Sì, sì, sì, sì.
Diminuendo.
Parliamone.
Non vedono l'omicida.
Prima.
Non interrogo.
Partito, Riccardo Riccardo, è partito, un video perfetto Sabrina spetta all'esborso prima che.
Bene, buonasera, buonasera, Sabrina Chaos apriva, grazie buonasera, grazie di essere qui il perché di Sabrina stasera quei presenta il suo libro che si intitola e voleva essere un supereroe, ma il costume devo andar romane era finito.
Che dopo capiamo cosa vuol dire essere onde Roma essere supereroi. Presentazione del libro che rientra nella macroprogetto, inclusione nel movimento secondo anno, che lo facciamo dove affrontiamo il tema della disabilità e l'inclusione a 360 gradi, quindi la presenza di Sabrina. Oggi cosa ci dice? Parliamo di caregiver, la parola inglese, che però tanti Fondamente anca, anche in italiano, per capire meglio che essere pena, guardiamo un video prima e poi parliamo.
Sogno una bella casa, questa vita perfetta, dicevo, una svolta inaspettata in un solo momento, tutto sembra crollargli addosso.
Quella che sembra essere alla fine in realtà è l'inizio di una nuova esistenza,
Fatta di sacrificio, di fatica, ma anche di ispirazione per tanti altri,
Cosa facevi nella vita di prima, allora nella vita di prima erano un architetto, avevo un negozio di mobili, erano in giro spesso per il mondo, adoravo andare a fare i viaggi località tropicali e poi cos'è successo? Poi niente? Nel 2007 quella vita che avevo costruito è crollata in un solo istante, l'istante in cui mio marito si è tuffato nel lago simile agli amici è riemerso dall'acqua terapeutico. Tutto quello che avevamo imparato a fare prima non era più utilizzabile. Io mi sono ritrovata ad essere la sua badante o, come se mi avesse portato via tutte le energie che avevo, per cui io avevo bisogno poi di trovare degli spazi miei, di di fare qualcosa, ma non mi era possibile farlo per far sì che lui non si sentisse più disabile di quello che già era. Io dovevo far finta che questa situazione mandasse bene lavoretto. Forse un paio d'anni, poi non volevo più soffrire e per cui ho spento un po' a tutti gli interruttori, noi e mi sono trasformata in un in un robot, Davide ti vedeva spenderli a un certo punto a lui forse interessava poco di quello che provavo io e viceversa, spesso le famiglie non reggono una doccia della zona popolosa dimostra va. Beh, io mi sono sposata per amore per cui ero innamoratissima di mio marito e questa cosa mi ha aiutato tanto è pari ad un giorno tu eri già stanchissimo, va be'eravamo in un periodo molto buio e abbiamo deciso di andare a fare una gita fuori porta e siamo andati a Nizza e a un certo punto arrivò sul promontorio no della Promenade e rimango colpita da qualcosa da uno strano movimento per cui decido di andare a vedere e l'immagine che vedo che mi lascia senza fiato di fronte al mare, vedo tutte queste persone schierate come tanti soldati no con le loro divise nere, suona questa sirena. Vedo tutti questi personaggi che all'unisono occorrono e si tuffano in questo mare grosse cominciano a nuotare e io in quel momento è come se fossi stata investita da un'onda e mi fossi risvegliata da questo stato uno catatonico in cui ero caduta quando li ho visti. Ho detto cioè no, ma io voglio diventare come loro voglio diventare un supereroe, così sono in grado di tornare a casa di affrontare tutte le difficoltà della mia vita e le difficoltà della disabilità. Se questo è l'Iron Man, voglio diventare Iron Man.
Abbiamo in corso avendo un po' immutato, ma bisogna andare anche in bicicletta, per fare l'Iron Man e tu la bicicletta la conoscevi poco possiamo dirlo, se no non ce l'avevo proprio cioè alla bicicletta, se vuoi ho imparato da bambina. Anche cadendo, però, la bici da corsa era un ostacolo insormontabile. C'è solo al pensiero di rimanere anche agganciata con le scarpette. Questa cosa un po' mi spaventava quando si è tornata in hotel è dovuto dire a Davide il mio sogno è questo, e lui mi ha guardato come barriere, ma questa è impazzito, ha mai provato a dissuadere tutti da questa idea, che può sembrare pazza detta così sì, qua, nel momento in cui ho trovato poi la squadra e ho cominciato ad allenarmi seriamente e lui si è messo proprio di traverso, non voleva assolutamente e temeva che questa cosa ci potesse allontanare.
