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Sedere.
I relatori si possono accomodarsi al tavolo che cominciamo.
Ci siamo.
Buongiorno.
Non va bene, vuole questo.
Io non so come si fa quello sabato.
Vuole cambiare?
Proviamo ad alzare.
Okay.
Ci siamo.
Buongiorno di nuovo a tutti, vi ringrazio per essere qua, ringrazio gli organizzatori mi presenti o sono Mauro, Roberto Moro, un giornalista, ma la chiudo qua, non la faccio lunga, non faccio neanche nessun premesso i nostri lavori, li abbiamo pensati di organizzare così la relazione.
Sul terzo rapporto biennale sullo stato della cooperazione e quattro interventi dibattito e a seguire le conclusioni dell' assessore,
E colla e del sottosegretario Ascani.
Speriamo di di di rispettare i tempi di chiudere per le 12 e un quarto 12 e mezza, e ringrazio di nuovo tutti.
Io sono ottimista, no, no, no,
Do subito la parola a Morena Diazzi, Direttore generale, conoscenza, ricerca, lavoro e imprese della Regione Emilia Romagna che ci illustrerà appunto il terzo rapporto biennale sullo stato della cooperazione, grazie e buon lavoro.
Ti voi sì, adesso sì, perfetto e intanto ringrazio tutti e ringrazio ovviamente anche il presidente nazionale che ci ha raggiunto dobbiamo salutare anche Monti, che ci segue a distanza in una diciamo periodo di sospensione obbligatoria, come si suol dire, no, dovuta e così intanto elabora no e quindi ci porterà delle nuove proposte sicuramente,
Intanto volevo ringraziare tutti quelli che hanno partecipato e che partecipano costantemente, quindi possiamo mettere già le prime slide sui ringraziamenti, perché questo non è un atto, diciamo formale, ma è veramente un atto sostanziale perché la nostra Consulta della cooperazione è per noi un punto di riferimento importantissimo. Sono presenti tutte le nostre associazioni, quindi davvero ringrazio tutti i partecipanti, i nostri esperti, il professor Cilloni, professor Fava il professor Prodi, che qua con noi peraltro ringrazio Giorgio, che che ci ha raggiunto. Voglio ringraziare anche tutti coloro che hanno partecipato alla stesura del rapporto, perché se voi vedete nella parte, nella seconda parte ci sono tanti contributi che riportano riflessioni spunti che sono importantissimi, proprio anche per la programmazione per l' avvio della nostra programmazione, naturalmente volevo ringraziare anche i tavoli di concertazione con cui ci siamo congedati ieri sera alle 08 no sul digital innovation hub, con una discussione accesissima a proposito di concertazione e diciamo, delle nostre politiche di governance condivisa. Forse ce la faremo in ultimo pezzo spetta all' Assessore. Oggi dobbiamo varie proposte da portarti a seguito di questa discussione molto bella che c'è stata ieri.
E poi natura, abbiamo oggi tutte Guido Caselli che voglio ringraziare, naturalmente, per il grande lavoro che fa quotidianamente con noi sui dati professor Venturi, direttore di RAI, con cui siamo molto orgogliosi e collegamento anche con l' Università di Bologna, Roberto Ricci. Mi inganni, conoscete tutti benissimo che fa un grandissimo lavoro, tutto su tutta la parte delle imprese, della qualificazione dell' innovazione nelle imprese e che naturalmente sulla cooperazione ha sempre un interesse del tutto particolare. E poi dottor mensa, che è rappresentanza della cooperazione Emilia Romagna e a sottosegretaria Anna Ascani, che ovviamente ci seguirà nella fase finale, insieme all' assessore Colla e un ringraziamento particolare lo devo ad Angelo Marchesini, alla sua struttura. Per questo continua elaborazione quotidiana su tutte le cose che facciamo per noi. La cooperazione, ma dalla slide successiva è molto importanti. I dati ve li riporterà, Guidoni riprenderà naturalmente Roberto. sono 33,7 miliardi di euro di fatturato nella Regione Emilia Romagna 4548 imprese 235000 addetti dal punto di vista occupazionale. Nonostante diciamo, se volete, la dinamica imprenditoriale invece abbia al proprio interno anche delle trasformazioni, molto forte anche qualche segno di flessione e in alcuni comparti dal punto di vista occupazionale. Come sappiamo, invece, questo è particolarmente importante. Stiamo appunto parlando di un 13,5% e in Emilia Romagna. Oltre il 28% del fatturato della cooperazione si trova proprio nella nostra Regione. Gli addetti sono il 15,5% degli addetti nella cooperazione nazionale. Quindi, dal punto di vista del fatturato e degli addetti, sicuramente diciamo la cooperazione nella nostra Regione è particolarmente importante e significativa, ma credo, al di là dei numeri, anche quantitativi rappresenta modelli di sviluppo, modelli partecipativi e presenze. Diciamo che sono particolarmente importanti non solo nelle nei servizi diciamo sociali nei servizi alla persona che in questi anni hanno avuto ovviamente un peso importantissimo nella ristorazione, commercio nell' alimentare, ma anche, diciamo oggi, ripresa anche sulla parte di edilizia di manifatturiero. Quello che ci interessa lo dirà meglio, sicuramente Roberto anche nella sua relazione. Sono proprio alcuni comparti, quelli che definiamo altra manifattura, altri servizi dove dentro vediamo che ci sono moltissime imprese che rispondono proprio a bisogni anche sociali e delle nostre comunità molto importanti, che si stanno appunto sviluppando nel contesto regionale. Ora è chiaro che tutto questo per noi si inserisce nella giornata che riguarda appunto.
Oggi siamo dentro domani, è la giornata internazionale delle cooperative, quindi siamo, diciamo in piena attuazione anche di quanto prevede la risoluzione dell' ONU del 94 e anche la Giornata Internazionale delle cooperative, delle alleanze internazionali, anche questo è molto importante perché parliamo, diciamo, di una Mondo che è presente nei diversi Paesi che ha connotazioni se vogliamo anche diverse ma che condivide valori e iniziative che sono particolarmente importanti.
E proprio in occasione, diciamo, di questa giornata dedicata a proprio alla cooperazione, al centro ci sono i valori dell' Agenda 20 30 dell' ONU e c'è quindi un tema molto importante, che è proprio quello di come l' approccio cooperativo allo approccio lo sviluppo economico, sociale e ambientale può aiutare a rendere tutta questa transizione anche molto più sostenibile e attuare quindi quegli obiettivi dell' Agenda 20 30 in una logica proprio di costruzione cooperativa di azione proprio per costruire anche un mondo migliore questo penso che sia un tema che per le.
Le generazioni più giovani sia particolarmente stimolante pensiamo a tutto il tema della sharing economy, a tutto la questione della sostenibilità, a tutta la parte di innovazione nei territori che sono veramente dei temi centrali che le nuove generazioni interpretano anche con modelli di sviluppo completamente diverso da regione Emilia Romagna grazie al lavoro della Giunta in particolare ovviamente di tutti gli Assessori né nei loro ambiti insomma aveva anticipato già con il Patto per lavoro e per il clima molte delle.
Azioni che poi diciamo prende prendono corpo, stanno prendendo corpo le nostre programmazioni e anche con l' adozione dell' Agenda 20 30 dell' Emilia Romagna, i gli obiettivi così sfidanti dell' Agenda 20 30 sono stati calati nella nostra realtà e gli obiettivi, devo dire, sono davvero particolarmente importanti sia dal punto di vista la dico così della nuova società che andiamo a costruire, quindi la parte educativa, la parte de dei servizi, ma anche su tutta la parte della sostenibilità della trasformazione, l' inclusione anche attraverso tutta l' azione del digitale, che è uno dei grandi temi che abbiamo affrontato, appunto ieri anche nell' incontro che abbiamo avuto e proprio come queste grandi sfide possono creare, diciamo all' interno del nostro territorio, un modello di sviluppo più vicino alle comunità e alle persone. E poi ci sono tutte le programmazioni settoriali di cui appunto faremo cenno e in questa presentazione, naturalmente il perno del nostro ragionamento la nostra legge, quindi possiamo metterla dai sulla legge, che è una legge del 2006 o in quei giorni arrivavano in Regione. Devo dire avere a che fare con le leggi è sempre un' emozione particolare, non nel senso che per chi viene da fuori, insomma, la legge, sempre qualcosa che fa qualcuno che non sai chi è invece arrivando in Regione. Ho capito che questo processo legislativo era molto importanti, che connotava proprio la volontà di politiche molto forti da parte della Regione, e debbo dire che questo riconoscere e promuovere la funzione sociale della cooperazione a scopo mutualistico e non lucrativo e favorire lo sviluppo nella società regionale come un contratto che poi ha trovato nelle grandi applicazioni e li ve li vedete. Anche all' interno del rapporto verranno poi richiamate. è stata prevista la Consulta della regionale della cooperazione, che comunque ha una sua azione molto attenta anche sulle tematiche che via via pensiamo anche agli ultimi due anni 20 21, la pandemia il problema delle materie prime, i costi, come si sta trasformando. è chiaro che avere questi momenti di riflessione è particolarmente importante e poi è stato previsto la parte che riguarda il rapporto biennale della cooperazione anche alla Conferenza regionale. Devo dire che pandemie, a parte la Regione Emilia Romagna, si sta se impegnati insieme a tutti voi a mettere in piedi proprio anche queste giornate di riflessioni insieme all' Osservatorio che, a differenza di altri osservatori, devo dire appunto è molto ricco di contributi sui anche i temi che sono per le prossime politiche. E poi ci sono le azioni dei programmi integrati di sviluppo e di promozione cooperativa, che sono i progetti che oggi vi verranno presentati e su cui la cooperazione si cimenta per vedere come le imprese cooperative possono incorporare, intraprendere percorsi di innovazione coerenti con i bisogni della società e con le politiche regionali. Tutta la parte di strumenti finanziari e tutta la parte ovviamente di promozione, che qui assume un tema anche la dico così di conoscenza, di educazione, di costruzione anche delle cooperative di comunità, della frode, della necessità anche di fare pre di affrontare a volte anche le crisi aziendali in modo diverso con il broker bailout, comunque, anche la trasmissione d' impresa. Ecco quindi promuovere i valori della cooperazione e i suoi strumenti. è sicuramente un altro degli elementi fondamentali che ci ha impegnato in questi anni.
E i contenuti del rapporto biennale che abbiamo oggi è, come vi dicevo ampio. Che cosa abbiamo? Quindi abbiamo tutta la parte di di dati assolutamente presidiato, siano una parte, diciamo, quantitativa, sia né nella parte di interpretativa. Quindi di tipo più qualitativo. Abbiamo tutta la parte dei dei progetti che sono stati sviluppati sempre nella logica, peraltro, soprattutto il 22 e 23 dei goals. Di come vengono calate nella nostra realtà, quindi i temi della rigenerazione dei luoghi, tutta la parte della formazione dell' innovazione digitale, della transizione ecologica, tutta la parte innovazione sociale come elemento di inclusione, perché è chiaro che i GOT, che portano all' educazione, all' inclusione, ai servizi di prossimità e quindi questo diciamo è dentro ai nostri progetti è stato visto esaminato e ed è stato anche calato dentro le nostre varie politiche. Poi c'è tutta la parte nel rapporto sugli strumenti finanziari, peraltro, sono richiamati tutti gli strumenti, sia quelli regionali sia quelli di livello, diciamo più nazionale. Abbiamo poi un focus sul nostro premio regionale degli innovatori responsabili, dove la cooperazione è particolarmente presente e abbiamo progetti particolarmente belli. Devo dire che questa comunità di 500 innovatori, responsabile ormai nella nostra regione,
E che è partito dalla legge. 14 del 2014 sull' attrazione di investimento imponendo la sostenibilità, comunque è la responsabilità sociale al centro delle nostre azioni. Ha poi determinato veramente la costruzione di una comunità molto importante, con progetti particolarmente interessanti che riguardano il welfare e il rapporto con la comunità locale. la riorganizzazione, anche, diciamo lo sviluppo delle risorse umane all' interno delle imprese. Anche queste verranno citati da Roberto. C'è poi tutta una parte che riguarda di approfondimenti sulle diverse tematiche, compresa ovviamente quella dell' S 3 e alcune aree settoriali, come quelle della logistica cooperativa. Le cooperative di comunità su cui la Regione Emilia-Romagna si sta cimentando con una propria legge.
E anche qui è iniziato un percorso partecipativo, ovviamente molto importante perché da un lato la cooperazione altre comunità, poi Rossi, so che su questo è particolarmente attivo e c'è un dibattito anche molto forte anche nei territori siamo stati invitati molte volte anche dalle vostre associazioni territoriali proprio a discutere. Non ci sono territori che già hanno sperimentato e cooperative di comunità, quindi molto importante. Questa parte oggi prenderà corpo, come succede spesso in Emilia Romagna, dove abbiamo fenomeni che si avviano dal basso e che poi diventano delle leggi regionali, per anche assicurarci il giusto supporto per il loro sviluppo futuro. Infine, il tema diciamo, delle delle nuove frontiere, della cooperazione e qui chiaramente ci sono tutti i temi del digital delle rigenerazioni, eccetera e dell' economia sociale. Ma poi c'è anche tutta la parte delle comunità energetiche che, grazie alla legge regionale appena approvata, assume anche per la Giunta regionale, per l' Assemblea legislativa un peso veramente importante, dove la cooperazione si sta attivando sia sulle forme diciamo di gestione sia sulla parte delle strumentazioni finanziarie, eccetera, che poi dovranno essere messi in campo per rendere tutto ciò possibile. Queste riflessioni sono utilissimi per le nostre programmazioni, quindi possiamo vedere come si incrociano anche le azioni, anche che anche grazie ad arte e alla cooperazione sono state fatte con la social economi Nahshon plan.
Che troverà appunto applicazione anche nelle nostre programmazioni. Le cosiddette piattaforme cooperative che, come il digitale, oggi trasformano quelle che erano, se volete, il concetto anche di di filiere di relazioni in un qualcosa appunto di ancora più ricco e partecipato. Tutta la parte della rigenerazione urbana, tutto il dibattito sui beni comuni che è particolarmente importanti servizi.
I servizi alla persona e l' attenzione al benessere, una società inclusiva che cambia, che ha di fronte sfide molto importanti e, naturalmente, tutta la parte della trasformazione ecologica. Abbiamo un quadro di programmi molto importanti. Penso che su questo l' Assessore entrerà ancora più nel merito. E anche la sotto, se è anche.
E ovviamente il livello nazionale è quello che ci interessa qui sottolineare è come la S 3 sia stata per noi non l' elemento faro nell' azione che poi ci porta sulle diverse, sulle diverse programmazioni e in particolare, diciamo, abbiamo applicato concretamente tutto il concetto del della partecipazione e della quadro prediche applicheremo quella della quinto predica per la governance di tutti i nostri progetti, e questo penso possa essere sì anche a livello nazionale, anche per sottosegretario. Un esempio credo, molto interessante di come abbiamo applicato. Molte regioni non hanno fatto la nuova S 3 hanno modificato quella precedente. La Regione Emilia Romagna ha deciso invece di fare una nuova S 3, ma perché perché la società era cambiata, l' economia dei dati aveva cambiato molto. Il volto di questa Regione è una presenza di nuove infrastrutture. L' evoluzione di arte. Avevamo un contesto, anche i fabbisogni delle imprese, anche i contenuti della ricerca e innovazione, che oggi sono un patrimonio quotidiano delle nostre imprese, non è più riservato a pochi no, ma è un qualcosa che mettiamo in piedi costantemente che con molte azioni di sistema e quindi avevamo assolutamente bisogno di reimpostare anche la visione della S 3 da cui sono nate le programmazioni FESR ed FSE plastiche. Ai nostri Assessori hanno discusso, credo, partendo dal patto con tutti i soggetti de delle, col sistema regionale. Nel frattempo abbiamo ovviamente i grandi contenuti del PNRR con i gol in particolare su cui ci stiamo cimentando per l' avvio proprio di questo importante programmazione sulla parte naturalmente occupazione, competenze, il Piano energetico regionale che viene pubblicato oggi per la bassa e che quindi è potrà concludere il suo iter a settembre, dove abbiamo avuto tantissimi contributi anche in questa fase preliminare proprio di attenzione alle diverse tematiche, vista la rilevanza che l' energia assume e questa accelerazione dovuta anche alla guerra Russia, Ucraina e a questo punto ovviamente il nostro sguardo è rivolto poi alle nuove programmazioni fra virgolette su quali dovremmo cimentarci, cioè, da un lato Horizon, che ha una parte importante nel sull' innovazione sociale che vogliamo assolutamente rendere più partecipato, e la nuova programmazione dei fondi FSC. Quindi, come vedete, insomma, come sappiamo bene, un pacchetto di risorse particolarmente importante, solo un focus chiudo sulle due programmazioni che abbiamo di fronte e come abbiamo interpretato insieme a voi, la parte diciamo, di partecipazione del mondo cooperativo dentro alla ricerca, a tutta la parte FESR ed FSE. Per quanto riguarda il FESR, naturalmente, nella parte di ricerca abbiamo.
