Click on “CC”, at the bottom-right of the video, to enable/disable the subtitles.
For each recording, these features are available:
- Comprehensive transcription of the recording;
- (If set) the list of all the speakers in time order and the arguments of the agenda.
The media library is completely browsable.
- Simple search:
- Speaker: it is possible to select one or more speakers attending the recorded event (if speakers are indexed).
- Agenda argument: it is possible to select only those recordings that have some specific argument treated.
- Date or time span: This option allows selecting the recordings of events held in a specific date or during a specified time interval.
- Advanced search: it is possible to search single words, names, phrases, arguments treated during the recorded events and the result of the search will be a list of all those recordings in which the searched term has been treated. Then it is possible to listen to the recording in the precise instant where the searched words are pronounced.
As for now, the enabled social networks are:
- Google+
To activate the service all you need is to sign up up using your email where the alerts will be delivered and choose the words/argument of interest.
Once the alert criteria is set, you will receive an email containing::
- The internet address of the recording
- The recording title with the chosen search criteria
- The list of the links to the instant where the searched words are pronounced. The words that are found are highlighted in italic.
CONTACT US
Speaker : spk1
E nel frattempo, do anche il benvenuto e salutiamo chi ci segue da casa, ricordando sia i Consiglieri che al pubblico che questa seduta, come tutta quella dei Consigli comunali, è trasmessa in diretta streaming e gli interventi dei singoli Consiglieri riguardanti i fatti opinioni o accettazione di carattere personale.
Sono poi da imputarsi in capo al singolo Consigliere che,
Che l'espone in questo Consiglio.
Lancio la fase di appello e chiedo ai Consiglieri di registrare la presenza.
Sono presenti 10 Consiglieri, la seduta è valida, assenti, giustificati per impegni lavorativi, il consigliere Carbone mi hanno riferito dal Gruppo di minoranza, il consigliere Orunesu, che sono assenti per per impegni lavorativi, non possono partecipare a questa seduta. nomino due scrutatori che ci serviranno per le operazioni di voto che interesseranno il primo punto all'ordine del giorno, e sono i consiglieri Piredda e la consigliera Fresi, vi chiedo di avvicinarvi qui, così.
Vi consegno le schede,
No, lo facciamo un colloquio.
Adesso,
Insieme alle scrutatrici, le chiedo di avvicinarvi, contiamo alle 13 schede.
3 4 5 6 7.
10 12 13, vi chiedo a uno di voi di contarla.
Un attimo.
Perfetto, potete consegnare guardi 3 a voi.
Okay,
Grazie.
Il primo punto, iscritto all'ordine del giorno di questo Consiglio comunale per l'appunto riguarda la nomina della Commissione per la formazione degli elenchi dei giudici popolari, che è una Commissione che ha durata di due anni e va rinominata ogni biennio,
È previsione del Consiglio scegliere i membri e il numero dei membri di questa Commissione e oltre al Sindaco che ne è membro di diritto per una questione di favorire anche l'apporto delle minoranze si è valutata l'opportunità di nominare un consigliere di minoranza. È un consigliere di maggioranza che fa parte di questa,
Di questa di questa Commissione,
Nella proposta prima di propone vi è un refuso, sono indicati due consiglieri di maggioranza, quindi la proposta verrà poi modificata da parte degli uffici nella parte dalla tabella di scrutinio, quindi.
Chiedo agli uffici di prenderne, prenderne nota.
Perché?
Perfetto.
La votazione sarà unica e chiedo quindi, in base a quelle che sono le valutazioni dei gruppi, di esprimere la propria preferenza a ciascun Consigliere nel foglietto e poi le 2 scrutatrici che raccolgono e li porta o portano l'urna prima dai Consiglieri di minoranza, poi quelli di maggioranza e inseriscono la scheda qui dentro grazie.
Venite qua.
L'altra volta altro conto no, tiriamo fuori le somme.
Prende atto allora un'urna, una, una scheda attesta, e così la leggiamo in un.
Antonello Molino.
Asola e Francesca.
Francesco Carbone.
Carbone, Francesco.
Carbone, Francesco.
Asole Francesca.
Francesca asole.
Asole Francesca.
Asola e Francesca.
E asole Francesca.
Uno, due, tre.
Cinque sei, sette, otto, nove, 10, perfetto, solo 10 voti validi.
Uno, due e tre,
Se i voti per la consigliera sole Francesca.
3 voti per il consigliere Carbone, Francesco, è un voto per il Consigliere Molino, Antonello.
Risultano eletti in ordine alla consigliera sole Francesca e il consigliere Carbone Francesco.
Quand separata votazione per alzata di mano, in questo caso vi chiedo la immediata eseguibilità, perché il 31 ci sarà la prima.
Con la convocazione della prima con dalla Prima Commissione, quindi abbiamo necessità che l'atto esca in maniera celere, quindi chiedo ai Consiglieri per alzata di mano di approvare per l'immediata eseguibilità.
Unanime.
Chiediamo al pubblico adesso cinque minuti di pazienza. Sostengo la seduta, così prepariamo lo schermo per la presentazione. È finita la prima parte del Consiglio. Nella fase successiva, il Consiglio comunale sarà un Consiglio comunale aperto anche agli interventi del pubblico. Ho già discusso anche con il Capogruppo di minoranza. Sarà una eventualità che magari prevediamo anche nello Statuto, perché può essere utile in questo momento. Il nostro Statuto non lo prevede un'integrazione che disciplini in maniera corretta il Consiglio comunale aperto, però.
Il pubblico su richiesta potrà intervenire. Limiterò i tempi di intervento al massimo di tre minuti per quelli che non solo i relatori dalla presentazione. Naturalmente i Consiglieri Comunali, invece, hanno diritto di facoltà di intervento con le tempistiche previste dal nostro Regolamento,
Sospendo quindi la seduta e riprendiamo non appena siamo pronti.
Confessionale.
Speaker : spk2
Eccoci qua,
Eccoci qua, stiamo per iniziare.
Chiedo a tutti.
I presenti di prendere posto ci sono anche un paio di posti qui davanti per chi vuole sedersi,
Benvenuti a tutti quanti.
Un folto pubblico, siamo molto contenti, sarò brevissimo perché lascio la parola prima al Sindaco e poi alla dottoressa Mancini e infine alla dottoressa Laganà per questa interessantissima presentazione, mi sento solo di esprimere la felicità di tutto il Consiglio comunale con i gruppi di maggioranza e minoranza perché è una tematica a cui il territorio attiene particolarmente quindi è un onore,
Istituzionalizzare e iniziare il percorso che poi.
Porteremo avanti e mi auguro e sono sicuro con il consenso di tutto questo Consiglio comunale per realizzare un lavoro importante sulla salvaguardia e la conoscenza delle nostre tradizioni. Quindi, lascio semplicemente la parola al sindaco Francesco Lai per l'introduzione e buon ascolto e buona visione a tutti quanti successivamente e per chi volesse intervenire l'ho detto prima non c'erano tutte le persone e il Consiglio comunale per questo punto è in seduta aperta. Quindi e chi vuole si prenota e avrà tre minuti di intervento per.
Contribuire alla discussione,
Prego Sindaco, le lascio la parola,
Speaker : spk1
Grazie Presidente, un benvenuto a tutti, intanto è un un onore, ma anche una felicità vedere la sala, così la sala consiliare così piena gremita di concittadini, anche ospiti che sono arrivati per ascoltare quello che sarà la presentazione di questo progetto, che poi Paola e Roberta illustreranno nel dettaglio.
Un primo passo che abbiamo voluto celebrare con la ricerca di una condivisione su uno a uno studio molto importante che è stato fatto è stato condotto in questi ultimi anni da.
Dalla dottoressa, dalla dottoressa Roberta lacca nera e da Paola Mancini, che non hanno bisogno di presentazioni e poi, nella parte finale, riserverò qualche parola proprio per quello che è, insomma, che è stato fatto in questi anni. È una condivisione, appunto, di un percorso che partirà oggi con la presentazione di questo studio, che ha che mira insomma far conoscere quello che è stato il nostro passato e soprattutto in un in un ambito particolare che è quello del vestiario e storico tradizionale del nostro Comune che.
Ah così dei riferimenti e un ancoraggio storico, certo e anche dei riferimenti fotografici dovuti poi, a insomma, diverse testimonianze e ricerche fatte in questi anni, che ci consentono di avere una tipologia ben definita di quello che è l'abito tradizionale del del nostro Comune, una ricerca che è stata condotta con un metodo scientifico, quindi con un ancoraggio, appunto storico, ma con documenti certi che son stati ricercati provati è,
Attraverso accessi alla l'Archivio di Stato, ma anche ricostruzioni fedeli di testimonianze vive, di centenarie, di persone che hanno vissuto e conosciuto quei tempi e quindi oggi sono state in qualche modo riportate messe nero su bianco e sono il punto di partenza per quello che è la base del dell'elaborazione di questo di questo studio che poi, ovviamente, si apre alla ricerca di una condivisione a quelle quelle che potevano essere anche nei prossimi tempi apporti ulteriori che possono essere dati, perché la ricerca è ovviamente in continua evoluzione, quindi questa ci consentirà poi di arrivare a quell'obiettivo invece finale. È quello che ci siamo posti di arrivare all'approvazione di un disciplinare che in qualche modo possa sancire quella che è quello che sarà il costume tipico dal Comune di Loreo Porto San Paolo, quindi con i criteri dati, benché non fare perché poi verremo, ci sono diverse tipologie, ma che possa in qualche modo condurci all'approvazione da parte del Consiglio comunale quindi dall'Amministrazione di una tipologia ben definita di abito tradizionale che ha il suo ancoraggio sul riferimento storico.