Quand è che la ventosa diffidenza nel momento in cui ho fatto il mio primo mezzo Iron Man e lui si è reso conto di quanto lo sport avesse improprio, ha aiutato il nostro rapporto, va visto cambiare, è stato un cambiamento mentale. No, ho cominciato a pensare che tutte le difficoltà le avrei potute superare nel momento in cui io ho disputato il mio primo mezzo Airoma e lui ha deciso che avrebbe ripreso in mano la sua vita, ha ripreso la patente, ha ricominciato a lavorare mentre pedalavano. Mi sono resa conto che tutta la rabbia che avevo provato nei confronti di questo destino, che si era preso gioco di me in realtà era stata sostituita da una sorta di gratitudine. No, io ero grata alla vita perché avevo avuto questa seconda possibilità e quindi due visto. Se riesco a fare questo per mio marito, forse posso farlo anche per gli altri. Ho deciso che avrei supportato chi si occupava di disabilità e avrei cominciato a raccontare la mia storia, una storia che ha ottenuto celato per tanti anni perché un po' mi vergognavo, non volevo che la gente mi compatisce, ho avuto la possibilità di fare qualcosa di impensabile. È qualcosa che forse non avrei avuto il coraggio di fare sono mi fosse accaduto. Questo incidente non serve solo più impegno sportivo per te ne trasformato in qualcos'altro. Sì, e io praticamente cercavano di dare un senso a quello che era accaduto e il senso che volevo dargli era quello di aiutare di aiutare gli altri, per cui ho progettato delle piccole imprese ciclistiche e ho pedalato fino a Santiago de Compostela partendo da casa, con l'obiettivo di sostenere proprio una raccolta, fondi a favore di una fondazione che si occupa di divenni, per cui di bimbi disabili e che sostiene i bimbi e le loro famiglie e poi c'è qualcuno che ha deciso di Bedori cominciato dal 2018 ha coinvolto all'incirca un centinaio di persone ogni anno facciamo dai due ai tre giri e vengono persone. È disposta a mettersi in gioco e anche a superare delle proprie difficoltà, perché ha pedalato convergente con problemi di cuore, gente che stava affrontando la CAN quando ti accadono queste cose, aiutare gli altri aiuta prima di tutto te stesso sia riuscito a salvare il tuo matrimonio, a dare una nuova prospettiva. A tuo marito hai fatto degli Iron, Man hai fatto migliaia di chilometri 11.
Qual è la nuova sfida è quella di portarli, accompagnare i bambini a praticare sport, io sono padre e abbiamo dei figli, sono iper sedentari, come fai a strapparli dai videogiochi, dalla dal, dalla noia, dai Pomeriggi, passaggi su un divano a portarli a correre a pedalare, beh, propongo delle sfide sportive, mi aspettano tutti questi bambini anche alla donna, quando arrivo che la prima cosa che mi chiedono e quand è che facciamo una gara di triathlon, quand è che ci porta in bicicletta, cosa mi piacerebbe prossimo, ma nel prossimo futuro magari avere anche proprio squadre di bambini che cominciano a pedalare, perché no?
Questo è per presentare chi è Sabrina, chi è Davide che nel libro poi si scopre bene, quindi partiamo già dal titolo il costume, se costume che secondo me non è per nascondersi, ma per rivelarsi perché, beh,
E appunto, come se si vede così dal video,
Il insomma, il costume e il costume di nel mio caso è un body sportivo. No, però io lo chiamo il costume devo andar via umano, perché è quello che mi ha reso capace di affrontare. Questo sta questo ostacolo che mi sembrava insormontabile come quello della disabilità, perché io dico sempre che comunque il nostro, l'incidente è accaduto a 40 anni, per cui quando a quarant'anni ti ritrovi a dover ricostruire tutto daccapo e, insomma, quarant'anni sono gli anni in cui dovresti fare il primo bilancio della tua vita e nel nostro caso invece questo bilancio non l'abbiamo potuto fare, perché è vero, cioè la nostra vita è crollata. Io dico sempre come se fosse passato un uragano che ha spazzato via tutto e abbiam dovuto ricominciare a ricostruire tutto, però con altri materiali, perché tutto quello che avevamo imparato a fare prima non era più, come si dice, adesso, sostenibile, per cui è il fatto di indossare un costume, mi faceva sentire forte e capace di affrontare questa nuova vita, quindi diventa anche un superabile.
Con un doppio significato. Sì, sì, sì supereroi che ci stai dicendo, ma che si può andare avanti e superare sì, assolutamente anche perché poi, insomma, c'è stata la ovviamente la difficoltà iniziale, innanzitutto di accettare no, quello che è accaduto perché insomma una tetraplegia, insomma, ma immagino che tutti sappiate che cosa sia. Non sono i quattro arti completamente paralizzati, per cui è una cosa abbastanza pesante da tutti i punti di vista i però ecco le difficoltà, poi si ripropongono continuamente anche perché ahimè non è che divento giovani e col passare degli anni e per cui le le complicazioni aumentano.
