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Avvenuti iniziamo la Commissione con l' appello Soncini Ottavia.
Maletti, Francesca presente Marchetti, Daniele presente, amico Federico, Alessandro presente barcaiolo, Michele.
Bergamini Fabio.
Bondavalli, Stefania.
Grazie.
Caliandro, Stefano presente Castaldini, Valentina.
Costa Andrea.
Presente.
Daffadà Matteo.
Buongiorno, buongiorno, Gibertoni, Giulia.
Direi, Marco.
Grazie, buongiorno Marchetti Francesca.
Buongiorno, Mastacchi, Marco.
Buongiorno, buongiorno Montalti Elia.
Muove Roberta.
Buongiorno, consigliera Montalti muove Roberta.
Buongiorno, Presidente, buongiorno, Paruolo Giuseppe presente Belloni Simone.
È?
Buongiorno, Piccinini, Silvia.
Pigoni Giulia.
Buon pomeriggio, buongiorno Pillati, Maglena, presente, Rontini Manuela.
Presidente, sono presente buongiorno, Rossi Nadia.
Buon pomeriggio, presente, buongiorno, straniati, Valentina presente, Taufiq, presente Zamboni Silvia.
Zappaterra Marcella, presente analogo richiamo Soncini Ottavia.
Assente Barcaiuolo Michele.
Bergamini Fabio.
Castaldini, Valentina presente, Gibertoni, Giulia.
Piccinini, Silvia.
Esame buoni Silvia.
Buongiorno a tutti, grazie di avere partecipato a questa udienza conoscitiva.
Per il progetto di legge d' iniziativa della Giunta modifica l' articolo 3, comma 5, della legge regionale 23/12/2004 numero 29, che ha come relatore il consigliere Paruolo Giuseppe relatore di minoranza, il consigliere Marchetti, Daniele.
Questa udienza conoscitiva chiesta anche dal dalla FREE rom, la quale ha mandato un contributo scritto, che ai consiglieri è già stato inviato ma non parteciperanno a questa udienza questa udienza hanno chiesto di partecipare sempre senza che in via telematica e Legacoop Romagna, Conferenza provinciale sociosanitaria di Parma Comune di Fiorano Modenese, Unione del Sorbara CIMO ferme ed organizzazione sindacale dei medici Anaao Assomed.
CIDA, Confederazione italiana, dirigenti ed altre professionalità ed alte professionalità Auroi, Emma che Emilia Romagna, Associazione, diritti senza barriere finge Ordine Psicologi Emilia Romagna, Opi, Bologna, CUP, Emilia Romagna, CISL, Funzione pubblica ordini TSA, gamme, pi ST Erp,
E anche SNAMI Emilia Romagna.
Che non hanno comunicato in questo momento, io chiedo al Consigliere, relatore Parolo, Giuseppe d' intervenire, poi interverrà il relatore di minoranza e poi dopo inizieremo con i vostri interventi per l' udienza, prego Consigliere.
Grazie Presidente, una rapidissima introduzione di questa udienza, come immagino voi che siete intervenuti e che parlerete sapete l' udienza conoscitiva proprio allo scopo di ascoltare e quindi noi siamo qui per ascoltare il progetto di legge d' iniziativa della Giunta è un progetto di legge che è costituito di un solo articolo e che sostanzialmente definisce la possibilità non l' obbligo di definire una figura aggiuntiva all' interno del,
Della direzione strategica aziendale, e questa figura è praticamente un direttore assistenziale che dovrebbe in qualche modo,
Essere la trasposizione di una figura che attualmente c'è già e che normalmente viene definita come Direzione infermieristiche tecnica a cui fanno capo, diciamo tutte le, l' assistenza infermieristica ostetrica.
Tutta la parte tecnica sanitaria della riabilitazione e di supporto. Questa figura attualmente è una figura che non ha il rango di fare parte della direzione strategica, e invece a valle di questo progetto di legge si riconosce questa possibilità. Quindi, a quel punto, il da legge nazionale, il vertice di delle delle aziende sarebbe costituito da un direttore generale e sotto di lui diciamo da una direzione strategica che comprende il direttore amministrativo e il direttore sanitario, questo per legge nazionale e a cui si possono aggiungere un direttore per le sue attività socioassistenziali limitatamente alle aziende territoriali. Questo limitatamente era di fatto già così, però viene ribadito nella legge in modo tale che che abbia forza di legge questo fatto che la appunto la figura di direttore socio assistenziale, a una diciamo applicabilità soltanto alle aziende territoriali e alla figura invece il direttore assistenziale. Queste figure, quindi due obbligatorie e due facoltative,
Affiancano e compongono la direzione strategica, insieme al Direttore generale. Questo è il diciamo il senso e la lettera della proposta di legge che arriva dalla Giunta, che naturalmente è un intervento di tipo puntuale che non ha la pretesa di risolvere tutte le questioni aperte all' interno del mondo sanitario, però, che ritiene.
Si ritiene possa essere un passo avanti proprio per dare visibilità, rango. Maggiore capacità di di lavoro in rete a una figura che rappresenta un pezzo che che, nell' ottica di una sanità che si avvale di molteplici professionalità ed è sempre più un lavoro di squadra, ha molto senso che abbia appunto una voce che sieda anche nella direzione strategica aziendale. Questo quindi, in estrema sintesi, il progetto di legge. Siamo qui per ascoltare alcuni hanno già detto che hanno inviato un intervento scritto, altri potranno lasciarlo oggi o lasciare o fare il loro intervento di tipo verbale. Noi cerchiamo di raccogliere tutto se dovessero arrivare anche delle proposte emendative concrete. Siete assolutamente titolati a farci avere in modo tale che, quando noi nelle prossime settimane porteremo avanti in Commissione il lavoro su questa proposta di legge, abbiamo anche la possibilità di vagliare tutte le le voci e le proposte che ci sono giunte, io mi siedo lì, come tutti i miei colleghi di da remoto o da in presenza ad ascoltare le cose che vede che vorrete dirci in modo tale da farne tesoro e tenerne conto grazie.
Grazie consigliere, Paruolo, prego, consigliere Marchetti.
Grazie Presidente, un saluto, ovviamente a tutti i presenti e soprattutto agli ospiti che oggi ci daranno il loro contributo su questo progetto di legge, io darò in maniera molto rapida, comunque una lettura differente da quella appena esposta dalla collega di maggioranza relatore. Paruolo in quanto credo che questo progetto di legge sia riduttivo e vi spiegherò anche per quale motivazione noi con questo PdL, presentato dalla Giunta che sta iniziando a muovere i suoi primi passi prima di arrivare alla discussione generale prossimamente qui in Commissione, va a modificare la legge regionale che,
Regolamento di fatto l' organizzazione e il finanziamento delle aziende sanitarie del nostro servizio sanitario regionale.
Perché dico questo perché, appunto, come dicevo, è altamente riduttivo, a nostro avviso, mettere mano ad una ad una legge regionale così complessa, introducendo soltanto un ulteriore figura dirigenziale. In questo caso, appunto, stiamo parlando del dirigente assistenziale. Io credo che in questo momento storico.
Così difficile, in generale, per tutto il nostro territorio, ma soprattutto per quanto riguarda il servizio sanitario, che è stato travolto da un terremoto scatenato appunto dalla pandemia che stiamo cercando di lasciarci alle spalle. Si poteva sicuramente mettere in campo qualcosa di più, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione delle professioni sanitarie, che non può limitarsi ad introdurre soltanto una nuova figura di questo tipo, ma si potrebbe anche mettere mano a tutto ciò che riguarda direttamente il cittadino. Pensiamo all' accesso alle prestazioni sanitarie, che spesso in quest' ultimo periodo hanno registrato comunque dei ritardi. Cela il fenomeno comunque delle agende chiuse per non allungare le liste,
D' attesa.
Ci sarebbe un coinvolgimento da mettere in campo per quanto riguarda, ad esempio, la parte delle associazioni a livello territoriale da coinvolgere maggiormente con i Comitati consultivi misti, per dare un contributo maggiore alla riorganizzazione della della rete sanitaria della nostra Regione. Insomma, a nostro avviso stiamo perdendo un po' un' occasione al di là delle valutazioni che sì, si possono fare su questa nuova figura che la Regione Emilia-Romagna intende.
Introdurre nel servizio sanitario regionale.
Io mi auguro che ci possano essere i margini per allargare un po' la, la visione su l' intero impianto normativo anticipo che comunque stiamo già lavorando ad alcuni emendamenti per cercare di apportare delle migliorie, appunto questo testo a questa vostra proposta di legge. Chiaramente, per correttezza, ho preferito aspettare prima gli interventi di oggi eventuali degli ospiti qui presenti, in modo da poter armonizzare il tutto con il lavoro che abbiamo già impostato. Però, tornando al discorso che faceva anche il relatore di maggioranza, all' udienza conoscitiva serve proprio ad ascoltare gli ospiti che partecipano su un determinato tema e quindi oggi ci rimetteremo appunto.
Ad ascoltare ciò che avranno da dirci, ma non potevo fare a meno che rappresentare. La nostra visione è più critica rispetto a quanto esposto dal collega di maggioranza.
Grazie consigliere Marchetti, allora questo progetto di legge e?
C'è un quadro rispetto all' iter e nella precedente Commissione l' assessore l' ha presentata in Commissione, oggi abbiamo l' udienza conoscitiva, dove adesso parleranno gli ospiti e sempre senza che in collegamento che hanno manifestato la volontà di portare un loro contributo rispetto al dibattito di questo progetto di legge. Dove finite le loro relazioni? Ecco, i consiglieri potranno porre domande o fare considerazioni, e se ci sono delle domande puntuali, vi chiederemo, dopo di dare e di dare le risposte e, come ha detto il consigliere, Paruolo, se avete anche dei contributi da dare scritti o di lasciate qui oggi o vi chiedo di darli con una tempistica ravvicinata, perché è 29/10 alle ore 12, c'è la scadenza, gli emendamenti per cui è corretto che anche i consiglieri, come giustamente ha detto il consigliere Marchetti prima di presentare emendamenti, ecco sentono le vostre osservazioni, ma ci sono anche dei contributi scritti che possono leggerli. Poi 02/11 ci sarà la discussione e la votazione in Commissione di questo progetto di legge e 09/11 dovrebbe andare in Consiglio regionale.
Al che dopo si concluderà l' iter di questo progetto di legge. Allora iniziamo con.
Con con con Mauro no, Simona Benedetti di Legacoop Romagna, che dovrebbe essere in presenza.
Non c'è, non c'è allora Mauro Pinardi, Conferenza provinciale sociosanitaria di Parma dovrebbe essere in via telematica.
Allora non è collegato Luca Busani, assessore del Comune di Fiorano Modenese.
In via telematica.
Prego, Assessore Busani.
Sì, grazie Presidente, saluto, tutti i presenti, in realtà era più, avevamo fatto la richiesta per partecipare semplicemente come una vittoria la alla Commissione odierna, quindi penso che ci sia stato un problema, comunque, avendo udito la relazione, mi sento pienamente d' accordo con la proposta porta avanti la Giunta, ecco,
Grazie, Assessore, poi Claudia pastai, Unione del Sorbara in via telematica.
Che non c'è.
Dottor Salvatore Lumia, Simo ferme in presenza, prego.
Intanto consegno subito.
Vediamo un un ordine del giorno.
Scusate no, un comunicato stampa che avevamo fatto insieme.
Tutte le organizzazioni sindacali mediche autonome della Regione Emilia Romagna, quindi firmato da organizzazioni sindacali che rappresentano quasi 10000 medici,
In Regione loro intanto ringrazio la presidente, ringrazio i Consiglieri per l' opportunità.