Certo, quindi, grazie al lavoro che.
Fino a oggi è stato condotto, soprattutto da robetta da Paola, ma anche con gli apporti che.
Sia all'Amministrazione e ai Consiglieri tutti, ma anche i liberi cittadini possono dare a questo tipo di.
Di di lavoro. È un lavoro che poi il consentirà di avere un lascito chiaramente il materiale è molto importante, ma anche come verremo materiale perché ha dato dei frutti insperati quasi sino a poco tempo fa e che verranno illustrati nel.
Nell'illustrazione dello studio. Io intendo rubare pochissimo tempo. Quello che ho già spesso è veramente, insomma, veramente tanto perché poi il tempo venga occupato dalla presentazione dello studio, ma non posso non ringraziare a nome di tutta l'Amministrazione che ho l'onore di rappresentare, il grande lavoro che è stato condotto in questi in questi anni, da Roberta soprattutto e da Paola che cultrice della nella materia, hanno saputo in qualche modo puoi mettere nero su bianco, ma prima ancora andare a ricercare quelle che sono state le fonti.
Le immagini e i documenti che parlavano nel nostro territorio ovunque,
Un lavoro che ha richiesto molto tempo, ma anche molte capacità, molta tenacia per la ricerca che doveva essere fatta è un grazie a nome appunto dall'Amministrazione, ma mi sento di interpretare poi tutta la cittadinanza, perché questo che mettiamo oggi è un primo tassello, un tassello che rimanga non solo questa Amministrazione, ma anche alle future generazioni e per cui penso che sia di straordinaria importanza del lavoro che sia stato fatto e mi auguro che si possa continuare su questa strada e che voi possiate anche essere da esempio per altri concittadini che possono impegnarsi in questa maniera, perché è un impegno con uno, con uno spiccato senso civico, fatto ovviamente gratuitamente, quindi con.
Solamente l'intenzione di dare al nostro territorio delle informazioni precise e certe su quella che è la storia, che.
Che non è vero che non abbiamo, ma che invece.
Abbiamo è come è qui è qui.
Paola e Roberta ne sono delle testimoni veramente eccellenti, quindi un grazie sentito da parte mia e di tutta l'Amministrazione, ma anche da parte di tutti i cittadini per il lavoro che avete fatto. Grazie davvero.
Adesso interviene la dottoressa Mancini, prego Paolo.
Okay.
Speaker : spk2
Allora innanzitutto cercherò di essere breve anche più breve di quanto avrei dovuto, perché ho già faticato nell'aspetto che mi è più congeniale, cioè quello di stare dietro le quinte, a fare organizzare, eccetera. Quindi sono già stanca, quindi.
Però partiamo. Ah beh, innanzitutto siamo noi parlo anche a nome di Roberta, ma lo.
Permetto a ringraziare il Sindaco e il Consiglio comunale perché essere qui non è lei. Il Consiglio comunale è il consesso più alto della democrazia, quindi essere qui in questo territorio ospiti, ci sentiamo davvero parte integrante, insieme a tutti voi, quasi di un evento storico. Mi sento di dire perché davvero quindi, grazie per credere in questo.
Progetto, ma in realtà nella cultura, perché di questi tempi è veramente difficile parlare di cultura.
Di.
Ev è veramente complicato. Sempre di più lo sta diventando quindi vedere invece tanti giovani, tanti, anche meno giovani, che hanno ancora voglia di sentire e di parlare di cultura, quella con fatta con metodo, con fatica, con ricerca è veramente importante. Ecco non quella vista solo sui social, quindi, grazie grazie anche a tutti voi per essere qui, anche con questo caldo, che ancora è un merito ancora maggiore.
Grazie a tutte le famiglie che hanno contribuito e che contribuiranno, perché questo è un percorso cominciato anche tanti anni fa, perché quando si arrivano a fare un po' il punto, quello è il punto di un percorso lungo, articolato e faticoso,
E però non è il punto d'arrivo, è veramente il punto di partenza, quello dove si fa il quadro generale si dice a tutti, ecco a quelli che sono qui sia di questo Comune ma sia di tutta la Sardegna e non solo che vogliono appunto contribuire che hanno spunti da da dare materiale da condividere, è che eccetera, perché si comincia da qui? Quindi è un invito. È un invito.
A che questo studio sia poi il prosieguo di un'attività che ha avuto origine tanto tempo fa, perché questo Comune ha un a un aspetto culturale forte, perché io non voglio fare nomi perché ho paura di dimenticarmene, però abbiamo quei poeti, scrittori e cultori delle tradizioni. Alcuni non ci sono più altri ancora e sono ben contenta di vedere zio Peppino mamme Mazzone, mi permetto di fare.
Speaker : spk1
Un nome, sono qui con noi oggi proprio per un cammino che va avanti nel tempo per quanto riguarda me e l'Amministrazione poi e le amministrazioni che si sono succedute nel lontano 2005, oramai proprio una parola detta, sicuramente anche come sprone io la prendo così.
Di un amministratore del bel tempo che appunto disse beh, questo nostro Comune però non ha una storia, venne detto in Regione noi, ma immaginatevi voi me che non lo so, so o un campanile che mi dicono che sia grande come quello di San Pietro o no sulla schiena, mi dicono che hanno una storia no, e quindi questo ha portato allo stimolo invece di dire no, la storia ce l'abbiamo e come quindi il percorso è cominciato, abbiamo cominciato, ma in questo percorso in questi 20 anni quasi si sono sono arrivate tante forze, le forze e vedo tanti volti qui no, tante forze mie coetanee, più o meno più anziani, più giovani, e poi i giovani, di cui Roberta fa parte integrante. I giovani che invece hanno Foglia hanno voglia di mettersi a studiare e andare ad andare a ricercare quelle che sono le nostre radici, la nostra storia, perché non esiste una storia più importante di un'altra, anche se qui non c'è.
Barumini, non fa nulla, qui c'è altro, ci sono le storie, ci sono le persone, ci sono i fatti che noi raccontiamo anche con i nostri sentieri. Oggi vedrete personaggi scorrere che raccontano anche di quei sentieri che noi, dal 2015 e abbiamo cominciato a percorrere tutti insieme storie di fa di faide di famiglie, di legami, voi sentirete da Roberta nomi, molti ricorrono in continuazione e di di rete, ma forse ha sbagliato era lo stesso no, no, il Presidente si chiamava allo stesso modo erano gli stessi nomi stessi, cognomi, le stesse famiglie che si perpetuano per più di 200 anni. Ecco, noi di questo andiamo a parlare oggi nel nostro contesto. Il io vi contestualizzo velocemente perché oggi non è il tema questo, ma è per CAL per capire è dove siamo. Siamo tra l'800 e il primo trentennio del 9 900, quando in tutta la Gallura c'era quella che poi viene definita civiltà degli spazi che a me piace chiamare cultura degli degli stazi, cioè di quelle n costruzioni, più strutture case lineari a treno e nelle più ricche a.
Palazzo, cioè a due piani che, insieme ad altri edifici che costituivano questa sorta di azienda autosufficiente,
Costellavano tutta la Gallura e quindi anche il nostro territorio. Voi vedete scorrere le immagini, non le commento perché oggi, ripeto, siamo qui per focalizzarci su un aspetto. Sono del nostro territorio, Stazi Love, luoghi che vanno dal mare all'entroterra in quel filo inscì, inscindibile che prende in se questo Comune che ha due anime il mare è la terra strettamente legate. Ecco, oggi noi parliamo di persone,
Di persone, quelle persone hanno vissuto lì alcuni di quegli spazi che vedete sono anche gli spazi delle persone di cui Roberta tra un pochino ci parlerà, quindi sono persone che hanno vissuto con le loro storie. Oggi ne conosceremo poche è principalmente, ne conosceremo un paio, però SAP sappiate che sono frutto di un percorso che noi abbiamo cominciato per riportare le famiglie e questo percorso di due di 200 anni con noi oggi parliamo di abiti e di persone,
Il ci tengo a dire questo che Roberta ora, io.
Cercherò di dire poche cose, perché poi lei non vuole che si parli di di lei vuole, è molto schiva, non ama i titoli veramente però Rho Roberta che ho l'onore, lo dico e mia figlioccia lo dico con orgoglio, lei lo dovrà venire meno.
La mano, l'ho detto alla madre e meno male che ha tante altre mani che hanno concorso alla sua formazione in maniera Merav meravigliosa, ma io l'ho toccata molto bene e quindi insieme a tutte le sue grandissime doti che ahimè non ma non ma appartengono lei, anche quelle poche che Oglio, e quindi però all'ennesima potenza, lei.