È un libro che parla anche di ruote, in questo caso di ruote, che ti trovano del cambiamento della vita ma di ruote anche fisiche. Sì, allora la bicicletta è stata molto importante, va beh, è stato molto importante lo sport in generale, perché è stata la mia ancora, c'è stata la mia ancora di salvezza, quello che mi ha dato la possibilità di ritornare a a vivere e non è una banalità, lo sport inteso come spazio per me stessa, perché nel momento in cui tu diventi caregiver come poi lo sono inventata io, ma che non ero neanche consapevole di essere una caregiver perché io dico sempre sono entrato all'ospedale con mio marito e sono stata quasi obbligata a investire questo ruolo perché come moglie, tutti si aspettavano che io lo facessi per cui mi hanno insegnato, dal punto di vista fisico a gestirlo. Mi chiedevano di essere di tutti i giorni perché lui aveva bisogno di questo di questo appoggio fisico e morale, ma nessuno mi ha chiesto cosa stavo provando io in quel momento. Per cui quando ho visto, ho assistito a questa scena dell'Iron Man e ho deciso di diventare un atleta per cui di diventare proprio una triatleta di di fare l'Iron Man ho deciso che dovevo mettere davanti me stessa. Dovevo ricominciare a pensare a me stessa ritagliarmi nel tempo.
La bicicletta è stata poi fondamentale fra tutti gli sport, per cui le ruote le ruote a parte della carrozzina, che son quelle che insomma inizialmente hanno condizionato la nostra vita, ma la bicicletta, perché era comunque lo strumento per me è ancora sconosciuto quello che mi dava la possibilità proprio di fuggire via, anche se poi rientrava o comunque a casa, per cui però è stato è stato quello che mi ha dato la possibilità anche di rivivere tutto.
Tutto quello che era accaduto con l'incidente che uno dei poteri di cui parli.
Libro diviso in capitoli, molti capitoli su col potere di sì che derivano appunto dai superpoteri che molti sono anche poteri che abbiamo tutti che dobbiamo scoprire se per imparare anche nella vita di tutti i giorni che serve a tutti questo libro, per chi avrà il piacere di leggere quali sono le sue dai poteri sui quali possiamo focalizzarsi un po' di più stasera, il potere di comunicare che forse è il primo ad entrare in contatto anche con il mondo di cui stiamo parlando stasera, se allora il potere di comunicare sì, perché comunque va be'né, quando viene parla? Insomma, parlo della anche perché io, per parlare di questi poteri, ovviamente utilizzo gli aneddoti della mia vita, per cui la comunicazione con mio marito che inizialmente, dopo l'incidente mancata, perché comunque entrambi ci siamo chiusi in questo in questo nostro guscio di dolore per cui non non ci incontravamo più neanche a livello proprio comunicativo, eravamo troppo concentrati su ciò che stavamo provando, ma anche la comunicazione nel chiedere aiuto. Perché comunque quando accadono queste cose, la la prima, insomma al la prima idea è quella di chiudersi in se stessi. Di insomma, ci si vergogna anche un po' come se fosse chissà che cosa no, anche perché io appunto dico sempre la nella mia vita precedente ero un architetto, avevo questa vita brillante e, insomma, io io stessa, quando comunicavo con me stessa, mi diceva okay, ho studiato una vita, ho raggiunto quello che volevo raggiungere, per cui la libera professione negozio per che cosa, per diventare una badante per cui la comunicazione e anche con me stessa è fondamentale perché comunicare male con se stessi vuol dire.
Annullare completamente la propria autostima, per cui io parlo per me è molto importante questa cosa qua poi ho imparato, proprio come dico sempre a darmi una pacca sulla spalla, no a riconoscere quello che di buono che avevo fatto e questo ti porta anche ad avere empatia, cercando di capire gli altri, quindi cercando di capire anche se magari dietro a un sorriso visto approvato sul sulla tua pelle, c'è un mondo dietro che bisogna cercare di far uscire, sì, sì, sì, sì, perché.
Questa cosa nei fatti poi va beh, io dico sempre il caregiver, comunque una persona può essere ognuno di noi e lo può diventare ognuno di noi e per cui mettersi nei panni degli altri, per cui capire che tutti stanno affrontando le proprie battaglie e questa è l'empatia ed è importante e purtroppo se ne parla tanto è una parola secondo me.
Stra usata, ma poi alla fine sono veramente pochi quelli che che provano realmente questa questa sensazione che hanno questa capacità, colleghi, anche al fatto che questi pochi sono riuscito a perdonare se stessi.
Sì.
Sì, perché comunque la il proprio perdonarsi?
Non è facile, perché quando?