Una parte che riguarda tutte le azioni di sistema, dove voi siete particolarmente partecipi anche la ricerca delle nostre imprese e la ricerca collaborativa delle imprese con l' Università dell' Università e dei laboratori che sono più di 90, peraltro alcune, anche in forma cooperativa che, diciamo, lavorano direttamente con le imprese che un pezzo importante sull' innovazione sociale, anche come riconoscimento proprio specifico per le imprese di quel comparto. C'è tutta la costruzione delle comunità digitali, che hanno bisogno di un forte supporto cooperativo anche nella gestione e anche nel rapporto, naturalmente, con tutto il terzo settore, e c'è tutta la parte della competitività delle imprese. Abbia che ovviamente riguarda tutte le imprese, ma dove sappiamo che anche la parte cooperativa, anche sulla parte internazionalizzazione, insomma, grazie perché so che molti di voi hanno partecipato e hanno anche portato il loro contributo all' interno del rapporto. Questo è un altro asset particolarmente importante che sarà sviluppato in questi anni dentro alla nostra priorità. Ricerca, innovazione, competitività. Poi c'è la parte della sostenibilità. Decarbonizzazione di biodiversità e resilienza. Il tema in termini resilienza, purtroppo, è sempre più importante, perché siamo dentro a dei contesti che richiedono dal sisma in poi una resilienza molto forte anche di questa Regione, delle sue filiere delle sue imprese, dei suoi cittadini e questa parte, diciamo, di sostenibilità delle imprese, accompagna poi, con tutta l' azione concreta sulle comunità digitali e anche sulle infrastrutture verdi urbani, a cui io lancio proprio anche una riflessione sui modelli, poi di sviluppo di queste infrastrutture verdi urbane, perché ovviamente non è sufficiente fare fare i muri, fare parchi cita, ma poi devono diventare un patrimonio veramente della collettività, debbono essere fruibili, devono essere gestito in un modo veramente anche molto innovativo. Poi abbiamo tutta la parte territoriale, che è quella delle città sostenibili, degli spazi condivisi, dove molti spazi sono gestiti anche dalle dalla cooperazione, da imprese della cooperazione e tutta la parte naturalmente di promozione territoriale, da Lecco ovviamente cooperative di comunità agli altri soggetti che per noi sono molto importanti. Da ultimo, nell' assistenza tecnica, per noi la parte di rafforzamento delle competenze e partecipazione attiva del nostro parternariato è importantissimo e su questo poi vogliamo fare una vera e propria anche progettazione. In questa nuova programmazione l' FSE Plus offre ovviamente, come sapete, altrettanto opportunità sulla parte della formazione, sulla parte delle alte competenze, della formazione permanente, ma anche un ruolo importantissimo su tutte le azioni di sistema sull' inclusione sociale, che è fondamentale sul quale dobbiamo agire sia attraverso i servizi sia attraverso l' associazionismo sia attraverso le comunità. Quindi è una parte molto importante e tutta la ovviamente la parte di rafforzamento. Stiamo parlando di oltre 2 miliardi di euro che vogliamo, diciamo siano veramente un motore per la trasformazione della nostra della nostra società regionale. Quindi chiudo e dicendo che noi siamo convinti che la cooperazione con la sua storia, i suoi valori, il suo protagonismo sociale e territoriale rappresenti davvero un attore fondamentale per costruire quella Emilia Romagna nel 2030, che deve essere ovviamente a misura d' uomo dei nostri territori. E che deve davvero essere un qualcosa che ci include e che ci rappresenta. Grazie buon lavoro a tutti.
Grazie grazie. Muovono piace il il quadro, è perfetto, i tempi anche e quindi proseguiamo e andiamo a vedere i numeri della cooperazione e do la parola a Guido Caselli, vice segretario generale dell' Unioncamere Emilia-Romagna, che entriamo nel nel vivo del del rapporto, grazie.
Oggi vi parlo di digitale non riescono nemmeno accendere il microfono.
Perfetto, le slide sono già arrivate e partiamo subito con la prima slide.
Eccola qua arrivato.
Oggi parliamo di economia, parliamo di cooperazione,
Teniamo presente però che stiamo vivendo anni veramente difficile, particolari dove siamo di fronte, soprattutto l' emergenza, dal punto di vista Bennett umanitario, parliamo di oltre 6 milioni di morti nel mondo, per per Covid parliamo di 8 milioni e mezzo di rifugiati all' estero dall' Ucraina e teniamo presente che un Paese che poco più di 40 milioni di abitanti,
Dal punto di vista invece economico, diciamo che quello che sta avvenendo in qualche maniera amplificato delle dinamiche che, tutto sommato non già in atto, il diciamo il, l' ARES, la riconfigurazione delle filiere piuttosto che lo smart-working piuttosto che il il, le difficoltà di approvvigionamento, è vero che sono esplose in questo periodo ma in realtà erano fenomeni che in qualche maniera erano già in atto anche negli anni precedenti per cui a maggior ragione vale un po' quello che ci siamo detti negli anni passati. Innanzitutto che siamo sorpresi fra il non più non ancora c'è una fase in cui i vecchi modi di agire non funzionano più.
Ma non abbiamo ancora trovato nuove modalità per risolvere i problemi e, dall' altro, nella metafora del tunnel il mio consiglio è rimane quello di pensare ad arredarlo, che non ha un' accezione negativa, significa essere preparati ad affrontare i cambiamenti che stanno avvenendo ed essere pronti ad affrontare anche quelle che verranno nei prossimi anni possiamo guardare i dati dalla prossima slide,
I dati che vi propongo sono quelli del Fondo monetario interna, del dell' OCSE, relative alle previsioni del giugno 2022, e ci dicono che per l' economia mondiale e il 2022 dovrebbe crescere del 3% se noi andiamo a vedere le previsioni che erano state fatte a dicembre, queste previsioni sono di giugno, a dicembre si prevedeva una crescita dell' economia mondiale del 4,4% vuol dire che c'è stata una riduzione di 1,4 punti percentuali.
Se andiamo a vedere il dato dell' Italia, si prevedeva, si prevede a giugno una crescita del 2005, si prevedeva una crescita del 4,6, quindi vuol dire che noi abbiamo perso 2,1 punti percentuali e siamo il Paese che ha perso di più assieme alla Germania. Vuol dire che da noi l' impatto della guerra si fa sentire in maniera maggiore. Se andiamo alla slide successiva, vediamo il dato relativo all' Emilia Romagna.
E queste sono previsioni Prometeia di aprile e aprile si prevedeva per l' Emilia Romagna nel 2022 una crescita del 2,4%. Loro avevano fatto delle previsioni anche a gennaio e a gennaio prevedevano una crescita del 4,1%. Vuol dire che anche per noi la perdita è stata di 1,7 punti percentuali quindi consistente che se la traduciamo in miliardi vuol dire un quasi 2 miliardi di mancata crescita. Andiamo avanti.
Questi sono dati previsionali, abbiamo già alcuni dati congiunturali che ci fanno capire l' impatto di quello che sta avvenendo, innanzitutto il dato dell' inflazione a maggio 2022, rispetto a maggio 2021, l' inflazione in Emilia Romagna è aumentato del 7% vuol dire che le cose costano il 7% in più rispetto a un anno fa,
Ed è un aumento che ha riguardato soprattutto i beni energetici, ma ha riguardato molto anche altri beni da quelli alimentari e a quelli del dei trasporti. Altro, dato che viene emerge dalle indagini congiunturali delle Camere di Commercio, riguarda quanto le nostre imprese, in questo caso le cooperative, hanno speso di più rispetto a un anno fa per acquistare per i prezzi dell' energia per le materie prime semilavorati e, come vedete, abbiamo un aumento del 31% per i prezzi dell' energia del 21%, delle materie prime che non sono che non è materia energia e del 15% per semilavorati ed è chiaro che tutti questi aumenti poi si ripercuotono in maniera consistente nei prezzi finali e quindi nell' inflazione. Andiamo avanti.
Cominciamo a guardare qualche dato relativo alla cooperazione, innanzitutto sappiamo che l' Emilia Romagna e si conferma e la Regione a maggior vocazione cooperativa.
Il fatturato complessivo del realizzato dalle cooperative in Italia nel 2020 è stato di quasi 130 miliardi, come vedete, più di 35 miliardi vengono dall' Emilia Romagna, quindi il 28% nella cartina affianco, vedete invece la diffusione della cooperazione in termini di addetti in tutti i Comuni italiani e come vedete forte in Emilia Romagna in particolare in Romagna per forza anche in tante regioni come in Puglia come in Sicilia come in Campania, però, se andiamo a vedere il peso delle cooperative in termini di ricavi, è chiaro che l' Emilia Romagna è nettamente, soprattutto e se vediamo la slide successiva,
Vediamo che in Emilia Romagna la cooperazione pesa molto, anche in termini in relativamente al resto dell' economia che noi abbiamo che il vediamo nella slide, eccola qua, vediamo che il 13,5% dell' occupazione in Emilia Romagna è fatto dalle cooperative e, se voi guardate le altre Regioni nessuno arriva a percentuali così alti.
Proseguiamo.
Questo, invece è un dato congiunturale che ci dice come variato il numero delle imprese e degli addetti nella cooperazione nel primo trimestre dell' anno ci sono 52 cooperative in meno e 3162 in meno addetti in meno, quindi c'è stato un calo sia del numero delle imprese che nel numero degli addetti quello degli addetti, come vedete è abbastanza consistente ma probabilmente legato anche a qualche cambio, qualche forma giuridica che è cambiata da parte di alcune imprese.
Se voi vedete, in termini di impresa aumenta la ristorazione, cala soprattutto il commercio, il calo maggiore per quello che riguarda invece gli addetti, l' abbiamo nel settore delle costruzioni, se proseguiamo.
Questo invece è un altro dato congiunturale, riguarda la variazione del fatturato delle cooperative nei principali in alcuni settori abbiamo che nei primi tre mesi dell' anno il manifatturiero aumentato il fatturato dei quasi il 12%, bene anche le costruzioni, bene anche sempre il mio rapporto con il digitale.
Bene anche gli altri settori, però quello che volevo dire non è tanto importante parlare di dati congiunturali in questo periodo perché, come sappiamo, lo scenario sta radicalmente cambiando, quello di cui vorrei parlare oggi e soffermarmi su alcuni tre work in progress, alcuni tre lavori che sto facendo,
E vorrei condividere con voi un po' i primi risultati e se andiamo avanti, il primo riguarda il rapporto fra la cooperazione e lo sviluppo territoriale. Quello che ho fatto prendere i dati di tutti i Comuni italiani, tutti quelli veramente che ho trovato, parlo veramente di migliaia di indicatori che ho suddiviso in due sfere, la sfera demografica e sociale che ho chiamato persone e la sfera economica che ha chiamato imprese, e ho lavorato un po' con tutti questi dati. Per ciascun comune italiano è possibile costruire un report di 50 pagine con tutti questi indicatori, che però chiaramente, essendo migliaia di indicatori, sono difficili da leggere, per cui quello che ho fatto è stato anche di costruire degli indicatori multidimensionali, cioè degli indicatori che tengano conto in maniera sintetica di più fenomeni. è un indicatore sintetico, lo vediamo nella slide, successiva.
In questo testo successivo, messa a confronto l' Emilia Romagna con l' Italia per alcuni indicatori, per esempio la prosperità, che indica quindi il benessere economico in termini di ricchezza, ma anche in termini di altri indicatori piuttosto che c'è l' anti fragilità, che è un indicatore che tiene conto della capacità del territorio di sostenere le persone più fragili, un altro indicatore al dinamismo che tiene conto della variazione della popolazione e tiene conto del ricambio generazionale per quello che riguarda invece le imprese, che la robustezza, quindi il valore aggiunto per abitante, piuttosto che il numero di addetti per abitante, l' ecosistema, cioè la capacità del territorio di creare un ecosistema favorevole allo sviluppo delle imprese, la competitività, che tiene conto di tutti gli indicatori delle imprese, quindi i dati di bilancio, l' export, internazionalizzazione, innovazione fino ad arrivare a un indicatore sintetico che è quello complessivo nel grafico, quello a diamante, vedete la linea rossa che rappresenta l' Emilia Romagna e la linea blu, che rappresenta l' Italia. Tutti questi indicatori hanno un punteggio che va da 1 a 10, una sorta di pagella di voto, dove la linea rossa, dove la linea è più esterna, il valore maggiore dove interna il valore è peggiore. Come vedete, la linea rossa dell' Emilia Romagna è migliore ovunque rispetto all' Italia, tranne per quello che riguarda il dinamismo, come vi dicevo, riguarda la popolazione e quindi riguarda la variazione popolazione, ma soprattutto ricambio generazionale, che vuol dire soprattutto invecchiamento della popolazione, ma che il fatto che siamo una Regione vecchia non è una novità, mentre se voi vedete la cartina destra vedete colorata di rosso e di arancione quei comuni che hanno uno sviluppo calcolato in questa maniera superiore e come vedete emerge una sorta di triangolo che parte da Rimini arriva a Milano e da Milano a Venezia per poi tornare in maniera più debole però a scendere lungo l' Adriatico che quello che avevo chiamato areale over quindi Lombardia, Veneto, Emilia Romagna che si sviluppa soprattutto sul perimetro, dove poi ci sono anche le infrastrutture maggiori.
E come vedete?
Come vedete che la seconda si concentra soprattutto sul perimetro, e se andiamo a vedere la slide successiva?
Ho provato a mettere a confronto per quello parlavo di cooperazione, ho provato a cercare di capire se c'è una relazione fra i Comuni che hanno un maggior sviluppo, un punteggio più alto che visto precedentemente, e la diffusione della cooperazione, quindi ho creato due gruppi ho creato quei comuni che hanno un' incidenza dell' occupazione cooperativa superiore al 10% e un altro gruppo che sono i comuni che hanno un' incidenza della cooperazione inferiore al 2,5%, come vedete nel grafico, la linea rossa rappresenta i Comuni ad alta presenza cooperativa.
Quella blu rappresenta i Comuni a bassa presenza cooperativa e comuni ad alta presenza poco alla cooperativa. Quelli a maggior vocazione cooperativa hanno punteggi maggiori in tutti i risultati, tranne per quello che riguarda il dinamismo e quali sono le caratteristiche che differenziano i Comuni a maggior vocazione cooperativa rispetto agli altri. Una maggiore istruzione terziaria, un maggior benessere economico, un diffuso e col sistema sociale, minor differenze di genere, un sistema imprenditoriale diffuso, più manifatturiero high tech, ma soprattutto più un terziario avanzato e il tema della sostenibilità. Cos' è invece che diciamo per li penalizza un ricambio generazionale? Imprese meno innovative e imprese meno internazionalizzate sono analisi che non consentono ancora di dire con certezza statistica no, che i Comuni a maggior vocazione cooperativa creano più sviluppo degli altri. Però diciamo che è una cosa che andrò approfondire. è sicuramente una tendenza che comunque va messa in rilievo. Una seconda analisi invece che vi volevo proporre ed è nella slide successiva, è quello che riguarda il tema della sostenibilità.
Sto collaborando. Sapete che gli indicatori SGA ormai vengono richiesti e vengono elaborati un po' da tutte le parti. Sto collaborando con Moody' s con burro Mandic per l' elaborazione per la creazione di un algoritmo per il calcolo del degli indicatori ESG per tutte le imprese italiane. è un ago ritmo che parte da tutta una serie di interviste. Va a prendere tutti i dati di bilancio, tutti i dati della struttura proprietaria delle imprese, più altre informazioni che vengono raccolte on line e, tramite questo algoritmo, siamo riusciti attribuire un punteggio a tutte le imprese. Quello che mi preme sottolineare in questa sede. Anche questo lavoro work in progress però, come vedete, la linea rossa che rappresenta le cooperative, le cooperative hanno indicatori di sostenibilità superiori a tutte le altre imprese, per tutte le variabili, dal dall' ambiente al sociale, al governo delle aziende, alle risorse umane e così via. Terzo tema che vi voglio proporre vediamo nella slide successiva, invece quello di dare un' occhiata al futuro.
In questa slide, vedete il confronto fra il 2022 2019, cioè quali sono i settori cooperative che hanno già recuperato i livelli pre-pandemia. Li vedete in alto a destra e praticamente abbiamo in termini di addetti di imprese sul sociale. Poi abbiamo alimentare servizi alle imprese, servizi, alle persone, all' agricoltura che hanno aumentato l' occupazione, ma non le imprese, e non necessariamente un dato negativo, la ristorazione, che aumentato le imprese, ma persone ovviamente in occupazione, chi è che va peggio sono le costruzioni, la logistica, il commercio e l' altro industria. Se noi andiamo a vedere nella slide successiva, quali sono i settori dove sono nate più imprese, quelle che ho chiamato i settori driver, abbiamo settore, abbiamo attività legate soprattutto al sociale, alla formazione, alla alla cultura.
E all' agricoltura e al all' agricoltura. Dov' è che invece perde di più la cooperazione nella logistica e nel settore delle costruzioni o creata anche un' altra classe che vediamo nella slide successiva? L' ho chiamato le inseguitrici e sono quelle imprese ancora acquis, quelle attività magari ancora marginali, però, che stanno crescendo in misura molto consistente, e qui abbiamo attività legate alla formazione e all' informazione, quindi cultura e informazione, ma soprattutto abbiamo tutta una serie di attività che terminano con non classificabili, altrimenti vuol dire che quando il funzionario della cooperativa va in Camera di Commercio per registrarla, il funzionario della commedia della Camera di Commercio so il manuale ATECO di 600 pagine non la trova e la mette come non classificabile. Altrimenti, perché sono tutte attività che guardano verso il futuro, va guardano verso quel non ancora quell' economia in divenire e questa cosa la vediamo anche dai dati del mercato del lavoro. Se noi vediamo nella slide successiva, sono le previsioni Excelsior del quindi fabbisogni richiesti dalle imprese e le nostre imprese in Emilia Romagna nei prossimi tre mesi prevedono oltre 120000 assunzioni. Quali sono le figure che cercano maggiormente cuochi, camerieri, personale non qualificato nei servizi di pulizia operai nelle attività metalmeccaniche conduttori, i mezzi di trasporto, che sono tutte attività tutto sommato che richiedono scarsa formazione, attività che si fa fatica a trovare, perché per il 41% le figure cercate non si trovano.