Ha fatto quel percorso, no che effettivamente ci auguriamo che tutti i giovani facciano cioè che si mettano a studiare. Lei ha una passione a uno, a un hobby co, perché questo lei fai medico, quindi effettivamente uno dice, ma lei l'ha fatto con unendo alla passione il metodo e il metodo a qualunque mestiere, tu faccia e metodo, né ce l'hai e il metodo scientifico, perché l'approccio e scientifico queste scienza non è fantascienza, quindi è questo F e fare questo, cioè farlo con metodo, con ricerca, ovviamente in fieri in divenire, perché è il dinamismo della ricerca.
Quindi accetteremo ovviamente con molto piacere il tutto e tutti i vostri contributi che contribuiranno ad arricchire questo cammino, questo percorso quindi io con fierezza lo dico, ma lo dico anche perché Roberta fa parte anche di un gruppo di giovani qui nella nell'Amministrazione son tanti giovani, finalmente.
Tanti giovani di cultura, giovani che vogliono fare cultura, altrimenti noi oggi non saremmo qui, c'è un sindaco giovanissimo, quindi è equo, è questo, e poi ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che mi auguro di trovare dei nostri Family di Gad dura, che porteranno il percorso di questi abiti, ritrovati anche con il percorso filologicamente corretto che è venuto fuori da questo studio. Sono qui con noi e sono ben contenta. Spero che qualcuno di loro vorrà anche parlare e poi vi faremo vedere anche le capacità tecniche anche di altre persone che hanno con la collaborato e poi vedrete una cosa molto bella con due altre giovani ragazze discendenti delle famiglie di cui parliamo oggi. Adesso passo la parola a Roberta.
Speaker : spk2
Fatele pace.
Buonasera a tutti non nego di essere un pelino emozionata di parlare qua con voi perché sono a casa c'è gran parte della mia famiglia, persone che mi hanno praticamente cresciuta, quindi l'emozione è tanta, ecco, questo non non lo nego madrina già ringraziato l'amministrazione anche da parte mia, però ci tengo a farlo anche personalmente, perché hanno creduto fortemente in questo progetto con grande entusiasmo e quindi grazie davvero per avermi dato la possibilità di essere qua.
E allora io direi che iniziamo subito a.
Ad esporre un sunto di quello che il il progetto, il percorso che è stato portato avanti.
In questi anni, inizierei da questa frase, qua la leggiamo assieme.
Nei giorni di festa. Le tempi esi è la maggior parte delle donne della Gallura portano ingiusta cuore, scarlatto con maniche, aperte e guarnite di bottoni, o che li d'argento alcune hanno la gonna scarlatta, ma sembra adottino il colore verde per la gonna di panno guarnita con un orlo largo vistoso Scarlato. Questa frase è tratta dal voyage in Sardegna, di Lamarmora, scritto tra il 20 e il 30 del dell'800. È importante partire da da questa frase, perché ci fa capire come in Gallura, di cui noi facciamo orgogliosamente parte, si condividesse un sistema oltre che culturale, quindi lingue, usi, tradizioni comuni anche vestimentario, appunto la maggior parte delle donne della Gallura, quindi tutte vestivano più o meno allo stesso modo seguendo dei dettami delle delle linee di moda Comuni. Insomma, a a tutti quanti, anche perché non dimentichiamo che la civiltà degli Stassi si basava soprattutto sulla transumanza, quindi le famiglie di tempio Calangianus, i grossi centri cittadini.
Appunto andavano in tram, venivano in transumanza presso le regioni più a valle. Quindi, appunto,
Quale siamo noi i salti le regioni costiere e ovviamente portando con sé la moda, gli usi, i costumi e le tradizioni.
Ecco, questo è un acquerello della collezione Cominotti che ci fa vedere un episodio di vita quotidiana. In questo caso è diventato un evento festivo, l'Ucraina tolgono la.
Il rito della cardatura della lana e poi vediamo un gruppo di di donne e di uomini vestiti in un certo modo che ora analizzeremo,
Quindi.
Diciamo che la ricerca si è svolta sia in ambito locale, quindi andando a ricercare.
Le testimonianze orali delle persone che ci hanno preceduto e hanno vissuto, perlomeno ormai a partire dai primi anni del 900 in poi, andando a cercare le fonti iconografiche e documentari in archivio, quindi l'Archivio di Stato di Sassari, con gli atti notarili testamenti, e poi appunto, fortunatamente la svolta nel nei nostri studi è avvalorata dal ritrovamento fortuito. Sostanzialmente, come diceva madrina, lei è caduto in testa l'ambito,
Il ritrovamento fortuito di un abito di gala di metà 800, appartenente.
Speaker : spk1
A Paola Quaglioni, che ora è conservato appunto dai suoi discendenti, dalla famiglia.
Mancini. è sostanzialmente questo reperto, ci ha consentito di contestualizzare effettivamente di collocare anche.
L'abbigliamento tradizionale del nostro Comune in quello che è l'abbigliamento della Gallura, quindi ci conferma che anche noi, come 100 vestivamo esattamente alla stessa maniera.
Degli altri centri,
Ecco questi sono alcuni acquerelli, alcuni sono più noti come questo del Cominotti, altri meno noti, queste conservato addirittura in Australia, una quello di William lite ed è veduta di San Simplicio. Si possono vedere delle figure qua vediamo un dettaglio, un ingrandimento,
L'uomo è vestito alla Sardegna, esca sostanzialmente e poi analizzeremo, è anche sua moglie indossa un abito particolare che,
Praticamente molto simile a quello dipinto a tempi e quindi questo ci dà proprio l'idea di questa in questo senso di comunità che che univa tutte le genti della Gallura. Questo è un altro acquerello, ho sempre dipinto nelle nelle campagne di Olbia, si vede Tavolara sullo sfondo il campanile della chiesa di San Paolo e appunto anche le indossa un abito che rispecchia questi canoni, insomma tipici della Gallura. Io direi che per fare una cosa un po' più interattiva,
Costruiamo insieme l'abito, quindi abbiamo due modelle che si sono molto volentieri prestate. Le vestiamo assieme,
Speaker : spk2
Allora così vediamo un attimino Los, lo scopriamo finalmente.
Paola, scopri, Gian o Gianfranco.
Speaker : spk1
L'abito, il primo.
Speaker : spk2
Allora Roberta attenzione.
Allora.
L'abito.
Lo vedete dall'altra parte,
Tira lui Gipponi bene, non così.
Allora e eccoli qua ci ha parlato, Roberta prima vi ha fatto vedere l'ambito, ha detto che mi è caduta in testa effettivamente quell'abito che voi vedete posizionato, in realtà, sulla in rilevato e.
L'abito là, la gogna e il eccetera è l'abito che,
Apparteneva a Paola a Zara, Quaglioni,
Vissuta nella metà dell'800,
Era esattamente la zia della mia bisnonna, di Maria a hazara, Quaglioni di Monti, letto qui insieme a me, ci sono tanti dei suoi discendenti e sono molto contenta di vederli.
Con noi, quindi l'abito.
Ora Roberta ve lo ve lo ve lo spiega perché lo sa fare indubbiamente meglio di me.
È un abito Paola, è vissuta a Monti lì tu, ma si è sposata a Padru, con Kiku, mela che era un grande possidente di Buddusò, che durante appunto l'editto delle chiudende anzi poco dopo.
Schiuse e mezza padre o se è tutto qui quindi era un un grande proprietario terriero quindi Paola aveva poteva già di sua famiglia e poi eccetera aveva comunque un dei possedimenti ma anche un ricco vestiario e dei.
Monili altrettanto ricchi in parte ancora.
Di nostra proprietà. Altri, purtroppo, come capita nel tempo, sono andati perduti. Quindi oggi vedete invece un'altra cosa molto bella che Roberta non ha detto è che l'abito che vedete ora Into indossato da sarà sarà è la discendente più giovane de de o della parte appunto degli degli hazara Quaglioni, è la figlia di una delle mie cugine, sarà lo indossa ma indossa una riproduzione fedele.
Che ha costituito per Roberta è per sua madre e Loredana che, peggio di Roberta, non vuole essere nominata, ma io me ne frego, lo dico.
Oltre un anno di duro lavoro perché ora voi poi l'apprezzerete la, ma lo vedete ora cosa significa aver riprodotto fedelmente come si faceva allora l'ambito con questi ricami meravigliosi? Ora ve lo descrive Roberta, ma ci tenevo a precisarlo.
Speaker : spk1
Se andate al centro.
Come?