Insomma, quando appunto di capitano queste cose tu ti senti a parte, insomma, rifiuti completamente, ma poi ti senti anche un è un egoista, no, perché il uno dei miei pensieri maggiori era quello come puoi pensare di ritornare ad avere una vita normale quando tuo marito non ce l'ha più quando tu come puoi pensare di andare ad allenarti quando tuo marito, esteso in un letto oppure all'ospedale, perché io cercavo o comunque di di mantenere i miei spazi, ma non è stato facile perché è un po', avevo questi sensi di colpa enormi e che mi provocava di OSS e io stessa, appunto con una comunicazione errata e un po' erano anche gli altri che mi facevano insomma osservare che non era così tanto piacevole che io comunque cercasse di condurre una vita normale, invece è fondamentale per chi si occupa di una persona, per chi si prende cura di un'altra persona e iniziare a prendersi cura di se stesso, e questo ha aiutato anche Davide.
Sì assolutamente sì, perché, come dico anche nel video Davide inizialmente, insomma quando gli ho detto che volevo far triathlon va be'all'inizio non ha dato assolutamente adito a alla mia affermazione. Pensava che, insomma, fosse una cosa del momento no, e invece quando si è reso conto che io a questi in questa cosa ci credevo molto ma non solo,
Mi ero proprio riproposta riproposta, di prendermi cura di me stessa. Lui ha tentato di dissuadermi in tutte le maniere perché, a parte che fra praticando triathlon, avrei comunque ritornato e tu sarei comunque è ritornata a frequentare persone che non erano più come Luino molto distanti da lui, ma poi temeva che è appunto questa cosa ci potesse allontanare, per cui diciamo che non è stato semplice, mi ha messo i bastoni tra le ruote all'inizio, poi, quando si è reso conto invece che io tornavo a casa molto caricano di energie positive, mi sentivo bene euro sorridente. Insomma, è diventavo più forte ogni giorno che passavano e non solo dal punto di vista fisico. Ha capito che questa cosa poteva essere utile per entrambi, per cui lui ha beneficiato per io dico sempre come se avesse riempito il nostro serbatoio con questa grande energia che portavo a casa, che ritorna nel libro, molto spesso il dovere e volere sì più che rientra anche in questo caso, quindi il voler aiutare, ma il doversi aiutare per aiutare meglio sì allora e diciamo che la prima.
Faccio sempre un esempio no, quando appunto sono andato all'ospedale e mi hanno tra virgolette imposto di diventare caregiver. Io l'ho sentito come un dovere, questa cosa insomma l'ho sentita come una grande costrizione nel momento in cui invece ho cominciato a prendermi cura di me stessa per cui a ritagliarmi del tempo io ho deciso di continuare a essere la sua caregiver, ho scelto di farlo, per cui ho voluto farlo e dovere e volere, seppur sembrano parole, molte simili in realtà non è vero, cioè perché se io devo fare una cosa è una grande costrizione. Se io voglio fare una cosa, vuol dire che sto facendo qualcosa che mi fa star bene,
Che è alla base del caregiver. Sì, sì, riuscire a farlo. Questo è un discorso adesso, amplio un attimo che faccio spesso anche con chi magari ha dei disabili, ostacolando dove cessi la persona disabile che, ovviamente, in merito a tutte le cure del caso, ma ci sono anche i parenti, amici o vicini che meritano il doppio delle cure perché è come se vivessero due vite in una sì la propria e perché la testa, anche credo quando sai bicicletta un pensiero c'è sempre se si assume ogni volta che esco in bicicletta o sempre, il pensiero che o comunque a mio marito a casa, per cui che mi aspetta che, insomma, mi devo occupare di lui. Io in questi giorni ho fatto un piccolo intervento, tanto per dire sì, eh va beh, mi era venuta questa, mi è venuta questa artrosi all'anca, questa Cox artrosi, immagino perché è sempre sul divano e si no, ma non è, non è, non è colpa dello sport, anche se la prima cosa che pensano tutti in realtà e mi è venuta la gamba sinistra, che è la gamba che utilizzo da quasi 17 anni, come perno per tirar su mio marito, perché faccio questo movimento rotatorio e fa alloggi farlo domani e alla fine, insomma o proprio mi sono mangiata questa cartilagine e il mio pensiero per questo intervento che ho cercato di rimandare fino all'ultimo era quello sì, ma a mio marito, come fa, cioè se io sto a casa cioè io, come cioè lui, come può fare? Difatti, va beh, l'ho fatto due settimane fa e.
Contenta perché sarei dovuta tornare a casa subito l'ho fatto in day hospital, e invece c'è stata una complicazione e il medico mi ha detto guarda tu stasera non vai a casa, vi lascio immaginare come fosse disperata, per cui è stato difficile organizzare, perché poi uno, non quando pensa caregiver dice ok, ma in realtà non è così facile puoi trovare chi ti sostituisce, primo, perché la persona che di cui ti prendi cura si fida ciecamente di te e ricominciare a fare tutto con un'altra persona non è così facile, non si fida, non lo accetta e lo fa sentire ancor di più disabile ancor di più invalido invece se è al suo fianco c'è una persona che si è presa cura sin dall'inizio. È tutto molto più semplice per loro.