Che si danno di venire qui a esporre il nostro il nostro parere.
E a dare alcune considerazioni su questo provvedimento di legge, ecco, io rappresento la Federazione, CIMO FESR consociata, coincida dovrebbe venire, ma non l' ho visto il vicesegretario nazionale decida che, come ha ricordato la Confederazione italiana delle dirigenze alte professionalità allora di questo provvedimento di questa modifica si parla già da da un po' di tempo e abbiamo avuto modo di interloquire.
Diverse volte con l' Assessorato e di esprimere il nostro parere, che è un parere piuttosto critico nei confronti di questa modifica di legge, perché come.
Ho riportato nell' intervento, ma non mi allungherò più di tanto, si tratta di fare una modifica delle Direzioni strategiche delle aziende sanitarie e direzione strategica che vede il direttore generale come responsabile.
Coadiuvato da un direttore amministrativo, un direttore sanitario, ognuno per le sue competenze, il quale direttore sanitario, praticamente alla responsabilità, dirige dice la legge recita la legge dirige i servizi sanitari ai fini organizzativi igienico, sanitari e fornisce, sì,
Ho visto altri consiglieri prima, non l' avevano mai benissimo.
Fornisce parere obbligatorio al direttore generale sugli atti relative alle materie di sua competenza, il direttore sanitario, chi è una figura dirigenziale?
Che praticamente si occupa di tutto ciò che sono gli aspetti sanitari e del personale, le condizioni igieniche e tutto quello che riguarda la conduzione di un' azienda sanitaria, sia questa un' azienda sanitaria territoriale che è un' azienda sanitaria ospedaliera,
Quindi è una figura che comunque anche delle responsabilità, anche di tipo penale, questo anche secondo la legge Gelli,
Ecco la proposta di sdoppiare questa responsabilità affiancando un' altra figura crea una dicotomia che a nostro parere non è assolutamente utile per quello che riguarda l' organizzazione dell' azienda, nel senso che non si capisce poi chi è il responsabile di chi potrebbe essere il responsabile ultimo, ma si viene così a dicotomie alzare,
Quello che è il lavoro clinico con il lavoro organizzativo all' interno di un' azienda, tenendo presente che lavoro clinico e lavoro organizzativo sono strettamente interconnessi,
Poi ci sono degli aspetti adesso non voglio dilungarmi più di tanto, però, mentre nella legge nazionale e nei regolamenti sono esplicitati chiaramente.
Le funzioni, i compiti del direttore sanitario in questa proposta di legge, in questa modifica non c'è nessun riferimento alle funzioni e ai compiti di questo direttore assistenziale, che peraltro sono demandate a delle linee guida di là da venire,
Che devono formulare le aziende sanitarie, quindi non si sa che cosa le singole aziende sanitarie, poi potranno dare come compiti a questa nuova figura, quindi già abbiamo dei problemi di tipo organizzativo generale,
Nella frammentazione che esiste a livello nazionale, su quelle che sono le regole, i compiti.
Così facciamo la stessa cosa per le aziende, quindi avremo una frammentazione.
A livello di aziende dei compiti di questa figura,
Quindi già questo è un aspetto negativo di questa proposta.
Anche se è vero è che sta che è stato presentato un parere pro veritate sul fatto che questa figura possa esser fatta però, insomma, pareri pro veritate lasciano un po' il tempo che trovano però qual è l' aspetto, uno degli aspetti, un altro degli aspetti fondamentali è che in un momento come questo, in cui ci sono tanti problemi come quelli che ha citato il relatore Parolo e il relatore Marchetti che riguardano,
Liste d' attesa che riguardano riduzioni delle prestazioni che riguardano aspetti organizzativi che sono stati notevolmente disturbati dalla pandemia, che peraltro forse erano problemi che già esistevano, quindi la pandemia li ha acquisiti, in ci sono tanti problemi.
Che cosa succede, facciamo una nuova figura dirigenziale, ecco figura dirigenziale, che però voglio dire avrete avrà dei costi, non è una figura dirigenziale,
A costo zero, quindi ci saranno costi per quello che riguarda lo stipendio di questa figura, che sarà, che deve essere poi coadiuvata da una sua direzione, quindi altre altre persone, il tutto, lo moltiplichiamo per le aziende della Regione, quindi mettiamo dei soldi che potrebbero essere utilizzati direttamente per migliorare le prestazioni.
Ai pazienti, li mettiamo nell' istituire questa nuova, questa nuova figura.
Va bene però.
C'è un altro aspetto importante, secondo me.
Da considerare.
Nel suo non mi sto a dilungare lo scritto nel nell' intervento tutti i problemi che ci sono a livello di carenze attuali nel nel servizio sanitario, tutto quello che è stato perso in questi mesi, ecco però.
Facciamo questa figura invece di potenziare, di mettere le risorse su migliorare le prestazioni, migliorare numerosità e facciamo questa figura.
Si dice.
Per migliorare i percorsi di carriera delle figure professionali, soprattutto degli infermieri con cui deve esserci.
Un lavoro di équipe che, a mio avviso, se si fa una figura di questo tipo, il lavoro d' équipe viene a essere compromesso delle due, perché ci sarà chi risponde alla direzione assistenziale e chi risponde alla direzione sanitaria, quindi come come armonizziamo questi percorsi del resto è stato ricordato,
Che dal punto di vista della professione di della progressione di carriera esiste già la possibilità per gli infermieri esistono già le Direzioni infermieristiche,
Direzione infermieristiche che servono soprattutto organizzare il lavoro degli infermieri e dei e di tutti i tecnici.
Ecco però qui devo dire una cosa che mi sembrava una provocazione.
Dico.
Ecco, io è quarant' anni che lavora in ospedale, ecco, in questi anni ho assistito ad un progressivo peggioramento della qualità del lavoro degli infermieri, guarda caso da quando il lavoro degli infermieri è organizzato dalle direzioni infermieristiche, scuserà, però è così.
Io ricordo che 30 anni fa, in sala operatoria, avevamo tra infermieri oltre al ferrista e adesso ce ne sono 2 o anche 1, nei reparti alla notte c' erano tre infermieri, adesso ce ne sono due uno,
Quindi, voi credete che questo migliori la qualità del lavoro degli infermieri, le possibilità di carriera, no, se ci sono delle risorse da utilizzare che poi devono essere chiarite.
Dove si prendono poi questi soldi per fare questa figura, questi soldi mettiamoli per assumere del personale che sia sull' assistenza qui, se creiamo delle dire delle nuove direzioni assistenziali che finiranno degli infermieri, che ovviamente vengono sottratti al lavoro dell' assistenza, peggiorando ulteriormente,
La qualità del lavoro dei colleghi, io sono convinto, da da medico, che tutti i giorni lavora nei reparti e nelle sale operatorie, quegli infermieri che gli infermieri che lavorano tutti i giorni con i malati non abbiano bisogno assolutamente di questo tipo di figura,
Ma abbiano bisogno sicuramente di.
Nuovo personale che in qualche modo coadiuvi riduca il i turni che vengono fatti i doppi turni che dia la possibilità di usufruire dei riposi. Se ci sono dei soldi, mettiamoli per gratificare il lavoro dal punto di vista economico, quindi questo è un po' così un,
Un' idea, un pensiero che io, che io faccio insomma, quindi noi come medici, fondamentalmente.
Siamo perché le aspirazioni di carriera degli esercenti, le professioni sanitarie possano affermarsi nelle rispettive differenze senza confusione di ruoli.
E competenze per cui, ma senza la necessità di avere di nuovo delle nuove, delle nuove figure apicali che hanno dei costi e che, comunque, creando confusione, insomma nell' organizzazione, quindi, detto questo,
Io spero vivamente che i consiglieri regionali, sia di maggioranza che di minoranza, non diano l' assenso al varo di questo provvedimento, a nostro avviso inutile e dannoso, dannoso, perché porta confusione nella gestione dell' organizzazione dei servizi e spreco di risorse che sono sempre più scarse e inutili perché non determina nessun ritorno vantaggioso sulle sull' assistenza ai cittadini della Regione.
Con questo vi ringrazio,
E vi saluto, grazie, grazie, dottor no Lumia.
Allora sia collegata Simona Benedetti di Lega Coop Romagna.
Cedo la parola se riesce.
Collegamento prego,
Niente allora Ester Pasetti, segretario regionale Anaao, Assomed, organizzazione sindacale dei medici, Anaao, Assomed e in presenza, prego, Dottoressa grazie e dico subito che invierò al documento domani mattina.
E allora, innanzitutto, vorrei veramente ringraziarvi di cuore per averci dato la possibilità di esprimere il nostro parere di professionisti della sanità.
Due anni fa, in questo periodo ci avvicinavamo in modo colpevolmente inconsapevole verso quella che sarebbe stata la più grande tragedia sanitaria degli ultimi 100 anni.
Ovviamente nessuno può scordare il dramma della poliomielite che negli anni Cinquanta colpì, segnando gravemente o uccidendo un' intera generazione di bambini e ragazzi, ma il Covid per la sua epica ha superato tutto questo anche per il potere di risonanza mediatica della quale ha e sta tuttora godendo mentre la Cina si è attrezzata e non diceva noi viaggiavamo e non programma, avevamo continuavamo a vivere e a lavorare come se nulla fosse.
Poi dalla sera del ma al mattino, la vita di tutti i cambia drammaticamente e la nostra di sanitari più di tutti porteremo per sempre sulla nostra pelle i segni di quanto è accaduto e siamo consapevoli del fatto che ci salviamo non tanto per le capacità organizzative di chi avrebbe dovuto prevedere e provvedere, ma per la nostra capacità di unirci e di trovare soluzioni nuove a problemi mai visti.
Fu una tragedia che ancora non ci ha abbandonato, ma in pochissimi mesi, dopo aver fronteggiato l' inimmaginabile, trovammo la via.
Perché avevamo la conoscenza, il coraggio e lo spirito di corpo medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale tecnico, tutto biologi, psicologi, farmacisti e, per quanto di loro competenza, anche i veterinari, nessuno si tira indietro tutti insieme, questo è lo spirito delle organizzazioni complesse che nel momento di massima necessità richiedono unione non divisione e pochi decisori.
A questo pensava probabilmente chi, nel lontano 92, indicò la triade del potere organizzativo delle aziende sanitarie quella che anche il dottor Lumia che appena ricordato, un Direttore generale responsabile, unico, che è coadiuvato da un direttore amministrativo che cura l' aspetto finanziario ed un direttore sanitario che dirige tutto ciò che attiene ai servizi sanitari, in una visione unica, tutto è direttore sanitario, non è direttore dei medici, non è direttore degli psicologi, non è direttore dei farmacisti o degli infermieri e direttore di tutti quanti noi non sono un avvocato, sono un medico che presta il suo servizio anche al sindacato, e quindi non ho nessuna intenzione di trattenervi con aspetti che già i nostri legali hanno bene illustrato nelle sedi preposte, una via che proseguiremo fino all' ultimo grado concesso nel caso decidesse di approvare una modifica di legge di cui oggi discutiamo e lo faremo in quanto fermamente convinti della nostra idea non ci opponiamo alla carriera di infermieri e tecnici, ma vogliamo dire a voi e dire anche a loro che quello che viene proposto non favorirà la carriera di chi come noi garantisce attraverso il quotidiano lavoro il buon funzionamento del sistema ma duplicherà ciò che sei già esiste e trova compiuta espressione nei compiti del Direttore della Direzione sanitaria come ha detto bene,
Il Consigliere che ha esposto la legge ha detto una modifica di legge, un passo avanti per visibilità e rango. Beh, io non credo che in questo momento storico ci sia bisogno di un passo avanti di visibilità e rango. Credo che ci sia bisogno di ben altro. è bene sapere che la carriera in direzione sanitaria e in direzione assistenziale nulla hanno a che fare con la carriera professionale ed organizzativa della clinica. Sono due dif vie differenti, chi organizza e chi fa entrambe necessarie ma differenti. Duplicare l' esistenza garantirà maggiore confusione in caso di conflitti generati da una diversa visione dei problemi da affrontare e sottrarrà risorse economiche in modo non facilmente giustificabile ad un sistema il quale, come dichiarato recentemente pubblicamente dall' assessore a problemi consistenti di finanziamento, problemi che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, medici ed infermieri nel momento in cui non ci sono le risorse per pagare le nostre progressioni di carriera e le nostre attività quotidiane, esasperare ciò che so che ciò che già si sta vivendo, con disagio, non solo medico, ovvero l' applicazione di un modello organizzativo definito a canna di fucile che separa profondamente, scavando un solco vero e proprio. Tra i ruoli professionali che abitano. Il servizio sanitario non porterà a migliorare a miglioramenti che sono genericamente descritti nei documenti di presentazione delle direzioni assistenziale.