Allora iniziamo dalla camicia fare, avendo sta già, perché ovviamente, per questioni di pudicizia non potevamo non fargliela indossare già dal principio. Allora la camicia gallurese erano dei camicioni lunghi fino a metà polpaccio, realizzati in tela di cotone o di lino di colore bianco. La lunghezza era legata al fatto che, appunto, sia le donne erano abbastanza pudiche, quindi già solo scoprire la caviglia era motivo di insomma non era proprio consono. Ecco, ma soprattutto il fatto che indossassero al di sopra delle gonne in panno di lana molto pungente faceva sì che una camicia così lunga alle proteggeva da questa azione insomma fastidiosa del tessuto,
Il collo e a girocollo abbastanza accollato, quindi non scollature eccessive, ma soprattutto son delle camicie molto semplici, prive di particolari, pizzi ricami questo perché andavano sostanzialmente coperte quasi del tutto dal dagli indumenti che si mettevano sopra, e quindi non aveva senso, nell'ottica dell'economia del tempo, andare a sprecare tempo e denaro nell'abbellire un indumento che fondamentalmente andava nascosto. Ecco, al di sopra della camicia veniva indossata, invita una taschina che prende il nome di Bouchard cara, erano delle tasche realizzate in seta, cotone o comunque tessuti di recupero dicono di forma rettangolare e che presentavano un'apertura centrale verticale tramite cui poteva essere inserita la mano all'interno per recuperare gli oggetti che vi erano custoditi e questi oggetti solitamente erano oggetti di uso comune, quali il rosario immancabile, nel corredo di ogni signora dell'epoca qualche moneta, le chiavi di casa e il fazzoletto lumi Calori,
A questo punto, al di sopra della di Labus Saqqara veniva indossata la Faldetta, quindi la gonna di gala, la gonna di gala in Gallura era molto particolare. Forse è l'elemento più caratteristico di tutto di tutto l'insieme.
Ne sono citate nei testamenti di innumerevoli nei testamenti nelle nelle fonti iconografiche del tempo, proprio perché erano molto particolari. Nel dizionario dell'Angius Casalis viene riportato un passo che ci dice che le gallurese amavano particolarmente il colore verde e appunto queste gonnelle di questo color verdone realizzate in panno finissimo che prendeva il nome di grana, che un po' hanno ormai introvabile. Noi abbiamo cercato di realizzarla in maniera più fedele possibile, per colore e consistenza, e comunque erano appunto tipicamente realizzate in questo materiale e di questo colore erano molto ampie la circonferenza, in questo caso dell'originale di oltre 4 metri e presentavano la struttura caratteristica delle gonne sarde. Quindi i pannelli posteriori, uniti tra di loro, che erano la parte più ampia venivano separati dal pannello anteriore da due aperture laterali all'altezza dei fianchi e questa struttura era utile per due motivi. Il primo era che tramite le aperture si raggiungeva la Boussac alla posta. Al di sotto, quindi si poteva inserire la mano nella tasca. Il secondo motivo era molto più, invece erano a furbata, sostanzialmente perché questo sistema consentiva alla gonna di adattarsi a tutti i cambiamenti che il corpo femminile può subire durante l'arco della vita di una donna. Quindi un'eventuale gravidanza oppure un calo di peso, un aumento di peso facevano sì che appunto la gonna si allargava o si stringeva poteva essere adattabile, ma la parte caratteristica di questo indumento che è quella che ci fa pensare che nell'originale si trattasse di un abito nuziale e proprio il ricamo il De Rosa nel suo tradizioni popolari di Gallura ci dice che queste donne potevano essere decorate con un gallone vistoso, scarlatto o comunque di seta al ricami policromi. In questo caso la proprietaria o chi per lei lo ha richiamato con dei motivi che richiamano fortemente il simbolismo legato al matrimonio, quindi la pavoncella centrale nel pannello anteriore,
Che è notoriamente in Sardegna, simbolo di fertilità ed è un simbolo propiziatorio le spighe che ricorrono lungo tutto l'orlo della gonna, i fiori di asfodelo che sono comunque tutti i simboli della vita coniugale, simboli di fertilità, ma la particolarità, adesso la vediamo.
È legata al fatto che è presente questo piccolo dettaglio. Sono una coppia di ballerini, probabilmente sotto allora, sotto la pavoncella, dove ci sono, ecco, proprio lì sono una coppia di ballerini abbigliati, anche loro in abito tradizionale, che danzano appunto al di sotto di questa pavoncella probabilmente sono gli sposi o comunque va a simboleggiare un qualcosa legato alla vita, alla vita di coppia, oltretutto quello che ci fa pensare che fosse un abito nuziale e la ricchezza dei materiali perché il richiamo è interamente realizzato con fili di seta, ma soprattutto era tempestato di paillettes metalliche all'epoca, estremamente costose, ora nell'originale, e sono rimaste pochissime ancora attaccate noi abbiamo cercato di posizionarle esattamente nei punti in cui si vedevano i resti delle insomma delle precedenti ecco e quindi questo è un indumento estremamente caratteristico, tuttavia sono attestati appunto gonne di Foggia più semplice, con ricami più semplici in base al gusto. o le possibilità economiche della proprietaria potevano essere interamente lisce, quindi prive di decorazione oppure, come ci dice il De Rosa, decorate con Gallone disseta fiori policromi che veniva applicato al di sopra e al di sopra di essa,
Ora, teoricamente, nell'insieme di gala, così come attestato dalle fonti, sarebbe dovuto essere presente il gusto e il corpetto morbido che purtroppo non è arrivato alla insomma ai giorni nostri si è perso negli anni, però abbiamo rinvenuto un uno scampolo di broccato in tessuto i fili d'oro che è molto probabilmente è l'avanzo di quello che era si è esposto di quello che era in origine il il busto facente parte di quest'ambito. Noi per fedeltà della ricostruzione non l'abbiamo, non l'abbiamo ricreato, ovviamente, e quindi questo è ancora oggetto di studio di studi futuri.
Dopodiché passiamo a un indumento che forse è ancora più caratteristico è al momento attuale risulta un unicum, credo, in tutta la Gallura. Spero che qualcuno mi potrà contraddire che ne ve ne troveremo degli altri, perché veramente è molto bello e della cintura è citata dal De Rosa. Anche in questo caso.
Si tratta di una cintura in seta policroma. In questo caso è una fantasia giocare a righe nei toni del blu e del grigio perla,
Decorata con una coccarda posteriore. Anche in questo caso abbiamo cercato di essere il più fedeli possibili alla fantasia.
Dell'originale e devo dire, la verità era un capo che nemmeno io conoscevo, nonostante ci studi dietro diversi anni e l'avevo detto più volte nel libro di De Rosa e finché non l'abbiamo trovata e mi sono chiesta cosa fosse, allora li ho riletto il libro con più attenzione ed effettivamente sono riuscita a riconoscere questo indumento per quello che era realmente.
Al di sopra. Infine, della camicia si indossava la camiciola, cioè la giacchina di gala, anche questa era realizzata in un panno finissimo detto grana, che ormai è introvabile di colore scarlatto ed erano delle giacchine di Foggia quasi militaresca e che comunque richiamavano gli Spencer diffusi nell'800 in tutto il resto d'Europa, allora, nel nostro modello, così come l'abbiamo trovato, noi la Manica è chiusa. Però, studiando bene la conformazione, abbiamo trovato all'interno delle cuciture i l'eccesso di tessuto che è stato ripiegato in tempi, diciamo seguenti quindi per adattarsi alla moda che cambiava molto probabilmente la Manica è stata chiusa ed è stata stretta, quindi in origine era probabilmente è aperta e questo è testimoniato anche dal fatto che è sempre all'interno delle cuciture. Sono ancora presenti alcuni residui di occhielli a cui venivano ancorati i bottoni in argento.
La particolarità della giacchina sta nella parte posteriore che.
Adesso appena finiscono, di sistemare la camicia.
La fai girare ma per favore.
Okay.
Ecco, nella parte posteriore tutte le cuciture erano rifinite, con un ricamo a.
Zampe di Mosca, che era un ricamo estremamente diffuso in tutto l'800, anche in altri centri della della Sardegna e poi il punto vita era assegnato da degli inserti triangolari profilati di di velluto di seta che appunto garantivano una migliore vestibilità è consentivano all'indumento di accompagnare al meglio la silhouette femminile.
Ecco, qua, la vediamo nel dettaglio, purtroppo questo è l'originale, è abbastanza, insomma, condizioni molto deteriorate, ecco.
Ora, al di sopra della della camiciola, veniva indossato lo scellino di petto, anche questo era un segno di di pudicizia, lo scialle era molto variabile, perché anche questo variava sulla base del gusto personale realizzato in seta in mussola di cotone o in lana finissima è poteva presentare fantasie policrome policrome di ogni genere in base al gusto della proprietaria poteva essere dotato o meno di frange veniva piegato a triangolo e poi si incrociavano le 2 coppie anteriori all'interno della.
Del cinturino de de della cintura o del cinturino della gonna,
Infine,
L'abito era concluso dal copricapo copricapo in Gallura prende il nome di in questo periodo quantomeno prende il nome di censo e della realizzato da ora a partire da un fazzoletto, sempre di materiali variabili, quindi cotone, seta, lino, tela fantasie variabili, quindi qua era proprio la la variabilità tra un abito e l'altro non è una divisa tutti uguali, ma ogni donna poteva.
Personalizzare con questi con con la variabilità di questi indumenti. Ecco questo copricapo che in realtà è diffuso in tutta l'area del Mediterraneo, veniva avvolto come una sorta di turbante, quindi piegato a triangolo appoggiato sulla fronte, e poi i due diciamo, le 2 coppie venivano fatte, ripassare anteriormente è legate o a formare delle rosette, oppure comunque con un nodo con Libicki, così venivano chiamati i ben visibili e ben in alto.
Ecco qua.