Triathlon cose come ti prepari.
Allora triathlon, ebbene, nello specifico, cosa vuol dire impegnarsi ad allenarsi per e poi l'Iron Man sì, beh, nei diciamo che nella preparazione dell'Iron Man sono arrivata ad allenarmi dalle 20 alle 30 ore alla settimana, cioè praticamente un lavoro, e però sono riuscita a farlo soprattutto Leiro Melun la lunga distanza, proprio perché ho avuto l'appoggio dei mio marito per cui mi ha dato la possibilità comunque di dedicare così tante ore all'allenamento. Il triathlon è una disciplina composta da nuoto bici, corsa I, ovviamente dipende dalle distanze che una pratica. Io ho scelto subito la lunga distanza perché avevo bisogno di una sfida talmente grossa come era stata quella di ricominciare a vivere con una disabilità, proprio per dimostrare a me stessa di essere capace, per cui l'Iron Man era proprio questo.
E questa sfida e un po', come capita anche a tanti atleti se vai poi a fondo e li chiedi perché stai facendo quello che fai scopri, che perché devono riscattarsi da qualche grande dolore o da qualche somma qualche problema che hanno soprattutto in famiglia, quindi la preparazione di allenamento e soprattutto mentale, ovviamente fisica, perché sì però mentali mentale. Si difatti.
Insomma, io mi sono buttata in questa in questo sport, pur non avendo dei grossi pregressi atletici e però io continuavo a dire va beh, se sono riuscita a sopravvivere a ciò che mi accadde, a ciò che mi è accaduto sono sono anche in grado di partecipare e di portare avanti una gara di oltre 12 ore, perché poi, ovviamente no? Insomma, non sono una serietà professionista. Ho iniziato anche a praticare triathlon a 46 anni, a gareggiare a 46 anni, per cui ovviamente, insomma, avevo anche delle limitazioni. No.
Superate superati assolutamente sì, perché poi sì, sì, sì sì.
Evoluzione, che è stata anche un piccolo passaggio simpatico andare a prima bicicletta quando siete a comprare la prima bicicletta che appena bicicletta rosa sì e sì, praticamente allora io non avevo questa bici da corsa, no, eh però parlai, erano meno, ovviamente mi serviva, per cui mentre sapevano nuotare e correre perché bene o male diciamo tutti quanti noi siamo in grado o no di correre e mi mancava la bici e niente allora un giorno mi sono presenta e non avevo alcuna competenza in merito alla bici mi sono presentata in questo negozio.
E ho chiesto una bici per l'Iron Man perché questo qui mi ha detto scusa, ma che per che cosa ti serve la bicicletta e io molto diciamo ingenuamente gli ho detto, mi serve per fare un Iron Man questo qua ma ha guardato come ha detto no ma oggi.
Figura tiro, sai neanche come la bicicletta, perché ti ho fatto questa domanda, allora mi dice vieni, ti mostro quello che ho e difatti per me è stata una delusione enorme perché mi ha portato su questo piano, al secondo piano, dove c'erano queste biciclette usate e c'era questa bici bianca e rosa e io, quando l'ho vista cioè mi veniva da piangere non gli ho detto io non posso fare un Iron Man con una bici del genere, per cui ho detto assolutamente no, e difatti sono tornata a casa con le orecchie basse e poi ho cominciato a documentarmi per capire che cosa volesse dire che tipo di bici vuoi.
In una parte del libro parli anche vado a riprendere la frase qualcuno un giorno mi disse che le disgrazie vengono assegnati a chi ha la forza per affrontare, ma ma non è così, le disgrazie rendono forti e capace chi le riceve, cioè le disgrazie o comunque queste sfide ti danno la possibilità di scoprire che cosa sei realmente in grado di fare, cioè tutti quanti noi abbiamo questi poteri, che sono appunto i poteri di cui parla in questo libro, è solo che questi poteri sono lì sopiti, no, perché sopiti magari da una vita tranquilla da una vita spensierata, ma invece nel momento in cui ti accadono queste cose e vengono fuori, cioè ti rendi conto che se è in grado di fare delle cose impensabili,
Ci si arriva, ci si arriva assolutamente sì, più piccolo passaggio a pagina 38, pari di Lissone come patria del mobile, e magari lo cambiamo con me dal prossimo lì so che siamo.