C'è di positivo che sta aumentando il livello formativo e molti molte persone, molte figure che vengono cercate vengono chiamate per andare a fare in azienda cose nuove, cose innovative per il 12% delle figure andranno a svolgere ruoli non tanto per andare a sostituire chi va in pensione ma per fare cose nuove.
Ed è interessante sapere e lo vediamo nella sua eccessiva, che ci sono anche cooperative che cercano figure di questo tipo.
Cercano un tocco in Economics, un esperto di blockchain, un n t colletto, un grossa hacker, tutte professioni che io non conosco, però le nostre imprese cercano, le nostre cooperative cercano a indicare che queste cooperative stanno andando verso veramente verso un' economia nuova e sono tutte professioni che nascono sulla spinta del digitale.
Vi faccio un breve racconto, lo vediamo nella slide successiva e vi parlo di salto in alto. Fino alla fine del Novecento si saltava frontalmente, cioè si prendeva la rincorsa frontale e si esaltava l' asticella. Come si salta un posto? Il campione era una, un irlandese emigrato negli Stati Uniti, che era arrivato saltare un metro 97, nello stesso periodo si allenava nel suo giardino di casa, un californiano, Giorgio Gori, che non era particolarmente bravo. Ma se lei ne avrà molto, solo questo giardino di casa aveva un problema, era piccolo, per cui non poteva prendere la rincorsa frontale, per cui si inventò un nuovo modo di saltare prendendo la rincorsa laterale e saltando in maniera ventrale di fianco. Fu il primo a saltare due metri e questa sua tecnica fu copiata da tutti per cui tutto saltarono in maniera ventrale. Arriviamo al 1968 Olimpiadi di Città del Messico. Ci sono tutti i campioni più bravi a livello mondiale, saltano tutti ventralmente, finché non si presenta, questo lungagnone Fosbury, che prende la rincorsa in maniera strana e salta dando la schiena l' asticella. Si mettono tutti a ridere concorrenti e pubblico, però un po' alla volta vedono che salta più in alto di tutti e alla fine vincerà la medaglia d' oro soltanto due, mentre 24.
Questo è quello che sanno tutti quelli che non tutti sanno, è che dietro questa e lo vediamo nella prossima slide che dietro questo successo c'è un' innovazione tecnologica, il materasso.
Fino ad allora non si saltava con il materasso, ma si atterranno sacchi di sabbia o di segatura Fosbury fu il primo a capire che con il nuovo te con il nuovo innovazione tecnologica col materasso si poteva saltare in maniera diversa perché, primo, potevi saltare di schiena una volta poi dopo vasta non fu il primo a capire questa cosa e fu il primo a cogliere questa opportunità. Questo per dire no che quando c'è un' innovazione tecnologica, un nuovo fattore abilitante, chi impara utilizzarlo ne trae un enorme vantaggio competitivo.
Ed è la stessa cosa per il digitale, il digitale è un po' il nostro materasso, chi impara utilizzarlo, salto di più.
Se andiamo avanti.
Ormai digitale lo vediamo ovunque, lo abbiamo nel, per esempio, non gireremo non più con il lo smartphone, ma con gli occhiali per la realtà aumentata fino a poco tempo fa, raccontavo delle stampanti tra di adesso siamo alle stampanti 5 di lo smart-working, ne abbiamo già raccontato raccontato tante volte da noi, vale per chi fa lavoro d' ufficio, ma realtà da altre parti del mondo, lo fanno anche dell' industria in Cina, lo fanno e che eliminatori nelle nostre città stanno sbucando stanno crescendo questi Locher,
Questi gabbiotti dove andare a ritirare quanto acquistato su Amazon, mentre in affianco le saracinesche sa bassa, ma come sappiamo, ogni negozio che chiude è un pezzo di welfare che se ne va, però la transizione digitale, se andiamo avanti, non è l' unica emergenza che la cooperazione, così come il resto delle imprese saranno chiamate ad affrontare.
Ma ce ne sono anche altre, quella demografica l' abbiamo ricordata, è quella ecologica.
E andiamo nella slide successiva.
Prepariamoci un mondo in cui robot ci rimpiazzeranno in tutti quei lavori che possono essere automatizzati.
Che possano essere tradotto in un algoritmo perché non c'è gara su questi robot, sono molto più bravi di noi, ma è altrettanto vero che ci sono molti lavori in cui noi siamo molto più bravi dei robot e sono tutti quei lavori che richiedono intelligenza creativa, che ha capacità di uscire dall' algoritmo capacità di risolvere problemi tutti quelli che richiedono intelligenza sociale capacità di stare in relazione agli altri.
E tutti quelli che richiedono una capacità di dare un senso e un significato alle cose, senza intesa come direzione di marcia del dove voglio andare, ma anche proprio nel significato dell' essere dell' agire del perché si fanno le cose, vi racconto una storia che alcuni di voi hanno già sentito, però mi piace sempre raccontare. campionato di calcio scozzese ai tempi della pandemia si sono inventati una telecamera, robot che aveva come compito quello di avere sempre al centro dell' inquadratura il pallone hanno fatto un po' di problemi, visto che la telecamera funzionava correttamente,
Per cui licenziato il cameraman e sono andati avanti solo con la telecamera, robot tutto bene, finché un giorno allo stadio non si è presentato lui, John Crossan 45 anni, professione, guardalinee caratteristica essere completamente pelato.
La telecamera robot ha scambiato la testa del guardalinee per il pallone e per tutta la partita ha inquadrato solo la testa del guardalinee. Per la cronaca, la partita è finita 1 1, ma a casa nessuno ha visto i gol solo la testa del guardalinee. Questo per dire quando cosa significa dare un senso alle cose e chiudiamo con l' ultima slide anche qua chi mi conosce sa che chiudo sempre con una delle città che di invisibili di Calvino oggi è il turno della città di Zenobia, che è una città particolarmente strana, è una città costruita sopra palafitte, anche se il terreno è completamente asciutto.
È una città che si è sviluppata per sovrapposizioni successive che hanno cancellato completamente quello che era il disegno originario della città. è una città costruita male, però se lo chiedete un abitante di Genova e di immaginare una città dove vivere felici, lui vi racconterà sempre una città fatta come Zenobia e Calvino. Chiudo il racconto dicendo inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra quelle felice o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, meno altre due, quelle che continuano attraverso gli anni, le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quello in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati e credo sia veramente tutto qui.
Quello che noi dobbiamo costruire, quello che noi dobbiamo affrontare, un percorso, un percorso fatto di transizioni, transizione demografica, transizione ecologica, transizione digitale, un percorso che non dobbiamo affrontare mantenendo sempre il senso, ma soprattutto mantenendo, avendo ben chiara la visione il dove vogliamo andare e dove vogliamo andare non può che essere una comunità che continua a dare forma ai desideri di tutti e credo che nella costruzione di questo percorso la cooperazione possa e debba giocare un ruolo fondamentale grazie,
Grazie.
Veramente interessante e anche costruito benissimo con le slide.
Chiamo Paolo Venturi, direttore di alcol, e l' Associazione Italiana per la promozione della cultura della cooperazione e no profit ci parlerà il mutualismo come leva di rigenerazione e competitività non so se preferisce parlare se.
Decida lei è per noi, abbiamo preparato due posti per ottimo grazie, prego, dottor, il dono dell' ubiquità, me ne prendo uno allora grazie grazie dell' invito.
E dopo i dati di Guido la presentazione che ha fatto Morena Diazzi diventa difficile scegliere un.
Un tema o comunque fare approvare a surfare, su tanti stimoli che ci sono, che ci sono stati, comunque il rapporto è un è un bellissimo rapporto perché secondo me tiene già insieme degli elementi che non sono soliti del dei rapporti, cioè la dimensione quantitativa, la dimensione qualitativa e la dimensione di policy making, e questo ci dà già l' idea del così, della de della di come anche la cooperazione sia qualcosa che mette insieme più soggetti cioè che non sia solo la cooperazione come come tipologia giuridica ma che la cooperazione sia una grande azione diciamo anche di costruzione di alleanze fra più soggetti e il rapporto questa cosa la racconta molto molto bene.
Proverò a fare un percorso così non tanto sulla rendicontazione, perché una delle cose che su cui la cooperazione spesso si sofferma giustamente, anche, però è appunto rendicontare abbiamo visto i dati sono molto significative. Se arrivasse un marziano, volesse individuare nella terra un punto cooperativo, fosse dovrebbe sbarcare in Emilia Romagna.
E l' 1% di imprese che comunque sono in grado di garantire quasi il 14% di occupati a livello nazionale. Appunto quasi il 30% del fatturato, emiliano romagnolo. Ci son dei settori come la socio assistenziale, dove il peso della della cooperazione è quasi del 70 dell' 80%, e non stiamo parlando di settore privato. Stiamo parlando di settori di interesse generale, quindi diciamo, dal punto di vista della della dello stock della quantità è qualcosa di veramente veramente significativo, però, rendicontare parlare di rendicontazione della cooperazione, secondo me è un' azione un po' riduttiva, perché quello che proverò a fare adesso molto velocemente e fare un' azione invece di valutazione, valutare la cooperazione, valutare un po' questo, questo rapporto valutare significa dare valore e la cooperazione su questo si gioca veramente la sua biodiversità, quindi l' azione è proprio quella di dare valore, cioè non è tanto il problema di cosa, ma soprattutto del come io penso che alle politiche. Oggi debbano interessare tantissimo il cosa, il quanto ma soprattutto il come per quello che diventa interessante la cooperativa.
Il cooperare. Perché dico questo perché oggi siamo all' interno di una serie di di transizione. Guido la fatte molto vedere quasi tutte tutte sostanzialmente sui modelli di welfare, di sostenibilità dei modelli di sviluppo. Però possiamo tranquillamente perseguire la crescita senza avere occupazione e succede in tanti ambiti. Possiamo perseguire la cura alimentando assistenzialismo e non inclusione. Possiamo tranquillamente raggiungere tutti gli obiettivi ambientali, ma depauperare la qualità della comunità, la processi deliberativi che sono all' origine delle scelte ambientali.
Cioè qual è il vero rischio, il rischio in questa fase, qui dove abbiamo una serie di kepì ai PNRR a dei milestone, che ci obbligano a mettere a terra anche i soldi, rischio è un po' quello di promuovere e di inseguire una crescita senza alimentare lo sviluppo ed è un rischio reale perché, come sapete lo sviluppo è cosa ben diversa dalla crescita.
Cioè qual è il rischio dice quello un pochettino di costruire Ivo, cioè di costruire il futuro guardando al passato, no quindi costruire un po' il futuro del passato, invece, secondo me il tema della cooperazione ci serve a costruire soprattutto il futuro nel presente, da questo punto di vista il mutualismo e quello che proverò a dire è un ingrediente fondamentale,
Perché è il mutualismo interviene all' interno di questo rischio,
Al fine di trasformare gli investimenti anche pubblici, legati alla crescita,
In investimenti orientati allo sviluppo, quindi cosa voglio dire, proprio come i come cappello, cioè che oggi molte delle grandi sfide che ci sono, solo dilemmi cooperativi, quelli che ci ha fatto vedere guida sono dilemmi cooperativi, cioè il lo vediamo a dalla guerra in giù sono dilemmi cooperativi,
Il tema non è solo la disponibilità di risorse, il tema è la capacità di condividere mezzi e fini nelle scelte che si devono fare, e quindi qual è il? Il valore di un territorio sta qual è il rating di un territorio, tu fai fai lavorato sugli il rating del territorio sta nella sua capacità di essere mutualità, dato cioè la proxy della competitività di un territorio. A mio avviso, sta nel suo grado di mutualismo. Non parlo solo di cooperative del suo grado di mutualismo, perché sappiamo che un territorio diventa Bulba più vulnerabile quanto più è destrutturato, individualizzato e quindi diciamo più vulnerabile, secondo elemento su cui il mutualismo agisce e il tema dell' incertezza. Oggi siamo di fronte a un nuovo contesto maledettamente incerte, complesso da sempre nella storia la cooperazione si affaccia nei periodi e cresce nei periodi di incertezza.
E si afferma come dirò dopo, anche innovando però il tema dell' incertezza, è un tema fondamentale, perché perché appunto mutualizzare oggi è un metodo anche per tenere insieme la società, in un momento in cui, appunto le scelte e pensate al tema della transizione la transizione energetica,
Stavamo fosse un pranzo di gala, ma si è portata dietro la povertà energetica.
Allora, come come riuscire a trasformare queste transizioni in qualcosa di inclusivo, senza dividere la società e quindi mutualità, dandola la cooperazione? Da questo punto di vista è fondamentale. L' altro elemento che ha in che ha in pancia alla cooperazione de facto è che un naturale antidoto al corto termine smo perché chi fa una cooperativa non fa per fare exit. La promozione delle imprese cooperative non è una promozione orientata, crea ad accelerare processi di creazione del valore per essere estratti emessi in mano. Uno dei tanti o oligo o oligopolisti ONU, omoni un monopolisti, ma è un processo naturalmente orientato in qualche modo a guardare, a guardare lontano la cooperativa. Per certi versi si potrebbe dire che sono un economista che è un è un common, perché nasce da soggetti privati.
Che non possono fruire privatamente di quel bene. E quel bene del fatto consegnato a quelli che verranno dopo, e quindi in un processo in cui le IPAB c'è un mismatch fra breve e lungo periodo. La densità cooperativa de facto costruisce un processo di allungamento dello sguardo nelle scelte economiche e sociali. Quindi,
Elementi sul tema dell' incertezza. Sul tema dell' lungo terminiamo la cooperazione fa oggi è il mutualismo e quindi le cooperative, ma mi interessa soprattutto lo il tema del mutualismo ha un ruolo fondamentale. Il terzo elemento è il tema dell' innovazione,
Perché normalmente si parla di cooperazione, quasi sempre come qualcosa no che va a riparare o additivo nella storia, le cooperative nascono, non sono nate, soprattutto con questa norma, questa spinta no sub specie povertà legata a processi di di così di socializzazione, mutualizzazione rispetto a bisogni primari ma c'è da dire che non solo l' incertezza ma anche l' innovazione e la caratteristica tempi di crisi della cooperazione,
Cioè non solo è un antidoto contro l' incertezza, ma è anche una risposta in termini di innovazione e qui, secondo me le politiche devono sempre di più a cambiare postura rispetto alla cooperazione, anche provocando la, anche forzando dei cambiamenti che sono realmente da conquistare.
Nel se cosa voglio dire, voglio dire che la virtù della cooperazione non sta nell' efficientare quanto nel trasformare. Questo è da sempre pensiamo alla cooperazione sociale. Gran parte dei nomenclatori delle Regioni nascono da servizi creati de facto. La cooperazione sociale. Di fatto pensiamo al tema dei modelli di cura personalizzati, pensiamo ai modelli di rigenerazione delle imprese worker buyout, pensiamo a modelli di gestione dei beni comuni, c'è una quantità di asset pubblici e privati da rigenerare, c'è un modello estrattivo, c'è un modello di gestione pubblica e c'è un modello anche, diciamo, di governance,
Cooperativa mutualistica o neo mutualistica.
Pensiamo ai modelli di rigenerazione delle aree interne e delle periferie costruite con le cooperative di comunità, pensiamo ai modelli delle piattaforme, qual è l' antidoto alle piattaforme per far sì che il dato non venga estratto e le relazioni non siano consumate come un modello di business ma possano essere messe a disposizione direttamente di dei beneficiari? Ecco, tutte queste cose a mio avviso pongono un tema che è la rilevanza politica del mutualismo, cioè il mutualismo ha una rilevanza politica, cioè non è neutrale.
In una regione, in una nazione, farsi questa domanda, le politiche che io metto a terra rispondono a bisogni. Sì, però questa cosa qui è necessaria, ma secondo me non è più sufficiente o meglio la vera domanda, la la vera domanda a cui bisogna rispondere.
Io risponde a bisogni, ma mutualismo o non puntualizzo, perché un conto è rispondere a bisogni in maniera individuale, un conto è rispondere a bisogni, ecco, salutiamo sotto socchiusa, arrivano alla Scala.
Assolutamente.
Un attimo.
Altro altra Sméagol, poi, è quello appunto di domandarsi nelle politiche sia, appunto, mutua, Lizzano o non mutuo Lizzano, questo mi sembra un tema molto molto rilevante, un altro tema che tocco velocemente, che è stato citato da Guido, che mi sono segnato, che è rilevante il tema territoriale, molto bello, il lavoro che prova a perimetrare il territorio Guido no e quindi disegnare un' area di competitività anche su questa cosa qua, secondo me la cooperazione dice qualcosa o meglio la. Il mutualismo è uno strumento di territorializzazione, se lo vogliamo prendere per quello che deve essere e per il motivo per cui è nato.
Cioè anche qui sul territorio. Bisogna capirsi, il territorio non è la mappa, il territorio non è la geografia di un territorio, non è la geografia, solo il territorio è sostanzialmente una ecologia. C'è un sistema di relazioni che insistono all' interno di uno spazio e queste relazioni, nel momento in cui si evaporano quando si indeboliscono il territorio, si indebolisce, territorio, si indebolisce solo quando cala il PIL, il de il territorio si indebolisce quando la qualità delle, gli scambi relazionali.