Arrotola bene il.
Ora diciamo che stiamo mettendo un po' di pressione, perché forse sono un po' rapida e quindi.
Dopo la cominciamo al meglio, così facciamo anche le foto di rito in maniera più più composta, ecco.
Dimmi.
Arriviamo ai monili il monili.
Sei e mezzo, ma spostati.
Allora.
I monili nell'abbigliamento gallurese erano molto essenziali, non c'era un corredo di ori particolarmente vistoso, come per esempio possiamo pensare nelle zone del Campidano della Barbagia, ecco.
I gioielli che le donne galluresi prediligevano erano sicuramente gli anelli, le più ricche, le possidenti potevano indossare anche uno o più anelli per ogni dito della mano, quindi quella che noi diremmo la Madonna di mezza Augusto, cioè si riempivano completamente di.
Di anelli e in particolare alcuni di questi avevano dei simbolismi ben ben specifici.
Tra i più forti e i più noti che l'anello con cammeo Luca Maffè pannello con corniola, ma soprattutto la nel 2000 Fido, cioè l'anello del matrimonio dello Sposalizio. Questo era un monile, è molto ricco, veniva realizzato a partire da una fascetta d'oro su cui si incastona AVA un topazio. Vale di dimensioni abbastanza insomma voluminose. Quindi non tutte le signore potevano permetterselo, e di conseguenza le donne più benestanti che lo possedevano lo prestavano alle signorine meno abbienti.
Solo per il momento del delle promesse, quindi del matrimonio, e la leggenda vuole che, quando questo anello veniva prestato per tre volte di fila, acquisisse delle proprietà magiche o comunque di protezione contro il malocchio, ma nel 2003 affidi per l'appunto che qua.
Esattamente Paola era una possidente, quindi questo anello è stato prestato diverse volte e quindi qua diciamo, lo stiamo ve lo stiamo mostrando.
Arriviamo.
Altri monili immancabili nel corredo di ori, della insomma, della donna gallurese, c'erano gli orecchini, gli orecchini diciamo che loro in Gallura non era, non prediligeva la filigrana come in altri centri, ma si utilizzavano una tecnica detta all'nomina illustrino.
Tipicamente questi orecchini potevano essere lunghi Lippi Indini, anche 10 15 centimetri in base alle possibilità economiche ed erano formati da elementi componibili che potevano essere indossati nella loro interezza oppure nelle singole parti oppure quelli che sono più attestati nelle nostra, nella nostra, nel nostro territorio, che sono lì Riccardi, quindi gli orecchini ovali, realizzati anch'essi in in lamina molto più corti e che recavano delle fantasie legate alla natura, quindi fantasie floreali o comunque elementi bucolici. Insomma,
Per finire, appunto, come abbiamo detto, era immancabile il rosario questo il rosario originale di Di Paola Quaglioni apparteneva al suo corredo, realizzato in argento e lapislazzuli,
Oppure potevano essere realizzati anche in interamente in argento o con perde di fiume, anche in questo caso era molto molto variabile sulla base del gusto della proprietaria.
Insomma, questo è l'insieme dell'800.
A questo punto.
Andiamo okay,
A questo punto possiamo passare alla descrizione dell'abito maschile, purtroppo gli originali a nostra disposizione sono veramente pochissimi è arrivata una preziosissima Barretta, appartenuta, Raimondo Bonacossa, che abbiamo esposto qua, perché ovviamente.
È importantissima e ci ha permesso di attestare l'utilizzo di questo di questo accessorio anche nelle nostre regioni che a quanto pare in realtà contrariamente a quanto si pensa era estremamente diffuso questi sono sempre alcuni a quelli di William light, che evidenziano come appunto veniva indossato in maniera abbastanza abbastanza comune.
Ecco qua a Porto Pollo, comunque tutta la zona della Gallura Alta Gallura, bassa Gallura era indifferente, si vestiva esattamente allo stesso modo è qua partiamo con la descrizione dell'abito maschile che abbiamo potuto ricostruire, proprio sulla base delle attestazioni fotografiche che sono state preziosissime qua vediamo Francesco Antonio hazara Quaglioni che indossa,
Quella che è la divisa del dell'uomo sardo, no, quindi Lucan Shu, il gilet a doppio petto, con scollo a v realizzato in danno o in velluto di colori abbastanza AQP, contrariamente all'ambito femminile, che era molto sgargiante, si caratterizzava per contrasti anche molto elevati. Stabilito, ma scriverà molto più sobrio, quindi lo Kansuke in velluto in panno orbace dicono gli scuro nero o blu notte e in questo caso lo vediamo a doppio petto, che era la foggia più diffusa. A inizio e metà 800 al di sopra di Lugansk veniva indossato Luca bottino di Fresi o Luga Banu, quindi diciamo il cappotto di di orbace dotato di cappuccio, che consentiva a chi lo indossava di proteggersi dalle intemperie è al di sopra, insomma, a coprire il capo, appunto, la barretta la varietà che, come quella appunto di del signor Bonacossa, in tempi più arcaici, era realizzata in un unico pezzo. Quelle moderne sono cucite, no lungo i lati sono due pezzi di pane uniti tra di loro, invece originariamente erano realizzate in un'unica maglia tubulare, tessuta tutta d'un pezzo, che poi veniva infeltrita, è cucita solo all'apice, quindi solo nella punta, e talvolta poteva anche essere doppiata, quindi era un unico cilindro lungo anche un metro e mezzo. Una una delle metà veniva infilata all'interno dell'altra, eh sì indossava in questa maniera per dare maggior sostegno all'indumento. Ecco anche la barretta, come nel caso dell'abito femminile, era quell'induca l'accessorio che garantiva la variabilità individuale. Quindi si poteva indossare cadent su un lato posteriormente, arrotolata sul davanti, oppure come la nostra, il signor Bonacossa a mo di visiera, in un modo che prende il nome di Barretta full CATA.
Okay.
Come.
Ma in gallurese, la barretta 100 capi, 100 Parretti.
È proprio un modo,
Una particolarità di questa foto è legata all'acconciatura che ci tengo a precisare, è un dettaglio, quasi insomma, infinitesimale, i capelli venivano acconciati, erano portati lunghi, così come le barbe venivano a contratti in una lunga treccia che si rigirava all'interno di Navarretta, la possiamo vedere, si vede la treccia e mo è anche bella consistente.
Veniva indossata in questa maniera è una modalità capelloni, sì, è una modalità testata e diciamo e preziosissimo questo reperto fotografico perché ci permette di proprio toccare con mano no quello che era solo scritto nei Resoconti.
L'insieme qua vediamo, altri hazara, Quaglioni, tutti discendenti, tutti hanno vestito alla stessa moda, quindi tutti con l'abito gallurese, ma la foto emblematica che ci ha permesso effettivamente di ricostruire nell'interesse suo abito è questa qua. che ritrae Biagio Murrighile di ENAS, il cavalier Tommaso Zaghetto, diva di Altana, è Martino Giua di ENAS e una foto di metà 800 ovviamente si vede da come sono abbigliati, è proprio viaggio Murrighile, indossa le calzoni campana, cioè quelle che in sardo sarebbero le Ragas, ecco, in Gallura il corrispettivo, sono locazione a Campana, sono molto meno ampi di quelli in uso negli altri centri della Sardegna ed erano una sorta proprio di calzoncino, lungo fino a metà coscia che veniva indossato al di sopra degli Calzoni di tela, quindi i calzoni bianchi dei mutandoni, lunghi fino al polpaccio che di tela o insomma di cotone o di lino, che venivano poi inseriti all'interno dei Borzacchini di.
Di panno che prendono il nome di calzetti, questa questa, Foggia vestimentaria era sostanzialmente diffusa in tutta la Gallura. La variabilità era legata al fatto che lo Kansu poteva essere amano petto o a doppiopetto qua viaggio Murri che lo sta indossando a monopetto e vediamo come l'abito tradizionale, contrariamente a quanto si pensa, non è cristallizzato nel tempo, ma cambia col cambiare della società con i cambiamenti che la moda impone e infatti con l'andare avanti dei decenni.
Anche, appunto, l'abbigliamento maschile subisce delle modifiche per cui si abbandonano molto precocemente. Qua vediamo alcune foto di famiglia, no, ecco.
Questo è il capostipite dei di già ghetto di Loiri.
Signori, stava noia che due, che indossa sempre scavata negli anni 20, indossa sempre Luca Pottino, Lucan Shu, a monopetto, ma vediamo come le canzoni a campana sono stati sostituiti da dei pantaloni di foggia, quasi continentale, lunghi di forma tubulare realizzati in fustagno o o in panno o in orbace ma soprattutto in questo periodo viene abbandonato lucane show a doppio petto a favore di Luca Anshu monopetto che poi, insomma gallurese indosseranno fino agli anni 30 40 per poi abbandonarlo definitivamente a favore degli abiti degli abiti ai cittadini. La barretta.
È un argomento che viene abbandonato anch'essa precocemente a favore di capelli,
Signorili, simile al Borsalino, che prendono il nome di SIN brevi. Ne vediamo anche, insomma, ne vediamo stasera degli originali qua esposti che appunto poi potete potete ammirare,
E quindi, una volta che abbiamo insomma definito come l'abbigliamento, ossia in continuo divenire, possiamo passare all'abbigliamento femminile dei primi del 900, questo è il secondo arco temporale che noi abbiamo individuato nello studio.