Abbiamo visto che ci perdoniamo vicende assolutamente ritrarre quello il libro è pieno di, ovviamente di di parole, le parole hanno un peso. Riprendo una frase del compianto Pinkett che era l'autore di Milano che avere il senso della frase, quindi noi abbiamo il senso della frase, ma sono frasi che hanno un senso soprattutto nei passaggi in cui pari appunto della tua crescita personale nei confronti degli altri.
Sì, io va beh, dopo che appunto ho iniziato a praticare sport, mi sono resa conto che avevo bisogno anche di un bagaglio.
Mentali di strumenti e mi sono iscritta questo corso di coaching proprio per imparare ad aiutare gli altri, perché mi sono appunto resa conto che io avevo comunque messe in atto delle dinamiche mentali che vi erano sconosciute e volevo dare un senso anche a questa cosa volevo capire, ma lo volevo fare proprio perché volevo acquisire degli strumenti.
Una volta acquisiti questi strumenti, ho cominciato ad aiutare gli altri per cui a diventare COC, ma soprattutto per aiutare gli altri ad affrontare cambiamenti di un certo rilievo rientra anche il progetto Race Across libici resa cross limits. È stata appunto questa questo nome che ho cognato durante un allenamento, io, appunto stavo preparando il secondo Iron Man ed ero.
Mi stavo allenando in bici da corsa ed ero sul lago. Stavo facendo questo lungo e a un certo punto ho pensato appunto, cioè ho pensato alla vita no a come era stata strana la vita e mi sono appunto resa conto che non ero più arrabbiata con questo destino che pensavo che si fosse preso gioco di me, ma ero in un certo senso grata.
Quando ho insomma ho detto grata, cioè sentirsi grata, perché comunque nella nella coppia e nella famiglia ha avuto questo stravolgimento. Ho detto va beh, c'è qualcosa e allora ho detto va be'~speaker_laugh, adesso voglio fare qualcosa adesso, voglio insomma questa lo sport mi ha aiutato la bicicletta, mi sta aiutando, voglio poter aiutare gli altri e, come lo voglio fare, lo voglio fare pedalando da casa mia, a Santiago de Compostela perfetto, come lo chiamo Race Across limits. Ho voluto dare questo nome che era appunto la sfida attraverso i limiti della disabilità, o comunque attraverso i limiti che io pensavo, che la disabilità avesse messo, perché poi, in realtà, dei limiti e non c'è nessuno basta chiedere a qualsiasi atto, anche atleta disabile e ti dice che i limiti e non esistono, non ci sono, per cui io cognato, questa sfida.
Nel 2018 punto a luglio son partita, assieme a una cinquantina di persone che sono riuscita a portare con me,
E sono andata arrivata a Santiago de Compostela dopo 18 giorni e.
Appunto, questo viaggio mi ha dato la possibilità di raccontare la mia storia, anche perché comunque una persona che non arrivava dal ciclismo professionistico, che non aveva mai fatto una cosa di questo genere, ovviamente ha catturato l'attenzione dei media, per cui dei giornalisti e mi ha dato la possibilità di raccontare la storia della mia vita ma non solo ma di contribuire anche in maniera costruttiva per cui, raccogliendo fondi,
Per questa associazione che si occupa di neonati prematuri, i bimbi disabili. Durante il primo viaggio abbiamo raccolto circa 20.000 euro, per cui diciamo, è stata una bella soddisfazione, considerando che è stata una cosa, così insomma, iniziata con poco se sempre nei fatti concreti, stai lavorando anche con la Regione Lombardia, assessore Lucchini, che la struttura per capire come si può aiutare il caregiver, quali passaggi proprio concreti, bisogna fare per arrivare a dare un aiuto, un supporto a chi supporto agli altri. Si è resa cross limits da progetto sportivo né a inizio. 2023 è diventata un'organizzazione di volontariato e ci occupiamo proprio di formare i prenderci cura di chi cura.
Eh, ma non solo, abbiamo fondato questa organizzazione di volontariato perché ci dava la possibilità di iniziare a collaborare con la Regione Lombardia per cui con l'assessore Lucchini, ovviamente come privato non avrei avuto la possibilità di farlo, ho portato la mia storia in Regione Lombardia mi hanno ascoltata I mi stanno supportando proprio a.
Anzi, più che supportando, mi stanno utilizzando proprio come fonte per cercare di costruire un progetto serio e di sostegno per il caregiver, perché a fine 2022 è stata approvata una legge che riconosce una legge della Regione Lombardia che riconosce il ruolo del caregiver ma in realtà lo riconosce e basta. Non c'è nulla ancora per cui il caregiver, ad oggi, non è assolutamente riconosciuto, non è tutelato, non è supportato, ci sono diverse associazioni, ma queste anzi più che associazione, ci sono dei corsi organizzati dalla.