Connettivi di capitale sociale di fiducia si in qualche modo vi si frammentano o, da questo punto di vista, se l' ecologia delle relazioni a fare a rendere ricco un territorio, noi sappiamo bene che da questo punto di vista, appunto la cooperazione, anche il mutualismo sono un antidoto molto molto rilevante, cioè sono uno strumento per fare il territorio. Dal mio punto di vista, il tema del territorio ha due polarità. Il territorio o si fa o si disfa non è un gioco di parole, nel senso che il territorio noi o lo facciamo la cooperazione o Maker fighter, ma perché perché di fatto è inevitabilmente legata mutualismo non è soltanto una dimensione economica, anche qualcosa di biologico, mutualismo in biologia è una simbiosi che una simbiosi che è opposta cosa al parassitismo. Da una parte c'è il parassitismo, che uno si approfitta dell' altro e l' altro il mutualismo, nel senso che fai le cose con una prospettiva generativa. Quindi, da questo punto di vista, io penso che anche sul tema territoriale valorizzare, dopo dirò, chiuderò con le cooperative di comunità. La cooperazione non è soltanto valorizzare una tipologia giuridica, ma vuole ma a valorizzare un sistema d' impresa che ha sostanzialmente due livelli di produzione del valore, uno verticale i soci, la governance a democrazia, uno scambio mutualistico e uno orizzontale che anche un principio cooperativo si chiama conserva in for Community, è il settimo principio cooperativo, è stato aggiunto nel 95, però, a mio avviso qualifica totalmente gli elementi di territorialità. L' ultimo tema è quello del lavoro che tocco, che ha toccato anche Guido, che che mi sono segnato che è molto rilevante perché va be', non parlo della dimensione anticiclica della cooperazione, perché dovremmo cominciare a darla.
Darla un po' così noi non ritenerla più così le l' elemento differenziale un po' perché i dati non lo so, non sono più quelli di una volta, ma perché occorre cominciare a parlare di qualità del lavoro, non solo di stock del lavoro un po' perché, appunto il lavoro non si trova. Il 40% mi ha visto anche.
Dati Excelsior della dei lavori richiesti non sono disponibili un po' perché comunque la dimensione del lavoro entra sempre più dentro la parola senso, cioè il lavoro è compenso per senso, cioè adesso si sta riportando fuori un tema che è quello salariale un po' per l' inflazione un po' perché comunque abbiamo visto che gran parte dei working poor stanno né una fascia comunque di gente che la appunto lavora, ma la dimensione del senso, secondo me fondamentale, vi dico solo questa cosa come una sorta come hai comunista di Bologna mi ha fatto questa ricerca sui giovani cooperatori under 35 cos' è venuto fuori? Beh, innanzitutto è venuto fuori che per loro il lavoro è fondamentale, perché ha una qualità e la qualità si costruisce su tre livelli. Primo, la formazione che al loro interno dentro e sanno già.
Che la loro qualità del lavoro dipende dalla capacità dell' impresa che l' include di accompagnarli in un processo formativo secondo modelli organizzativi non sono neutri, cioè i giovani. Voglio entrare in un ambiente che è cooperativo non solo nei principi, ma anche nei modi di lavorare, e questo è un tema molto molto rilevante. Il terzo tema, il tema della De Lellis, dell' impatto del senso, cioè quello che vogliono fare in qualche modo, coloro che vogliono fare un poco, a che fare con delle categorie di cambiamento. Termino veramente con visto che nel nel nel contributo del del rapporto mi era stato chiesto anche qualcosa sulle cooperative di comunità solo per dire che con il contratto di rete, appunto di Confcooperative e Legacoop Emilia-Romagna abbiamo fatto una mappatura nazionale, c'è una scuola qui in Emilia Romagna, stiamo accompagnando un processo che proprio qui in Emilia Romagna ha avuto i suoi natali per certi versi che si stanno allargando da questo percorso vengono fuori, secondo me, delle indicazioni di policy che riporto qui, perché mi sembra il tavolo migliore, il primo.
Un conto è riqualificare, altro è rigenerare, occhio, non fare a non sbagliare quando si fanno le politiche. Un conto è tirarla, diceva prima alla Diaz, include tira su dei muri, altro invece è infrastrutturare un territorio, diciamolo ancora meglio, un conto è attrarre risorse col turismo nelle aree interne. Un conto è ripopolare, le aree interne a trarre ripopolare non sono la stessa cosa. Da questo punto di vista, la cooperazione dimostra nei fatti di essere quanto di meglio possa essersi esserci in termini pubblici. Secondo queste, queste esperienze generano valore che occupazione sono un luogo per generare nuova occupazione e chi lavora nel in queste nuove cooperative sono in gran parte giovani, oltre che abitante. Ovviamente, quindi, il tema del senso si lega a queste esperienze. Queste esperienze sono una sfida per molti, è la sfida, viene colta se c'è senso. Terzo elemento che ha a che fare col clima la cura di queste aree, a che fare con la cura di ambienti che sono decisivi anche per la città, cioè servizi ecosistemici, cioè la manutenzione diciamo di spazi che sono periferici è fondamentale per la valutazione anche della vita, dove c'è il 50 60% delle persone e quindi chi sta sue fa questa cosa qua deve essere.
L' altro elemento e termino è che nella ricerca è venuto fuori che le le nelle le regioni che hanno più di tutti così.
Dopo una prima fase promosso. Le cooperative di comunità sono quelle in cui appunto c'è una legislazione favorevole, come a voler dire che le cooperative di comunità nascono dal mutualismo, ma prosperano e si sviluppano se ci sono delle policy che accompagnano perché, oggettivamente, fare quello che fanno i giovani, gli abitanti a 1500 metri a 50 chilometri da un ospedale è completamente diverso che farlo direttamente a Bologna. Grazie.
Grazie grazie, professor Venturi, chiamo Roberto ricevuta il direttore del settore innovazione sostenibile, imprese filiere produttive della Regione Emilia Romagna ci parlerà di illustrare ancora più nel dettaglio perché in parte è già stato fatto i risultati del terzo rapporto biennale sullo stato della cooperazione, col quale abbiamo iniziato il la mattinata grazie.
Ecco, grazie a voi, come è stato anticipato, cercherò di proporvi un breve brevissimo approfondimento sugli aspetti più caratterizzanti del di questo rapporto, soffermandomi in modo particolare su un tema che è quello delle dei progetti integrati realizzati dalle centrali cooperative nell' ambito della della legge che rappresenta il punto di riferimento in Regione Emilia Romagna per il settore della della cooperazione e ancora avanti prego,
Allora i progetti integrati nascono dalla applicazione dell' articolo 7 della legge 6 del 2006, che ho citato dal direttore in apertura, che contiene un pochino tutti gli elementi che scandiscono le le attività della della Regione a favore della della cooperazione, questo articolo, in particolare lascia spazio alle centrali cooperative che, oltre a prendere parte alla Consulta della cooperazione realizzano attraverso risorse dedicate da parte della Regione parliamo di 300000 euro all' anno, progetti specifici sulla base di obiettivi che vengono definiti dalla dalla Regione prima della progettazione prego.
Ora avanti.
Questo è l' articolo 6, prego.
Ecco, ogni biennio viene caratterizzato dalla identificazione di aree di intervento, qui vedete le aree di intervento che ha dato luogo alla progettazione per il biennio 20 e 21, dove la Giunta, ovviamente concordandolo anche in sede di di consulte, definisce le priorità in questo caso il biennio era caratterizzata progettualità che avevano quattro aree di intervento e la promozione della competitività delle imprese cooperative, la cooperazione, l' innovazione sociale, l' economia circolare per lo sviluppo sostenibile e la formazione e la competenza delle governance per il futuro della cooperazione. Qui parliamo di ormai tre anni fa iniziavamo a preannunciare quelli che sarebbero stati gli obiettivi da perseguire e poi, all' interno anche della dell' agenda del 20 e 30, prego.
Da qui sono nati questi otto progetti realizzati dalle centrali cooperative ADC Confcooperative, Legacoop UNCI che hanno rappresentato il punto di riferimento anche per progettualità successive presentate dalle imprese all' interno dei bandi regionali. Vedete ripresi i titoli, vedete ripresi i temi che erano, diciamo che sono espressione delle aree di intervento illustrate in precedenza, ma vorrei soffermarmi sulle aree di intervento. Invece, caratterizzanti la propria, le progettualità che attualmente stanno conduce con conducendo le centrali cooperative, se notate. Innovazione, digitalizzazione delle imprese, transizione ecologica ed energetica, innovazione sociale e cooperative di comunità e competenze governa sono i pilastri del del Patto per il lavoro per il clima sono i pilastri dell' agenda 20 30 e sono anche gli elementi che sono scaturiti nel corso della presentazione di Caselli come elementi fondamentali per proiettarci ad uno sviluppo di questo settore. Prego perché questi temi noi pensiamo debbano essere affrontati, in particolare per la tipologia di impresa cooperativa abbia detto l' impresa cooperativa è un' impresa, ma non è un' impresa come tutte le altre. Le abbiamo già visto prima a dei comportamenti delle reazioni diverse rispetto alle ai diversi aspetti e se se notate 1 I secondo lì, anzi il primo, il secondo progetto e servizi per l' innovazione e la digitalizzazione delle cooperative, il progetto rivolto scoop alle scuole. Abbiamo parlato di ricambio generazionale prima come elemento critico abbiam parlato come dell' innovazione come elemento critico e anche tutti gli altri progetti. Innovazione trasformativa e sfide territoriali. Ho imparato delle cooperative di comunità del tema dello sviluppo sostenibile. Questi sono una sorta di laboratori e un vivaio di progetti che servono per portare la realtà cooperativa a crescere nelle progettualità che poi verranno presentati all' interno dei dei bandi che stiamo costruendo. Direttore in apertura faceva riferimento.
Al tema della digitalizzazione, la riunione che abbiamo chiuso ieri sera alle 08 per concordare proprio con tutte i rappresentanti dell' associazionismo regionale. I bandi quindi gli strumenti che saranno attuati per spendere quei quel miliardo e 24 milioni in sette anni, anzi in cinque anni perché ormai due se ne sono se ne sono andati da qui è il il rapporto sviluppa una, una serie di approfondimenti che vi invito a leggere, che riguardano in particolare torniamo indietro un attimo il discorso legato agli strumenti finanziari, perché qualsiasi progettualità ha poi bisogno di gambe per per poter essere realizzata, e quindi ci sono degli interventi all' interno del rapporto che approfondiscono i temi legati al agli strumenti di sostegno e ben veramente tanti strumenti di sostegno, alcuni dedicati in modo particolare alla cooperazione, come ad esempio von Koper in sala abbiamo anche appunto il gestore Artigiancassa e Unioncamere, detto di.
E di diffusa copre ma anche strumenti, non solo fondi rotativi, ma anche fondi a fondo perduto, appunto, che permettono sia di livello regionale che nazionale, che permettono alle imprese cooperative di realizzare i propri i propri progetti. Il quarto alla quarta sezione, è dedicata al premio innovatori responsabile. Ecco qui una sottolineatura, perché questo è un premio giunta all' ottava edizione quest' anno che quindi, entro 30/09, è possibile presentare la la la candidatura che va ad individuare quegli interventi. Quegli quel quegli esempi, diciamo, di sostenibilità, realizzate dalle imprese. Quindi, attraverso una una cernita del dei progetti presentati sia stata si è costituita questa comunità di innovatore responsabili, che conta complessivamente nella nella Regione Emilia Romagna 594 partecipanti. Ecco la prima cosa su cui vi chiedo di Po di portare attenzione questa.
E 155 di questi 594 soggetti sono cooperative, cioè il 26% dei partecipanti al premio son cooperative a destra. Vedete quanto sia l' incidenza invece delle imprese cooperative nella Regione Emilia Romagna. Prima che lei ci ha fatto vedere, parliamo dell' 1,1%. Allora l' 1,1% delle imprese in Emilia Romagna dimostra invece una sensibilità verso i temi della sostenibilità e sono in un qualche modo la sintesi delle del premio innovatore responsabili in modo tutt' altro che proporzionale. E questo è un aspetto sicuramente positivo, ancora più positivo che il 34% delle dei premiati siano cooperativi qui vedete, la distribuzione a livello a livello regionale.
Ecco, qui vi propongo una un' anteprima di un rapporto che presenteremo il 12 di di luglio ed è un lavoro che dura da tre anni ed è un tentativo di misurare la sostenibilità, perché ormai siamo arrivati al punto che non possiamo più continuare a dirci che è necessario.
A lavorare in modo sostenibile. Dobbiamo misurare soprattutto se vogliamo anche monitorare la crescita, il miglioramento in termini di sostenibilità. Bene, noi abbiamo preso un campione molto importante perché tutte le imprese che finanziamo attraverso i bandi regionali e non sono pochi da qui ne abbiamo fatto compilare 2500 questionari con oltre 160 domande su tutte le dimensioni della sostenibilità, del rapporto coi fornitori dei clienti sul tema del welfare, la sostenibilità ambientale, il tema di governance e abbiamo costituito di degli indici medi complessivi. Quello che vi propongo è una un grafico diamanti di due tipologie di impresa, quindi due cluster all' interno del gruppo complessivo delle 2500 imprese. Quelli azzurri sono, le sono le imprese che partecipano alla totalità delle imprese che partecipano ai bandi regionali e il loro comportamento è sintetizzato nella nel grafico diamante. Quelli verdi sono quelli che partecipano al premio, quindi sono la selezione più virtuosa delle delle imprese, di cui le la cooperazione ha la maggior parte della rappresentanza. Vedete come il comportamento del grafico verde, quindi della linea verde, è assolutamente più elevate in tutte le dimensioni della sostenibilità, ma non di poco, con un indice medio molto più elevato su tutti i temi. La debolezza che abbiamo riscontrato nel nel settore della cooperativa della cooperazione all' interno del del questionario, ancora una volta porta sugli aspetti dell' innovazione e del ricambio generazionale. La goccia batte lì e quindi quello è il punto su cui ovviamente dobbiamo lavorare. State già lavorando e su cui ci aspettiamo i risultati più più importanti e il rapporto è ricco, poi di approfondimenti e di riflessioni e di tutto quello che è, come dicevo avventura prima, non solo una rendicontazione quantitativa, ma una una riflessione che serve poi per traguardare a nuovi, a nuovi obiettivi, le cooperative di comunità sono un po' all' ordine del giorno. Sappiamo che c'è una legge in fase di approvazione a livello regionale sulle quali.
È ovviamente, dovremmo lavorare per attuarla a livello anche operativo.
Qui ci sono alcuni contributi che vi invito veramente a leggere e l' ultima sezione prego.
È riservata alla alla, alle nuove frontiere, quindi a tutti i temi legati all' innovazione sociale, alle piattaforme cooperative, alla rigenerazione urbana, alle comunità energetiche, anche qui abbiamo la legge nuova che dovremmo attuare né nei prossimi mesi, insomma, sono l' inizio, quest' ultimo capitolo di tutta una serie di di approfondimenti che ci devono portare a progettare le nuove attività, le nuove iniziative che serviranno, riprendendola la metafora di Caselli, a cambiare il modo in cui saltiamo gli ostacoli a farci meno male possibile sul materasso non c'è, ma soprattutto a collaborare per realizzare insieme questa questo cambiamento. Grazie,
Grazie Ricci, mi inganni, l' ultimo approfondimento, Francesco Mills, che è Presidente regionale Confcooperative, e in questo caso parlo in rappresentanza di la cooperazione emiliano-romagnola, il titolo dell' intervento e il contributo della cooperazione allo sviluppo dell' Emilia Romagna, grazie, dottor 1000.
Grazie a voi.
Grazie a tutti gli invitati, tutti gli invitati alle autorità e un ringraziamento particolare all' assessore Vincenzo Colla, tutto, il gruppo dirigente dell' assessorato, per aver voluto, prima di tutto e poi organizzato questo momento in collaborazione con la Consulta della col per azione.
Ringrazio, Guido Caselli.
Vice Segretario dell' Unioncamere Emilia-Romagna e Paolo Venturi per gli spunti sempre interessanti e gli stimoli che ci portano, un particolare ringraziamento alla Sottosegretaria Anna Ascani, tanto per essere qui con noi e poi per l' attenzione che riserva alla cooperazione nella sua quotidiana interlocuzione sul livello nazionale.
Io sono un po' emozionato e non vi nascondo il piacere di rincontrarci dopo.
E anche con quelli collegati in remoto, perché abbiamo anche alcuni collegati e diamo come cooperatori dell' Emilia Romagna un caloroso benvenuto a questa Conferenza regionale della cooperazione, un appuntamento che avevamo reintrodotto nella precedente legislatura e che, per le ragioni che ovviamente tutti conosciamo abbiamo,
Solo ora potuto potuto riprendere lo facciamo alla vigilia della Giornata mondiale della cooperazione, che si celebra domenica tra luglio e a un decennio di distanza dalla dall' anno internazionale della cooperazione delle Nazioni Unite, dove si è focalizzati sul contributo della cooperazione per rendere il mondo migliore lo slogan di quest' anno, ricostruire meglio insieme riprende i temi sviluppati nell' anno internazionale. Le cooperative che costruiscono un mondo migliore. Mai forse come in questo momento storico, avvertiamo quotidianamente quotidianamente cosa possa significare un mondo migliore. La cooperazione, ormai da 200 anni, opera per diffondere i principi di collaborazione e di comprensione e di fiducia, di equità che sono alla base di una convivenza pacifica fondata sul dialogo Lica, che è l' Alleanza delle cooperative internazionali. Anche nel suo ultimo congresso, a dicembre del 2021 a Sen, ha sottolineato come sia prezioso raccontare promuovere il nostro modello di business centrato sulla persona, ispirato ai valori cooperativi di mutuo aiuto, responsabilità, democrazia, uguaglianza, equità e solidarietà, nonché i valori etici di onestà, apertura, responsabilità sociale e cura degli altri. è proprio partendo da questi valori, tradotti quotidianamente in azioni che le cooperative contribuiscono a creare un mondo migliore, mondo che oggi più che mai ha bisogno di collaborazione e di cooperazione tra le persone, tra i popoli.