Insomma, in questa, in questa fase, a partire dal 1.890 in poi.
Le cromie si spengono sull'onda della moda vittoriana che prediligeva il nero e colori cupi, anche in Gallura vengono abbandonati i colori sgargianti a favore del nero, del blu notte e del del bronzo o del marrone scuro, la camiciola avviene pressoché abbandonata a favore di lui gipponi così come la gonna, si riduce lievemente in ampiezza, rimanendo seppure insomma, abbastanza abbastanza lunga come circonferenza intorno ai due metri e mezzo,
E quindi la moda subisce un cambiamento sull'onda della dell'influenza continentale, si cerca di diventare più signorili possibili e quindi ad elementi tradizionali vengono affiancati abiti della moda cittadina in quello che chiamiamo abito di transizione.
È importante, hanno abbia un problemino.
Sì, allora.
Per del colore.
Allora,
Quindi questo è l'ambito di transizione per ricostruire questi modelli, diciamo che in realtà ci siamo basati su indumenti originali, infatti, Elisa, indossa l'abito che appartenuto alla sua trisnonna.
E che abbiamo qua in foto, la signora Cassandra De Candia, nata Truda, è vissuta a Ioanna Reddo, e questo è proprio lui gli pony appartenuta, questa signora è che indossa in questa fotografia.
E ne.
Un altro.
No, abbiamo accantonato, Luigi pone sì, sì, sì, sì.
E quindi anche in questo caso lo ricostruiamo assieme,
Investiamo insieme l'abito, però però in questo racconto.
Mi farò aiutare da una signora che oggi non c'è più,
Ma che diciamo, ci ha lasciato pochissimi mesi fa e ha vissuto la bellezza di 103 anni ed è ma mai Paolina Ferreri che è nata Loiri nel 1919 lei era una sorta di professione, è proprio sua madre è stata l'ultima donna di Loiri ad indossare la capita fino agli anni 70 quando poi è morta.
E quindi ma mai Paolina mi aiuterà insomma in questo in questo racconto.
Perché non farlo?
Claudio.
Penso di sì.
E non lo so come si fa. però.
Penso e ma devo uscire dalla presentano umana anche senza fine. no no, no, no, vai qua vai qua che ti vai in coso perfetto,
Ecco sia aperta, guarda quanto è al 100%,
Okay.
Questo è.
Perfetto.
Perfetto.
Okay.
Potremmo atto si.
Ok, vediamo osservare.
Ecco, quindi, nell'insieme di gala.
Dei primi del 900 è rimasta ovviamente in uso la gonna che come mai ci ha raccontato, era lunga fino ai piedi molto ampia, Lecce larghi larghi quindi chi Stival detti Manni e poi al di sopra di essa veniva indossato lui Gipponi che è andato a sostituire.
La camiciola.
Quindi, ma mai ci racconta che li chi Pogni erano delle camicette ispirati alla moda borghese e che.
Venivano realizzate,
Ma di solito i materiali pregiati, quali la seta damascata, a volte anche in raso di seta liscio, oppure anche il, il fresco lana o il cotone, se la proprietaria non era particolarmente benestante. è queste Zadkine con la manica lunga chiusa è stretta fino al polsino che poteva essere presente o meno. Insomma, non è detto che ci fosse un polsino staccato dalla manica, ma soprattutto venivano stretta in vita per sagomare.
La figura tramite o delle fettucce di cotone che venivano.
Arricciate, oppure delle penso realizzate nel tessuto che appunto miglioravano la vestibilità. I modelli di gala erano poi decorati con applicazioni di pizzo passamanerie in seta oppure dei bottoni al solo scopo decorativo. All'interno delle di Leakey pony potevano anche essere inserite delle stecche all'epoca erano stecche di balena,
Che appunto.
Definivano al meglio la silhouette, ma soprattutto c'erano due modalità di indossare queste giacchine. La prima era come la stiamo vedendo adesso, quindi.
Stringata, cioè la giacchina sopra la gonna, oppure poteva essere indossata attrezzata, cioè con la col cinturino della gonna che andava a stringere nel punto vita e quindi la camicia, la la giacchina, i luoghi pony veniva inserito al di sotto della gonna, finirono, mettere anche così, sì,
Non le chiude.
Eh, insomma, è.
Per quanto mi piace lesa e si sa che siamo Sanguin,
Siamo interattive, noi la nostra famiglia così è.
Ok.
E quindi adesso vediamo anche la foggia attrezzata,
Questo eroghi pony che sta indossando adesso, Elisa, lo vediamo qua nel nel dettaglio. al di sopra di lui gipponi poteva essere utilizzato lo scellino di petto, quindi questo è un indumento, un accessorio che si è conservato dalle origini dell'abbigliamento nell'800 qua vediamo Maria Quaglioni che la nonna di la bisnonna è vero, di mia madrina, nata a monte élite nel 1.863 e si può vedere come appunto sulle spalle indossi lumi Calori di petto questo fazzoletto poteva essere in seta in cotone era molto variabili anche nel 900, ovviamente sulla base del gusto personale e poteva essere dotato o meno di frange.
Ok, adesso arriviamo al fazzoletto, la testa delle donne galluresi era sempre coperta, non si poteva uscire di casa con la testa scoperta, era motivo di derisione di vergogna e veniva indossato in una maniera particolare che si è un sistema di chiusura che si autosostiene non ha bisogno di spilloni per rimanere su.
Ah.
Se guardiamo bene il gesto che fa, ma mai si capisce bene qual era la la modalità con cui si indossava.
Poi lo spieghiamo.
Praticamente il sistema di autosostentamento del del fazzoletto è legato al fatto che si piega triangolo, si indossa sulla testa e poi le 2 coppie vengono rimboccate una all'interno dell'altra, dalle parti opposte del viso, quindi passa sotto il mento, si ripiega sullo zigomo destro o sinistro e poi il la cocca controlaterale viene fatta passare a sua volta sotto il mento è rimboccata al di sotto del insomma del lato opposto, e in questo modo, appunto, il, il fazzoletto non non necessita di di altri supporti per per rimanere su.
E infine, analizziamo quello che forse è l'indumento più caratteristico che consente di identificare tutti gli abiti galluresi e che, appunto, la Faldetta capita questo indumento in realtà esisteva già nel 1.800 era un indumento ordinario, era realizzata da a partire da una gonna di tutti i giorni su un curino.
Per l'uso quotidiano, quindi i materiali anticamente materiali molto semplici e e grezzi, come l'orbace, e che non si sa per quale motivo. In realtà, col passare degli anni diventa un indumento di alta Gala che viene realizzato con materiali di pregio quali il crespo di seta, principalmente, e poi appunto, poteva essere decorato con raso di seta liscia oppure in seta damascata. In questo caso stiamo indossando una capita originale di metà 800, che apparteneva alla trisnonna di Raymonda fiori.
È talmente antica che, praticamente nella parte che era maggiormente esposte al sole, si è scolorita, quindi era in origine nera, è ormai è diventata di color verdone.
Questa gonna.
Rispecchia a tutti gli effetti la struttura della gonna verde o comunque della gonna gallurese che abbiamo descritto prima. Quindi è proprio una vera e propria Agon in miniatura che veniva semplicemente indossata sopra la testa per proteggersi dalle intemperie.
Perché non c'è?
Ecco, questa è la capita originale che è stata che sta indossando adesso. Elisa e ma mai ce la racconta,
E quindi, come ma mai ci dice anche nella capita conservavano Lipunti, Casey quindi le aperture laterali che abbiamo citato prima nella gonna verde, quelle che permettevano di adattarla alla vita, in questo caso sempre per utilità, conservano la loro funzione di poter adattare l'indumento, ma anziché adattarlo alla circonferenza della vita, si adattava alla circonferenza cranica di chi lo indossava. Quindi erano indumento molto versatile che poteva essere ereditato addirittura questa capita qua che stiamo vedendo indossata è stata acquistata in seconda mano, quindi erano indumento talmente prezioso che poteva essere venduto. Era insomma.
Un elemento abbastanza importante dell'abbigliamento tradizionale gallurese talmente importante e le galluresi vi erano talmente affezionate che purtroppo si facevano seppellire con la loro capita migliore. La mia trisnonna sì, la mia trisnonna si fece.
Seppellire con la capita che era stata conservata per l'occasione a casa di di sua figlia che è la mamma di.
Via Paolina, Marras cugina di mia nonna e appunto, quando moi mia trisnonna mandarono a chiamare sua figlia che portò a casa la la capita dell'intero e gliela vestirono insomma per per essere sepolta nel nel suo abito migliore. E questo è il motivo per cui questi indumenti, che in realtà erano estremamente diffusi ormai sono arrivati cioè nessun sopravvissuti pochissimi, pochissimi elementi che non darebbero la reale idea di quella che era la loro effettiva diffusione. Molti hanno fatto, purtroppo, questa triste fine, però, insomma, fa parte della nostra storia, della nostra cultura. Quindi è importante ricordare anche questa usanza che ci fa capire quanto fosse importante questo indumento.