AST corsi che loro chiamano per il caregiver, ma in realtà, se uno va a vedere questi corsi sono insegnano che a noi i caregiver, a prenderci cura del nostro congiunto non più autosufficiente, per cui in realtà non si prendono cura di noi. Il focus non è il caregiver, invece diciamo io ruolo di portare alla luce di dare parola al al caregiver in sé, che aveva visto un percorso lungo, molto molto lunga e si è sicuramente lungo e più complicato di una,
Prima perché ci sono 1.000 sfaccettature messe disabilità eh sì, persone qui si sono i bambini, si parla di una lunga vita con dei problemi e delle necessità differenti rispetto a una persona anziana o temporanea, se un qualcosa che si può risolvere, quindi anche qui sono 1.000 sfaccettature che vanno poi seguite,
Brutto da dirsi, ma da chi le vive tutti i giorni, quindi più che più la pratica, che la teoria sia assolutamente, difatti, ormai nei corsi. Mi vendo come un'esperta perché comunque ho quasi 17 anni di esperienza, per cui sicuramente, insomma, posso aiutare e contribuire a costruire qualcosa di serio. Poi, oltre la mia esperienza con mio marito in quest'ultimo anno ho toccato anche l'esperienza con mio papà, che si è ammalato di demenza senile, I per cui ho vissuto questa cosa da caregiver del Papa e da figlia di caregiver, perché c'era anche mia mamma coinvolta I va be'anche in questo caso dico probabilmente mi ci voleva anche questa esperienza, perché effettivamente non la non la conoscevo così e in realtà invece, diciamo, ho ampliato il mio bagaglio ritornando alla frase parlando prima dello sport. Dice anche che grazie allo sport possono affrontare le paure di una vita senza più certezze. Sì, che ritorna sì, sì, sì, sì, beh, poi anche quella sì di vivere nell'incertezza.
Il che è una che sembra un po' un paradosso, ma in realtà, secondo me, chi è in grado di adattarsi a questi veloci cambiamenti, per cui ha sempre in rimane un po' sempre sul chi va là, sicuramente ha più possibilità di rimanere integro rispetto a chi invece vuole che tutto sia certo, insomma, il Covid dimostra che ho ragione, no.
Quindi è un libro che va bene per tutti, sì, assolutamente sì, e chi lo legge, insomma, mi dice che che è un libro che deve arrivare anche nelle scuole, perché sarebbe utile che i giovani lo leggessero e poi appunto, come dicevamo prima questa frase di Rosalyn Carter che dice che al mondo esistono quattro categorie di persone, chi è caregiver, che lo è stato, chi lo sarà e chi ne avrà bisogno, per cui insomma riuscire a a diventare consapevoli di questa cosa. Io penso che sia realmente molto importante un altro super potere di cui parla il primo oggetto, quello di comunicare un altro sennò, è fondamentale che ci può aiutare per entrare sempre più in profondità. Beh, allora secondo me sono tutti molto importante anche il potere degli alleati, per cui avere persone che ti danno una mano per cui che ti aiutano. Anche qui si è perso molto questo anche il rapporto di vicinato o no? Io.
Ti ho qua degli amici io l'ho riscoperto in questo periodo, appunto con questo intervento, perché.
Dovendo stare ferma per parecchio tempo per parecchio. Per me è parecchio tempo. In realtà sono due settimane o ieri che ho insomma, ho fatto l'intervento, però la prima settimana non potevo assolutamente muovermi. I ho scoperto, appunto, che è rapporti di vicinato, sono molto importanti, perché comunque ho avuto degli amici che sono venuti a a darmi una mano per cui chi mi portava fuori il cane, chi mi aiutava con mio marito, chi per la spesa, insomma questi rapporti di vicinato, questi alleati no e che secondo me è molto importante averli perché gli alleati ti danno una mano poi a portare avanti questa vita. Io poi ne parlo dopo un anche un fatto che mi era accaduto che mi è accaduto durante all'ospedale, però adesso non voglio spoilerare tutto, perché secondo me è giusto che la leggano questa. Insomma, questa cosa.
L'ultimo parli, anche i supereroi devono affrontare la paura, sì.
Sì, beh, assolutamente sì, perché va be'la, paura dell'ignoto, perché noi non sappiamo che cosa c'è dietro l'angolo o no, però non è che.
Il supereroe è assolutamente coraggioso e si butta in qualsiasi cosa c'è la paura, anzi il coraggio è proprio l'affrontare la paura per cui la paura.
Deve essere insomma, io ogni volta no che partecipa a una gara, ma anche ogni volta che esco ad allenarmi, ho il timore o un po' di paura per cui affrontarla ti fa sentire sempre un pochino più forte, per cui non è solo da supereroi perché poi, come dico nel libro appunto i supereroi sono le persone normali, no, io cito una frase di Fabio Volo che dice che sono le persone che si alzano tutte le mattine tirano su la saracinesca e vanno a lavorare, anche se ci sono delle norme difficoltà, ha in cantiere un nuovo libro.