Non si scambi la legittima richiesta di autonomia professionale necessaria per la crescita di chiunque lavori, interpretando nei limiti il proprio mandato con l' autonomia organizzativa che, di fatto, mina le basi per un proficuo lavoro di équipe in cui dirigenza medica e sanitaria da un lato e comparto, dall' altro, rispondono a catene di comando diverse due mondi che convivono ma come separati in casa, in cui le decisioni di un ramo determinano conseguenze anche pesanti sull' altro, senza che vi possa essere un adeguato scambio di vedute. Perché l' uno non parla con l' altro? Immaginate quello che succede in un cervello fatto di due emisferi che si collegano e parlano tra di loro, a volte per necessità cliniche o per patologie, si viene a creare quello che si chiama uno split brain e ogni emisfero funziona per conto proprio. La persona che si trova a vivere in questa condizione ha difficoltà a prendere le decisioni, anche le più banali. Come vestirsi, come fare la spesa e quant altro. Questo è quello che si viene a creare quando due sistemi che dovrebbero parlarsi e collaborare vengono separati nella loro fase di gestione apicale. L' equivoco sta nell' idea che ci siano professioni che solo per il fatto di dipendere organizzativamente da altre non vedano riconosciuta la loro autonomia e il loro ruolo di responsabilità all' interno del sistema e che, se dipendessero da altre, verrebbero svilite nella loro funzione. E non giacché solo all' interno di un' équipe multidisciplinare multiruolo si possa trovare il miglior modo di realizzare quella che è la missione professionale di tutti.
Nella Unità Sanitaria Locale. 4 del Veneto, Mauro Filippi, e il direttore generale Mauro Filippi ha un infermiere, un direttore generale, una direttrice generale, anzi esiste, credo, a Rieti e un altro in un' altra zona d' Italia che non conosco che non ricordo in questo momento. Non credo che questo abbia svilito la professionalità dei medici che si trovano governati da un direttore generale, che non è un medico, ma anziché a un infermiere. Quindi per noi il problema non è chi governa, ma il problema è il Governo e non la confusione. Non può sfuggire a nessuno come questo sistema abbia complicato e burocratizzato il sistema in cui il responsabile unico del percorso di diagnosi e cura, in tutti i suoi aspetti, fino a quello legale, che è il dirigente medico e sanitario, fino a quando non ci sarà una modifica di legge, si sia trovato progressivamente sempre più esautorato dalla quotidiana gestione degli atti, che a questa diagnosi e cura sottendono fino a diventare puro prestatore d' opera, seppur qualificato. L' unico ostacolo rimasto affinché questa cesura tra ruoli non sia completa, rimane la direzione aziendale. Nella figura del direttore generale del direttore sanitario e del direttore amministrativo, così come la legge 502 del 92 li configura, siamo quindi fortemente contrari perché l' introduzione di questa figura lungi dall' accorciare le distanze tra professioni attribuendo luoghi falsamente paritari, le allontana, aumenta la possibilità di conflitti interni alla direzione, con conseguente FAS.
Conseguenze facilmente immaginabili, l' efficienza di un sistema non si ottiene allungando e allargando la catena del comando, ma semplificando ed accorciando non possiamo accettare di continuare a rispondere personalmente penalmente per gli effetti delle decisioni organizzative prese da altri in autonomia e non condivise. Chiuderò come ho aperto, abbiamo trascurato di prese di prepararci a quanto si sapeva inevitabile. Era solo questione di tempo e ne stiamo uscendo, seppur con le ossa rotte attraverso l' unione. Non sappiamo se l' emergenza sanitaria effettivamente alle nostre spalle e meglio governate, ma che auspichiamo, ma nonché e ce lo auspichiamo, ma non chiudiamo gli occhi su una nuova emergenza che attanaglia gli ospedali, in primis la carriera e la carenza apparentemente in arginabile, di personale sanitario qualificato, dovete entrare in un pronto soccorso e rendervi conto del dramma professionale che quotidianamente vi si consuma e che causa della disaffezione che a causa della disaffezione ad una professione altrimenti bella, non fatevi ingannare. Dai colori contate le barelle, ognuna con una persona che soffre in attesa di una collocazione sempre più difficile da trovare. Chiedetevi quanti mezzi di soccorso con personale qualificato a bordo operano nella città e nella provincia in cui vivete. Guardate quante poche strutture e i professionisti sono in grado di rispondere al disagio dei giovani e giovanissimi e chiedetevi se la risposta è la divisione organizzativa del lavoro dei professionisti o quanto meno sia la risposta più urgente. Vi prego considerate anche questo punto di vista, grazie.
Grazie dottoressa Pasetti, adesso la parola al dottor Massimo Melega, vicepresidente nazionale CIDA, Confederazione italiana, dirigenti ed alte professionalità dovrebbe essere collegato in via telematica, prego.
Grazie.
Ci della Confederazione.
Potrebbe alzare il volume perché non la sentiamo.
Sentite meglio, sì, grazie.
CIDA e la Confederazione.
Rappresenta tutte le sfide principali della paghiamo mangio industrie, ma quando?
Mi scusi no, non riusciamo a capire quello che dice se può stare più vicino al microfono eventualmente mettere le cuffie.
23.
Benissimo grazie.
Quindi dicevo che aderiscono al cinema le sigle Federmanager.
No, guardi, mi mi scusi, ma di nuovo non riusciamo a capire, all' inizio si sentiva bene, poi dopo non si sentiva se vuole riprovare perché c' era.
Non ho controlli.
Vedo come potrei aumentare il volume,
Allora?
Probabilmente c'è da disattivare, credo qualche.
Idonei.
Adesso se.
Dicevamo quindi permane.
Dario.
Adesso cerchiamo di attivare i tecnici se possono intervenire.
Volevo col dottor meliga, in attesa che venga contattato dai nostri tecnici, o passo la parola al dottor Mattioli Nicolini, presidente regionale ROI EMAC Emilia Romagna, prego.
Grazie Presidente, grazie Consiglieri per l' invito.
Per poter partecipare a questa Commissione.
Quarta a nome dell' associazione che presiede l' Emilia Romagna Roy EMAC, che rappresenta oltre 700 medici anestesisti, rianimatori ospedalieri,
Che operano all' interno del sistema sanitario pubblico della Regione, quindi una associazione, diciamo, di categoria abbastanza delimitata,
Il tema su cui sarete chiamati appunto di esprimervi lo abbiamo già ampiamente ribadito sulla approvazione del progetto di legge regionale recante la modifica dell' articolo 3, comma 5, della legge regionale del 2004 che, come sappiamo tutti, ha l' obiettivo di istituire la nuova figura da annoverarsi tra i top manager delle aziende sanitarie della nostra Regione, denominata Direttore assistenziale.
Su questo tema abbiamo avuto occasione anche noi, come gli altri colleghi delle sigle che mi hanno preceduto, di esprimere la nostra opinione sia l' Assessorato che direttamente all' assessore per le politiche della salute in un paio di incontri in videoconferenza, visto che le convocazioni erano coincidevano proprio con il pieno della fase.
Pandemica, mi limiterò soltanto a fare alcune brevi considerazioni di carattere strategico, da un lato, e, dall' altro, di carattere economico finanziario innanzitutto mi preme portare all' attenzione della Commissione che la ferma volontà dell' Assessorato e restituire questa nuova figura.
Che peraltro, come è noto, non è prevista dalla legge nazionale. 502 del 92.
Al solo ed unico scopo di creare una ennesima apicalità nell' ambito degli staff delle direzioni generali aziendali e che porterebbe inevitabilmente una cascata di sottostrutture parallele.
Agli attuali direzioni sanitarie con a capo N nuovi direttori che riteniamo francamente non solo necessari.
Ma fonte di inasprimento delle conflittualità tra le varie professioni che operano in azienda.
Ad oggi, per legge, il direttore sanitario di un' azienda è garante di tutto ciò che riguarda l' assistenza sanitaria a 360 gradi, vuoi per gli aspetti clinici, vuoi per gli aspetti tipicamente assistenziali, avvalendosi all' interno del suo staff di professionisti sia di area medica che li area tecnico sanitaria.
Tutti, credo, possiamo testimoniare che dinnanzi a situazioni gestionali di stallo, cioè chi deve decidere cosa l' ago della bilancia deve essere uno ed uno soltanto, altrimenti rischiamo di entrare in un corto circuito di competenze, che un sistema sanitario moderno non credo e non crediamo possa permettersi.
A questo proposito parrebbe che la molla scatenante che ha innescato questa forte volontà di istituzione della figura del direttore assistenziale, almeno in Emilia Romagna, sia stata la pandemia da Covid 19 e proprio durante le fasi.
Calde di questa maledetta Ande mia, siamo stati convocati dall' Assessorato per renderci edotti di questa nuova esigenza che si profilava all' orizzonte posta qualche riserva sul tempismo dell' iniziativa, perdonatemi.
Ma non è mai stato chiarito sino ad oggi nemmeno le competenze specifiche di tale figura.
I margini di manovra, i rapporti con il direttore sanitario e non meno importante, se ogni azienda sanitaria fosse libera di declinare il nuovo assetto organizzativo cui affermerebbe il direttore assistenziale o se esistesse un disegno regionale da intendersi come modello da adottare per tutte le aziende. Insomma, sono tanti i dubbi, le perplessità sull' istituzione di questa figura, che ci impediscono di appoggiarne il progetto e ribadendo con forza non solo l' inopportunità e l' intempestività,
È, a nostro avviso anche l' inutilità di ennesime nuove ed altre figure di vertice che nessuno dei dipendenti del sistema sanitario regionale, siano essi medici e infermieri o professionisti della sanità, a nostro parere ne sente la necessità.
Lasciatemi portare anche un' osservazione di carattere economico finanziario, senza entrare troppo nei tecnicismi della materia.
Parto dal presupposto che non sia un segreto che le aziende della nostra regione non abbiano dei bilanci particolarmente felici per motivazioni tra le più svariate sulle quali non intendo in questa sede entrarvi, ma tante dobbiamo prenderne atto e il volere istituire una nuova figura manageriale, lo riteniamo quantomeno anacronistico per due fondamentali motivi, uno, la coperta è corta.
Anzi cortissima in certe situazioni, 2, il fondo da cui queste figure andrebbero ad attingere le quote di posizione spettanti per il ruolo ricoperto sarebbe lo stesso da cui attingono e in certi casi annaspano i dirigenti sanitari, medici e non medici in pianta organica delle aziende sanitarie.