Per quanto riguarda il corredo di ori, che appunto abbelliva anche il l'insieme del del primo del 900,
Diciamo che gli orecchini e gli anelli che erano carissimi alle galluresi si sono conservati fino a questo periodo, però iniziano a comparire anche le collane collane di Foggia borbonica quindi collane che venivano importate dal continente.
Likud nani potevano essere lunghe o corte, era insomma molto molto variabile, e quindi diciamo compare anche questo elemento, che invece nell'ambito dell'800 era del tutto assente, perché sarebbe stato nascosto come per la camicia sarebbe stato nascosto dalla dallo scellino e dalla e dalla camiciola.
E immancabili ovviamente, anche in questo caso la Bouchard cara portata al di sotto della donna, che conteneva Lipu lunghi che erano gli amuleti contro il malocchio, il rosario e ovviamente anche in questo caso, gli elementi di di quotidiana utilità.
Voglio fare solo una precisazione che ho dimenticato di fare all'inizio, perché è un po' una cosa ovvia per me, quindi ogni volta, mi dimentico di dirlo, è che se non so se l'avete notato in Gallura non si usava il grembiule,
Le galluresi erano molto vanesi e molti viaggiatori della dell'epoca riportano questo questo dettagliano donne molto vanitose, attente alla moda al modo di apparire.
Nel nel Dizionario storico-geografico dell'Angius Casalis viene proprio riportato un passo in cui si dice che, nessuna gallurese avrebbe mai indossato il grembiule in occasione di gala perché sarebbe stato motivo di derisione, in quanto è un era un indumento legato alle alle attività domestiche, alle attività quotidiane e quindi indossarlo per il matrimonio o comunque in occasione di festa sarebbe stato quasi. Insomma,
Esporsi al pubblico, al pubblico ludibrio e il fatto che non si usasse il grembiule ce lo fa capire anche un'altra cosa, se pensiamo alla gonna dell'800, il ricamo più pregiato, la parte più importante è il fulcro di tutta la storia che quel ricamo, racconta e proprio nel pannello anteriore, quindi non avrebbe avuto senso ricamare al meglio una parte che sarebbe dovuta essere coperta dal grembiule e quindi questo ci fa capire come appunto nelle occasioni di gala questo indumento non venisse assolutamente indossato,
Okay.
Speaker : spk2
Ora però Bertacchi ha concluso sicuramente penso vi abbia appassionato nel racconto, perché non è usuale.
Credo sentirlo anche per noi, insomma, che di storia vige, viviamo.
È anche perché effettivamente è ancorato alla realtà storica, cioè il fatto di aver ritrovato.
Gli originali che in realtà erano se erano e sono custoditi nelle nostre famiglie, perché noi abbiamo avuto la buona sorte in anche in alcuni casi, quando lei prima ha detto che a me mi è caduto in testa è proprio vero la Gone Di Paola.
Mi è arrivata tramite mia zia, che era appunto una nipote di Maria, sarà Quaglioni,
Però c'era quella in realtà, quando noi abbiamo rappresentato per la prima volta la faida no nei nostri sentieri di Monti, li tua famosa faida, Pittorru, Quaglioni o Quaglioni Pittorru che appunto ha coinvolto e ha sterminato per 30 anni, mezza Gallura è la famiglia, sarà Quaglioni, ne ha veramente patito tanto insieme a quella Pittorru di San Teodoro l'abbiamo vista questa gonna però ancora eccola ricercano il fatto di cominciare oggi. C'è questo quindi tanti anni e parliamo del 2015, quindi la ricerca, lo studio portano a questo, ad acquisire elementi la il lu di poi. Insomma, il core è la cintura, vi sono caduti in testa insieme allo scampolo, perché stavo restaurando, insieme ad un mio amico che equivale Alessandro se chilo o lo Stato è un vecchio letto e ed effettivamente, mentre resta eravamo, questo ci è cascato in testa. Mi è cascato in testa proprio una una scatola quella scatola, se va aperta ed è spuntato fuori il Tesoro l'altro pezzo che era stato dimenticato completamente da noi tutti,
Mentre per quanto riguarda lo Gipponi, che ha indossato né Lisa quindi di tanti, tanti anni dopo, effettivamente ha avuto un po' la stessa sorte perché era ah, ti ridò insieme allo scialle, e che io ho visto e ho vinto indossato e che stiamo cercando con Agostina, mia cugina, che qui lo troveremo.
E così via. Insieme a questo c'è la Val detta a capita la gonna che indossa che Elisa e anche quella di Antonica Ragnedda, un che ha sposato anche lei un coro dai territori, quindi là poi andrete ad apprezzare altri elementi, anche un abito che ha gentilmente proprio da donato a Roberta Meloni Luciana Bona Bonacossa, quindi stanno venendo fuori, quindi c'è proprio un e io vi invito quanti di voi a casa nelle cassapanche non ci guardano non guardano magari nella cassapanca di nonno di nonna del bisnonno e quanti di voi hanno immagini foto, indumenti di cui magari si è persa la memoria. Ecco, questo vuole essere uno stimolo a riportarli da da noi perché oggi, effettivamente, abbiamo rivissuto 2 200 anni. No di questa storia, quindi io vi ringrazio. Ora passo la parola all'Amministrazione. Se avete domande, però ecco questo ci teniamo tanto domande o anche curiosità, anche confronti, dati, eccetera, eccetera, anche non solo domande. Ecco quindi quello che vi va di dire, siamo qua.
Speaker : spk1
Grazie, grazie, dottoressa Mancini, grazie Roberta e complimenti per il lavoro e la padronanza dell'argomento, perché nelle nella tua illustrazione si è proprio percepita una grossissima padronanza che poi è quello che ha detto Paola, frutto di uno studio accurato, è ripetuto negli anni brava.
Chiedo ai Consiglieri presenti in Aula se c'è qualche intervento su quello che abbiamo, su quello che abbiamo ascoltato, vedo che il consigliere Zigiotto mi facciano, quindi prego, consigliere, può intervenire.
Speaker : spk3
Sì, grazie Presidente.
Beh, mi sembra.
Doveroso un intervento a nome di tutta.
La minoranza qui presente, anche se oggi.
Discutiamo di una questione molto importante, che è quello di un'iniziativa.
Culturale e di notevole importanza e rilevanza per il Comune di Loiri Porto San Paolo,
Chiaramente.
Salutiamo tutti i nostri concittadini che sono intervenuti.
In.
Speaker : spk1
Presenza abbastanza massiccia non succede spesso e questo comunque è molto importante, così come.
Bisogna ringraziare sentitamente.
Le le dottoresse Lacan a.
Alla dottoressa Mancini, che si sono rese come dire artefici di questa iniziativa, per il quale, da come è stata illustrata chiaramente a richiede, ha richiesto un notevole.
Impegno che chiaramente, se è sicuramente.
Lo hanno fatto appunto, in quanto.
Volevano ricostruire le nostre radici culturali,
Dicevo, è quella di oggi è un'iniziativa di notevole,
Rilevanza,
Diciamo che questa iniziativa si inserisce poi tutto in un contesto generale,
Noi sappiamo tutti, è il mondo, ce lo riconosce, che l'Italia.
È una nazione particolare,
Ricca non soltanto da un punto di vista economico, anche se.
Ultimamente un po' si soffre però da un punto di vista culturale e artistico, sicuramente e siamo tra i primi al mondo e questa ricchezza dell'Italia chiaramente deriva.
Dalla presenza di numerose regioni che hanno culture e tradizioni, conosciuta in tutto il mondo, è sicuramente la Sardegna,
Occupa una posizione di vertice in questa graduatoria, chiaramente non è una forma, una un'affermazione campanilistica, ma questo ci viene riconosciuto non soltanto in Italia, ma anche a livello internazionale, che la Regione Sardegna ha particolare culture e tradizioni e la nostra terra viene visitata non soltanto perché.
Ricca di bellezze naturali, ma.
Anche perché?
E si sente in giro, molti vengono a visitare la Sardegna anche per conoscere le tradizioni culturali e artistiche della dalla nostra Regione, in particolare, lo sappiamo tutti, balli, canti e anche tradizioni da un punto di vista culinario,
Devo dire.
Che, in un contesto generale e il Comune di lo riporto a San Paolo nell'ambito della cultura?
E dello spettacolo si distingue in maniera particolare.
Perché.
Noi abbiamo già un un punto importante nel nostro Comune, che costituisce un motivo di vanto che il coro di Locri che sappiamo è conosciuto in tutto il mondo,
Come dire fa concerti e presentazioni,
Su tutto il.
Su tutto il panorama internazionale e ed è chiaro che l'iniziativa di oggi costituisce un ulteriore tassello a, come dire, a rafforzare il patrimonio culturale e artistico del nostro Comune.
Io credo che ma penso lo crediamo tutti.
Questo, in questo passaggio di oggi è molto importante perché.
