile, non è pari ancora in questo Paese a quella degli uomini.
Detto questo, sia perché il Governo è risultato essere assolutamente contro una manovra che tantissime donne avevano utilizzato e, soprattutto, continua da questa data della mozione a promettere delle cose che, in realtà, non sta mantenendo... Ho fatto una rassegna stampa per vedere se il Governo, da quando io ho presentato la mozione, ha cambiato idea. Ecco, il Governo non ha cambiato idea. Continua a promettere alle donne che si sono organizzate in migliaia di gruppi Facebook, di chat, continua a promettere che farà qualcosa, ma questo non è ancora accaduto. Quello che sappiamo dalla manovra di bilancio che stiamo ascoltando in preparazione in questi mesi è che i fondi non ci sono, anzi, il Governo sta facendo marcia indietro su tantissime altre questioni importanti per questo Paese e “Opzione Donna” nuovamente viene lasciato ai margini.
Ecco, io chiedo, con questa mozione, di impegnarsi, ovviamente, a ripristinare, invece, il Parlamento; cerco di impegnare il Parlamento a ripristinare i requisiti di “Opzione Donna” in vigore prima delle modifiche restrittive introdotte dalla legge di bilancio, che ho appena citato, quella del 2023, a firma Meloni, a firma di questo Governo, perché tantissime donne lo stanno chiedendo, ripeto, si sono organizzate anche mandando petizioni e lettere al Governo.
Io credo che questa sia davvero una questione su cui questo Governo deve fare un passo indietro, chiedendo, appunto, al proprio Governo di ripristinare “Opzione Donna” com’era prima; cioè con un finanziamento di 21.000.000 di euro e una platea di beneficiari che era 15.000 e non 3.000 com’è in questo momento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Collega Camani.
Speaker : Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Vorrei ricordare a quest’Aula perché i Governi precedenti avevano pensato ad “Opzione Donna”, cioè avevano pensato di offrire alle donne la possibilità di un anticipo pensionistico, rispetto a quello ordinario previsto dalla legge per tutti, quindi per gli uomini.
Principalmente per due ragioni: la prima riguarda il fatto che le donne spesso si sobbarcano un lavoro non pagato, il lavoro di cura; l’altra perché accade sovente che per sostenere questo lavoro di cura verso i genitori anziani o verso i figli alcune donne sono costrette a non lavorare o a perdere alcuni anni di contributo. Quindi si era detto: siccome le donne lavorano senza essere pagate per un certo periodo, consentiamo alle donne di accedere alla pensione con qualche sconto, rispetto agli uomini.
Questa era la ragione per cui i Governi precedenti introdussero l’“Opzione Donna”, che fa il paio con la cosiddetta APE Social, cioè la possibilità per i lavoratori che avevano, nel corso della loro vita lavorativa, fatto lavori usuranti di andare in pensione un po’ prima.
Ora, a un certo punto, nella prima legge di bilancio che fa il governo della destra, il Governo di Giorgia Meloni, nella prima, dopo pochi mesi che va al Governo, una delle poche cose che fanno sul tema pensionistico, ricordo che avete vinto le elezioni spiegando che aumentavate le pensioni minime, che avreste mantenuto la fantomatica Quota 100, che già non sappiamo se sarete in grado di mantenere quota 103. Le pensioni sono state argomento della vostra campagna elettorale. Vi siete presi un impegno con gli italiani. Cosa avete fatto sulle pensioni? Avete tagliato “Opzione Donna”, cioè avete deciso di penalizzare le donne che non erano in grado di andare in pensione con i requisiti degli uomini e quindi noi, con questa mozione - e ringrazio la collega Ostanel - chiediamo una cosa semplicissima al Governo: tornate indietro, mettete indietro l’orologio, le lancette dell’orologio e ripristinate “Opzione Donna” esattamente come funzionava prima. Sapete perché ve lo chiediamo? Perché i numeri ci dicono che l’operazione che avete fatto su “Opzione Donna” è fortemente penalizzante per le donne stesse. Nel 2022 sono quasi 25.000 le donne che, attraverso “Opzione Donna”, sono riuscite ad andare in pensione in maniera anticipata. Sapete, dopo che voi avete cambiato i criteri d’accesso, quante sono le donne nel 2023 che sono andate in pensione attraverso “Opzione Donna”, grazie alla stretta dei requisiti che il Governo Meloni ha imposto? 7.500. 25.000 nel 2022, 7.500 nel 2023, perché avete ristretto i criteri; di cui, di queste 7.500, oltre 4.000 con meno di 1.000 euro al mese.
Allora il tema - e vado a chiudere - è certamente grave perché si riduce la platea delle donne che possono accedere a questa opportunità. Ma non vi è bastato fare questo, perché la destra al Governo non solo penalizza le donne, ma lo fa sempre infilandoci dentro una punta di ideologia, perché non solo avete ridotto i criteri in modo che fossero meno le donne che potessero accedere a questa possibilità, ma avete anche collegato la possibilità di accedere a questo beneficio al numero dei figli, al numero dei figli, come se ci fosse il diritto a chi ha avuto uno, due o tre figli ad avere un privilegio rispetto alle donne che i figli per mille ragioni non li hanno avuti. Questo segna la differenza tra una Presidente del Consiglio donna e una Presidente del Consiglio capace, attraverso le sue scelte, di sviluppare politiche a favore delle donne. Possiamo avere anche la prima Presidente del Consiglio donna che vogliamo, ma se poi, esattamente come tutti gli altri, quelli che l’hanno preceduta fa politiche che, anziché valorizzare il lavoro e il valore delle donne, va nella direzione esattamente opposta, a parte il genere, non cambia niente. Ecco perché, il tema del ripristino di “Opzione Donna” è certamente un tema legato all’equità di genere nella società italiana, ma è principalmente legato alla cultura femminista o antifemminista di questo Governo e della destra italiana.
Per queste ragioni ovviamente, annuncio il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi apriamo la votazione sulla risoluzione n. 87.
La votazione è aperta.
È chiusa la votazione.
La risoluzione è respinta.
Con questa votazione chiudiamo il Consiglio odierno e per la prossima seduta sarete convocati a domicilio. Buona serata a tutti.