Operando in tutto il mondo in diversi campi dell' economia, alla cooperative promuovano la partecipazione, la lotta al degrado ambientale e il cambiamento climatico, generano posti buoni di lavoro, contribuiscono alla sicurezza alimentare.
Mantengono il capitale finanziario all' interno delle comunità locali, costruiscono catene di valore etiche e migliorando le condizioni materiali e la sicurezza delle persone, costruì contribuiscono alla pace, temi che negli ultimi tempi hanno trovato l' attenzione anche dell' Unione europea,
09/12/2021, la Commissione ha presentato il primo piano d' azione per l' economia sociale contenente proposte per svilupparne il potenziale, con l' obiettivo di creare posti di lavoro di qualità e coesione sociale nel prossimo decennio,
Non lo scorso 17/02/1923 ministri europei si sono incontrati per la prima riunione informale sull' economia sociale, sottoscrivendo una dichiarazione dove si afferma la volontà comune dell' Europa di svilupparla per affrontare le sfide climatiche e creare posti di lavoro ad alto contenuto sociale.
A Bologna, nel prossimo mese di ottobre è in programma una delle riunioni dei ministri europei proprio su questi temi, per proseguire su questo percorso e rafforzare l' impegno comune.
Nel Piano d' azione per l' economia sociale si afferma che le cooperative rappresentano un modello consolidato di impresa che a specifici connotati sociali, indicando le come strumenti adatti per la ricostruzione di impresa tra lavoratori di aziende in crisi, gestione di piattaforme, Comunità energetiche, cooperative per la gestione dei dati personali in quanto veicolo di innovazione sociale,
Siamo soliti affermare che quando nasce una cooperativa, si produce un' innovazione sociale, non perché sia necessariamente una innovazione nel prodotto nel servizio che andrà a sviluppare, la perché introduce un nuovo, modo più democratico di affrontare il processo produttivo, una modalità inclusiva che non vuole e non deve lasciare indietro nessuno.
Le prime cooperative di consumo sorte nel 1800 non hanno agito sui prodotti, ma sul modo in cui utilizza gli utilizzatori ne potevano venire in possesso.
Le cooperative di credito hanno organizzato il bisogno e non l' offerta di denaro. Tra poche persone le cooperative agricole tra produttori hanno cercato di organizzare l' offerta, le cooperative sociali hanno organizzato la risposta ai bisogni dei cittadini per i quali le istituzioni non riuscivano a soddisfare pienamente le esigenze e così più recentemente accade per il fenomeno.
Ne abbiamo appena parlato delle cooperative di comunità che vanno affermandosi lungo tutta Italia, l' Emilia-Romagna viene considerata la culla della cooperazione e per questo vogliamo candidarci a ospitare il Centro europeo di competenza per l' innovazione sociale.
Previsto nel piano della Commissione.
Il Patto per il lavoro e per il clima ha promosso dalla Regione, sottoscritto da oltre 50 sigle tra istituzioni, associazioni, rappresentanti dell' economia, sindacati, università, è un altro motivo che dimostra come, in questa terra, gli obiettivi importanti e strategici nascono dal confronto e dalla condivisione da questo punto di vista l' Emilia Romagna rappresenta un esempio,
O come preferisce il nostro presidente Bonaccini, un modello unico in Italia di innovazione politica e coesione sociale, il sistema cooperativo è stato attore convinto del patto per il lavoro per il clima,
E ancora di più, nei momenti difficili e tragici della pandemia, ha partecipato ai momenti di confronto con la Regione, dando sempre il proprio contributo in termini di proposte costruttive.
Non dimentichiamo i giorni dove le mascherine chirurgiche non si trovavano e vi era la necessità di condividere anche con le istituzioni pubbliche quelle poche che erano a disposizione non dimentichiamo che a maggior ragione dei soci e dei lavoratori, delle cooperative, sociali, sanitari e della distribuzione della logistica delle polizie dell' agroalimentare che mettendo a repentaglio anche la propria incolumità hanno garantito che il nostro territorio riuscisse a sopravvivere socialmente ed economicamente superando la fase più acuta e più recentemente non dimentichiamo l' impegno messo in campo dalle cooperative per accelerare le le vaccinazioni mettendo a disposizione spazi e personale.
Nel contempo, molte cooperative hanno dovuto bloccare oppure limitare fortemente le proprie attività, le cooperative di ristorazione, quelle culturali e dello show degli spettacoli degli eventi del trasporto persone, le cooperative sociali impegnate nella gestione dei servizi scolastici o all' infanzia e quelli.
Che gestiscono centri diurni per anziani e disabili,
Lo rimarco perché spesso si intende a dimenticare queste realtà, se pensiamo a quei momenti e risultati economici che attestano la complessiva tenuta del nostro sistema cooperativo, possiamo ritenerci soddisfatti i dati illustrati dal dottor Caselli, pur registrando segnali di rallentamento, danno il senso di un sistema complessivamente solido.
Il protagonista dell' economia regionale e nazionale, cito solo tre dati,
Il 13.5 degli occupati della Regione lavoro in cooperativa.
Tra le prime 10 società presenti in Regione ci sono tre cooperative.
Circa il 30% del fatturato della cooperazione in Italia proviene proprio dall' Emilia Romagna.
In piena pandemia, nessuno avrebbe scommesso su questi risultati.
Nel puntuale e completo terzo Rapporto biennale sullo stato della cooperazione 2020 21, che ci è stato appena illustrato, e redatto dalla struttura dell' assessorato allo sviluppo economico, che ringrazio per davvero per il costante lavoro di supporto e collaborazione sono raccolte non solo le attività svolte dalle centrali cooperative grazie ai contributi della legge 6, ma anche quanto la Regione complessivamente investito a sostegno del movimento cooperativo tra i vari provvedimenti. Vogliamo ricordare che la prima legge di questa legislatura riguarda la cooperazione e, nello specifico, il, il sostegno al credito attraverso la destinazione di parte delle risorse del FAS copia regionale.
A garanzia delle cooperative per affrontare le difficoltà finanziarie derivanti dalla pandemia.
Un provvedimento fondamentale che, assieme ad altre risorse messe a disposizione per tutti gli enti imprese, colloca la nostra regione a essere tra quelle più efficaci e soprattutto tempestive, con sostegni che sono arrivati ancora prima dei provvedimenti del Governo nazionale.
Purtroppo, da 10 anni prima la crisi finanziaria del 2012, poi la pandemia è oggi una quotidianità condizionata dai riflessi di un di una guerra in corso, non ci hanno dato respiro.
Ma in questo tempo i dati dimostrano che la resilienza cooperativa è un dato di fatto incontrovertibile,
Questo perché, complessivamente, il sistema cooperativo ha interpretato attraverso la mutualità la valorizzazione delle persone e dei territori, dando corso ad un' azione generativa, non ha estratto valore, non ha speculato, ma ha generato sviluppo e lavoro,
Il movimento cooperativo a 2 200 anni di storia, ciò significa che almeno sette generazioni di cooperatori hanno profuso in esso il proprio impegno e creduto in certi valori oggi, soprattutto in Italia e in Emilia Romagna in particolare, abbiamo numerose cooperative molto grandi, solide, robuste, forti di fatturato davvero importanti di attività sempre più articolate di un radicamento territoriale via via esteso.
È come se ogni generazione avesse ricevuto un piccolo Praz piccolo patrimonio da quello precedente e lo avesse consegnato incrementato a quello successiva certo non sono mancati i momenti di difficoltà basti pensare storicamente al fascismo, ma il Niger linea generale, questa è la dinamica di fondo che ha consentito una progressiva comunicazione ed è una dinamica intergenerazionale.
Non a caso, analizzando il sistema economico regionale tra quelli che hanno maggiormente investito sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibili fissate dall' Agenda ONU 2030, vi è proprio il sistema cooperativo, la sostenibilità infatti è un concetto pienamente cooperativo, non tanto per le azioni messe in campo dalle singole imprese, per quanto importanti ma proprio perché fa parte del DNA del nostro modello di impresa la sostenibilità braccia alla sfera sociale, economica e ambientale.
Non a caso il professor Stefano Zamagni parla di sostenibilità integrale, un concetto più largo che rimanda a una maggiore mutualità,
Pensiamo ai temi che occupano il dibattito in questi giorni, oltre alla guerra, energia e risorse idriche.
Sono risorse che, al di là di come e dove si producono, devono essere a disposizione di tutti e impongono anche una cooperazione tra i territori.
Le risorse naturali ambientali sono fondamentali non solo da un punto di vista energetico, ma anche da un punto di vista paesaggistico e turistico turistico e pongono le aree interne in una nuova dimensione strategica di sviluppo.
La nostra Regione è così ricca di distretti produttivi, può avvalersi così anche di una potenziale ricchezza poco utilizzata che ancora esiste nel residuo, tre tessuto pren produttivo delle periferie e dei territori appenninici.
Le risposte in termini di richiesta ai bandi che la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione per questi territori sono la riprova della vitalità esistente, la selezione delle ulteriori aree interne assegnate alla nostra Regione con le relative risorse rappresentano un ulteriore stimolo in questa direzione.
Su questi temi, la cooperazione dell' Emilia Romagna e a disposizione per affiancare le istituzioni territori e i cittadini in un percorso inclusivo di crescita sulle comunità energetiche, sulle cooperative di comunità e, più in generale, per una crescita economica e sociale in una logica di sussidiarietà,
Per noi le istituzioni sono il luogo delle scelte, dove le espressioni della società trovano la loro sintesi democratica.
Non possiamo mettere a disposizione le nostre capacità di leggere, noi possiamo mettere a disposizione le nostre capacità di leggere i bisogni, anche le nostre risorse, in una logica di coprogettazione.
Questo potrà avvenire anche i settori, come quello sociale, sanitario, nella logica che in questi anni ha contraddistinto la nostra Regione attraverso il processo di accreditamento che dovrà essere aggiornato, in particolare, sarà importante rivedere il sistema di accreditamento dei servizi sociosanitari rivolti a persone anziani e persone con disabilità anche alla luce delle profonde modificazioni demografiche delle risorse previste dal PNRR.
Sarà necessario riaffermare, se non correggere, la funzione della cooperazione sociale, di inserimento lavorativo che ha consentito in questi anni di trasformare utenti a carico delle istituzioni in cittadini, produttori di reddito e soprattutto di dignità, questo modello di coesione sociale va difeso dalle visioni di interessi immediati che possono produrre danni sociali e maggior costi.
Crediamo sia opportuno che anche i sindacati dei lavoratori siano coinvolti e lo strumento cooperativo si ripropone in questa dimensione come quello più efficace e moderno lo è stato anche per tanti lavoratori che hanno perso il lavoro a causa di crisi aziendali.
Anche se ha un primato di cui avremmo voluto fatto volentieri a meno, l' Emilia Romagna è stata la Regione in cui si è costituita il maggior numero di cooperative tra lavoratori provenienti da aziende in crisi o senza più futuro, attraverso un' azione di sensibilizzazione della Regione sistema il sostegno economico di Cfi e dei fondi mutualistici della cooperazione si è garantita l' occupazione a oltre 2000 lavoratrici e lavoratori. La nostra Regione, per le scelte fatte e per gli investimenti che sono in programma e per quelli che attrarrà, si pone tra quelle leader nel panorama nazionale ed internazionale.
Questo è possibile grazie al tessuto produttivo di na dinamico ed eterogeneo.
Così come abbiamo condiviso nell' ambito del Patto per il lavoro e per il clima, stiamo lavorando per coinvolgere tutto il sistema cooperativo nel processo evolutivo di transizione digitale e di transizione ecologica lo fanno le nostre imprese leader che operano nel settore manifatturiero, nei servizi, nella logistica, nell' agroalimentare, nei trasporti, nelle costruzioni, nel campo dell' abitazione, nel bancario e assicurativo ma è anche come associazioni abbiamo investito risorse per contribuire, contribuire a ridisegnare e ammodernare i modelli produttivi,
In particolare, da alcune associazioni sono stati proposti studi per la rigenerazione urbana e sui nuovi modelli dell' abitare studi e proposte per una logistica semplice, sostenibile, sicura sull' intermodalità, per la realizzazione delle Comunità energetiche, per un rapporto tra produttori e consumatori che non penalizzi nessuno, che rappresentano fattori strategici.
Per tutte le filiere e nelle relazioni tra le filiere, una logistica efficiente sarà determinante per il posizionamento sul mercato e, conseguentemente, il successo delle nostre produzioni. A questo proposito, sottolineiamo con favore l' accoglimento della nostra richiesta di istituire un tavolo regionale per la logistica sostenibile avanzata in sede di confronto sul documento tutela della salute e della sicurezza sul lavoro,
Naturalmente siamo pronti per affiancare, attraverso le nostre associazioni e i loro centri servizi, il processo di implementazione dell' innovazione digitale che la Regione intende promuovere, così come chiediamo un sostegno affinché la collaborazione proficua con il sistema universitario possa evolvere in una più marcata promozione e valorizzazione del modello cooperativo.
Siamo conosciuti nel mondo come la terra, la terra della cooperazione, sarebbe auspicabile che, così come si è fatto per la Motor Valley e si farà per attrarre competenze e lo si potesse fare per promuovere il modello cooperativo attraverso progetti che riguardano la valle della cooperazione,
Nei prossimi giorni sarà in discussione nell' Assemblea legislativa regionale la nuova legge sulle cooperative di comunità, un traguardo per noi importante perché l' adesione dell' Emilia Romagna a sostegno di queste nuove forme di auto imprenditorialità dà valore anche a quanto già avvenuto in altre regioni d' Italia e se questa legge fosse approvata all' unanimità, sarebbe un gran bel segnale per le istituzioni, per la coesione sociale di questa Regione e una grande responsabilità per tutti noi e che cercheremo di onorare grazie.
Grazie.
Un un, un piccolo fuori programma che amo e il presidente di Legacoop Mauro Lusetti che voleva fare un saluto grazie Lusetti,
Ho poche cose perché l' occasione ghiotta e credo che di interpretare le il pensiero di tutti i cooperatori che sono presenti in sala, nel dire che la Regione Emilia Romagna, con questa sua attività che si sta ripetendo né nel tempo e negli anni fornisce a noi cooperatori un servizio di assoluta di assoluta qualità e ci mette nelle condizioni anche di riflettere su alcune questioni che riguardano il nostro mondo il nostro modo di operare e dalle relazioni sono emerse una serie di spunti sicuramente interessanti. Il primo, su cui vorrei soffermarmi è che sia stato rappresentato una realtà dal punto di vista cooperativo che presenta l' Emilia Romagna con una densità cooperativa importante, la più importante in questo Paese badate. Questa cosa ci consegna sicuramente un un tema di responsabilità, perché abbiamo fatto un grande lavoro, ma ci apre anche un problema, perché noi abbiamo un un, un impegno, una responsabilità nei confronti del Paese che ci deve chiamare a.
Mantenere e coltivare una dimensione nazionale se siamo forti solo in Emilia Romagna.
Vuol dire che da qualche parte abbiamo dei problemi seri, quindi il richiamare un tema come quello del cooperare tra cooperative e quindi mettere nelle condizioni le grandi cooperative. Il movimento cooperativo emiliano romagnolo, di rapportarsi con il resto del Paese e se, facendo non soltanto azioni dal punto di vista imprenditoriale, per.
Portare a casa volumi d' affari, presenza economica, ma anche una diffusione della dell' impresa cooperativa negli altri territori. Credo che sia un elemento sul quale abbiamo bisogno di riflettere maggiormente. La seconda riflessione che mi viene da fare è quella che 03/07 c'è la giornata internazionale della cooperazione. la cooperazione si è sviluppata sempre in questi 130 e rotti anni.
Quando c' erano due Pro due questioni. Da una parte fratture sociali che generavano un bisogno, dall' altra movimenti di tipo sociale e politico che hanno accompagnato lo sviluppo della cooperazione, che hanno fatto sì che poi si sviluppasse anche quel tessuto di tipo legislativo che ha consentito di consolidare delle realtà. Guardate questo binomio, soprattutto negli ultimi anni, dove la cooperazione ha sviluppato un suo profilo di autonomia che non vuol dire distanza dalla politica, dai movimenti, ma vuol dire distinzione. Ecco, io credo che abbiamo la necessità di come dire di approfondirlo ulteriormente,
Perché l' autonomia è un qualche cosa di assolutamente prezioso. L' autonomia si porta dietro anche un elemento di debolezza, che è la solitudine.
Quindi, se noi l' autonomia non l' ha con noi, la concediamo anche CAL con la capacità di sviluppare alleanze con la capacità di consolidare delle relazioni che ci consentono di essere non solo propositivo dal punto di vista delle idee ma anche concreti nella loro realizzazione. Giustamente si diceva Venturi, noi non siamo nati per efficientare, siamo nati per cambiare, per modificare il mercato, per affermare dei principi e non possiamo solo raccontarle queste cose, quindi abbiamo bisogno di.