Se più di uno o più di uno che se, se, se se ne ho, si generalmente le inizio sempre un paio alla volta e poi sì sì sì, sì, uno che sarà allora il mio, questo percorso di formazione che sta facendo per i caregiver si chiama perché io me lo merito e io lo chiamo il percorso benessere per il caregiver, perché io me lo merito era il mantra che utilizzavo nel momento in cui andavo ad allenarmi e avevo i sensi di colpa e allora mi dicevo no, ma vado a correre perché me lo merito di star bene me lo merito di prendermi cura di me stessa e da lì ho deciso di creare questo percorso, per cui un libro parlerà proprio di tutti questi temi che affrontiamo durante il corso percorso. Benessere. Non lo voglio chiamare Corso di formazione, percorso, benessere, perché giver perché proprio mi prendo cura, insomma di chi cura e il secondo invece parla della.
Dell'ultimo arrivato in casa che il mio cane argon, perché un'altra di quelle cose che scrivo nel libro è che il il tuffo è stato fondamentale nella mia vita, no, il tuffo ha cambiato la mia vita più di una volta, il primo, quello dell'incidente di mio marito, è stato un tuffo sul lago, il secondo è stato quello dell'Iron Man di Nizza, il terzo è quello del mio cane, che è un labrador col quale sono diventata unità di cinofila di soccorso nautico e l'ho fatto con l'obiettivo di riportare in acqua mio marito e in generale anche i bimbi disabili per cui l'altro libro parlerà di questo di questa storia.
L'anno prossimo, l'anno prossimo, ci ci rivediamo ancora, assolutamente assolutamente sì, c'è qualcuno che vuole chiedere qualcosa a Sabrina, intanto che è qui torna che l'anno prossimo intorno anche l'anno prossimo, se.
Aspetta che almeno si sente anche per chi sta guardando da casa, cosa il microfono, per favore.
A parte i complimenti che aveva ricevuto già milioni di volte, eccetera però, effettivamente il tema che lei, a fronte del caregiver, è molto importante.
Io partecipo quasi tutti gli anni, è la Giornata nazionale dei malattie neuromuscolari che si svolge in Regione Lombardia ed è un tema che anche lì è molto, è molto sentito tutta questa rete di associazioni che lei sicuramente conosce e si offre a fronte dei problemi dei malati. Ovviamente, però, poi c'è l'altro risvolto, che è quello della della famiglia che, non essendo ormai oggi famiglie numerose, come ben sappiamo molte volte son famiglie dei due, e questo veramente è un tema importantissimo. Oltre a ciò, e qui mi rivolgo all'assessore, diciamo un pochino che non è lei in questa sede per ah, c'è anche poi il tema di chi ha un cardine, cioè è car vivere a una persona come suo marito, che esce di casa, eccetera, che deve affrontare quando esce di casa. Ho letto qualche riga del suo libro, potessero rapidamente, mentre riparava le strade onde o cose del genere, cioè, purtroppo le strade dei nostri paesi, più o meno in tutta Italia.
Non facilitano il car giver e che nemmeno il io lo chiamo, non saprei come dire a volte è disabile, è una parola brutta, non so, non ho mai trovato una un sinonimo più corretto, non lo so, perché alla fine San tutte persone e poi, come dice lei alla fine tutti diventeremo pazienti o disabili, perché pochi ormai invecchiando riescono ad essere sani e perfetti fino all'ultimo giorno della loro vita, per cui è un tema veramente che, come ha detto lei andrebbe portato davvero nelle scuole, anche in mezzo ai giovani non so quali siano i luoghi e però effettivamente.
Va ricordato che nessuno di noi.
Starà sempre bene oggi stai bene, oggi fai 1.000 cose in un attimo per qualsiasi motivo la vita di cambia,
Grazie, grazie, grazie.
Se c'è qualcun altro.
Chiedo di chiudersi con un ultimo pensiero e poi perché vuol prendere i libri e i figli e avere l'autografo sì, sì, sì, sì, sì, va. Beh, io mi auguro appunto di avervi quantomeno incuriosito adesso va beh, non non conosco la platea, per cui non so se tutti quanti voi avete appunto idea di chi è, cosa fa un caregiver e poi va be'come dico sempre la vita può cambiare da un momento all'altro e purtroppo anche questa cosa no, noi diamo tutto per scontato, diamo per scontato di star sempre bene che vada tutto bene, in realtà così non è. Bisogna sempre essere preparati, però bisogna anche sapere che abbiamo dentro noi stesso negli stessi i poteri per poter affrontare qualsiasi cambiamento, ostacolo che la vita ci presenta. Grazie, prego.
Grazie.