I suddetti fondi forse molti dei presenti non ne sono del tutto il corrente sono in gran parte gravemente incapienti, anche solo per allinearsi al nuovo contratto di lavoro nazionale 2016 2019 è entrato in vigore operativo solamente tra virgolette 22 mesi fa e proprio su tanti aspetti contrattuali di carattere economico non è riuscito ancora a trovarne piena applicazione.
Viene da sé che i tanti, troppi, secondo noi, medici del nostro servizio sanitario regionale.
Hanno avanzamenti di carriera fermi anche da oltre 15 anni,
Sfratti, che nella maggioranza dei casi avrebbero un significato più simbolico che redditizio, ma non attraverso il sistema degli incarichi aziendali pubblici, assumerebbe comunque importanza riconoscimento e affezione al sistema pubblico.
Personalmente riterrei assai difficile da giustificare l' avvallamento di una proposta a cui siete chiamati presto ad esprimermi di fronte a tanti giovani medici che abbiamo in organico, le nuove leve entranti, ma anche dinnanzi ai tanti giovani infermieri che di tutto hanno bisogno fuorché di un' ennesima direzione sopra la loro testa.
Riterrei assai difficile da giustificare anche il favorire un' ennesima sottrazione di risorse comuni per un progetto che è più fumoso che concreto e che inevitabilmente porterebbe tanti medici ad allontanarsi sempre più dal sistema pubblico.
Non ci risulta a tal proposito ed è bene specificarlo che la Regione abbia intenzione di foraggiare con risorse proprie il costo dell' intera operazione, senza necessariamente gravare sugli zoppicanti fondi aziendali che ho citato prima, in conclusione, rispettando pienamente i tempi concessi per l' intervento come a noi è ma per le suddette motivazioni ed altre e non ho menzionato per brevità confermiamo l' assoluta contrarietà alla modifica dell' articolo 3 della legge regionale del 2004,
Con particolare riferimento all' istituzione del direttore assistenziale,
Ribadiamo ritenere essere figura non necessaria per certi aspetti ridondante, costose, potenzialmente fonte di ulteriore disaggregazione sul difficile, ma possibile percorso di integrazione professionale all' interno degli ospedali,
E, da ultimo, causa diretta o indiretta, di un ulteriore aggravamento del processo di design, ammortamento dal sistema sanitario regionale pubblico da parte dei tanti, troppi medici.
E dopo essere saliti su una fugace, meteora degli eroi.
Si sono già ritrovati miseramente schiantati al suolo, senza nemmeno una pacca sulla spalla per rialzarsi, ma dal proprio datore di lavoro nemmeno un minimo di riconoscimento professionale come un piccolo avanzamento nella loro carriera.
Vi ringrazio per l' attenzione.
Grazie, dottor Nicolini, adesso la parola alla signora Bruna Bellotti, presidente dell' Associazione dei riti senza frontiere, prego.
Una cosa ecco, grazie, allora ripeto, rappresento l' Associazione Diritti senza barriere.
Non si intende le barriere architettoniche, si intende la possibilità che i propri diritti vengano tutelati.
Allora ho la documentazione che lo estratte, abbiamo avuto una mini riunione dell' associazione e siamo rimasti molto, ma molto delusi di questa proposta di legge e siamo io, mi debbo auto controllare perché se desse sfogo alla rabbia che ho dentro proprio non sarebbe possibile Di fronte a questo uditorio molto composto, il dottor Lumia ha detto che è molto critico, no, io son ben di più di critiche, io sono molto negativa, molto negativa, perché è l' associazione che rappresento proprio quest' anno compie vent' anni, ed è da vent' anni che io sento le lamentele, le lagnanze dei malati e poi, con questa proposta di legge, qua vengono sottratte ulteriori De Nardi. Noi contribuenti per pagare una figura che chi mi ha proceduto a abbondantemente illustrato, che praticamente è inutile. Allora cosa dobbiamo fare per far rispettare i diritti dei malati, che in sostanza sono anche i diritti dei lavoratori? A me dispiace moltissimo, ma il consigliere Paruolo che ha presentato questo progetto di legge, mi conosce molto bene al quale ho presentato anche delle note rispetto alla inefficienza dell' azienda USL bolognese. Ecco, mi ha risposto che lui non può far niente, ma come non può far niente e che non vuole fare niente. Questo è ben diverso. Io gli ho anche dato delle indicazioni, come potrebbe intervenire, alle quali non ho avuto risposta, allora basta, non vado oltre, credo di aver già detto abbastanza. Siamo molto contrari a questa proposta di legge. Chiedo cortesemente che venga preso nota. Vi ringrazio.
Grazie, signora Bellotti locali, proviamo col dottor Massimo Melega, vicepresidente nazionale, CIDA, prego.
Grazie.
Ecco, finalmente dovreste sentirvi, credo si sia quello che.
Sentite bene.
Sì, sì, lo sentiamo bene, prego.
Ci dai la confederazione che unisce le federazioni e le associazioni che rappresentano tu praticamente tutta la dirigenza italiana, quindi Federmanager, del industria Manageritalia, terziario l' SPC da che ha in sé, per esempio, i dirigenti scolastici, dirigenti pubblici.
La CIMO i colleghi medici, i SIN direttivo, la dirigenza della Banca d' Italia Fidia per le assicurazioni, la Federazione del terzo settore civile per la sanità, no profit, l' azienda per l' agricoltura e l' ambiente, la South per l' università e la ricerca Sindaco Ivo Conso che la dirigenza corso, veniamo al dunque sta arrivando un fiume di denaro col PNR e questo assolutamente non va sprecato. è importante che vi sia un approccio manageriale qualificato svolto dai medici,
Quindi focus deve essere sulla missione principale che ha un' assistenza sanitaria qualitativa universale e ben presente su tutti i territori, anche quelli che geograficamente sfavoriti. Occorre una formazione alla managerialità innestata sulle competenze mediche e questioni da affrontare con competenza sono volte, conoscete bene carenza nella sanità territoriale è ancora più grave. Tempi di pandemia genera questa poi le crisi del pronto soccorso alle quali assistiamo. Chiunque di noi è stato in uno dei nostri pronti soccorso, cittadini che resoconto della rete.
Disastro e abbiamo la mancanza di pronto soccorso di primo soccorso sui territori, causa e causa proprio questo disastro, casamenti intollerabili per un Paese civile. Occorre potenziare la rete dei medici territoriali, che sono i veri gestori. La sanità territoriale va posto rimedio alla mancanza di centri specialistici, per esempio direi radiologi, sul territorio e alla mancanza di macchine, sul territorio, come ad esempio le TAC e delle risonanze magnetiche, che alleggerirebbe dei pronto soccorso e le liste di attesa e con te e consentire core, consentire contemporaneamente il l' utilizzo di Teleconsul. Anche questi incarichi richiedono formazione e managerialità, con percorsi formativi stabiliti dalla legge. Occorre un aumento dei punti nascita sul territorio, ma soprattutto occorre oltrepassare la logica dei protocolli. Accade che nei nostri ospedali i pazienti non veda mai due volte lo stesso medico. Questo impedisce la visione olistica del paziente, che consente la valutazione complessiva del problema. Occorre quindi recuperare il rapporto fiduciario medico-paziente,
Consideriamo tutto questo prioritario rispetto alla creazione di attribuzioni di, per cui riteniamo che i lodevoli sforzi legislativi della sanità regionale vadano diversamente. Orientate.
Evitiamo passi in avanti nella visibilità. Una categoria che è stato detto o valorizzazione delle professioni che vanno di fatto a scatto nell' interesse dell' utenza e dedichiamoci invece ai bisogni della gente, grazie.
Grazie, dottor Melega, adesso la parola a Renzo, le Pera medico di medicina generale, in rappresentanza della finge, prego col collegamento.
Pomeriggio mi sentite sì, sì, sì, prego, grazie.
Sentivo.
Allora.
Io, nel mio breve intervento, faccio riferimento esclusivamente a quello che è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna in data 29/07, se dovessi fare riferimento.
Tutti i fiumi di inchiostro e sono stati versati.
Da sostenitori e contrari a questa proposta di legge.
Probabilmente andremmo fuori dal seminato, vale a dire andare a rafforzare quella che è un falso problema di contrapposizione di due.
Quindi professionale all' interno del servizio sanitario nazionale, quattro postazioni di bilancio regionale.
Cerco di spiegarmi e, se si fa riferimento alla proposta di legge, sono poche IP in coerenza con l' articolo 3 dell' articolo dell' articolo 3, comma 1 del decreto 161 leggi.
L' altro progetto di legge di cinque Renzo.
Da fondamentalmente un ignorante come me materie giuridiche questa proposta non mi pare incoerenza, mi pare una proposta innovativa, lascio ad altri la facoltà di.
Decidere se sia come reddito e se sia possibile a livello regionale, perché non è questo il problema, così come quando l' articolo 1 dice che il direttore generale nomina direttore amministrativo e il sanitario e il direttore assistenziale, senza specificare né quali siano gli elenchi regionali né che compiti abbiano,
Lasciando quindi un ampio spazio discrezionale, oppure sarà piegati insieme, ma che rende più difficile di quello che vorremmo invece sottolineare e che uno dei grandi ostacoli a Sanitario Nazionale del telegiornale alti, che possa rispondere sia alle esigenze chiamiamole normale di una visione e anche quelli eccezionale come una pandemia recente è stata la suddivisione in silos, suddivisione in silos incomunicabili abbiamo il silos dell' assistenza ospedaliera di avvicinarsi della medicina territoriale, abbiamo il silos della specialistica prima mensile o si nella sanità pubblica,
Abbiamo il silos della.
Degli operatori non medici ora varrà la impressione mia e della Federazione italiana di medicina generale, di cui sono vicepresidente nazionale e con provvedimento del genere.
E accenti critici nel centro di incontro appellabilità, facendo una sigla, una separazione è ancora più netta tra quella che sia assistenza, sanità, medicina, servizio sanitario avrà sicuramente delle radio, vado a individuare, non mi preoccupo neanche del.
Non spetta poi neanche a me della spesa aggiuntiva che, se fosse un provvedimento che migliorerebbe nettamente agilità, la qualità dell' assistenza probabilmente meriterebbe anche la spesa. Temo purtroppo che, così come è scritto, questo obiettivo non lo possa raggiungere e non è una contrapposizione tra ruoli, fatto che gran parte degli interventi di parte medica sia contrario sembrerebbe quasi aggiungere sale su una delle grandi piaghe, un po' della contrapposizione tra ruoli professionali tra categorie e non ho capito sinceramente a cosa serve un direttore assistenziale, in cui nella posizione di staff, quando gli stessi ruoli, perché bisogna poi leggere la proposta di legge insieme alla relazione, però una adeguata collocazione all' interno forse del Collegio di direzione, piuttosto, quindi, allo Stato.
Grazie dell' attenzione,
Grazie dottor le Pera, a parola d' Ambra, Cavina, consigliera, coordinatrice, Commissione, sanità dell' Ordine degli psicologi dell' Emilia Romagna che dovrebbe essere collegata,
Prego.
Ecco, spero che mi sentiate eh sì, grazie buongiorno, prego buongiorno, allora il mio intervento sarà molto breve e poi a seguito vi manderemo alcune righe scritte allora mi attengo semplicemente al documento e quindi al progetto di legge e come è già avvenuto fuori e mentre di questa figura di cui peraltro ne capiamo il senso ne capiamo il senso in un' ottica di molti,
E professionalità e quindi può anche essere pensata all' apice della dirigenza. No bene, per quanto riguarda questa figura nuova figura che viene introdotta allora dal progetto di legge emerge molto bene quelle che sono fondamentalmente gli obiettivi. Il cosa sarebbe proprio il cosa. Il soggetto sarebbe preposto a compiere quello che invece non emerge ed è già venuto fuori dagli interventi precedenti è il quadro, i requisiti. Questa figura dovrebbe avere requisiti in termini sia di formazione che di esperienza, e.