A mettere in piedi delle alleanze che ci consentano di di conciliare l' autonomia con l' assenza della solitudine, perché altrimenti noi le cose le raccontiamo solo e questa è la seconda riflessione che mi sentivo di fare. La terza è quella che sulle nuove frontiere non ci sono solo le dimensioni di tipo tecnologico, no che ci spingono ad affrontare le questioni, ma ci sono anche nuovi strati sociali che si rivolgono alla cooperazione come strumento per affermare una loro dimensione economica penso a un dato solo ce ne sono tantissimi, ma cito solo questo per brevità e poi vi lascio il podio.
Si parla di riforma della sanità, si dice, attraverso le forme della sanità vogliamo riappropriarci del territorio, badate che nel momento in cui si dice ci riappropriamo del territorio si dicono tante cose ma complesse e complicate da governare e da gestire e quando noi vogliamo unire il l' aspetto sociale con anche l' efficienza dal punto di vista della gestione dei servizi in Corciano sulle,
Sulle nostre cooperative sociali che già ci sono, ma ci sono anche le cooperative di medici che si stanno sviluppando in maniera importante in quella direzione e sono categorie nuove, queste che si rivolgono alla cooperazione, perché vedono nella forma cooperativa una modalità collaborativa e diversa di fare il proprio mestiere e la propria funzione e quindi noi su questo tema abbiamo la necessità sicuramente di stare molto attenti, un' ultima riflessione. Cooperative di comunità e cooperative energetiche.
Sempre recitando Venturi, un conto è attrarre turisti, un altro conto è ripopolare.
Qua noi bisogna che questo tema delle alleanze, a questo tema della capacità di come dire non solo di raccontare le cose ma anche di porci il problema di come farli diventare realtà concreta che cambia una dimensione, è una sfida importante, le comunità energetiche sono le comunità e le cooperative di comunità sono una grande grande come dire opportunità di sviluppo di nuova cooperazione ma attenti a non caricarli troppo delle responsabilità che poi non sono capaci di portare a termine in generale non nello specifico sulla singola realtà.
E quindi noi abbiamo bisogno di tenere conto sempre quando parliamo di cooperative che c'è un tema, lo scambio mutualistico, che si traduce poi nel fatto che nascono se ci sono i soci che vogliono far nascere delle cooperative che hanno un bisogno su cui rispondere che deve essere uno scambio mutualistico forte e riconoscibile e duraturo nel tempo.
Perché altrimenti le Comunità energetiche sono una grandissima cosa a cui affidiamo un compito troppo grande per essere realizzato, cioè frenare lo spopolamento delle aree interne. Ci viene in aiuto il tema delle comunità energetiche, perché lì c'è il bisogno forte e costante e continuativo che quello dell' energia, che, assieme alla grande valore della comunità della cooperativa di comunità può realizzare un' impresa cooperativa che è capace di contribuire allo spopolamento delle aree interne, sono sfide importanti che richiedono l' unità che ricredono capacità, competenza, investimenti, io credo che la cooperazione sia nelle condizioni di fare tutto ciò. Grazie di avermi dato questa opportunità di un saluto. grazie al presidente nazionale, Legacoop Lusetti. siamo stati perfettamente nei tempi, ci avviamo alle doppie conclusioni, iniziamo con l' assessore Vincenzo Colla, assessore regionale. Allo sviluppo economico e green, con il lavoro, formazione e poi.
La sottosegretaria. Grazie con grazie,
Diciamo che è stata una bella giornata di qualità, di discussione della cooperazione. Adesso a Francesco dico subito la valida. La cooperazione, il marchio, che la solo Bonaccini quindi possa avviare la pratica, ma solo lui dà la valle,
Ringrazio veramente la sottosegretaria Anna anche per il lavoro che fa poi esplicita la lei anche il percorso del Governo e dell' attenzione sulla cooperazione.
E saluto ovviamente, Mauro, permettetemi un saluto particolare a Giovanni, che ci sta ascoltando vorrebbe essere molto qua, ma comunque è una roccia, e mi sembra che sia uscito una discussione, un lavoro, un posizionamento di grande qualità, devo ringraziare la mia struttura per il feedback con voi l' arricchimento ma anche la mole di posizionamento di merito che abbiamo dato e,
Molto interessante le valutazioni di Venturi di Caselli sempre innovativi, mai banali, non dobbiamo essere piatti quando parliamo di cooperazione, dobbiamo sempre spingere in avanti, la macchina vuol dire scavare, ricercare nella cooperazione, se c'è un punto che la cooperazione è sempre riformista mai populista, altrimenti vuol dire andiamo in un ambiente delicato e in questa,
Scenario, permettetemi, io non ho cambiato idea su questo. La cooperazione in questa Regione non solo è strategica, sta dando un contributo eccezionale, lo dà anche nei momenti difficili. Non dimentichiamo mai che questa Regione dimentichiamo in fretta, ma dentro l' Oldham abbiamo messo un milione di persone in cassa integrazione, un miliardo di ore di un milione, un milione di persone in cassa, integrazione, un miliardo di ore di di cassa integrazione utilizzata, 200000, imprese chiuse per vincoli anche della cooperazione e devo dare atto al gruppo dei vigente tutto dalla cooperazione di una responsabilità eccezionale. Ecco lì uscita veramente un' anima valoriale molto forte, e voglio ringraziare qui lo lo voglio fare, vuol dire a conclusione anche di un lavoro che abbiamo fatto insieme e non ci sarebbe stato nessun Assessore che sarebbe stato in grado di reggere di fronte a uno scenario di tale portata, se non ci fosse stata quella mediazione sociale, i corpi intermedi sono importanti. Non lo dico per esperienza del passato, ma lo dico perché io ritengo che nella complessità di una società la rappresentanza sia un fattore importantissimo dal punto di vista anche della relazione del dialogo di qualità.
Ora i numeri sono stati dati, la la, il fattore strategico della cooperazione due-tre, 235000 dipendenti, soci e lavoratori qui dipendeva e paghiamo anche, ovviamente, di molti soci, che è la cosa anche molto bella. E 33 miliardi 13,5% ovviamente d' impatto con tante imprese cooperative e la la. La dimensione della cooperazione in questa regione è un fattore eccezionale.
È noto che voglio molto bene la cooperazione, o anche una responsabilità, di essere in un' area cooperatore dell' anno, quindi devo anche stare attento a come mi muovo adesso anche una responsabilità che, devo dire, mi consegna la cooperazione, di cui sono veramente onorato e siamo dentro, tra l' altro, alla discussione di una giornata internazionale della cooperazione. Qui io vedo la cooperazione fatta, così tiene sempre insieme sviluppo e sociale, quindi scienza umanesimo. sempre questo tratto poi tiene insieme storia, valori, lavoro, quindi siamo sempre, in un ambito costituzionale molto importante, tenere le nostre radici. Prima veniva detto il legame territoriale, ecco, incarna benissimo la storia di questa Regione, la cooperazione, noi abbiamo un forte legame territoriale, ma relazione eccezionale, che hanno filiera lunga, nel senso che questo Emilia Romagna sta nel mondo, non è là e ci sta prima delle produzioni, ci sta perché c'è una qualità della relazione eccezionale. Le relazioni fanno la differenza per fare buone relazioni. Ovviamente ci vuole la qualità delle teste, ci vuole l' acqua, ci vuole cultura, ci vuole apertura, ci vuole multiculturalismo, ci vuole nazioni ingredienti eccezionali che son prima della manifattura.
Prima della manifattura prima del del processo di sviluppo ci sono sempre le teste. La qualità delle teste in un territorio fanno la differenza della sua economia, fa la differenza della coesione sociale e in questo scenario.
Ovviamente abbiamo un patrimonio che l' abbiamo fatto insieme.
Io non sono abituato, lo sapete a dire che l' Emilia Romagna è un modello, perché qui c'è un magma che si sta muovendo a una velocità incredibile, ma se c'è un punto di modello, certamente è quella della capacità. Quando abbiamo definito il Patto per il lavoro patto per il clima. Ecco quello è un modello, quello è il modello, è la capacità dei soggetti pubblici, privati di rappresentanza dell' Accademia delle nostre città di riconoscersi a monte perché a valle già tutto è avvenuto là. In fondo vuol dire quando sei là, che magari non te ne sei accorto è già avvenuto tutto arrivi tardi. La capacità di discutere prima in questa Regione di posizionare una strategia, quello è un vero patrimonio. A volte noi lo diamo per ordinario, ma siccome anche voi avete girato l' Italia, avete girato il mondo. Ecco la capacità di avere una mediazione prima di sapere dove vogliamo andare in questa Regione, dove posiziono, avremo le risorse. Qual è l' analisi comune del cambiamento? Questo è il vero patrimonio di questa Regione, perché la rende molto affidabile, molto forte, molto sexy, per far arrivare investimenti, siamo una Regione che arrivano investimenti a tutto il mondo e siamo però anche molto responsabile nel gestire non solo il patrimonio pubblico ma anche il patrimonio sociale di cui la cooperazione leader dentro le funzioni sociali di questa Regione e lì non è che abbiamo.
Fatta una discussione sul mandato di collo di Bonaccini troppo poco.
Abbiamo fatto una discussione guardando una traiettoria. Cosa stava succedendo, cosa stava avvenendo? Siccome l' Emilia Romagna sta nel mondo, per sua natura, deve guardare sempre il mondo. A partire dall' Europa. Abbiamo preso ovviamente Agenda ONU 2030, abbiamo preso Laudato, sì, abbiamo preso con 21, adesso 24 creasse son tutti e tre del 2015, li abbiamo selezionati, li abbiamo messi dentro al Patto per il lavoro e Patto per il clima, ma provate a immaginare quei tre assi, come hanno cambiato stanno cambiando il mondo dell' arte, sono ineluttabili, l' Europa è diventata da fiscal compact, è diventata Grigno del Next Generation Europe ricoveri, è diventata keynesiana. Io, che son progressista, chapeau e però è diventata keynesiana su una cambiamento culturale inedito, ha posizionato cinque aree di riferimento, doveva posizionato quell' investimento che non ha precedenti nella storia contemporanea e li ha posizionati su cinque anni. Una modalità di sviluppo, una modalità sociale, una modalità del sapere, la coesione quale fattore strategico per l' Europa.
In questo scenario noi.
Ci siamo posizionati, avendo insieme discusso una strategia.
Come abbiamo posizionato questa strategia su quei indicatori abilitanti che uscivano anche dalla relazione del bravo Caselli?
Abbiamo detto, dobbiamo governare la digitalizzazione, dobbiamo governare la sostenibilità, il tema del sapere e delle conoscenze deve essere strategico e quando io dico digitalizzazione noi faremmo il più grande investimento sui temi della governance digitale, perché quella tecnologia, dobbiamo averne molto di più, perché se non ce l' ha sei fuori, se non ce l' hai sei fuori da tutto la dobbiamo averne molto di più, ma non è vero che non succede niente con la digitalizzazione al Governo polarizza e quindi rischia di creare degli ottimati e sotto una bolla di lavoro povero, di imprese povere che rischiano di avere di cooperative povera, che rischiano di avere l' analfabetismo dell' innovazione, se noi non governiamo quei processi che sono abilitanti, trasversali, non solo nei processi produttivi, ma nella nelle città, nell' istruzione, nel sapere, nell' Accademia, nella ricerca, nelle nostre teste, io penso che sia anche un tratto dei de di democrazia nelle nostre città. Ecco come governiamo queste tecnologie, che saranno, abilitanti trasversali sono già abilitanti trasversale. Faranno la differenza della qualità anche dell' Emilia Romagna.
Lì si gioca una partita molto grande.
Per creare lavoro è possibile, ma è possibile anche perderla, siamo dentro una transizione con noi, progettiamo i prossimi anni, farà la differenza, ma li debbo dire che gli ultimi avvenimenti ci stiamo attrezzando abbastanza bene, ecco, non è che stiamo scherzando in questa Regione questa Regione è un patrimonio di attenzione se cade una foglia la raccoglie.
E cosa che abbiamo fatto abbiamo detto, guardate che c'è la possibilità di portare qui tra i più grandi investimenti in Europa, abbiamo portato qui nel Tecnopolo di Bologna, il più grande super computer che studierà il clima ma studiare il clima approvate, guardare cosa vuol dire oggi studiare il clima per la mobilità, per l' agricoltura, per noi per vuol dire ormai le calamità che sono.
Ora, ahimè ordinarie sapere prima cosa vuol dire lo studio del clima, ma non lo climi in generale, cosa ti succede qui? Un fatto dirompente dal punto di vista anche della qualità economica e della qualità sociale. Siamo riusciti a portarlo qui. è il tema, non è solo portar qui la macchina, perché un grande supercomputer come un frigo, quella macchina sarà in grado di attrarre teste da tutta Europa che arriveranno qui per studiare, relazionarsi entrare nella nella ricerca, nelle nostre cadenze approvate, immaginare la contaminazione territoriale anche nel rapporto con la cooperazione con le grandi imprese della cooperazione, cosa vorrà dire avere una multiculturalità di test che arrivano qui? Forse non abbiamo ancora la dimensione del cosa vuol dire, ma come anche l' altro grande super computer che si chiama Leonardo, che di tutte le Università del CINECA arriva lì, anche quello è sta arrivando, lo stanno consegnando. Quello è molto manifatture in perché ha il computer, che permetterà di convenzionarsi a livello privato a livello della cooperazione per fare intelligenza artificiale, per fare progettazione, per imparare a utilizzare i dati, perché noi dobbiamo essere in grado di imparare a utilizzare quei dati, abbiamo bisogno delle teste di transizione tra una macchina e alla risposta del bisogno. Ecco, lì dentro, servono le teste che se arriva un bisogno della cooperazione devono dire guarda che quel bisogno lo puoi, digitalizzare in questo modo essere competitivo sul tuo sistema della produzione di processo di prodotto, di studio, di design, di dimensioni, quello che volete, come dice Accorsi nel suo bene filmato, si può far di tutto ma han detto, ma anche di più.
E in questa, in quel perimetro in realtà che l' altra grande tecnologia B abilitante abbiamo fatto l' accordo. Io ringrazio anche l' attenzione del Governo su quell' area molto forte. E non c'è solo una Regione che riesce a fare una cosa, così, senza il suo Governo, noi abbiamo bisogno di relazionarsi col Governo. l' Emilia-Romagna vuole aiutare il suo paese, ha bisogno del suo paese. Anche lì abbiamo fatto l' accordo col CNR su tutto il tema dei nuovi materiali dei biomateriali, il CNR, più grande centro di ricerca sui materiali qui provati, immaginare digitale, materiali sarà la differenza dei processi abilitanti non solo nei sistemi produttivi, ma i sistemi economici nell' evoluzione sociale e l' ultimo pezzo. Il centro di ricerca ENEA che arriva lì.
Non sto alzando troppo e son tutti lì da vedere, ve li portiamo a visitare. Ecco il centro di ricerca ENEA, che sarà tutto un centro di ricerca su l' economia circolare.
Ecco, chiudiamo il cerchio. Ho fatto l' esempio per dire che questa Emilia Romagna e attenta all' evoluzione abbiamo un patrimonio, pensa anche una responsabilità, oggi, di aiutare il nostro Paese. Giochiamoci una partita tutta dentro questa dimensione. Quando ho detto digitale, ho detto un' operazione molto forte che stiamo mettendo in campo e poi sostenibilità. Vedete, dobbiamo aprire un rigo, un linguaggio di verità, sostenibilità. Per me ci sono tre caratteristiche nella sostenibilità che certamente una sostenibilità ambientale è inutile negarlo. Il modello di sviluppo che abbiamo conosciuto fino a oggi non regge rispetto al nostro mondo. Lo dobbiamo cambiare, ma quella sostenibilità regge se siamo in grado anche di tenere la sostenibilità sociale e dentro quella sostenibilità sociale. Dobbiamo avere in testa che regge se c'è anche una sostenibilità economica, questo trittico lo dobbiamo guardare insieme, diversamente rischiamo, se pensiamo di farne uno senza gli altri due o viceversa. Guardate che non regge, rischiamo di andare in bocca il populismo che l' ultima cosa che vogliamo fare in questa Regione, mentre invece quella discussione diventa fondamentale se io dico sostenibilità e dico energia in questi giorni dico anche sostenibilità economica, non solo ovviamente ambientale, e quindi provate a immaginare la transizione che bisogno abbiamo certamente macchina avanti tutta sulla sostenibilità, ma dall' altra parte, avere l' idea di che transizione sostenibile per creare lavoro e la cooperazione. Io penso che in questo scenario della sostenibilità, per i valori e per la sua storia, abbia una possibilità enorme per fare nuova cooperazione. Io vedo una novità anche nei giovani veneti, in quelle start-up ad innovatori di cui voi avete partecipato moltissimo con le vostre cooperazione. C'è una novità che i giovani han capito che si mettono insieme per fare cose che gli piacciono e per vivere del proprio lavoro, il rampantismo liberista liberista e un po' in difficoltà per fortuna, e quindi c'è una novità che i giovani vogliono mettersi insieme e cooperare insieme, hanno anche dei valori, per fare impresa e quando si mettono insieme sempre mutualismo cooperativo. Ecco, io vedo uno spazio anche culturale, guardando ad esempio l' ultima operazione che abbiamo fatto sugli innovatori responsabili, ma anche sulle start-up. Vedete, le start-up in questa Regione sono circa 1000 e quelle iscritte in Camera di Commercio. L' ultimo bando che abbiamo fatto han partecipato in 150 progetti bellissimi, ma tutti avevano una caratteristica giovani che si mettevano insieme che Quirici, che ha fatto un lavoro enorme. Nello screening abbiamo raddoppiato le risorse, ovviamente le start-up, le vogliamo far diventare imprese cooperative e ci stiamo anche riuscendo, perché c'è una nuova cultura del fare impresa che si mette insieme nell' innovazione. Tra l' altro, son dell' era digitale. Capisco un più l' innovazione di noi hanno grande possibilità anche di fare cooperazione.