Rafforza, come dire,
Il fatto che il nostro Comune ha le potenzialità per continuare a farsi conoscere, e non soltanto nel territorio nazionale, ma anche a livello internazionale. Pertanto iniziative di questo tipo credo che non abbiano colore né parti e sono iniziative che vanno sostenute vanno sempre portate avanti e credo che l'impegno di questa Amministrazione insieme a quelli dei cittadini sia quella nel tempo di aumentare comunque fare in modo che iniziative di questo genere e possano essere portate avanti per rafforzare la presenza del nostro territorio del Comune di, lo riporto a San Paolo in tutto il panorama internazionale.
Credo è inutile.
Come dire.
Continuare.
A parlare perché credo che quello che è stato esposto dalla dottoressa.
La canna della dottoressa Mancini è stata un'esposizione,
Come dire, è perfetta e pertanto, in conclusione, un rinnovo quindi.
A nome.
Di tutti i componenti,
I complimenti.
Speaker : spk4
Per il lavoro fatto e spero che anche in un prosieguo possano aiutarci in questo tipo di attività grazie a tutti.
Speaker : spk3
Grazie, consigliere, Zigiotto, ci sono altri interventi,
Anche dal pubblico, a chi volesse contribuire o approfittare della presenza della dottoressa Laganà Mancini, per fare delle domande, prego si accomodi.
E ci mancherebbe.
Venga pure venga pure al microfono avviciniamo magari un microfono.
Sì.
Aspetti di Peppino che lei li avvicina il microfono così.
La può sentire.
Speaker : spk1
No.
Io la.
Quello che mi interessa è la storia della mia Sardegna, della nostra Sardegna.
Che purtroppo è stata sempre sfruttata.
Da tutte le parti, è mai ricompensata.
A livello giusto.
Perciò ho scritto.
Chi, più di te Sardegna mia, a, in tutti i secoli sofferto,
Quante ferite a te hanno aperto, non le possono narrare in poesia,
Ma da quando l'Aga acanti ha scoperto sembri la preferita del Messia.
Perché non esiste isola gemella, come te in Sardegna cara e bella,
Vengono.
Vengono i magnati per fin dall'Oriente, vogliono il cielo azzurro tu a mirare.
E i colori dello Smeraldo mare, che non esiste in nessun continente,
E noi conosciamo molta gente che vorrebbero in quest'isola abitare.
Perché l'isola, la nostra, a mio avviso, è un angolo terreno di paradiso.
Sono oltre 60 anni, sposato ormai posso dire qualche cosa.
Mia moglie e due figli mi ha dato e mi rendono la vita armoniosa.
Mai nessuno in vita ho amato quanto amo miei figli e alla mia sposa.
E il mio cuore, la padrona e io la considero una mamma.
Speaker : spk3
Come ha sempre zio Peppino, ci fa una sorpresa e ci regala le sue.
Le sue poesie che sarò preziosa per tutta la comunità, grazie.
Salvatore.
Sì, sì, dall'Italia.
Sì, ha chiesto di intervenire a Salvatore fedeli prego,
Speaker : spk2
Buonasera, grazie.
Speaker : spk1
Soltanto un chiarimento.
Dalla dottoressa Lacan e dalla dottoressa Mancini.
Soltanto un chiarimento dalla dottoressa Lacan e dalla dottoressa Mancini ho avuto la fortuna di conoscere, anche se fino alla prima adolescenza, mia nonna, che era dell'87.
1.887.
E io mi ricordo una filastrocca che lei citava a volte con noi bambini forse un pochino Monelli.
E diceva questa filastrocca con Marilea la Valda, mi detti Ca' di ottant'anni alla Vesta Badda, in Cosimo, nei villaggi azzurra, in conflitto, Turi o in cosa Aulete ora la dottoressa Laganà e la dottoressa Mancini dicono non era usanza delle donne galluresi portare la falda cioè il grembiule.
Mi potete aiutare?
Meglio non veniva usato nelle occasioni di gala, però qua stiamo andando, stiamo parlando con Marinella Valda Medetti caduta, andare alla festa Badda e le feste erano occasioni un pochino particolari per le piccole comunità.
Speaker : spk2
Grazie comunque per per la domanda,
Allora diciamo che.
Nella ricerca ci siamo basati sia sulle attestazioni.
Diciamo delle dei viaggiatori dell'800 che hanno descritto con dovizia di particolari.
Le fogge in uso e in particolar modo le occasioni d'uso di ogni indumento,
Anche nelle fotografie dell'epoca di tutta la di tutta la Gallura è praticamente impossibile andare a individuare un grembiule appunto utilizzato.
Come in occasione di gala ma soprattutto anche nei lasciti testamentari.
Vengono appunto io ora non li ho citati perché sono.
Troppi sono veramente tanti, abbiamo realizzato un arco di tempo lunghissimo, sono quasi 200 anni in tutta la Gallura, quindi i testamenti da tempio a Terranova, passando anche per Bortigiadas luogo santo e siccome gli indumenti di gala erano abiti molto preziosi, venivano lasciati in eredità e nessuna donna ha mai lasciato un grembiule chiamato Pannain due chiamato falda come vogliamo.
In eredità alle figlie e le sorelle o insomma, chi aveva designato come erede io vorrei, insomma, questo non è una mia interpretazione, stiamo parlando di una filastrocca, quindi consideriamo anche la licenza poetica, secondo me falda Faldetta. Diciamo che per rientrare nella metrica a volte si facevano degli strappi anche a quello che era insomma, la la realtà dei fatti. Quindi,
Ora, io, ripeto, come abbiamo detto all'inizio del nostro studio, è aperto a tutte le proposte e a tutti i le tutele, insomma.
I contributi che possono aiutarci ad ampliare queste queste conoscenze.
Però, insomma, basarmi su una filastrocca per andare a contraddire quelle che sono delle fonti numerose è attestate perché son depositata in archivio, insomma, prendiamolo un po' con le pinze, però è certo che partiamo se accettiamo qualunque suggerimento, perché brancoliamo un po' nel buio per quanto siamo riusciti a definire i dettagli in maniera abbastanza.
Chiara e definita, abbiamo posto dei dei paletti, però ancora le le fonti sono sono poche, ecco, abbiamo pochi originali di riferimento, quindi vogliamo crescere,
Speaker : spk3
Qualche altro intervento.
Se non c'è nessuno che vuole intervenire, mi lascia ancora qualche secondo.
A nome di tutta l'Amministrazione.
Grazie, l'hanno fatta, Roberta e Paola.
GRA.
Grazie, grazie, mille, allora il Consiglio comunale.
Il Consiglio comunale termina.
Ha chiesto di intervenire.
Lei ci ha pensato e Juliette Gelsomino, prego, viene giurista.
Speaker : spk1
Allora, buonasera a tutti, giusto, due paroline, perché Paola, prima ci ha.
Nominato insomma.
Va beh, abbiamo sperato fino all'ultimo che qualcuno se ne dimenticasse, però vogliono e ho visto.
E sono qua in qualità, diciamo così, di rappresentante dell'Associazione, che stiamo cercando di portare avanti e di creare che abbiamo chiamato gli uomini di Ca' dura proprio perché, insomma, siamo presi un po' da tutto il tutto il Comune un po' da Lori ovile o Atzeni, Porto San Paolo vacci Leddi, insomma, e quindi il nome più congruo era questo,
Abbiamo accolto a braccia aperte, questa diciamo così questa collaborazione o questa.
Questo progetto anche noi, in qualche modo lo abbiamo sposato e cercheremo di portarlo avanti.
Come sapete, chi ha iniziato tutto è stata. Roberta Meloni, con grande fatica è riuscita anche a costruire un gruppo, quindi, insomma, le figure ci sono e ora tocca a noi continuare il vostro studio e il vostro lavoro e farlo vedere in giro e cercheremo di farlo nel miglior modo possibile.
Diciamo in nel.
Tempo, insomma, anche più breve possibile, ecco.
Speaker : spk2
Sono dispostissima loro a darvi tutte le istruzioni su come si fanno gli abiti su come si realizza, non so come si fa e io.
Speaker : spk1
Me la godo, avendovi.
Speaker : spk2
Paola sarà molto contenta oggi.
Speaker : spk1
Assolutamente.
Abbiamo a disposizione le start ce l'hanno già detto, ci faranno delle lezioni di cucito.
Esatto e di ricamo quindi anche il nostro Gruppo, olive ai fini legali dura è aperto a tutti, quindi chiunque di qualsiasi età ovviamente siamo solo donne, non maschietti, non ce li abbiamo, non li vogliamo.
Quindi, chi volesse, sapete dove trovarci grazie.
Speaker : spk3
Grazie Juliette conclusione, la data di questo Consiglio non è casuale e non è casuale, non è stata scelta in modo causale, domenica, da domani ci sarà la festa di Loiri, domenica ci sarà la processione che partirà alle 18 Dalla Chiesa, in questa occasione avremo l'ho l'onore di vedere il nostro gruppo e anche gli uomini della Gallura che parteciperanno alla processione in abito, quindi è un invito anche a partecipare alla processione, a vedere le ragazze che sfilano, siamo dimenticati di detto all'inizio e lo diciamo. In conclusione, vi ringraziamo per la.
Foltissima e piacevolissima partecipazione. Chiudiamo questo Consiglio comunale e ringrazio i Consiglieri di maggioranza e minoranza e buona serata a tutti.