Non si parla si delle linee guida per quanto riguardano le sue funzioni, ma non si parla dei requisiti che a chi effettivamente.
A piedi.
Queste liste che verrà scelto.
Eventuali alle soggetti.
Do è.
Questi scusi non la sentiamo più, sono tutte cose che hanno tutti elementi che vanno secondo me aggiunti che vanno secondo noi come Ordine aggiunti al progetto di legge, anche perché si è parlato tantissimo di.
Forse ora vi sentite adesso vi sentite con senso di pregio, ecco quello che.
Stavo grazie quello che stavo dicendo, era proprio questo che, effettivamente non si fa riferimento ai requisiti che permetterebbero al a un soggetto di essere scelto per questo ruolo apicale, quindi anche le sue competenze specifiche e trasversali. Ecco e credo che altrimenti poi si finisce per entrare in una disputa che sta tra le dici sì, infermieri no infermieristici, infermieri, no,
E ci si ferma, ma in realtà le figure sanitarie sono molte e non sono solo i medici, gli infermieri e qui la chiudo, grazie tante grazie per la possibilità della partecipazione, grazie,
Grazie dottoressa Cavina, adesso la parola.
A Pietro Giurdanella, presidente di Opi Bologna, che dovrebbe essere qui presente, prego, grazie.
Sì, buonasera parlo anche a nome della di tutti gli ordini e delle professioni infermieristiche dell' Emilia Romagna, in quanto sono anche Presidente del Coordinamento regionale, esprimiamo un sì convinto alla proposta della Giunta regionale.
Riteniamo che e ci troviamo concordi riteniamo assolutamente positivo quanto già contenuto nella relazione tecnica che supporta appunto la proposta e soprattutto il parere pro veritate. Oggi abbiamo la necessità e questo ce lo disse il PNR, di lavorare assolutamente né équipe troviamo assoluta. pensiamo che ci sia assoluta necessità di avere, all' interno di una direzione generale un professionista, qual è il direttore assistenziale, che rappresenta l' oltre l' 80% delle professioni sanitarie che oggi operano all' interno di un' azienda. Quindi non non voglio dilungarmi a nome dei 35000 infermieri abbiamo citato diversi numeri fino a oggi pomeriggio, rappresento appunto un sì convinto e ringraziamo l' assessore regionale alla salute Donini alla Giunta regionale di porre questa attenzione, il Covid ha dimostrato quanta necessità c'è e non a caso è un' esperienza che in molte aziende di questa Regione e un' esperienza già ampliata e che ha visto il parere favorevole dell' organizzazione pertanto andiamo avanti in questo modo e avrete il pieno nostro appoggio. Grazie,
Grazie, signor Giurdanella.
La parola ad Alberto Talamo, Presidente cupo Emilia Romagna, anche qui in presenza, prego, grazie.
Buongiorno a tutti e grazie Presidente.
E io sono per totale, ma, come diceva il presidente, sono il presidente del comitato consultivo comitato unitario degli Ordini professionali dell' Emilia Romagna a cui pertengono 150000 professionisti, tra cui 90000 operatori sanitari, e facciamo parte del Patto del lavoro del clima, quindi da alcuni anni,
Noi siamo favorevoli a questo progetto di legge perché porta la voce in questo momento.
Degli altri restanti ordini che appartengono al comitato sono 7, abbiamo qui rappresentato, Pietro Giurdanella, poi avremmo anche Vincenzo Manigrasso che il Presidente del CSM PST RP della provincia di Bologna, quindi loro sono assolutamente, noi siamo assolutamente favorevoli a questa legge,
E che la mia sottolineatura sta nel fatto che questa legge che discutiamo oggi ne ha comunque un' origine lontana, perché nel 2016 la Conferenza territoriale sociosanitaria dell' area metropolitana di Bologna costituì un gruppo di lavoro che si propose l' obiettivo di studiare ed elaborare nuove risposte ai cambiamenti alla crescita culturale e organizzativa delle professioni sanitarie nelle aziende sanitarie. Questo gruppo di lavoro, che era all' epoca su un livello metropolitano, poi si innalzò successivamente a livello regionale, grazie anche al supporto.
E al sostegno dell' assessore regionale dell' epoca delle politiche della salute. Sergio Venturi e questo gruppo di lavoro propose di modificare già da allora la legge regionale, in particolare quello che oggi è sotto sotto oggetto di questo di questa modifica, cioè l' articolo 3, comma 5,
No, non mi dilungo perché il mio non è un.
Intervento veramente breve, non mi dilungo perché è stato detto e sulla legge sulla richiesta di legge, dico solamente che, a conferma di quanto sia maturo oggi il momento di fare questa figura del direttore assistenziale, riferisco che è stata fatta delle analisi congiunta degli atti aziendali, dei manuali organizzativi delle aziende sanitarie e da questi queste verifiche, appare evidente che si sono sviluppati modelli organizzativi e gestionali sempre più partecipate e professionalmente integrati, che hanno concretizzato messa in evidenza la necessità di un significativo cambiamento delle politiche di governance, di un sistema complesso come quello di un' azienda sanitaria, rendendo quindi necessario il contributo della partecipazione, in primis al processo di pianificazione, secondo una logica di forte integrazione professionale in sinergia con tutti i livelli organizzativi aziendali. Attraverso questa, questa richiesta, questa richiesta del della Direzione assistenziale. Ringrazio il Presidente, ringrazio voi che mi avete ascoltato.
Grazie, dottor Calamo adesso la parola alla dottoressa Carmela, la vigna CISL Funzione Pubblica, prego.
Grazie preciso innanzitutto in premessa che non interverrò solo come CISL Funzione pubblica, ma anche a nome della Fp-Cgil, della UIL FPL, su mandato dei colleghi abbiamo creduto e pensato che fosse opportuno, unitariamente, con una sola voce e uniti, fare questo intervento specificando come abbiamo fatto nel corso degli ultimi mesi ma anche da quando questo progetto iniziato a vedere la luce come per noi sia non solo opportuno ma fondamentale, è necessario che questa modifica ci sia,
L' istituzione della Direzione assistenziale è necessaria soprattutto in Emilia Romagna.
Uno per dare valore ad un percorso che è nato in questa Regione, 2 perché questa Regione ha sempre avuto attenzione ai professionisti sanitari, tre perché questa Regione è stato volano per modifiche normative nazionali e speriamo che lo sia anche in questo caso.
Crediamo che sia opportuno e doveroso dare valore a tutto un percorso di riconoscenza e valorizzazione delle professioni sanitarie, che in questo modo ne avrà ancora di più atto e crediamo doveroso stoppare e precludere ogni tentativo di strumentalizzazione legato a professioni e a conflitti che si vogliono ingenerare soprattutto in questa Regione non a caso in un recente passato le strumentalizzazioni hanno visto condannare da parte nostra come organizzazioni sia di categoria, ma anche come intero sindacato confederale,
Tali strumentalizzazioni. Crediamo che non sia un intervento di visivo, ma che sia la creazione di sinergie tra diversi professionisti, che tutti i giorni operano gomito a gomito, perché le équipe multidisciplinari e multiprofessionali esistono a tutti i livelli, dalla prima linea fino a livello direzionale ed in maniera differenziata all' interno delle aziende, enti, aziende ospedaliere e gli IRCCS di questa Regione, esiste già un ruolo fondamentale all' interno delle direzioni strategiche aziendali relative a coloro che rappresentano le direzioni delle professioni sanitarie. Si tratta di riconoscerlo nella forma e nella sostanza, ma nell' agire quotidiano concreto che già, per cui noi crediamo che non sia una creazione di qualche poltrona o che sia un progetto mirato a creare qualche dirigente qui o là, ma che sia doveroso attuare questo percorso doveroso perché in rappresentanza di migliaia di professionisti, doveroso perché ogni giorno che sia nella gestione di interi percorsi che sia nella gestione della quotidianità che sia nella gestione della relazione con l' utenza, l' équipe multidisciplinare e multiprofessionale esiste già. Allora non comprendiamo perché non debba esistere un ruolo anche all' interno di una direzione strategica aziendale che possa dar valore a quello che ogni giorno si fa anche in prima linea, soprattutto in questo momento, perché nel momento in cui si parla del riordino dell' assistenza territoriale e nel momento in cui si tratta di andare a rivedere quelli che sono i modelli organizzativi in applicazione al PNR R, non si può pensare che si ci sia ancora un momento divisivo, ma ci deve essere piena condivisione, sinergia. Quindi, da parte nostra mi sento di dire ah, con un' unica voce, che siamo assolutamente favorevoli.
Grazie dottoressa Lavinia, adesso la parola al dottor Vincenzo Manigrasso, Presidente degli Ordini di SRM PST, e a capire se poi lei lo declina, perché io sono le sigle che tra i cambiamenti da fare, che è quello della nostra sigla professionale, indubbiamente buonasera a tutti. Vincenzo Manigrasso, Presidente degli Ordini dell' ordine di Bologna, dei tecnici sanitari, di radiologia medica, delle professioni tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, ci riuniamo 19 professioni sanitarie. Parlo a nome dei presidenti degli ordini dell' Emilia Romagna in rappresentanza di più di 14000 operatori, o un documento che lascio alla Presidenza e che leggerò per cercare di portare via meno tempo possibile ai al all' incontro. Intanto ringrazio la presidenza. Ringrazio i signori Consiglieri della Commissione. Politiche per la salute e politiche sociali, il progetto di iniziativa della Giunta regionale modifiche all' articolo 3, comma 5 della legge regionale 23/12/2000 e no 4 numero 29.
Con cui si prevede l' istituzione della figura del direttore assistenziale vede il pieno e convinto appoggio degli ordini di SRM, PST RP, della Regione Emilia Romagna.
Da oltre vent' anni nella nostra Regione sono in atto consolidate esperienze di direzione delle professioni sanitarie.
Esperienze che non si limitano alle funzioni gestionali di reclutamento, inserimento allocazione, valutazione e aggiornamento del personale, ma che si fanno carico del processo di pianificazione strategica attraverso il quale, nell' ambito degli obiettivi generali delle aziende, vengono individuati gli obiettivi in grado di garantire appropriatezza ed efficacia nei processi assistenziali infermieristici, tecnico, sanitari, riabilitativi e preventivi.
Il progetto di legge di cui oggi discutiamo rappresenta quindi uno di quei casi tipici in cui le leggi non producono nuove istanze e non perseguono nuovi e più originali obiettivi, ma si limitano se si può utilizzare tale termine di fronte ad iniziative come queste mostrano coraggio e spirito di innovazione.
A rendere legittimamente praticabile ciò che è sotto gli occhi di tutti, prendere atto di quelle che sono ormai prassi consolidate e dare loro evidenza e solidità giuridica. Per tale ragione pensiamo che non vi possa essere alcun motivo ostativo alla sua approvazione che anzi auspichiamo essere realizzato nel più breve tempo possibile. La scelta di inserire la figura del direttore assistenziale all' interno della direzione aziendale rappresenta altresì un elemento indispensabile nell' ambito della ridefinizione degli assi strategici del servizio sanitario pubblico.