E ovviamente sostenibilità in questa Regione vuol dire anche delle cose strong.
Provate a immaginare cosa vuol dire passare da un motore a scoppio a motore elettrico, motori idrogeno, motore scoppia un carburatore, un cambio motore elettrico a un invertano una batteria, ma quella batteria non è la batteria del nostro telefonino, quella batteria è una batteria di piattaforma digitale, di controllo remoto, di tecnologie incredibili, eccoli ancora il sistema digitale e dobbiamo andarle. Io so oggi per allora che se guardo nell' agricoltura di precisione, però se guardo nella logistica, se guardo nella Motor Valley, se guardo nel package, in tutte le nostre filiere hanno bisogno di quelle ibridazione che io conosco oggi per i prossimi 10 anni o mi muovo adesso o arriva lungo.
E se non mi muovo adesso in queste ibridazioni, in questo patto di gestione dell' ibridazione perdiamo lavoro e scendiamo anche dal punto di vista della qualità del nostro sistema economico. Io penso che questa Regione, invece, abbia la qualità per stare nelle migliori esperienze europee, anche in questa transizione.
E per fare questa operazione?
Oltre che fare gli investimenti, li questo riconoscimento né Ciampa di sistema integrato, pubblico e privato si riconoscono moltissimo.
Dobbiamo farla più grande operazione nella storia di questa Regione che so che l' avete già condivisa, ma la ripeto, noi faremo siccome l' ha chiamato il Grindel in Europa, quel Green Deal regge se noi facciamo il più grande ignudi sui saperi, sulle competenze, sull' intelligenza delle mani, lì si gioca la partita. Il Governo di cui alla transizione per creare lavoro è la capacità di creare competenze che fanno la ricucitura sociale tra il famoso mismatch, ma non solo, ma anche per permetterci di gestire e di guardare al nostro futuro. Noi investiremo quasi 100 milioni di euro all' anno. Non sono abituate dirlo milioni, perché poi ho sempre il timore che ci sia qualcuno che dica, ma il mio pezzo dov' è, ma così è. Noi faremo un grande investimento lì, ma lo faremo andando a dire anche alcune verità.
Io so che la cooperazione, queste verità piacciono perché piacciono le verità.
Cosa andremo a dire?
Che.
In un Paese che è demografia piatta.
Demografia piatta non è che riusciamo a reggere la demografia piatta. Il tema della natalità non è un tema di destra e di sinistra, il tema della natalità e la nuova cifra della discussione del nostro Paese rispetto al suo futuro. E non è vero che non si può risolvere. Noi dobbiamo fare operazioni copiando ad esempio, come la Francia, di sistemi nuovi che ci permettono di guardare la tenuta anche demografica, ma in quel versante di manodopera che dobbiamo trovare perché, essendo demografia piatta, non abbiamo solo il mismatch delle competenze, abbiamo anche un mismatch nelle braccia e non mi si venga a dire questo reddito di cittadinanza ancora che lo risolviamo lì. Poi vi dirò sulle di cittadinanza in questa Regione. Colgo l' occasione. Abbiamo bisogno di dire una nuova verità, che il tema dei migranti in questa guerra, che porterà un problema geopolitico senza precedente sui migranti. Non possiamo più discutere le immigrazioni tra buonismo e militarismo, ma il governo dell' accoglienza e soprattutto dell' integrazione sarà la nuova cifra per riuscire a far reggere un grande Paese manifatturiero che non ha materie prime, e quindi il governo di quel processo sarà la risposta a quel problema che Caselli ha messo in evidenza con nettezza. Abbiamo bisogno di soggetti sia alti che medi. Tutto abbiamo bisogno qui se io vado dalle imprese. Oggi la prima risposta che mi dicono che non trovano drammatico, abbiamo un lockdown delle competenze, uno da un del mercato del lavoro.
E quindi noi faremo una legge per attrarre talenti nel mese di settembre e siamo pronti a fare una legge per attrarre talenti, faranno sempre alla discussione del Patto per il lavoro patto per il clima, cosa vuol dire in questa Regione attrarre talenti, vedete la legge, 14 attrarre imprese, quella funzione, ho detto a Stefano Stefano, c'è un anno, una novità in questa Regione che saranno le persone, saranno i soggetti, saranno i giovani, dobbiamo attrarre teste,
Farò una legge per attrarre talenti, vuol dire anche far ritornare talenti.
Quella che negli ultimi 15 anni, in questo Paese sono andati di là dalla frontiera 2 milioni e mezzo di giovani di ragazzi, talenti più grande investimento pubblico, lo consegniamo di là e fa concorrenza. Noi è possibile farle ritornare, non è vero che non è possibile,
E per far ritornare quei talenti, per trattenere i talenti, quelli che ci escono dalle scuole che risponde andare di là e anche per una migrazione domestica, vedete questa Regione. la sua manifattura retto, molto anche con una migrazione domestica, e dobbiamo dire la verità, se andate alla Ferrari nel suo processo produttivo, parlano campano, calabrese siciliano, pugliese, ahimè se la guardo dal punto di vista del mio paese ma è così e quel movimento che è ancora in atto quindi però il come accolgo ed è un lavoro dignitoso fa la differenza.
E quindi attrarre talenti vuol dire casa, vuol dire scuole internazionali, vuol dire riconoscere il merito, vuol dire stipendi anche di qualità, vuol dire percorso di carriera, perché se io metto la gente nella precarietà se ne va e facciamo prodotti precari oltre che una società precaria, la cooperazione ha i valori, l' identità, per fare un' operazione di questa portata. Facciamolo insieme, abbiamo bisogno di farlo insieme e di dirci un' altra verità.
Siccome voglio molto bene alla scuola pubblica di Stato nazionale, qualche mela tocca.
Anna però quella scuola, lì abbiamo un problema che la scuola pubblica di Stato nazionale, se non sta in rete con la sua comunità, diventa autoreferenziale, si indebolisce.
Sì, io dico digitale, non abbiamo i professori digitale, ma il problema.
Abbiamo delle passioni digitale, ma non abbiamo i professori del digitale.
E quindi dobbiamo iniziare a ristrutturare la scuola e dirci un' altra verità che abbiamo bisogno di alzare il livello dell' importanza della cultura tecnica, della cultura scientifica. Poi io sono per l' umanesimo e guai a chi me lo tocca, la piattaforma di tutti ci mancherebbe, siamo qui nella cooperazione, se ci togliamo l' umanesimo, guai, ma questa tecnologia è molto veloce, molto scientifica, molto tecnica, sia o non alzo, il livello della cultura tecnica e della cultura scientifica, sia il Foro di Roma, permettetemi legali, faccio sempre questa valutazione o più iscritti al Foro di Roma di avvocati che tutta la Francia, è evidente che poi ho il mismatch, perché l' indirizzo dell' istruzione e un indirizzo politico non solo sociale e la più grande operazione per dare la risposta al cambiamento è lì che parte alle disuguaglianze.
E noi faremo il più grande investimento negli istituti tecnici e nei professionali negli ITS, passiamo da 20 e 43, li abbiamo fatto anche un' operazione legislativa, sono ritornati da clandestini, emergono gli ITS, poi l' ha detto anche Draghi e quindi ci ha poc' anzi certificati IFTS apprendistato i qualità e però dobbiamo fare con gol più belli investimento che ha fatto il Governo sulle politiche attive della rete sulla politica attiva. Non c' era niente, era un Paese che noi abbiamo un mercato del lavoro che ha fatto così familistico parentale amicale, può Barona, no, è un giudizio e è così ha funzionato così.
E poi abbiamo anche io l' ho fatto che discutiamo di cassa integrazione, di pensioni.
Ma non abbiamo mai discusso del corpaccione centrale, che è fondamentale, che sono le politiche attive per dire che deve andare a lavorare, altrimenti non reggiamo a un lavoratore, un pensionato che auto avvitiamo e parte il conflitto.
Il tema dell' orientamento delle politiche attive, di quei 5 miliardi che ha messo a disposizione il Governo sono fondamentali e lì in rapporto anche l' operazione ai suoi enti formazione, gli enti accreditati, possiamo creare lavoro, ricucire e dobbiamo fare il più grande investimento sull' orientamento a dire quel ragazzo, quei ragazzi, a quella famiglia che se va in quella direzione in questa Regione trovi un posto di lavoro dignitoso, poi scegli tu, ma se vai dall' altra parte va in difficoltà e deve dire a quel ragazzo quella ragazza, guarda che tu poi devi andare all' università perché sei bravo, mentre tu hai le caratteristiche per andar dentro l' ITS, non voglio fare il modello tedesco ai 12 anni, ma insomma un po' di orientamento di qualità miniera, più farlo per dire dove stiamo andando per creare lavoro dignitoso e far reggere un sistema,
Ecco, questa è l' operazione che mi sembrava corretto consegnarvi in rapporto con la cooperazione, vi comunico che abbiamo messo giù la la fila delle leggi che su cui so che sono molto importanti per la cooperazione e la legge sulla sulle cooperative di comunità, quella è una buona legge so che siamo in dirittura d' arrivo, la state discutendo con grande qualità, stiamo arrivando lì, non solo la legge, noi andremo a fare investimenti in tale direzione.
Come abbiamo la legge della Comunità energetica e noi li andremo a fare investimenti e siccome parliamo di comunità già la frase stesso dalla legge, avete un primato che voi arrivate prima sulla comunità, perché il vostro legame territoriale non ce l' ha nessuno,
In questa operazione andremo a definire il Piano energetico entro settembre, macchina avanti tutta sulla investimenti innovativi di sostenibilità, ma la transizione benedirlo. Dobbiamo dire che la dobbiamo fare a gas, altrimenti non si regge un sistema, e non a caso Bonaccini al commissario per fare arrivare ai ricavi rigassificatore a Ravenna, perché noi aiutiamo il nostro Paese e, diciamo la verità, la nostra gente. Faremo un patto per il lavoro fatto e per il clima specifico sul rigassificatore, perché qui non si nasconde niente e c'è una discussione politica nel senso alto che coinvolge prima. Non cosa mi succede dopo con un rigassificatore voglio dire prima ed anche accogliere valutazioni, sollecitazioni, preoccupazioni perché si fa così per essere in grado di essere una grande Regione che sta nel mondo, che ha bisogno di stare nel mondo e in questa operazione, vi ringrazio per tutte le operazioni che avete già fatto di ricucitura territoriale, ma.
Permettetemi, dal grafico è uscita una grande forza della cooperazione in alcuni settori.
Conoscevo la forza di quei settori.
Sono anche vuol dire nella finanza ci sono grandi soggetti, anzi forse dobbiamo dialogare anche un po' meglio, uno di se uno dice Crédit Agricole, la più grande cooperativa che abbiamo in Europa, se uno dico banche cooperative, stiam parlando di cose serie.
E forse abbiamo bisogno di avere una relazione un po' più a sistema. Abbiamo cooperative che hanno spalle, io vedo una novità, lo dico a monte Francesco, il nostro mercato domestico e l' Europa, ormai forse fare alleanze che abbiano alle spalle in alcuni settori, ne cito uno come la logistica rispetto all' importanza che avrà per creare valore aggiunto, fare alleanze di quella portata, il rischio altrimenti di avere spalle piccole rispetto alla forza di cui abbiamo bisogno per creare sistema. Eccoli, ragioniamoci perché il tema dell' internazionalizzazione per me è un tema anche di nuove alleanze con la cooperazione europea. Proviamo andare prendere nelle nostre relazioni, abbiamo relazioni europee splendide, proviamo iniziare a pensare in alcuni settori come facciamo creare una patrimonializzazione diversa, come facciamo nel manufatto elencare soggetti di alleanza, perché il mercato domestico rispetto al bisogno diventa troppo piccolo e troppo asfittico rispetto al potenziale che anche la cooperazione a.
Facciamolo insieme.
E in questa operazione vi ringrazio per la tenuta del lavoro che avete anche nei momenti difficili.
La cooperazione, tanto tanti soci lavoratori tanto lavoro tanta tenuta.
Abbiamo bisogno ovviamente di fare la ricucitura, ma anche sul lavoro, permettetemi, vedete, in questa Regione abbiamo 2 milioni di occupati.
Lo stock è quello, poi possiamo essere 1009, c'è un milione e 9 50 milioni, 2 milioni e 50 in base, ma 2 milioni su 4 milioni e mezzo di abitanti non è male, sto parlando di occupati in età lavorativa, com' era la morfologia, adesso guardo Caselli che mi può fermare se sbaglio e la morfologia qual è che 600 700000 son la manifattura in stretto, cioè diciamo il.
Li guardate che andiamo bene, c'è una manifattura in questa Regione splendida che regge molto forte.
Dov' è che noi faremo investimenti per qualificare sia le imprese sia la cooperazione sia, ovviamente, anche il lavoro, abbiamo bisogno di guardare con occhiali diverso il tema dei servizi, il tema del terziario, perché li abbiamo troppo terziario low cost debole che non è in grado di dare lavoro di qualità li dobbiamo selezionare un po' meglio, aiutiamoci anche con la cooperazione, perché quello è un settore dove lì c'è una rabbia che rischia di scavalcarci e lì dove abbiamo la turbolenza e lì dove abbiamo la precarietà e lì dove dobbiamo far crescere un sistema molto più di qualità.
Gli investimenti del FESR e dell' FSE e lo vogliamo anche posizionare molto lì i servizi alla persona sono fondamentali, non c'è solo l' economia, c'è anche la tenuta sociale, c'è il welfare, aiutiamoci per rafforzare quel sistema di tenuta di coesione sociale, perché è un settore strategico per questa Regione.
Bene lascio adesso.
La parola ad Anna. Per quanto ci riguarda, avremo modo di continuare nei progetti negli investimenti. Voi siete interlocutori eccezionale sul fesa sulle Fs.
Su Horizon, su tutta quanta la dimensione non solo locale, ma anche nazionale, penso che ci dobbiamo veramente candidare a fare il competenze sul tema dell' innovazione sociale. Ecco quello mi piace quello, ecco, qui c'è Anna, consegniamo già la slide, quello è identitario di questa Regione lo voglio fare con voi, facciamole insieme l' Emilia Romagna con l' umiltà e la correttezza che ci contraddistingue, anche facendo se serve alleanze, ma lì è un punto che noi abbiamo macchina avanti tutta sull' economia, stiamo attenti che dobbiamo sempre fare la grande mediazione europea che tra capitale e lavoro abbia sempre messo al welfare, che è sempre stata la qualità della vita di qualità dell' Europa e anche dalle nostre comunità. Grazie.
Grazie Assessore col è stata davvero una mattina interessante, oltre che molto densa e la conclusione del l' affidiamo a alla scala sottosegretaria al Ministero dello sviluppo economico, che ringraziamo ancora davvero molto di essere qua e di chiudere questa bella mattinata grazie, prego.