Da anni. Siamo in presenza di una significativa e crescente evoluzione delle competenze sul piano scientifico, professionale, tecnologico delle professioni sanitarie, la natura dinamica e in progressiva evoluzione di tali competenze ed il loro costanti adattamento al contesto e agli obiettivi da raggiungere. Rendering rende indispensabile istituire forme di ampia e diretta partecipazione delle 22 professioni sanitarie alla vita, alla vita delle aziende sanitarie. L' istituzione del figure del direttore assistenziale e l' aggiornamento delle linee guida regionali per l' atto aziendale, che dovrà necessariamente far seguito, renderanno disponibili motel modelli organizzativi aziendali a maggiore diffusa responsabilizzazione delle professioni sanitarie che, in una logica di integrazione e collaborazione pieno di rispetto dei ruoli con la professione medica e con le altre professioni dell' area sanitaria e sociale, saranno messi nelle condizioni di contribuire al meglio nella progettazione a risposta complessa, ai bisogni di salute emergenti e a rendere sempre più esigibile il diritto alla salute e all' assistenza dei cittadini. Il contesto sanitario e sociale rende pertanto improcrastinabile sia sul piano organizzativo che su quello assistenziale. La piena valorizzazione e l' impiego di tali expertise ed un convinto investimento che sia pienamente funzionale al raggiungimento degli obiettivi che il sistema sanitario regionale deve garantire, anche sfruttando le opportunità che ci offre il Piano sanitario nazionale di rinascita resilienza. è necessario che tale complessità sia gestita attraverso modelli organizzativi sempre più partecipati sin dal livello apicale, così da consentire la loro migliore funzionalità e costituire elemento di garanzia per la sicurezza e qualità della prestazione professionali. Tra gli insegnamenti che la tragica esperienza della pandemia ci ha consegnato, forse quello per più significativo per chi opera in ambito sanitario e sociale e che insieme siamo più forti e che la complessità dei bisogni di salute delle patologie, delle attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione necessita della pieno pieno Po dell' apporto pieno e incondizionato da parte di tutti. Per tutte queste evidenti ragioni, gli ordini dei tecnici sanitari, di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione della Regione Emilia Romagna non possono che auspicare una rapida conclusione dell' iter legislativo di riforma al vaglio dell' Assemblea regionale. Grazie.
Grazie, dottor Manigrasso, la parola al dottor Pieralli, rappresentanza di SNAMI Emilia Romagna, prego.
Buongiorno a tutti chiedo perdono per il ritardo, non so posso tenere la maschera, poi la teniamo bene.
Allora, buongiorno a tutti, dunque la nostra posizione è fondamentalmente quella di una certa perplessità, una certa perplessità per i seguenti motivi, perché, sebbene ovviamente sia da riconoscere l' evoluzione delle professioni sanitarie e la loro importanza nel sistema sanitario, che è imprescindibile però il livellamento okay rispetto a direzione generale o direzione sanitaria sta creando, almeno noi abbiamo la percezione di questo sta creando uno scollamento tra le diverse componenti professionali, mi spiego meglio se da un lato mettiamo sullo stesso, abbiamo un direttore sanitario che in teoria si occupa sia dell' organizzazione della clinica, ma anche dell' organizzazione oggi più ampia dell' assistenza. Un domani rischiamo di trovarci con quello che è anche la FNOMCeO ha pubblicato no con la proposta del direttore clinico, quindi separando le funzioni cliniche da quella dell' assistenza che oggi in realtà,
Sono ricoperte nel più ampio concetto di direzione sanitaria. Allora, per quanto ci riguarda, la posizione vedrebbe una direzione assistenziale più logicamente collocata nello staff della Direzione sanitaria piuttosto che in una posizione che possa, come dire, far percepire una sorta di scollamento tra le professioni sanitarie e la parte medica per cui questo diciamo, è la perplessità che vediamo, ma l' ultima diciamo che.
Desideriamo rappresentare quella legata invece al fatto che, al di là delle figure apicali che servono, per carità, per cui.
Bisogna avere dei coordinamenti, bisogna avere dei chiari ruoli, dei chiari, come dire, punti di riferimento per i determinati compiti che devono essere svolti e quindi questo serve in questo momento sulla parte assistenziale, tutti i professionisti con cui noi lavoriamo, quindi non solo i medici, ma anche tutti gli infermieri con cui lavoriamo tutti i giorni piuttosto che i tecnici lamentano in realtà non tanto una carenza di figure apicali, quanto una carenza di colleghi e quindi di personale e ovviamente l' invito e la richiesta, insomma, in questa audizione che facciamo è quello di tenere in considerazione bene i bilanci, cioè i rapporti tra i volumi di attività, i pazienti da gestire e quindi non solo prendere questa come unica priorità, perché crediamo che la vera priorità sia ribilanciare gli organici che fanno l' assistenza reale sui pazienti. Dopodiché nulla osta in una posizione che, secondo noi, appunto, dovrebbe essere più inserita nel più ampio contesto dello staff della Direzione sanitaria di una direzione assistenziale. Chiudo il mio intervento.
Grazie, dottor Pieralli.
La dottoressa Benedetti di Legacoop Romagna ha detto che invierà per iscritto un appunto, un suo, un suo contributo. Ecco, qui vi chiedo a quelli che hanno già presentato noi invieremo domani a tutti i Consiglieri non solo quelli che fanno parte della Commissione, ma a tutti i Consiglieri, la Regione Emilia Romagna in quanto ognuno può proporre emendamenti con scadenza 29/10 e chiedo a voi chi ha intenzione di mandare appunto una delle note scritte di farlo entro mercoledì alle ore 12, così noi possiamo poi mandare a tutti i Consiglieri erogano tempo anche di valutare i vostri contributi entro la data della scadenza di venerdì 29 che alla data, appunto dentro la quale bisogna presentare gli emendamenti allora adesso, in base.
All' articolo 43, udienze conoscitive delle Commissioni assembleari e io do la parola ai.
Commissari e ai Consiglieri che che la richiedono e per fare domande in forma concisa, nel senso che oggi non c'è dibattito su questo progetto di legge che ci sarà 02/11, ma è.
Usiamo un po' la vostra presenza e i consiglieri appunto possono fare domande alle quali dopo vi chiedo eventualmente di rispondere prego Consigliere Elisei.
Grazie Presidente, proverò a essere disciplinato perché sono già state disciplinate, dall' altra volta, intervenendo forse un po' nel merito, quando non doveva intervenire e ho anche già depositato un emendamento, forse anche mancando di rispetto a chi oggi è intervenuto e ha prodotto il il proprio intervento la proprio in rappresentanza di chi opera nel settore ma,
L' ho fatto perché e qua vengo poi anche le domande, perché ripeto, come consiglieri regionali non abbiamo questo dopo due anni e il primo provvedimento in materia di sanità per un progetto di legge in materia di sanità che andiamo a discutere e ovviamente ci saremmo aspettati di fronte alla miriade di problemi che oggi investono la sanità ci saremmo aspettati di altro e non un provvedimento che partisse, da una riorganizzazione dirigenziale e l' introduzione della figura dirigenziale, ma che andasse a intervenire magari su tutta una serie di criticità che sono state elencate anche da una parte di chi è intervenuto.
E però ci hanno detto che questa Sorce ha detto che questa riforma, attesa da 10 anni e quindi ne prendiamo atto la domanda che faccio io è molto semplice, cerco di essere molto pratico, visto che posso far solo delle domande e non dire i motivi per i quali ho delle forti perplessità rispetto a questo provvedimento perché io ho compreso che sicuramente un obiettivo, questo provvedimento lo ha già affrontato, l' ho già trovato che quello di dividere perché qualcuno ha parlato di conflitto non si vogliono ingenerare conflitti,
Ma il conflitto è già in essere, lo dimostrano gli interventi che ci sono stati. Forse l' obiettivo era questo, perché in politica vale sempre un detto divide ed in parte no, e quindi si cerca di dividere le professioni infermieristiche da quelle mediche e di creare una spaccatura. è uno scollamento che purtroppo, cui pagano i cittadini, perché questa è la realtà. Ecco la mia domanda, visto che non si capisce dal progetto di legge e l' ho fatto soprattutto.
E a chi è intervenuto per sostenere questo progetto di legge perché chi è intervenuto contro questo progetto di legge ha articolato,
Articolato in maniera abbastanza dettagliata la contrarietà rispetto a possibili.
Interferenze.
Di competenze tra chi o da chi tra chi domani dovrà operare.
Lo faccio un intervento molto sembra una domanda molto semplice.
Innanzitutto, qual è l' utilità per un operatore sanitario piuttosto che per un tecnico, che si spacca la schiena 10 12 ore al giorno, qual è l' utilità di avere un dirigente?
E di avere una nuova figura dirigenziale, lo chiedo perché se io fossi.
Un operatore sanitario, una parte di quelli con cui mi sono interfacciato, conosciuto, si aspetta altro si aspetta che tutta una serie di utilità molto più pragmatiche, no che magari vengano riconosciute le ore di straordinario e che magari vengono riconosciute le ferie, che magari gli vengono riconosciuti permessi soprattutto nella difficile fase nella quale viviamo, ecco qual è l' utilità avere un nuovo dirigente.
E io, per il singolo operatore sanitario, francamente non non l' ho compresa nella vita di tutti i giorni lavoratore tutti i giorni, avere un dirigente nuovo che lo rappresenta, la seconda domanda è qual è l' utilità del cittadino, perché io aspetto sempre che ci si ponga nell' ottica del cittadino e di chi accede a una struttura sanitaria,
A me cittadino avere dirigente all' interno un nuovo dirigente, in che cosa si traduce in termini positivi quando io vado mi reco al pronto soccorso una struttura sanitaria per chiedere una prestazione sanitaria, cosa mi cambia materialmente, questo chiedo perché oggi i cittadini hanno decine di migliaia di centinaia di prestazioni sanitarie arretrate, liste d' attesa bloccate.
Questo cambierà, la situazione aumenterà, sbloccherà delle liste d' attesa, aumenteranno le prestazioni sanitarie, avrò meno code al pronto soccorso, la creazione di una figura dirigenziale.
La terza domanda è perché si parte dall' alto.
Perché io mi aspetto da un' organizzazione sanitaria che vuole rendere più efficiente una macchina amministrativa che oggi è in gravissime difficoltà è in grandissima difficoltà.
Basti citare le liste d' attesa, basta citare che non si trovavano i medici per il pronto soccorso, basta citare che non si trovino, che non vanno deserti bandi per i medici di benzina di medicina generale, quindi su un territorio erano scoperti.
Le organizzazioni sono sempre positive per le organizzazioni, possono essere anche d' avanguardia e visto che siamo l' unica Regione in Italia che fa sta roba, ma mi domando perché si parte dal dall' alto, quindi dalle figure dirigenziali e non dal basso, nella valorizzazione del personale appunto imperatori e sanitari e tecnici che sono appunto la gran parte degli operatori.
Queste sono le mie due perplessità, mentre la domanda.
Grazie, consigliere Elisei, prego, Consigliere Belloni.
Grazie Presidente, e grazie a tutti coloro che sono intervenuti quest' oggi, argomenterò anch' io perché le mie domande sono sicuramente molto simili a quelli del collega Alisei, perché il vero, la vera domanda è, serve veramente un' altra testa o, come sappiamo bene servano braccia gambe e tutto quello che oggi manca la sanità cioè tanto personale perché il vero tema è oggi,
Investire almeno faccio alcune considerazioni proprio spannometrica, ma da quel che so un dirigente pubblico,
Al lordo costa sui 150000 euro circa somma su per giù, almeno negli enti locali. Così però adesso sicuramente lo sapete meglio di me, qualcuno che è intervenuto ha detto ad oggi nella legge, non ci sono pro nuovi stanziamenti e quindi non ci sono.
Nuove risorse che potranno ovviamente.
Pagare questa. Questa nuova figura quindi a come è stato giustamente chiesto, graverà questa nuova figura e quindi l' inquadramento dirigenziale di questa figura che forse non è presente formalmente, ma lo è di fatto perché questo siamo insomma, abbiamo capito dalla discussione se graverà appunto su.
I bilanci delle aziende o se la Regione, quando qui mi rivolgo più magari alla parte politica, se la Regione provvederà a stanziare nuove risorse, perché devo fare appunto argomentare.
Queste domande dicendo quella che è l' esperienza mia forse anche di altri in altre Amministrazioni, appunto avendo fatto il sindaco in amministrazione locale, io, quando ho ridotto il numero di dirigenti e mi sembrava che anche Regione Emilia Romagna stava andando in questa direzione e faccio un esempio su tutti, appunto, quando si è unito le aziende di Ferrara, di Reggio e di Parma, almeno alcune già attuate altre in via in corso di realizzazione. Lo si è fatto perché.
Ovviamente si è cercato di diminuire i centri decisionali nella maniera, appunto, c'è sicuramente un risparmio di spesa diretto e sicuramente proprio per riuscire magari a risolvere tutte quelle problematiche. Adesso io sono stato eletto nel nel nel Collegio di Modena. Sono anch' io, come dire, ho proposto più volte alla Giunta di fare la stessa cosa anche su Modena, perché prima abbiamo avuto un problema enorme di integrazione dei due ospedali maggiori, appunto Policlinico e Baggiovara. Finalmente si è riusciti a integrare quei due grandi ospedali. Oggi ci sono da integrale due aziende, altrimenti ci troviamo con due direttori. Ieri mi scusi però, se lei deve fare delle domande all' assessore Donini, alla Giunta sulle programmazioni, ci sarà l' occasione del 02/11. Oggi, data anche la possibilità di avere qui delle persone che ci hanno portato le loro motivazioni, facciamo delle domande a loro. Se no era era per fare per spiegare semplicemente Presidente, per fare alcuni esempi, perché Regione Emilia Romagna, appunto, mi sembrava che stesse andando in questa direzione, perché altrimenti capita esattamente.
Come negli enti locali che non vorrei che ci troviamo fra qualche anno istituita. Questa nuova figura che dovremmo istituirne una sopra per per riuscire a risolvere quei magari quei problemi che prima qualcuno ha in qualche modo anticipato quei problemi, appunto di risolvere a chi ovviamente avrà l' ultima parola perché è già capitato negli enti locali, quando ci son troppi dirigenti che ci vuole il Direttore generale, il.
E nell' Unione. Adesso, appunto, è statuito istituito una nuova figura tipo, si team-manager, proprio per riuscire, in un qualche modo, a dirimere quelle che sono le controversie fra tutti i dirigenti pari livello e quindi ci vuole magari una figura al di sopra, per riuscire poi a come dire che perché la Pubblica Amministrazione appunto mi insegnavano a all' università le famose tre efficienza, efficacia, economicità, quindi chiudo con l' ultima domanda dicendo appunto quali saranno le politiche, perché ovviamente la politica con le p maiuscola,
Qual raggiungeremo quali obiettivi o riusciremo a raggiungere con maggiore efficienza, con maggiore economicità, con maggiore efficacia, appunto si è parlato prima, una delle ultime leggi varate nella scorsa legislatura è quella non più di sei ore all' interno di un pronto soccorso, quindi o dimissioni o ricovero qua si raggiungerà con questa nuova.
Figura dirigenziale, appunto si renderà veramente efficace questa questa provvedimento legislativo, come ricordava qualcuno prima di me, appunto oggi ci sarebbe già, anche dal punto di vista del legislativo che le liste non dovrebbero essere chiuse, invece ci è stato risposto con interrogazione che è successo, che non sono aperte, ecco, non ci è stato detto che sono chiuse, ma che quindi si riuscirà a raggiungere che non sono aperte le liste d' attesa. Queste queste, so, queste sono politiche, quindi riusciremo ad andare incontro meglio il cittadino con dei servizi più efficienti, più efficaci e più economici, alla alla appunto, sicuramente non più economici, perché ovviamente in maniera diretta ci saranno più costi.
Speriamo l' efficienza e l' efficacia. Abbiamo sentito pareri autorevoli che ci dicono ad oggi, appunto che ci sono parecchie perplessità, quindi l' invito.
Ovviamente è che ci possa essere un maggior momento di approfondimento per effettivamente riuscire a capire meglio e a rispondere in maniera un po' più esaustiva, magari alle domande che sono state fatte, tutte le perplessità che sono già state avanzate. Grazie Presidente.
Altri Consiglieri hanno delle domande.
Allora chiedo a voi che siete intervenuti prima se.
Qualcuno di voi vuole rispondere alle domande che due Consiglieri hanno posto, prego,
Sì, provo a formulare una risposta.
Chiedo scusa, provo a formulare una risposta tralasciando tutto il tema, che trovo anche provocatorio, sul tema della spesa, perché ribalterei la domanda se questo punto risparmiamo, togliamo anche il direttore sanitario, togliamo tutta la struttura e risparmiamo, vi posso garantire però mi fermo mi fermo qua proprio perché l' ho chiamata provocazione mi metto nei panni del cittadino e penso che noi tutti dobbiamo pensare al cittadino e faccio un esempio pratico oggi è il PNR ci disse che noi, nei prossimi cinque anni, dobbiamo implementare quasi 30000 infermiere di famiglia sul territorio nazionale,
Quale infermieri rivendichiamo una disciplina recata nel ruolo e nella gestione, pensiamo che oggi un disegno di rimodulazione dell' organizzazione sanitaria debba essere fatto in un' ottica multidisciplinare, perché è ovvio che se la figura del direttore sanitario, che è l' unico deputato in questo senso stare in una direzione generale,
Mi chiedo in che modo può gestire normare questa organizzazione che richiede un contenuto specifico professionale. Quindi la nostra logica è di poter operare all' interno di una direzione anzi aziendale, in un' ottica multidisciplinare e, come appunto dicevo prima di sé, anche la relazione tecnica si aggiunge e non toglie funzioni che sono di altri e noi non dobbiamo gestire la componente clinica, non dobbiamo gestire la componente, chiamiamola così appannaggio dalla dalle professioni mediche. Mi spiace e questo lo dico essere ancora citati come professioni non mediche, perché a questo punto possiamo chiamare professioni non infermieristiche, i medici ma, ripeto, mi spiace vedere una serie di di di situazioni che.
E penso non nobilitano. Ripeto l' 80% delle professioni sanitarie che operano all' interno di un costo di un testo ospedaliero. Noi veniamo da oltre trent' anni di un' evoluzione delle professioni sanitarie che è chiamata a rispondere ai bisogni dei cittadini, che sono sempre più complessi. Quindi, tornando e chiudo al tema del cittadino, il cittadino ha bisogno di una qualità di cure che oggi è multiprofessionale, quindi non c'è bisogno di dell' infermiere, c'è bisogno, come dico spesso, di un esercito di professionisti sanitari, perché accanto al bisogno sanitario, molte volte sia anche il bisogno di tipo sociale e quindi quello che si chiede è poter avere una visione d' insieme per rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini. Grazie,
Grazie, ci sono, altri, prego.
Ma integro brevemente quello che ha già detto il collega Giurdanella e sono riuscito ad appuntarmi in maniera molto precisa tre domande perché erano secche del consigliere Elisei.
Le altre, gli altri due interventi mi sembravano molto più di carattere generale faccio un po' fatica a rispondere, però mi pare che le tre questioni poste dal Consigliere fossero molto, almeno per quello che mi riguarda chiaro e secche primo, a cosa serve un dirigente per chi si spacca la schiena tutti i giorni, ma io dico che questo vale per infermiere. Questa domanda varrebbe per gli infermieri, vale per i fisioterapisti, ma vale anche per i medici.
Quindi, come dire, un tema di questo genere è sembrerebbe porre in discussione la presenza e la necessità di una figura o di figure dirigenziali all' interno di un' organizzazione complessa. Quale può essere un ospedale, un' azienda sanitaria per cui direi che la domanda è pleonastica può essere esattamente ribaltata. Quali vantaggi per il cittadino in qualche maniera ha già risposto il collega Giurdanella, ma vorrei aggiungere.
Che noi abbiamo la responsabilità come professioni sanitarie, che ci viene riconosciuta dalla legge delle attività che svolgiamo in ambito riabilitativo, infermieristico preventivo, e abbiamo necessità che questi processi di assi assistenziali siano omogenei, coordinati all' interno di una logica di percorsi diagnostico terapeutico assistenziali e il raccordo pieno con la componente clinica.
E quindi questo è, diciamo, il vantaggio più diretto per i cittadini ed infine perché si comincia dall' alto, beh, insomma, questa domanda in qualche maniera cela il fatto che evidentemente non si conosce fino in fondo. Che cosa è accaduto negli ultimi 20 trent' anni negli ospedali della nostra regione? Che cosa ha voluto dire il passaggio dalla ausiliarietà alla professione sanitaria? Che cosa ha voluto dire? Il passaggio dalla fase prestazionale a quella della presa in carico vuol dire ignorare che cosa ha significato mettere in piedi percorsi di case management sulle principali patologie alle quali e sulle quali il contributo delle professioni sanitarie è stato finora fondamentale. Quindi in realtà io non faccio che ribadire ciò che ho detto. Ho cercato di esprimere nel mio intervento precedentemente. Quindi un si comincia dall' alto. Qui si completa un' operazione che nei fatti rappresenta una realtà e questa realtà è ora che venga riconosciuta, perché quelli che si spaccano la schiena da anni sono laureati e continuano ad essere pagati 1200 euro al mese. E questo è un problema di carattere generale e non credo che l' istituzione della figura dirigenziale sia ciò che lo impediva, semmai ciò che probabilmente potrà favorirlo. Grazie.
Grazie.
Altri.
Come voi prego.
Due parole intanto per ringraziarvi, perché è stato comunque interessante utile sentire.
I vari punti di vista e poi però non vorrei far finta di non aver colto come dire il il senso un po' di che che se se nessuno si offende.
Il clima un po' da partita scapoli ammogliati, che che si è intravisto nel nel nel diciamo nelle argomentazioni.
Nel senso che io capisco che certamente ci possa essere un disagio espresso da alcune associazioni di categoria della componente medica rispetto a quello che può sembrare come un modo di mettere in discussione o comunque di apparecchiare.
Con altre presenze un una direzione,
Strategica in cui per adesso fino adesso, ovviamente, la componente medica ha avuto un ruolo correttamente rilevante, però, per esempio agganciate, ma adesso mi perdonerà se non ricordo il nome della dottoressa che è intervenuta in rappresentanza, sì, mi ricorda il suo cognome della dottoressa Pasetti, che a un certo punto ha citato, se ben ricordo, il fatto che ci sono alcuni infermieri che sono direttori generali, dico bene che è un è un bell' esempio, ovviamente, se andiamo a vedere probabilmente quanti sono gli infermieri che sono direttore generale, troveremo che non non sono la stragrande maggioranza, ma sono, come dire, un un numero.
Abbastanza limitato, ma ovviamente non troveremo nessun infermiere che è direttore sanitario, perché per essere direttore sanitario occorre essere un dirigente medico.
Q, certo, lo dice la legge e ha un senso perché il direttore sanitario alla responsabilità del servizio clinico assistenziale.
L' idea di avere una una direzione assistenziale che evidentemente non ha la responsabilità specifica della.
Che ha il Direttore sanitario, ma la cui responsabilità dovrebbe insistere sul almeno questa è l' idea con cui la Giunta ci ha presentato il progetto di legge su un altro, una valorizzazione di altri aspetti,
Che è importante che lavorino in modo sinergico insieme.