Ok, sì, ce l' abbiamo fatta già questo, diciamo, mi introduce alle mie competenze sui digitali. Partiamo dal microfono no, voglio ringraziarvi davvero tutti e tutte per questo invito e ringrazio in particolare Vincenzo per questo suo intervento che, diciamo, ha coperto un po' tutto quello che stiamo cercando di fare oggi anche al Governo e che impegna naturalmente il mondo della cooperazione a 360 gradi che per sua caratteristica ovviamente interseca tutti i settori, le priorità, le grandi questioni che benissimo ha tracciato a Vincenzo. Nel suo intervento voglio salutare Mauro, che mi fa piacere rivedere qui devo dire che questa esperienza, che ormai compie un anno per quel che mi riguarda, è stata un' esperienza straordinariamente arricchente. Era da tempo che non c' era una delega esplicita alla cooperazione, l' abbiamo voluta, posso dirlo, l' abbiamo voluta insieme. Abbiamo voluto che ci fosse un punto di riferimento anche politico, all' interno dello sviluppo economico, per la cooperazione e credo che sia stata una scelta azzeccata giusta perché finalmente riusciamo ad avere un' interlocuzione fluida sulle questioni che riguardano la cooperazione, perché riusciamo a avere un meccanismo di dialogo che riesce a portare a soluzioni più rapide e concrete. Insomma, con la velocità che serve a chi poi sul territorio fa cooperazione e che dei tempi di dialogo lento che invece in assenza di interlocutori chiari, purtroppo erano i tempi a cui eravamo abituati non può più accontentarsi, soprattutto venendo fuori o meglio, diciamo faticosamente, cercando di affrontare le emergenze di questo tempo. Non nascondiamoci, io l' ho detto ad ogni intervento che ho fatto parlando al mondo della cooperazione, che non avremmo mai potuto affrontare l' emergenza pandemica come l' abbiamo affrontata, se non ci fosse stata una vera cooperazione tra il pubblico e chi opera nei servizi alla persona, compresa una centralità assoluta del mondo cooperativo. Noi sappiamo che laddove c' erano e ci sono ahi noi delle fragilità del sistema pubblico, se noi non avessimo potuto contare, sul supporto fattivo anche oltre quello che diciamo. Ci si poteva aspettare per dovere sul senso della responsabilità che il mondo della cooperazione ha dimostrato. Tutto sarebbe stato enormemente più complesso perché le persone più fragili erano più esposte. Avevano più bisogno di risposte, e spesso il nostro sistema pubblico a quelle risposte non era pronto, ovviamente con differenze territoriali, non da poco. Questo dobbiamo dircelo, naturalmente, ma ovunque in Italia questo apporto è stato fondamentale. Io dico spesso che abbiamo costruito il PNRR non per ripristinare il modello di sviluppo precedente allo shock pandemico. Sarebbe totalmente inutile spendere 200 miliardi di euro per ricostruire quello che la pandemia ha messo in crisi. Avremmo veramente mancato un' occasione. Avremmo mancato l' occasione con cui è nato il Next Generation io, che non è semplicemente il Recovery Plan, come spesso lo chiamiamo noi, ma è un piano pensato per la nuova generazione di europei e quindi ha pensato per costruire un modello di sviluppo diverso, che è esattamente quello che è al centro, non a caso del rapporto che avete costruito e dell' intervento conseguente di Vincenzo, un modello di sviluppo che si regge sulle tre transizioni del nostro tempo, perché sono tre, non sono soltanto due, sicuramente la transizione ecologica, lo stiamo imparando sulla nostra pelle. Avremmo dovuto forse impararlo un po' prima, fidarci un po' di più di chi da tempo ci diceva che qualcosa nel nostro modello di sviluppo non andava rispetto alla sostenibilità ambientale. Ci siamo fidati un po' poco, siamo stati un po' timidi sulle politiche, meno nei convegni un po' timidi sulle politiche, però chiaramente adesso quella transizione non la possiamo più rimandare, perché ne va della vita quotidiana delle persone. Non è più qualcosa che riguarda semplicemente principi e valori che ci sono cari. Naturalmente anch' io mi iscrivo al fronte dei progressisti in questo senso, ma riguarda il lavoro, la quotidianità, i consumi delle persone, il benessere personale, la salute, la dignità delle persone, quindi ormai diventa davvero. è inevitabile compiere quella transizione sappiamo però che quella transizione ha bisogno di un' altra transizione che è quella digitale,
Perché senza la transizione digitale, quello ambientale, non la possiamo compiere, non nel 2022, non con le tecnologie che servono a far funzionare davvero i processi in modo sostenibile. Però quella transizione digitale, come quella ambientale riguarda tanti e tante che di queste transizioni hanno giustamente paura, non solo paura, giustamente paura, perché il prezzo da pagare per cambiare non è uguale per tutti. è molto più alto per chi ha meno competenze ed è più esposto prima. Vincenzo parlava della differenza tra un motore a scoppio e i motori che invece gireranno sulle macchine elettriche.
C'è una bella differenza per chi oggi lavora in un' impresa che fa componentistica per un motore a scoppio un' enorme differenza, ed è chiaro che noi non possiamo non andare nella direzione dell' auto elettrica per la ragione che ho detto prima, ma è altrettanto chiaro che dobbiamo preoccuparci di quella persona, di quelle persone che sono migliaia di persone, decine di migliaia di persone che hanno paura di quella transizione correttamente perché riguarda loro, riguarda in questo caso la loro occupazione. E allora ecco che la transizione, anche la transizione digitale, che naturalmente ha lo stesso impatto identico, nel momento in cui io dico che i dati, l' intelligenza artificiale ci porteranno ad automatizzare alcuni processi e in qualche modo a superare alcuni tipi di lavoro che sono particolarmente usuranti, ripetitivi che hanno caratterizzato un sistema di occupazione non di qualità, dico una cosa che ci fa gioire, perché ci parla di un mondo che va in una direzione di crescita, di sviluppo, ma ci parla anche di persone che oggi quei lavori usuranti ripetitivi li fanno e che quindi hanno paura di essere sostituiti da un apparecchio intelligente che lo faccia al posto loro. Allora è chiaro che queste due transizioni, legatissime tra di loro, le chiamano le transizioni gemelle, non a caso si reggono solo e soltanto se c'è una transizione sociale. Mi piace molto l' idea del competenza sull' innovazione sociale, perché noi abbiamo straordinario bisogno di accompagnare le persone in queste transizioni, di far capire che non sono una cosa per gente che ha la puzza sotto il naso e pensa che tutto andrà bene, pensa che una mano invisibile governerà questi processi, quella mano invisibile non governerà questi processi. Certo, quei processi sono i navi inevitabili, inevitabili, ma c'è bisogno di una mano pubblica di politiche pubbliche che coinvolga tutta la società e tutti gli attori privati.
In una sfida che riguarda la transizione sociale e quindi le persone,
Prima di tutto le competenze delle persone, perché l' unico modo per tenere le persone dentro la sfida di queste transizioni investire sulle loro competenze, quindi, è quello che fa la Regione Emilia Romagna, ma quello che fa il Governo, con un investimento di 2 miliardi sugli ITS all' interno del PNRR, va esattamente in questa direzione di 5 miliardi sulle politiche attive. Quello che sta facendo il Ministero del lavoro sul re Skilling, che è una parolaccia inglese, ma che semplicemente vuol dire accompagnare le persone in questo processo di cambiamento in cui il loro lavoro cambia, necessariamente, non scompare, cambia. è questo che dobbiamo riuscire a raccontare, ma per raccontarlo deve essere vero. Devono esserci luoghi di formazione in cui le persone davvero vengono accompagnate a cambiare le proprie competenze, le proprie attitudini sul lavoro e scoprire che ceneri occupazione, anche in un mondo in cui queste due transizioni si compiono, c'è occupazione, ma bisogna adattare le proprie competenze. Bisogna essere accompagnati in questo percorso, anche qui di strumenti. Il Governo ne ha messi in piedi, abbiamo, diciamo chiamato transizione. 4.0 lo strumento più grande dal punto di vista della copertura finanziaria sono 14 miliardi che servono ad accompagnare soprattutto le piccole e medie imprese e con una modifica di qualche settimana fa. Servono anche per la formazione delle persone che in quelle imprese lavorano, perché chiaramente, chi è più fragile, anche qui non è la grande industria che fa un investimento anche in proprio sulla formazione delle persone, come è naturale che sia, può permetterselo, così come può permettersi di acquisire le competenze degli analisti dei dati o cercare sul mercato, cosa molto difficile oggi gli ingegneri che servono a far funzionare il processo e oggi chi più chi è più esposto, invece, sono imprese piccole, addirittura micro, che invece quelle competenze sul mercato non se ne possono andare a prendere, perché non sono in grado di retribuirli come i grandi. A maggior ragione, se i grandi sono poi delle multinazionali, che però di quelle competenze hanno forse più bisogno degli altri, perché devono ripensare il loro modello e hanno bisogno di avere un interlocutore pubblico. Anzitutto che diciamo gli dia una mano dal punto di vista della sostenibilità finanziaria di questi investimenti, perché se io devo comprarmi un macchinario o spostare i miei dati sul cloud o diciamo ripensare un modello complessivamente con la Additive Manifacturing, ho bisogno che qualcuno mi dia una mano dal punto di vista economico e transizione. 4.0 pensa a questo, ma c'è anche una parte dedicata alla formazione e non solo di chi ci lavora dentro quelle imprese, ma anche dell' imprenditore. Perché uno degli elementi di criticità che riguarda tutti, anche il mondo della cooperazione, tutti gli indicatori ce lo dicono è che spesso chi guida in qualche modo le nostre imprese, chi è chiamato alla responsabilità di ripensare i processi, non sa da che parte deve andare, perché un conto, un convegno in generale sulla transizione digitale o sull' intelligenza artificiale e un' altra è cambiare il mio modello, quello che faccio io tutti i giorni e quindi ho bisogno di essere aiutato in questo.
Anche per questo noi abbiamo voluto dare importanza, nel PNRR, al sistema della rete dell' innovazione, fatto dei competenze, center degli European Digital Innovation Hub, fatto di punti sul territorio in cui ci sono le università ci sono le imprese e soprattutto c'è una risposta che viene pensata come sartoriale per quelle imprese che la transizione digitale la devono affrontare in prima persona e quindi non hanno bisogno di assistere a convegni, ma hanno bisogno di qualcuno che li accompagni in questo percorso. Accanto a questo c'è tutto il lavoro sulle infrastrutture, perché, oltre ai computer, speriamo di riuscire a portare un' Italia in Italia, finalmente un' infrastruttura di connettività che permetta di montarci sopra tutte queste belle cose che ci raccontiamo, perché se non c'è una connettività veloce, stabile, sicura per tutti e per tutte in tutte le aree e soprattutto le aree interne, questo non si può fare quindi, chiaramente l' investimento sull' infrastruttura importante per fare in modo che poi, una volta che c'è un' infrastruttura ci sia pure la voglia di attivarla. Questa connettività. Il Governo ha messo un miliardo di voucher, di cui 600 milioni sono rivolti al sistema delle imprese con cui si attiva la connettività nella propria impresa, anche qui per poter poi abilitare tutte le cose che ci devono camminare sopra. Questo naturalmente riguarda il mondo delle imprese e riguarda la nostra società. Riguarda la cooperazione, poi col mondo della cooperazione, noi abbiamo fatto un lavoro che viene da lontano, in particolare, l' ultima legge di bilancio è quella che ha dato più attenzione soprattutto ai workers buyout. Prima ne sentivo parlare. è uno strumento che ancora grandi potenzialità da esprimere e ogni tanto io ricevo sollecitazioni di persone che mi chiedono come poter mettere in pratica questo processo. L' abbiamo rafforzato perché abbiamo rafforzato i meccanismi di accompagnamento di quei lavoratori e quelle lavoratrici che scelgono di passare dall' essere dipendenti ad assumersi una responsabilità che significa dover avere competenze di di di management. E competenze completamente nuove per chi poi dovrà gestire un' impresa e abbiamo rafforzati i meccanismi anche di sostegno finanziario, perché CFI fa un grande lavoro, ma può fare ancora di più e in più abbiamo messo quegli interlocutori ai tavoli delle crisi perché che esista quell' opzione non lo dobbiamo sapere solo noi, lo deve sapere anche chi si trova a vivere in quel momento, una crisi di cui quella può essere una risposta. Sappiamo bene che non può essere magari la risposta alla crisi gigantesca, ma può essere la risposta a tante crisi che magari fanno meno rumore, ma sono più numerose, alla fine, come impatto occupazionale, rischiano di averne di più della crisi, che fa rumore sui giornali e avere uno strumento che funziona sin dal tavolo, cioè che sin da quel momento, con tutti gli attori pubblici seduti dice c'è un' ipotesi di soluzione, vi accompagniamo lì. è una cosa importante ed io credo che il lavoro che abbiamo fatto nell' ultima legge di bilancio in questo sia stato un lavoro prezioso. Adesso la sfida si sposta sulle cooperative di comunità. Sono contenta che anche stavolta l' Emilia Romagna che anticipi, nel senso che consegno buona, vuol dire che andiamo nella direzione giusta e il Parlamento è al lavoro, in realtà da un bel po' di tempo su una proposta di legge che cerca semplicemente di dare un cappello a legislazioni regionali che spesso vanno in direzioni non dico opposte ma molto diverse fra di loro. Abbiamo bisogno di dire che anche quello della cooperativa di comunità è uno strumento che ha potenzialità eccezionali e sono molto d' accordo sulla differenza tra attrarre e ripopolare. Io vengo dall' Umbria, che è una piccola regione fatta di tanti piccoli Comuni che verrebbero definiti da tutti periferici meglio interni ma sicuramente piccoli e che rischiano lo spopolamento, perché tante delle competenze di quei territori se ne sono andate, perché lì non hanno trovato le opportunità che volevano. Guardate che con la pandemia davvero abbiamo ricominciato a parlare di qualità della vita e ce lo siamo detti tante volte che è meglio vivere probabilmente, anzi diciamo dal mio punto di vista, di sicuro in un piccolo Comune dell' Umbria che al centro di Roma, e però devo avere un' opportunità di lavoro per poterci stare. Non può essere solo il lavoro a distanza e avere un' opportunità lì legata alla mia comunità lì e le cooperative di comunità fanno esattamente questo danno opportunità ai ragazzi, alle ragazze giovani, ma anche i meno giovani di poter contribuire alla vita della propria comunità senza doversene andare e siccome quell' attenzione c'è davvero verso la qualità della vita, c'è davvero non è solo una leggenda americana dei giovani che se ne vanno, che si dimettono perché vogliono un lavoro dignitoso da tutti i punti di vista comincia a essere una storia che arriva anche nel nostro Paese. Questa può essere una risposta che va costruita con politiche pubbliche di accompagnamento di nuovo politiche di accompagnamento, quindi che prima di tutto ci sia un riconoscimento nazionale e poi strumenti a sostegno, anche finanziari, perché naturalmente, quando uno è uno strumento ci crede, è naturale anche che ci investa un po' non semplicemente che lo riconosca. Sono due cose che vanno insieme ed in questo stiamo facendo un lavoro. Incontreremo poi l' alleanza Mauro, diciamo, lo coinvolgeremo come sempre, insieme ai suoi colleghi, per scrivere al meglio la la proposta che poi arriverà in fondo. A questo si lega il ragionamento sulle comunità energetiche che facevate di questo invece abbiamo già parlato. Forse tu Mauro non Ceri al Ministero perché non può quel giorno è un problema, ma abbiamo parlato insieme al ministro Giorgetti che le le cooperative possano dare la spinta maggiore al sistema delle Comunità energetiche. Nessuno ha dubbi,
Il problema è farla funzionare, quella cosa lì.
E prendere le best practice, vedere perché funzionano. Quali sono le caratteristiche di quelle comunità energetiche costituite in forma cooperativa che funzionano e che cominciano a dare risposte a due bisogni di nuovo, la ricchezza dei territori delle aree interne in particolare, quindi di nuovo ripopolare, far crescere e dare risorse e dare lavoro e, naturalmente, la sostenibilità energetica del Paese. Perché poi, potenzialmente quello è uno strumento che diciamo in un momento come questo comincia a diventare decisamente rilevante. Quindi è bene che si espande rapidamente, però è questo che va fatto. Bisogna mettere a sistema quello che c'è. Finalmente l' Italia ha recepito, seppure più lenta, di tanti altri Paesi europei. Le direttive europee in questa materia ci sono sopra 2,2 miliardi del PNRR, che non sono pochi. Bisogna fare in modo davvero che queste pratiche buone si espandano e raggiungano tutto il Paese, in particolare proprio quelle aree che sono interessate da questa necessità di trovare una propria vocazione. Per Tor, per essere rigenerate mi piace l' idea di rigenerazione utilizzata in questo senso mi piace quello che sentivo prima da Venturi. Il territorio si fa o si disfa, è molto vero e in realtà non c'è modo di star fermi quando ti occupi di sviluppo del territorio va indietro, non c'è una situazione statica, purtroppo noi scontiamo decenni, sicuramente anni in cui questo investimento sul territorio non si è fatto in cui si è dato un po' per acquisito che ci fosse uno spostamento dalle aree interne verso le grandi aree metropolitane. Oggi ci accordiamo, accorgiamo che stiamo perdendo ricchezza se, appunto, se non vogliamo di nuovo metterla sul piano dei valori e dei principi, mettiamola sul piano del PIL e della crescita, stiamo perdendo ricchezza e quindi abbiamo bisogno di invertire la tendenza. Queste sono occasioni straordinarie per farlo e naturalmente il PNRR, la spinta economica, la l' aiuto che ci viene in questa direzione e che dobbiamo saper utilizzare al meglio. Tutto questo sta dentro i processi che raccontavo prima delle transizioni, tre transizioni di cui abbiamo parlato. Naturalmente, io al Ministero dello sviluppo economico mi occupo in particolare della transizione digitale, quindi cerco di tenere insieme queste cose. Quando però mi capita, ho la fortuna di parlare a una platea dico operatori. Quello che dico è che per il nostro Paese è un orgoglio avere un sistema cooperativo di questo genere. Celebreremo la Giornata internazionale della cooperazione, potendo dire che la nostra Costituzione riconosce il valore della mutualità e che tra le nostre cooperative ci sono imprese assolutamente di eccellenza. Questo fa la differenza, mi pare sempre Venturi lo diceva non solo sul fatto che si dia lavoro, ma sulla qualità del lavoro che si dà. Perché fare cooperazione significa non solo avere un' occupazione, ma essere partecipi di un processo di crescita che ti riguarda direttamente, ed è questo modello che, permettetemi di dirlo, è italiano ancor prima che europeo, ed è un modello che ci rende orgogliosi che dobbiamo raccontare così, perché troppo spesso non è così che lo abbiamo raccontato e questo ci ha fatto danno. Ecco invertire anche la narrazione. Non solo le politiche son partita dalle politiche, perché, sennò, rischiamo di essere poco concreti. Ho cercato di seguire invece quello che ha fatto Vincenzo, ma c'è anche un tema di narrazione a cui io sono molto affezionata, a cui tengo molto che racconta cosa è la cooperativa per questo Paese, cosa fa il mondo della cooperazione per questo Paese e che dobbiamo raccontare senza vergogna e senza timidezze, perché noi, quello che va fatto per il contrasto all' illegalità lo stiamo facendo, lo faremo col massimo dell' attenzione, ma siamo orgogliosi di avere un sistema della cooperazione come quello che abbiamo in Italia, grazie a tutti, a tutte e buon lavoro.
Grazie grazie onorevole. Grazie a tutti.
E buona giornata.
Grazie.