Fa capire che poi, dopo, in uno schema che idealmente possa andare a regime in modo positivo, ci sarà chi, appunto, ha comunque la rappresentanza piena della componente medica che nel direttore sanitario in ogni caso trova un punto di vertice è presente in tutte le aziende e chi invece avrà cura rispetto ad altre professionalità che ricordiamoci sono sicuramente quelle infermieristiche ma non solo poco prima di me ha parlato il rappresentante, diciamo della,
Delle categorie che de degli altri professionisti non medici che che danno un contributo sempre più rilevante in una serie di patologie in cui è assolutamente essenziale anche il contributo di tipo diverso, per non ricitare appunto il fatto che siamo passati da un' idea della della della funzione infermieristica come un' idea comune, diciamo un lavoro di di di di cura subordinato a una.
A un lavoro che ha una sua autonomia e anche una sua responsabilità. Ricordiamoci perché ci sono anche tutta una serie di implicazioni di responsabilità in tutto questo. Allora mi piacerebbe, lo dico come auspicio che si provasse anche da parte di chi ha espresso posizioni critiche che comprendo, su cui infatti, in uno schema classico da partita scapoli ammogliati, si sono giustamente tuffati i colleghi dell' opposizione nel senso che se uno dice individuo, chi è contento della misura e chi è scontento, mi metto, come dire, a fare l' avvocato di chi è scontento.
In un in una partita che deve vedere qualcuno comunque prevalere, qualcuno diciamo fare un passo indietro. Proviamo invece a lasciarsi stimolare da una possibilità e da quali possono essere, come dire, le.
Un i ragionamenti possibili. Io lo dico a voce alta come relatore di questa legge che è stata approvata dalla Giunta, ma che adesso viene incarico noi, consiglieri dell' Assemblea legislativa, quali possono essere eventuali accorgimenti che ci aiutino a far comprendere che la vera sfida non è perché nessuno può dire a priori che serve o che non serve,
Perché non esiste uno schema in cui sicuramente una una funzione dirigenziale è inutile o sicuramente una funzione dirigenziale è fondamentale.
Dipende, cioè non dipende davvero se, nello schema che si riesce a mettere in campo, si riesce ad essere più efficienti, più efficaci, come ricordava prima un collega della minoranza, e quindi il tema vero è come lasciarsi sfidare.
In modo tale che ci possa essere una possibilità, insieme in cui fissiamo, come dire, alcuni punti fermi che ci aiutino a far sì che questo processo non venga che venga finalizzato comunque a una maggiore capacità di collaborazione, perché non è detto che per forza l' unico schema possibile sia quello del fatto che comanda uno solo lo dico in generale e lo e lo dico a livello personale.
Io credo invece che nella nostra sanità il problema vero sia quello di riuscire a lavorare anche a volte in modo orizzontale e facendo lavorare in sinergia le persone, le professionalità e spesso noi già adesso ricorriamo dei sistemi di tipo militare tra virgolette dove appunto il direttore generale è il generale con non so quante stellette e a seguire, diciamo, ci sono tutte le sere di responsabilità, perché in una situazione complicata e difficile, spesso l' approccio gerarchico rischia di essere l' unico che riesce a dare un pochino d' ordine. Ma non è affatto detto che sia lo schema giusto con cui affrontare un futuro che sempre di più vede.
La necessità di contaminazione, di relazioni di là, della capacità di lavorare insieme.
E non lo so. Io non è che cioè sento le critiche che sono state fatte come un appello, non a retrocedere, ma come un appello a ragionare insieme di come si possa dare a tutti la garanzia che quanto si sta cercando di mettere in campo non è semplicemente il fatto di dare un contentino a qualcuno, sottolineare il ruolo di qualcuno a scapito di qualcun altro, ma.
L' intenzione di fondo è quella di trovare, o almeno credo che l' intenzione di fondo a cui io vorrei contribuire personalmente come Consigliere lo dico come Consigliere di maggioranza, ma mi rivolgo anche ai colleghi di opposizione come potremmo contribuire a una maggior capacità di rappresentare appunto le persone che lavorano in sanità cercando di far sì che questo tipo di iniziativa possa risultare in un qualcosa che non sminuisce il lavoro dei medici che evidentemente hanno una,
Funziona fondamentale che nessuno, penso, lo abbia intenzione, di sminuire e che possa essere finalizzato a una maggiore capacità di riuscire a dare delle risposte ai nostri cittadini, che dovrebbe essere il motivo fondamentale per cui noi tutti noi ci muoviamo, quindi proviamo a fare uno sforzo in questi giorni per vedere di tradurre quella che che rischia di essere come dire in questo momento semplicemente,
Registrata come una contrarietà.
Che diventi qualcosa di propositivo che ci consenta di comprendere come fare in modo che questo percorso possa dare delle risposte che siano convincenti, anche per coloro che magari fino adesso hanno espresso delle perplessità, aiutateci in modo creativo anche con delle proposte dei suggerimenti. In questi giorni che la Presidente Maletti ci ricorda essere ancora davanti a noi, nel senso che non è non è ancora il dado, non è ancora tratto. Abbiamo la possibilità di lavorarci e quindi le proposte ben vengano e ci aiutino a riflettere in questa direzione.
Grazie consigliere, Paruolo, prego, consigliere Marchetti.
Grazie Presidente, sarò molto più rapido rispetto alla collega relatore di maggioranza consigliere per ruolo, anche perché ho espresso già in maniera sufficientemente chiara la nostra posizione e le nostre perplessità su questo progetto di legge, è la posizione che ho tenuto e che abbiamo tenuto nel corso di queste ultime settimane da quando comunque l' iter di questo progetto di legge del partito,
Non è tanto un tentativo di buttarsi a capofitto nel malcontento che serpeggia, magari in alcune categorie.
Piuttosto è un tentativo per accendere i riflettori su problematiche e tematiche che comunque ci sono.
Perché, come ho detto durante il mio intervento in apertura di questa Commissione, si può ragionare su tutto, però limitarsi a questa modifica di una legge regionale.
Estremamente corposa ci pare un po' una un' azione limitativa,
Potrebbe essere l' occasione per affrontare diverse tematiche che sono sul tavolo ormai da troppi anni e che potremmo portare avanti nel corso delle prossime settimane.
Perché ho detto e ho riportato gli esempi delle liste d' attesa, non tanto per spostare.
La discussione su un altro piano.
Ma perché quando si mettono in campo comunque determinate azioni,
Bisognerebbe prendere in considerazione anche i riflessi che le iniziative che portiamo avanti avranno anche sul servizio che poi si va a garantire ai ai cittadini questo è il nostro obiettivo e questo è l' obiettivo degli emendamenti che comunque presenteremo a questo progetto di legge che argomenteremo ovviamente quando sarà il momento di.
Sviluppare la discussione generale nelle nelle prossime sedute, poi successivamente in Aula non è certamente un tentativo di cavalcare, come dicevo prima, il malcontento di alcune.
Categorie, però purtroppo devo dire che è accaduto quel che temevo, che si è inasprito quello scontro che purtroppo abbiamo già visto nel corso di questi ultimi anni, perché chi, come me ha avuto l' onore di partecipare alle attività di questo Consiglio anche nella passata legislatura ha già visto comunque diversi episodi che hanno portato allo scontro tra categorie tra professioni sanitarie che sono estremamente necessaria indispensabile in entrambi i casi parliamo dei medici, degli infermieri, di tutte le altre, comunque professioni sanitarie, ed è sbagliato questo approccio, a nostro avviso la politica tante volte dovrebbe avere il compito di trovare una sintesi.
Prendendo in esame la proposta che viene avanzata oggi, cercando di definire bene le funzioni, i criteri, ma prendendo in esame anche tutti gli altri aspetti, tutte le altre problematiche che riguardano il servizio sanitario regionale,
Perché quando uno prende in mano il progetto di legge che oggi discutiamo vede il titolo si vede che si fa riferimento comunque alla legge regionale che regolamenta l' organizzazione e il finanziamento dell' azienda sanitaria, vai a vedere cosa c'è dentro e che c'è soltanto l' introduzione di una nuova carica dirigenziale.
Io non sono e non faccio parte di quella categoria che dice che i dirigenti non servono a nulla, per carità, ci sono che ci saranno sempre sono necessari, ma devono funzionare, devono essere organici al sistema e ad oggi, purtroppo, noi non capiamo se in questo caso stiamo andando nella direzione giusta.
Perché rimangono scoperti troppi fronti, ed è questo l' appello che noi facciamo a questa maggioranza, ma mi pare che, al di là delle richieste di, diciamo contributi di aiuti di di suggerimenti richiesta avanzata oggi dal con dalla dal collega relatore di maggioranza da parte della Giunta non ci sia tutta questa disponibilità di aprire un confronto serio. Abbiamo ascoltato l' illustrazione durante la precedente Commissione. Mi pare che le idee siano già ben chiare all' interno della Giunta dell' Emilia Romagna, quindi io auspico che ci possa essere comunque un' apertura, altrimenti non ha non avremmo nemmeno preparato del degli emendamenti non. Abbiamo certamente l' illusione di portare a casa chissà che risultato, ma ci piacerebbe comunque limare quei vari aspetti.
Che ad oggi creano comunque quello scontro che purtroppo abbiamo già visto in passato, quindi ringrazio comunque tutti gli intervenuti per il contributo comunque dato è con le osservazioni esposte oggi chi a favore chi chi contro cercheremo di di di farne tesoro per quanto ci riguarda con la finalità, con l' obiettivo che dicevo prima di cercare comunque una sintesi e di apportare comunque delle migliorie che possono riaccendere i riflettori su delle problematiche che purtroppo ci sono da troppi anni e che con questa modifica non vengono assolutamente.
Toccati e questo è un peccato, perché ripeto che va a mettere mano ad una legge regionale estremamente importante, ma in questo caso soltanto per introdurre una nuova figura dirigenziale.
Grazie consigliere Marchetti, io concludo la seduta ringraziando voi che avete partecipato sia dei contributi, delle proposte, ma anche delle perplessità che avete esposto, vi chiedo di farci pervenire entro il 27 alle ore 12, ulteriori contributi anche nella logica che è stata detta dai due relatori sia di maggioranza che di minoranza in questa.
In questa ultima ultimo pezzo della Commissione e io credo che ritengo che sia molto importante avere un un confronto di questo tipo, nel senso che è si mettono a confronto le idee, si mettono a confronto anche le preoccupazioni e le perplessità, anche perché tutti quanti noi come anche via Aldo Moro 21 e 23 cioè all' assessorato, ecco,
L' obiettivo principale è dare dei servizi ai cittadini, che sono le migliori possibili e creare le condizioni buone di lavoro per voi professionisti, anche presenza di voi, infermieri, medici anestesisti, tutti quanti. Ecco, credo che parlare di sanità e di benessere dei cittadini, ecco, sarebbe solo una cosa teorica e non pratica. Ecco, a questo punto io veramente vi ringrazio e vi chiedo di mandarci contributi poi, rispetto a un tema di obiettivi dell' assessorato e rispetto ad alcune dinamiche politiche, rimandiamo alla Commissione del 02/11, dove sarà presente l' assessore e lì ci sarà il confronto, anche rispetto agli altri ambiti di eventuale modifica di questa norma. I professionisti che sono qui presenti e le organizzazioni e le associazioni sindacati che rappresentano, che daranno un contributo rispetto a questa proposta di modifica di quel pezzetto non rispetto all' arresto della norma, che magari sarà oggetto di nostro confronto perlomeno in altri ambiti grazie e buona serata.